Il Liceo di Genosha

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  1. Filira
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    Mother of dragons

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    VI: Emushi



    Conosceva quella voce. Riconosceva quella spada. Eppure il rimbombo e i riflessi che esse provocarono le fecero comunque accapponare la pelle. Proprio lei, abituata ai grandi freddi di Azumaido, provava ora la spiacevole sensazione di brividi che le scossero la colonna vertebrale. Il rapitore di Kiri era scoparso in una nube, così come si era palesato qualche ora prima. Al suo posto, temibile quanto prevaricante, era comparsa la figura dello sisam incontrato qualche tempo prima proprio ad Azumaido. Kensei Hito e la sua spada dominavano ora la stanza.

    Mi conosci abbastanza bene da sapere che non ritratto le mie parole, Hito. Ma non abbastanza bene da sapere che noi di Azumaido non siamo i vostri cani da combattimento. Non riconosco Kiri e le sue leggi, non vedo perché dovrei giustiziare un altro uomo in suo nome.

    Alzò il viso, andando a puntare lo sguardo fiero sull'elmo dell'uomo. Poteva sentire la luce pulsare dalla lama posta appena accanto alla sua testa, quasi i riflessi rossi dell'arma le bruciassero la pelle e la carne viva sotto di essa. Avrebbe mantenuto il suo cipiglio fino a che Kensei Hito non fosse arretrato, questo ne era certo. Ma in un istante un nuovo sentimento - acuto, bipolare, feroce - si impadronì della giovane indigena di Azumaido. Un freddo odio l'accecò, scorrendo potente attraverso il suo corpo, penetrando muscoli, tendini, nervi, fino a consumarle le ossa. Avrebbe voluto urlare, gridare il proprio furore contro chiunque le si parasse davanti. Eppure rimase immobile, ammutolita. Congelata in quell'attimo di cieca follia.
    Poi abbassò il capo, incapace di sostenere lo sguardo dell'uomo.
    Un ringhio sommesso le sfuggì dai denti, mentre quello le regalava un ultimo avvertimento, e si dirigeva verso l'altro cane da macello della serata.

    Lo porterò con disonore.

    Sibilò, questa volta mantenendo tra sé e sé il proprio commento. Rigirò il corpifronte di Kiri tra le mani, osservandone le sfumature cremisi donategli da una qualche lega metallica particolare. Da lì in avanti, la strada era incerta. Il suo unico desiderio era quello di fuggire, abbandonare quel luogo di morte e scappare nei freddi boschi di Azumaido. Eppure sapeva di dover tornare al Villaggio, redarguendo Yusica riguardo gli avvenimenti di quella notte. Un nuovo capitolo dell'alleanza tra Kiri ed Azumaido si stava componendo di fronte ai suoi stessi occhi, e suo malgrado ne era oramai protagonista.
    A lei sola spettava ora tramutare la propria passiva sorte in fortuna.
     
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