L'Ombra del Sangue[Basi di Combattimento]

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  1. mettiuw
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    L'Ombra del Sangue


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    Sono passati 4 giorni da quando ho detto a mio nonno della volontà di diventare un ninja. Potrei tranquillamente classificarli come i 4 peggiori giorni vissuti fino ad ora. Non mi era mai capitato di vedere mio nonno così. La mattina esce di casa senza salutarmi e senza insistere perchè io lo segua a pescare per rincasarsi poi alla sera tarda. Pensandoci, è quello che ho sempre sperato in tutti questi anni, ma ora non ne sono così felice. A stento mi parla e se lo fa è soltanto per rispondere con dei monosillabi a delle mie domande. Ma alla fine non ho bisogno di lui, a breve inizierò la mia carriera da ninja e non dovrò pensare più a nessuno se non a me stesso.

    Da quando mio nonno non mi costringe ad andare al lago, le mie giornate sono sempre vuote. Provo a riempirle con una camminata intorno al quartiere, ma questa camminata dura poco e finisco per ritrovarmi sempre sul percorso che porta esattamente a quel dannato lago. Ormai è una maledizione, ti odio. Avrei dovuto vivere una vita diversa dissi ad alta voce mentre ripercorrevo quella strada. Volevo autoconvincermi che la colpa fosse di mio nonno o della morte dei miei genitori, ma sapevo che non potevo additare a loro tutto questo.

    Tra un pensiero e l'altro la passeggiata continuava fino a quando non arrivai esattamente in riva al lago. Non ero troppo distante dal posto preferito di mio nonno, ma sapevo che li non poteva comunque vedermi. Ero tranquillo, inclinai leggermente la testa per guardarmi riflesso nell'acqua. Tu ormai mi conosci. Sai esattamente tutto quello che so io. Anzi, sono convinto che in questo momento mio nonno ti sta raccontando chissà quante altre cose.
    Appena finita la frase la mia espressione sul volto cambiò. Mi pervase un senso di odio. Preso il primo sasso da terra, lo lanciai dritto verso l'acqua per interrompere la visione di me stesso. Fanculo continuai irritato.

    Dopo quel piccolo attacco d'ira mi rimisi sulla strada del ritorno. Ormai il tramonto stava lasciando spazio al crepuscolo e non volevo tornare a casa più tardi di mio nonno. Per tutta la strada del ritorno non pensai a molto. Il mio unico pensiero fu al giorno successivo, sperando a una qualche novità. Ormai mancava poco a casa mia, l'oscurità avvolgeva tutto l'ambiente circostante e una leggera foschia sembrava presagire l'arrivo di una fitta nebbia.
    Mancava una decina di metri prima della porta di casa quando iniziai a sentire qualcuno chiamarmi Ti... ti prego Kaido... Aiutaam. Un brivido mi attraversò tutta la schiena. Mi girai di scatto e l'immagine che mi si presentò davanti mi lasciò senza parole. A terra a pochi metri da me c'era mio nonno, ricoperto di sangue con una mano verso di me per chiedermi aiuto. In quel momento non riuscivo a trovare la lucidità di reagire. La mia pelle diventò di un bianco cadaverico e iniziai a sudare freddo.

    No..No..Nonno! Cosa è successo? balbettai faticosamente.

    In quel momento non sapevo cosa fare, volevo raggiungere mio nonno ma la visione di tutto quel sangue mi lasciava interdetto. Le gambe diventarono pesantissime e non riuscivo a fare nulla per quanto avessi voluto aiutarlo. Lui continuava ad avvicinarsi verso di me porgiando la sua mano e chiedendomi aiuto e io continuavo a rimanere li, immobile, come ad aspettare che qualcuno prendesse in mano la mia vita, senza far nulla ancora una volta. In quell'istante mi sentii una formica. Realizzai di non essere abbastanza forte nemmeno per aiutare mio nonno, e probabilmente la via del ninja non era adatta a uno come me. Ma neanche il tempo di finire questo pensiero che il corpo di mio nonno si trasformò in un mucchio di corvi gracchianti. In quell'istante non riuscivo a capire più nulla, mi sembrava di vivere un brutto incubo quando sentii sussurare all'orecchio Da questa parte, Kaido Okada.
    Mi girai nuovamente di scatto, un volto mai visto prima mi guardo con un espressione assetata di sangue. Aveva dei lunghi capelli bianchi raccolti dietro e un occhio coperto da quello che era il coprifonte del villaggio di Kiri.

    Un ninja? pensai. Ma non feci nemmeno in tempo a realizzare che mi passò tra i pensieri un'immagine raccapricciante. Lui e il suo macabro sorriso mentre mi trafigge il suo kunai sul petto. Ogni colpo del kunai era preceduto da un suo Sei debole. Urlato sempre più forte e divertito da quel momento.

    Più restavo li fermo e più capivo che la mia morte era vicina. Non so cosa volesse questo ninja da me, ma ho capito che si sarebbe divertito a farmi soffrire. Purtroppo non ero in grado di muovermi. La paura non si era ancora liberata di me, mi teneva li, stretta tra le sue braccia. Non aveva tutti i torti a darmi del debole, lo sapevo anche io e questa consapevolezza di me stesso mi ha sempre dato fastidio.

    Più passavano i secondi e più le immagini diventavano raccapriccianti. Prima continuavo a vedere il mio corpo pieno dei suoi kunai trafitti. Poi mi passò per la mente l'immagine di lui mentre mi taglia i singoli arti, lentamente per farmi soffire. Avevo ormai capito che star qua significava andare incontro al dolore.

    Co..cosa vuoi da me? gli chiesi con una voce tremante. Il ninja non rispose e due secondi dopo sentì un durissimo colpo al collo. Probabilmente il colpo mi era stato inflitto da un suo compagno, ma non ci capii molto. Quel colpo fu talmente forte che mi fece appannare la vista prima di farmi svenire completamente.

     
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