Yuki no Suiren[Comasterata Yasuke X Miyori]

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    Yuki no Suiren


    Once upon a time...

    I




    Narrato Pensato Parlato di Miyori Uchiha


    Erano giorni che Miyori era immersa nella lettura di un libro di medie dimensioni dall'aria consunta, da cui staccava gli occhi solo per i kata con “Ninfea di Giada” e per mangiare quando l'insistente voce di Susumu la richiamava alla realtà.
    La copertina rigida era stata foderata in un tessuto serico su cui era stato dipinto la copia di un quadro. I fogli ingialliti di carta di riso erano stati vergati a mano in una grafia elegante. Illustrazioni accompagnavano le storie raccontate nel libro.

    Quel giorno si trovava seduta su uno dei rami centrali del ciliegio, che faceva bella mostra di sé sul retro della dimora assegnatale dallo zio paterno. La schiena poggiata contro il tronco, le ginocchia piegate per fare da leggio al volume. Mancavano poche pagine alla fine della lettura.
    Miyori era rimasta stupita quando l'aveva trovato nella biblioteca della villa principale dove risiedeva il resto della famiglia. L'aveva notato casualmente mentre stava cercando un libro sulla storia degli Uchiha. Era ncastrato tra un voluminoso tomo e l'angolo dello scaffale della libreria che stava visionando. Sembrava abbandonato. Nessuno si era mai dato pena di restaurarlo. Una volta che l'aveva preso tra le mani, la sua espressione si era trasformata da semplice curiosità, a puro stupore.
    Era una raccolta di storie su esseri misteriosi che l'autore reputava immaginari, ma che secondo alcune testimonianze orali dimoravano nel deserto dell'Anauroch.
    Miyori li conosceva come Yōkai.
    L'essere su cui si era concentrata era particolare. Aveva delle peculiarità che potevano inquadrarlo più come un Hengeyookai. Ciò che aveva focalizzato l'attenzione della ragazzina proprio su di lui era la sua origine, sembrava provenire dalla zona più antica della foresta di Suiren, dove si narrava dimorassero alcuni Yōkai.

    L'Uchiha chiuse il volume e si alzò in piedi sullo spesso ramo. Diresse lo sguardo verso il basso. Non era un altezza esagerata, all'incirca un paio di metri dal suolo. Tenendo il libro con la sinistra, si diede lo slancio per saltare, atterrando con grazia ai piedi del ciliegio.



    Poggiato il volume sulla passerella che collegava le varie stanze della dimora, si sistemò l'obi, dando anche una rassettata a tutto il vestito.
    Si tolse le scarpe prima di salire sul camminamento di assi di legno pregiato per dirigersi con passo svelto alla ricerca di Susumu.
    L'idea che si era materializzata nella sua mente sicuramente non l'avrebbero approvata Hajime e Toshi, reputandola non adatta alla situazione. Per tale motivo, sapendo che probabilmente si stavano entrambi allenando nel dojo, era corsa dall'unica persona che l'avrebbe spalleggiata.
    Il ragazzo in questione, più grande di lei di un paio d'anni, si trovava nella sua stanza.
    Susumu san, posso entrare? Chiese educatamente la ragazzina davanti la porta chiusa.
    Miyo chan? Si... aspetta un attimo per favore. Replicò il giovane con un tono di voce sorpreso. Dall'interno si sentirono rumori di una camminata affrettata, tonfi, cose che cadevano?!... Poi improvvisamente lo shoji si aprì e fece capolino Susumu. Aveva un'espressione trafelata come se avesse corso.
    Miyori gli scoccò un'occhiata perplessa. Posso? Indicando il ragazzo che si parava sulla soglia, impedendole l'ingresso.
    Ah si, scusa! Esclamò grattandosi nervosamente la nuca con la destra. Entra pure. Aggiunse spostandosi di lato.
    La stanza sembrava innaturalmente in ordine. Guardandosi attorno la ragazzina non scorse neanche la presenza dei libri di medicina su cui studiava lo shinobi. Era come se nessuno stesse abitando la camera. Poi lo sguardo cadde sull'armadio a muro da cui fuoriusciva la manica di una maglia color blu scuro.
    Si diresse verso il mobile prima che Susumu potesse intercettarla.
    E questa... osservò con aria incuriosita, facendo scorrere appena l'anta destra dell'armadio.
    Miyo chan... Spostati!!!
    Eh? L'Uchiha fece appena in tempo a scansarsi di lato, evitando si essere sommersa da una valanga di abiti, libri e un futon che scivolando si era aperto in tutta la sua interezza.
    Susumu san, mi potresti spiegare? Volgendo lo sguardo verso il basso, osservando con curiosità un kunai che sbucava da dentro la federa del cuscino.
    Quello... oppure quello? Osservò visibilmente in imbarazzo, indicando prima l'arma da lancio e poi l'ammasso di cose eruttato dal mobile.
    Entrambe. Ripose, senza distogliere l'attenzione dal cumulo di oggetti presenti nella stanza, ammassati alla rinfusa.
    Il kunai è per sicurezza. Non si sa mai. E prima che Miyori potesse replicare Si, è vero, tuo zio ha assoldato delle guardie a protezione della villa, però... la sua espressione si era fatta seria Nessuno di noi può permettersi di abbassare la guardia. Il resto del discorso, le parole non dette, erano intuibili. Loro tre si sentivano responsabili per lei.
    Capisco... mormorò Ti chiedo scusa per averti disturbato nel tuo orario di riposo. Posso aiutarti a rimettere in ordine? Si offrì, inchinandosi a raccogliere uno dei libri di medicina.
    No... non è necessario... Farò io... Non devi scusarti... Tu non hai fatto nulla... Cominciò a balbettare, affrettandosi a nascondere sotto le coperte indumenti non consoni alla vista della principessina. E poi se sei venuta a cercarmi, ci sarà una ragione, giusto? Aggiunse cambiando discorso, facendo cenno alla ragazzina di accomodarsi su uno dei cuscini accanto alla bassa scrivania.
    Si, avrei bisogno di un favore da te. Annuii in risposta. Si sedette in seizà e poggiò il libro sulla scrivania aprendolo alla pagina in questione. Si tratta di... Cominciò a spiegare.

    COSA? Ma sei impazzita? Miyori lanciò un'occhiata nervosa alla porta rimasta aperta. Per favore abbassa il tono di voce o ci farai scoprire.
    Solo Hajime aveva il permesso di rimanere da solo con la sorella minore. In realtà non erano esattamente parenti di sangue. Il padre della ragazzina l'aveva adottato quando era un bambino, ma era qualcosa di noto solo a pochi. Il clan paterno non l'avrebbe mai accettato in famiglia. Per essere più corretti Hajime sarebbe dovuto essere uno zio per Miyori, ma alla fine, vista la poca differenza di età, circa una decina di anni, lei l'aveva sempre considerato un fratello maggiore.
    Miyo chan, ti rendi conto di quello che vuoi fare? Ti pare un'idea sensata? Sottolineò lo shinobi, richiudendo il libro. E' solo folle l'averlo pensato.
    Non è una pazzia e lo sai bene. Anzi è la nostra unica possibilità. Incalzò decisa l'Uchiha.
    Eh? Fammi capire. Secondo te è sensato andare alla ricerca in uno dei più pericolosi deserti dei territori accademici di una creatura che... Non saprei neanche io come descriverla. osservò fissandola dritto negli occhi.
    D'accordo, posso concederti che ci sia qualche rischio nel mio piano, ma Suiren non può attendere in eterno che diventi la principessa samurai che tutti si aspettano. La gente sta soffrendo ORA! Esclamò decisa con la voce che le vibrava dall'emozione. Non puoi chiedermi di fare finta di nulla. Di ignorare questa possibilità perché non mi è ancora concesso di impugnare “Ninfea di Giada”.
    Susumu fece un sospiro. Se quella creatura... Bakemono... Hengeyookai... quello che sia... é originario di Suiren, la katana ti sarebbe stata utile. Non è quello il legame tra la tua famiglia e il loro popolo? Osservò pensierosamente, grattandosi il mento.
    Si, ma lo è anche la mia iride cremisi. Sai perfettamente che non è la mia eredità Uchiha. Per favore, aiutami. Per Miyori non era stato facile prendere quella decisione. Cosa racconterai ad Hajime san e Toshi san? Ometterò la ragione per cui mi recherò a Suna... La vera ragione... Non le piaceva mentire, ma non aveva altra scelta.
    E tutti i principi in cui credi? Non c'era l'onesta? L'Uchiha annuì E non recedere da una decisione presa... Farò ammenda delle mie colpe al mio ritorno... Non penso mi chiederanno di fare … Entrambi i ragazzi si guardarono negli occhi Naaaaa... No.
    Ascolta Miyori, permettimi di accompagnarti. Mi sentirei più sicuro. le propose il giovane.
    Sai che non puoi. Come lo giustificheresti? Onii san poi si sentirebbe in dovere di venire anche lui... e... Non si è ancora ripreso da quel giorno... commentò, tornando indietro con la memoria agli avvenimenti accaduti un anno prima.
    E vai bene! Si arrese Sususu, battendo il palmo della destra sulla superficie lignea della scrivania. Avrai il mio supporto, ma sappi che non mi piace affatto.



    Il giorno della partenza.
    Il giovane shinobi era stato di parola. Aveva preso accordi con una carovana di mercanti diretti a Suna per permettere a Miyori di viaggiare con loro. Il contratto prevedeva che lei facesse parte della scorta. Toshi e Hajime non l'avevano presa bene, ma difronte al timbro ufficiale dell'Accademia erano stati costretti ad acconsentire alla partenza della ragazzina.
    Non sarò da sola. Farò parte di un gruppo. Ci sarà anche un genin. Aveva cercato di rassicurarli senza troppo successo.
    Si erano salutati con un inchino formale.
    Fai attenzione! Esclamò Susumu.
    Miyori si fermò voltandosi nella sua direzione, annuendo. Solo loro due conoscevano il vero motivo del suo viaggio.

    Suna
    La carovana aveva raggiunto il villaggio dopo alcuni giorni. Era stato un viaggio abbastanza tranquillo. L'episodio di banditismo era stato rapidamente risolto dalla scorta, come un paio di scorpioni troppo cresciuti che avevano fatto visita durante la sosta notturna in una delle oasi.
    Miyori si era accomiata dai mercanti e dal gruppo dei ninja di Konoha una volta all'interno delle mura.
    Non sarebbe tornata indietro con i suoi colleghi. Aveva un permesso che le consentiva di restare fuori da Konoha per un periodo limitato di tempo. Era stata generica sulle sue motivazioni, ma aveva scritto chiaramente che avrebbe soggiornato a Suna.
    Dopo aver preso una stanza in una delle locande presenti nel villaggio, gestita da una simpatica coppia di anziani, si era diretta alla piazza centrale.
    Ora che era arrivata, l'unica cosa che doveva fare era cercare una guida e una scorta.
    Più facile a dire che a fare.
    E adesso? Riflette Miyori seduta su un basso muretto, guardandosi attorno.



     
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    Yuki no Suiren


    Primo Post

    Era un normale giorno d'autunno, tranquillo e anche troppo pacifico. Il cielo azzurro terso, poche nuvole grigie che si rincorrevano sospinte da leggero vento tiepido che soffiava da sud, un sole aureo giocava a nascondersi dietro l'unica piccola nube bianca dalla forma indecifrabile. Stranamente non faceva ne troppo caldo ne tanto meno freddo.

    Dentro la dimora Hijikata, nel salotto Yasuke comodamente spaparanzato in poltrona, era semplicemente perso nella lettura di un manga fantasy, sentimentale; la storia di una principessa dalla chioma rossa, tradita e costretta a fuggire dal proprio regno. Quando ad interrompere l'idilliaco momento uno strano rumore, simile a un brontolio; ma cosa era esattamente? E chi emetteva quel lamento? In un primo momento il ragazzo fece finta di niente provando a continuare la lettura ma il rumore si ripresentò ancora e ancora sempre più forte. Inutile non voleva proprio smettere

    Dannato stomaco!!! Ho capito hai fame...Che cactus...

    Era forse quello il mitico scontro Pigrizia vs Fame? Fatto sta che fame vinse la battaglia e il biondo si scollò dalla poltrona andando a frugare, come un ladro, in dispensa che ovviamente era più deserta dell'Anauroch allo zenit. Questo tragico evento spinse il genin a uscire di casa per andare a caccia di cibo. Ma appena uscito in strada l'urlo di una passante gli fece notare che effettivamente aveva dimenticato qualcosa ops...

    Eh che cactus! I pantaloni...
    Ecco perché quel bel frescolino. Ahahah!

    Girovagando tra le viuzze del villaggio si fermò in un piccolo e antico chiosco: praticamente quattro tavole di legno scolorite tenute faticosamente insieme da chiodi arrugginiti

    gestito da un simpatico vecchio il caro Nonno Choji. Ma poi perché questo nome? L'uomo non si chiama Choji, non è vecchio e nemmeno simpatico...mistero!? Comunque la cosa importante è che cucina divinamente, la specialità della casa spiedini d'agnello alla salsa di soya e zenzero. In pochi minuti l'esule della neve divorò 5 stecche di spiedini, 4 di dango e 2 tazze di té nero aromatizzato all'arancia e cannella; finito di ingozzarsi cioè mangiare discusse (con minacci velate) quasi venti minuti con il gestore ottenendo uno sconto speciale genin del 30%, fortunatamente una misura appena emessa dal Kazekage peccato che ne il kage ne l’amministrazione del villaggio sapesse qualcosa.

    Avendo sconfitto fame il diciannovenne si ritrovò a vagare senza meta per la piazza centrale, come al solito pullulante di gente ovviamente anche ragazze. Yasuke naturalmente non mancava di guardarsi attorno ma contrariamente a quanto si potesse pensare non era solito attaccare bottone e come si suole dire provarci, per lui non era facile con il suo passato oscuro. Comunque dopo qualche minuto il biondo notò una ragazzina molto carina con capelli corvini non troppo lunghi occhi azzurri, indossava un elegante kimono corto decorato con delle ninfee, calze lunghe, sul petto spiccava chiaramente il ventaglio bianco rosso evidente simbolo del clan Uchiha che qualsiasi ninja con un minimo di cervello conosceva. La piccola era da sola, seduta su un muretto e sembrava quasi smarrita; figura che non mancò di evocare nella mente del sunense l'immagine di un carino e tenero cucciolo. Come avrebbe potuto ignorare un cucciolo?

    Carina! Troppo carina..Puff mene pentirò sicuramente...Ma è veramente carina Eheheheh

    Quindi con fare sicuro si avvicinò alla giovane

    Ehmr! Ehmr!

    gracchiò come una cornacchia rauca per attirare l’attenzione con non-calanche per poi portare il braccio destro al petto e fare un inchino rialzandosi sorridendo avrebbe detto con molta educazione, gentilezza e rispetto:

    Mi scusi principessa Uchiha. Sono Yasuke Muramasa genin della sabbia piacere conoscerla...Bhe cosa fa da queste parti? Ha forse bisogno di aiuto? Se posso fare qualcosa per aiutarla, ne sarei onorato...

    Guardando però l'Uchiha dritto negli occhi senza il minimo segnò di sudditanza o sottomissione, se lo scambio di sguardi fosse durato più di qualche istante la giovane avrebbe potuto notare un leggero arrossire del ragazzo.


    Ovviamente il Muramasa se necessario avrebbe aiutato Miyori a scendere dal muretto tenendole la mano...



     
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