La Carne immemore dell'Acciaio[Add TS per Pyotr]

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  1. Pyotr
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    Rinascita


    殺伐



    La pressione che Akuraguri stava riusciendo ad esercitare, attacco dopo attacco, diede finalmente i suoi frutti. Inoltre, il suo precedente Genjustu stava ancora influenzando la visione del suo avversario, che, in un un ultima disperata difesa, riuscì a parare il primo colpo, esibendo dei riflessi strabilianti. Nonostante ciò la dea della fortuna non rimase con lui a lungo ed il kiriano riuscì dapprima a assestare il secondo colpo ed in rapida successione, il terzo ed il quarto.

    Lo scontro era dunque giunto alla sua conclusione. L'aria è diversa quando uno scontro finisce, liberandosi della tensione e della brama di sangue, lasciando spazio ad un vuoto. Ogni spadaccino, ogni combattente vive per quel momento, nel quale comprende di aver vinto, ma che annuncia il suo scendere di un gradino di più all'interno di quel ciclo. Allenarsi, combattere, vincere, perdere e di nuovo, ancora ed ancora, finchè la morte viene a liberarlo da quel ciclo. Almeno, questo era quello che Akuraguri cercava quando combatteva. Quella sensazione di essere stato ad un passo dalla morte e di esserne uscito vincitore, quella sensazione di essere più forte del proprio avversario.

    Così, mentre il corpo dell'Oni stava venendo divorato dal sangue, rivelando la sua natura non umana, quasi sospettata dal giovane, Akuraguri stava lì in piedi, assaporando quel momento. La lama scomparve dalle sue mani, materializzandosi nella sua forma umana davanti a lui, congratulandosi con lui e dandogli un prezioso consiglio, prima di spingerlo.

    Sorpreso dalla mossa, egli non offrì resistenza, cadendo di schiena. Nell'attimo prima di fare contatto con il pavimento però, il suo corpo venne assorbito da esso ed il kiriano si ritrovò in un buio mare, incapace di respirare e di rimuovere l'enorme pressione che gli stava per spaccare le ossa. A poco servirono i tentativi di liberarsi del ragazzo che dopo un attimo si ritrovò nella realtà.

    Quando riaprì gli occhi, davanti a lui tutto come l'aveva lasciato, fatta eccezione per i fiotti di sangue che lentamente si stavano trasferendo, usando il suo corpo come ponte, dal terreno al Pozzo di Lazzaro. Non fece neanche in tempo a rallegrarsi delle parole del suo Kage che Akuraguri sentì il suo cuore stringersi, quasi spezzarsi, incapace di rimanere fermo davanti a quel vuoto che stava provando.

    In quel momento le sue ferite iniziarono a sanguinare coposiamente, più di quanto normalmente avrebbero. L'ultimo passo del rituale era dunque andare a comporre la propria spada, utilizzando il ferro del proprio sangue. Il giovane fece un passo indietro, sentendo le gambe cedergli, ma venne sorretto da uno dei presenti. La sciamana lo giudò, con le sue parole, le sue urla ed Akuraguri si alzò e con la mano sinistra davanti a lui, tuonò

    Vieni a me Haremashita, verso una nuova vita! Da questo momento in poi il tuo nome sarà 殺伐, Satsubatsu, l'Assetata di Sangue, la Crudele. Come il tuo nome suggerisce, sarai selvaggia ed indomabile. Vieni a me!

    E prese la spada, custodia di legno e tutto, andandola a porre alla sua sinsitra. Le sue ferite sparirono e si sentì quasi rinato, con una nuova forza che gli scorreva nel sangue. Si avviò verso l'uscita, seguendo il Mizukage. Ere l'inizio di una nuova vita, con un nuovo nome, con una nuova forza. Akuraguri Kenkichi era nato.





     
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