Sulle Tracce degli Dei

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  1. Shunsui Abara
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    Affari illeciti


    III



    Gli occhi di Hagomoro brillarono per un attimo di oscura felicità, vedendo che la sua proposta aveva attecchito nel giovane nukenin, per il quale scambiare le sue conoscenze era solo una questione di prezzo. Vedendo la cifra che chiedeva, il ninja dal volto perfetto disse: Ma certo! Sono sicuro che troveremo un‘intesa...casomai per questo prezzo mi prenderò qualcosa in più, mai definiremo i dettagli più tardi...non vorrei che ti sentissi superfluo se estraessi adesso le tue capacità...ahaha Del resto, il tocco infernale era la capacità che rendeva Densen indispensabile. Se avesse estratto quella conoscenza e l‘avesse inserita in qualcun. altro, a cosa gli sarebbe servito il nukenin? Era anche vero che, in ogni caso, si sarebbe dovuto affidare ad una persona al di fuori di sè stesso, ed in questo caso meglio Densen, che condivideva il suo sogno di immortalità.

    La preparazione del ragazzo non durò molto. Hagomoro prese la sacca con i suoi averi. Molto bene, ti senti pronto? Ottimo. Estrasse quindi una siringa dalla tasca. Questa è una versione molto depotenziata del veleno che normalmente ti avrei iniettato. A dosi normali ti avrebbe paralizzato, ma questo rallenterà solo un po‘ il tuo cuore...il ninja che incontrerai è un esperto...se non ti do nulla si accorgerà che non sei stato drogato....Ad ogni modo, ti farà sentire solo un po‘ debole... Nella sua mano sinistra comaparve una pillola. Questo è l‘antidoto...te lo posso inserire sotto pelle...quando ti serve colpiscilo e rilascerà nel tuo corpo le controtossine, intesi? Te lo metterei normalmente in bocca, ma mi sembra che non ci sia più posto lì ehehe.

    Essendo Densen un medico, avrebbe potuto eseguire il taglio ed inseirire il contro veleno in qualsiasi parte del suo corpo. Non sarebbe servita un‘incisione più grande di due centimetri. Una volta fatto, Hagomoro gli avrebbe iniettato il contenuto semi trasparente della siringa. Dopo cinque minuti, il ragazzo avrebbe sentito la testa alleggerisce un poco, e sue forze abbandonarlo un pochino. [Note]

    Ecco fatto. E‘ ora di andare Avrebbe stabilito il jonin, tirandogli su un cappuccio sulla testa.

    [...]

    Nel buio artificiale del cappuccio, per Densen sarebbe stato difficile capire esattamente dove si trovava e quanto tempo era passato da quando Hagomoro lo aveva lasciato. Siccome il veleno gli rendeva molto stancante il camminare, il jonin lo aveva accompagnato con un sedia a rotella fino ad un carretto e quindi lo aveva portato fuori città. Dai profumi e dal rumore del vento nelle foglie, Densen avrebbe indovinato che si dovevano trovare in un boschetto non molto lontano dal centro abitato. Hagomoro gli aveva spiegato che presto sarebbe arrivato qualcuno a prenderlo, ma non poteva essere sicuro del quando.

    Tra gli effetti del veleno e l‘incapacità di vedere, a Densen sarebbe probabilmente apparso di passare un‘eternità su quella sedia a rotelle. Del resto, non si poteva muovere se voleva apparire credibile, visto che le persone che stava aspettando sarebbero potute arrivare da un momento all‘altro.

    Infine, avvertì un rumore di passi alla sua sinistra. Individuò una... no due persone che lo approcciavano caute. Eccolo...Cazzo è un fottuto ragazzino...odio quando è così...Poche storie...sono solo affari...ora spingi quella carrozzella...

    Densen si sarebbe fatto sballottare sul terreno irregolare del boschetto per buoni quindici minuti prima di percepire che il suono delle foglie scosse dal vento non si trovava più sopra di sè, ma alle sue spalle. Sentì delle porte aprirsi, ma il suono proveniva leggermente dall‘alto. Al tre...uno, due...tre...umph Il nukenin si sentì sollevare e posizionare in uno spazio che non doveva essere troppo più grande di quello che occupava. Gli uomini fissarono la sua carrozzella con delle cinghie e quindi lo chiusero dentro. Un suono di frusta ovattato schioccò oltre i muri della sua prigione e tutto intorno a lui iniziò a vibrare. Si stavano muovendo.

    [...]

    Circa un‘ora più tardi, il carro aveva smesso di muoversi. Densen aveva perso completamente il senso dell‘orientamento. Ora che era all‘aria aperta, sentiva una certa umidità dell‘aria, non c‘era il rumore di foglie, ma si sentivano comunque piccoli grilli cantare il loro richiamo. Un corso d’acqua non doveva essere troppo lontano.

    Lo spinsero per qualche altro centinaio di metri su un terreno che scricchiolava piano sotto le ruote del suo mezzo di traporto. Gli uomini conoscevano perfettamente le strada e si muovevano con sicurezza in una serie di curve. Si fermarono all‘improvviso.

    Densen sentì uno dei due colpire leggermente una parete che poteva essere di pietra o muratura, molto solida in ogni caso, innescando così una serie di meccanismi e l‘apertura di una porta. Entrarono in silenzio, mentre la porta si chiudeva alle loro spalle.

    La prima cosa che notò, era che il pavimento era diventato artificiosamente molto regolare. I suoni dei passi dei due rimbombavano nel corridoio stretto. C‘erano un forte odore di formaldeide ed altri prodotti chimici nell‘aria.

    Il trio passò un’altra porta, voltò un paio di corridoi. Eccetto loro, non si sentivano rumori provenire dalla struttura. Voltarono un’altra volta e quindi entrarono in una stanza. Doc. Abbiamo portato quello nuovo.Bene, mettetelo sul tavolo. Disse una voce dal timbro alto e squillante, come il suono di un piccolo topo.

    Densen venne preso e sollevato di peso, quindi steso su un tavolo di acciaio, molto freddo al tatto. Da dietro il cappuccio, il nukenin poteva vedere la luce di potenti lampade al neon che illuminavano la stanza. Fin quando aveva avuto il cappuccio sulla testa, il nukenin aveva potuto tenere gli occhi aperti, anche se aveva potuto percepire poco o niente. Tuttavia, il cappuccio gli venne improvvisamente tolto e sarebbe stato costretto a chiuderli.

    Potete andare, grazie.

    Sentì i passi dei due e la porta che si chiuse alle loro spalle.

    Il dottore si avvicinò. Un borbottio basso usciva dalle sue labbra chiuse. Quando fu abbastanza vicino, Densen riconobbe che stava canticchiando.

    Il dottore iniziò mettendogli due dita al collo, misurando il suo battito cardiaco. Quindi poggiò le mani sul suo volto e aprì la palpebra sinistra del ragazzo. Il lampo di luce del neon lo avrebbe quasi fatto piangere per il dolore. Per un attimo, vide anche l’uomo che gli stava affianco. La metà inferiore del volto era coperta da una maschera medica, mentre quella superiore era incorniciata da occhiali dalle lenti spesse. Per il resto, capelli corvini gli sedevano spiaccicati sulla testa.

    Pupille reattive eh? Sei uno di quelli con una resistenza innata al veleno..? Chiese rivolto a Densen, ma senza aspettarsi una riposta. Un cassetto venne aperto e, con lo strumento tirato fuori, l’uomo avrebbe tagliato la parte superiore dei vestiti del ragazzo, così da scoprirgli il petto.

    Bene, incominciamo.

    Se Densen avesse a quel punto aperto gli occhi per un solo istante, avrebbe quindi visto l’uomo creare una lama di chakra verde nella sua mano destra. [Tecnica] Se, fino a quel momento Densen non si fosse fatto scoprire, allora il dottore avrebbe lentamente portato la lama a penetrargli l’addome, un po’ sopra l’ombelico, così da iniziare a recidere il tentien dal sistema circolatorio del chakra. Del resto, credeva che il suo paziente fosse incosciente.

    Tuttavia, se Densen avesse attivato troppo presto gli effetti dell’antidoto, il dottore se ne sarebbe accorto e, con un affondo, avrebbe usato la medesima lama per spappolargli il cuore. Ma che diavolo succede!

    Tutto stava in quanto bene Densen avesse saputo recitare la sua parte. Di Hagomoro, per il momento, non si vede e l’ombra.











     
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