La fiducia che dà la guerra.[Free Kensei - Diogene - Youshi - Harumi]

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    la Fiducia che dà la Guerra


    III

    Nella stanza il tempo era una dimensione ininfluente, esso sarebbe potuto scorrere rapido all'esterno della stanza o addirittura fermarsi che, forse, gli shinobi e la kunoichi non se ne sarebbero nemmeno resi conto, tanto erano coinvolti dalla discussione che stava avvenendo attorno a quella mappa, segnata da statuette cremisi forgiate dal sangue.
    Prima una e poi l'altro ninja del Suono misero in luce quanto mi fosse estraneo della situazione cremisi: pressoché tutto, sebbene avessi avuto modo - tempo addietro - di ritrovarmi nella stessa stanza con il Veterano e lo Stratega e fossi sopravvissuto per poterlo raccontare. Abbassai il capo verso Alosyus quando finì di rispondermi, un gesto di scuse per le mie parole avventate, motivato dal profondo rispetto che portavo verso il condottiero Mikawa. La mia è una visione parziale, vedrò di non farmi trovare nuovamente impreparato dissi, stringendo la mascella e portando una mano nell'altra dietro la schiena, assumendo così una posizione marziale. Quelle mie ultime parole, invece, erano rivolte tanto verso il Kokage, quanto - soprattutto - verso il Mizukage che, malgrado le mie proposte fossero state anacronistiche e rapidamente scartate, diede segno di fiducia e approvazione.

    Trovai particolarmente interessante, successivamente, le informazioni riguardo al Paese delle Sorgenti Termali e, soprattutto, ciò che riguardava il Paese del Gelo: tramite la rete d'informatori del Garth, infatti, egli ci rese nota la presenza sempre più radicata di Ame all'interno della loro politica interna. Dunque, il Kokage ritenne potesse essere più proficuo mantenere quei due stati indipendenti, così da affidargli la funzione di ammortizzatori ad una possibile avanzata dei Cremisi verso Oto. Ma se invece si fossero prostati all'invasore?

    Il nocciolo della discussione tornò sull'argomento più scottante che, ovviamente, premeva e preoccupava entrambi i membri dell'asse. Si parlava di bijuu e del loro utilizzo in guerra, non solo, si parlava di dare e cedere quelli che rappresentavano delle assicurazioni per la sicurezza di un Villaggio, l'arma più potente e distruttiva che da sempre veniva protetta e celata agli occhi estranei. La mia espressione non avrebbe dovuto dare alcun pensiero agli altri ninja nella stanza, ma dentro di me sorgevano domande che solo qualche minuto più tardi il Kokage iniziò a dare risposta: esperimenti che risalivano a Orochimaru stesso, facevano pensare al Mikawa di poter trovare un modo per sottomettere i Codati nella loro forma ancestrale, dando così origine ad una vera e propria arma utilizzabile dal villaggio che ne aveva stretto le catene. Così propose uno scambio e nominò Harumi Mikawa come pedina da cedere a Kiri, in cambio avremmo dovuto concedere il Sanbi al Kokage. Il mio sguardo si pose severo sulla kunoichi del Suono, era stata posta sul piatto della bilancia con una facilità disarmante e, malgrado questo, sembrava potersi percepire un affetto e legame non indifferente da parte del Garth verso la giovane Mikawa.
    A quel punto seguì un giuramento di Sangue, l'ambiente tutto intorno a noi si fece testimone di ciò che stava avvenendo partecipandovi attivamente: le luci si offuscarono e le ombre sembrarono sparire, estraendoci dalla tridimensionalità, mentre l'aura del chakra dei ninja si mischiava e così il Sangue, da esso mosso, si allacciava agli avambracci dei due condottieri.

    Fu solo dopo quel momento che il tempo sembrò essere rientrato nella stanza della magione Kenkichi. Le parole del Mizukage tornarono non a parlare di guerra e i suoi piani, ma di coltivare un florido rapporto tra il villaggio del Suono e il villaggio della Nebbia. Tutto ciò tramite un più intenso scambio mercantile e culturale, facendo spargere tra la popolazione, che fino a quel momento mal sopportava la presenza di abitanti dell'altro villaggio o ninja, la novella della rinnovata e forte alleanza dell'Asse.
    Un sorriso, infine, si formò sulle mie labbra, Kensei-sama propose al Kokage di partecipare al rito della Nebbia di Sangue, un combattimento che, se avesse dovuto accettare (cosa che non dubitavo data la sua semenza), non mi sarei perso per nulla al mondo.
     
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    L'Asse Oto - Kiri


    Guerra e Religione XXXVIII, di Loxion Mikawa

    "Accetto."

    Queste le parole del Kokage alle piccole aggiunte sul patto da parte del suo pari, il quale rispose con la medesima, semplice parola, in grado invero di attivare il sacro "Chi-Kyoutei", la tecnica incisa nella seconda tavola dei Mikawa.

    L'accordo venne suggellato con sangue e ora solo una pena peggiore della morte stessa poteva scioglierlo.
    L'Asse Oto-Kiri era nato, un impero in grado di fondere la storia della Nebbia di Sangue con lo spirito del creatore del Suono e tale da scuotere le fondamenta del continente intero.

    La tecnica tuttavia rese palesemente indebolito il Garth, il quale non nascose di doversi appoggiare al bracciolo della sedia per recuperare il fiato. L'antico sapere di stringere legami di sangue richiedeva sempre un grande sforzo, nonostante erano ormai molti gli alleati che Aloysius aveva vincolato a se con quel chiiton. Eppure, quella volta, la sensazione di aver trovato finalmente un degno shinobi da chiamare compagno era più concreta, una tangibilità che si rifletteva ad esempio nella maestosità delle ciclope mura a difesa di Kirigakure. Diogene sognava un impero con la bandiera di Oto ma il tempo e i fallimenti gli avevano fatto capire che aveva bisogno di alleati che condividevano almeno parte della sua politica, pochi ma tremendamente affidabili oltre che efficaci quando chiamati in causa.

    Youshi stava assistendo ad un evento che anni dopo i ninja avrebbero scritto sui libri di storia, nei quali si parlava di una fatidica cena nella quale due dei più forti ed importanti ninja del mondo stavano disegnano il futuro, dove pochi avrebbero deciso le sorti di molti.

    Quindi Kensei chiese altre informazioni sui movimenti del Colosso il quale, soprattutto ora che il patto era stato stretto, non aveva proprio più remore nel confidarsi. Aver qualcuno su cui confrontarsi con quelle tematiche che non fosse Eiatsu, Anteras o Ukitake era una gioia per il generale amante della guerra:

    " La mia è una storia di fallimenti, cugino. Ho tessuto trame in lungo e in largo, cercando le figure più giuste susseguitesi in questi lunghi anni di ricerca: Yashimata, Shinodari, Raizen, Deveraux, Shinken, Jotaro, Hoshi, Senji, Yato, Etsuko...e molti altri. Tutti abili ninja, e grandi uomini in potenza...tutti invero rivelatisi uomini piccoli, perché tutti, prima o poi hanno osato abbandonarmi. Alcuni hanno persino scelto la morte, vista l'incapacità di sostenere la mia visione, lo schema di perfezione che avevo disegnato loro per il mondo del futuro. Alcuni come Febh e Hohenheim hanno proprio ripudiato questa strada, proclamandosi aperti nemici dell'impero.
    Ma questi fallimenti mi hanno aiutato a costruire una visione sempre migliore: ripartendo dall'eredità di Orochimaru, iniziammo con l'idea di un obitorio in grado di impossessarsi delle conoscenze di tutti i paesi. Poi il progetto virò verso qualcosa di più radicale che andasse a sostituirsi alle funzioni stesse dell'Accademia, inutile ed ingiusto retaggio del passato. Quindi si consolidò l'idea dell'impero e la necessità dell'annessione dei popoli sotto un'unica bandiera per impedire la disfatta del continente...cosa che pian piano si sta avverando con le forze affermate di Iwa e Kumo, i tradimenti dei Paesi minori e soprattutto la minaccia di Cantha.
    Una verità che mi ha portato a costruire un esercito, fatto di persone, di colossi, di demoni, di macchine e di navi, in grado di agire sulla mappa senza vincoli e di affrontare ogni rivale.

    Un percorso che mi ha portato da te, in questa stanza, oggi.
    E non è un caso che proprio in questa data ricorre l'anniversario della scissione tra Kenkichi e Mikawa.
    Che la nostra alleanza possa essere anche la risposta ai nostri antenati a quel grave errore commesso?"


    Tutte le altre informazioni erano sulla mappa di sangue ancora attiva, con la posizione dei due grossi centri nevralgici di produzione di armi (nel Vento) e di navi (nel The) e l'allestimento della base operativa per l'addestramento delle truppe a Nakani.

    In merito all'incremento del legame tra i villaggi, il Colosso rispose sinteticamente:

    " Inseriremo dei percorsi di formazione peri nostri ninja seguendo un approccio più classico, degno delle tradizioni dei nostri villaggi, completamente diverso dai dettami scadenti dell'Accademia. I chunin di oggi non hanno mai visto il vero pericolo di una missione, non conoscono il mondo vero che li circonda...noi rialzeremo il livello delle nostre giovani leve in modo che possano diventare comandanti nel nostro esercito! Harumi e Youshi potrete prendere parte in questo processo in maniera attiva.
    Da un punto di vista economico/sociale invece, dovremo fare pressione sui nostri Daimyo per agevolare le trattative economiche e creare canali di comunicazione diretta, iniziando anche un processo di fusione di usi e costumi. Dal cibo, al vestiario, dalla tecnologia alla musica.
    Kiri dovrà sentirsi a casa ad Oto e viceversa. "


    Il messaggio era sicuramente passato e i due leader erano decisamente sulla stessa lunghezza d'onda.
    Mancava solo un ultimo punto da affrontare, una richiesta che una volta per tutte chiarì la filosofia della Nuova Nebbia di Sangue professata dall'Inquisitore in armatura: solo la battaglia poteva sancire un patto di tale importanza.
    Un rito che il Kenkichi stava elevando al di sopra della stessa tecnica di sangue che già aveva sugellato quel patto. Uno scontro in cui ogni parte metteva sul piatto della bilancia la propria vita pur di arrivare a conoscere realmente chi aveva difronte.

    Ma quella era PROPRIO la filosofia di vita di Aloysius Diogene Mikawa:

    " Che sia il sangue a rivelare la nostra vera natura. "

    Ed in quel momento, Kensei poté percepire distintamente il grido di Mumei, la leggendaria arma Kenkichi brandita dal Mikawa, e vederne attraverso la lama la figura in ombra di una donna dai capelli corvini.



    CITAZIONE
    OT/ Facciamo la chiusura e portiamo a casa anche questa vecchia ma importantissima giocata !!/OT
     
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    La fiducia che dà la Guerra

    Capitolo Unico

    Atto VI
    Promesse e Debiti †



    Eravamo perfettamente in accordo. Ogni parola che l'uno pronunciava come richiesta per l'altro veniva puntualmente accolta. Sembrava di sentire una melodia che s'armonizzava, con le scale che si parlavano senza tuttavia sovrapporsi in un unisono o, peggio, cacofonicamente. Dialogare col Kokage era facile e stimolante e per questo siglare alla sua tecnica vincolante, al suo sigillo di sangue, fu una conseguenza semplice e diretta. Ma se per me tale gesto fu poc'altro che un sospiro profondo, per la massima carica del Suono fu qualcosa di più. Il suo corpo, provato, cercò l'appoggio nell'appiglio più vicino, la sedia e, senza vergogna, come si farebbe in un attimo di debolezza in famiglia, vi si poggiò contro, sospirando. Attesi il tempo necessario perché si ricomponesse e ritrovasse le forze spese prima di incalzarlo con altre richieste. La prima fu quella di sapere le trame su cui si muoveva Oto. La mia è una storia di fallimenti, cugino. Ho tessuto trame in lungo e in largo, cercando le figure più giuste susseguitesi in questi lunghi anni di ricerca: Yashimata, Shinodari, Raizen, Deveraux, Shinken, Jotaro, Hoshi, Senji, Yato, Etsuko...e molti altri. Tutti abili ninja, e grandi uomini in potenza...tutti invero rivelatisi uomini piccoli, perché tutti, prima o poi hanno osato abbandonarmi. Alcuni hanno persino scelto la morte, vista l'incapacità di sostenere la mia visione, lo schema di perfezione che avevo disegnato loro per il mondo del futuro. Alcuni come Febh e Hohenheim hanno proprio ripudiato questa strada, proclamandosi aperti nemici dell'impero. Disse, elencando nomi più o meno noti. Fallimenti, tu li chiami, Diogene? Ma fallimenti di chi? Tuoi? un leggero ghigno di scherno uscì da sotto l'elmo. Hai elencato più morti, o scomparsi, che vivi. Non sei sicuramente tu quello che ha fallito, evidentemente. I deboli non sono forgiati per sostenere taluni fardelli, figurarsi quello con la mole più spropositata di tutte: il fardello della giustizia perfetta ed eterna. Dissi, cercando di rincuorare il suo animo. Avrei lasciato i commenti sulle persone nominate ad un secondo momento. Questi fallimenti mi hanno aiutato a costruire una visione sempre migliore: ripartendo dall'eredità di Orochimaru, iniziammo con l'idea di un obitorio in grado di impossessarsi delle conoscenze di tutti i paesi. Poi il progetto virò verso qualcosa di più radicale che andasse a sostituirsi alle funzioni stesse dell'Accademia, inutile ed ingiusto retaggio del passato. Quindi si consolidò l'idea dell'impero e la necessità dell'annessione dei popoli sotto un'unica bandiera per impedire la disfatta del continente...cosa che pian piano si sta avverando con le forze affermate di Iwa e Kumo, i tradimenti dei Paesi minori e soprattutto la minaccia di Cantha. Una verità che mi ha portato a costruire un esercito, fatto di persone, di colossi, di demoni, di macchine e di navi, in grado di agire sulla mappa senza vincoli e di affrontare ogni rivale. Rimasi piacevolmente sorpreso da tanta ingegnosità: a parole, il Kokage sembrava possedere davvero qualcosa di sconfinato e irresistibilmente potente. Stava a noi, guidarlo con mente illuminata. Un percorso che mi ha portato da te, in questa stanza, oggi. E non è un caso che proprio in questa data ricorre l'anniversario della scissione tra Kenkichi e Mikawa. Che la nostra alleanza possa essere anche la risposta ai nostri antenati a quel grave errore commesso?" Sorrisi sotto l'Elmo, sentendo quelle parole. Saremo più lungimiranti dei nostri predecessori. È lo Storia che ce lo chiede. Risposi poi, tornando con gli occhi sulla mappa di sangue, seguendo le indicazioni del Garth sulle altre postazioni d'interesse e influenza Otese nel continente. La rete creatasi in tutti quegli anni era davvero ben tessuta. Itai aveva ragione a temere le capacità di Diogene - errava, tuttavia, nel temerlo in senso stretto. Piuttosto, doveva comprenderlo, come il sottoscritto.
    Venne poi il momento della promessa culturale; vi era, da parte di entrambi, la volontà di forgiare gli Shinobi in un nuovo modo davvero formativo. Non quelle farse scolarizzate e insofferenti delle lezioni accademiche. Qualcosa che fosse insieme nuovo e vecchio, tradizionale ed innovativo. Inseriremo dei percorsi di formazione per i nostri ninja seguendo un approccio più classico, degno delle tradizioni dei nostri villaggi, completamente diverso dai dettami scadenti dell'Accademia. I chunin di oggi non hanno mai visto il vero pericolo di una missione, non conoscono il mondo vero che li circonda... noi rialzeremo il livello delle nostre giovani leve in modo che possano diventare comandanti nel nostro esercito! Harumi e Youshi potrete prendere parte in questo processo in maniera attiva. Da un punto di vista economico/sociale invece, dovremo fare pressione sui nostri Daimyo per agevolare le trattative economiche e creare canali di comunicazione diretta, iniziando anche un processo di fusione di usi e costumi. Dal cibo, al vestiario, dalla tecnologia alla musica. Kiri dovrà sentirsi a casa ad Oto e viceversa. Annuii. E sia. Risposi poi. Non avrei saputo dire meglio quanto espresso dal Kokage. Doveva esserci uno sforzo, uno slancio totalitario da parte di entrambi i villaggi e, per farlo, erano necessarie azioni capillari e ben studiate. Kiri ed Oto dovevano risultare sorelle disperse, ora ritrovate.
    Il momento delle chiacchiere, poi, finì e le promesse di un ulteriore patto, di un ulteriore legame sancito dal sangue, dal sudore, dalla fatica e dal dolore si levarono alte nel cielo. Che sia il sangue a rivelare la nostra vera natura. Disse il Garth dei Mikawa mentre la sua lama, come in un vero e proprio gesto di sfida, si intrufolò nella mia mente e nel mio mondo interiore, manifestandosi e gettando su di me occhi di fuoco. Era lo sguardo di chi era pronto a scatenare tutto se stesso!
    Lascio a te, Diogene, decidere il luogo ed il momento che riterrai più opportuno. Tesi l'avambraccio verso il Garth. Che una nuova era abbia inizio. [Note]



    Kensei Hito
    剣聖

    Statistiche Primarie
    • Forza: 850
    • Velocità: 700
    • Resistenza: 700
    • Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 700
    • Concentrazione: 700
    • Intuito: 725
    • Precisione: 700
    Chakra:
    Vitalità:

    En. Vitale: 30/30
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    3:


    Equipaggiamento
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Lente per D-Visor - Fish Eye × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • Corpo dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Simbolo della Stella × 1

    Note
    • [TS] Istinto Omicida disattivato.
      - Unità di Sangue disponibili: 0.

    • Combattere con Handicap Attivo.
      - Numero di Round passati con l'equipaggiamento debilitate indossato: 1.

    • Assetto Gakutensoku: Nessuno.
      - 0 Round rimanenti al prossimo Cambio di Assetto.


     
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    L'Asse Oto - Kiri


    Guerra e Religione XXXIX, di Loxion Mikawa

    L'accordo era stato preso e l'asse tracciato sulla mappa delle terre emerse popolate dai Ninja.
    Quel giorno iniziava una nuova era, dove il Suono e la Nebbia avanzavano in sinolo per la conquista del mondo noto a discapito sia dell'Alleanza che dei Paesi alla ribalta, i quali stavano sgomitando da anni per ottenere un posto di rilievo nel palcoscenico polito-militare. Sarebbe stata dura per due motivi principali: il primo era rappresentato certamente dalle minacce dei Cremisi e dei Canthiani, che su tutti avevano dimostrato la loro valore sconfinando con forza nel recente passato. Il secondo era rappresentato dalle principali associazioni di nukenin che, in decenni di malefatte, avevano piantato radici profonde nella struttura socio economica delle continente. Questi due fattori insieme immobilizzavano le truppe, per paura di un contrattacco dagli invasori, complicavano le strategie, poiché vi erano soggetti come le Calamità a rendere imprevedibile l'esito di un conflitto, e soprattutto forzavano grossi flussi di denaro ad essere dirottati verso chi deteneva ormai il controllo di informazioni, armamenti e War-changer come Armi di Iwa o Demoni Codati.
    Realtà, problemi ben noti ai due leader, i quali avevano preso parte in prima persona a molti degli aventi che avevano contribuito a scrivere la recente storia.

    Tuttavia questo non avrebbe impedito ai due Kage di percorrere il loro cammino e costruire l'Impero che volevano per la loro gente; lo avrebbero fatto per dare un futuro degno al mondo dei ninja, per tracciare la rotta da seguire e cancellare i falsi valori indotti dal predominio Accademico.
    Era un concetto semplice: vendetta chiama vendetta e di torti e soprusi il sistema ne aveva fatti in lungo e in largo, producendo appunto quelle realtà ora alla ribalta, infuocante da anni di ingiustizia, passati nell'ombra. Una catena di odio che avrebbe portato ad una nuova Guerra Ninja e dalle cui ceneri avrebbe innescato un nuovo anello della catena, come se un sadico fabbro si stesse divertendo dall'alto a forgiare il destino dei ninja sin dal principio.
    Per rompere la sequenza serviva una soluzione drastica. Distruggere tutto per cancellare la storia e quindi eliminare l'odio dal cuore degli uomini. Ripartire da un'unica realtà comune, senza più vincitori e sconfitti, basata sui principi della vecchia scuola, quella della Nebbia di Sangue e del Primo Suono.

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    Ecco il mondo che Kensei ed Aloyiusus avrebbero costruito.

    Il primo passo era far comprendere ai due Paesi interi, a partire dai rappresentati politici ai vertici, il cambio di rotta. La commistione delle usanze, delle procedure e delle conoscenze era sicuramente qualcosa da iniziare al più presto per scardinare le barriere culturali delle due differenti popolazioni ma il confronto con i rispettivi Daimyo non era da meno. Forse per l'Inquisitori sarebbe stato più facile trovare un accordo con Shoichi Kiriyama, ragazzo ancora non maturo ma educato all'arte militare e con una ambizione tale da vedere probabilmente nei piani del Mizukage proprio la soluzione al suo compito di risollevare il nome della famiglia. L'Acqua aveva trovato già una sua direzione con la nomina di Kensei.
    Nel caso delle Risaie, invece, Aloysius non era convinto che avrebbe trovato una spalla forte su cui poggiare la sua campagna militare espansionistica. La sua proclamazione era avvenuta per votazione dalla capitale militare, quindi dai soldati e non dai nobili. La sua figura era probabilmente vista con timore dalle alte sfere perché il Mikawa aveva dimostrato di prediligere la via della spada a quella delle parole, come ad esempio nel caso dell'uccisione del Nidaime. Inoltre il Colosso avrebbe prima dovuto risolvere un grosso problema interno ad Oto, di quelli che anche un colpo di stato di stampo militare sembrava una bazzecola in confronto. E quel problema indossava degli occhiali finti e era amico delle lucertole.


    Tuttavia il Garth non era un uomo da proiettarsi così tanto nel futuro da perdersi il presente: avrebbe pensato allo Yakushi al suo ritorno ad Oto, ora aveva un fratello di Sangue da onorare alla maniera dell'antica Rosa d'Acciaio. Si scolò il sakè, per abitudine più che per il piacere di assaporare il pregiato liquido (visto che ormai aveva perso la capacità di godere dei piacere dei vizi carnali), e si alzò dalla sedia per decretare la fine del banchetto e delle chiacchiere; Harumi e Youshi già avevano avuto quel momento per stringere la loro alleanza come combattenti e ora era il turno dei loro kage di conoscersi attraverso la gioia e il dolore dello scontro. Invero c'era già stato modo di incrociare le lame, sia nei Bosco dell'Upupa che ai tempi della Chiamata nel Ferro, ma in entrambi i casi kensei aveva avuto di fronte un Diogene in balia di Khorne e ne aveva visto un potere distorto, sebbene indubbiamente straripante.

    Che il Kiriano si sentisse realmente in grado di contrastare quello che aveva provato sulla sua stessa pelle? E se si, davvero la forza del Generale Cremisi si limitava a quello che aveva fatto vedere? Solo il Sangue lo avrebbe rivelato.



    CITAZIONE
    OT/ Direi di chiudere questa giocata e poi aprirne un'altra per il combattimento, se vuoi! Chiaramente appena avrò la scheda al 100% aggiornata ;)/OT
     
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    Sensō ga ataeru jishin

    IV

    Il cuore riprese a battere ad un ritmo normale quando l'aura di potere sembrò scemare nella stanza. Deglutii e mi guardai attorno: il Mizukage, siglato l'accordo con l'altra massima carica di stato, rimase marziale e intellegibile nella sua armatura e nell'elmo che ne nascondeva il viso; dall'altra parte il Kokage, a seguito del rituale, mostrò segni di inevitabile stanchezza e si appese al bracciolo dello scranno, ma nella sua prossemica non vi furono segni di alcuna debolezza, lo sguardo era vivo e attento, il corpo trasmetteva ugualmente la sua potenza. La mente del Mikawa andò allora a ricostruire il percorso che lo aveva portato in quella stanza, raccontò i legami che aveva stretto con altri shinobi in precedenza e come essi lo avvessero abbandonato e deluso nel fallimento. La mia attenzione fu massima quando citò, tra questi, l'attuale consigliere: Etsuko Akuma. Il mio sguardo si spostò repentino verso il Mizukage, ma non sembrò dare alcun segno di sorpresa o conoscenza, troppo attento nell'ascoltare le parole successive del condottiero di Oto. Io, invece, passai la mano sul naso iniziando a riflettere su quali potessero essere le implicazioni di Etsuko nei trascorsi di Alosyus-sama, cosa potessero aver tramato assieme e come avesse potuto l'Akuma, successivamente, stringere un legame con l'Hokage. Quella rivelazione, forse passata in sordina all'attenzione del Mizukage, magari perché già nota o perché troppo concentrato sul discorso generale del Kokage, fu come un nuovo punto di luce che proiettava nuove e dense ombre sul viso della Mano Dorata.

    Si tornò poi a parlare di come saldare il legame tra i due villaggi, vi era la questione del reclutamento e l'addestramento delle nuove leve, questione che il Kokage - con il beneplacito dell'altra carica di stato - riservò a me e ad Harumi. Sarebbe un onore dissi marziale, muovendo il capo verso i due kage in segno di rispetto.
    Al momento dei saluti tra i due tossii leggermente, chiedendo così implicitamente parola e, se mi fosse stata accordata, avrei detto con tono calmo: Se vorrete potrò occuparmi io dell'organizzazione della Nebbia di Sangue era, d'altronde, ciò che facevo attivamente da diversi anni Potrebbe essere anche l'occasione perfetta per un incontro tra i Daymio del futuro Impero Avere la loro totale fiducia e appoggio avrebbe assicurato ai due Kage di potersi muovere senza alcuna remore, gettando così delle basi ancora più solide e sicure.
     
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