All'Ombra di SareshigamiFudoh, Yato, Akira & Hoshi

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    All'Ombra di Sareshigami


    VII


    In quel mondo etereo, a metà tra quello fisico e quello spirituale, ero riuscito ad ottenere un incontro con colui che un tempo era uno dei più grandi maestri ninja di tutti i tempi. Con gli occhi quasi lucidi dalla felicità di rivedere colui che, in un modo o nell'altro, aveva di fatto cambiato la mia vita da shinobi. Ehm... Si, in effetti ha ragione... Esclamai a metà tra il dubbioso e l'imbarazzato quando lo Scriba del Mondo mi fece notare che era diventato con ogni probabilità il più grande albero del mondo.
    Si allontanò di qualche metro da me, sedendosi su una panchina che, fino ad un istante prima non c'era. Anche io, girandomi su suo invito, notai che una bella poltrona era stata originata alle mie spalle. Mi sedetti, ancora sbalordito da quella situazione. Per quanto ci avessi sperato, quasi come quando mi ero ritrovato nel mondo etereo di Natsuhime nell'isola dell'Abete, non credevo di riuscire nel mio intento. Ha cambiato la sua stessa... Esistenza? Chiesi conferma. Come la sua antica moglie, il sacrificio faceva da filo conduttore nelle loro esistenze. Ahahahah! In effetti sebbene sia un Hozuki un colpo della sua ancora sulla testa me lo risparmierei volentieri... Ridacchiai, sebbene ancora stranamente imbarazzato da quell'incontro. Sebbene la formalità non fosse sicuramente uno dei miei punti forti, lui come Natsuhime meritavano ogni possibile tentativo in tal senso.
    Ehm... Grattai la mia guancia, guardando un po' perplesso Pangu mentre provava a teorizzare cosa avesse potuto fare Natsuhime con il suo chakra, indovinando in pieno neanche fosse stato lì. Beh... Diciamo... Più o meno, ecco... Non approfondii il discorso per il momento, mentre lasciavo parlare il vecchio saggio, che nel frattempo mi stava spiegando come procedesse la sua esistenza da albero rigoglioso, che ovviamente portava con sé qualche problema, soprattutto quello inerente lo scambio di informazione tra le sue cellule e la sua coscienza. Giochetto con la scrittura fatto con Itai?! Guardai esterefatto il saggio. Pangu-sama, a che si riferisce di preciso? Non capisco, non credevo che conoscesse Itai. Domandai, mentre metabolizzavo che non sarei riuscito a fare nulla per lui.
    Strinsi i pugni, sconfitto ancora prima di iniziare. Il Mondo non può essere riscritto più di una volta da lei... Ma se provassi io a farlo? Guardai negli occhi Pangu, e lo Scriba avrebbe potuto notare tutta la convinzione di quelle parole. Non ora... Non ne sono in grado... Ma... Forse raggiungerò un giorno la capacità di Descrivere il Mondo secondo la mia visione. Replicai, attendendo una risposta dall'uomo. Non mi sarei dato per vinto così facilmente. Glielo dovevo.

    A specifica richiesta del saggio iniziai a raccontare tutte le vicende e gli accadimenti avvenuti nell'Abete. Narrai dell'origine e del viaggio verso quell'isola, del sacrificio di Natsuhime-dono, dell'effetto dato agli abitanti dell'isola di quell'immane sigillo e dalla Bakekujira, della Tregua e, infine, degli Hayate e della doppia missione (della Nebbia e Accademica). Terminai la narrazione su come avevo assorbito parte del suo immenso chakra, di come avevo sconfitto insieme a Natsuhime lo spirito guida dell'Arma di Iwa, di come era stata salvata da morte la Principessa dei Mari dai Guerrieri del Vuoto; infine, del tradimento di CaoCao e della sua misteriosa morte. Capisco... Risposi, quando Pangu mi rappresentò di non potere neanche immaginare chi fosse riuscito a condurre CaoCao quasi alla follia e al tradimento. Un nemico misterioso, l'ennesimo, forse bramava nell'ombra. Un nemico di cui nessuno o quasi conosceva l'identità.

    Arrivò poi il momento che stavo attendendo.
    Tutto ciò che stavo facendo, tutto ciò che avevo sacrificato... Era stato predeterminato fin dal principio, oppure erano state le mie azioni a condurmi lì dove ero.
    Che senso aveva tutto ciò se così non fosse stato?
    Poteva essere stata veramente solo casualità? Stavo percorrendo la mia strada solo perché sospinto dai casi fortuiti?
    Le parole dello Scriba del Mondo giunsero fin dentro alla mia stessa anima.
    In un silenzio assordante, i miei occhi si abbassarono per qualche secondo, prima di tornare a specchiarsi in quello di Pangu. Pangu-sama... Avevo sempre immaginato come sarebbe stato questo momento... Un sorriso apparve sul mio volto. E anche questa volta, malgrado tutto, ho sbagliato. Sono... Felice, adesso. Io so chi sono, e so chi voglio essere. Io scelgo la mia strada, sono io a percorrerla. Sono orgoglioso di questo, e sono orgoglioso della sua scelta. Non fa altro che... Responsabilizzarmi. Se qualsiasi altro ninja avesse ascoltato quelle parole, probabilmente non avrebbe riconosciuto in quelle parole Akira Hozuki. Ma era questo, forse, quelli che molti non capivano, e per quello solo pochissime persone potevano dire di conoscermi veramente. Adesso sono ancora più convinto della strada che ho intrapreso. Scossi la testa. Non dica così, lei non sa neanche quanto il mondo avrebbe bisogno di lei...

    Ricevetti invece un'ulteriore risposta negativa riguardo le possibilità intenzioni del gruppo di criminali che stava scorrazzando in quei lidi, accompagnato da un'ulteriore descrizione delle Armi di Iwa rimanenti e della scelta che avevano compiuto lui e i suoi compagni prima di imprigionarli.

    Pangu-sama io... Non potrò mai ringraziarla abbastanza. Sorrisi, sincero, e quasi con gli occhi lucidi, rinfrancato dalle parole del saggio. Io... Ce la farò. Porterò avanti al meglio delle mie possibilità le sue conoscenze... E non sarò Vuoto... La ringrazio... Di tutto, e del suo consiglio... Dirò a Natsuhime-dono di questo incontro e, magari tra qualche anno, riuscirò anche a farvi reincontrare... Sarà felice. Così come lo ero io. Il mondo intorno a me iniziò a sciogliersi, come inchiostro ancora fresco che scivolava via da una pergamena. La sua Speranza non sarà tradita. Farò si che Lei e il Mondo intero non perdano la fede nei miracoli. Questo non è un addio, Pangu-sama. Con quelle ultime parole mi ridestai, quasi come al termine di un sogno. Ero nuovamente seduto dinanzi al grande albero, stanco e provato dal potere del Vuoto.
    Una goccia scese lungo la mia guancia.
    Non era inchiostro. Ma ero felice.

    [...]


    Gyoza, hai stretto un contratto con questo giovane shinobi? D'altronde è un compagno di Akira-san... Esclamò con voce calma il reale pinguino, mentre il grosso tartarugone e il barbone di Kiri parlavano fin troppo. Fudoh avrebbe quasi fatto un passo prima di vedere sfilare un kunai di ghiaccio originatosi dalla lama danzante del pinguino. La piccola arma da lancio si sarebbe conficcata nel legno, ad una ventina di centimetri dal suo naso. Akira-san non ha richiesto il mio aiuto per... "Chiacchierare"... Giovane ninja. Ho già dato i limiti delle vostri azioni. Non amo ripetermi. Avrebbe concluso, mentre la tartaruga sarebbe stata probabilmente più fredda dalla paura del piccolo kunai che aveva modellato il pinguino.

    [...]


    Mh...? Ma non hai sonno te? Parli troppo per essere prima mattina... Avrei accompagnato quella frase con un lungo sbadiglio, mentre il Senju prendeva la parola dopo che ci eravamo riuniti. Non vogliamo fare colazione prima? Chiesi, cercando qualche conforto dagli altri. Ok, ok, la facciamo dopo la colazione... Aggiunsi, sconsolato, mentre Yato continuava il suo ragionamento. Si, confermo, Itai, Rasetsu e la testa calda di Seinji. Confermai al ninja di Konoha, mentre le sue parole iniziarono a scorrermi nella testa.
    Forse il ninja della Foglia, aveva condotto bene le sue indagini. Fu la sua tecnica a sciogliere ogni dubbio. E' lui R. Avrei esclamato, mentre il Senju terminava il suo ragionamento. Buon lavoro... Hai fornito sicuramente un grande tassello che ci mancava. L'uomo che il dottore seguiva era R., ed ecco spiegate le varie circostanze in cui Itai sembrava venire a Tsuya... Ma, la motivazione mi sfugge. Anche se fosse sfuggito qualcosa al momento della liberazione dei prigionieri, perché iniziare tutto questo così tanti anni dopo? Non ha senso, e non ha senso neanche la parte del rituale, che tenderei ad escludere, almeno allo stato attuale delle cose. Che R. volesse nascondere la sua identità? Non credo, o almeno lo tenderei ad escludere... O meglio, il discorso ritorna al punto morto del "perché proprio adesso"? Non so come sia possibile che sia apparso un ninja che assomigliasse così tanto ad Itai, ma... No, aspettate... I ricordi del giorno precedente tornarono vispi. Non che assomiglia ad Itai... E' come se R. fosse Itai. Nel vero senso della parola! Ecco perché abbiamo trovato quei disegni a casa di Rasetsu... Probabilmente ha vissuto lì per qualche tempo, e ciò spiega perché conosceva me, Meika, Sanjuro, e tutti gli altri... Non è una semplice somiglianza, sono la stessa persona! Ha i suoi stessi ricordi, gli stessi legami, gli stessi desideri... Ma... Come è stato possibile tutto ciò? Avrei parlato e domandato ad alta voce. Certo, tutto questo non spiega le sue azioni... E a cosa servono i guerrieri del Vuoto in tutto questo? Scossi la testa. Abbiamo fatto un passo in avanti, ma non vedo ancora soluzioni al problema. Speriamo che stasera le nostre idee saranno ancora più chiare, per adesso, non vedo possibili vantaggi da sfruttare. Mi alzai in piedi. Adesso, torniamo alle priorità della mattinata: andiamo a fare colazione.

    [...]


    Prima di partire per Urami, scendendo dal tempio, avremmo assistito ad una simpatica scenetta che vedeva coinvolti le due evocazioni evocate la sera precedente. Pen Gin, adagiato con estrema nobiltà sulla testa della tartaruga di nome Gyoza, bacchettava con l'elsa della sua katana sulla schiena di questa che, ad ogni tocco dell'elsa, effettuava un piegamento sulle braccia. Gyoza-kun, sfrutteremo questo tempo per il tuo allenamento... Lo sguardo glaciale si sarebbe abbattuto anche sulla seconda tartaruga spadaccina. Akira-san, vai pure. Resto qui io fino al tuo ritorno. Queste giovani creature hanno bisogno di qualcuno che li controlli... Nessuno avrebbe tentato di rispondere a quell'affermazione.

    [...]


    Non c'è niente di banale. Chiudi gli occhi, e rispondi alle mie domande. Gli occhi del ninja di Suna rispecchiavano in pieno quello che era il suo stato d'animo. Confuso, spaventato, forse inconsapevole del potere che gli era stato donato. Era insicuro, ma in quei tempi l'insicurezza non era ammessa. Bene... Continua... Parlai a bassa voce, quasi ad invogliare il chunin a continuare nella sua descrizione del sogno. E'... Un buon punto da dove iniziare. E credo che il tuo sogno sia stato molto affine al concetto di Vuoto, se così possiamo dire... Pensaci adesso... Pensa ad un oceano, che sia d'acqua o di sabbia, vasto fino a dove gli occhi possono vedere... Vasto fin dove il confine tra cielo e terra termina, si assottiglia, sparisce, lasciando spazio ad un'unica cosa quasi... Un confine che non è un limite, ma che è un punto di congiunzione tra due mondi, o addirittura tra più di due... Un punto esatto dove si la coscienza dello spazio, visto che non è dato sapere dove inizia l'uno o l'altro mondo... O a niente di tutto questo. Sorrisi. Allora, che ne dici? Indice e medio andarono a colpire nuovamente la fronte del ragazzo. I confini esistono solo nella nostra testa... Si dice così, giusto? Bene, perché non provare a cancellarli? Elimina i confini, cancella il significato dei corpi nello spazio, oppure ampliali all'inverosimile. E' un concetto similare al Vuoto di Distanza, ma rapportato e declinato in una maniera diversa. Può essere un concetto forte. Il Vuoto di Confini. Parti da qui, e sviluppa questo pensiero durante il resto della mattinata. Cercai ancora gli occhi del ninja. Abbandona la tua insicurezza, non ti servirà dove stiamo andando... Continuai, mentre riprendevo il cammino. Non riuscirai a completare la tua Declinazione in un giorno. Eliminalo dalla testa. Visto? RIsolto un problema all'origine. Ero sicuramente stato pragmatico con quelle parole. Fai quello che ti ho detto. Oggi pomeriggio vedremo di farti attivare il sigillo senza finire a dormire con i pesci. Domani potrebbe servirti. E' il meglio che possiamo fare con questo tempo a disposizione. Fu allora che vidi Masayoshi incupirsi leggermente.
    Mh? Ascoltai le parole del chunin, convinto che ci doveva essere una seconda parte del periodo, che però non arrivò. E... Quindi? Guardai un po' esterrefatto il chunin della Sabbia. Ti stai giustificando o cosa? Non ho ben capito, sinceramente... Cosa vuoi che me ne importi che sei un jinkukoso? La sincerità di quelle parole sarebbero arrivate, dritte come una freccia. Te l'ho già detto: basta con queste insicurezze. Non mi interessa nulla di tutto questo. Non mi interessa niente se dentro di te si trova una bestiaccia puzzolente sigillata. Sei tu che hai il comando. Non scordartelo. Se potessi scambierei io due parole con questo demone... Pff! Incorniciai le braccia al petto, fermandomi e guardando con occhi severi Masayoshi. Se ti sento ancora scusarti per una cosa del genere, o se ti sento ancora una volta parlarne con questo tono da cane bastonato... Ti darò io un buon motivo per essere triste e dispiaciuto. Sono stato chiaro? Sarei stato stranamente severo, ma non c'era tempo per l'eccessiva comprensione.
    Se avessimo superato indenni il giorno successivo, forse avremmo avuto tempo per un confronto più sereno.

    [...]


    Arrivammo prima del mezzodì al villaggio di Umari, un piccolo centro che si sviluppava attorno ad una piazza principale, con sei strade che si sviluppavano come i raggi di un cerchio. Ben detto Fudoh. Dividiamoci, ma questa volta cambiamo un po' l'ordine degli addendi. Masakoso, vai con Fudoh. La vostra prima tappa sarà il centro radio, controllate se hanno un registro, chiedente informazioni... Le date di interesse le conoscete. Yato, tu vieni a fare una passeggiata con me. Hai ricostruito bene i rapporti tra gli ex sopravvissuti, e hai preso molte informazioni sulle loro vite; se riusciamo a recuperare qualche notizia su questa Midori, potresti essere a conoscenza di dettagli che a me sfuggirebbero. Iniziamo dalla taverna: vediamo se da lì riusciamo a recuperare l'indirizzo di casa di questa fantomatica spadaccina dai capelli viola... Mmhh... Ci rivediamo qui tra due o tre ore. Bussai contemporaneamente alla testa di entrambi i ninja. Fate attenzione e NON separatevi. Li ammonii. Se succede qualcosa, fate tanto rumore. Ci penso io a raggiungervi... Ah, Masakoso... Mi rivolsi al chunin della Sabbia. Non pensare a quello che ti ho detto, concentrati sulla missione. Ci sarà tempo.

    Dopo aver guadagnato qualche centinaia di metri di distanza, mi sarei rivolto al ninja della Foglia. Sei sveglio per essere della Foglia, lo sai? Sono abituato ad avere a che fare con Raizen, o anche all'altro ragazzino un po' tonto... Nettamente sopra media. Avrei esternato. Sai, Yato, mi avevano parlato di te, e se non mi fossi dovuto spingere nuovamente fin qui a Tsuya, ero diretto proprio a Konoha per incontrarti. Sono stati Kensei e il mercenario Kaguya dai molti nomi a parlarmi di te, per inciso. Non ti preoccupare, non mi interessa del loro rapporto con loro; devi sapere che Kensei è kage perché l'ho scelto io, e con il buon Kaguya che nel tempo libero si diverte a fare l'Asso di Ame ho diverse questioni in ballo... Le parole erano scelte con cura, avrebbe dovuto capire che ero a conoscenza di più informazioni di quanto immaginasse. Venendo al punto, devo incontrare una persona, una persona che tu conosci: Shunsaku Ban, Il Cacciatore di Leggende. Un tipo baffuto, usa dei nomignoli a riguardo, forse Kuchihige Ban, o qualcosa del genere... Allora, lo conosci? Avrei necessità di incontrarlo...
    Il Senju, se mi avesse guardato, avrebbe notato una leggera smorfia apparire sul volto. Sai... Ho una caccia da proporgli...

     
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