Il villaggio dei TontattaAdd per Yusnaan/Kiyomi

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    Le Cronache



    Di Shin, il MangiaFuoco


    Le Cronache di Kiyomi Saito


    E di quella volta che, nel bel mezzo di una foresta




    Cari lettori, la storia di oggi è una strana storia, piena di misteriose coincidenze e di arcane magie. Di intrighi, misteri, di lacrime, risate, di arrivederci e di addii. Una vicenda che forse non sarebbe stata cantata in tutto il mondo, ma che avrebbe impattato la vita di molte persone. Ma nonostante queste stranezze, per i due protagonisti, per i due cardini principali, questa novella iniziò abbastanza normalmente.

    Cominciò tutto con una lettera, che arrivò, stranamente, nello stesso momento, sia a Shin, che a Kiyomi. La missiva arrivò mentre il ragazzo si stava svegliando, dopo una sbornia capitale, avvenuta in occasione....beh, in una occasione sicuramente abbastanza importante da giustificare la bevuta. Nel caso della ragazza, la lettera arrivò mentre lei stava ancora dormendo, ma dato che ai servitori della famiglia Saito era stato ordinato di non svegliare Kiyomi, essi si tennero alla larga dalla sua camera.

    Finalmente, dopo un'altra mezz'ora, la bella addormentata riaprì gli occhi e dopo aver concluso tutte le pratiche mattutine di cura di se stessa, a colazione, ricevette la missiva che, aprendo, recitava:

    Stupenda signorina Kiyomi, racconti della sua bellezza e della sua gentilezza sono arrivati anche nella nostra terra sperduta. Il mio nome è Aika e le scrivo per chiederle il suo prezioso aiuto. Come sicuramente lei ignora, ma non per sua colpa, ma per mancanza di fama, nel nord del Paese del Fuoco, all'interno di una foresta, esiste un villaggio, chiamato villaggio Tontatta. Un pacifico villaggio, noioso. L'unica cosa interessante riguardo ad esso è il cimelio del villaggio, che viene tenuto all'interno di una montagna vicina al villaggio. Ora, il villaggio sta venendo attaccato ripetutamente da animali selvaggi, fortunatamente senza mietere vittime. Ma nonostante l'assenza di morti, il villaggio deve spostarsi, ma per farlo, devono recuperare il cimelio, ma purtroppo nessuno è abbastanza coraggioso. Quindi le sto chiedendo di aiutarci. Se vuole accettare o saperne di più, alloggio alla locanda del Leon d'Oro, mi può trovare lì.

    Se la ragazza avesse deciso di andare a vedere di cosa si trattasse, sarebbe arrivata davanti ad una taverna molto decrepita, in rovina, il cui cartello citava, con parole sbiadite "Al Leon d'Oro". Una volta all'interno, la situazione non sarebbe migliorata. I tavoli erano pieni di polvere e ragnatele e Kiyomi vide qualcosa muoversi tra la polvere del pavimento. Nonostante ciò, l'oste si sarebbe rivelato essere un gioviale uomo sulla trentina che avrebbe indicato la camera 102 alle domande della ragazza, se ne avesse fatte.

    Una volta arrivata davanti alla camera e fatta nota la sua presenza in una qualsiasi maniera, la kunoichi avrebbe potuto sentire dei passi che si avvicinavano alla porta e qualche secondo dopo avrebbe visto una donna con in braccio una bambina, che le aprì la porta. Quando Aika la riconobbe, un sorriso immenso le si disegnò sul volto e con la mano fece entrare la ragazza, dicendo:

    Grazie mille per essere venuta qui a visitarci, prego si accomodi

    Sull'unica sedia della scarna stanza, che anche al peso infimo della Saito, cigolò rumorosamente. Una volta che la ragazza si fosse o meno accomodata, Aika disse:

    Allora ci ha pensato? Vuole donarci il suo aiuto?

    Con un volto pieno di speranza.


     
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    Un Villaggio in Pericolo

    Ammiratori Segreti


    Una giornata spendida a Villa Kiyomi era appena cominciata. Il sole splendeva, il cielo era limpido, Eva pascolava placidamente nel giardino e la padrona di casa aprì lentamente gli occhi, svegliata con il dolce profumo di peonie fresche che i suoi fedeli Tsukumogami avevano portato in un vaso. Con molta calma si alzò, infilandosi una leggera vestaglia e si andò a sedere difronte allo specchio poggiato nella zona make-up.
    Buongiorno, Kiyomi-sama. Buongiorno, Han-Hansha. Disse la giovane donna, rispondendo al saluto dello specchio parlante.
    Come ti sembro oggi? Chiese, sistemandosi i capelli.
    Più incantevole di ieri e meno bella di domani.
    Adulatore. Sempre sorridendo, Kiyomi si diresse nello splendido ed enorme bagno con al centro la grande vasca da bagno, dove l'attendeva un caldo bagno profumato con petali di rosa.
    Con tutta calma, dopo essersi vestita, leggermente truccata e spazzolata i capelli, scese al piano inferiore per la colazione, incrociando per il tragitto vari oggetti e mobilio animati che le rivolsero ognuno un cordiale saluto, al quale rispose allegramente; non aveva motivi per non essere felice, stava andando tutto per il meglio: gli affari con la sartoria andavano benissimo, aveva recentemente conquistato una miriade di nuovi alleati che erano felici di darle una mano in qualsiasi faccenda, il suo corpo ancora non mostrava il minimo segno di invecchiamento e l'accordo con Raizen era finalmente era finalmente a buon punto. La sua vita stava procedendo esattamente come l'aveva programmata.

    Varcando la soglia della cucina fu investita da una ventata di un caldo profumo di croissant appena sfornati, salutando con piacere la sua unica domestica umana rimasta, la sempre leale Hanako che al momento era anch'essa intenta a fare colazione, e i vari componenti animati dell'arredamento; prendendo posto su di uno sgabello accostato all'isola, accettò volentieri il the offerto dalla teiera saltellante, ma la visione di un terzo incomodo seduto su un altro sgabello la disturbò abbastanza.
    Henta-Kuma, quanto volte ti ho detto che se vuoi fare colazione con noi, devi farti almeno un paio di giri in lavatrice? Sento la tua puzza da qui.
    Compresa questa? 21. Rispose il grande orsacchiotto di pezza, abbassando il giornale che era intento a leggere e senza prendersi la briga di togliersi di bocca la pipa (spenta) che fingeva di fumare; Henta-Kuma era un tipo particolare, che indossava la parte di sopra di uno smoking ed uno sfavillante tutù rosa, ma ciò che più infastidiva Kiyomi erano i suoi modi rozzi e molto spesso provocatori.
    Mi dispiace che non tolleri il profumo di vero maschio, ma molte donne lo apprezzano. Capisci, non posso privarmene.
    Dubito che qualcuno si avvicinerà mai a te, se prima non ti lavi. Aggiunse la ragazza, servendosi la colazione dai piatti da portata poggiati sul marmo lucente.
    Dagli tempo...prima o poi cadrai anche tu ai miei piedi e mi supplicherai di concederti una sniffata.
    Dopo aver alzato gli occhi al cielo, sapendo che si trattava di una battaglia persa, Kiyomi addentò un croissant con marmellata di ciliege, per poi prendere un sorso di the e passare a concentrare la sua attenzione sulla posta che era sistemata lì accanto.
    Soltanto 2 lettere oggi, Kiyomi-sama. Sono tutte e 2 anonime.
    La Saito aprì, con aria alquanto infastidita, la prima lettera, in quanto non già immaginava chi fosse il mittente; ormai erano ormai anni che trovava tra la posta lettere, cartoline, pacchi e foto osè tutte della stessa ragazza che da quando l'aveva conosciuta all'inaugurazione di quel dannato locale, non le si era scollata più di dosso; certo, le faceva piacere avere un'altra ammiratrice, specie se così palese da adorarla in quel modo sfacciato, senza per fortuna importunarla anche di persona, ma l'insistenza e la caparbietà di quella ragazzina si facevano sentire anche troppo nella sua vita, visto che sembrava assolutamente convinta di poter arrivare ad andare a letto con lei.

    La lettera in questione aveva in allegato una foto della suddetta ragazza in una lingerie piuttosto provocante, e nel testo, oltre a vari complimenti dedicati al perenne splendore di Kiyomi, vi era un invito a cena, a sue spese, al ristorante più chic di Konoha con la promessa che le avrebbe fatto passare una serata indimenticabile.
    La donna appallottolò lettera, busta e foto, e la lanciò nel cestino della spazzatura nell'angolo, completamente convinta di rifiutare l'ennesimo invito da parte sua, ed aprendo la seconda busta, nella quale si aspettava un secondo biglietto della medesima persona, ma le sue aspettative vennero deluse.
    Irmtqgj
    "Stupenda signorina Kiyomi"...mh, inizia bene. Pensò, leggendo a mente il curioso messaggio che la invitava a dare una mano ad un villaggio che non aveva mai sentito nominare e che sembrava attaccato da animali selvaggi; una situazione spiacevole per loro, che richiedeva sicuramente dei ninja in grado di aiutare quelle persone in difficoltà.
    Senza esitare, una volta finito di leggere, la ragazza appallottolò anche quella lettera, mandandola a far compagnia alla prima.
    Purtroppo per loro, Kiyomi aveva ben altro a cui pensare ed una prestigiosa sartoria da gestire, per cui non si sarebbe di certo mossa dal villaggio se non per qualche motivo davvero importante o qualcosa che stuzzicasse il suo interesse, quindi, dopo aver finito di fare colazione, ed essersi esercitata per circa mezz'ora al pianoforte, uscì di casa con uno sgargiante abito estivo e sandali con tacco basso, per dirigersi tranquillamente al suo negozio, dove la aspettavano diversi capi preziosi da finire entro la giornata.
     
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    Di Shin, il MangiaFuoco


    Le Cronache di Kiyomi Saito

    E di quella volta che, nel bel mezzo di casa sua




    Cari lettori, come vi avevo già avvisato, questa è una storia davvero strana. Infatti, mentre tutti avranno pensato che la storia si sarebbe concentrata sulle avventure di Kiyomi e Shin, avventurieri partiti al recupero di un cimelio, così non sarà.

    Tutto solamente ed interamente a causa della kunoichi konohaniana, che senza rispetto per le trame intessute dalla vita, aveva deciso di ignorare completamente la lettera arrivatale e di lanciarla, con una traiettoria curvilinea, all'interno del cestino presente nella sua sala da pranzo.

    Nonostante ciò, se questa azione avesse posto fine alla nostra avventura, io non sarei qui a raccontarla. Dunque, iniziamo con il descrivere lo stato d'animo di Shin, che si era accampato al di fuori di Konoha, aspettando istruzioni dal suo mandante.

    Il ragazzo si era accampato sotto le stelle, senza niente che lo proteggesse dalle intemperie, confidando nel fatto che il viaggio sarebbe stato compiuto all'interno di un carro. Infatti egli era stato assunto come accompagnatore da Aika ed il suo ruolo sarebbe stato praticamente quello di mulo da soma. Shin aveva accettato quell'incarico solamente perchè, beh diciamocelo, era povero in canna e gli servivano dei soldi, per quanto poco pagasse la donna. Inoltre, era la sua prima volta nel Paese del Fuoco, quindi la curiosità aveva giocato una parte importante in quella scelta.

    In quel momento il ragazzo stava però maledicendo quella sua brutta voglia di andare in giro da solo senza nessun tipo di piano, poichè il giorno dopo l'eliminazione della lettera da parte di Kiyomi, il cielo sopra Konoha si rannuvolò tutto e su quelle terre solitamente indurite dal sole, si scatenò un temporale bestiale, che inzuppò il ragazzo dalla punta dei piedi alle radici dei capelli.

    Ma lasciamo stare il nostro pulcino bagnato e spostiamo il nostro sguardo verso Aika che, lasciato che il giorno di pioggia passasse senza niente fare, si presentò poi, insieme ad Aiko, la sua piccolina, alla porta di casa Saito. Avrebbe aspettato di essere ricevuti, anche se avessero dovuto aspettare tutta la giornata. Una volta all'interno, quando fossero stati ricevuti da Kiyomi, Aika avrebbe preso la parola, dicendo:

    Signorina Kiyomi, sono Aika, la donna che le ha scritto la lettera richiedendo il suo aiuto. Dopo averci pensato per un intera giornata, ho deciso che nonostante la sua completa mancanza di cortesia nell'ignorare la mia missiva, il mio villaggio ha bisogno del suo aiuto.

    Lo sguardo della donna era determinato e forte, mentre la piccolina era aggrappata alla gonna della mamma, guardando Kiyomi ed evitando il suo sguardo.

    Ma capisco come per una signorina così importante e occupata come lei, una missiva come la mia sia una delle migliaia di altre strane richieste. Dunque le vengo qui per proporle uno scambio. Lei mi presta il suo aiuto ed io le prometto che la gemma incastonata nel cimelio del villaggio sarà sua. Per me ed i pochi vecchi rimasti ancora in quella foresta, l'unica cosa che abbia davvero valore è il cimelio stesso, non la gemma che lo orna. Dunque la gemma può tenersela lei. Inoltre, oltre alla sua estrema bellezza, questa gemma di colore rosso ha un'altra proprietà. Leggende dicono infatti che chi lo indossi sarà bello per sempre, fino al giorno della sua morte e sono sicura che se proprio deve finire in mano a qualcuno, gli Dei sarebbero felici di farlo finire nelle vostre di mani.

    E mettendo le sue mani sui fianchi, a mo' di casalinga, avrebbe concluso:

    Inoltre, nel caso abbia bisogno di una prova più convincente, sappia che io in realtà ho quarant'anni. Eppure il mio aspetto è rimasto lo stesso di quello che avevo a vent'anni. Come tutto il villaggio, ho vissuto nell'area di esposizione della gemma per molto tempo e dunque il mio aspetto non è invecchiato per niente. Quando parlavo dei vecchi del villaggio intendevo persone settantenni, quasi ottantenni che però assomigliano più a quarantenni e trentenni. La prego, ci aiuti, per favore. Non sapremmo cosa fare senza il suo prezioso aiuto. Allora cosa dice?

    Cosa avrebbe fatto la nostra Kiyomi, lo sapremo la prossima volta, cari lettori.



    Edited by Pyotr - 5/14/2020, 01:35 AM
     
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    Un Villaggio in Pericolo

    MADREH COREGAZZINA


    Fu una giornata molto produttiva per Kiyomi Saito, tanto che, anche se stanca per tutto il lavoro, si ritirò a casa soddisfatta e col morale sempre alto.
    Neanche il tremendo temporale che si scatenò il giorno seguente riuscì a peggiorare il suo umore, tanto che la ragazza trascorse un'altra bella giornata di lavoro, ma senza uscire di casa; difatti, visto il brutto tempo e non volendo bagnarsi per recarsi al negozio, mandò la sua domestica a recuperare gli abiti e gli appunti dal laboratorio, così da poter proseguire gli ordini in mansarda, sempre super attrezzata con macchine da sartoria professionali.
    Quando la donna suonò al citofono della villa, a pomeriggio inoltrato, chiedendo di poter incontrare la Saito, una voce femminile chiese espressamente per quale motivo, e anche se un po' titubante, la ragazza avrebbe fatto scattare il meccanismo se avessero esposto la propria richiesto di aiuto, dando loro il permesso di accedere alla casa; le due forestiere avrebbero dovuto attraversare il piccolo ponticello e fermarsi sotto il piccolo tettuccio della porta principale. Fu una ragazza sui 20 anni, dai capelli castani ed occhi viola ad aprire il portoncino, ed aveva sul volto un'espressione un po' perplessa riguardo la presenza di quelle 2 persone sulla soglia, invitandole tuttavia ad entrare.
    Prego, riponete pure le scarpe in quella cassettiera. La signorina Kiyomi sta facendo yoga, vado a chiamarla. Aspettate qui.
    La ragazza le lasciò nell'ingresso, ma a dispetto delle apparenze, la donna e la bambina erano tutt'altro che sole. Infatti, nonostante l'ambiente caldo ed accogliente in cui si trovavano, avrebbero avuto la strana sensazione che la statua d'oro raffigurante una donna, difronte a loro, le stesse osservando. Circa 5 minuti dopo, la ragazza bruna si rifece viva. La signorina vi attende nel salotto. Prego. Disse, conducendole alla prima porta sulla sinistra ed invitandole ad entrare, mentre la statua voltò la testa lentamente, seguendo i loro movimenti.
    Kiyomi era seduta su uno dei 2 divani della stanza, aveva i capelli legati in una lunga coda di cavallo ed indossava un leggero e raffinato yukata, e dopo averle osservate per bene, senza far trasparire le proprie emozioni, avrebbe domandato cosa volessero da lei.
    La padrona di casa rimase alquanto perplessa quando la madre della bambina affermò di averle inviato una lettera e ancora di più quando fu accusata di essersi comportata scortesemente. Non era certo il modo migliore per iniziare una conversazione, specie se si cerca aiuto da quella persona. Dopo qualche istante passato a riflettere, però, a Kiyomi venne finalmente in mente a cosa potesse riferirsi quella sfacciata donna, collegando il suo nome alla lettera che aveva cestinato la mattina precedente, insieme a quella della sua abituale stalker.
    Oooh sì, ora ricordo...c'entrava qualcosa il vostro villaggio, vero? Ma sa che per questo genere di cose dovreste contattare l'Accademia? E' facilissimo, non c'è bisogno di andare a disturbare i ninja direttamente a casa loro.
    Alla Saito non stava molto simpatica la signora Aika, così petulante ed insistente, ma la storia di quella particolare gemma. Certo, quanto potevano essere affidabili le parole di una forestiera disperata che era venuta a cercare aiuto? Quella storia sembrava assurda come poche altre cose, ma, in fondo, se si trattava pur sempre di una gemma molto preziosa, avrebbe potuto tenersela o rivenderla.
    La Saito rimase pensierosa, voltando lo sguardo verso la lampada da tavolo, poggiata accanto al pianoforte, e quella sembrò annuirle; poi si voltò anche verso la poltrona in un angolo della stanza, ed il suo schienale si piegò leggermente in avanti, come se anche questo le avesse annuito.
    Quindi, se ho capito bene, lei vuole comprare i miei servizi in cambio di quella gemma. Disse piano, la padrona di casa. In cosa consisterebbe di preciso questo aiuto che dovrei darle?
    Dopo aver ascoltato l'eventuale risposta, Kiyomi, sempre con tono quasi distaccato, riprese a parlare.
    Ho poco lavoro alla sartoria in questi giorni, penso di poterle dare una mano. Se ha fretta, possiamo partire domattina stesso. Se la donna fosse stata d'accordo, Kiyomi l'avrebbe invitata a presentarsi la mattina dopo, ed insieme, pioggia o meno, sarebbero partite a bordo della piccola carrozza coperta trainata dal suo chocobo. Kiyomi, in tutto il suo splendore, ornata di preziosi orecchini ed un viso truccato quel tanto che bastava ad accentuare il proprio fascino, si sarebbe presentata con un abito blu cobalto confezionato da lei stessa, coperto da un lungo mantello con cappuccio22592814716_6afb1a7158_b, in caso di pioggia; come bagaglio altro non aveva che una grande borsa.
     
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    Le Cronache di Kiyomi Saito e Shin

    E di quella volta che, nel bel mezzo del villaggio Tontatta




    Cari lettori, finalmente siamo arrivati al quinto passo della nostra avventura, ovvero il momento in cui l'eroe, o nel nostro caso, l'eroina, decide finalmente di lasciare il proprio monotono mondo alle spalle e di lanciarsi nell'inesplorato.

    Dunque, come riuscì la povera Aika a convincere la diva Kiyomi ad aiutarla in quella pericolosa situazione? La promessa di una particolare gemma aveva fatto il trucco, attirando l'attenzione dell'eccentrica kunoichi. Nello spiegare la missione, la giovane donna utilizzò queste parole:

    Signorina Kiyomi, purtroppo il nostro villaggio non ha niente da offrire all'Accademia, quindi non ci è stato possibile contattarla ed organizzare una missione attraverso i normali canali.

    E si fermò un attimo a riprendere il fiato, avendo parlato senza fermarsi:

    Inoltre storie della bellezza della sua voce e della sua bravura nel cantare hanno raggiunto anche me e diciamo che quell'insieme di competenze potrebbero risultare utili in questa particolare situazione. Capirà meglio quando arriveremo lì.

    Concluse la donna, aspettando una risposta dalla Saito. Risposta che, pur in maniera fredda, arrivò forte e chiara, illuminando la faccia di Aika con un sorriso di gioia e riconoscenza:

    Grazie, grazie mille. Le saremo per sempre grati. Ci incontreremo davanti alle mura di Konoha domattina allora.

    La mattina dopo, mentre il povero Shin stava tossendo i suoi polmoni fuori dalla sua cassa toracica, a causa della notte e del giorno passati sotto la pioggia, il nostro gruppo finalmente si formò. Il Mangiafuoco venne presentato a Kiyomi e l’intera compagnia venne introdotta al loro nuovo mezzo di transporto.

    Un povero ronzino, che sembrava essere più morto che vivo, le costole sporgenti, ansimante, stava lì fermo, attaccato ad un vecchio carro, aspettando di partire. Nonostante le richieste, Kiyomi non si sarebbe mai accomodata su di un mezzo di transporto così spartano e dunque la piccola carovana partì, con Kiyomi sola nella sua carrozza e il resto del gruppo nel carro.

    Il viaggio fu veloce e senza incidenti, durando poche ore. Data la disposizione del gruppo non fu possibile per i propri componenti conoscersi a fondo, ma avrebbero avuto molto tempo a loro disposizione durante quell'avventura. Dunque, dopo essersi addentrati all'interno di una foresta, finalmente la piccola carovana arrivò alla sua destinazione.



    Davanti a loro si ergeva una palizzata di legno, rovinata e distrutta in vari punti, oramai troppo debole per poter proteggere i suoi abitanti. All'interno si sviluppava un semplice villaggio, la cui unica abitazione degna di nota era posta al di sopra di una piccola collina, raggiungibile con un sistema di scale. Aika giudò i suoi ospiti direttamente verso quella casa, salendo le scale con agilità.

    Arrivati davanti alla porta ed entrati all'interno, un odore acre di legna bruciata invase e punse le narici dei ragazzi, mentre una voce tossiva e racchiava:

    Chi va là?

    Un vecchio raggrinzito apparì da una porta della mal illuminata abitazione e squadrando i nuovi arrivati. Quando i suoi occhi si posarono su di Aika ed Aiko, si illuminarono di gioia e si riempirono di lacrime:

    Aika! Figlia mia! Aiko! Nipotina mia! Da quanto tempo!

    E si lanciò su di loro, come un uccello rapace sulla sua preda. Gli abbracci furono infiniti, così come le lacrime del vecchio Doppo, che tirando su col naso si era presentato anche agli altri. Se avessero voluto chiedere informazioni, il capovilaggio avrebbe iniziato a narrare l'intera storia del piccolo paese, senza dare informazioni di particolare aiuto.

    Tutto ciò che quell'uomo sapeva sul cimelio era la posizione della montagna, a nord delle poche case. Il villaggio era a loro completa disposizione e molto probabilmente sarebbe stato saggio visitare altri abitanti, che magari sapevano qualcosa di più sulle sfide che gli aspettavano. Inoltre, forse qualche domanda più particolare avrebbe scucito qualche dettaglio dal cervello annebbiato di Doppo.

    Da capospedizione, stava a Kiyomi decidere il da farsi.


     
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    3 - Il Villaggio di Zingari


    Kiyomi fu felice di scoprire che ci fosse anche qualcun altro in viaggio con loro, oltre alle 2 malandate che avevano bussato alla sua porta; farsi vedere in giro tra gente in quelle condizioni pietose, avrebbe potuto nuocere non poco alla sua immagine, a meno che non la buttasse sulla questione della beneficenza, ma se ci fosse stato un altro ninja straniero a quelle persone, non sarebbe stato difficile giustificarla come una missione ufficiale dell'Accademia. Per fortuna, non fu difficile convincere il resto della compagnia a non farla viaggiare su quello che sarebbe dovuto essere un cavallo, e Kiyomi potè godersi il viaggio in tutta tranquillità, coccolata dal dolce sobbalzare del fedele chocobo.
    Una volta nella foresta, la ragazza slegò il suo animale dal carro e lo lasciò libero di poter brucare in giro, mentre lei seguì la famigliola e l'altro ninja assoldato su un lungo percorso di scale. Il villaggio, se così si poteva definire, era quanto di peggio Kiyomi potesse aspettarsi, completamente diroccato e tenuto nel peggiore dei modi, senza contare gli abitanti decisamente trasandati; un villaggio di zingari, in pratica.
    Lì, all'abitazione della donna, Kiyomi dovette assistere ad una noiosa scena di ricongiungimento, chiedendosi quando fossero potuti arrivare al punto della questione, essendo già abbastanza disturbante trovarsi in quel luogo disastrato e volendo tornare a casa il prima possibile.
    Salve, Kiyomi Saito, genin di Konoha. Avrebbe esordito Kiyomi, una volta che l'uomo si fosse deciso a prestare loro attenzione. Mi è stato riferito che avete dei problemi con degli animali selvaggi. Sarebbe più comodo ingaggiare un cacciatore, dal mio punto di vista, ma visto che ci tenete a trasferirvi, potete dirmi dove si trova questo cimelio e come arrivarci?
    Dopo aver ricevuto le informazioni dall'anziano uomo, la ragazza avrebbe dunque cercato di ottenere da lui quante più informazioni possibili, senza purtroppo avere successo. C'è qualcuno in questo villaggio che potrebbe saperne qualcosa in più? Non vorrei ritrovarmi davanti brutte sorprese come trappole o qualcosa messo a protezione del cimelio. La donna avrebbe mantenuto un tono pacato e formale, quasi distaccato, ma se nemeno il capovillaggio avrebbe saputo dirle qualcosa in più o indirizzarla da qualcuno che potesse conoscere meglio la situazione del fatidico cimelio, secondo Kiyomi non ci sarebbe stato motivo di continuare a cercare, affermando al suo compagno di squadra di volersi dirigere immediatamente alla montagna; nel caso in cui, invece, l'uomo avesse saputo almeno dirgle da chi andare per cercare informazioni extra, la giovane donna si sarebbe diretta a cercarlo e gli avrebbe posto le medesime domande fatte al capovillaggio, riguardo eventuali trappole e difese messe a protezione del cimelio, oltre ovviamente alle indicazioni esatte per raggiungerlo.
    Certo, non gli fece sicuramente una buona impressione che il loro capo non sapesse neanche come fare a raggiungere l'oggetto più prezioso e caro dell'intero villaggio.
     
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    Di Shin, il MangiaFuoco


    Le Cronache di Kiyomi Saito e Shin

    E di quella volta che, nel bel mezzo di una foresta




    Cari lettori, forse vi sarete leggermente annoiati nel seguire le fin qui mondane avventure di Kiyomi e del finora silenzioso Shin. E forse nel caso in cui questa non sia la prima volta nella quale avete incontrato il Mangiafuoco, vi starete chiedendo come mai egli non abbia ancora detto di essere il Mangiafuoco a nessuno. Ebbene, il pover girovago aveva contratto un gravissimo caso di voce rauca, a cause della pioggia sotto la quale aveva passato gran parte della sua attesa.

    Ma ordunque, non divaghiamo su di queste piccolezze, ma invece torniamo al presente e alla pover kunoichi di Konoha, la quale fremeva dalla voglia di concludere quella missione in fretta e furia e di tornare alla sua normale vita. Le informazioni ricevute dal vecchio Doppo non furono d'alcun aiuto, poichè troppo vaghe, ma il gruppo venne mandato a trovare Jin, il viaggiatore del villaggio, sempre in giro, passando da un'avventura all'altra.

    Dopo aver chiesto in giro, finalmente i tre, che avevano lasciato Aiko dal nonno, trovarono Jin completamente ubriaco, mezzo addormentato sul tavolo dell'unica taverna del piccolo villaggio. Nonostante ciò, fra un singhiozzo e l'altro egli iniziò ad ascoltare le parole della giovane. Nel momento in cui la ragazza però nominò che le loro domande sarebbero state sul cimelio e su come raggiungerlo, il vecchietto si erse sul tavolo, con il boccale in mano:

    ♪~ Quindici uomini sulla cassa del morto
    Io-ho-ho, e una bottiglia di rum!
    La bottiglia e il demonio han pensato al resto
    Io-ho-ho, e una bottiglia di rum!
    La soglia dell'inferno si apre adesso
    Io-ho-ho, e una bottiglia di rum!
    La montagna ha un altro aspetto
    Io-ho-ho, e una bottiglia di rum! ~♪


    E poi cadde sul tavolo, ormai fuori dai giochi. Molto probabilmente Kiyomi, dopo quel piccolo siparietto, avrebbe deciso di lasciare il piccolo paese immediatamente per addentarsi nei boschi all'interno dei quali si nascondeva l'oggetto da loro ricercato, ma se ciò non fosse successo, avrebbero avuto la possibilità di riposarsi e forse raccogliere ancora qualche informazione. Qualsiasi scelta avessero intrapreso, se partire immediatamente o il mattino dopo, poco sarebbe cambiato per l'inizio del viaggio.

    Poco dopo essere partiti, i tre avrebbero potuto vedere, in lontananza, una montagna che si ergeva all'interno della foresta. Quella doveva essere la famosa montagna, il cui nome, Kukuroo, venne detto ai ragazzi da Aika, insieme a qualche monotona storia sulle vicende mondane del villaggio. Insomma niente di che, storie per passare il tempo e per cacciare il tedio del viaggio.

    Forse furono quelle storie a scatenare qualcosa in Shin, o forse il mal di gola gli era passato, perchè con un movimento veloce si pose davanti alle due ragazze, camminando all'indietro e disse:

    A proposito di storie, io ne conosco molte! Lasciate che mi presenti nuovamente, sono Shin il Mangiafuoco! Un girovago, attore, saltimbanco, tuttofare! Ho girato il mondo in lungo ed in largo, dai deserti del Sud, alle montagne del Nord, dal Paese dell'Acqua al Paese del Fulmine. Mi ricordo di quella volta...

    Ed iniziò a parlare di come una volta, in quel del Paese del Vento, aveva incontrato un enorme mostro con il quale aveva combattuto e vinto. Dopo aver finito di raccontare, in particolari dettagli, quella storia, il silenzio scese sulla piccola compagnia e se Kiyomi non avesse avuto niente da dire, si sarebbe mantenuto finchè non fossero arrivati di fronte ad uno spiazzo, abbastanza grande, dal quale si diramavano diverse strade. Al centro dello spiazzo ardeva un pilastro di fuoco, una torre, che però non emanava calore. Non molto ci sarebbe stato da fare all'interno dello spiazzo, se non scegliere uno dei percorsi ed incamminarsi.

    Qualsiasi percorso avessero scelto, sembrando tutti abbastanza simili, poco sarebbe importato, dato che dopo qualche ora di cammino si sarebbero ritrovati davanti allo stesso spiazzo dal quale erano partiti, uguale a prima, tranne per l'assenza del percorso dal quale erano arrivati per la prima volta nello spiazzo. Inoltre, durante il loro percorso, avrebbero sentito, in lontananza, quasi come in un sogno, un coro di voci cantare:

    ♪~ Giro girotondo,
    Casca il mondo,
    Casca la terra,
    Tutti giù per terra!

    Giro girotondo
    Il mare è fondo,
    Tonda è la terra,
    Tutti giù per terra!

    Giro girotondo
    Il fuoco è Re del Mondo
    Prepara una festa
    La fine si appresta

    Giro girotondo
    Il bosco è tondo
    Gira un po' la testa
    La fine si appresta! ~♪


    Se avessero provato ad uscire dallo spiazzo ed addentrarsi nella foresta, si sarebbero ritrovati di fronte ad un muro invisibile, impossibile da distruggere. Cosa significasse quella situazione e cosa stesse succedendo erano le due domande alle quali il gruppo avrebbe dovuto rispondere, per cercare di uscire da quella situazione e continuare il loro viaggio.

     
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