Il Lupo e la... Capra?Corso alle Basi per Sekiro

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    La casa stava letteralmente crollando a pezzi. Travi, tegole, parti di intonaco, mattoni e assi di legno volavano da tutte le parti. Appeso con l'unica sua mano al traballante lampadario, il Lupo veniva sballottato a destra e manca dal “terremoto” che stava sconvolgendo l'abitazione. Al di sotto di lui, una mandria impazzita di capre, come un treno, travolgeva nella sua furia tutto e tutti. “Tork” fu spazzato via in un attimo, senza che il combattimento contro il ninja di Ashina potesse quindi giungere alla fine. Prima che egli fosse travolto, il Lupo riuscì a sentigli emettere soltanto un flebile sussulto che si mischiò troppo presto ai mille rumori e belati di distruzione...

    Capre...

    E poi all'improvviso, l'intero perimetro della casa collassò su sé stesso ed il lampadario cadde. Rovinosamente esso cadde a terra, mentre il Lupo sentiva la stretta della gravità che lo trascinava verso l'inevitabile destino di essere calpestato a morte quando...

    Carotinaaaaa! Ma ti attacchi ad un lampadario come una scimmia?! Sei matto?!

    Ciuffo Albino! Era ricomparso dal nulla e, ricomparendo, salvò l'Ōkami da una fine poco degna: egli lo acciuffò al volo per il mantello e, con una forza notevole, lo sollevò in aria per poi farlo ricadere sopra quello che doveva essere il destriero che l'Hozuki stava cavalcando. D'altronde era il minimo. Se il ninja di Ashina si era ritrovato in quella situazione così pericolosa, in fondo, la colpa era sua, di Ciuffo Albino, che lo aveva trascinato alla ricerca di una capra sbilenca.

    Reggiti forte! Si corre! Ahahah!

    Stordito da tutto quel brusco sali e scendi, il Lupo non si rese immediatamente conto su cosa era finito, fintanto che non notò due strani, inquietanti occhi gialli, dotati di una pupilla allungata orizzontalmente, che lo fissavano con uno sguardo abbastanza ebete.

    AlKjwDm


    Si, è un po' inquietante, ma poi ci fai il callo... Un bel po' poi.

    Cosa? Come? Quando?

    Le domande erano poco importanti adesso, e l'Hozuki non sembrava proprio disposto a dare spiegazioni. I due ninja ormai, sopra lo strano animale, schizzavano a grande velocità nei campi verdi fuori Kiri...

    […]



    Devi farti chiudere quelle ferite. Decisamente. Vai all'ospedale e fatti dare una rattoppata, domani mattina, invece, vai in amministrazione. Per prima cosa, passa all'ufficio dei servizi sociali. Kiri ha una buona assistenza per i tossicodipendenti, ti assegneranno ad una comunità e uno psicologo. Vedrai, sono convinto, uscirai dal tunnel. Sei alla Nebbia, d'altronde, non ad Oto. Lì sarebbe stato un casino. Dopo di che, vai al piano amministrativo, e fatti registrare come ninja del Villaggio. Così potranno chiamarti per qualche missioncina, e non sarai più un povero pellegrino. Ma prima la salute.

    Il Lupo era stanco, deluso e confuso da tutta quella vicenda e quegli avvenimenti accaduti fuori e dentro di lui. Fu quindi solo capace di rispondere laconicamente.

    Grazie. Lo farò. Se tu non fossi intervenuto, ora mi ritroverei sommerso da zoccoli...

    E se non mi avessi trascinato in questa follia adesso non sarei con le coste rotte...

    Guardami negli occhi e ripeti con me: basta con la droga.

    Quelli sono confetti di potenziamento...

    L'Hozuki dette una pacca sulla spalla al Lupo. In fondo, non era così male il ninja dal Ciuffo Albino.

    Se guarirai, sono convinto che prima o poi ci rincontreremo. Fino ad allora, fai il bravo! E grazie per il divertiment... Volevo dire aiuto. Grazie per l'aiuto.

    […]



    E così, ancora una volta, il Lupo si ritrovò di fronte all'enorme cancello di quel villaggio che aveva imparato chiamarsi Kiri. Zoppicando, respirando a fatica, con l'unica mano che aveva appoggiata sulla spalla controlaterale, l'Ōkami si diresse al suo ingresso. Ora che la scarica d'adrenalina era passata, il dolore, più vivo che mai, aveva cominciato a farsi sentire, facendo pagare il debito che il Lupo aveva nei suoi confronti, cioè nei confronti del dolore, con un'intensità più forte che mai.

    Quando le porte si aprirono, l'unica cosa che fu in grado di dire alle guardie fu un semplice Ospedale...

    All'orizzonte ormai il sole stava sorgendo, sostituendo la grigia oscurità, dalle sfumature opache, tipica di Kiri, con sprazzi di luce che quando s'incrociavano con le nuvole e la nebbia, eternamente presente in quel luogo, assumevano tratti aranciati, rossastri e violacei. Da quel momento in avanti, sarebbe iniziata una nuova parte della storia di “Sekiro”...
     
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