Sulle Tracce degli Dei

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  1. Shunsui Abara
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    La storia di un fallimento


    VI



    Shunsui non avrebbe impiegato molto tempo a trovare Densen. Il ragazzo si era superato, avendo già portato in vita i 4 obiettivi della loro missione. Certo, aveva fatto un po’ di confusione, ma il fatto di non essere stati ancora scoperti era chiaramente un successo. Questa è davvero un’ottima idea.. Disse il jonin con voce gioviale alla proposta del vecchio di parlare in un luogo più appartato. ...andate avanti, io mi occuperò di sistemare questa...confusione... [Azioni]

    [...]

    L’uscita dalla struttura avvenne rapidamente ed in silenzio. Per fortuna, senza ostacoli. Il gruppo di quattro persone appena resuscitato erano chiaramente stremato, ed alcuni di loro ancora sotto shock. La tecnica di Densen era a dir poco miracolosa, ma aveva pensanti effetti sul corpo e sulla mente delle persone che influenzava. Per fortuna, i quattro erano morti da meno di 24 ore. Tornare in vita per loro sarebbe stato molto simile al risvegliarsi da un incubo...sarebbe stato molto diverso se fossero morti da mesi o anni.

    Venite...allontaniamoci da questo posto. Una volta entrati nel bosco, saremo più al sicuro.

    Con decisione, Shunsui condusse il gruppo lontano dalla parete di roccia che nascondeva l’ingresso al laboratorio segreto, oltrepassarono il fiume, e si diressero con decisione verso la boscaglia. Fu proprio sul limitare degli alberi che, tuttavia, qualcuno li aspettava. Shunsui impiegò meno di un secondo per riconoscere nel ragazzo che li attendeva la figura di Kato, compagno accademico di lunga data. Il ragazzo era lì ad attenderli, annoiato. Non portava nessuna insegna accademica.... Che cosa ci faceva lì? Nessuno sapeva di questa sua missione...nessuno che non fosse degli Hayate. Possibile che Kato, nell’oscurità della sua anima, covasse anche lui il desiderio dell’Immortalità? E se così era, da quando?

    E questo chi è? ...amico tuo? Esclamò minaccioso il ninja originario di Kumo. Senza rispondere, Shunsui compì un gesto distratto della mano, molto discretamente. [Abilità] Riconoscimento
    Speciale: L'utilizzatore può riconoscere altri membri dell'Organizzazione, studiando la loro reazione ad un saluto in codice. Eseguire il saluto per farsi riconoscere ha un bonus in furtività di +9.[Da chunin in su]
    Se Kato era stato mandato da Hayate, sicuramente avrebbe riconosciuto il gesto e si sarebbe comportato nella maniera corretta. Questo avrebbe anche definitivamente confermato al jonin che, in fatti, Kato era un membro della setta...sì...sembra proprio che sia così..

    [....]

    Era da diversi chilometri che camminavano nella foresta. Il buio li circondava, interrotto a tratti dal chiarore della luna che filtrava attraverso gli alberi e le loro folte chiome. Shunsui camminava in testa al gruppo e si era lasciato affiancare da Kato. I quattro redivivi si muovevano compatti al centro, mentre Densen chiudeva la fila.

    Non mi aspettavo di ricevere rinforzi...chi ti ha mandato? Sei al corrente del nostro scopo? Si rivolse con tono formale a Kato. Shunsui era completamente camuffato, nel volto e nella voce, per proteggere la sua identità...e avrebbe continuato a farlo anche nei confronti di Kato. Il gioco che stavano giocando era molto pericoloso. Se avessero lasciato tracce, qualcuno avrebbe potuto risalire a loro, e questo avrebbe messo in pericolo il loro ruolo all’interno dell’Accademia. Un ruolo che Shunsui non era ancora pronto ad abbandonare. Kato non era mai stato un ninja che badava alle questioni di fino, ma questa sua leggerezza poteva costargli molto. Ad ogni modo, Shunsui non poteva dirgli nessuna di queste cose senza lasciar trasparire troppo di quello che sapeva.

    Non appena avessero raggiunto una buona distanza di sicurezza dal laboratorio, il gruppo si sarebbe fermato. Il marionettista era stato attento a cancellare le loro tracce fino a quel momento, quindi era molto difficile che qualcuno potesse averli seguiti. Lasciò che i presenti si sistemassero, mentre da un sacchetto che aveva con sè estrasse del cibo e dell’acqua per rimetterli in sesto.

    Immaginavo che poteste essere stanchi. Per favore, mangiate e riposate mentre parliamo L’anziano maestro e Kasumi accettarono di buon grado il cibo, mentre gli altri due si guardarono con sguardi sospettosi, ma alla fine accettarono a loro volta. Il mio nome è Hagomoro. Io ed i miei compagni ci siamo presi la libertà di recuperarvi dalla vostra precedente...condizione...perchè siamo molto interessati alla vostra storia. L’introduzione di Shunsui fu accolta dal silenzio generale. Ci sono molte storie, ragazzo...ma credo che tu sia interessato ad una in particolare, vero? Ehehe..Hagomoro...non penso sia un nome preso a caso. Tu vuoi sapere degli Ootsutsuki, non è vero?Maestro cosa le salta in mente!E’ vero Maestro...è pericoloso parlare di queste cose. Non ci possiamo fidare Il vecchio mosse la mano, scacciando quelle obiezioni come irrilevanti.Suvvia, ragazzi miei. E’ chiaro che i nostri nuovi amici sanno già molto di più di quello che abbiamo già rivelato. Non è vero? Non si sarebbero presi un rischio tale per riportarci tra i vivi, se non sapessero perchè siamo morti. Ad ogni modo, quello era il Tocco Infernale di Kiri, vero ragazzino? Disse quindi rivolto a Densen. Magnifico...e molto ben eseguito, mi rallegro di averlo rivisto dopo tanti anni... Intervenne quindi Kasumi: E’ quindi vero? Ci avete riportati in vita per questa faccenda? Perchè?

    Shunsui, nel suo volto tanto perfetto quanto posticcio, rispose con il sorriso sulle labbra proprio del personaggio che stava interpretando: Direi che abbiamo un interesse comune: Karma. Sono sulle tracce di questa tecnica da diverso tempo, senza successo. Poi mi son imbattuto in dei documenti che parlavano di voi, e la mia speranza è rinata. L’unico problema era chiramente che eravate già morti...un problema ovviamente non impossibile da risolvere..e quindi eccoci qui. Sarei quindi davvero grato se mi poteste raccontare la vostra storia. Il vecchio guardò intensamente Shunsui, grattandosi la barba.

    ...Maestro, non mi piace per nulla questa faccenda. Dovremmo semplicemente farli fuori ed andarcene, per tutti i Kami! Ma il maestro la ignorò.Molto bene, ci hai riportato indietro dall’oblio. Mi sembra corretto che tu conosca la nostra storia...e forse, potremo anche vedere come continuarla insiemeUff........

    Forse conviene partire dall’inizio. Mi chiamo Utake Kimu. Sono nato in quello che oggi viene chiamata Oto, sebbene a quel tempo fosse un piccolo villaggio che seguiva un capo folle e visionario...non ho avuto un’infanzia facile. In un villaggio che venera la forza, anch’io volevo essere un ninja e combattere sui campi di battaglia...ma il destino aveva altro in serbo per me. Sono nato con una rara malformazione dell’apparato circolatorio del chakra: in pratica, ho una riserva di chakra molto limitata ed riesco a gestire il chakra solo per brevissimi periodi tempo...mph... Un sorriso amaro si aprì sul suo volto, rispecchiato dagli sguardi bui dei suoi tre seguaci. Questo non mi ha fermato. Ho passato anni cercando di competere in un campo che chiaramente non mi apparteneva, quello delle arti ninja. Ero testardo e caparbio, ed ho speso molto tempo a capire che dovevo affrontare il problema in modo diverso. Ho scoperto che, anche se non potevo usare quelle arti, poteva comunque studiarle e conoscerle. Sono diventato eliminatore molto presto nella mia carriera: da lì ho iniziato il mio studio del chakra e delle varie arti che scaturiscono da esso.

    Quando il villaggio del Suono è stato fondato, mi hanno gentilmente mostrato la porta. Qualcuno della vecchia guardia doveva andarsene per far contenti gli Accademici. C’era troppa immoralità al tempo, dicevano, una immoralità che io aveva aiutato a costruire..bhè non mi sembra che l’odierna Oto sia troppo diversa. Ad ogni modo, ho continuato i miei studi in posti come quello da cui siamo appena scappati...eheh..che ironia! Son stato fortunato però, perchè ho trovato persone che mi son state vicine...
    Disse indicando le ragazze che lo circondavano e che lo chiamavano maestro.

    Come ho detto, non posso usare le arti magiche, ma ho scoperto di poterle insegnare molto bene ed ho sviluppato dei modi per poterlo fare in maniera efficace. Ho preso con me queste giovani quando erano solo bambine, ed ho insegnato loro tutto quello che sapevo e che fosse loro congeniale. Maestro, non ci hai solo insegnato a combattere...ci hai cresciuto come figli tuoi! Disse Kasumi, scambiando un’occhiata con Arata. Il commento suscitò un sorriso bonario nel vecchio...Tornando alla nostra storia, il mio interesse per gli Ootsutsuki si è sviluppato più o meno in quel periodo. Era nata come una curiosità: esseri immortali provenienti da un altro pianeta che hanno plasmato il mondo per come lo consociamo. Con il tempo, è diventata più un’ossessione. Ho collezionato qualsiasi tomo, manoscritto o pergamena sull’argomento. Abbiamo girato il continente cercando le loro tracce. Erano flebili, ma non assenti. Come avete scoperto anche voi oggi, le persone considerano la morte finale, e sigillano con essa i segreti che vogliono nascondere. Ma, per alcune persone, la morte è solo un rito transitorio...Volse il suo sguardo verso Kasumi.Anch’io sono in grado di riportare in vita i morti...posso usare la resurrezione impura...non è piacevole certo, ma...Ma si è rivelato molto utili negli anniCompletò Umoi, Il ninja di Kumo, mentre Kasumi fece un cenno di assenso con la testa.

    Quale segreto stavate cercando, esattamente? Intervenne a quel punto il marionettista.Lo hai detto tu stesso, abbiamo un interesse comune: Karma. Una tecnica che permette di ricreare la coscienza, le memorie e le conoscenze di una persona in un altro corpo. E’ il sogno dell’immortalità, nonchè la possibilità di avere un corpo che funzioni a dovere...Un sognio che aveva già il sapore di realtà, quando abbiamo scoperto che, dopotutto, gli Ootsutsuki e Karma non hanno lasciato questo mondo...

    L’Accademia è stata ingorda. Chiaramente non poteva semplicemente distruggere tutto, quando hanno sconfitto gli ultimi Ootsutsuki...Ad onor del vero, devo dire che hanno nascosto questo segreto davvero molto bene, e lo stanno difendendo altrettanto egregiamente...del resto, se così non fosse, non saremmo qui a parlarne!

    Fu in quel momento che Arata si alzò di scatto, ne aveva abbastanza:Direi che abbiamo parlato abbastanza! Maestro, davvero non possiamo fidarci di queste persone! Questi due... Indicando Hagomoro e Kato Sembra che a malapena si conoscano! Potrebbero essere accademici che cercano di capire da noi dove sono state le falle nella loro rete di sicurezza. Potrebbero ucciderci non appena gli riveleremo tutto! Chi ci dice che non lo farete in ogni caso? Io non voglio tornare sotto terra, ed in particolare modo non vorrei farlo dopo essermi fatta fregare. Arata...Tu! Disse la giovane indicando Kato: Chi diavolo sei? Chi ti ha mandato? Per chi lavorate? La ragazza era chiaramente infervorata ed aveva iniziato a parlare a voce alta. Arata ha ragione. Vi possiamo essere riconoscenti per averci fatto tornare dal regno dei morti, ma la verità è che voi volete qualcosa da noi...e noi non vogliamo tornare sotto terra. Come facciamo a fidarci di voi? Il maestro osservava con un leggero sorriso la scena, mentre Kasumi rimaneva in silenzio, leggermente messa a disagio da quello scontro verbale In corso. Entrambi comunque non intervennero per contraddire i loro compagni. Tutti volevano sentire cosa gli Hayate avessero da dire. A partire da Kato.












     
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