DE-CEPTIONFree tra Shu e Ryugi

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    De-ception

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    [Amministrazione di Suna, poco prima del tramonto]



    Siete sicuro che si tratti della persona adatta?

    Certamente, Shinichi-san replica Kyogu per poi sistemarsi gli occhiali privi di stanghette Ryugi-san è una delle nostre Kunoichi più promettenti, e poi è un membro del clan Nekki e visti i chiari rapporti...

    Non ho certo bisogno che sia lei a ricordarmi della storia comune dei nostri clan lo interrompo, esagerando la mia frustrazione. Gli faccio un cenno col capo, dandogli il permesso di continuare. Solo dopo mi rendo conto del gesto e sorrido di me stesso. Certe idiosincrasie sono dure a morire.

    Kyogu tossisce e noto chiaramente il rivolo di sudore che gli sta scendendo sul lato della fronte, sa benissimo di star iniziando a trattare con dei pezzi grossi, seppur senza più alcun potere nella vita politica del villaggio. Un'altra delle mie vecchie abitudine che riemerge.

    Si, come dicevo, si tratta di una Kunoichi molto promettente e che risponde perfettamente alle vostre richieste. Sono sicuro che andrà tutto bene sia per lei che per Akasuna-san. Si ricordi però dell'accordo che ha sottoscritto. Non dipende da me, lo sa, ma... il tremolio delle sue spalle tradisce il suo enorme nervosismo, sa benissimo che se io o Shu ci rimangiamo la parola che io ho dato per tutti e due, la sua carriera è finita.

    Non sono abituato a venir meno ad un accordo stretto. E neanche Shu, senza contare che se i miei sospetti sono fondati... gli farebbe bene un po' di attività. C'è solo una persona che mi preoccupa...

    Kyogu squittisce E chi mai, Shinichi-san? Il Kazekage? Qualche suo nemico del clan?

    Sorrido, cercando di rassicurarlo Lei non ha figli, vero?

    Ed è in questo esatto momento che, nel modo più consono alla sua persona, Ryugi Nekki entra nella mia vita per la prima volta.

    [...]

    Kyogu aveva convocato per una missione segreta della massima riservatezza. Alla sua entrata avrebbe potuto notare, oltre la scrivania dell'ufficio, un giovane uomo sulla ventina con un paio di occhiali senza stanghette e dei corti capelli neri, molto teso e di altezza nella media mentre più vicino a lei, al di qua della scrivania e girato di spalle ad eccezione del volto un uomo molto alto (circa 180cm) dai capelli neri ed una piccola barba molto curata con degli occhi azzurri come il ghiaccio. L'ampio kimono bianco con il sinbolo del clan Kurogane intarsiato sulla schiena lo avrebbe identificato immediatamente come un membro del clan anche se invece del classico nero il simbolo era sia nero che oro, una cosa insolita, che Ryugi avrebbe potuto notare se fosse stata avvezza alle finezze araldiche di quel clan. Avrebbe persino potuto riconoscere Shinichi, sia per la particolarità di quel simbolo che solo lui utilizzava, sia per le sue sembianze. Anche se negli ultimi anni si era ritirato a vita privata un tempo era abbastanza conosciuto nel villaggio.

    [Nota: Ti lascio libertà nel sapere se hai sentito parlare di Shinichi, ovviamente]



    Benvenuta Ryugi, io sono Kyogu-san e ti ho convocato per questa missione. Lascerò che sia il mio... conoscente qui presente ad introdurti il tutto.

    Mi volto verso la ragazza e faccio un inchino

    Shinichi Kurogane, un vero piacere conoscerla, Ryugi-san

    Dopo le ovvie introduzioni spiego il problema che Ryugi dovrà affrontare a breve

    Ho rinvenuto questa mattina un mio amico, e Shinobi di questo villaggio, Shu Akasuna apparentemente svenuto nella sua dimora. Ho tentato di soccorrerlo ma sono stato come... trattenuto da qualcosa. Ho proceduto ad indagare ed ho scoperto qualcosina di interessante...

    Innanzitutto da tempo il mio amico stava facendo esperimenti con un particolare sigillo che può manipolare e rimuovere frammenti di memoria. Temo che abbia esagerato. In secondo luogo... ha usato degli altri sigilli per impedire a ninja di... diciamo elevate capacità di intervenire con i suoi esperimenti.


    Il nostro esperto di Fuuinjutsu ha accompagnato Shinichi-san ed analizzato i sigilli usati. Abbiamo bisogno di un ninja, come dire, inesperto abbastanza da poter interagire con Akasuna-san ma promettente abbastanza da poter superare eventuali trappole da lui posizionate. Abbiamo pensato a te, Ryugi-san.

    L'unico modo per salvarlo è quello di sfruttare i suoi stessi sigilli per entrare nella sua mente ed in qualche modo... riparare la sua psiche. Non ho idea di cosa ti potrai trovare ad affrontare ma, in caso di necessità, io sarò li per tirarti fuori.

    Il nostro esperto ha garantito che è necessario il contatto fisico per poter interagire con la mente di Shu-san. Riteniamo che basterà interrompere questo contatto per poter rimuovere il collegamento. Allora, Ryugi-san, accetti la missione?

    Alla risposta affermativa di Ryugi, che avrebbe comunque potuto indagare maggiormente la situazione prima di accettare, l'accompagno a villa Akasuna, nella zona nord del villaggio.

    [...]



    In caso non fossi a conoscenza di questo fatto gli Akasuna sono una delle famiglie più... prestigiose, e tormentate, del clan dei marionettisti. A villa Akasuna vive solo il mio amico ma non ti devi preoccupare di eventuali trappole, mi sono accertato di averle disattivate tutte. Perlomeno quelle non dipendenti da sigilli, di quelle se ne è occupato l'esperto accademico.

    La villa è una residenza recintata con un giardino all'interno ma, diversamente da quello che ci aspetterebbe, era palesemente diroccata. Il giardino è completamente divelto con svariate lame, pali di legno e residui di esplosioni e congegni meccanici sparsi in giro. Vado a colpo sicuro verso la porta, che non esisteva più, ed entro nella villa seguito da Ryugi. Accendo la luce, ormai fuori il sole stava calando e comunque la villa non aveva mai goduto di una buona luce naturale. Non è un caso che Miyako l'abbia sempre paragonata ad una cripta.

    Conduco la ragazza verso le profondità della casa e svariati buchi nei muri fatti da me stesso. Le condizioni dei corridoi, che richiamano quelle del giardino, avrebbero reso evidente il fatto che quella casa è piena di trappole e passaggi segreti. Tutti, o quasi, aperti dal sottoscritto.

    Infine, siamo giunti nella stanza incriminata. Svariati simboli ricoprivano interamente i muri formando due o tre spirali che si congiungevano alle tre figure al centro della stanza, stese a terra. Quella al centro era chiaramente l'unica umana, pallida come un cadavere ma ancora viva, gli occhi chiusi ed i capelli rossi, completamente nuda. Si trattava di un ragazzo molto minuto, apparentemente di età poco sotto i vent'anni. Fianco a lui due marionette, due pupazzi senza vita e dalla forma vagamente umanoide, senza quelle rifiniture per cui quel clan era famoso.

    Prima di continuare voglio dirti una cosa, Ryugi. Avrei dovuto farlo prima ma... non volevo che tu rifiutassi. Ma è giusto che tu lo sappia e che tu abbia la possibilità di fermarti prima che sia troppo tardi. Tutto questo non è successo per caso. E' stato voluto da Shu. Tutto questo è solo un elaborato tentativo di suicidio.

    Le porgo la nota, quel peso sullo stomaco e sul cuore che mi sto trascinando dentro da stamattina, e che mi ha spinto a tradire la mia famiglia e la fiducia di mia moglie per quello stronzo egoista.


    CITAZIONE
    Carissimo Shinichi, credo di esserci riuscito.

    Come ben sai il tema della memoria mi affascina moltissimo e credo di essere riuscito a trovare la risposta alla fatidica domanda: siamo veramente noi senza i nostri ricordi? Io non credo. Finalmente mi potrò liberare di anni di brutti ricordi in una volta sola. Ma poi ho pensato... perché limitarmi? Perché non rimuovere tutti i miei ricordi? Sarò ancora "Shu Akasuna" dopo? Il mio corpo funzionerà lo stesso? La mia mente verrà danneggiata? E se si, come? Ma la cosa più emozionante è: come sarà essere "morti" pur essendo ancora vivi? E se dovessi morire sul serio? Pensi alle interessanti conseguenze filosofiche? Potrei persino provare una volta per tutte l'esistenza dell'anima, la stupidità della teoria della reincarnazione. La concreta e definitiva distruzione di tutte le religioni. Raggiungerò finalmente la trascendenza, amico mio. Ricordati di me e, in caso le cose non andassero come spero, prenditi cura del quel neonato innocente che diventerò. Sarebbe come se fosse mio figlio e tu sei l'unico di cui mi fiderei per crescerlo.

    Sei un ottimo padre Shinichi, ed un maestro migliore di quello che io sono mai stato.

    Addio, amico mio

    Shu Akasuna.

    Aspetto che finisca di leggere la lettera, e la riprendo per riporla nella mia tasca, prima di procedere.

    La decisione è, e deve essere, solo tua Ryugi. Se accetti basta semplicemente che poggi la tua mano sulla fronte di Shu. Il sigillo reagirà e ti ritroverai all'interno della sua mente.

    Se Ryugi si fosse avvicinata a Shu ed avesse toccato la sua fronte avrebbe notato come i sigilli che ne ricoprivano il corpo si sarebbero insinuati sulla sua pelle, sotto i vestiti (anche se non avrebbe avuto alcuna sensazione tattile) fino a ricoprirla. Poi si sarebbe sentita come assonnata e prima o poi avrebbe chiuso gli occhi. Si sarebbe ritrovata in uno spazio completamente buio. Avrebbe sentito solo piangere ed avrebbe potuto notare, li vicino a lei, un bambino. Chiaramente lo stesso ragazzo che aveva visto fuori (nudo anche questo) solo di qualche anno più giovane. Avrebbe avuto al massimo 7 o 8 anni.

    Se Ryugi si fosse presentata o avesse comunicato in qualche modo con quel bambino lui avrebbe smesso di piangere, l'avrebbe guardata in modo stupito ed avrebbe esclamato: Ciao, mi chiamo Shu. Dove siamo? E perché... perché non ricordo niente?




    [Nota OFF per Shiltar: innanzitutto scusa per la qualità del post, devo riprendere l'abitudine a scrivere e devo ancora abituarmi a questo nuovo modo. In secondo luogo da adesso in poi ovviamente interpreterò il piccolo Shu psichico. Ho lasciato aperta la fine per lasciarti piena libertà nella gestione degli spazi mentali di Shu.
    In caso ti servissero aiuti per quello che riguarda la psiche del personaggio, traumi passati eccetera da sfruttare sono sempre disponibile.

    Grazie mille per la ruolata! :D]
     
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    Shinichi & Shu



    Eccoci ad un'altra avventura di Ryugi.
    Superfluo dire che quando le era stata offerta la possibilità di partecipare ad una qualche missione segretissima in amministrazione, ne fu entusiasta.
    Certo, il fatto di dover andare in amministrazione, senza notizie su questa "segretissima" missione, la portò a supporre che lì avrebbe avuto maggiori informazioni sulla stessa, giustamente. Così, lieta di quella possibilità e curiosa per qualsiasi azione potessero assegnarle, Ryugi arrivò prontamente al centro amministrativo di Suna.
    Qui trovò, oltre l'impiegato che le era stato indicato, tale Kyogu, anche un altro individuo, sconosciuto, che portava in bella mostra, sul suo kimono bianco, lo stemma di un clan, che, però, le era noto.

    Come sapete, il sogno di Ryugi è diventare la prima donna del clan Nekki ad essere Kazekage, questo, direi, riassume a pieno le sue priorità. Inoltre, la nostra giovane amica ha passato molti anni, prima di diventare studente, nelle biblioteche del clan, lì ha potuto apprendere tutto sulla storia dei Nekki e sulle interazione con gli altri casati del villaggio della Sabbia.
    Per tali motivi, non le fu difficile riconoscere il simbolo dei Kurogane sul kimono di quello che gli fu poi presentato come "Shinichi Kurogane".

    Ppppppppppp piapiapia piacere mmmmio., si presentò, senza nemmeno provare a pronunciare il nome dell'altro, ma ipotizzando che sarebbe stato lui il caposquadra per quella misteriosa missione, prima che le offrissero le prime informazioni.

    La missione sembrava riguardare un ninja di Suna, tale Shu Akasuna, altro cognome di un clan, seppur minore, che Ryugi aveva sentito nominare, anche se non conosceva tutti i dettagli a riguardo.
    Il Kurogane, da ciò che raccontava, aveva visitato questo Akasuna e lo aveva trovato privo di sensi.
    Qualcuno si è infiltrato a Suna e lo ha attaccato? , fu il suo primo pensiero, chiedendosi come fosse possibile ed ipotizzando che avrebbero dovuto trovare tracce di questi invasori.
    Il racconto, però, continuava: sembrava che il marionettista avesse fatto un qualche esperimento con dei fuuinjutsu su se stesso e ciò lo avesse ridotto in quello stato, inoltre c'erano delle trappole nei sigilli, un qualche modo per bloccare i ninja di più alto livello che avessero cercato di interagire con l'Akasuna.
    Alla fine dei conti, la segretissima missione era: affidarsi ad un ninja di scarsa esperienza per cercare di sbloccare i sigilli nella testa del marionettista e salvarlo.
    Voi cosa avreste detto a quel punto?

    Ryugi era fedele al suo villaggio e desiderosa tanto di dimostrarsi capace, quanto di apprendere da ogni situazione che le si poneva dinanzi, quindi non disse di no alla missione che le fu assegnata.
    In più c'era da dire che aveva sempre desiderato imparare qualcosa di più sui fuuinjutsu.
    Sì, ssss sasasasa salviamo Sshhhhu-sammmmma., concordò la giovane Nekki, accettando di seguire il Kurogane fino alla casa del marionettista.
    Anche se, in tutto ciò, un dubbio rimaneva a ronzarle in testa: Perché dei sigilli contro i ninja di alto livello? Cosa stava sperimentando?
    Arrivò a supporre che, qualsiasi fosse stato l'incidente, dovevano salvare il Marionettista per ciò che poteva aver scoperto.

    [...]

    Shinichi condusse la kunoichi verso l'abitazione del marionettista, dandole ulteriori informazioni.
    Noonnnn cococo conosco il ccc clan Akaakaaaaa Akasuna, ma nnne ho ssssentito ppppp parlare, sì., confermò con un cenno del capo.
    In effetti era vero: Ryugi aveva letto del clan Akasuna, appunto, fra le famiglie prive di una vera e propria Kekkai Genkai, che avevano fatto del marionettismo la loro arte, un intero casato abile nelle stesse arti del geniale Shunsui, jonin di Suna da relativamente poco tempo.

    In più, Ryugi aveva sentito parlare anche degli ultimi anni degli Akasuna, dei loro lutti famigliari, più che altro dalle informazioni che la madre aveva sentito nel mercato di Suna, più che da ciò che il padre poteva sentire fra i ninja del villaggio.
    E parlando di lutti, la casa del clan Akasuna sembrava una cripta, in effetti, una cripta vandalizzata, probabilmente per effetto di tutte le trappole che il Kurogane aveva disattivato fino a quel punto.
    Al centro di suddetta cripta, sapete cosa c'era? Un corpo pallido dai capelli rossi che, non fosse stato per il respiro, sarebbe parso effettivamente un cadavere, con ai fianchi due anonime marionette.

    La nostra giovane amica non aveva mai visto personalmente una vera marionetta, né dal sapiente Shunsui, né da altri ninja di minor rilievo del medesimo squadrone. Per essere le prime due marionette che vedeva in vita sua, erano piuttosto banali, in vero.
    Quei pensieri furono interrotti dalle parole del Kurogane, che gli porse una lettera e gli preannunciò: non era stato un incidente, ma un atto deliberato di quel marionettista.
    Un tentativo di suicidio?
    Ryugi lesse la lettera e più andava avanti, più quello non sembrava un "suicidio", ma qualcosa di ancora più assurdo: una sorta di esperimento, sì, su come potesse essere la vita di una persona senza più i suoi ricordi.
    Cccc cococo come?, balbettò, nel leggere le ipotesi e le idee su come sarebbe potuto essere ancora se stesso.
    La nota finale, poi, parlava della possibilità che il risultato dell'esperimento fosse solo un bambino senza memorie.
    Sì, ssssss Ssss Shshhhh Shiiini, Shhhi, Shinichi-san, lo ffff farò., confermò a quel punto la kunoichi, facendo poi quanto le fu detto, appoggiando una mano sulla fronte dell'Akasuna e trovandosi, in poco tempo avvolta in fuuinjutsu lungo tutta la pelle.

    La piccola Nekki fu quasi tentata di togliere la mano, ma si trattenne, stringendo i denti e focalizzandosi sul Kiseki che portava con se, forse non un'arma che potesse ancora usare, ma un oggetto che la rendeva una rispettabile shinobi della Sabbia e come tale avrebbe fatto quanto possibile per salvare un compaesano, seppur in questo caso si trattava di salvarlo da se stesso.
    Quelli furono gli ultimi pensieri prima di assopirsi...

    [...]

    Quando riaprì gli occhi, Ryugi era in uno spazio buio e vuoto, non vedeva molto attorno a se, cercò con la mano di accendere una delle sue vampe, ma, inaspettatamente, non si generò alcuna fiamma e poi sentii il pianto di un bambino che, improvvisamente, si palesò in tutto quel buio.
    La giovane Nekki guardò quel bimbo, sette o otto anni, la metà dei suoi anni (che ne aveva sedici) e ci mise poco a riconoscere il marionettista privo di sensi.
    Il figlio..., pensò, anzi disse, senza alcuna balbuzia, avvicinandosi al bambino.
    Ciao, piccolo., sussurrò, chinandosi verso il ragazzino, squadrandolo con lo sguardo preoccupato e teso, ma in qualche modo più sorpresa del proprio non balbettare.
    L'altro si presentò: sembrava ricordare il proprio nome, ma solo quello, non aveva idea di dove fosse.
    Piacere di conoscerti, Shu. Io sono Ryugi. Il tuo amico Shinichi-san mi ha mandato a cercarti, lui purtroppo non è potuto venire a prenderti., esordì la ragazza, optando per un minimo di azzardo: Siamo a Suna, il nostro villaggio. Hai avuto un incidente e per quello che siamo qui... non ricordi niente? Né di Suna, né di Shinichi?, si portò una mano alla fronte e con le dita sentì la presenza del coprifronte con il simbolo del villaggio.
    Slaccio il coprifronte e lo avvicinò al bimbo, Questo te lo ricordi? Sunagakure, il nostro villaggio., stava da vedere come avrebbe reagito il marionettista smemorato.
     
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    DE-CEPTION


    Post Secondo



    [Shinichi e Ryugi]



    Ppppppppppp piapiapia piacere mmmmio. Che avesse un problema di balbuzie o che fosse solo un po' timida? In ogni caso meglio cercare di tranquilizzarla.

    Rilassati, Ryugi, non sono qui in veste ufficiale. Devo solo introdurti un po' alla situazione. Evito di menzionare il fatto che lei dovrà entrare dentro la psiche di un aspirante suicida per convincerlo a ripensare al suo gesto. Lo avrei fatto più tardi, ogni cosa al suo tempo. O, forse, voglio solo evitare che possa dirmi di no. Cazzo, voglio solo salvare il mio amico e devo sfruttare qualcun altro invece di fare il lavoro da solo. Odio questa cosa, ed odio Shu per avermi costretto a rivolgermi all'amministrazione. Una parte di me desidera che sia crepato.

    [...]



    Sì, ssssss Ssss Shshhhh Shiiini, Shhhi, Shinichi-san, lo ffff farò. Forse era davvero un problema di balbuzie. Devo ricordarmi di farmi assegnare a qualche missione di infiltrazione assieme a lei. Potrebbe essere divertente. In effetti non credo di essere mai stato in missione con un Nekki. O di aver mai frequentato molto quel clan, nonostante i rapporti stretti con noi Kurogane. Buffo.

    Grazie, Ryugi. E sono sicuro che ti ringrazierà anche Shu, quando potrà farlo. Le sorrido, cercando di rassicurarla.
    Miyako invece mi ucciderà per aver fatto tutto questo casino, ed aver accettato le condizioni dell'amministrazione senza averla consultata. Chissà per quanto dovrò praticare l'antica arte monastica dell'astinenza. No, Shinichi. Concentrati. Non è il momento di pensare al sesso. C'è un tuo amico in pericolo. Assieme ad una giovane Kunoichi. Che si stava sviluppando bene.
    Chissà se qualcuno l'ha già iniziata alle arti intime...

    [Shu e Ryugi]





    Fa freddo. Ed è buio. Sono solo. Ho solo tanta voglia di piangere. Apro gli occhi. Ancora buio, e freddo. Provo a pensare, ma l'unica cosa che mi viene in mente è la parola "Shu". Che non so cosa voglia dire. Anzi, non so neanche cosa sto pensando. Immagini, suoni sparsi che cerco di riordinare in un modo che per me ha senso. E questo rumore fastidioso che non mi lascia pace.

    Ciao, piccolo.

    Quei suoni mi fanno sussultare. Smetto di piangere e mi stupisco della fine di quel suono fastidioso. Ah, lo stavo facendo io? Allora non devo più farlo. Mi giro verso la fonte di quelle... Parole, ecco come si chiamano!

    Vedo la creatura e capisco! Ma certo! Io sono Io, e lei è lei! Siamo diversi. Giusto! Quasi in automatico, come avevo smesso di piangere, parlo.

    Ciao, mi chiamo Shu. Dove siamo? E perché... perché non ricordo niente?

    So parlare! Che cosa meravigliosa. E anche molto bene. Prendo coscienza di questa cosa, e sento come una cosa bella al petto. Una specie di piacere. So parlare bene!

    Piacere di conoscerti, Shu. Io sono Ryugi. Il tuo amico Shinichi-san mi ha mandato a cercarti, lui purtroppo non è potuto venire a prenderti.

    Shinichi. No, non mi dice niente. Mi porto la destra dietro la testa e comincio a strofinarla. Sento i capelli arruffarmisi sotto. Mi sembra una bella sensazione e mi concentro su quella.

    Siamo a Suna, il nostro villaggio. Hai avuto un incidente e per quello che siamo qui... non ricordi niente? Né di Suna, né di Shinichi?

    Shinichi. No, non mi dice niente. Mi porto la destra dietro la testa e comincio a strofinarla. Sento i capelli arruffati che mi si attorcigliano attorno le dita. Suna. Suna. Perché continua a venirmi in mente quella parola? E' come se fosse qualcosa di importante. Ma non capisco.
    Vedo la creatura. Ryugi. Creatura-Ryugi. Vedo creatura-Ryugi prendere una cosa e porgermela.

    Questo te lo ricordi? Sunagakure, il nostro villaggio. Se me l'avesse lasciato fare avrei preso in mano l'oggetto.

    Mhh dico mentre tocco l'oggetto e lo guardo. Mi concentro specialmente su quel simbolo. So che è importante, ma non capisco ancora. Lo annuso. Metto in bocca quel coso e lo sento duro.

    Metallo. Buon odore. Profumo. Strano. Sei tu che profumi? Tocco di nuovo il coprifronte ed inizio a ricordare. Suna. Casa mia. Hai uno di questi... Coprifronte. Si, ricordo. Il coprifronte di Suna. Di casa mia. Chi ha il coprifronte è un amico. Le riconsegno il coprifronte. So che dev'essere importante per lei.

    Si, Suna... come avevo fatto a dimenticare Suna? E perché non fa più freddo? Anzi, fa tanto caldo adesso! Sempre più caldo! E che male alla testa!

    Mi chino per terra, tenendomi la testa, mentre il caldo aumenta sempre più ed il vuoto inizia a riempirsi. Sabbia, tanta sabbia. Sabbia da potercisi affogare dentro, senza alcun senso. Sabbia dall'alto, dal basso, da tutte le parti: una vera e propria tempesta! Un forte vento sbalzò me e l'amica Ryugi in giro, ma senza farci male. Un caldo abbraccio della sabbia e del vento. Caschiamo a terra in mezzo al deserto, fa caldo ma il "cielo" è completamente buio. C'è solo sabbia sotto i nostri piedi. Qui vicino inizia ad alzarsi un muro di roccia, e poi un altro e davanti a noi si apre un muro di pietra. Ryugi l'avrebbe riconosciuta subito. Era l'entrata del villaggio di Sunagakure. In qualche modo farmi vedere, toccare, annusare ed assaggiare il coprifronte aveva generato quella reazione.

    Vedo il muro e mi ricordo di Suna. Di casa. Inizio a lacrimare, ma senza piangere. Come avevo fatto a dimenticarmi di Suna? Della mia casa?

    Andiamo a casa, Ryugi

    Mi avvicino al portone senza neppure voltarmi a guardarla o a tenderle una mano. Apro la bocca in un ampio sorriso e poggio la mano sinistra sul portone. Spingo, ma non si apre. E capisco. Suna non mi vuole. Mi volto verso Ryugi, senza parole.

    Cosa facciamo?

    Mi sentivo colto da una incredibile sofferenza. Un... malessere. Una cosa scura dentro il mio cuore. Un gigantesco senso di rifiuto.

    Cosa facciamo Ryugi? Tu sei mia amica, devi saperlo! Cosa facciamo? COSA FACCIAMO?!


    [Editato per inserire musica]
     
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    Nella mente del Marionettista


    Il Bambino di Suna



    Ryugi ascoltò quel piccolo bambino nudo in quello spazio buio, o per meglio dire, lo osservò.
    Le parole della Nekki sembravano non scalfire con reazioni, esclusa una: la mano portata dietro la nuca ed attorcigliare i capelli, per ben due volte, quando citò Shinichi, la kunoichi si rese conto che quella fu la prima reazione del suo "interlocutore", prima di riuscire a provocare una vera reazione con il coprifronte.
    Suna, ecco qualcosa che provocò una vera reazione nel Marionettista: ricordava la sua casa.
    La nostra giovane amica osserva il bambino affidarsi all'olfatto ed al gusto, seppur in un mondo mentale esistono veramente il gusto e l'olfatto? Bella domanda, che subito passò per la mente di Ryugi, mentre l'altro gli diceva che il coprifronte faceva buon odore.
    E' l'odore di casa., fu la risposta della Nekki, che cercava di rassicurare, di risvegliare dei ricordi nella mente dell'altro.

    Qualcosa, in effetti, si risvegliò: la sabbia.
    La sabbia riempì quello spazio e li circondò, li sollevò e trasportò.
    Stava quasi per urlare Ryugi, finché non si rese conto che la sabbia non stava facendo loro del male, semplicemente stava riempiendo l'ambiente.
    Un ambiente che ben presto si ridisegnò nelle mura esterne di Suna, ma senza il cielo tipico del loro paese.
    Fu un attimo confusa, dobbiamo ammetterlo, la nostra Ryugi, nel vedere il bambino nudo che correva verso le mura, desideroso di oltrepassarle: non poteva essere così semplice, Shu aveva progettato il suo suicidio, voleva dimenticare se stesso, giusto?
    Non ebbe però molto per rifletterci la kunoichi, perché le urla del bambino attirarono di nuovo la sua attenzione: le porte non si aprivano, erano fuori dalle Mura e lei doveva aiutarlo.
    In effetti era lì per quel motivo.

    Aspetta, Shu., disse Ryugi, avvicinandosi al ragazzo ed alle porte, Come ti ho detto: hai avuto un incidente..., iniziò a spiegare la ragazza, prima di fermarsi.
    Fu lì che due idee passarono per la mente della Nekki, la prima: l'ambiente reagiva con le emozioni e percezioni di Shu, ma forse anche con Ryugi? Oppure, essendo nella mente del Marionettista era lui a dettare le regole? Non volle rischiare con delle modifiche eccessive alla scena, ma avrebbe agito, se possibile.

    La seconda idea era legata alla lettera: voleva cancellare "anni di brutti ricordi", da quella idea era nata la più malsana pensata di cancellare ogni ricordo.
    Ma se c'erano "anni di brutti ricordi" ne doveva avere anche di buoni, come tutti.
    L'incidente ti ha fatto dimenticare un pò di cose: non ricordi più, ma per entrare a casa, dobbiamo essere invitati, oppure dobbiamo avere il nostro coprifronte., ancora una volta, Ryugi si tolse il proprio e glielo mostrò, Anche tu ne hai uno, concentrati: sai che Suna è casa tua, riesci a vederti con questo addosso? Ricordi di averlo indossato? Ti vedi a casa?.
    Ricordava il suo nome, ricordava il villaggio, ora Ryugi voleva fargli fare il primo passo: ricordare il suo legame con il villaggio, ricordare di essere parte della Sabbia.

    Ora, amici lettori, capite il modo di ragionare della nostra giovane protagonista: lei si riconosceva nella sua patria e nel suo clan, Ryugi Nekki, genin di Suna, queste erano le prime parole con cui si definiva a chiunque.

    Fu per questo che SE Shu fosse riuscito a risvegliare il ricordo del coprifronte, fosse riuscito ad attraversare il varco, allora Ryugi avrebbe cercato di forzare la scena.
    Quando dentro i confini di Suna, la Nekki avrebbe approssimato uno scenario a lei noto: il mercato centrale del villaggio, lì dove sua madre lavorava, commerciando per il clan e per la Sabbia, tanto con i beduini del Paese del Vento, quanto, mediante intermediari, con il resto dei paesi vicini.
    Il mercato, però, in quel luogo sarebbe stato vuoto: solo gli edifici, i chioschi, le strutture, sotto il cielo ancora vuoto che la mente di Shu proiettava.
    Ma in mezzo a quel mercato c'era un oggetto.
    Ti ricordi il villaggio, Shu? Ricordi le sue strade?, chiese all'altro, invitandolo a seguirlo fino all'oggetto, Ricordi le marionette? Ricordi come renderle più belle?, domandò ancora, davanti ad una marionetta che era anonima, spoglia, come una delle due vicino al corpo di Shu.
    Era un pò un azzardo, ma la nostra giovane amica non poteva credere che solo dei brutti ricordi fossero legati alle marionette, quindi decise di provare.

    Ora c'era da vedere la reazione del suo interlocutore.
     
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    DE-CEPTION


    Post terzo





    Cosa facciamo Ryugi? Tu sei mia amica, devi saperlo! Cosa facciamo? COSA FACCIAMO?!

    Come ti ho detto: hai avuto un incidente...

    Incidente? Non ricordo incidenti. Però non ricordo tante cose. Ryugi è mia amica, meglio ascoltarla. Forse lei sa come andare a casa.

    L'incidente ti ha fatto dimenticare un pò di cose: non ricordi più, ma per entrare a casa, dobbiamo essere invitati, oppure dobbiamo avere il nostro coprifronte.

    Ah, va bene. Si, non ricordo cose. Va bene. Non ricordo chi può invitarmi. Ryugi si toglie il coprifronte e me lo porge. Lo riprendo in mano. Si, coprifronte. Ricordo il coprifronte.

    Anche tu ne hai uno, concentrati: sai che Suna è casa tua, riesci a vederti con questo addosso? Ricordi di averlo indossato? Ti vedi a casa?

    Provo a pensare. Si, ricordo il coprifronte. Ricordo quando... l'ho preso per la prima volta.

    Quando ho superato l'esame. Quando sono diventato genin.

    E' successo poco tempo fa. Ho dato l'esame genin. Dieci domande. Sono andato all'accademia, ma non era qui a Suna. Era... via. Poi sono andato a Suna. In un posto. C'era un foglio appeso al muro. Cammino avanti ed indietro, pensando ad alta voce.

    Shu Akasuna, SUPERATO!

    Si, c'era scritto così! E allora sono andato dentro e ho detto "Sono Shu Akasuna, ho superato il test!" Sto correndo sul posto, mi giro verso Ryugi.

    E allora un signore mi ha detto: "Ti sei meritato il tuo coprifronte, ragazzo! Indossalo con orgoglio, da oggi sei un vero shinobi della sabbia!"

    Della sabbia si sarebbe quindi mossa, avvolgendo la mano sinistra come in un bozzolo. La sabbia si sparse al suolo rivelando un coprifronte di Suna. Se Ryugi fosse stata particolarmente attenta avrebbe potuto notare come, nonostante fosse nuovo, quel coprifronte sembrava quasi... datato. Come se avesse uno stile... vintage.

    Si, è proprio lui! Il mio coprifronte! Lo indosso sulla fronte, ma lo sposto subito, quasi trovandolo scomodo. Me lo lego alla vita, come se fosse una cinta, il nastro si allunga per consentirmi di compiere il gesto. E così facendo... mi accorgo.

    Ehi! Ma sono nudo! Mi stupisco, prima di diventare rosso come un peperone. Girati di la! Potevi dirmelo che ero nudo! Ah, mi hai visto nudo! Dovresti spogliarti anche tu Ryugi! Cattiva!

    Quasi d'istinto la sabbia si sarebbe mossa di nuovo, a ricoprirmi. Una volta scesa e tolta la sabbia dalle orecchie avrei parlato.

    Ora puoi voltarti. Parlo con voce più adulta, e profonda. Ryugi avrebbe potuto vedere che anche se la corporatura era la stessa ora ho uno sguardo quasi più consapevole. Il coprifronte è ancora legato come cintura sopra un paio di jeans. Ai piedi porto i classici sandali. Il mio torso è ricoperto da una leggera maglia di lino bianca, le cui maniche lunghe mi arrivano ai polsi. La cosa che più avrebbe potuto stupire Ryugi è l'età dei vestiti. Sono vestito come si sarebbe vestito un pre-adolescente dieci anni prima.

    Ovviamente non serve che ti spogli. Non sono come quel porco. Mi viene in mente qualcuno, molto irritante. Se non lo ricordo non dev'essere importante.

    Mi avvicino alla porta. Ora che abbiamo tutti e due il coprifronte dovrebbe aprirsi, vero? Non sono sicuro di niente. Non capisco o, meglio, non ricordo.

    Ryugi mi fa come un cenno, credo ad invogliarmi ad aprire la porta. O sono io che non capisco bene. Appoggio la mano sul portone, e dichiaro solennemente: Sono Shu Akasuna, ninja della sabbia. Sono tornato a casa!

    Il portone si apre, senza che io lo spinga. Evidentemente Suna mi aveva riaccolto. Sono contento, e sorrido.

    Senza che me ne rendessi conto Ryugi sarebbe stata in grado di modificare l'aspetto interno del villaggio. Difficile dire, a posteriori, se questo suo potere fosse dovuto ad una vera influenza sulla mia mente o se fosse il fatto che io la considerassi una presenza amica.

    Ci ritrovammo in una struttura a me familiare, ma che non ricordavo. O meglio, non lo ricordavo così. Questo edificio è più piccolo, e quello non era li, ma in quell'altro posto. Mentre pensavo alla mia immagine mentale del mercato di Suna la sabbia formava nuovi edifici ed abbattevi quelli "sbagliati" per adattarsi a quello che era il mio ricordo di quel mercato.

    Ti ricordi il villaggio, Shu? Ricordi le sue strade?

    Mi volto verso di lei. Credo di si, Ryugi. Ma non capisco perché... è diverso. Ci sono delle cose sbagliate. Forse è la mia memoria che non va bene.

    Ryugi mi invita a seguirla, sembra come incuriosita da qualcosa. Non ho motivi per dubitare di lei, per cui seguo la mia guida. Arriviamo di fronte ad un oggetto. Che stimola molti ricordi. Un burattino. No, una marionetta. Differenza sottile, ma fondamentale. Sorrido inconsciamente, ed il vento cala.

    Ricordi le marionette? Ricordi come renderle più belle?

    Si. Ricordo. Marionette. Mi avevano sempre reso felice. Mi avvicino e prendo in mano la marionetta. Non ha decorazioni. Non ha scompartimenti, o armi. Tocco la sua struttura di legno, perfettamente levigata. E' un modello molto semplice. Una marionetta da spettacolo. E' molto nuova, vedi come non ci sono segni di usura, ma lo stile ricalca molto i primi modelli di Monzaemon, di prima che modificasse i karakuri per renderle delle marionette da guerra. Mostro a Ryugi le diverse giunture e le faccio vedere come è possibile muovere la marionetta. La prendo per il retro del collo e la sollevo.

    Questa povera creatura è senza un'anima. Non ha un'aspetto. Non ha uno scopo. La poverina non ha neppure gli alloggiamenti adatti per accogliere i fili di Nylon. Senza sapere come manovro la testa della marionetta da dietro, e le faccio aprire la bocca.
    Ciao, tu chi sei?

    Io sono Shu. Tu invece? come ti chiami?

    Non lo so.

    Neanch'io lo sapevo, fino a poco fa. Ci sono ancora molte cose che non so... che ne dici di darmi una mano a scoprile? Così io aiuto anche te.

    Ryugi si sarebbe accorta subito che ero io a fare entrambe le voci e che non c'era nulla di mistico in quello che stava succedendo. Il marionettismo era sempre stata un'arte di intrattenimento. Di teatranti. Di apparenza e menzogna, da ben prima che Chikamatsu Monzaemon costruisse le prime marionette da guerra. E per quanto il clan, e la famiglia Akasuna sopra tutte, volesse dimenticare quel passato per concentrarsi solo sul combattimento e sull'efficienza bellica... Eccolo qua, il passato che tornava.

    Divertente vero? Non credo di aver mai fatto una cosa così. Che ne dici se ti chiamo Ryugi, come la nostra nuova amica?

    Se vuol dire che posso essere carina come lei... va bene.

    Come lei? Scherzi? Ti faremo molto meglio, vedrai!

    La sabbia sale dal terreno, avvolgendo la marionetta per poi sgretolarsi al suolo.



    Ryugi è stata chiaramente un'ispirazione per questo modello, ma si intuisce subito come i capelli fossero più lunghi e lucenti, gli occhi dolci e gentili. La pelle color avorio non ha mai conosciuto la calura del sole. Il kimono che l'avvolge è di seta pura e consente al marionettista di controllarne le membra sfruttando le pieghe del vestito. E' si Ryugi, ma non lo è al tempo stesso. Quasi come se fosse una versione idealizzata di Ryugi. Una Ryugi principessa. Non era una copia, più... un tributo. Un omaggio. Di un artista alla sua musa.

    Ryugi, ti presento Ryugi.

    La marionetta, controllata da me, fa un inchino in avanti come una nobildonna che fosse stata presentata al futuro marito.

    E' un piacere conoscerti, Ryugi.

    Che ne pensi, Ryugi, ti piace?

    Insomma, io sono più carina. Cioé non vado mica in giro vestita come una stracciona.

    Non dicevo a te, Ryugi. Dicevo a Ryugi. E poi sei un po' troppo sboccata.

    Sei tu che mi fai parlare. Per cui è colpa tua, stupido!

    Non sono io che sono cattiva, è che mi disegnano così? replico, fingendo stupore.

    Certo che per essere uno che ha perso la memoria le cazzate le ricordi tutte.

    Scoppio a ridere, come non mi succedeva da mai. La marionetta ondeggia, trascinata dai miei spasmi. Porgo la marionetta a Ryugi, quella vera, e le dico:

    Vuoi provare? E' divertente, sai.

     
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    La Storia delle Marionette


    E dei Coprifronte



    Pensavate che la storia del viaggio nella mente del Marionettista fosse strana? Bene, ora diventa persino più inquietante!
    Ma andiamo per ordine, vi va?

    Ryugi vide che il suo suggerimento sul coprifronte stava avendo un effetto: Shu, in effetti, come in precedenza, stava dimostrando la sua lealtà al villaggio.
    Shu voleva tornare a Suna e l'incipit del coprifronte gli diede modo di ricordare il suo passaggio al ruolo di genin.
    La giovane Nekki ascoltava tutti i discorsi dello smemorato marionettista, discorsi che descrivevano un tempo diverso, in cui c'erano dei corsi e degli esami per il passaggio di grado, qualcosa che Ryugi stessa aveva sentito raccontare a qualche cugino più grande, considerando che negli ultimi anni l'Accademia aveva deciso che fosse il merito sul campo a promuovere, non mere conoscenze.
    Una buona decisione, se volete sapere la mia.

    In mezzo a questi racconti, comunque, Shu ci riuscì: attraverso la sabbia generò nelle sue mani un coprifronte, una versione meno moderna dello stesso, come quelle che vedeva spesso in uso, appunto, ai parenti più grandi.
    Il coprifronte, poi, offrì una consapevolezza in più al marionettista: era nudo.
    La reazione un pò sorprese la giovane kunoichi, Sss... scusa, Shu-san., riuscì appena a dire, quasi con un accenno della tipica balbuzia.
    E se questa prima reazione sorprendente non fosse sufficiente, quando di nuovo la Nekki osservò il suo "compagno di viaggio" si trovò davanti un individuo più adulto e vestito come abiti retrò tanto quanto il suo coprifronte.
    In più, accennò ad un "porco" sul suo accenno di spogliarsi della nostra giovane kunoichi, un'idea che fece arrossire la ragazza, ma che fortunatamente fu evitata.

    Il duo, comunque, poté entrare nel villaggio e raggiunse un mercato che Shu sembrava riconoscere, ma ricordare diversamente: Come lo ricordi questo luogo, Shu-san? Riesci a visualizzarlo?, un ulteriore tentativo per rafforzare la memoria dell'aspirante suicida.

    E dopo di ciò, Ryugi azzardò l'apparizione di una marionetta e rimase ad osservare le reazioni dell'altro, acquisendo quante più informazioni possibili per aiutarlo: l'altro citò Monzaemon e karakuri, cose alla Nekki ignote, poi dimostrò di avere capacità da ventriloquo e con la sabbia riuscì a manipolare la marionetta, rendendola... Ryugi.
    Certo, la nostra giovane amica dovette trattenere una smorfia di sorpresa, ma rimase lì ad osservare la creazione che, in qualche modo, la ricordava, o almeno avrebbe potuto essere Ryugi se non avesse scelto di seguire la strada che ambo i genitori le aveva permesso di scegliere, quella di kunoichi.
    Forse, se avesse vissuto come la figlia di una mercante, semplicemente, o come una donna del clan, ma non una guerriera, avrebbe potuto essere come quella marionetta? Chissà, non era un bel pensiero, però.

    Piacere di conoscerti, Ryugi., esordì quando Shu gli presentò la marionetta, prima di ascoltare lo strambo scambio di parole fra il marionettista e la sua marionetta.
    Infine, Shu le propose di usare anche lei la marionetta.
    Non so usarla, Shu-san: non sono così brava., esordì la nostra piccola amica, chinando appena la testa, Io so fare cose diverse, con i fili., continuò, mentre si concentrava, generando un filo di nylon e muovendolo con indiscussa abilità fra le mani fino a generare prima un nodo e poi una versione stilizzata della clessidra simbolo del villaggio.
    Visto?, chiese, per poi continuare, A proposito, Shu-san, ma chi sono Monzaemon ed i karakuri? Ammetto di non averli mai sentiti nominare., aggiunse ancora prima di pensare qualcos'altro.

    Shu-san, che ne dici di visitare gli altri luoghi di Suna? Mostrami cosa ricordi del villaggio, qualche luogo in particolare?, chiese all'altro, mentre invitava lui e la marionetta a seguirla, Io ricordo anche la prima volta che ottenni il mio coprifronte, immagino che siamo andati nello stesso posto a prenderlo, all'amministrazione del villaggio!, raccontò sorridente.
    Avanzò ancora la kunoichi, Che nome ricordi come amministratore, Shu-san? Io conobbi Daichi-sama quando ero ancora una studentessa, in seguito incontrai anche il nobile Kazekage., stava prendendo il discorso alla larga per forzare dei ricordi specifici nella mente dell'altro.
    Dimmi, Shu-san e tu... Ryugi, ve li ricordate?, ci volle un altro pò di concentrazione e lentamente i due avrebbero camminato dalle strade del mercato, forse mutate secondo la memoria del marionettista, fino agli uffici amministrativi con le immagini di sei Kazekage incisi sulle mura dell'ingresso.

    Il Primo Kazekage si chiamava Reto, veniva dal deserto, da una delle tante tribù nomadi e riuscì ad unire le popolazioni beduine. Mia madre dice sempre di ricordare le origini di Suna ed il fatto che siamo riuniti è grazie ad un nomade che scelse l'unità all'isolazionismo. Insieme, Suna è sempre più forte. Tu cosa ne pensi?
    Il Secondo Kazekage, Shamon, so che era un esperto Marionettista, tu hai sentito parlare di lui, Shu-san?
    Il Terzo Kazekage era un Kurogane, come il tuo amico Shinichi, ancora non ti ricordi di lui?
    Il Quarto Kazekage era della stessa famiglia, si chiamava Rasa, manipolava l'oro, ne hai sentito parlare?
    E di suo figlio Gaara, il Quinto Kazekage? Quello che partecipò alla Grande Guerra Ninja e poi alla Guerra contro l'Onda Cremisi? Questa è una storia un pò più recente... io sono nata un pò più di venti anni dopo la fine della Guerra. Tu?
    Poi c'era Gin Tatsumaki Chikuma, io ero ancora una bambina mentre saliva al titolo di Kazekage, tu lo hai conosciuto? Ed il suo primo allievo, il nobile Hoshikuzu-Chikuma?

    Avrebbe atteso dopo quelle spiegazioni una reazione del suo interlocutore: come avrebbe reagito a quelle informazioni e soprattutto, tutto ciò avrebbe risvegliato dei buoni ricordi, o dei brutti ricordi?
    Tutto da vedere, amici lettori.
     
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    DE-CEPTION


    Post Quarto



    Mi sono perso nel mio mondo, per un attimo. Perso in quella discussione senza senso con la "mia" Ryugi. Mi sarebbe piaciuto insegnare alla vera Ryugi quei rudimenti dell'arte del marionettismo, anche solo per puro e semplice divertimento, ma lei non sembra interessata.

    Io so fare cose diverse, con i fili.

    La osservo mentre manovra un filo di nylon a formare un nodo e delle forme. Non rimango molto impressionato, ma non voglio ferire i suoi sentimenti.

    Visto? mi chiede lei, quasi a cercare la mia approvazione (o almeno così credo)

    Complimenti, Ryugi! le rispondo mentre faccio battere le mani alla marionetta Un bellissimo esempio di Ito-Jutsu

    Forse incuriosita dai miei accenni agli albori del marionettismo, Ryugi mi chiede ulteriori informazioni A proposito, Shu-san, ma chi sono Monzaemon ed i karakuri? Ammetto di non averli mai sentiti nominare.

    Sorrido Non me ne stupisco. Monzaemon Chikamatsu è stato il primo marionettista, ma è stato più famoso come commediografo ed attore che come ninja. Anche se si dice che grazie ai suoi dieci tesori fosse in grado di conquistare un castello nel giro di una sola notte. Il riferimento ai "castelli" avrebbe potuto far capire a Ryugi quanto antica fosse quella arte, che precedeva persino la fondazione del villaggio di Suna. Dopotutto, una volta che i ninja iniziarono a diffondersi nel continente, cosa potevano fare delle mura di pietra contro il potere del chakra?

    Come da tradizione, tuttavia, la storia di Chikamatsu Monzaemon non può essere raccontata... dico, mentre la sabbia inizia a formare un piccolo teatro di burattini tra me e Ryugi e della musica tipica di queste rappresentazioni teatrali inizia a riecheggiare nell'aria.



    I miei vestiti iniziano a modificarsi, i vestiti si dissolvono in sabbia mentre vengono sostituiti da un kimono classico e variopinto di mille colori, decorato da una carpa disegnata con linee nere sulla schiena. I capelli vengono raccolti in alto, a formare un'acconciatura da samurai, mentre delle sopracciglia finte di colore nero adornano i miei occhi chiari messi in risalto dal trucco completamente bianco.

    Mi giro verso Ryugi e mi metto in posa con entrambe le gambe aperte e leggermente piegate, la mano sinistra rivolta a lato, mentre la destra aperta a palmo è rivolta verso di lei.

    ...Ma solo recitata! Hey! Mi muovo, enfatizzando i movimenti mentre mi porto dietro al teatro e due pupazzi si animano. Se Ryugi lo avesse desiderato una comoda poltrona si sarebbe materializzata per farla sedere.

    Il primo pupazzo era chiaramente quello di una donna vestita di bianco, l'altro era quello di un uomo, anch'esso vestito di bianco.

    Inconsciamente dei fili di chakra partono dalle mie dita, sopra il palcoscenico del piccolo teatrino, ed animano i due pupazzi che si inchinano verso Ryugi mentre con la mia voce, modificata per l'occasione, do loro voce.

    Lo spettacolo sarebbe sembrato a Ryugi quasi come un sogno. La tradizione prevedeva che lo spettacolo durasse diverse ore, ma a lei non sarebbe pesato per nulla, complice il diverso senso del tempo dei sogni e della mente.

    La prima scena prevedeva questa promessa d'amore tra Monzaemon e Shizuka, ma di come questo amore fosse ostacolato dal padre di lei, un ricco mercante. La rappresentazione sarebbe proseguita mostrando Monzaemon al lavoro come creatore di Karakuri, dei pupazzi meccanici capaci di movimenti autonomi e ripetitivi, ma senza una vera vita. Questi lavori vengono usati da lui nelle sue rappresentazioni teatrali, ottenendo un grande successo ed il favore del daimyo locale, che lo accoglie alla sua corte. Non potendo rifiutarsi Monzaemon Chikamatsu abbandona Shizuka ed i due si scambiano una nuova promessa di eterno amore, rifiutando di impegnarsi fino a quando non potranno di nuovo stare insieme.

    Il secondo atto si apre con Chikamatsu che apprende i segreti del chakra da un viandante locale, un discepolo del credo dell'eremita dei sei sentieri, e di come questo potere potesse donare una vera vita alle sue creazioni. E' talmente innamorato di tale potere che fa un giuramento solenne: mai avrebbe usato il chakra per scopi violenti, ma solo per intrattenere e divertire. Chikamatsu crea quindi le prime marionette ed insegna i rudimenti del chakra alla sua troupe, creando nuovi ed incredibili spettacoli, mai visti prima. Ma con la celebrità arriva anche l'invidia della gente. L'uso del chakra inizia a diffondersi come arma e temendo che Chikamatsu potesse attentare alla vita del daimyo, lui e la sua troupe vengono cacciati, concludendo il secondo atto.

    Il terzo atto, che inizia dopo qualche anno, vede Chikamatsu raccontare di anni di peregrinazioni e sofferenze, mentre rafforza e potenzia la sua arte sia come attore e commediografo sia come manipolatore di marionette, oltre che nella loro costruzione. Un giorno, mentre si esibisce nell'ennesimo paesino, riconosce Shizuka. I due si riabbracciano e riallacciano la loro storia d'amore mentre lei gli racconta di come abbia abbandonato la propria casa per amore di lui e di come si sia data all'arte del canto e della danza, sperando di divenire famosa quanto lui e di poter entrare anche lei nelle grazie di un daimyo. Entrare anche lei nel mondo degli artisti avrebbe inoltre permesso ai due di sposarsi secondo la legge, che prevedeva che i teatranti fossero una vera e propria casta relegata ai margini della società. Purtroppo Shizuka non ebbe successo e si dovette guadagnare da vivere prostituendosi, oltre che esibendosi.

    Nonostante il grave colpo al proprio onore Monzaemon decide di sposarla, ed il quarto atto si apre con la loro cerimonia di nozze, un lussuoso e meraviglioso spettacolo orchestrato dai due con le marionette del Chikamatsu che danzano al suono del canto di lei. I due sono felici, e lavorano ed amano assieme e l'arte di Monzaemon Chikamatsu raggiunge il proprio picco. E' in questo momento che i suoi karakuri raggiungono la massima maturità e diventano finalmente kugutsu, le marionette che conosciamo anche oggi, seppur prive di armi. Ciò avverrà solo alla fine del quarto atto, quando un altro daimyo incantato dalla bellezza di Shizuka la fa rapire per renderla una sua concubina. Per salvarla Monzaemon Chikamatsu rompe il giuramento fatto al discepolo dei sei sentieri, anni prima, e crea le prime marionette da guerra. I dieci tesori di Monzaemon Chikamatsu.

    Tutto il quinto atto è il celebre assalto al castello di Himbe, che dura un'intera notte, nel quale Monzaemon Chikamatsu da solo, assieme ai propri tesori, sbaraglia completamente la milizia del daimyo. Diverse scene molto crude si susseguono, con morti e mutilazioni, mentre piano piano, uccisione dopo uccisione, il marionettista ne esce trasfigurato (anche nella forma del proprio pupazzo). Diviene un vero e proprio demone, punito per aver infranto il proprio giuramento e, nella sua follia, uccide non solo il daimyo ma anche Shizuka, costretta a giacere con lui.

    L'ultima scena vede Monzaemon Chikamatsu creare un'ultima tremenda arma da guerra: una marionetta con le sembianze della defunta moglie, che possa accompagnarlo in battaglia di li in avanti trasformandolo in un vero e proprio signore della guerra.

    La musica pervade la performance teatrale ed il sudore e la fatica nel manovrare numerose marionette, cosa che faccio rigorosamente sfruttando la tecnica segreta del mio clan, mi prova. Ma questo è il modo in cui la storia di Monzaemon Chikamatsu è sempre stata raccontata. Ed è così che anch'io la racconto a Ryugi.

    Alla fine il teatrino si dissolve e faccio un ultimo inchino assieme alle marionette di Monzaemon Chikamatsu e di Shizuka, attendendo la risposta del mio pubblico. Per poi sedermi a terra, provato da quella fatica.

    Scusa Ryugi, ma credo di aver bisogno di un po' di riposo.

    [... Nota: scusa per la lunga rappresentazione, ma mi hai ispirato ...]



    Dopo essermi ripreso Ryugi mi invoglia a seguirla, a fare un giro per quella rappresentazione di Suna. La rappresentazione teatrale mi ha fatto capire di trovarmi dentro un altro, gigantesco, teatro. Anche se ancora non capisco cosa ci faccio qui, e perché.

    Ricordo anch'io l'amministrazione, dico a Ryugi. Ma quella che creo con la sabbia è un'amministrazione diversa da quella che ricorda lei. Molto diversa. Da prima del famoso attentato che la rase al suolo.

    Che nome ricordi come amministratore, Shu-san? Io conobbi Daichi-sama quando ero ancora una studentessa, in seguito incontrai anche il nobile Kazekage.

    Mi gratto la testa Mai sentito nominare. Ma ammetto di non aver mai prestato particolare attenzione a queste cose.

    Camminammo fin dentro l'antica amministrazione, nella sala in cui erano conservate le statue dei Kazekage. Ben diversa dalla situazione attuale del luogo.

    All'interno sono presenti sei statue.

    Il Primo Kazekage si chiamava Reto, veniva dal deserto, da una delle tante tribù nomadi e riuscì ad unire le popolazioni beduine. Mia madre dice sempre di ricordare le origini di Suna ed il fatto che siamo riuniti è grazie ad un nomade che scelse l'unità all'isolazionismo. Insieme, Suna è sempre più forte. Tu cosa ne pensi?

    Mi volto verso di lei, sorridendo: Ovviamente sono d'accordo. Questa filosofia è anche alla base della fondazione dell'Accademia Ninja e dell'alleanza tra i nostri villaggi. Sin dalle origini i miei antenati e precedenti marionettisti hanno lavorato alla difesa di Suna e del nostro villaggio. E io ho intenzione di continuare questa tradizione. Un po' come lui le dico sorridendo indicando la statua del secondo Kazekage.

    Il Secondo Kazekage, Shamon, so che era un esperto Marionettista, tu hai sentito parlare di lui, Shu-san?

    Sollevo il sopracciglio destro Ovviamente le rispondo sorridendo Non tutti sanno che è stato Shamon, e non Monzaemon, ad iniziare la tradizione del clan di pitturarsi il viso. Oltre a creare le tecniche kuro higi, che influenzano ancora oggi lo stile di combattimento del nostro clan. Avrei potuto parlare di Shamon per ore, nonostante le poche informazioni che erano giunte a noi su questo leggendario ninja.

    Il Terzo Kazekage era un Kurogane, come il tuo amico Shinichi, ancora non ti ricordi di lui?

    Non ho nessuna intenzione di parlare di Sandaime Kazekage. Era un argomento delicato per noi Akasuna. Per ovvi motivi. E se Ryugi avesse capito il mio umore avrebbe fatto bene ad iniziare a parlare di Rasa.

    Il Quarto Kazekage era della stessa famiglia, si chiamava Rasa, manipolava l'oro, ne hai sentito parlare?

    Incrocio le braccia. Vagamente. Non sono solito frequentare i membri del clan Kurogane. Diciamo che non corrono buoni rapporti tra noi e loro. Mi stupisco che tu non conosca la storia. E non ho nessuna intenzione di parlare di Gaara. Si, li conosco, si me li ricordo.

    In un certo senso si poteva dire che Sasori Akasuna, il mio diretto antenato, fosse stato responsabile diretto o indiretto della morte di tre kazekage del clan Kurogane (qualcuno diceva che Gaara non contava, ma non avevo mai visto un Kurogane lasciar correre la cosa).

    Questa è una storia un pò più recente... io sono nata un pò più di venti anni dopo la fine della Guerra. Tu?

    Strizzo gli occhi, non capisco Vent'anni dopo la fine della guerra? Che cacchio dici? Dovresti avere... quanto? Cinque anni? Per quanto riguarda questo Hoshicoso non l'ho mai sentito nominare. Chi dovrebbe essere, il prossimo Kazekage se Gin Chikuma tira le cuoia? Il mio linguaggio, molto più informale, tradisce il mio nervosismo. C'è qualcosa che non capisco, che mi sfugge. Mi concentro un attimo, cercando di ricordare.

    Se tu sei nata vent'anni dopo la fine della guerra, ed hai circa una quindicina d'anni... questo significa... che io dovrei averne quasi trenta. Eppure i miei ultimi ricordi... sono un po' confuso. Dunque, l'ultimo evento degno di nota è stato quello scontro con quel ninja di kiri. Una discussione su chi avesse diritto di vita e di morte su un prigioniero. Poi una volta tornato a Suna... sono stato convocato per una missione.

    Cammino avanti ed indietro. Ma ho quindici anni. Ricordo perfettamente di avere quindici anni. Ma la matematica non torna. Mi porto la mano al mento Però in effetti ho perso dei ricordi. Tu stessa me l'hai detto. Hai nominato più volte questo "Shinichi" ma io non ho presente chi sia. E questo "Hoshikuzu", che io non ho idea di chi sia.

    Ne consegue solo una, logica, e semplice spiegazione Qualcuno si è fregato quasi quindici anni della mia vita. E fin qui ci siamo. Ma perché? Tu ne sai niente, Ryugi?

    Se ci trovavamo in quella situazione sicuramente doveva esserci un motivo, qualcosa che aveva spinto Ryugi a contattarmi. E, ora che iniziavo a notarlo, gli edifici erano troppo "perfetti". Tutto è esattamente come me l'aspetto. Nessuna novità od imperfezione che mi stupisca. E non c'è nessuno in giro. E che fine ha fatto il cielo? Sono stato così concentrato su me stesso da non accorgermi di quello che c'è attorno a me.

    Dove siamo, Ryugi? Mi volto verso di lei, non nascondendo una certa preoccupazione. Avvolgo la marionetta con i fili di chakra, ricordando la familiare sensazione di controllare le marionette in battaglia. Forse sarei stato un po' arrugginito, ma avrei venduto cara la pelle se fosse stato necessario. Non avrei comunque attaccato per primo, dando alla ragazza la possibilità di spiegarsi.

    Sono spaventato, ma so che la paura può far commettere degli errori grossolani. Controllo le mie emozioni, ed attendo. All'erta e pronto a scattare.

    Ti prego, non darmi motivo di dubitare di te, Ryugi.


     
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    La situazione si era fatta bizzarra, vero? Bé, Ryugi, l'originale, non la marionetta, riuscì con una semplice domanda a deviarne il percorso per offrire un nuovo spunto di discussione, che non fosse lei manovrare un "pupazzo" con il suo nome.
    Sì, scusate la poca delicatezza nel descrivere le marionette, ma capite la nostra giovane amica: una versione di se, forse estremizzata nell'aspetto di marionetta, che per una non Akasuna era vista come un'alienizzazione di umanità. Non era proprio il suo proposito apprendere come usarla.
    Ryugi, come molti del clan Nekki, amava più la vita che non l'arte che la imiti: in fondo cosa sono le vampe ed il fuoco se non una manifestazione di vita?

    Ma non divaghiamo sui risvolti filosofici e dedichiamoci alla storia in corso, sì?

    Bé, Shu offrì un approfondito e parecchio interessante spettacolo, per descrivere la storia di Monzaemon, letteralmente uno spettacolo, composto di marionette e legata alla storia stessa dei ninja, su argomenti che, in tutta onestà, la nostra giovane kunoichi non conosceva affatto.
    Alla fine della recita, la genin si permise persino un applauso verso il suo "compagno di viaggio", il quale, comunque, chiese qualche momento per riprendersi.

    Quando Shu fu pronto, il duo continuò il proprio viaggio attraverso quella rappresentazione di Suna, fino all'amministrazione ed alle statue dei Sei Kazekage.
    Ryugi studiò le reazioni dell'altro ai diversi nomi.
    La storia di Reto dimostrò che il marionettista sapeva dell'Accademia, se ne ricordava, la memoria si stava decisamente rimodellando e riacquistendo particolari.
    La storia di Shamon confermò tutto ciò: Shu stava riprendendo sempre più contatto con la realtà, il marionettismo e Suna, queste cose lo stavano aiutando a ricollegare i ricordi, i fuuinjutsu non lo avevano cancellato del tutto.
    Quando la discussione passò al clan Kurogane ed ai suoi tre Kazekage, l'altro parve non gradire l'argomento, ma la cosa più importante fu l'argomento anni: Ryugi sottolineò che era nata 20 anni dopo la grande guerra ninja e questo portò ad una reazione.

    Shu iniziò a camminare e ragionare, accennando ad uno scontro con un ninja di Kiri, ad un prigioniero ed ad una missione cui era stato convocato e poi arrivò alle conclusioni, o almeno ad una prima versione di quelle stesse conclusioni.

    Nessuno ti ha preso i ricordi, Shu-san. Non so i particolari, non tutti almeno, ma in qualche modo stavi sperimentando un fuuinjutsu sulla memoria su te stesso., esordì la kunoichi e sì, la scelta della nostra giovane Nekki fu quella della sincerità.
    Come ti ho detto al tuo risveglio: è stato il tuo amico Shinichi a mandarmi da te, noi non ci siamo mai conosciuti prima, io sono una genin, di te so ben poco, ciò che mi ha detto il tuo amico, appunto: non abbiamo mai partecipato a missioni assieme, ma so che sei un abile Marionettista, un ninja della Sabbia e che per qualche motivo volevi cancellare i tuoi ricordi più tristi., raccontò ancora la ragazza.

    Ci troviamo nella tua mente, Shu-san. C'era un secondo aspetto in quello che ti è capitato: c'era un modo per evitare che i ninja più abili perquisissero la tua mente, che la risvegliassero forse.
    Per questo Shinichi ha chiamato me, per la mia inesperienza.
    , rispose alla nuova domanda, notando la posa presa dall'altro: non aveva mai visto nemmeno Shinsui in azione, ma era chiara la minaccia che quella posizione trasmetteva, Non so bene cosa abbia scatenato tutto questo, forse il tuo ultimo ricordo? Di cosa trattava quella missione? Fra le poche informazioni che ho, tu, Shu-san, volevi cancellare i tuoi ricordi più dolorosi, ma sono i ricordi, anche i peggiori, che ci definiscono. Gli errori., si concentrò a quel punto Ryugi, sentì il suo chakra, o almeno ci provò.
    Non so se in questo luogo potrei difendirmi, se mi attaccassi, in fondo, siamo nella tua mente, ma posso dirti che, più che attaccare me, dovresti affrontare i ricordi che vuoi cancellare. Dovresti ritrovare te stesso dopo tutti questi anni.

    Stava all'altro decidere cosa fare.
     
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    DE-CEPTION


    Post Quinto



    Qualcuno si è fregato quasi quindici anni della mia vita. E fin qui ci siamo. Ma perché? Tu ne sai niente, Ryugi?

    Se ci trovavamo in quella situazione sicuramente doveva esserci un motivo, qualcosa che aveva spinto Ryugi a contattarmi. E, ora che iniziavo a notarlo, gli edifici erano troppo "perfetti". Tutto è esattamente come me l'aspetto. Nessuna novità od imperfezione che mi stupisca. E non c'è nessuno in giro. E che fine ha fatto il cielo? Sono stato così concentrato su me stesso da non accorgermi di quello che c'è attorno a me.

    Nessuno ti ha preso i ricordi, Shu-san. Non so i particolari, non tutti almeno, ma in qualche modo stavi sperimentando un fuuinjutsu sulla memoria su te stesso.

    Mi risulta difficile credere che io possa essere stato così coglione, Ryugi-san. Le rispondo d'istinto, senza pensare. Sperimentare una qualunque cosa su se stessi è una cretinata. Anche se... forse, facendolo, avrei potuto evitare...

    Come ti ho detto al tuo risveglio: è stato il tuo amico Shinichi a mandarmi da te, noi non ci siamo mai conosciuti prima, io sono una genin, di te so ben poco, ciò che mi ha detto il tuo amico, appunto: non abbiamo mai partecipato a missioni assieme, ma so che sei un abile Marionettista, un ninja della Sabbia e che per qualche motivo volevi cancellare i tuoi ricordi più tristi.

    Mi metto a ridere. Trovo tutta la situazione più assurda di quello che mi aspetto ma, finora, non ho motivo per dubitare della ragazza. Data la sua descrizione degli eventi si è comportata esattamente come avrebbe dovuto fare una kunoichi della sabbia.
    C'era solo una cosa da chiarire. Rimuginando sugli ultimi eventi sono giunto ad una conclusione. Vediamo cosa mi risponde se le faccio una domanda secca.

    Dove siamo, Ryugi?

    Ci troviamo nella tua mente, Shu-san. C'era un secondo aspetto in quello che ti è capitato: c'era un modo per evitare che i ninja più abili perquisissero la tua mente, che la risvegliassero forse.
    Per questo Shinichi ha chiamato me, per la mia inesperienza.


    Rilasso la mia posizione. Mi ha dato la risposta che mi aspettavo. Per caso Shinichi è questo tizio qua?

    Se questa è la mia mente dovrei essere in grado di fare cose incredibili. Ad esempio...

    Una colonna di luce scende dal vuoto sopra di noi, dividendo me e la ragazza. Una voragine si apre al "suolo" colpito dalla luce per poi esplodere senza rumore in una serie di diversi arcobaleni. Dalla voragine iniziano ad uscire centinaia di minuscole marionette senza volto che iniziano ad impilarsi l'una sull'altra fino a formare una figura umana. E' un ragazzo alto dai capelli neri. Il taglio è molto più corto rispetto a quello a cui era abituata Ryugi e l'espressione del volto era molto più dura e rigida. Il fisico era meno muscoloso ma la differenza fondamentale era lo sguardo, completamente vuoto. Quello era sicuramente Shinichi Kurogane, un giovane Shinichi Kurogane.

    Se Ryugi avesse confermato che si trattava di lui con uno schiocco di dita avrei fatto dissolvere quella figura in della polvere nera, che si sarebbe accumulata a terra. Il giovane Kurogane. Dovevo aspettarmelo. Quel ragazzo ha sempre detto che un giorno avrebbe "ripagato il suo debito". L'ho portato io a Suna, sai?

    Faccio un altro paio di passi, sorridendo. Buffo come tornavano certe cose. Impedire agli shinobi forti di accedere alla mia testa è esattamente il tipo di protezione che penserei. Ha senso. Ho sempre sottovalutato le persone che ritengo "inferiori". Direi che è il momento di smetterla, come tu stessa hai dimostrato.

    Non so bene cosa abbia scatenato tutto questo, forse il tuo ultimo ricordo? Di cosa trattava quella missione? Fra le poche informazioni che ho, tu, Shu-san, volevi cancellare i tuoi ricordi più dolorosi, ma sono i ricordi, anche i peggiori, che ci definiscono. Gli errori.

    La guardo negli occhi, un velo di lacrime li copre. Forse essendo dentro la mia mente mi prendo il coraggio di mostrarmi vulnerabile. Evidentemente nel corso del tempo devo aver cambiato idea. Che cosa può avermi spinto a tanto?

    Non so se in questo luogo potrei difendermi, se mi attaccassi, in fondo, siamo nella tua mente, ma posso dirti che, più che attaccare me, dovresti affrontare i ricordi che vuoi cancellare. Dovresti ritrovare te stesso dopo tutti questi anni.

    Non ha senso combattere, Ryugi-san. Ho avuto una reazione spontanea, dovuta alla confusione del momento. Non so per quale motivo il mio io del futuro... o forse sarebbe meglio dire del passato, ha deciso di fare questa cazzata. Ma ho intenzione di rimediare. Devo affrontare i miei brutti ricordi.

    Mi sono deciso. Devo affrontare tutti i miei brutti ricordi. Ho una sensazione. La sensazione che ci sia qualcosa che non vada. Forse quello che mi ha fatto compiere tutto ciò. Ha a che fare con un rotolo. Una lettera di mio padre. Cerco di fuggire quel pensiero. Non è ancora arrivato il momento. Una cosa alla volta.

    Ryugi-san. Ho deciso che affronterò i miei ricordi. Alcuni so di cosa trattano, altri meno. Se non te la senti questo è il momento di andartene.

    Dissolvo la marionetta Ryugi, sicuro di poterla richiamare a mio piacere in questo luogo. Se ne avessi bisogno. Ora devo fare la cosa più difficile di sempre, per me. Detesto farlo, ma devo.

    Tuttavia... chiedo il tuo aiuto, Ryugi-san. Non sarà bello. Non sarà piacevole. E, forse, potrebbe anche essere sbagliato mostrarti una parte così intima della mia anima ma... ho bisogno di aiuto. Non ti biasimerò se deciderai di andartene, e sarò io stesso a dire a Shinichi che la tua missione è compiuta, una volta che mi sarò risvegliato.

    Se Ryugi avesse deciso di andarsene le avrei sorriso Capisco. Ci vediamo nel mondo del risveglio. Salutami il piccolo Kurogane. Ryugi si sarebbe quindi sentita come dissolvere, mentre si sarebbe risvegliata nel mondo reale.

    Se invece Ryugi avesse deciso di restare all'interno della mia mente avrei fatto un sospiro di sollievo. Ti ringrazio, Ryugi. Significa molto, per me.

    Subito dopo saremmo stati avvolti dalla sabbia, che avrebbe creato attorno a noi una gigantesca casa. Ryugi, se presente, l'avrebbe riconosciuta. Era villa Akasuna, anche se non più in rovina.

    Mi guardo attorno. La mia attenzione è immediatamente attirata dal tavolo da lavoro, dove è presente il progetto del braccio di una marionetta. Il braccio sinistro dello spaventapasseri, una delle mie prime creazioni. Frammenti di metallo e legno, fili di acciaio e dei grossi shuriken smontabili sono presenti sul tavolo. Parti di marionetta sparse sono presenti più o meno ovunque nella stanza, con una mezza dozzina di marionette di forme ed aspetto diverso che pendono dal soffitto, appese con dei fili di nylon. Un piccolo futon con il simbolo del villaggio di suna è relegato in un angolo.

    E' la mia stanza di quando ero piccolo! Sorrido ed accarezzo il braccio di marionetta sul tavolo. Tu si che mi diventerai molto utile, in futuro.

    In lontananza sento dei rumori, pezzi di legno e metallo che impattano l'uno sull'altro. Mi raggelo. Dev'essere quella notte.

    Ho capito in che ricordo sono. Questa... questa è la notte in cui è morto mio fratello.

    OT qualsiasi informazione aggiuntiva ti serva, fammelo sapere. /OT
     
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    Il brutto ricordo


    E come affrontarlo



    Ryugi stava informando Shu dei fatti, ma il Marionettista aveva qualche difficoltà ad accettarli, il ché, se volete il mio parere, è anche abbastanza ragionevole.
    Se non ricordi perché volevi cancellarti quindici e passa anni di vita, perché appunto li hai dimenicati, non crederai mai di averlo fatto, no?
    Un pò strana come cosa, ma come potete vedere, un pò tutta questa missione era, decisamente, strana.
    A poco a poco, però, con le risposte della giovane Nekki, sembra arrivare anche la consapevolezza del Marionettista, tant'è che parve ricordare chi fosse Shinichi, seppur c'era una differenza.
    Lì dove la lettera che Ryugi aveva letto c'erano parole di affetto e stima per il Kurogane, adesso il ninja davanti a lui aveva sufficienza nel tono, apparentemente.
    Forse non ricordava ancora tutto, ma di certo sembrava riconoscere le sue strategie nel fatto che fosse una semplice genin adesso dinanzi a lui e non un jonin, o chunin, esperto.

    E' lui Shinichi, sì., confermava intanto la Nekki, mentre la loro discussione, ora più tesa, continuava.
    Shu parve, comunque, essere meno propenso a combattere contro la kunoichi di Suna, ma più interessato ad affrontare i propri brutti ricordi, come Ryugi stessa consigliava.
    Quando, anzi, il Marionettista propose all'altra di aiutarlo, ma che avrebbe accettato anche un suo rifiuto, la ragazza scosse energicamente la testa: Siamo entrambi shinobi di Suna ed un ninja della Sabbia non abbandona mai i propri compagni., concluse decisa la Nekki, sorridendo all'Akasuna.

    Fu così che la scena cambiò, circondandoli con la sabbia, prima che apparissero in un luogo che Ryugi aveva già visto: ll palazzo del tuo clan..., lo riconobbe, In condizioni migliori... decisamente, aggiunse, prima che Shu, dall'osservare un pezzo di una qualche marionetta, riuscisse ad intuire il ricordo.
    La morte di suo fratello Satoru.

    I due avrebbero potuto udire dei rumori, in effetti, tipici suoni di oggetti metallici che cozzavano fra loro, anzi, per essere più precisi: Qualcuno sta combattendo., fu la prima considerazione della kunoichi, che si mosse verso la fonte di quei suoni, forse seguita da Shu stesso? Oppure fu la scena a cambiare ed avvicinarli alla fonte dei suoni?

    In ogni caso, ad una porta di distanza, i due si trovarono davanti ad un dojo all'interno del palazzo degli Akasuna ed in quello stesso luogo c'erano due persone, entrambe assomigliavano a Shu: capelli rossi e corti, occhi del medesimo colore, ma dove da una parte imperava un uomo con vestiti neri e rossi che utilizzava una marionetta dalle forme di una sorta di formica imbottita, che faceva poco più di difendersi e controbattere, dall'altra c'era un ragazzino.
    Sembrava molto simile al primo Shu che Ryugi aveva visto, ma i lineamenti erano più dolci, meno marcati, aveva un abito vagamente simile a quello dell'adulto, ma più semplice anch'esso.
    L'unico oggetto in suo possesso di elaborato, era la marionetta: sembrava una sorta di rifacimento di un demone delle leggende, un Kasa-obake: un ombrello posseduto da uno spirito.

    Forza, Satoru, la tua marionetta ha molte più armi del mio banale Kuroari: la mia è una marionetta da cattura, nemmeno da difesa! Dovresti saperla sconfiggere senza troppi problemi!, lamentava l'uomo, il padre di Shu e Satoru.
    Il bambino non parlava, troppo impegnato a cercare di mantenere il ritmo di quello scontro.

    E' stato tuo padre ad uccidere tuo fratello?, domandò perplessa Ryugi, sottovoce, prima che qualcosa catturasse la sua attenzione, un suono "stonato", come di una porta i cui cardini non era piegati correttamente.
    Il risultato fu spaventoso: in un singolo movimento, Satoru aveva aperto, letteralmente, l'ombrello - demone: ma delle quattro aste che lo componevano, una era leggermente piegata (come spesso accade con gli ombrelli) ed il ventaglio da battaglia collegato all'asta, partì, come una molla, per dietro, andando a tagliare la pelle del giovane Akasuna all'altezza della gola.
    O almeno questo fu ciò che la kunoichi vide sul momento.
    Che Shu avesse il potere di manipolare la scena? O doveva solo avere il coraggio di affrontarla?
     
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    Post Sesto



    Alla mia richiesta di aiuto Ryugi risponde sorridendoSiamo entrambi shinobi di Suna ed un ninja della Sabbia non abbandona mai i propri compagni.
    Ricambio il suo sorriso Ti ringrazio, Ryugi. Significa molto, per me. Avevo capito che Ryugi non vedeva la scelta che aveva fatto come un obbligo, ma come parte del suo nindo.
    Il nindo della sabbia. Evidentemente questi nuovi kazekage che non conoscevo non dovevano essere poi così male.

    ***



    I rumori del combattimento ci giungono alle orecchie. Accompagnato da Ryugi, senza parlare, ci avviciniamo al rumore. Se avesse deciso di prestare attenzione ai dintorni della scena Ryugi si sarebbe accorta, come faccio io, degli svariati "errori" della stessa. Questa è villa Akasuna, ma come la ricordava il mio io di quel momento. Molto più alta di quello che dovrebbe essere, dopotutto è la prospettiva di un bambino, con le parti più vicine al soffitto distorte.
    Nonostante io sappia quello che sta per avvenire mi sento come costretto a seguire gli eventi. Non sono costretto dal marionettismo, conosco molto bene come manovrare una persona, e non si tratta di un genjutsu. E' come... se sentissi di doverlo fare. Come se me lo dovessi.

    Come avevo fatto anni fa mi chino vicino al muro, dove avevo fatto un foro sulla parete. Poggio la mano sulla stessa ed il legno si apre, come venisse manipolato, aprendo una finestra, consentendo a me e Ryugi di vedere l'interno di quel dojo. Ci troviamo in alto, quasi un metro e mezzo sopra le quattro figure e spostati verso la sinistra di Satoru. Dovevo osservarli di nascosto, Agashi non approvava che io li guardassi allenarsi. Io dovevo concentrarmi a costruire altre marionette.

    Avrei indicato i due ninja a Ryugi Quello più alto è mio padre, Agashi Akasuna, pronipote di Sasori Akasuna, come non ha mai smesso di ricordare per tutta la sua vita. Non ti ho mai chiesto se conosci la storia, ma non ha molto senso parlarne ora. L'altro invece è mio fratello Satoru. Che tra poco... beh lo vedrai tu stessa.

    Avevo sezionato quella scena nella mia mente milioni di volte. So esattamente quello che sta per succedere.



    Il Kase-Obake, la marionetta ombrello, si sarebbe ritirata di fronte a Satoru, ed Agashi avrebbe esclamato:

    Forza, Satoru, la tua marionetta ha molte più armi del mio banale Kuroari: la mia è una marionetta da cattura, nemmeno da difesa! Dovresti saperla sconfiggere senza troppi problemi!

    Satoru avrebbe rilassato le spalle, una goccia di sudore avrebbe macchiato il tatami vicino al suo piede destro. Era al limite.

    E' stato tuo padre ad uccidere tuo fratello? sussurrò Ryugi. Per tutta risposta avrei portato un dito davanti alla bocca. Era il momento definitivo.

    Satoru portò indietro il braccio destro, piegando anulare e medio. Era il movimento per attivare l'apertura dell'ombrello.

    Il trascorrere del tempo sarebbe progressivamente rallentato. Un rumore raschiante avrebbe squarciato l'aria mentre lentamente la marionetta si apriva e l'asta posteriore destra, piegata, avrebbe fallito nel suo compito di mantenere il letale ventaglio rivestito d'acciaio legato alla marionetta. Quella parte del kaze tessen sarebbe volata all'indietro, perforando la gola di Satoru. Il bambino avrebbe iniziato a portarsi le mani alla gola. La trachea era stata perforata e non poteva emettere suoni. Il sangue sarebbe fluito copioso dalla ferita al collo. Satoru si inginocchiò a terra. Sollevò lo sguardo piangente verso il padre. Ryugi poteva vederlo chiaramente. Le lacrime copiose sgorgavano dal suo volto. Chiedeva aiuto, e pietà. Guardava negli occhi suo padre che, impassibile, rimase a guardarlo morire.

    Satoru cadde a terra, morto. Il tempo si sarebbe fermato.

    Scendo a livello del terreno invitando Ryugi a seguirmi, se non avesse già provato ad intervenire, ovviamente senza successo.

    Osservai tutto proprio da li le avrei detto, indicando la posizione dove ci trovavamo poco prima. Ho rivissuto la scena centinaia di volte, nei miei sogni. Ne sono stato ossessionato. Mi avvicino alla marionetta Ammetto però che è la prima volta che riesco ad esaminarla da questa prospettiva. Legai la marionetta con i miei fili di chakra, sollevandola da terra.

    Questo è il Kasa-Obake, una marionetta di mia creazione. Il costrutto si sarebbe diviso in molteplici pezzi, cadendo al suolo fino a lasciarne solo due intatti. L'asta piegata e una piccola molla ricurva, spezzata a metà.

    Qualche giorno dopo questi eventi ho recuperato la marionetta. L'ho smontata e rimontata decine di volte. Il risultato è sempre stato lo stesso. L'unico difetto è questa molla. Per quanto riguarda la morte di mio fratello, in un certo senso la colpa è di tutti e tre. Non che al tempo lo sapessi.

    Sospiro. Non è per niente piacevole rievocare tutto quel processo. In un primo momento diedi la colpa a me stesso: se avessi costruito la marionetta correttamente, se mi fossi accorto che questa molla era difettosa. Se non avessi avuto fretta nel costruirla tutto questo non sarebbe successo. Non è stato un bel periodo.

    Cammino avanti ed indietro per il dojo. Divenni molto aggressivo e violento, specie nei confronti di mio padre. Per tutta risposta lui mi diceva di sfogarmi creando nuove marionette, ancora più mortali. Di nuovo quella lettera mi torna alla mente. So che è la chiave per capire quell'uomo, Agashi Akasuna. Guardo negli occhi quel ricordo di mio padre ed improvvisamente si modifica. Si rimpicciolisce. Invecchia. Diventa completamente bianco, gli occhi chiusi e le labbra blu.

    Ora... ora ricordo. Agashi è morto. Ignoro il sospetto che mi viene vedendolo in questo stato. Non è il momento.

    Torniamo a me. In un secondo momento decisi di dare la colpa ad Agashi. Era lui che non l'aveva salvato. Era lui che l'aveva spinto al limite, lui che l'aveva ucciso. Non so se era un modo per sfogare la mia rabbia ed il mio odio nei confronti di Agashi o se invece volevo ignorare il fatto che odiavo me stesso per quello che era successo e proiettavo tutti quei sentimenti su mio padre.

    Porto lo sguardo in alto, ripensando a quel momento della mia vita. Non lo so. Fatto sta che iniziai prima a creare marionette sempre più mortali, sperando che qualcuna di essere potesse uccidere Agashi. In un paio di casi inserii appositamente dei difetti, sperando di far ripetere questa sorta di incidente. Mi volto verso Ryugi Non ne vado fiero, ma è giusto riconoscere anche i miei difetti. Dopo qualche anno scappai di casa e mi arruolai in accademia.

    Mi avvicino al cadavere di Satoru, lo stendo a terra e gli chiudo gli occhi. So che probabilmente ti sembrerò un po' freddo, Ryugi-san, ma ormai ho superato questo brutto, bruttissimo momento. Sospiro E nel caso ti fosse rimasta la curiosità, secondo me le cose sono andate così: io ho sbagliato, un errore di distrazione che sarebbe potuto capitare a chiunque. Non ho ricontrollato due volte che tutti i meccanismi funzionassero a dovere. Se allora avessi saputo come manovrare le marionette adeguatamente, se avessi avuto più esperienza, se non avessi avuto fretta di far provare la mia marionetta a Satoru lui non sarebbe morto.

    Poso una mano sul cuore del bambino Se Satoru non avesse passato troppo tempo ad allenarsi da solo con la marionetta sarebbe sia stato più lucido quando affrontò Agashi, sia... sia non avrebbe stressato eccessivamente la parte difettosa del meccanismo. La molla non si sarebbe torta, causando l'asta del Tessen di piegarsi e di conseguenza rompendo la molla e facendo scattare il ventaglio contro la sua gola.

    Indico Agashi Se Agashi si fosse comportato in modo diverso, capendo che mio fratello era stanco o controllando i meccanismi del Kase-Obake lui stesso... oppure cercando di salvarlo una volta ferito, invece di restare li impassibile...

    Mi avvicino alla ragazza mentre la scena inizia a dissolversi nel nulla. Ma tutto questo non ha più importanza ormai. E' solo un ricordo. E nemmeno so se sia vero o se sia solo una ricostruzione della mia mente per farmi sentire meglio riguardo a me stesso. Magari ho solo voluto mentirti, per cercare di fare bella figura. le dico, abbozzando un sorriso.

    In realtà ho solo voglia di piangere. Per quanto io abbia effettivamente superato lo shock della morte di Satoru, per quanto io volessi aver avuto la forza di uscire dal nascondiglio, al tempo, per cercare di salvare mio fratello io non ero stato migliore di Agashi. Ero rimasto la a guardare Satoru morire. Perché sapevo che non ci sarei dovuto essere. Perché temevo la punizione di mio padre. O, forse, perché volevo essere io la fuori a combattere con le marionette invece di essere relegato in quella stanza a costruirle. Forse invidiavo Satoru. Forse l'avevo guardato morire... perché in fondo speravo che morisse. Volevo prendere il suo posto e, alla fine, ci ero riuscito.

    Ma non è questo quello che voglio.

    Sospiro di nuovo. Forse devo iniziare a pensare di meno e a farmi meno problemi. Allora, Ryugi-san? Hai delle domande o possiamo lasciarci la morte di mio fratello alle spalle? Da qui in poi entriamo in un territorio inesplorato per questo "me". Non so quale potrebbe essere il prossimo ricordo.

    So solo che l'ultimo... riguarda il testamento di mio padre.

    Tu sei Shu Akasuna, pronipote di Sasori della sabbia rossa. Sei il mio primogenito, ed in quanto tale sarai destinatario dei segreti degli Akasuna. E del loro destino.

    Le parole che Agashi mi ripeteva continuamente risuonano nelle mie orecchie (e, anche se non ne sono ancora cosciente, in tutto il ricordo persino nelle orecchie di Ryugi). So qual è il segreto degli Akasuna, il metodo per trasformare un cadavere in una marionetta conservandole le capacità che aveva in vita ma... qual è il destino degli Akasuna?


    OT/come al solito per dettagli puoi sentirmi privatamente ;) /OT
     
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    In viaggio nei Ricordi


    L'Abisso dei Compromessi - 1° Parte



    Bene, pronti, cari lettori? La storia sta per farsi persino più tortuosa, ma andiamo con ordine.

    Il primo ricordo a cui la nostra giovane Ryugi assistette fu, appunto, la morte del fratello di Shu, Satoru, un incidente dovuto ad un errore banale, una molla, una semplice molla che portò alla morte di un ragazzino che stava addestrandosi come marionettista.
    La kunoichi dei Nekki ascoltò le innumerevoli spiegazioni dell'Akasuna, senza mai interromperlo: non era suo diritto giudicarlo.
    Lei non era stata lì allora, probabilmente non era nemmeno nata ai tempi! Non sapeva quanta attenzione un giovane ed inesperto marionettista poteva metterci nella creazione delle proprie armi di clan, né quanto avesse faticato Satoru per prepararsi all'allenamento con il padre.
    E di certo Ryugi non si sognava minimamente di poter leggere i pensieri ed i sentimenti di quel Agashi Akasuna nel vedere il figlio sgozzarsi da solo con una marionetta. Lo shock che si scontrava con cosa? Sofferenza? Vanità?
    Lasciò parlare Shu, gli lasciò sfogare i pensieri che gli correvano per la mente e non obiettò a nessuno di essi, semplicemente, quando l'altro le chiese se fosse pronta ad andare avanti, la kunoichi fece un cenno positivo con il capo: Sì, Shu-san, ti accompagnerò per questo viaggio, quali che saranno i ricordi che dovremo affrontare., concluse semplicemente.

    Fu così che la sabbia li circondò e la scena cambiò.

    [Suna, Novembre 0028]

    I due ninja della Sabbia si ritrovarono in una sala, una stanza scura, non c'erano luci che provenivano dall'esterno, le uniche fonti luminose erano quattro candele alle estremità della sala, che illuminavano appena l'interno, rivelando quattro uomini al di là di un tavolo.
    Aguzzando un pò la vista, tanto Ryugi, quanto Shu, avrebbero potuto vederli.

    Il primo era senza dubbio Agashi Akasuna, leggermente più vecchio, erano passati forse dieci anni dal precedente ricordo? Qualcosa di meno? Sedeva composto ad un'estremità del tavolo.
    Accanto a lui, un ninja di cui la giovane kunoichi aveva solo letto in qualche registro nei pochi mesi nelle squadre speciali: Joel, cognome sconosciuto. Si diceva fosse il discepolo prediletto del Quinto Kazekage, Gaara, un manipolatore della Sabbia.
    La terza persona, ancora una volta, Ryugi non la conosceva di persona, ma l'aveva vista più volte nel villaggio, da bambina, aveva un vaghissimo ricordo della sua elezione al titolo di sesto Kazekage, Gin Chikuma.
    L'ultimo individuo le era del tutto sconosciuto, ma avrebbe riconosciuto il simbolo sul suo kimono, simile, ma non identico, a quello di Shinichi, il simbolo dei Kurogane. [Nota]

    Tutto questo non mi piace, e non mi piace che sia un ragazzino, nemmeno chunin, a doversi immischiare in una missione del genere., avrebbe esordito il Kazekage.
    Le assicuro, Rokudaime-sama, che mio figlio è più che capace, e più che felice, di compiere la missione., avrebbe ribattito, impassibile, Agashi.
    Il nobile Akasuna-sama è l'unico ad aver accettato di proporre un elemento del proprio clan e le doti del giovane Shu, qui, nella creazione e riparazione delle marionette, potrebbero aiutare nell'infiltrazione. Tanto più che i jonin di più alto grado, sarebbe un rischio farli scomparire per far apparire un pazzo rivoluzionario così, all'improvviso., avrebbe obiettato Joel.

    Pazzo rivoluzionario?, avrebbe bisbigliato Ryugi a Shu, nessuno poteva sentirla e, di fatto, nessuno vedeva tanto lei, quanto quello Shu: tutti vedevano una versione, pressoché identica del marionettista, in ginocchio davanti ai quattro.

    Vuole forse proporre il suo prediletto discepolo, Rokudaime? O chiedere al vecchio Lama Pazza di mandare il proprio nipote, o uno dei Chikuma dell'altro ramo? Gli Iga hanno rifiutato una strategia che usi simili sotterfugi e noi Kurogane non abbiamo ninja adatti., avrebbe ribattuto il quarto dei presenti, ricevendo uno sguardo carico di diffidenza da Gin, che non poté fare molto più che sospirare.
    Va bene... Joel, esponi la missione al ragazzo., avrebbe ordinato il Sesto.
    Shu-san, quello che ti sto per esporre, è una proposta, se accetterai, ti saranno dati tutti i particolari.
    La missione è un'infiltrazione, una lunga infiltrazione. Ci sono voci di ogni tipo nel mondo per ora: un gruppo di ninja che sabota missioni accademiche nel Paese della Roccia ed anche qui nel Paese del Vento; voci su shinobi di alto livello di nuovo presenti ad Iwa, così come a Kumo e persino a Taki ed Ame; voci di una setta che segue un qualche nukenin kiriano e, su tutte, voci su un gruppo anarchico e su un traditore della Sabbia che si è avvicinato a loro, un tale che si fa chiamare Kaze.
    Abbiamo bisogno di scoprire cosa vogliono fare e fermarli, se possibile, prima che colpiscano l'Accademia, o peggio, Suna stessa.
    Ti sarà applicato un fuuinjutsu, se accetterai, sottocutaneo, che celerà la tua coscienza e la tua identità, permettendoti di spacciarti per Kotei Sasori, un marionettista di medio rango, ma privo di alcun legame con la casata Akasuna. Ovviamente ti sarà fatta anche una plastica facciale parziale.
    Per tutti, Shu Akasuna si sarà ritirato dalla vita ninja, mentre tu agirai come nostra spia: sarai cosciente e potrai muoverti, come fossi tu stesso una delle tue marionette, ma se qualcuno ti interrogasse, sondando la tua mente, non troverebbe altri che questo Kotei.
    , avrebbe spiegato il jonin della Sabbia.
    Sta a te la scelta, ragazzo, puoi rifiutare., avrebbe suggerito a quel punto il Kazekage, forse la persona più umana lì dentro.
    Ma sia Ryugi, quanto lo stesso Shu, avrebbero sentito il secondo accettare.
    Era un errore quello? Un rimpianto? Perché mostrare quel ricordo?

    Ad ogni modo, forse dopo un'analisi del giovane compagno di viaggio della Nekki, non avrebbero sentito i dettagli di come questo Kotei Sasori sarebbe diventato un nukenin, la scena sarebbe cambiata, semplicemente, avvolgendoli nella sabbia.

    [Alcuni mesi dopo: Paese dell'Erba, Febbraio 0029]

    I due ninja di Suna si sarebbero trovati ai margini di un villaggio anonimo, contadi, pastori e poco più.
    Non erano nel villaggio, erano ai margini della foresta vicina, c'erano cinque persone, fra queste troneggiava un gigante, che stava attendendo qualcosa da un tipo dai capelli mori ed i lineamenti allungati.
    Allora, Kotei, questo braccio nuovo?, avrebbe chiesto il gigante, mentre il volto scattava, da placido ad uno leggermente diverso e più rabbioso.
    Kotei Sasori avrebbe offerto un braccio meccanico all'altro, lo avrebbe persino aiutato a rimuovere il proprio e sostituirlo con questo nuovo.
    E' quello Kaze? Ti hanno scelto per le tue abilità nella creazione e riparazione di marionette? Per questo hai iniziato questa missione?, avrebbe chiesto Ryugi ad uno Shu ben diverso da quel "Kotei" davanti a loro.

    Nel frattempo, finito il "montaggio", Kaze si sarebbe alzato ed avrebbe parlato ai suoi quattro compagni: Amici, siamo qui per liberare questo villaggio. La gente dell'Erba ha dimenticato la via dei ninja, si è piegata ai poteri forti dell'Accademia! Quindi offriamo loro la libertà da queste catene! Chi la accetterà, ci seguirà e diverrà parte di qualcosa di più grande, che presto si mostrerà all'Accademia. Chi rifiuterà... sarà comunque liberato! ed il volto sarebbe di nuovo scattato ad uno più divertito.

    Ryugi avrebbe osservato, e come lei il marionettista, quel gruppo calare verso la povera gente impreparata.
    Avrebbero visto pochi shinobi cercare di difendersi, per poi essere, per la maggior parte, trucidati: solo alcuni si sarebbero "uniti" alla causa.
    E poi il massacro sarebbe continuato: bambini bruciati vivi da Kaze, che usava il suo nuovo braccio-sputafuoco, donne stuprate, uomini stuprati, animali squartati.
    Finito il recupero di uomini, quei ninja avrebbero sfogato i loro istinti più bassi sul resto del villaggio e Kotei con loro.
    Per un tempo interminabile, Ryugi avrebbe dovuto osservare disgustata tutto ciò: persone innocenti ed indifese, tratte peggio di giocattoli, che, una volta rotti, furono buttati via e gli fu dato fuoco, da quel nuovo braccio di Kaze.

    Cosa avrebbe detto Shu a sua difesa?

    [Gennaio 0030: L'Attacco all'Accademia]

    La sabbia, forse dopo le spiegazioni del marionettista, avrebbe di nuovo cambiato la scena attorno ai due, su un altro luogo ignoto alla nostra piccola Nekki, un campo di battaglia.
    Decine e decine di ninja, vestiti tutti con casacche bianche ed un sole nero disegnato sullo stesso, fra tutti loro, anche Kotei Sasori.
    Contro di loro, molti, moltissimi, shinobi con i coprifronte dei diversi villaggi accademici.
    In alto, in cielo, quattro grossi draghi d'argilla.
    Una voce sarebbe risuonata, attraverso l'orecchio di "Kotei", una voce che anche i due avrebbero sentito.

    «Genjutsu, ovvio. Kaze!»
    «Dimmi Hosiko.»
    «C’è il Mizukage, te ne occupi tu?»


    Di lì a pochi secondi, uno dei draghi sarebbe sceso in picchiata in un punto indefinito del campo di battaglia, in un punto dove, pochi istanti dopo, sarebbe apparso un immenso coccodrillo nero, che spazzava via nemici ad ogni passo.
    Acuendo la vista, la Nekki, così come il Marionettista, avrebbero visto tre puntini sullo stesso: un uomo con una gigantesca falce, uno più piccolo con una zazzera rossa e quello che probabilmente era Kaze.
    Ma non c'era tempo per pensare a loro, o alla gigantesca lucertola, al tengu, ai draghi... agli "dei" che combattevano sopra i plotoni di piccoli ninja.

    Kotei doveva combattere per la sua vita e stava combattendo contro l'Accademia che aveva giurato di difendere, uccidendo con le sue marionette un ninja dopo l'altro: Kiri, Konoha, Oto, persino sunesi, anche se cercava di evitarli, li eliminava, uno dopo l'altro, quando gli si avvicinavano.

    Perché hai continuato questa farsa?, avrebbe chiesto ad un tratto Ryugi, prima che una voce echeggiasse ancora nel loro orecchio.

    Ancora vivo, degno di un Kage.
    Non mi aspettavo una così stenua resistenza. Ma non importa, Mizukage, ciò che doveva essere fatto è stato fatto. Uccidermi oggi non servirà.


    Era la voce di Kaze e fu l'ultima voce, prima di sentire un rantolio, di lì a pochi istanti: chiunque fosse il Mizukage, aveva ucciso l'uomo che Shu Akasuna era stato mandato a seguire e studiare.
    Ma allora perché non hai abbandonato la recita?

    Una valida domanda, a cui forse l'altro avrebbe risposto, prima di vedere un ulteriore drago d'argilla schiantarsi e distruggere l'edificio accademico.

    A quel punto la sabbia li avrebbe circondati di nuovo.

    [Alcuni mesi dopo, prigioni accademiche]

    I due avrebbero visto Kotei Sasori in una cella, pochi stracci addosso, cicatrice, ferite, un occhio nero.
    Forse, più che una cella, era giusto definirlo un buco, un buco in cui risuonarono passi dall'esterno, mentre, dall'unica fonte di luce, una grata in una porta sopra quel buco, si stagliava una figura: l'uomo dei Kurogane di tre anni prima.

    Ti sei fatto catturare, ma abbiamo apprezzato il tuo lavoro. Tuo padre ha analizzato il cadavere di Kaze, o quello che quello psicopatico dell'Ottavo Mizukage ed il suo coccodrillo hanno lasciato.
    Dei barbari quei kiriani ed il loro Kage Kaguya, che strappa le ossa dei nemici per trofeo.
    Tuo padre, comunque, ha confermato che molti dei macchinari nel corpo di Kaze erano guasti, dapprima che iniziasse lo scontro, ipotizza.
    Buon lavoro, inutile, per salvare l'Accademia dall'attentato dei Kurotenpi, ma buono.
    , si complimentò, a modo suo, l'uomo.
    Ora puoi scegliere: Kotei Sasori sarà trasferito in ogni caso fra una settimana, ma potrai decidere, tornare a Suna, riapparire come Shu e questo te scomparirà nella storia dei nukenin, oppure, puoi dirigerti ad Ame a permetterci di scoprire cosa sta effettivamente succedendo lì. Gli Iga sarebbero in debito con gli Akasuna, se lo facessi.
    Inoltre ti hanno buttato in questa buca perché hai ucciso tre prigionieri nella doccia, ho sentito dire, il tuo ruolo, lo stai gestendo bene.
    Cosa mi dici, ragazzo?


    Anche Ryugi stava in silenzio, attendendo le parole del marionettista, tanto la larva umana nella buca, quanto l'uomo accanto a lui.

    [Nota]A te i dettagli in tutti i ricordi e, se vuoi, andiamo avanti con gli altri anni di infiltrazioni nel prossimo post ^^
     
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    DE-CEPTION


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    La kunoichi della sabbia non sembra interessata al mio commento su quel ricordo. Forse non ritiene di avere il diritto di esprimere il proprio pensiero, oppure semplicemente non è poi così interessata. Eppure decide di restare. Eppure decide di continuare.

    La sabbia ci avvolge nel suo caldo abbraccio.

    [Suna, Novembre 0028]


    Oh... stai per assistere alla decisione più importante della mia vita. dico, rivolto a Ryugi. Riconosco quelle figure, ma sarebbe basta la presenza di Gin Chikuma per identificare il ricordo.

    Immagino tu abbia riconosciuto Agashi, nonostante gli anni passati. Ovviamente quello è il kazekage, no, ex-kazekage, Gin Chikuma. Gli altri due forse non ti sono conosciuti. Quello dissi indicando Joel E' Joel, uno dei jonin più potenti al servizio del nostro villaggio mentre quello... quello è Shin Kurogane.

    Ricordo perfettamente questo momento, ora che inizio a riviverlo.

    E' stato quando ho accettato la missione.

    Lascio che i quattro uomini parlino, ricordando con loro quei momenti. Alla domanda di Ryugi sul pazzo rivoluzionario le avrei risposto: Probabilmente tu non lo sai, ma sono stato uno dei primi membri di un gruppo di nukenin. Dopo tutti questi anni saranno sicuramente stati debellati. Probabilmente non avrai neanche mai sentito parlare di Kurotenpi.

    Avrei lasciato alla ragazza la possibilità di replicare, prima di proseguire con il ricordo.

    Dopo che Joel mi spiegò o meglio, spiegò al mio io passato, al mio ricordo, la missione fu il kazekage a guardarmi negli occhi. A guardare lui negli occhi. Noi. In qualche modo strano mi sembrava di sentire cosa stessi provando al tempo. Cosa stava vivendo lo "Shu ricordo". Strano.

    Sta a te la scelta, ragazzo, puoi rifiutare. disse il Kazekage. Buffo. Ha uno sguardo pieno di umanità, non sembra affatto un ninja. Chissà che fine ha fatto Gin Chikuma.

    Come puoi intuire ho accettato la missione, anche se per motivi molto particolari. In un certo senso c'entra la nostra comune conoscenza, Shinichi Kurogane.

    Mi giro verso Ryugi, mentre la scena dietro di noi si fermava.

    Non mi ricordo ancora tutti dettagli, ma aver rivisto Shin mi ha fatto ricordare anche quella cosa...


    [Suna, Gennaio 0028]



    La sabbia avrebbe ricoperto quelle figure delle quali sarebbe rimasta solo Shin Kurogane, accompagnato da un altro membro di quel clan. Un uomo dai capelli castani e un sorriso molto amichevole.

    Aizen e Shin Kurogane. Capoclan il primo, e suo braccio destro il secondo. Entrambi utilizzatori della kekkei genkai del clan, cosa più rara di quel che loro vorrebbero far credere.

    Il Kurogane dai capelli neri, Shin, si sarebbe avvicinato a me (proprio a me, non ad un altra ricreazione dei ricordi)



    Shu Akasuna, corretto? Io sono Shin Kurogane e parlo per conto di Aizen-sama, leader del clan più nobile della sabbia

    Iniziò quindi a dire come gli Akasuna avevano un grosso debito nei confronti dei Kurogane e che se gli eredi di Sasori, traditore della sabbia ed assassino del terzo kazekage, coinvolto nella morte del quarto e del rapimento del quinto kazekage volevano vivere nel villaggio della sabbia...

    Dovrete ripagare i vostri debiti nei confronti dei Kurogane. Il vostro antenato, che vostro padre continua a nominare, ha portato via ben tre Kazekage al clan Kurogane. Ora voi ne risponderete.

    Mi sarei quindi rivolto a Ryugi. Come puoi immaginare ho scelto la via diplomatica, ed ho accetto di compiere per loro una missione segreta. Recuperare un loro erede perduto, nel mezzo del deserto dell'Anauroch. Quell'erede perduto era Shinichi. Non è stata una missione particolarmente difficile, ma mi ci è voluto molto tempo per riuscire a rintracciarlo. E' tramite me se Shin e Agashi si sono conosciuti, ed è a causa di questa mia missione che quando si è parlato di mandare qualcuno ad infiltrarsi tra questi rivoluzionari è venuto fuori il mio nome. Non voglio però che tu sia confusa. Io ho deciso di accettare. Lo volevo. Era sia un modo per servire il villaggio della sabbia, sia per allontanarmi da Agashi.

    Con un gesto congedai le due figure polverizzandole in sabbia nera. Un altra scena si stava materializzando davanti a noi.

    ***

    [Paese dell'Erba, Febbraio 0029]


    Quello sono io. Kotei Sasori. Dico a Ryugi indicando un uomo di età più grande rispetto a quello che dimostravo, dai lineamenti un po' allungati ed i capelli neri. Ho scelto io l'aspetto, ed è stata mia l'idea di sembrare più vecchio rispetto alla mia vera età dico a Ryugi con una punta di orgoglio. Ancora non so che cosa comporti questo ricordo, anche se c'era qualcosa di strano. Ma... non avrei dovuto non ricordare questa parte?

    Mi avvicino a Kaze e lo aiuto a staccare il suo vecchio braccio, sostituendolo con una mia nuova creazione. Ci ho messo un vecchio trucco di noi marionettisti gli dico Grazie ad una carica... Il volto di Kaze scattò di nuovo, questa volta lo soverchiava il kanji dell'ira

    Non me ne frega un cazzo di come funziona Kotei, ci devi pensare te a queste cose! L'importante è che faccia quello che voglio! Nuovamente il volto sarebbe scattato, mostrando il kanji della goia Ho sempre adorato dar fuoco alle cose!

    E' quello Kaze? Ti hanno scelto per le tue abilità nella creazione e riparazione di marionette? Per questo hai iniziato questa missione?

    Si, è quello Kaze. Ma no, non è per questo che ho iniziato questa missione. In un certo senso... volevo staccarmi dalla mia vita. Volevo stare lontano da Agashi, e da Suna. E quello mi sembrava un buon modo per aiutare il villaggio, anzi, tutta l'accademia. Poi, certo, le mie conoscenze mi avranno sicuramente aiutato ad avvicinarmi a Kaze. Purtroppo i dettagli ancora mi sfuggono ma...

    Mi scaglio, assieme ai miei colleghi di allora, a ricreare quel massacro. Vivo il ricordo per la prima volta, e mi lascio trascinare dalle emozioni. Dato il non luogo in cui ci troviamo forse anche Ryugi avrebbe potuto percepire, oltre all'orrore per quelle nefandezze, come al tempo anche io, Kotei Sasori, provavo un'immensa sensazione di libertà. Se Ryugi avesse voluto indagare ulteriormente quella strana trasmigrazione di sensazioni forse si sarebbe potuta accorgere di come, in fondo a tutto, c'era solo un'immensa solitudine.

    Non dovevo rendere conto a mio padre, al villaggio o all'accademia. Non avevo le responsabilità di un ninja, o di un membro della famiglia Akasuna. Non avevo debiti da ripagare con il clan Kurogane, a causa di un antenato del quale non mi interessava nulla.

    Non avevo nessun legame. Ero solo, libero di spiegare le mie ali.

    L'unica cosa che mi era richiesta... era dar sfogo ai miei istinti più bassi. Non avevo mai avuto un gran interesse nel sesso ed infatti violentai le donne solo quando dovevo.

    Ma uccidere? Uccidere non era mai stato un problema per Shu Akasuna. E neanche per Kotei Sasori. Nonostante il mio numero di uccisioni fosse stato tra i più alti quel giorno grazie alla mia marionetta Karasu (avevo scelto quel modello in quanto molto comune tra tutti i marionettisti) le mie mani non si sporcarono di sangue.

    Kireina Te no Sasori, Sasori dalle mani pulite. Così mi chiamavano. Anche se in realtà... forse ero uno di quelli con la coscienza più sporca. dico a Ryugi mentre una delle lame da polso della marionetta taglia la gola ad un anziano che si era frapposto per consentire la fuga di un bambino, presto raggiunto da uno dei kunai della marionetta alla schiena.

    Il segreto in battaglie del genere è usare il meno possibile le armi a distanza della marionetta, così da averne sempre a disposizione in caso di bisogno. Oppure assicurarsi di poterle recuperare. avrei continuato mentre raccolgo il kunai dalla schiena del bambino che si divincola, poco prima di spirare. E non lasciare testimoni concludo mentre Karasu sfonda la testa del cadavere contro un sasso li vicino.

    Queste persone sono morte nel momento in cui Kaze decise di attaccare il villaggio. Che le uccidessi io o qualche altro nukenin non avrebbe fatto differenza. Io almeno... ho dato loro una morte rapida ed il più possibile indolore.

    Dissi, cercando di giustificarmi, forse più con me stesso che con Ryugi. Tutto questo... è stato necessario. Si, è vero, non me ne importa granché delle vite di un gruppo di contadini del paese dell'erba ma... le lacrime iniziarono a rigare il volto di Shu Akasuna Non erano questi i patti, Kotei. Tu saresti dovuto sparire, assieme a questi ricordi. Che fosse per questo... Che Shu Akasuna ha fatto quello che ha fatto? Ha ricordato e ha cercato di dimenticare?

    Kotei si avvicinò a me e a Ryugi, mentre attorno a lui Kaze godeva nel dar fuoco ad un paio di capanne.

    Andiamo... credi veramente che fosse possibile fare una cosa simile?rise Kotei Per me ci hanno sempre e solo preso il culo. Non che mi lamenti, abbiamo reso Suna un posto più sicuro. E poco importa se abbiamo dovuto ammazzare un sacco di gente.

    O perdere la nostra umanità replico io abbassando le spalle.

    L'umanità è sopravvalutata. Pensa a Sasori, è diventato il più grande marionettista della storia proprio perché ha rinunciato alla propria umanità. O pensa ai nostri cugini Shura. disse Kotei, indicando Kaze.

    Vorresti veramente portare Kaze come esempio da seguire? digrignai i denti, faticavo a trattenere la rabbia. Sappiamo entrambi che quel pazzo psicopatico non sarebbe riuscito a far nulla senza di noi!

    E la cosa non ti esalta? disse Kotei sorridendo. Su, dai nostri esperimenti su Kaze abbiamo raccolto una quantità di dati interessante... per non parlare della fine che ha fatto lui... uno schiocco di dita da parte del ninja dalle mani pulite e la sabbia avvolse nuovamente me e Ryugi.



    [Gennaio 0030: L'Attacco all'Accademia]

    Non sei contento di essere entrato nella storia? dico, con la voce di Kotei Sasori, mentre Karasu trafigge al corpo un ninja del clan Hyuga di Konoha. Il suo Juuken non poteva nulla contro la marionetta.

    Non perdere tempo con queste cazzate Kotei, e pensa ad uccidere altri accademici! replica un mio alleato del sole nero.

    Già, proprio un bel modo di entrare nella storia. dico io, mentre sono vicino a Ryugi. In questo caso la mia "doppia essenza" è ancora più enfatizzata. Ehi, o mi mettevo ad uccidere qualche foglioso oppure mi spostavo verso il buon Shinichi. Non è che ho avuto molta scelta... replica il mio doppio.

    Shinichi? C'era anche lui? gli rispondo stupito. I ricordi di Kotei Sasori entrano nella mia mente e la scena viene ricreata. Lo possiamo vedere, io e Ryugi, mentre convinco un nostro alleato ad andare più verso est e seleziono un altro ninja del sole nero, più consono da affrontare per il nostro conoscente. Non posso essere così tanto una merda no?

    In lontananza possiamo vedere Shinichi mentre vola su una piastra di sabbia nera avvicinarsi verso di noi. Il Kurogane scende al suolo e deforma il suo mezzo di trasporto fino a creare un bastone di ferro. A questo punto il ricordo si interrompe, evidentemente Kotei non è interessato a mostrarci il destino di Shinichi.

    Che senso avrebbe? Sappiamo entrambi che è sopravvissuto. Anzi, tutti e tre. Ryugi, giusto? disse Kotei rivolto alla nostra ospite. Ti sento molto silenziosa... tu che ne pensi? Puoi reputarmi un mostro finché vuoi ma rispondi a questa domanda... avresti mai avuto tu il coraggio di compiere queste azioni, per il bene dell'Accademia e di Suna?

    Una volta ricevuta una risposta dalla kunoichi, o anche no a seconda della sua intenzione, Kotei Sasori avrebbe continuato la sua filippica. Sai invece chi non ce l'ha fatta? Il nostro caro, buon amico Kaze. Peccato. Tutto quel lavoro sprecato.

    Ci alzammo in volo, oltrepassando uno dei draghi di argilla poco prima che si schiantasse sull'accademia.

    Perché hai continuato questa farsa? chiese Ryugi

    Perché ormai non era più una farsa. Shu Akasuna era morto, c'era solo Kotei Sasori. E gli piaceva anche esserlo! A questo punto sbotto Stava chiedendo a me, stronzo. soffio, cercando di calmarmi. Pensavo che se mi fossi fatto valere avrei potuto prendere il posto di Kaze. Acquisendo più potere all'interno dell'organizzazione avrei potuto sabotarne meglio i piani. Per tutta risposta Kotei si mise a ridere Lo ammetto, forse sono stato un po' ingenuo. Forse... forse un po' mi piaceva essere Kotei Sasori. In un certo senso sentivo che stavo facendo qualcosa di importante. Molto più importante che costruire marionette o fare delle patetiche missioni. Ed era una cosa che mi piaceva.

    Sentito ragazzina, te l'avevo detto. Brutte azioni per un bene superiore...

    Interrompo Kotei prima che possa continuare Questo non scusa minimamente tutte le nefandezze che abbiamo fatto. Le persone che abbiamo ucciso per puro divertimento, nostro o altrui. Le donne violentate. I bambini... Dei, i bambini. Comunque, alla fine, qualcosa lo abbiamo combinato. dico a Ryugi indicando Kaze, il mio "boss" nell'organizzazione. Ucciso dal Mizukage.

    Ma allora perché non hai abbandonato la recita?

    Quel giorno, nonostante avessimo in parte contribuito ad abbattere Kaze... l'attacco dei Kurotenpi non si fermò. L'accademia non era stata abbastanza per fermarli. Mi sentivo in dovere di fare tutto il possibile per impedire che una simile tragedia avvenisse di nuovo.

    Il dragone di argilla si schiantò, distruggendo l'edificio accademico.

    Dimmi, Ryugi, se tu avessi il potere di passare delle informazioni all'accademia, delle informazioni che potrebbero impedire che dei tuoi compagni possano morire... non lo faresti? Non sacrificheresti qualunque cosa?

    La missione prima di tutto, ragazzina. Non c'è tempo per i dilemmi morali. Sapevamo a cosa andavamo incontro. Siamo Akasuna, una volta compreso quello che dev'essere fatto non ci fermiamo di fronte a nulla. Non importa quanto mostruoso possa essere.

    Io e Kotei completiamo i nostri pensieri. Per quanto possa essere difficile ammetterlo, lui è parte di me. E quelli, a suo tempo, devono essere stati gli stessi pensieri del nostro omonimo. Sasori della sabbia rossa. L'unica differenza è che noi eravamo al servizio del villaggio di Suna. Della parte buona. O, forse, era solo una giustificazione per continuare ad evitare i miei problemi.

    La sabbia ci avvolse di nuovo. Questa volta siamo all'interno di una prigione.

    Sento dei passi, mentre Kotei Sasori ghigna. E' pieno di botte, incatenato, distrutto dalle torture ma ghigna. Ghigna verso di me, come se mi avesse in scacco. Come se lui volesse che io guardassi quello che sta per succedere.

    Cose di cui io non ho la minima idea.

    La botola si apre, e dopo che veniamo abbagliati dalla luce facciamo in tempo ad abituarci e a riconoscere la figura.

    Shin Kurogane.

    Ti sei fatto catturare, ma abbiamo apprezzato il tuo lavoro. Tuo padre ha analizzato il cadavere di Kaze, o quello che quello psicopatico dell'Ottavo Mizukage ed il suo coccodrillo hanno lasciato.
    Dei barbari quei kiriani ed il loro Kage Kaguya, che strappa le ossa dei nemici per trofeo.
    Tuo padre, comunque, ha confermato che molti dei macchinari nel corpo di Kaze erano guasti, dapprima che iniziasse lo scontro, ipotizza.
    Buon lavoro, inutile, per salvare l'Accademia dall'attentato dei Kurotenpi, ma buono.


    La cosa buffa è che, a memoria. Hahahaha, buona questa dico ridendo della mia stessa battuta A memoria questo è stato il più gran complimento che io abbia ricevuto per qualcosa che ho fatto.

    Mi giro verso Ryugi Non che questo scusi le mie azioni ma... è piacevole sentirsi apprezzati ogni tanto, no? Il mio lavoro è finito e quindi posso tornare a Suna...

    Non così in fretta. Non abbiamo finito di ascoltare quello che ha da dirci il nostro amico Shin. mi interrompe Kotei

    Che c'è da dire? Ci siamo fatti catturare, la missione è finita. Non possiamo tornare nei Kurotenpi senza destare troppi sospetti... è il tempo di essere estratti e...

    Ora puoi scegliere: Kotei Sasori sarà trasferito in ogni caso fra una settimana, ma potrai decidere, tornare a Suna, riapparire come Shu e questo te scomparirà nella storia dei nukenin, oppure, puoi dirigerti ad Ame a permetterci di scoprire cosa sta effettivamente succedendo lì. Gli Iga sarebbero in debito con gli Akasuna, se lo facessi.
    Inoltre ti hanno buttato in questa buca perché hai ucciso tre prigionieri nella doccia, ho sentito dire, il tuo ruolo, lo stai gestendo bene.
    Cosa mi dici, ragazzo?


    Mi blocco. Com'era possibile? No, la mia missione era finita... potevo tornare a Suna. Avevo fatto un buon lavoro.

    HAHHAAHAHAHAAH sghignazza Kotei Ti sei ricordato eh? Hai ricordato quello che hai pensato in quel momento, Shu?

    Cado ginocchia a terra sussurrando La storia di Kotei Sasori non è ancora finita. Voglio fare di più. Ne ho bisogno. Voglio andare ad Ame. A Suna non c'è più niente per me. Cosa dovrei fare? Tornare con la coda tra le gambe da Agashi?

    Ripeti più forte, che la signorina non ti ha sentito. mi incalza lui

    E' vero! Potevo uscirne ma ho rifiutato! Volevo essere Kotei, volevo sentire quel brivido quando uccidevo un innocente. Sapevo che stavo facendo qualcosa di sbagliato ma sapevo che avrei potuto fare qualunque cosa perché poi avrei potuto semplicemente cancellare "Kotei Sasori" e tornare a Suna... con le mani pulite. Poggio anche le mani a terra ed inizio a piangere.

    Come ho potuto... come ho potuto compiere delle azioni così orribili? Adesso capisco perché ho voluto dimenticare... perché ho rischiato il tutto per tutto.

    I legami di Kotei si sciolsero ed il mio doppio si avvicina a me. Arrivato alla giusta distanza mi tira un calcio sul ventre. Questo perché sei un debole! Mi accascio al suolo, perdendo il fiato Le uniche cose buone che hai combinato nella vita le ho fatte IO! continua Kotei battendosi il petto Di la verità! Non hai minimamente pensato al bene di Suna, vero? Volevi solamente essere ancora Kotei Sasori... perché Shu Akasuna è una nullità! Una merda! Io sono il migliore!

    Mi tira un altro calcio per poi avvicinarsi a Ryugi Tu che ne pensi, bellezza, dovrei essere io a gestire questo spettacolo vero? Dillo anche tu a Shu che dovrebbe solo chiudersi nella sua piccola scatoletta di miserie e lasciare che sia io, Kotei Sasori, a prendere il controllo del nostro corpo!

    Forse, in fondo, ha ragione. Ricordo esattamente quello che dissi a quel tempo.



    Beh, Shin-san, se il clan Iga ha bisogno dei servigi di Kotei Sasori chi sono io per negarglieli?

    Già pregusto il sangue delle mie future vittime. La sofferenza ed il dolore che causerò. Tutto per il bene di Sunagakure, ovviamente.
     
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    L'Abisso dei Compromessi - 2° Parte



    [Suna, Novembre 0028]

    Ryugi avrebbe ascoltato con attenzione le prime spiegazioni, tanto di Shu, quanto delle figure nei ricordi del Marionettista.
    Aveva, appunto, letto qualche rapporto di Joel, ora che faceva parte delle squadre speciali, ma l'ultimo individuo, Shin Kurogane, le era ignoto: il clan Nekki, o almeno la sua famiglia, non aveva molti rapporti con i Kurogane, tranne quelli richiesti dall'etichetta fra fondatori di Suna.

    Quando poi il marionettista accennò ai Kurotenpi ormai debellati, la kunoichi scosse la testa: Mi dispiace dirtelo, Shu-san, ma i Kurotenpi esistono ancora: agiscono in modo meno appariscente, per lo più, ma ho letto alcuni rapporti su attentati e missioni accademiche che hanno affrontato rappresentanti di quell'associazione., avrebbe spiegato, per poi osservare il ninja accettare la missione offertagli dal Sesto Kazekage.

    Shu, poi, avrebbe accennato anche ad una digressione: un incontro, alcuni mesi prima, con quello stesso Shin Kurogane, che sembrava essere l'origine, tanto dell'arrivo di Shinichi Kurogane a Suna, quanto della seguente missione dell'Akasuna.
    Missione che adesso, cari lettori, continueremo ad esplorare.

    [Paese dell'Erba, Febbraio 0029]

    Shu iniziò a spiegare i fatti alla kunoichi ed assieme videro Kotei andare a massacrare quel povero villaggio, entrambi sentirono, probabilmente, un certo senso di libertà, mista a solitudine.
    Questo confuse un pò la giovane Nekki, tanto che le ci volle qualche istante per capire qualcosa che la portò a mettersi sulla difensiva: non era più Shu a raccontare i fatti, era Kotei!
    Il "nukenin" spiegò, si giustificò, dicendo che quelle persone erano condannate, anzi lui gli dava una fine veloce, disse che lo chiamavano "Kireina Te no Sasori", e tutto ciò gelò il sangue di Ryugi, il ché, per una Nekki, non è cosa da poco.
    I due Marionettisti ebbero persino un dibattito: Shu era sorpreso che l'altro fosse "presente", di poterlo ricordare, l'altro era molto più disilluso, nichilista quasi, nella sua mancanza tanto di fiducia verso la Sabbia, quanto di umanità in generale.
    Sarebbe stato proprio il nukenin ad accompagnarli al nuovo ricordo.

    [Gennaio 0030]

    Kotei Sasori continuava il racconto, spiegando che aveva preferito uccidere shinobi della Foglia, piuttosto che Shinichi, finché non si rivolse proprio alla giovane Nekki.
    Non ci vuole coraggio per tutto, questo. Uccidere senza senso, non è segno di coraggio, è segno di qualcosa che non è nemmeno animale, ma peggiore! La missione era infiltrarsi ed ottenere informazione, forse sabotarli, non divertirsi!, avrebbe replicato disgustata la kunoichi, voltandosi verso Shu: Tu non sei lui., indicando il "nukenin", Puoi aver voluto allontanarti dai brutti ricordi, o fare un favore ai Kurogane, avevi paura delle tue sofferenze, hai preferito scappare. Non sei un mostro, è stato il sigillo che ti hanno impresso ad aiutarti a dimenticare la tua umanità., avrebbe cercato di spronarlo la Nekki, prima di ascoltare le sue motivazioni sul perché avesse scelto di continuare la missione.

    Sì, anch'io avrei fatto di tutto per impedire che i miei compagni morissero, ma uccidere altri accademici, persone innocenti, non è tutto. E' troppo... per chiunque., avrebbe ammesso con una nota di tristezza verso il Marionettista dai capelli rossi, prima che la scena cambiasse, portandoli alla prigionia.

    La proposta, le parole di Shu, il ricordo di quel singolo, unico, complimento, e la consapevolezza, istigata dalle parole di Kotei, la consapevolezza che aveva scelto di continuare.
    Ryugi guardò la scena ad occhi spalancati, stupita, quasi sgomenta, sia per ciò che stava succedendo, tutti gli intrighi sottobanco che erano avvenuti quando lei era ancora una bambina, sia per il modo con cui, a parole, Kotei stesse piegando Shu, letteralmente.
    No, non devi essere tu a guidare, assassino. Shu sta rivivendo i suoi momenti peggiori, non sei più forte, non in assoluto, lo sei stato in quel momento e lui si sta facendo condizionare, come, temo, abbia fatto in tutti gli anni dopo, da questi eventi., disse, ma persino nella voce della Nekki, rispondendo al nukenin, non c'era più la certezza di prima, specie quando ascoltò la risposta del prigioniero.

    Il ricordo, però, non si fermò, continuò ancora, lasciando di nuovo la parola al Kurogane: Bene, bravo ragazzo. La missione ad Ame sarà di livello accademico: abbiamo accennato ad un nostro elemento che potevamo infiltrare e loro ci hanno indicato un collegamento all'interno.
    E qui arriva il favore agli Iga: a quanto pare farti riconoscere da questo contatto accademico devi portare un cadavere all'Obitorio dell'Area Occidentale. Sembra che Ame abbia diversi obitori, chi lo avrebbe mai detto.
    , ridacchiò Shin, Bé, si da il caso che ad Ame si trovi un ricercato con una taglia di un certo livello, un uomo chiamato Rohai del Loto Pungente, che, fra i suoi crimini, ha l'omicidio del nipote del capoclan Iga.
    Direi che il suo cadavere sarebbe perfetto da portare all'Obitorio, presentandoti con una casacca nera e verde, mi raccomando. Abbiamo già accennato del tuo soprannome, Mani Pulite, per informare il contatto.
    , avrebbe finito di spiegare.
    Divertiti, Kotei Sasori, dicono che Ame è bellissima in autunno., concluse con un'altra risatina, scomparendo dalla vista dei presenti.

    Poco dopo anche la scena sarebbe cambiata, avvolgendoli nella sabbia.

    [Ame, Gennaio 0031]

    Probabilmente, sarebbe stato Kotei a ricordare i dettagli: lo avevano lasciato fuggire una settimana dopo, i primi giorni di Agosto, ma si trovava nel pieno del Paese del Fuoco, quindi aveva dovuto muoversi con molta attenzione fino al Paese della Pioggia, spendendo un intero mese per raggiungerla, evitando cittadine e strade affollate.
    E poi c'era stato il più inatteso e fastidioso degli ostacoli: le Mura di Ame.
    C'era un qualche tipo di fuuinjutsu, o qualcosa del genere, non lo aveva mai scoperto, che impediva, a meno di possedere un particolare sigillo, di accedere nel villaggio.
    Non prima di aver compiuto un turno di guardia alle Mura. Il turno di guardia, però, durava finché non fosse entrato qualcun altro dalle Mura stesse, prendendo il tuo posto: per due mesi Kotei sarebbe rimasto a fare da guardiano sulle Mura di Ame. [Nota]True story: è stato anche il primo ostacolo quando anni fa il mio pg "assalì" la Pioggia con Jeral ^^'

    Varcate le Mura, inoltratisi nella povertà delle persone che vivevano intorno alle stessse, Kotei avrebbe dovuto trovare il suo bersaglio e questo avrebbe richiesto un altro mese di lavoro, ma alla fine aveva individuato Rohai e scoperto la sua debolezza: quel nukenin aveva una famiglia ad Ame.

    Chi sarebbe stato dei due a raccontare i fatti di quel Gennaio? Kotei o Shu? Di come aveva atteso che lo shinobi si allontanasse dal villaggio con altri compagni, per una qualche missione, per poi assalire, tortura per settimane intere la famiglia (una moglie e due bambini) di Rohai e poi li aveva uccisi.
    Di come aveva dilaniato i corpi dei figli per renderli delle marionette e con le stesse aveva, alla fine, ucciso un ignaro Rohai.
    Chi dei due marionettisti avrebbe offerto dettagli che avrebbero lasciato Ryugi al limite del disgustato?

    Il fine, però, era stato raggiunto: Kotei aveva incontrato il "contatto", la direttrice dell'Obitorio Occidentale, che, assieme al denaro, avrebbe fatto scivolare sul tavolo un foglio che, se Kotei vi avesse lasciato scorrere il chakra, si sarebbe improvvisamente riempito di parole.

    Benvenuto, Kotei dalle Mani Pulite, puoi chiamarmi Tsubaki, gestisco l'Alveare.
    Mi è stato detto di offrirti aiuto a farti strada qui ad Ame, quindi ecco il tuo primo incarico: uccidere un uomo, cosa che penso non ti disturberà, e che mi permetterà di metterti in contatto con chi fa per te.


    E quello sarebbe stato il primo di tanti messaggi simili. [Nota]Qui, invece, mi ricollego ad una vecchia giocata con Jotty: Tsubaki era, in realtà, un pg di Jotty (Oboro Aburame) che per un periodo visse ad Ame ed incontrò il mio Kaguya ^^'

    [Paese delle Cascate, Febbraio 0032]

    L'anno passato ad Ame era stato molto produttivo: aveva ucciso così tante persone che aveva ormai perso il conto, ma Tsubaki aveva mantenuto la promessa, infatti, verso la fine dell'anno precedente, Kireina Te no Sasori era stato avvicinato da uno strano terzetto di shinobi: Kohaku, un ninja che usava una caratteristica Kusari Gama; la sorella Sango e la compagnia cieca di quest'ultima, Toph Kurogane, che sublimava alla cecità grazie alla percezione dei metalli.
    Questo pittoresco gruppetto si faceva strada ad Ame uccidendo non per l'Alveare di Tsubaki, ma per un uomo che chiamavano "Kobyaru-sama".
    Kotei non lo aveva mai incontrato, ma gli omicidi erano reali, il denaro era molto reale e, soprattutto avevano ottenuto, per quella nuova missione, uno dei sigilli che permettevano di entrare ed uscire da Ame senza dover poi ottemperare ad un turno di guardia sulle Mura.

    C'era stata anche una strana chiacchierata, quando Kohaku era tornato con quei sigilli, iniziata da Toph.
    Gioisci, compaesano! Sei entrato nel Secondo Livello con noi! E se giocheremo bene le nostre carte..., frase a cui, per qualche motivo, i due fratelli erano scoppiati a ridere, Se le giocheremo bene, Kohaku-san, qui, potrebbe persino diventare un Principe di Ame!, aveva esclamato la Kurogane cieca.
    E lì arriverebbe il vero potere! Alto che soldi, lì potremmo avere una delle Pietre., avrebbe esultato a sua volta Sango.
    Frasi che, forse, per Kotei, non avrebbero avuto senso, mai voi, amici lettori, magari sapete di cosa stanno parlando, vero?

    Ad ogni modo, forse la nostra amica Ryugi avrebbe avuto sprazzi di questi ricordi, che le avrebbero dato il contesto di dove si stavano dirigendo i quattro: ad attaccare una carovana di mercanti diretti verso il Paese del Fuoco, che stava attraversando le immani foreste delle Cascate.
    Un lavoro preciso, amici miei. Uccidiamo la scorta ninja, i mercanti e prendiamo il carico. Ad Ame c'è chi pagherà bene per questo carico., aveva spiegato Kohaku, prima di ghignare verso il Marionettista e la Kurogane, E poi, oggi voi giocate in casa! La carovana è protetta da una squadra di Suna., avrebbe riso, mentre finalmente anche lo sguardo di Kotei, e con esso anche quelli di Shu e Ryugi, si spostavano ad osservare la carovana ed i ninja che la scortavano.

    NO!

    Una singola parola, dopo, forse, un prolungato silenzio: Ryugi avrebbe esclamato quella parola nel vedere le tre figure ed indicandone una, in particolare, un uomo [IMG]

    Quello è... il fratello di mio padre, lo zio Mako. E' morto quando ero piccola, in missione, nel Paese delle Cascate., avrebbe ricordato, la voce che diventava sempre più bassa, mentre si voltava verso un marionettista e poi l'altro, le lacrime che già iniziavano a scenderle sulle guance.

    Cos'era successo? Kotei aveva veramente ucciso dei ninja della Sabbia? Aveva veramente ucciso della gente del suo villaggio? Lo zio di Ryugi, non di meno?

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    [Suna, Novembre 0028]

    Probabilmente tu non lo sai, ma sono stato uno dei primi membri di un gruppo di nukenin. Dopo tutti questi anni saranno sicuramente stati debellati. Probabilmente non avrai neanche mai sentito parlare di Kurotenpi.

    Mi dispiace dirtelo, Shu-san, ma i Kurotenpi esistono ancora: agiscono in modo meno appariscente, per lo più, ma ho letto alcuni rapporti su attentati e missioni accademiche che hanno affrontato rappresentanti di quell'associazione.

    La risposta di Ryugi mi lascia interdetto.

    Vorrà dire che dovrò risolvere la situazione, una volta finito da qui. Non posso certo lasciarli a piede libero.

    Ho sempre odiato le faccende in sospeso, ed un gruppo di nukenin che avevo contribuito a costruire, seppur in minima parte, rientra perfettamente nella definizione. Che c'entrasse qualcosa con un qualche rimpianto del passato che mi aveva spinto a questa pericolosa manipolazione dei miei ricordi?

    [Gennaio 0030]

    Ti sento molto silenziosa... tu che ne pensi? Puoi reputarmi un mostro finché vuoi ma rispondi a questa domanda... avresti mai avuto tu il coraggio di compiere queste azioni, per il bene dell'Accademia e di Suna?

    In parte sono curioso di sapere come la pensi Ryugi. Come avrebbe giudicato quelle azioni? Razionalmente avrebbe capito che si trattava di nefandezze compiute per un bene superiore, ma si sarebbe chiesta anche lei, come facevo io, fino a che punto era opportuno spingersi?

    Non ci vuole coraggio per tutto, questo. Uccidere senza senso, non è segno di coraggio, è segno di qualcosa che non è nemmeno animale, ma peggiore! La missione era infiltrarsi ed ottenere informazione, forse sabotarli, non divertirsi!

    In effetti concordo con lei. Sarei dovuto rimanere più impassibile. Valutare il senso e lo scopo di ogni singola azione e come avrebbe influito sulla mia infiltrazione. Qualche omicidio era sicuramente accettabile ma non tutto questo.

    Tu non sei lui. continua la ragazza Puoi aver voluto allontanarti dai brutti ricordi, o fare un favore ai Kurogane, avevi paura delle tue sofferenze, hai preferito scappare. Non sei un mostro, è stato il sigillo che ti hanno impresso ad aiutarti a dimenticare la tua umanità.

    Non è una scusa le rispondo io Che si tratti di Kotei Sasori o di Shu Akasuna perdere la propria umanità è un rischio che io, in quanto Akasuna, dovrei avere ben presente. E' stato l'errore fondamentale del mio antenato Sasori, che ha si combinato delle cose grandiose... ma tremende.

    [La prigionia]

    Beh, Shin-san, se il clan Iga ha bisogno dei servigi di Kotei Sasori chi sono io per negarglieli? dico, o meglio dice il me del passato a Shin Kurogane, accettando quella missione di infiltrazione nel villaggio della pioggia.

    Tu che ne pensi, bellezza, dovrei essere io a gestire questo spettacolo vero? Dillo anche tu a Shu che dovrebbe solo chiudersi nella sua piccola scatoletta di miserie e lasciare che sia io, Kotei Sasori, a prendere il controllo del nostro corpo!

    Kotei si rivolge a Ryugi, mentre io a terra mi sento quasi incapace di potergli rispondere. In effetti Kotei Sasori ha compiuto delle imprese memorabili ma... ne era valsa veramente la pena? I Kurotenpi sono ancora in circolazione dopotutto. Suna non è più sicura rispetto a quei tempi. Molti anni erano passati ma la situazione è sempre la stessa. Quasi non sento la risposta di Ryugi, concentrato come sono su me stesso e sul mio passato.

    No, non devi essere tu a guidare, assassino. Shu sta rivivendo i suoi momenti peggiori, non sei più forte, non in assoluto, lo sei stato in quel momento e lui si sta facendo condizionare, come, temo, abbia fatto in tutti gli anni dopo, da questi eventi.

    Che fosse stato Kotei o che sia io a far continuare il ricordo non lo so, fatto sta che Shin Kurogane continua a parlare. Sento i dettagli della missione, senza ascoltarli veramente.

    Divertiti, Kotei Sasori, dicono che Ame è bellissima in autunno.

    La sabbia ci avvolse tutti e tre, a quanto pareva il ruolo di Kotei Sasori non si era ancora concluso.

    [Ame, Gennaio 0031]

    Visto che il nostro caro Shu sembra ancora sotto shock... forse è il caso che sia io a raccontarti come sono andate le cose, che ne dici zuccherino?

    Non aspetta la replica della Kunoichi prima di continuare a raccontare Dopo un'altra settimana di prigione mi lasciarono fuggire. La guardia aprì la cella di notte e mi lasciarono andare. Ci misi un bel po' a rimettermi in forze e raggiungere Amegakure, la mia nuova casa.

    Le mastodontiche mura di Ame escono dal buio del "terreno" stagliandosi di fronte a noi al comando di Kotei. Sta diventando più forte, forse a breve sarebbe riuscito a prendere il controllo del nostro corpo.

    Ingegnose, le mure di Ame. Un capolavoro di fuuinjutsu ed ingegneria. Senza un apposito sigillo è impossibile entrare nella città, a meno che non si accetti prima di servirla.

    Il turno di guardia dico Ora che ne hai parlato mi è tornato alla mente

    O più probabilmente è proprio perché è venuto in mente a "lui" che ci ho pensato anch'io. Evito di esternare quei miei pensieri però. Sono curioso di indagare questa connessione tra due diverse parti del mio essere.

    Sostanzialmente quando una persona vuole entrare ad Ame è "costretta" a servire sulle mura come guardiano dico, voltandomi verso Ryugi Perlomeno fino a quando non riesce a dare a qualcun altro tale compito.

    Kotei sorride E' buffo come quello che nei villaggi accademici sia visto come un grande onore per i ninja di Ame sia solo una seccatura. Mi ci vollero due mesi prima che qualcuno mi togliesse da quella burocrazia. E' stato un periodo strano, sia piacevole che seccante. Una volta dentro tuttavia, è iniziato il vero lavoro. Non fu per niente semplice riuscire a rintracciare Rohai...

    Annuisco I ninja di Ame sono molto riservati, specialmente Rohai. Ci misi un altro mese prima di rintracciarlo, individuare la sua debolezza e... mettere in atto il piano.

    Kotei ride Vedo che ora non ci nascondiamo più! Ammetti dunque tutto quello che hai fatto, vero? il suo sguardo si fissa nel mio. So che vuole mettermi in trappola. Ma non ho scelta, se non essere onesto ed arrivare fino in fondo.

    Mentire a me stesso è inutile. E' ciò che ha rovinato il me del passato, che mi ha spinto a compiere tutto questo. Non sono riuscito ad accettare quello che ho fatto. Mai più. Devo accettare i miei errori del passato e cercare di rimediare, per quanto possibile.

    L'altro me sghignazza tra se e se, come se fosse venti mosse avanti a me Ben detto applaude Veramente un pensiero illuminato, non trovi Ryugi?



    Kotei Sasori sospira Visto che abbiamo questa nuova visione della vita... perché non le racconti cosa ho... no, cosa hai fatto a Rohai?

    I ricordi iniziano a fluirmi nella mente. Non do soddisfazione al mio interlocutore, manifestando il mio disgusto per il mio passato.

    Evito volutamente di rievocare quelle scene, usando le sabbie dei miei ricordi Rohai era un ninja più abile di me al tempo, ed io ero senza armi. Molti pensano che noi marionettisti siamo impotenti senza i nostri pupazzi... il che in parte è vero ma... in realtà il tutto ci rende solo più difficile combattere. Perlomeno direttamente. Rohai aveva una famiglia, ad Ame. Una debolezza che sfruttai. Aspettai un momento in cui lui fosse fuori dalla città.

    Mi voltai verso Ryugi Aveva una moglie, Sakura, e due figli, Shinji e Hitori. Non erano ninja per cui fu facile soggiogarli. Ma per Kotei Sasori quello non era abbastanza. Dopo i tre mesi passati a non far nulla avevo fame di divertimento. Torturai i tre per settimane fino a scoprire quanto il mio bersaglio amasse i suoi figli e di come sarebbe stato poetico, visto che aveva ucciso il nipote del capoclan Iga, farlo uccidere dai suoi figli. Sfruttai quindi le arti proibite degli Akasuna, l'unico momento in cui sarebbe stato possibile identificarmi come tale. Uccisi Shinji davanti al fratello minore. Ne mutilai il cadavere fino a trasformarlo in una marionetta che utilizzai per sgozzare Hitori. Poi lavorai anche con il suo cadavere per creare le due marionette gemelle. Le utilizzai solo per quell'omicidio. Nonostante fosse un ninja più abile... l'effetto sorpresa ed il disgusto fecero gran parte del lavoro. La cosa più divertente per me fu tuttavia il fatto che sarebbe stato interessante far conoscere al capoclan Iga, uomo noto per la sua integrità morale e per l'onore che lo caratterizzava come quell'azione "onorevole", la vendetta, fosse stata condotta in un modo così nefando e schifoso.

    Non nascondo nulla alla ragazza, se non una macabra rievocazione della scena. Sono sicuro che se mi fossi azzardato a nasconderle qualcosa ci avrebbe pensato Kotei Sasori a mostrarle in pieno il ghigno ridente mentre mutilavo i cadaveri dei bambini.

    E' con questa morte che è iniziato il mio percorso come "macellaio di Ame". Consegnai quel corpo a Tsubaki dell'Alveare, e continuai a lavorare per lei per un'annetto circa. Francamente non ricordo tutti i contratti che portai a termine ma alla fine venni introdotto ad un gruppo di ninja importante, il circolo di Kobyaru-sama

    Le sabbie crearono le tre figure: Kohaku, il più letale utilizzatore di Kusari Gama del continente disse Kotei indicando il primo uomo, Sango, sua sorella, infame quanto lui e la sua compagna cieca... Toph Kurogane terminò indicando le due ragazze Compagni d'arme e, perché no, amici.

    Esatto. Criminali di prima categoria, come me. conclusi, concordando con Kotei, seppur con intenti diversi.

    Lascia che ti racconti di una missione un po' particolare... una certa missione nel paese della cascata...



    Le sabbie iniziarono a muoversi mentre i tre nukenin rievocavano il momento in cui avevano ricevuto i sigilli che consentivano di accedere al secondo livello di Amegakure, prima che la scena si spostasse in quella foresta, nel paese delle cascate.

    Un lavoro preciso, amici miei. Uccidiamo la scorta ninja, i mercanti e prendiamo il carico. Ad Ame c'è chi pagherà bene per questo carico. disse Kohaku, prima di rimarcare come faceva sempre la provenienza dei nostri bersagli.

    NO! Sento l'urlo di Ryugi e mi volto verso di lei, stupito dalla sua emotività per quella che era una missione come un'altra Quello è... il fratello di mio padre, lo zio Mako. E' morto quando ero piccola, in missione, nel Paese delle Cascate.

    A quella rivelazione Kotei Sasori scoppia a ridere Ahahahaha esatto! ecco dove voleva arrivare quel maledetto Siamo stati noi, Shu Akasuna, ad uccidere lo zio Mako. Che ne dici Ryugi? Eh, piccola Ryugi? Vogliamo proprio salvare l'assassino di tuo zio? Aspetta aspetta... ti faccio vedere che è successo...

    I costrutti di sabbia riprendono a muoversi mostrando l'attacco alla carovana.

    La marionetta dello spaventapasseri si muove, apparentemente immune alle zampe essiccanti di Mako. Evidentemente lo zio è stato ingannato dall'apparenza della marionetta, scambiandola per un essere vivente. Toph lasciò a Sasori ucciderlo dato che le capacità del Nekki e la sua mancanza di armi metalliche lo rendevano per lei un avversario difficoltoso. Lo Shuriken Roteante della marionetta ruotò attorno allo zio di Ryugi ed il filo di metallo gli si attorcigliò attorno legandolo prima che lo Shuriken gli si conficcasse nel petto.

    Kotei continua a ridere Già, è andata proprio così! Vane parole le tue, Shu! Che ne dici del fatto che hai tradito la tua unica amica? Hai ucciso suo zio! E tu Ryugi, che ne pensi? Ne vale la pena rischiare la vita per un altro "shinobi di Suna"? Anche se adesso sai che è solo un vile assassino?

    Casco a terra, distrutto dalla rivelazione. Sono in ginocchio, mani a terra. Non so che dire. Aspetto che sia Ryugi a replicare a Kotei Sasori.

    Fu solo dopo la risposta della kunoichi che entrambi avrebbero sentito una risata familiare. Aveva la voce di Kotei, ma proveniva da me.

    Cosa? Ridi? Tu? il mio doppio era stupito.

    Certo che rido, sciocco. mi alzo in piedi e mi asciugo le lacrime Credi veramente di poter ingannare me? E sfruttando i miei stessi ricordi?

    Un colpo di mano fa svanire le varie figure di sabbia. Lascia che sia io a raccontare come sono andate veramente le cose.

    Kotei sghignazza Oh, andiamo, lo sai anche tu che...

    Che i miei ricordi sono frammentati? replico io Certamente... ma non ti sei accorto di come ogni volta che tu ricordi qualcosa lo stesso succede a me? Siamo due lati della stessa medaglia, Kotei. Sei solo un frammento della mia psiche, un ricordo come gli altri. Sono io a dettare legge qui dentro, non tu!

    Una smorfia si palesa sul suo volto.

    Non negherò le mie malefatte Ryugi. Si, sono corresponsabile della morte di tuo zio. Me ne dispiace. Tuttavia... non ho sferrato io il colpo finale. Io e Toph lavoravamo molto bene insieme. Lei sfruttava i metalli per sopperire ai suoi problemi di vista e grazie alle mie marionette... io potevo indicar lei i bersagli da colpire.

    La scena riprese dall'inizio. Le zampe esiccanti colpirono lo spaventapasseri mascherato da Kotei Sasori, senza sortire effetto. Le braccia della marionetta si aprirono rivelando diversi rocchetti di fili metallici che si avvolsero attorno allo zio di Ryugi.

    Non può più far niente Toph, è inerme! disse la marionetta Prendiamo il carico ed andiamocene! la marionetta si voltò verso Mako Siamo ex-Shinobi di Suna, Nekki. Non puoi nulla contro la mia marionetta e non appena cercherai di controbattere la mia "collega" lo può percepire. Un solo movimento dei fili e sei finito. Lasciaci il carico e avrai salva la vita.

    Mako rimase fermo mentre i miei compagni prelevarono il carico.

    Collaborò e recuperammo il carico. Non c'era alcun motivo per cui morisse ma... abbassai la guardia. Toph se ne accorse e... prima che me ne rendessi conto...

    I fili metallici iniziarono a stringersi, indipendentemente dalla mia volontàAhi ahi ahi, Sasori... Non ti sei accorto che sta scappando? i fili strinsero Mako e, prima che potesse replicare, ne trafissero le carni tagliandolo come lame. Ti ho fatto un favore, Kotei. Se non sei in grado di uccidere un testimone, sei solo un debole. Non sei più un ninja di Suna. Sei un ninja di Ame. Non devi più la tua alleanza alla sabbia!

    La scena si dissolse lasciando solo me, Ryugi e Kotei.

    Questo è come sono andate le cose. Kotei Sasori è, e sarà sempre, parte di Shu Akasuna. E la morte di tuo zio è stata un mio fallimento. Una distrazione che non avrei dovuto avere anche se... forse... Toph l'avrebbe ucciso ugualmente. Non sapevo che lui fosse tuo zio quando ti ho chiesto di aiutarmi ma, ora posso anche terminare il mio viaggio da solo.

    Mi volto verso Kotei Sasori

    Tu non servi più. Ho accettato il mio passato. il gesto di una mano dissolve la figura di sabbia.

    Sta a te Ryugi. Vuoi terminare con me questo viaggio o preferisci uscire di qui? Ci sono ancora alcune cose che devo chiarire con me stesso, qualche ricordo da rivivere... Mi piacerebbe che tu li condividessi con me, per quanto sbagliato possa sembrarti vivere queste cose con... con uno degli assassini di tuo zio.

     
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