Ogni Promessa è un Debito

Giocata Privata

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    Colpo Grosso a Palazzo

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    Neanche per un singolo momento durante quell’evento aveva abbassato la guardia, ogni parola di Diogene ed ogni suo movimento venivano soppesati con attenzione e rimandati al mittente, spesso bollati come menzogne o macchiati da interessi personali. Ma di sicuro non biasimava il Kokage per questo, tutt’altro, ammirava la sua astuzia ma reputava spregevole e criminoso che il suo espansionismo fosse rivolto verso l’accademia piuttosto che sui vasti territori esterni che la minacciavano, non solo come alleanza ma anche i singoli stati, Oto dopotutto era uno dei primi villaggi a cadere quando il supporto fornito agli stati cuscinetto non sarebbe bastato.
    Un visionario, ma con poca lucidità.
    Fu anche con quel tarlo nella mente che analizzò la discesa nell’edificio abbandonato, reputandolo strano in un primo momento seppure adesso fosse più chiara la ragione: era una pietanza semplice da gestire in pochi elementi, così come anche il servizio al tavolo, tuttavia il tempo necessario a consumarla non era mai poco, il brodo era pur sempre a bollore.

    Affascinante invitarci a banchettare in un luogo in cui venivano abusati degli innocenti.
    Dovrei pensare a rilasciare quella licenza per il bancarello di Akimi lo zozzone al monumento dei caduti.


    Aveva un tono freddo e ben poco incline a condividere quella bevuta, di compagnia o meno lo trovava a dir poco rivoltante per quanto colorite fossero le usanze otesi, tuttavia il suo tono dissimulò la sua indignazione, mantenendosi volutamente neutrale, quasi meccanico. Se qualcuno avesse voluto valutarne il significato avrebbe tranquillamente potuto piazzarlo davanti ad un opera d’arte moderna che non sarebbe risultato fuori luogo.
    Impossibile dire se fosse un insulto, il commento di qualcuno che si reputava offeso o chissà cos’altro. quell’insensata serie di brindisi sarebbe stata interrotta solo dall’eco di un esplosione che scosse l’intero edificio, scuotendogli la pelle e facendogli rizzare i peli. Il suo sguardo accigliato dardeggiò per l’intera struttura, scossa dagli echi di quell’evento per poi fermarsi proprio su Diogene con… una ricetrasmittente all’orecchio.

    Mh.

    Non potè non pensare alla mostruosa efficacia di quell’aggeggio, in grado di comunicare così tempestivamente e senza necessità di ponti in un punto così fuori mano per delle onde radio.

    Ad Oto i sensitivi faticheranno a guadagnarsi la pagnotta con quelle ricetrasmittenti, simili congegni non dovreste tenerli solo per il vostro villaggio Kokage.

    Frottole. Non credeva ad una singola parola di ciò che diceva, niente in un armeria ninja poteva causare una simile esplosione: i ninja usavano sigilli non polvere da sparo. Gli sarebbe servito un diversivo, ragione per la quale avrebbe dato una pedata a Youkai sotto il tavolo, impossibile da vedere con le abbondanti tovaglie. Il minuto Chunin già sapeva che quel gesto significava solo una cosa: diversivo.
    Quando si fosse adoperato, sicuro che per almeno un istante le attenzioni sarebbero state sul chunin le sue mani, tra gli abbondanti panneggi di tovaglie, mantelli e tovaglioli avrebbero composto un unico rapidissimo sigillo, oltre il bordo del tavolo, mentre le mani correvano verso il basso per alzarsi dalla sedia. [ST1]

    Youkai!
    Ti dico sempre di soffiare prima di mangiare il ramen!


    Quel sigillo per qualche istante non avrebbe prodotto alcun risultato, niente sarebbe comparso o mutato, nessun effetto, seppure qualcuno di estremamente fortunato avesse potuto vederlo non avrebbe potuto connetterlo a niente.
    Solo dopo qualche secondo, ad oltre quindici metri di distanza oltre la porta di ingresso a quel salone, nascosto dall’angolo del muro alla vista dei presenti sarebbe apparso un clone, aveva potuto constatare che l’intero cunicolo era sguarnito e sgombero sia da guardie che da porte di sicurezza, per cui appena apparso, dotato di una più che discreta furtività si sarebbe dileguato con un movimento istantaneo [ST 2 e 3] , precipitandosi nei cunicoli e percorrendoli senza esitazione a ritroso. Una volta allontanatosi circa a metà dei cunicoli che li avevano portati lì, avrebbe evocato Kubomi.

    Non fermarti.
    Qui, attorno al mio collo, siamo di volata.


    Roger.

    Insieme avrebbero galoppato fino alla botola, non aveva visto nessuno chiuderla ma sventrarla non sarebbe stato un problema, accovacciatosi sotto di essa infatti avrebbe caricato una mostruosa potenza sulle gambe per darsi uno slancio sufficiente a sfondarla con un doppio pugno dei suoi guanti armati e sollevarsi per inerzia anche dopo. [ST4] Non si sarebbe soffermato sui presenti se non per preservarsi, schizzando via immediatamente senza dare a nessuno il tempo di reagire, cercando di arrivare in cima alle mura in qualsiasi modo, anche lanciandosi da una finestra per poi scalarne il muro. Oto era un paese che si sviluppava in piano per la maggiore, guadagnare le mura voleva dire guadagnare un punto panoramico sufficiente da osservare praticamente l'intero villaggio, difficilmente gli sarebbe sfuggito il polverone che aveva un punto ben preciso d’origine: palazzo Yakushi.
    Se niente l’avesse ostacolato la notizia sarebbe immediatamente giunta a Raizen, grazie al rilascio del clone.

    Ti può servire una mano Febh?
    Sembra che a giudicare dal fumo l’esplosione sia avvenuta esattamente a Palazzo Yakushi.
    Non mi dispiacerebbe accertarmi personalmente delle condizioni di Ogen.
    Kokage, direi che ha un emergenza da gestire non ci offenderemo di sicuro, è un clan di individui che rasentano l’immortalità ma l’esplosione ha quasi spianato il palazzo, siamo tra colleghi, sappiamo che alcuni eventi sono più importanti anche di questa cena.
    Spero che l’otre sia ben al sicuro, non sarebbe in primis una buona notizia per Omoi se venisse danneggiata e in secundis per Oto.


    Sorrise con la lentezza di un volto che non voleva sorridere.
    Sapeva che l’otre era in mano a Febh e non riusciva a non vederlo piazzarsela sotto il materasso.
    In cima a tutto quello c’era una cosa che, dopo tutte le azioni al limite del legale di Diogene, Raizen non aveva ancora dimenticato: la volontà del Colosso di mettersi in contatto con una delle spine più fastidiose nel fianco dell’accademia: il Flagello. Quell’importante informazione datagli dal Risorto poteva essere avvenuta o meno, poco importava, la sola intenzione era un chiaro segnale di quale tangente stesse prendendo la visione del Colosso di Sangue.


    Edited by F e n i x - 9/7/2023, 22:06
     
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