Il Festival del FuocoGiocata tra Shu, Rex e Zakira (ma aperta)

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    Il festival del fuoco


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    Il Festival del Fuoco è una delle più importanti ricorrenze del paese del fuoco e viene festeggiato in vari villaggi del paese del fuoco. Il Festival più grande e importante è, ovviamente, quello che si tiene ogni anno a Konoha tuttavia quell'anno si sarebbe tenuta una versione del festival anche nel villaggio di Okuyama, sede di uno dei monasteri della confraternita degli Ensei, le stelle di fuoco, un gruppo di monaci dediti alle arti marziali come forma di meditazione. I loro stili, tenuti segreti al pari delle tecniche dei ninja, venivano rivelati ai "profani" esclusivamente durante il festival del fuoco di Okuyama.

    Oltre ai classici stand di giochi per i bambini, la cattura dei pesci, luoghi per assaggiare i cibi locali e per acquistare i prodotti tipici locali (tra i quali dei meravigliosi oggetti di artigianato ligneo) gli Ensei fanno delle dimostrazioni delle loro arti marziali.

    Negli ultimi anni tuttavia il villaggio ha avuto grosse difficoltà e i monaci, anche per incentivare il turismo, hanno accettato di organizzare un torneo di arti marziali: Ensei contro il mondo in cui persone provenienti da tutto il continente ninja possono sfidare nelle arti marziali alcuni monaci del tempio.

    Proprio questa pubblicità è ciò che mi ha attirato ad allungare il mio viaggio eremitico e fare tappa ad Okuyama: l'occasione di poter affrontare e magari, perché no, imparare qualcosa dagli Ensei.

    Decido di entrare nel villaggio senza l'accompagnamento di Otekko o uno degli altri abitanti della tomba di ferro per evitare il panico.

    La via principale è stata addobbata a festa con varie coccarde e aquiloni raffiguranti diversi animali: carpe, uccelli, draghi, tigri. L'odore del cibo mi inebriava ma, purtroppo, non mi potevo permettere di indulgere in quel tipo di passione. Le regole erano chiare, almeno secondo Shunchu e Seidou.

    Sospiro. Yare yare

    Indosso i miei vestiti da viaggio: dei pantaloni in tessuto marroni, degli stivali dello stesso colore, un corpetto intessuto con una veste di lino senza maniche. Porto i bracciali di protezione alle braccia e i parastinchi di metallo, assieme ai bracciali d'oro. La cintura di pelle contiene le sacche con l'equipaggiamento ninja.

    Non porto segni distintivi del villaggio di Suna o del clan Kurogane, ma dall'andatura del mio passo e dal fisico è facile riconoscermi come ninja o, visto il luogo, come praticante di arti marziali.

    Mi fermo in uno dei primi stand di artigianato. La difficoltà di viaggiare, per me, sta nel recuperare dei regali adatti per Miyako e i ragazzi: è sempre difficile trovare qualcosa che le risorse illimitate di mia moglie non possano permettersi. Sbuffo.

    Il negoziante, un uomo sulla cinquantina, mi squadra. Dai calli sulle mani e dalla polvere sui suoi capelli deduco che si tratti dell'artigiano. Qui anche te per il torneo?

    Annuisco Si capisce tanto?

    Lui ride Beh, abbastanza. Di sicuro non sei uno dei locali, no?

    Ridacchio anch'io In effetti.

    Contrattiamo sul prezzo e prendo quattro statuine uguali, raffiguranti un orso. Già so che si azzardassi a prendere delle figure diverse i ragazzi inizierebbero a litigare tra loro e Miyako si arrabbierebbe con me. Così almeno dovrò solo sorbirmi delle lamentele sulla mia mancanza di fantasia.

    La piazza principale del villaggio, che altro non è che l'incrocio delle quattro strade principali, è stata murata. Vengo informato che nel pomeriggio si terrà una dimostrazione degli Ensei e che li, l'indomani, si sarebbe svolto il torneo.

    Caspita, mi tocca anche trovarmi un posto dove dormire.

    Faccio il giro della piazza, facendomi largo tra le persone li per il festival ed i curiosi che cercano di sbirciare all'interno della piazza. Viste le dimensioni dell'impalcatura in legno devono aver creato una vera e propria arena. La cosa mi fa sorridere, quasi come tornare ragazzo. Almeno sto giro non dovrò ammazzare nessuno.

    Sul lato nord della piazza trovo un monaco, è anziano, ed è vestito solo di una tunica rossa tenuta ferma in vita da una fascia a rombi bianchi e gialli. Non è pelato come richiede una certa tradizione, ma dev'essere uno degli Ensei, senza dubbio.

    Sta dietro ad un banchetto e sorride ai passanti, dando informazioni in merito al festival e al torneo.

    Mi avvicino. Lui si volta verso di me e fischietta.

    E tu, giovanotto, come ti chiami?

    Faccio un inchino, come richiede la tradizione.

    Shinichi Kurogane, dal villaggio di Suna.

    Un ninja, quindi?

    Annuisco. Ho anche studiato la tradizione della sacra scuola di Nanto, per quanto riguarda le arti marziali. Voi come vi chiamate?

    Ridacchia La sacra scuola di Nanto, eh? Ne ho sentito parlare. Sarà divertente. Il mio nome è Gouki, Shibukawa.

    Allunga la mano.

    Gliela stringo e avviene qualcosa di strano. Mi sento come mancare le forze, la sua stretta è leggera eppure fortissima. Attorno al suo braccio si sviluppa un serpente di fuoco, che mi avvolge il polso.

    Le ginocchia si piegano. Dunque, è questo il livello della scuola Nanto?

    Sospiro. Avrei preferito evitare, ma se è così che ve la volete giocare, Ensei...

    Faccio leva sul braccio che Shibukawa tiene fermo e mi do la spinta con le gambe per effettuare un salto, una volta in aria apro le gambe ed inizio a roteare per tentare di colpire Gouki alla tempia destra con il tallone. Lui si abbassa per evitare il colpo e mi lascia la mano. Il momento che stavo aspettando: poso l'altra mano sul tavolo e mi do lo slancio indietro, faccio una mezza piroetta e torno a terra.

    Interessante, molto... acrobatico. Sarà interessante vederti combattere, Shinichi Kurogane.

    Mi sgranchisco le braccia. Grazie, anche voi sarà interessante vedere cosa farete. Forse per certi aspetti lo stile degli Ensei è simile a quello di Nanto.

    Oh si frega le mani Bene, bene. Speravamo di trovare qualche praticante che facesse qualcosa di più di semplici mossette. Vedremo quello che saprai fare, ninja.

    Annuisco e mi congedo. Mi guardo il polso, dove il serpente di fuoco mi stringeva. Una scottatura a spirale mi circonda l'avambraccio. Prendo dalla tasca un tonico e lo metto in bocca. Le ferite dovrebbero richiudersi, spero. Ci mancano solo cicatrici da scottatura su tutte le altre.

    Torno verso la parte turistica di Okuyama, alla ricerca di un alloggio per la notte e sperando di trovare dei posti liberi quando intravedo una chioma rossa in lontananza. Lunghi capelli crespi e ribelli.

    Nah, non è possibile. Mi avvicino facendomi largo tra le persone e, dopo un paio di minuti, riesco ad avere la visione completa della figura, seppur di spalle. Ma si, non ci sono dubbi, è proprio lei!

    Ehi Asami, ciao! Da quanto tempo non ci vediamo! Con tutti i posti dove ci si poteva reincontrare proprio al festival del fuoco di Okuyama!

    Avrei aspettato che la ragazza si reintroducesse (non ricordavo quel tatuaggio sulla fronte, ma sono anni che non ci vediamo) prima di proseguire con un'altra domanda:

    Ehi, che ci fai qua? Sei venuta solo per svagarti un po' o sei anche tu interessata agli Ensei?



    OT
    Nonostante la giocata sia stata pensata per me, Zakira e Rexdraco in realtà è aperta a tutti gli interessati.
    Si inizia con una parte di free e, in seguito e per chi lo vuole, ci sarà la parte del torneo (gli avversari saranno gestiti dagli altri giocatori).
    Vi ho dato un assaggio di quello che è lo stile di combattimento degli Ensei, per chi ha interesse a partecipare.
    Per partecipare al torneo potete tranquillamente giocare in autonomia la cosa e non serve che facciate le marzialate come il sottoscritto. Potete anche inventare altri monaci, se volete, lo stile comunque più o meno è questo.

    Per qualsiasi cosa non esitate a scrivermi in privato ;)

    Nonostante i problemi random di cancellazioni, ci risiamo!

    Edited by -Shu - 6/10/2021, 11:45
     
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    Il Festival del Fuoco


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    Toshizou Hijikata era ormai un noto mercante di Suna, non ostante un carattere che definire pessimo era il minimo. Egoista, egocentrico, brutalmente sincero e diretto, leggermente sadico con un pizzico di cattiveria che non guasta; stranamente per un commerciante non legato a i soldi, esso però non fa nulla che non gli possa portare un guadagno. Praticamente non è mai gentile con nessuno, ama le donne e il sake, ha veramente uno strano gusto nello scegliere gli articoli che commercia: vecchi manufatti brutti o inquietanti.

    Il vecchio aveva deciso di partecipare al cosiddetto "Festiva del Fuoco" nel villaggio di Okuyama visto che secondo lui era una splendida occasione per vendere e comprare quindi fare soldi e ovviamente diversi con qualche bellezza locale e degustare litri di liquore. Naturalmente Yasuke fu invitato a partecipare con serie minacce ehm dolci parole...

    [Qualche ora prima]

    Il diciannovenne stava buttato sul divano mezzo nudo con Hase-san, il ventilatore, a fargli fresco mentre leggeva un altro di suoi manga. Questa volta era la storia del solito ragazzino sfigato che per fare colpo sulla bellezza di turno finisce praticamente prigioniero di un dojo con sensei spaventosi e allenamenti peggiori di torture medievali. Mentre il biondo leggeva il suo tutore cominciò a sbraitare:

    Dannato principino delle nevi andremo a Okuyama a vendere. Smetti di sbavare sulla protagonista. Muoviti o ti brucio tutti i tuoi manga e vendo i ventilatori!
    Brutto bastardo non toccare gli innocenti...

    E oosì il povera ragazzo si ritrovò a caricare un carro con varie scatole, molte scatole, troppe scatole.

    Troppa roba...Vado a raccattare un morto di fame, mhn schiavo. Cioè voglio dire assumere un dipendente. Aspetta qui e lascio il resto al nuovo...Sarà divertente.
    Già...

    Entrambi risero per un bel pezzo dimenticando la ragione quasi subito, due veri idioti povera Suna.

    Ed ecco il mercante impegnato in una vera e propria caccia al pollo, vittima, fortunato vincitore ricerca che quando l'uomo giunse in un angolo della piazza centrale del villaggio si concluse. Toshizou adocchiò un ragazzino con occhi verdi, capelli biondi e carnagione scura l'anziano si avvicinò lo gurdò male e annuii.

    Tu mi vai bene. Assunto!

    Sentenziò e subito afferrò il piccolo per un braccio e lo trascino con se [Forza e Velocità Nera] ogni tentativo di divincolarsi o ribellarsi si sarebbe rivelato inutile. Ad una domanda opportuna avrebbe risposto seccato:

    Mi serve un aiutante. Andremo vicino Konoha ti occuperai di caricare e scaricare un carro.

    Senza aggiungere altro ma guardando l'uomo negli occhi lo studente avrebbe subito percepito un chiaro messaggio: "Obbedisci se ci tieni alla pelle".

    Dopo una decina minuti sarebbe stato visibile un grosso carro scoperto abbastanza sgangherato; carico con molto scatole di legno di varie misure. Al lato del veicolo un altra cinquantina di scatole da caricare, seduto dietro a gambe ciondolanti vi era Yasuke impegnato a farsi fresco con Fuku-chan e a mangiare un ghiacciolo al gusto anguria. Notato il tredicenne avrebbe sorriso in maniera amichevole facendo un piccolo inchino avrebbe salutato.

    Ciao io sono Yasuke Muramasa genin di Suna piacere. Tu saresti? Siamo sulla stessa barca, mi spiace per te. Il vecchio è un vero bastardo.

    Finalmente l'anziano avrebbe mollato la presa, non senza lanciare il nuovo amico verso la casse, fortunatamente per lui senza troppa forza [Forza Bianca+3].

    Metti le casse le casse sul carro. Da solo! Yasuke ha già fatto la sua parte, brigati voglio partire presto...

    Il Chikuma avrebbe avuto a che fare con contenitori non eccessivamente grossi o pesanti per le sue capacità. Yasuke le avrebbe anche incitato varie volte se necessario...

    Quando finalmente l'operazione di carico fosse finita il genin avrebbe sorriso e cercato di complimentato provando una pacca sulla spalla destra per poi offrire un ghiacciolo alla fragola.

    Bravo veramente Tama...Posso chiamarti Tama-kun?

    Il diciannovenne si sarebbe avvicinato e chinato portando la faccia vicina a quella del kohai, per poi allontanarsi velocemente.

    Occhi verdi...Sei carino peccato che non sei una ragazza.
    Fortuna Ryoko è morta...Se fosse stata una ragazza...Forse meglio così almeno non sarò tentato.

    Improvvisamente un grosso sbuffo di fumo color lavanda e poi sarebbe apparsa una strana creatura una specie di cavallo deforme, con indossa una sorta di yakata color lavanda, portata luoghi capelli rosa molto chiari.
    L'essere alto più di due metri si chinò davanti allo studente muggendo in modo sexy, almeno forse, cioè bho e senza dargli possibilità di reazione lo leccò su tutta la faccia, ovviamente l'alito sarebbe stato tremendo.

    Il mercato sospirò seccato e scalciò un sassolino per poi parlare in tono assurdamente dolce e compassionevole, sembrava rivolto a qualcuno senza alcuna speranza.

    Coso-chan piccola mia non è ora di accoppiarsi! Caspita ti piccino proprio i ragazzini umani dannata mucca lussuriosa...Diamine da brava a lavoro altrimenti macello...

    L'evocazione avrebbe mollato il moccioso tremando e sarebbe messa in posizione per trainare il mezzo. Yasuke in tutto ciò si era letteralmente rotolato a terra dalle risate non mancando infierire:

    Tama-kun sei proprio un rubacuori...Un playboy animalesco...Mitico! AHAHAH

    Saltando poi sul retro del carro come prima sghignazzando per un altro poco, anche il vecchio era già pronto al posto di guida. Al figlio del vento la scelta vicino Yasuke o accanto il vecchio poco sarebbe cambiato: il vecchio da bravo conduttore non avrebbe parlato in ogni caso e il genin in poco tempo si sarebbe semplicemente addormentato senza svegliasi prima dell'arrivo. Il veicolo sarebbe avanzato molto velocemente [Energia Nera] il viaggio calmo e tranquillo senza problemi e sorprese.

    Dopo circa 6 ore la meta il villaggio di Okuyama, il carro si sarebbe fermato vicino l'entrata del villaggio e il conduttore fece smontare i ragazzi per dire loro.

    Penso io alle casse. Voi fate quello che vi pare ma c'è un torneo di arti marziali dovete partecipare perché io voglio scommettere e un no non è contemplato per entrambi.
    Ecco la fregatura...Diamine...Tama-kun andiamo.

    Il biondo più alto avrebbe camminato piano guardando attento ogni decontrazione e stand? Ovvio che no avrebbe squadrato ogni ragazza carina fissando tutte le loro curve perdendosi letteralmente nei colori pastello di stupendi yakata.

    Tama-kun ti piacciono gli yakata? Li trovo veramente belli anche mia madre ne ingrassava uno...Era stupenda...Io la aiutavo spesso a togle....Cioè a tro...Va bhe lasciamo perdere la moda. Piuttosto come te la cavi con le arti marziali? A me non dispiace menare le mani, sinceramente non sono troppo bravo ho bisogno di migliorare.

    Riprendendo a camminare tranquillamente schivando la folla improvvisamente si bloccò sorriso in maniera oserei dire da pesce lesso aveva visto e immediatamente riconosciuto qualcuno quindi si mosse verso la persona in questione, avvicinandosi e poi sorridendo bene sta volta:

    Ehilà ciao Asami! Come stai? Splendida come sempre.

    Era lei la bella dai capelli rossi e occhi verdi, fiera kunuichi della foglia. Il genin notò solo allora la presenza di un'altra persona, un uomo sulla trentina, capelli neri fino alle spalle e occhi azzurri. Il diciannovenne lo guardò anzi lo squadrò con attenzione e fece un leggero inchino.

    Questo chi è? Ninja? Amico o ...?
    Salve sono Yasuke Muramasa genin di Suna. Lei chi sarebbe, un amico di Asami?

    Era un poco geloso e forse infastidito ovviamente nascose la cosa almeno in parte.

    Sembra veramente forte.
    Ah scusate il ragazzino è mio nuovo amico Tama-kun presentati.






     
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    Il Festival del Fuoco


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    Narrato Parlato Pensato>Parlato nel linguaggio natio


    Il nonno era stato categorico. Tamashii doveva imparare a vivere all'interno delle mura di Suna. Immergersi nella quotidianità così diversa dalla vita del giovane nomade.
    Sarebbe stato alquanto inappropriato per il ragazzino, una volta entrato nel clan Chikuma, mantenere il suo vecchio stile di vita. Niente fughe nel deserto alla ricerca delle dune ideali per praticare sand board oppure dormire all'aperto con il cielo stellato come riparo. Doveva abituarsi a vivere in spazi ristretti. Muoversi in un ambiente urbano. Non avrebbe potuto fare ritorno all'Oasi prima di una settimana, non un giorno di meno.
    Tamashii osservava con aria smarrita gli edifici torreggianti su di lui, le strade asfittiche. Una percezione distorta dalla realtà, filtrata dal sentirsi a disagio in un luogo circoscritto da mura.
    Una volta giunto al villaggio, si era diretto alla locanda in cui aveva soggiornato da bambino. Era un edificio a due piani, dalle finestre ampie, tende in tessuto leggero che decoravano la facciata. I proprietari, una coppia di mezza età, avevano modi affabili e alla vista del ragazzino, l'avevano trattato come fosse uno dei loro nipoti. Gli avevano dato la stanza con vista sul cortile interno, protetta dai rumori della strada, spaziosa e ben areata. Nel cortile di dimensioni contenute, erano stati disposti alcuni tavoli, protetti da tendaggi colorati. Una palma solitaria si ergeva sul lato sinistro, circondata dalla vegetazione locale. Sul tavolino all'interno della sua stanza, la donna aveva lasciato un vassoio colmo di biscotti fatti in casa ed una caraffa di succo di frutta.
    Il giovane nomade si era affacciato alla finestra osservando con delusione come gli altri edifici coprissero l'orizzonte. Forse sul tetto avrebbe potuto spaziare la vista, ma non sembravano esserci appigli per arrampicarsi.
    Peccato. Mormorò deluso. Se fosse stato uno shinobi esperto non avrebbe avuto problemi. Sulle pergamene, che aveva studiato, aveva letto di ninja in grado di camminare sulle pareti. Questa capacità aveva a che fare con il chakra.
    Guardò il vassoio con i biscotti e ne prese un paio, uno per lui e l'altro per Koryukaze. Si poteva obiettare che le lucertole non mangiassero i dolci, ma il suo compagno scaglioso apparteneva alla specie dei Coelurosauravus, ritenuta estinta in epoche remote come le conoscenze sulle loro abitudini alimentari.
    Si distese sul letto accanto alla lucertola acciambellata sul cuscino. Il materasso risultò essere troppo morbido rispetto al giaciglio cui era abituato. La sua era una vita spartana. Poche comodità, ma la possibilità di essere libero come il vento.
    La stanchezza del viaggio prese il sopravvento, facendolo crollare addormentatalo.

    L'indomani si svegliò all'alba.
    Si preparò indossando uno degli abiti del suo clan, si sistemò gli occhiali e, dopo un ultimo controllo a tutto il suo equipaggiamento, scese a fare colazione. Nella stanza aveva visto una pendola ferma allo stesso orario da tempo. Un ricordo di famiglia, appartenuto ad uno dei parenti del proprietario. L'uomo non era originario di Suna, ma si era trasferito dopo il matrimonio. Tamashii aveva scoperto altre informazioni sulla famiglia della coppia. Non era la prima volta che qualcuno si sentiva spinto a parlare con lui. Aveva un'aria fanciullesca, un carattere gioviale che metteva a proprio agio le persone. La sera prima il ragazzino aveva dato un'occhiata agli ingranaggi dell'orologio, scoprendo che il malfunzionamento era dovuto alla rottura della ghiera usurata, collegata al sistema di rotazione del movimento delle lancette. Per ringraziarli della calorosa accoglienza si sarebbe occupato di riparare il meccanismo. Gli servivano solo i pezzi di ricambio. L'abilità di aggiustare le cose, di crearne di nuove, era un'abilità che aveva sviluppato sin dall'infanzia. Nella sua tenda aveva un piccolo baule di legno dove riponeva l'attrezzatura e il materiale necessario per il suo hobby. A Suna aveva portato solo l'occorrente per terminare di costruire una specie congegno meccanico ticchettante, dall'aspetto vagamente simile ad uno scorpione.
    Uscì presto alla ricerca di un robivecchi, dove poteva trovare i pezzi che gli servivano a prezzi economici.
    Nel suo giro era riuscito a rimediare la maggior parte del materiale, ma gli mancavano alcuni ingranaggi della misura desiderata.
    Si concesse qualche istante di riposo al riparo dalla calura in un angolo della piazza centrale, riflettendo su dove dirigersi per cercare quello che gli serviva.
    Improvvisamente un'ombra si proiettò sulla sua. Sollevando lo sguardo, incrociò quello di un uomo avanti con gli anni che lo guardava con aria minacciosa.
    Assunto? Ma che... Non terminò la frase, che venne afferrato per un braccio e costretto a seguire lo sconosciuto.
    Non era riuscito a raggiungere il dadao, la presa dell'uomo era forte. Ogni tentativo di divincolarsi o di opporre resistenza era fallito miseramente.
    Mi lasci andare. Che significa assunto? Cosa vuole da me. Pensa di farla franca rapendo qualcuno nel cuore di Suna? Se non era in grado di sfuggire con le proprie forze, poteva sempre urlare per attirare l'attenzione.
    Possibile che nessuno fosse ancora intervenuto?
    Prese fiato e... lo lasciò andare senza emettere alcun suono.
    Andare vicino a Konoha... Nella mente del giovane nomade si fece strada un'opportunità allettante. Poco importava la parte dell'aiutante e dover lavorare per caricare e scaricare un carro. Sarebbe stato libero di viaggiare, di non essere costretto a restare tutto il tempo all'interno del villaggio.
    La locanda era pagata per una settimana. Probabilmente i proprietari si sarebbero preoccupati, ma avrebbe spiegato tutto al suo ritorno. La riparazione della pendola avrebbe potuto attendere qualche giorno. A malincuore, ma si trattava solo di un ritardo.
    Lo seguì in silenzio con la lucertola alata nascosta nello zaino.

    Il luogo d'arrivo non era distante. Il nomade lasciò vagare lo sguardo sul carro, che aveva visto giorni migliori, sulla una quantità spropositata di casse e su un giovane seduto nella parte terminale. Era di qualche anno più grande di lui, capelli biondo chiari, occhi azzurri, carnagione chiara. Stava mangiando un ghiacciolo gusto frutta e... gli occhi del ragazzino si illuminarono notando il ventilatore portatile.
    Chissà qual è il meccanismo che lo fa funzionare. Forse potrei chiedergli se me lo presta. Dovrei essere in grado di rimontarlo, se studio i suoi componenti. Riflettè mentalmente.
    Yasuke si presentò. Era un genin di Suna, un collega di grado superiore.
    Tamashii Chikuma del clan dell'Oasi del Fuoco, studente di Suna. Rispose, senza poter fare l'inchino di rito.
    La presa fu allentata poco dopo, ma non fu piacevole l'atterraggio vicino alle casse. Istintivamente il ragazzino cercò di rotolare offrendo all'impatto con il suolo una parte del corpo più resistente, proteggendo la testa.
    Ahi! Si lamentò nella sua lingua. Ma che razza di modi sono. Protestò sempre nel suo idioma natio.
    Si rialzò in piedi dolorante. Nulla di rotto, ma non poteva dire altrettanto sulla presenza di lividi o abrasioni.
    Si pulì le vesti e fissò, storcendo il naso, le casse che avrebbe dovuto caricare da solo. Non poteva lamentarsi, l'occasione l'aveva perduta accettando di seguirlo.
    Cominciò a sistemare le casse una dopo l'altra. Era faticoso, ma poteva considerarlo un allenamento.
    Yasuke dal canto suo lo incitava, senza fare il minimo sforzo per aiutarlo.
    Terminata di collocare l'ultima cassa, il giovane nomade si concesse un attimo di riposo per riprendere fiato.
    Si puoi chiamarmi Tama kun, se preferisci. Replicò, stancamente rivolto all'altro. Yasuke gli diede una pacca sulla spalla e gli tese un ghiacciolo. Grazie... Si ritrovò il suo volto chino su di lui, per poi ritrarsi.
    EH?! Ma che... Cosa c'entrano le mie iridi? Sembra deluso che non sia una ragazza... L'istante successivo arrossì violentemente. Non ebbe modo di riprendersi, che la sua attenzione fu rivolta allo strano essere apparso in uno sbuffo di fumo. Ma cosa era? Non ricordava di aver letto nulla di simile sui rotoli di pergamena.
    L'evocazione scelse proprio lui come oggetto del suo saluto. Tamashii si ritrovò l'intero volto impiastricciata dalla saliva dall'odore fetido.
    Che schifo! Cercò di pulirsi il volto con la manica della veste.
    Le parole dell'uomo fecero assumere tutte le possibili sfumature di rosso al viso del tredicenne.
    Accoppiamenti? Sta scherzando vero? Balbettò in direzione di Yasuke, ma questi era intento a ridere a crepapelle aumentando il carico con i suoi commenti pungenti.
    Prese posto sul retro del carro. Frugò nello zaino alla ricerca di fazzoletto per terminare di pulirsi. Koryukaze fece capolino, fissando il figlio del vento.
    Gli rivolse un accenno di sorriso.
    La libertà poteva richiedere un prezzo.
    Il viaggio durò poche ore. Il ragazzino rimase sveglio ad osservare ammirato il paesaggio che scorreva velocemente attorno a lui.
    Yasuke si era addormentato e il mercante non sembrava in vena di conversare.

    Hijikata arrestò il carro vicino all'ingresso del villaggio di Okuyama.
    Una volta sceso il giovane nomade scoprì di essere libero di girare per la fiera. Il mercante non aveva bisogno di nessuno dei due. In realtà una condizione esisteva: dovevano partecipare entrambi ad un torneo di arti marziali. Preferì non approfondire la parte sulle scommesse.
    Seguì Yasuke, osservando con interesse gli stand. C'erano molte mercanzie, forse avrebbe potuto trovare qualcosa da aggiungere al materiale, che si era portato dietro.
    Le sue riflessioni vennero interrotte dall'altro shinobi.
    Dalle mie parti non indossiamo quel tipo di vestiario. Io li trovo poco adatti. Ti assicuro che non sarebbe piacevole andare in giro con gli yukata nel deserto. La parte sulla madre non la comprese, probabilmente si era lasciato andare a dei ricordi nostalgici. Tamashii non ne aveva: aveva pochi anni quando era rimasto orfano di entrambi i genitori. Il torneo di arti marziali sembra interessante. Continuò con aria riflessiva. Non ho mai praticato, ma ho letto qualcosa sulle pergamene. Penso che sarà un'occasione di crescita.
    Il genin sembrava allegro. Si fecero strada tra la folla, fino a quando il giovane non si bloccò di scatto. Per poco il figlio del vento non gli finì addosso.
    Ed ora? Stava per chiedere spiegazioni, ma l'altro riprese a muoversi e il ragazzino si affrettò a seguirlo per non perderlo di vista.
    Il motivo fu presto chiaro al nomade, quando l'altro si fermò a salutare una fanciulla. Asami... Anche lei era alta rispetto a Tamashii. Aveva una chioma rosso fuoco che metteva in risalto le iridi color smeraldo. Il viso era cosparso di efelidi. Ma la caratteristica che attirò l'attenzione del nomade era il simbolo sulla fronte. Non era da sola, le faceva compagnia un uomo più grande di loro. Non sapeva quantificare con certezza l'età. Alto, fisico atletico, capelli scuri ed iridi azzurre.
    Il figlio del vento si sentiva piccolo in confronto al terzetto.
    Ancora una volta Yasuke prese la parola.
    Fu il turno del nomade di presentarsi.
    Mi chiamo Tamashii Chikuma del clan dell'Oasi di Fuoco. Portò la mano aperta all'altezza del cuore, il dorso rivolto verso di loro, sfiorò il petto e rivolse un inchino formale. Che il vento possa sempre spirare a vostro favore. Aggiunse nel suo linguaggio natio.

     
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    Parlato altri


    [...]
    Tre figure distinte, di cui una bambina, passeggiavano tra le vie del villaggio con aria di festa e priva di preoccupazione. Le loro vesti pregiate, indossate con tanto orgoglio, erano sufficienti per comprendere la loro immensa ricchezza ed attirare l'attenzione del mercanti. La loro disperata voglia di vendere e guadagnare poteva risultare piuttosto opprimente ma fortunatamente per il capo-famiglia, l'unico uomo di casa, non era la prima volta che aveva a che fare con simili situazione. In gioventù, infatti, riuscì ad osservare e mettere in pratica via via col tempo l'arte del commercio proprio grazie alle numerose feste che si tenevano per l'intero continente, comprese quelle celebrate nei villaggi più sperduti. Viaggi che si rilevavano dei veri e propri momenti di relax tanto da portare, una volta sposato, anche sua moglie e la sua giovane figlia. La famigliola formavano uno splendido terzetto e per Keiji Hoshiyama era impossibile, anche in quelle occasioni, non viziare le sue due uniche donne della sua vita. Fiero di ciò che aveva avuto modo di creare, camminava tra le strade di Konoha alla ricerca non solo di affari ma anche di oggetti ricercati per sua figlia, Asami, e la sua amata moglie, Eiko. Il festival del Fuoco era una delle feste preferite della consorte che, da quando aveva sposato il ricco nobile, non ne aveva mai persa una portando ogni volta un piccolo ricordo sia per lei che per la figlia. La piccola Asami invece era la più vivace del terzetto, soprattutto in pre-adolescenza. Sempre con un sorriso stampato sulle labbra, correva da un una parte all'altra delle numerose bancarelle. L'unico modo per calmare la sua estrema vivacità era il cibo. Il padre le comprava sempre i piatti più gustosi, accontentando ogni suo capriccio pur di vederla felice e spensierata. L'amore che provava nei suoi confronti era inimmaginabile.

    [...]

    Camminando tra le strade del piccolo villaggio, la ragazza dai capelli rossi si faceva strada tra la folla. Le bancarelle vendevano oggetti di tutti i tipi e nell'aria un inebriante odore si spezie e sapori dolciastri, che invadevano non solo le viuzze del villaggio ma anche lo stomaco della giovane genin. Era impossibile per lei non approfittare di quel momento gioioso senza degustare i cibi locali del villaggio. Tra cibi salati e dolci dalle preparazioni più sbalorditive, per l'aspirante medico di Konoha sembrava esser tornata bambina ma solo guardandosi le spalle notava come quei momenti passati con i genitori in tenera età erano solamente un amaro ricordo. Erano passati tanti anni dall'ultima volta che, spensierata, partecipava a una delle tante feste in compagnia di suoi genitori, in modo sereno e senza rancori. Da quando aveva lasciato la villa non fu facile mantenere un rapporto costante con loro. Le lettere rappresentavano l'unico mezzo di comunicazione che la ragazza in quegli anni aveva adottato solamente con la madre. Quando seppe da zio Bumi dell'imminente Festival del Fuoco organizzata anche nel villaggio di Okuyama e la sua voglia di partecipare, la sua mente si bloccò per un momento a quei ricordi. Sapeva anche che in quell'occasione, una volta raggiunto il luogo del festival, avrebbe avuto modo di incontrarsi in particolar modo con il padre. Tra i due non correva buon sangue, o almeno lui, preoccupato, fece il possibile per evitare la sua partenza, non accettando quindi la decisione della figlia, troppo ribelle per capire la reale motivazione interpretandola come sfida nei suoi confronti. Erano passati tanti anni dall'ultima volta che si erano rivolti la parola e la giovane Hoshiyama sperava che suo padre avesse metabolizzato quell'evento avvenuto parecchi anni prima. Quel festival poteva far riaffiorare quei bellissimi ricordi, proprio come fece il suo cuore.
    I due nobili arrivarono quella stessa mattina con la loro carrozza fino ad arrivare nei pressi di uno degli alberghi prenotati dal parente. Erano state due le stanze prenotate: una per lui e l'altra per Asami e i suoi genitori che sarebbero arrivati in giornata. Le valigie furono portate nelle loro stanze agli addetti alle camere, dando così la possibilità ai due nuovi turisti di visitare il villaggio e godersi l'aria di festa che circondava l'intera zona. Tra i due il più festaiolo era decisamente l'uomo che in un batter d'occhio svanì dalla vista della giovane ragazza, lasciandola da sola per le strade del villaggio di Okuyama.
    Con lo sguardo rivolto verso il basso, per la malinconia arrivata improvvisamente, camminava senza degnare l'attenzione ai mercanti che occupavano i lati della strada quando le sue orecchie udirono una voce.

    Salve a te! Anche tu interessata al torneo di arti marziali che si terrà domani?

    Lo sguardo della giovane donna si spostò dal terreno al suo nuovo interlocutore. Si presentava come un uomo anziano, rasato totalmente a zero e dallo sguardo severo, nonostante il suo tono tranquillo.

    Eh?

    La donna con sguardo interrogativo venne poi attratta dalla grossa impalcatura posta alle spalle dell'anziano. Non sapeva di cosa stesse parlando, la sua presenza in quel luogo era puramente di svago. Ma la possibilità di partecipare ad un torneo e mettere in pratica le sue abilità da combattente poteva essere una buona idea per riempire in modo alternativo il tempo del giorno seguente. Dopotutto era un combattente e quell'opportunità sembrava fare al suo caso. Una specie di luccichio si formò negli occhi della Hoshiyama, ormai più che evidente che l'argomento aveva catturato la sua attenzione. Sensazione avvertita anche dal monaco che con un sorriso stampato sul volto, guardò fiero la kunoichi porgendogli poi un volantino di color rosso.

    Vedo che sei interessata... Molto bene! I monaci della confraternita degli Ensei saranno felici di sfidarti domani.

    I due si scambiarono uno sguardo di sfida e, solo dopo essersi congedata, la sua attenzione si concentrò su quella struttura in legno, sua prossima arena di battaglia. Solitamente non era mai alla ricerca di una sfida di quella portata. Lo scontro non faceva al caso suo. Soprattutto quando il suo obbiettivo era quello di diventare un ninja medico. Il suo ruolo era prevalentemente nelle retrovie, cercando di evitare lo scontro ad ogni costo e utilizzare le sue abilità per curare i suoi alleati. Ma ultimamente aveva notato un cambiamento dentro di sè, quasi impossibile da spiegare. La sua forza sembrava essere esplosa da un giorno all'altro ma, non avendo uno stile di combattimento preciso, il suo stile si presentava piuttosto rozzo. Partecipando a quel torneo avrebbe avuto la possibilità di affrontare avversari dallo stile unico e imparare, almeno visivamente, le loro mosse ma soprattutto poteva dimostrare a suo padre, sempre se avesse partecipato al torneo come spettatore, la sua incredibile forza e dimostrargli le sue abilità.

    Si! Parteciperò! Gli farò vedere che il mio non era stato solo un capriccio.

    Si avvicinò al centro della piazza guardandosi intorno alla ricerca non solo dello zio ma anche dei suoi genitori. A breve sarebbero arrivati ma non sapeva l'orario preciso e decise di aspettarli in mezzo alla piazza, così da accompagnarli all'albergo che i due avevano prenotato.
    Restò lì impalata ad aspettare quando una voce alle sue spalle chiamò il suo nome.

    Ehi Asami, ciao!

    Non ne aveva riconosciuto il tono così si voltò, osservando il suo nuovo interlocutore. Era alto circa una decina di centimetri più di lei, dal fisico atletico e decisamente abbronzato. Le sue vesti erano tendenti al marrone mentre i bracciali in oro, così come le diverse protezioni alle braccia e i parastinchi, lo facevano sembrare un vero e proprio guerriero. I suoi occhi azzurri le sembravano sconosciuti ma il viso lo aveva già visto da qualche parte.

    Chi è?

    Chi era quell'uomo? perchè la conosceva? Dove si erano incontrati? Quanti anni erano passati dall'ultima volta che si erano incontrati? E perchè Asami non riusciva a ricordare il suo viso?

    Aspetta un momento...

    I capelli lunghi fino alle spalle completamente neri li aveva già visti. Man mano ricordava anche di aver visto quel volto dapprima su una foto e successivamente aveva avuto occasione di parlargli anche da vicino. Ricordava di aver fatto fallire la missione ma in compenso quella notte era riuscita a ricongiungere i due amanti.

    Si mi ricordo di te. Tu sei... Shinichi, del villaggio della sabbia.

    Asami e Shinichi si erano incontrati parecchi anni fa. La giovane genin della foglia era stata incaricata di proteggere una certa Miyako proprio dal sunese. La sua missione era impedire che i due si ricontrassero ma la giovane donna era ancora innamorata dello shinobi del paese del vento. Solitamente una missione bisognava iniziarla e terminarla con successo ma per la rossa non fu così. Però proprio in quell'occasione Shinichi, così come la fogliosa, venne a conoscenza di una bellissima e inaspettata notizia: sarebbe diventato padre.
    Da allora Asami continuò il suo cammino da kunoichi ma non ebbe mai avuto l'occasione nè di incontrare la ragazza che aveva scortato ne il sunese. Fino a quel momento.

    E' vero! E' da un sacco di tempo che non ci vediamo. Come stai? E Miyako? Cosa mi racconti di lei? E il bambino?

    Era sempre una gioia incontrare qualcuno dopo così tanto tempo. Quasi da fargli dimenticare che ben presto il suo sguardo si sarebbe incrociato con quello del padre.

    Ehi, che ci fai qua? Sei venuta solo per svagarti un po' o sei anche tu interessata agli Ensei?

    Inizialmente solo per svago ma poco fa ho incontrato un monaco degli Ensei. Solitamente gli scontri li evito ma penso che questa volta non mi tirerò indietro. Spero solo di non fare figuracce ahahahah
    Te immagino che sei venuto qui per il torneo, o mi sbaglio?


    [...]

    Ehilà ciao Asami! Come stai? Splendida come sempre.

    Mentre i due chiacchieravano amabilmente l'attenzione di Asami si spostò nuovamente su un altro soggetto. In compagnia di un giovane ragazzino dalla chioma bionda e dagli occhi di un colore particolare. Ultimamente lo incontrava spesso e, come Shinichi anche lui, proveniva dal villaggio di Suna e come lui forse anche il ragazzino che lo stava accompagnando. Spostò lo sguardo altrove ai complimenti fatti da Yasuke prima di rivolgergli la parole, lanciando una breve occhiata anche sul terzo, e molto probabilmente, sunese. Soprattutto quando si presentò con il nome di Tamashii Chikuma utilizzando uno strano linguaggio, forse originario del villaggio di Suna.

    Ciao Yasuke! E piacere mio, Tamashii. Io sono Asami Hoshiayama, del villaggio della foglia. Ditemi anche voi siete qui per il torneo di arti marziali?







    Edited by Zakira - 8/10/2021, 18:14
     
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    Festival del Fuoco


    Trying to get Noticed?

    Bianco || Verde-acqua || Verde scuro || Azzurro : Parlato PNG casuali


    Good Morning Konoha! Ancora una volta una valida motivazione per svegliarsi e vivere la vita, nevvero? Quando mai. Si sta per verificare una sommossa di proporzioni apocalittiche, un disastro su scala internazionale, una terrificante idea che salta in mente ad una delle persone meno appropriate per possedere un cervello regolarmente funzionante in tutto il mondo. Il Festival del Fuoco è una meraviglia. Sempre pieno di gente, sempre stracolmo di famiglie, sempre pieno di cibo, thé - tantissimi thé - e di cose buone da mangiare, da vivere e da gustare. Ma soprattutto è un Festival. E' veramente un pienone, sia dall'interno della Nazione del Fuoco e della Foglia, sia dall'esterno e dai principali Villaggi Ninja quali Suna, Kiri, Oto e minori. Ed è, purtroppo, un posto perfetto per farsi conoscere nel modo peggiore plausibile.
    Più nello specifico, il buongiorno di Konoha significa che Arahaki è già bella che partita all'alba in direzione Okuyama in modo tale da giungere con ampio anticipo prima della fine del Festival. Si è documentata quanto basta sul luogo dove si svolge una delle tipiche celebrazioni relative al Festival, scoprendo che si tratta di un villaggio di monaci. Neanche ha idea che laggiù si terrà un torneo di arti marziali. Neanche ha idea che ci saranno importanti Ninja. A lei che le importa, nella sua testa risuona soltanto una frase.

    ANDIAMO A FARCI CONOSCERE~!



    Lo pensa talmente tanto e talmente forte da rischiare di urlarlo ai quattro venti. All'alba. L'ammazzerebbe l'Hokage stesso. Abbandonata comunque l'abitazione familiare, la madre ed il padre che per una miracolosa volta sono a casa assieme a lei ed al fratellino - cui ha dedicato un grande abbraccio la sera prima di partire da brava sorellona - eccola dirigersi ad ampi passi verso una corriera. Il che significa un carretto preso di violenza ed ignoranza assieme probabilmente a cavoli e carote da trasportare. Perfetti per una zuppettina a metà viaggio! Ovviamente la sua routine non è cambiata, nonostante la sveglia presto: beverone, tricipiti, bicipiti e spalle, una corsettina e visto che ne aveva voglia ha pure fatto un altro paio di set. E' più esplosiva e pompata degli altri giorni. Sorride addirittura mentre arraffa la carrozza diretta verso il Festival, proponendo con enfasi di cucinare lei in caso si faccia abbastanza tardi con tutto ciò che c'è lì, solo per sdebitarsi.

    Later on - That Same Day - Okuyama Village



    Sbaracca. Un fisico fatto unicamente di muscoli e bocce che scende dal carretto. S'è fatta giusto qualche metro lì dietro per dare l'idea a chi l'ha condotta fin lì di "fare il figo" scaricando un carro talmente pesante da far girare un bel po' di gente per ammirare le sue verdure fresche. S'è anche fatta una parte del viaggio trascinando lei il tutto, un po' per scusarsi di profanità varie ed eventuali sganciate e di aver dato un destro a vuoto ad una persona per obbligarla a prender la zuppa da lei cucinata. Per i posteri: era una delizia da leccarsi i baffi, per chiunque la migliore mai mangiata.
    Un semplice e modesto saltello fa rimbalzare dolcemente i suoi tenerissimi novanta - più o meno? - chili di massiccia corporatura ed altezza spopositata in quel del Villaggio. I monaci le creano immediatamente una sorta di ansia, degluttendo ed avendo in qualche modo, per la prima volta, paura di commettere un errore. Paura. Glielo si legge in faccia, apparendo leggermente più intimidita e meno prepotente del solito, con i passi un pizzico più leggeri. Non è più nel suo quartierino di Konoha dove può far la finta bulla, o propriamente a Konoha dove può seriamente scusarsi senza aver troppe conseguenze anche buttando di mezzo qualche sorta di lavoretto per farsi perdonare. Quelle persone, sempre occupate a farsi gli affari loro, con gli abiti tipici, i colori, le teste, i visi... Le danno quel pizzico di ansia in più che si fa sentire.
    Due pupille dal colore integralmente nero che si confondono con l'iride in un particolare monocromatico, assieme a quei lunghissimi capelli bianchi lasciati liberi di vivere con ben quattro splendide ciocche rosse - due per lato, una che scivola dietro l'orecchio ed una libera, che cade proprio sul seno - divagano in ogni luogo ed ogni lago. Mercatini, festoni, gente ben agghindata, un posto più intimo e semplice di Konoha ma non per questo, all'apparenza, meno vivibile. L'aggiunta tranquillità generica comunque le riesce a dare un piccolo spirito d'iniziativa.
    A farla da padrone è comunque il suo outfit. Un abbigliamento che rasenta il tremendo. Non si è neanche messa una qualche felpa o un cappotto. S'è direttamente presentata con un vestito un pelo più elegante degli standard cui si è abituata a vederla. Un particolare vestito di seta, delicato e nero, che fascia dolcemente il proprio voluminoso seno ed una piccola porzione dei propri fianchi. Il resto dell'addome, la parte frontale del petto ed un'ampissima scollatura frontale son resi perfettamente visibili grazie ad un intrecciato in cotone estremamente sottile di colore semi-trasparente, il quale forma una specie di retina da effetto vedo-non-vedo. Addominali e pettorali risultano comunque perfettamente visibili all'occhio nudo - ed anche toccabili con incredibile facilità - proprio grazie a tale sorta di retina poco spessa. Appare come un foglio di carta totalmente privo di spessore.
    Pantaloni? Stavolta non esistono. Una deliziosa gonnellina frastagliata, sempre nera, si ritaglia il proprio spazio lasciando scoperte due massicce gambe dai quadricipiti esplosivi. Il carretto le è stato utile a dare una bella scolpita prima di un pessimo show pure alle gambone. Nudi i polpacci, scoperte le ginocchia e le caviglie, la gonnellina è talmente corta che serve giusto a coprire i simboli di una femminilità preclusa da un corpo enorme. Ed infine i piedi avvolte in deliziose scarpette di colore grigio, con la caviglia ed il dorso del piede scoperti. Un pelo di tacco, massimo quattro centimetri, ed una forma affusolata verso la punta per offrire un ulteriore tocco d'eleganza. Le mani sono delicatamente inguantate in velluto nero. Un particolare tipo di guanti che arriva fino a metà dell'avambraccio, lasciando spazio alle vene di troppo che si snodano stile ramificazione intrigata salendo su, fino a quei bicipiti tutti suoi, scoperti come le due grosse spalle scolpite e la schiena, completamente nuda, in un complesso fisicamente invidiabile da chiunque. Larga, lunga e grossa, l'opposto di quello che dovrebbe esser una donna femminile. Eppure, sarà il viso, saranno i meloni, la sua femminilità la ha comunque.
    Cammina ed ogni passo che fa è timido e ben regolato, accorto, cercando d'osservare qualsiasi cosa si snodi attorno. Ogni passo vicino a del cibo è una pausa di una ventina, trentina di secondi nella remota speranza di carpirne ogni segreto ed ogni significato. In qualche modo, comunque, il volgo le posa gli occhi addosso. Sarà perché è una montagna di muscoli? Molto probabilmente sì. Spazia da una bancarella all'altra, cacciando qualche suono estasiato di tanto in tanto e fermandosi ad ammirare, con quei profondi ed incredibili occhi integralmente neri, tutte quelle ricette che le si parano davanti. Finché, camminando a destra ed a manca, non sente qualche voce.

    E' enorme, non vedi?
    Secondo te parteciperà al torneo?
    Uno così grosso secondo te non lo fa? Hai visto che roba di spalle?!
    Per forza farà il torneo. Ma chissà, i nostri Monaci sono molto bravi.

    Cavolo dici animal-... Nff, no, non adesso. Ho l'idea. Niente cazzate, non adesso che deve cominciare la mia carriera.



    Se le canta da sola per non picchiare un poveretto? Assolutamente sì. Sapeva di un Torneo? Sì. Lo farà? No. Motivo? Non perché si sia svegliata senza la voglia di menare le mani - ha già sollevato il pugno destro verso l'ultimo che ha parlato per dimostrarle che delle persone pelate (sua concezione) non la batterebbero - ma perché c'è dietro dell'altro. La fama. La gloria. Del resto lei è comunque un bel po' indietro sui corsi d'Accademia dovendo dedicare sempre fin troppo tempo al sollevare bilanceri e pompare altri pesi. Il pretesto del Torneo non sarebbe altro, nella sua psiche contorta, che il perfetto momento per mettersi in mostra e rubare la scena dell'evento. Diventare una sorta di star partendo dal piccolo.
    Già. Da un monastero.
    Finirà male. Ma ormai s'è fissata, con un ghignaccio quasi perfido stampato sul suo viso da ragazza ben matura, con quel pugno destro stretto che s'avvicina di nuovo al fianco stringendosi stavolta in un simbolo vittorioso. L'orgoglio ed il desiderio d'eccellere la fanno ora da padrone, sollevando il proprio collo fieramente, puntando le pupille e le iridi nere contro il luogo di svolgimento del Torneo e tirando letteralmente dritto verso di esso. L'unica eccezione degna di nota appartiene al suo naso, il quale svirgola di quà e di là anche grazie ai lineamenti tipici di chi ne ha prese poche e date tante nella sua vita. Odori che arrivano uno dopo l'altro, il corpo che vorrebbe fermarsi, la curiosità molta, ma lei tira dritto. Lei va. Scansa soltanto una persona prima di farsi largo prepotentemente a suon di spallate date "per sbaglio", una scusa a denti stretti o uno sbuffo violento di un treno in movimento.
    Arriverebbe col proprio passo tutt'altro che felpato là dove un bel po' di gente si è radunata. Appare come una sorta di banchetto d'iscrizioni. E già da lì il suo primo stereotipo prende il volo come una rondine di primavera: un monaco - perché solo loro vestono in tunaca integrale arancio - che non è pelato. La calvizie non l'ha colto sul fatto assieme al mantra del monachesimo. Sgrana gli occhi, rifilandogli tre o quattro occhiate. Sarebbe sul punto di chiedergli se sta prendendo per il posteriore gli Ensei - il gruppo di monaci - ma non le pare il caso. Non sul fronte di guerra per farsi finalmente notare quale culturista di futuro, grandioso successo. Farà prima a far la Ninja se ancora ci crede. Estrarrebbe da una insenatura tra la gonnella ed i suoi addominali da far venire un infarto a chiunque un quadernetto, il suo, immancabile, avvicinandosi a quel monaco con un accenno di sorriso venuto fuori particolarmente male. Si prenderebbe una bella manciata di secondi leggendo Kanji di una eleganza e perfezione incredibile, per poi sollevar occhi ed il proprio bel mento verso l'uomo.

    E' possibile fare la spettatrice? Di là? Vero? G-Grazie.



    Uno sforzo allucinante per ringraziare. Ma sì, neanche lo ha quasi lasciato parlare, facendosi solamente indicare su quali eventuali spalti andarsi a piazzare. Ed è così che una donna di un metro e ottantatré intende farsi largo alla ricerca di un posto dove mettersi. In primissima fila. Anche se, prima, per puro spirito di curiosità andrebbe a dar un'occhiatina alle figure umane che dovrebbero partecipare al Torneo. Sperando che possa passar loro vicino per qualche istante, cercando di dargli un'occhiatina. Paiono esserci anche alcune ragazze.

    Voglio proprio vederle fare il culo a qualcuno. Oh sì, sarà divertente vedere qualcuno ammazzarsi di botte per puro piacere personale, fregargli magari qualche bella mossa... E poi SBAM, arrivo io! Tricipiti, bicipiti, deltoidi, GRRRH! - Sparla, sollevando entrambe le braccione e mostrando i muscoli a chiunque ne abbia troppa voglia. O abbia semplicemente due occhi per osservarla anche solo di striscio, dato che si mette a flettere in pubblico in ogni singolo angolo, magari proprio vicino ai poveri partecipanti del Torneo per rompergli le palle. In ogni caso, il suo tono e qualche nevrotico sbuffo taurino sarebbero intenzionati a reclamare il centro dell'attenzione. - E' il momento di diventare una culturista famoooosaaaa! Ehi, ehi, volete vedere qualche posa? E voi? Eh? Ehe?



    La sua pazienza durerà si e no trentasei secondi, tant'è che sbuffa come una ciminiera e già incomincia a guardar male con due pupille assolutamente anonime chiunque non par posarle gli occhi addosso per almeno un paio di secondi. Intanto, giusto per, spaccia domande per far pose. Che poi non la guarderà nessuno sono altri conti. Le bocce ci sono, è tutto il resto che è di troppo. Incluso il non partecipare al Torneo. Del resto, qualche avversario al suo livello sarebbe potuto assolutamente capitare! Ma è troppo intenzionata a farsi notare, conoscere, vantarsi di se stessa e cercare di distogliere l'attenzione nei momenti morti da quel che sarà il torneo. Va detto anche che par incredibilmente curiosa, al di là della sua missione pubblicissima. Solleverebbe di nuovo entrambe gli arti superiori, mettendosi in una posa tipica da bodybuilding piegando a circa cinquanta gradi gli avambracci, sollevando i bicipiti e gonfiandoli, formando una schiena piena di muscoli e perfettamente scolpita. Sbatterebbe il piede destro sulla pavimentazione, fermando una eventuale fila dietro le proprie spalle unicamente per contrarre il quadricipite, cacciando una frase da memorandum.

    RRRRAH! Tutti ricorderanno il mio nome ed i miei muscoli quà! ARAHAKI ISHII~!



    E sono subito pensieri di fama, gloria, lanciarle addosso coroncine di alloro, oro, applausi, fin troppo piena di se.

    Sono proprio geniale!
    Ma levati!


     
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    Festival del Fuoco


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    Era passato del tempo dopo il mio scontro con il Mizukage: le ferite non si erano ancora rimarginate (non del tutto, per lo meno), ma la comprensione di dover migliorare, di spingermi oltre nonostante tutto e tutti, non faceva altro che torturarmi l'anima giorno e notte. Come potevo affermare di essere il migliore, se alla fine dei conti avevo perso? Sarebbe stato meglio, per me, lasciar passare ancora del tempo prima di provare a superare altri limiti. Sarebbe stato più indicato non gettarmi subito in una nuova battaglia. Eppure, capivo di non poterlo fare: né avrebbe risentito soprattutto la mia coscienza. Non sarei stato io, a quel punto.

    Nel buio della mia stanza nella Villa Mikawa, mi alzai dal letto in preda alle convulsioni; le gocce di sudore freddo ancora scivolavano lungo le guance. Mi vestii rapidamente. Da quando avevo perso, tutto era cambiato; non sognavo più sogni felici. Non vi era più la minima traccia di allegria nelle mie visioni. Ciò che restava era la consapevolezza di non essere colui che credevo di essere. Eppure, come già detto, non potevo permettersi il lusso di rallentare: se volevo proseguire e prendermi la mia rivincita, magari in un futuro non troppo lontano, dovevo fare di tutto per migliorare. Ogni nemico, anche quello a prima vista più scarso, mi avrebbe dato modo di diventare più forte, di affinare ulteriormente le mie capacità. Certo, mi ricordavo di quanto mi era stato detto dai medici di Oto: le costole fratturate non guarivano da sole e le ferite non si sarebbero rimarginate autonomamente. Se mi fossi sottoposto ad altri sforzi e se fossi stato vittima di altri scontri, non avrei fatto altro che subire altre ferite. Ma non potevo ignorare quel torneo; non potevo farne a meno.

    Sfruttando la notte, lasciai al mio posto nel letto solo il cuscino insieme a due katane. Poi aprii la finestra della stanza e saltai giù dalla stessa, in meno di un attimo ritrovandomi nell'ampio cortile della Villa Mikawa. Da lì poi il mio viaggio verso il Paese del Fuoco, con l'obiettivo di partecipare all'omonimo festival, non sarebbe stato altro che una questione di pura tecnica. Mi mossi rapido, evitando i soldati e i loro sguardi indiscreti. Da un'ombra all'altra, sfruttando la copertura delle fronde di alcuni alberi. In pochi minuti me ne uscii dal perimetro della Villa. Poi mi ci vollero altri minuti per raggiungere le mura Sud, quelle a mio parere peggio difese. In un attimo superai anche quelle, abbandonando Oto e dirigendomi, veloce per quanto potevo, verso il luogo in cui, secondo le voci di corridoio si sarebbe tenuto il Festival del Fuoco.

    Da quel momento in poi tutto sarebbe cambiato... o almeno lo speravo. Seppur ancora lievemente ferito dal combattimento contro Kensei, non mi sarei concesso alcuna ora di sonno, né del riposo extra. Non mi serviva. Ciò di cui avevo davvero bisogno era la rivincita, seppur minima. Dovevo capire qual'era il mio posto nel mondo. Comprendere se valevo ancora qualcosa; se il mio spirito non era stato spezzato da quell'ammasso di metallo vibrante. Quello era il motivo per cui le mie gambe si muovevano, un passo dopo l'altro, in direzione del Paese del Fuoco.

    Arrivai lì poco dopo l'alba. Una città in festa, con varie attrazioni e giochi. Non mi importava niente di tutto quello e lo ignorai. Non prestai attenzione né ai ninja, né ai monaci, né a nient'altro, dirigendomi unicamente verso il luogo in cui si doveva tenere il torneo. I giochi e le feste erano una distrazione, mentre io volevo unicamente combattere. Affinare le mie capacità e vedere di cos'erano capaci gli altri, ammesso e non concesso che fossero capaci di qualcosa. Comunque, non mi curai di nulla e non appena avrei trovato un monaco o qualcosa che fosse stato responsabile del torneo,mi sarei avvicinato allo stesso con fare serio: - Sono qui per il torneo, - avrei affermato. - E voglio combattere contro lo sfidante più forte. - Considerando la mia determinazione, difficilmente qualcuno di loro avrebbe avuto dei dubbi su ciò che affermavo. Se avessero voluto mettermi alla prova in qualche modo, non mi sarei tirato indietro: ero arrivato per provare la sofferenza e voleva provarla a pieno, fino all'ultimo. Tutto il resto, tutte le decorazioni, gli alimenti e quant'altro, non mi interessavano. - Voglio combattere il prima possibile. - Inarcai le sopracciglia: solo l'allenamento contava, tutto il resto era una perdita di tempo.





    Chakra: 80/80
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 675
    Velocità:  650
    Resistenza: 500
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 675
    Intuito: 625
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Katana × 2
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 2
    • Tonico di Recupero Inferiore × 2
    • Tonico di Ripristino Intermedio × 1
    • Tonico di Recupero Intermedio × 1
    • Tonico Elementale Inferiore × 2

    Note
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    Il Festival del Fuoco


    La prova degli Ensei - Post Secondo



    Arahaki Ishii. La persona più voluminosa in quel di Okuyama. Se non fosse stato per me, Mutou RyuujiDal manga Karake Shoukoushi Kohinata Minoru se vuoi avere una reference, stesso nome. degli Ensei. Centonovanta centimetri di altezza per 120 kg di muscoli supero la ragazza in altezza, in massa muscolare ed in capacità atletica, oltre che ovviamente alla mia superiorità genetica dovuta al sesso. Capelli neri sparati verso il cielo ed espressione da teppista completano il quadro. L'unica cosa che mi identifica come membro degli Ensei è la mia tunica rossa, e la posizione dietro al banchetto delle iscrizioni.

    Sono io il monaco degli Ensei che la accoglie.

    Ammetto che mi fa subito una ottima impressione.

    E' possibile fare la spettatrice? Di là? Vero? G-Grazie.

    Sputo per terra Che delusione. Speravo di veder partecipare una donna degna di questo nome, finalmente. Al momento solo in due hanno chiesto di partecipare al torneo.

    Sguardo pieno di odio nei confronti della ragazza che si sarebbe potuta cagare sotto, senza rendersene conto. Considera come se le condizioni di attivazione siano avverate, anche se lui non è stato furtivo. Consideralo uno spunto per ruolare Arahaki ;)

    Dopo la reazione immediata della ragazza, che si fosse spaventata o meno, avrei sciolto la tecnica. Mi sbagliavo. Sei indegna di partecipare. Puoi trovare un altro gruppetto di sfigati come te da quella parte. Almeno loro le palle di sfidarci le hanno avute.

    Le indico Shinichi e Asami, due delle treVedrete :guru: persone che avevano provato a sfidare noi Ensei. Se li avesse raggiunti li avrebbe potuti sentire parlottare dei fatti loro.

    Ahahaha i bambini vorrai dire. Abbiamo tre figli adesso. Che bello rivederti, potresti passare da Sunagakure ogni tanto. Saresti nostra ospite! Ma che ci fai qua, Asami? Sei venuta solo per svagarti o sei interessata anche tu agli Ensei?

    L'uomo scosse la testa, un ciuffo di capelli neri gli era andato davanti al volto. Dei due lui era l'unico con, almeno all'apparenza, un fisico adeguato a sfidare i monaci.

    La minuta ragazza dai capelli rossi avrebbe risposto ridacchiando Inizialmente solo per svago ma poco fa ho incontrato un monaco degli Ensei. Solitamente gli scontri li evito ma penso che questa volta non mi tirerò indietro. Spero solo di non fare figuracce ahahahah
    Te immagino che sei venuto qui per il torneo, o mi sbaglio?


    Shinichi si colpì il palmo della mano sinistra con un pugno della destra, in un gesto di puerile dimostrazione di potenza. Esatto. Ho deciso di ricominciare a fare il ninja ma tornare a fare missioni al mio livello dopo così tanto tempo di pausa è... complicato. Per cui voglio testare le mie capacità prima di rimettermi nella mischia. Sai, essere sicuro di aver perso tutta la mia ruggine. Sarà divertente combattere fianco a fianco.

    Difficile sapere se la studentessa più alta dell'accademia avrebbe interrotto l'amichevole conversazione dei due ma, se non ci avesse pensato lei, sarebbe stato Yasuke a intromettersi.

    Era il momento delle presentazioni, perfetto per inserirsi!

    Ai due ragazzi Shinichi avrebbe risposto sorridendo:

    E' sempre un piacere conoscere due giovani leve del villaggio di Suna. Io sono Shinichi Kurogane. si sarebbe poi inchinato, rispondendo a Tamashii nella sua lingua: E' dalla mia infanzia che non sento più la lingua del deserto. Che le sabbie sorreggano sempre i tuoi piedi.

    Come il Chikuma anche il Kurogane era cresciuto nelle distese del deserto dell'Anauroch, anche se la sua infanzia era stata più infelice rispetto a quella del ragazzo.

    Una volta chiarito il discorso del torneo Shinichi avrebbe indicato il sottoscritto, Mutou Ryuuji, al genin. Sarebbe stata una decisione di Arahaki quella di presentarsi ed avvisarlo del pericolo incombente.

    In ogni caso sarebbe stato un ostacolo indispensabile per Yasuke: avrebbe dovuto affrontare il potere della falena di fuoco per potersi iscrivere al torneo. [Nota: puoi tranquillamente narrare tu autoconclusivamente questa parte, come ti presenti, come Mutou ti risponde e come affronti l'illusione.]

    Al termine di quel breve scambio di battute avrei accettato la candidatura di Yasuke al torneo...

    Ma ad una condizione gli avrei risposto, alzando l'indice che avrei abbassato indicando una scatola. Devi far indossare quella cosa a Shinichi Kurogane. Fino al momento del torneo. E per tutta la durata dello scontro, ovviamente.

    Gouki Shibukawa riteneva questo Kurogane una minaccia. Un avversario troppo forte. E questo non andava bene. Se voleva partecipare al torneo avrebbe dovuto sottostare alle regole degli Ensei.
    Con tutti i vantaggi per noi che questo comportava.

    [Nota: consultati con leopolis per la forma dell'equip debilitante per Shinichi. Lui ha interesse al combattere con handicap in forza]

    ***


    Di simile parere sarebbe stato Liu FeiyanIspirato all'omonimo personaggio di Souten no Ken, il manga prequel di Kenshiro. una volta che Tasaki Moyo si fosse presentato, dall'altra parte dell'arena rispetto al gruppetto di ninja che abbiamo seguito finora.

    Sono qui per il torneo, e voglio combattere contro lo sfidante più forte.

    Liu, che indossava una lunga tunica rossa, avrebbe chiuso il libro "il viaggio ad ovest" che stava leggendo e si sarebbe alzato in piedi, sbuffando.

    Potresti almeno presentarti, no? Un minimo di educazione non fa mai male.

    Avrebbe chiuso le mani, nell'universale simbolo di preghiera e mostrando il tatuaggio con le stelle degli Ensei sul dorso della mano destra.

    Liu Feiyan, il falco degli Ensei. E tu saresti?

    Una volta che si fosse presentato Liu avrebbe finto di essere impressionato, persino fischiando se Tasaki si fosse identificato con il proprio grado ninja.

    D'accordo, Tasaki Moyo. Impressionami.

    [Nota: anche a te, stabilisci autoconclusivamente come impressioni Liu Feiyan]

    Il monaco avrebbe applaudito. Incredibile. Non solo sei ammesso al torneo ma ti viene concesso pure un grande onore... Liu si sarebbe chinato sotto il banchetto, estraendone una scatola che portava il medesimo simbolo tatuato sulla mano del monaco. Anzi, due. Indossa gli occhiali che trovi all'interno di questa scatola. Tienili fino al torneo, domani pomeriggio, e potrai affrontare Shibukawa-sensei. "Lo sfidante più forte" come l'hai chiamato tu.

    Gli occhiali erano dei normalissimi occhiali da vista, con lenti spesse come fondi di bottiglia. Una volta indossati Tasaki avrebbe notato come i bordi di tutti gli oggetti gli sarebbero apparsi frastagliati, più vicini rispetto alla distanza reale e spostati verso la periferia del proprio campo visivo. Poteva riconoscere gli oggetti e le persone, si, ma era come se fosse immerso in un mare di latte. [Come richiesto da leo, questo è l'equip debilitante per la precisione. Fino a quando non lo stabilirò io DEVI tenere indossato questo equip e DEVI descriverne i malus durante le tue azioni.]

    Ora Tasaki si sarebbe dovuto informare su come trascorrere il tempo. Mancavano 24 ore all'inizio del torneo. Di li a breve si sarebbe svolta la prova dimostrativa, dove gli Ensei avrebbero dato prova delle loro capacità. A lui scegliere se partecipare o meno. Se l'avesse fatto non sarebbe stato difficile identificare il gruppo di Shinobi. Dopotutto erano gli unici ninja a partecipare al festival.

    Shinichi Kurogane, dal canto suo, avrebbe invitato i suoi compagni a fare da spettatori all'esibizione. Sarà un'esperienza istruttiva. Specie per noi che domani vogliamo affrontarli, no?



    Nota: fine delle presentazioni e riuniamo il gruppo, oltre all'inizio delle danze. Chiedo scusa a Shinodari e Zakira ma non sono riuscito a trovare un appiglio anche per Tamashii e Asami. ç_ç

    La role comunque è abbastanza libera, se volete far qualcosa prima dell'inizio della coreografia degli Ensei, che narrerò io nel prossimo post, proponete pure. Dal visitare qualche attrazione o altro.
     
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    Al complimento del biondo la rossa distolse un attimo lo sguardo forse infastidita o imbarazzata? Mentre anche Tama-kun si presentò e con una certa sorpresa l'ultimo dai lunghi capelli neri si rivelò essere pure lui di Suna, un Kurogane; una curiosa coincidenza o destino? Bhe chi lo sa...Comunque Yasuke rispose alla domanda della kunuichi:

    Si anche noi dobbiamo partecipare al torneo...

    E a quando pare come indicato dal chunin anche il biondo prima avrebbe dovuto iscriversi al torneo all’apposito banchetto gestito da un monaco.

    Ok vado a registrarmi...Torno subito non sparite. Tama-kun aspetta qua.

    avrebbe detto provando a scompigliare i capelli del Chikuma con la mancina ridacchiando compiaciuto. Per poi dirigersi al tavolo del monaco.

    Nel tragitto se incrociata la ragazzona di Konoha l'avrebbe velocemente squadrata soffermando lo sguardo sul grosso petto per poi fissarla dritto nel occhi. Contrariamente a quanto si potesse immaginare lo sguardo del ragazzo sarebbe apparso freddo praticamente gelido e avrebbe detto:

    Complimenti bella muscolatura! Devi averci lavorato veramente tanto...Ammirevole.

    Parole e apprezzamento insolitamente genuino e veritiero. Andando oltre sarebbe giunto davanti il monaco. Quel tipo sembrava tutto fuorché un religioso pareva più un malavitoso, anche la sua massa muscolare non era proprio da bonzo; gli Ensei dovevano essere un gruppo piuttosto strano e potente indubbiamente.

    Yasuke guardò l'uomo dritto negli occhi tranquillamente poi fece un inchino e parlò con una certa educazione e rispetto ovviamente stava seguendo il ruolo del bravo genin.

    Salve signor monaco. Sono Yasuke Muramasa genin di Suna, vorrei iscrivermi al torneo...Grazie.

    Il tizio guardò il giovane abbastanza stizzito e rispose:

    Sei sicuro spilungone? Pensi davvero di essere degno? Non è una recita...Una vera battaglia senza finzione!

    Sembrava proprio che avesse intuito la tendenza a fingere del diciannovenne allora il sabbioso sorrise, in maniera quasi inquietante e con uno sguardo gelido ma allo stesso momento ardente di semplice desiderio di sangue e vendetta.

    Ovviamente devo partecipare. Non mi importa nulla della dignità.

    Probabilmente era questo il vero Yasuke? Mutou forse colpito da quello sguardo decise di mettere alla prova l'aspirante concorrente e come con Arahaki usò la stessa potente illusione. Il Muramasa improvvisamente si senti come schiacciato, paralizzato da qualcosa paura?! Anzi no, terrore. Egli indietreggiò perfino di qualche passo ma poteva veramente avere paura del monaco? Vero era grosso, aveva un aspetto da criminale e senza dubbio era forte. Però bastava solo quello? Yasuke aveva letteralmente vissuto lo Yomi, sorbito le attenzioni di un demone angelico, sentito l’abbraccio della morte, sofferto fame e freddo nonché la disperazione e bramato la fine. No. Non un semplice uomo, impossibile poteva essere l'effetto di una qualche tecnica? Anzi doveva esserlo. Un genjutsu! certo ma molto potente. L'unica possibilità era il rilascio ma un semplice rilascio non poteva bastare, doveva potenziare il tutto con sangue e dolore. Quindi prese un charkam con la mano destra dal porta armi e senza la minima esitazione fece due tagli, trasversali e paralleli a circa 10 centimetri di distanza l'uno dall'alto, sulla parte non protetta dell’avambraccio sinistro. Ferite non troppo gravi. [Equip]Potenza 15; [Danni] Potenza 15*2=30->3 leggere;
    Lasciando cadere l'arma avrebbe composto il sigillo della usando il kai. [Slot Tecnica I&II]Consumo 3 Bassi; 3 Leggere;---> Efficacia 30+30=60;

    Spezzando quello che realmente era un genjutsu la prova fu superata ma accompagnata da una richiesta un poco curiosa fare indossare a Shinichi una sorta di bardatura. L’oggetto era formato da due spalline decorate con zanne, due fasce per pettorali e schiena a croce e una cintura. Il ragazzo acconsenti, raccolse il suo charkam e tornò al gruppo.

    Raggiunti gli altri ninja passò l’equipaggiamento al Kurogane e disse

    Gli ensei vogliono che indossi questo, prima e durante il torneo.

    poi allungò il braccio sinistro verso Asami e sorridendo aggiunse

    Scusami Asami potresti darmi una mano con questi tagli. Grazie.

    Ovviamente Yasuke avrebbe accettato di assistere allo spettacolo dei monaci.

    Dunque avevano del tempo libero quindi il genin pensò bene di girare per le bancarelle del festival; in fondo era un ottima scusa per passare del tempo con la fogliosa.

    Ehi Asami ti va di fare un giro del festival?

    In caso affermativo il ragazzo avrebbe camminato affianco della rossa e senza dubbio avrebbe tentato di trascinare Tamashii con se, niente idee strane Tama-kun serviva per interpretare il ruolo del fratello maggiore. Fatto sta che il biondo puntò subito un chiosco di dolci ma purtroppo niente gelati solo dango multicolore e mochi. Il genin prese 2 stecche dei primi per poi cercare di offrire qualcosa alla ragazza e prendere anche dei dolci al ragazzino. Finito lo spuntino, tiro al bersaglio con coltelli troppo facile per il Muramasa particolarmente allenato proprio coi coltelli, inutile dire che vinse due premi: un bel peluche di un leoncino alto 50 centimetri e un simpatico soldatino meccanico. Se Tama-kun lo avesse chiesto come si deve avrebbe avuto il soldatino. Mentre il leone sarebbe stato donato alla rossa se avesse acconsentito. Yasuke naturalmente avrebbe accompagnato sia la kunuichi sia il Chikuma in qualsiasi attrazione avessero voluto vedere e o provare. E certamente il trio sarebbe stato puntualmente di ritorno per vedere lo show dei monaci...



     
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    Il Festival del Fuoco


    II





    Narrato
    Parlato Asami
    Pensato Asami
    Parlato altri





    Anche per Asami era stata una bellissima sorpresa incontrare Shinichi Kurogane, sua vecchia conoscenza e ninja di Suna. Dopo tutti quegli anni, vedersi in un momento di festa e non durante una missione era ideale per conversare tranquillamente senza inutili pressioni. Ricordava perfettamente della missione che aveva svolto con l’obbiettivo di proteggere Miyako. Non aveva però messo in conto degli anni che erano passati.

    Tre!?

    A quella notizia la giovane genin dai capelli rossi restò con la bacca aperta e del tutto paralizzata. A quanto pare erano passati più anni di quel che credeva e quasi imbarazzata distolse lo sguardo altrove, grattandosi la nuca.

    Wow! E’ passato davvero così tanto tempo?

    In tutti quegli anni non aveva mai marcato le mura del Villaggio della Sabbia. Solo in un’occasione riuscì a calpestare la calda sabbia del deserto del Paese del Vento e quella non fu nemmeno una visita di piacere. Fu proprio Shinichi e quella loro conversazione a portare alla mente all’aspirante medico la figura di Shunsui. Anch’egli era una vecchia conoscenza di Asami che non aveva avuto modo di incontrare da loro ultimo incontro. Quella fu l’unica volta che ebbe modo di osservare le alte mura di Suna ma essendo una visita più diplomatica che di piacere, i suoi occhi non ebbero modo di visitare la città. Dopo però l’offerta del giovane uomo e padre, non poteva farsi scappare l’opportunità di visitare il villaggio della Sabbia.

    Grazie per la futura ospitalità! Sarà la volta buona per incontrare Miyako e i bambini, oltre a visitare il vostro villaggio.

    I due ninja continuarono a parlare amabilmente. Per Asami la scoperta di quel torneo fu come un fulmine a ciel sereno. Aveva partecipato tante volte al Festival del Fuoco in compagnia dei suoi genitori durante la sua infanzia ma non ricordava l’esistenza dei monaci Ensei con il loro stile di combattimento. Forse era stato il padre stesso a tenerla lontana da questo genere di spettacolo ma il destino quella volta l’aveva fatta avvicinare al mondo del combattimento. Nonostante la sua volontà di essere un ninja medico, avere una base e mettersi alla prova poteva solo che essere una buona occasione per lei. Più volte si era ritrovata in situazioni di difficoltà e nonostante le numerose volte che aveva provato ad evitare lo scontro era quasi impossibile tirarsi indietro. Shinichi invece aveva partecipato a quella festa solo ed esclusivamente per mettere in pratica le sue abilità da combattente, dopo un lungo periodo di pausa. Con la nascita dei bambini per lui poteva risultare difficile lasciare la sua famiglia per il bene del villaggio. La stessa Asami condivideva le parole del chunin della sabbia e trovava ottima l’idea di partecipare a quel torneo con il solo scopo di mettersi alla prova in vista di possibili altri incarichi da parte dell’Accademia. Quel giorno però non era il solo ninja di Suna di sua conoscenza che si trovava al villaggio di Okuyama in occasione della festa. A raggiungere i due infatti fu anche un altro ragazzo, anch’egli proveniente dallo stesso villaggio di Shinichi. Si trattava di Yasuke Muramasa ed insieme a lui si presentò anche un giovane ragazzino. A detta del biondo del villaggio di Suna anch’essi dovevano partecipare al torneo ma fu l’unico ad avvicinarsi al banchetto delle iscrizioni, lasciando il suo amico in compagnia di Asami e Shinichi.

    Tu non partecipi? Oppure ti sei già iscritto?

    […]

    Poco dopo i loro eventuali discorsi furono interrotti dall’arrivo del ragazzo biondo. Ci aveva messo più del necessario ma, osservandolo, i suoi occhi si spostarono sullo strano equipaggiamento che stava portando con sé.

    Che cos’è...?

    L’attrezzatura era finemente decorata all’altezza delle spalle e ad occhio sembrava piuttosto pesante. Osservò la figura del trentenne e non sapeva per quale motivo era l’unico a dover indossare quella protezione. Soprattutto perché doveva indossarla già da prima del torneo?

    - Scusami Asami potresti darmi una mano con questi tagli. Grazie. -

    Nuovamente Yasuke riuscì ad attirare l’attenzione della Hoshiyama, mostrandogli il braccio. Due tagli, anche se non tanto profondi, erano ben visibili sul braccio del sunese. La giovane donna restò dapprima senza parole, cercando di guardare dietro le sue spalle, in direzione del banchetto, e successivamente verso il genin della sabbia. Forse era stato il monaco stesso a procurargli quelle ferite e a consegnargli quell’equipaggiamento.

    Ma cosa ti è successo? E’ stato il monaco?

    Prendendo il braccio del sunese, osservò con cura le ferite riportate. Non aveva con sé il kit medico, dopotutto si trovava in un luogo turistico godendosi la festa. Non aveva senso per lei portare in quelle occasione l’equipaggiamento ninja. Nonostante ciò, ultimamente, aveva preso l’abitudine di portare con sé alcuni dei tonici, da usare in caso di necessità. Gli avrebbe passato un tonico utilizzato soprattutto per richiudere le ferite come quella. Una leggera patina di chakra dal colore verde chiaro fuoriuscì da entrambe le mani della ragazza dai capelli rossi, così da alleviare il dolore in quel punto. [TB] 2 Leggere

    Purtroppo non ho il kit medico con me… ma questo dovrebbe bastare per richiudere la ferita.

    Successivamente si sarebbe rivolta a Shinici, guardando l’equipaggiamento che gli era stato consegnato. Era abbastanza preoccupata per lui, non solo per quello che gli era successo a Yasuke ma anche per quello che sarebbe potuto accadere indossando quella specie di armatura, senza avere la certezza della sua reale natura.

    Non sarà pericoloso indossarla? Ho un brutto presentimento e questi monaci… non mi piacciono.

    Ma oramai era troppo tardi per tirarsi indietro. La ragazza dai lunghi capelli rossi aveva già deciso di partecipare e l’avrebbe fatto anche per dimostrare ai suoi genitori cosa aveva imparato in quegli anni restando lontano da loro. Inoltre a breve avrebbe avuto modo di osservare i suoi avversari esibirsi in una dimostrazione delle proprie capacità. Forse non erano così pericolosi come volevano far credere e quella era una buon occasione anche per Asami per studiare il suo prossimo nemico da affrontare. Lei stessa accettò di vedere la loro esibizione insieme al piccolo gruppetto che si era formato.

    Sarà un'esperienza istruttiva. Specie per noi che domani vogliamo affrontarli, no?

    Concordo, magari scopriamo qualche abilità nascosta.

    Nel mentre si guardava in giro. Attorno alla piazza c’era una marea di gente, che aumentava minuto dopo minuto. I suoi occhi si sarebbero fermati sulla via che poco prima aveva percorso con suo zio per arrivare ad uno degli alberghi posti attorno alla piazza. Dei suoi genitori nemmeno l’ombra. Forse erano già arrivati all’albergo durante il suo giro turistico anticipato.

    Forse dovrei andare a controllare…

    Ehi Asami ti va di fare un giro del festival?

    A distrarre la ragazza dai suoi pensieri fu nuovamente il genin biondo di Suna. La mente di Asami però era occupata dalla figura dai suoi genitori. Aveva promesso allo zio che li avrebbe aspettati nella loro stanza ma in nessuna delle strutture, destinate ad accogliere i turisti, c’era la presenza di una carrozza talmente tanto sfarzosa da far pensare un loro arrivo. Niente del genere in quella piazza e considerando che insieme agli altri partecipanti avrebbe dovuto assistere all’esibizione dei monaci degli Ensei, forse era il caso di restare con loro.

    Perchè no? Shinichi vieni anche tu?

    In ogni caso, il gruppo di shinobi si sarebbe quindi inoltrato in quella che era la festa, tra bancarelle di dolciumi o attrazioni. Yasuke si mostrò estremamente gentile con la genin offrendo non solo del cibo di strada, che la ragazza accettò senza problemi, ma anche il premio che aveva vinto in uno dei giochi posti lungo la strada. Asami lo guardò alzando il sopracciglio per poi rivolgergli un mezzo sorriso.

    Tranquillo, Yasuke. Di questo non ne ho bisogno. Ho 23 anni, non sono una bambina, ahahah.

    Avrebbe continuato solo se con loro ci fosse stato Shinichi, guardandolo.

    Però ora che ci penso… i bambini potranno apprezzarlo. Secondo me è più adatto a loro che a me.

    In caso contrario non avrebbe detto nulla continuando a camminare per la sua strada. Sarebbe stato imbarazzante girare in giro con un pupazzo gigante tra le mani.
    Ciò che però frullava nella mente della ragazza di Konoha, oltre al torneo imminente che si sarebbe dovuto tenere il giorno dopo, era lo strano linguaggio che sia Tamashii che Shinichi aveva usato per salutarsi. E si rivolse proprio al più giovane, che era stato il primo a presentarsi in quel modo.

    L’espressione che hai utilizzato prima è così particolare. E’ una lingua particolare del Paese del Vento?

    Successivamente poi avrebbe guardato Yasuke. Fin dalla prima volta che lo aveva visto, fisicamente era molto diverso rispetto al suo immaginario di un classico abitante del Villaggio della Sabbia. La differenza era ancora più netta confrontandolo con Shinichi e lo stesso Tamashii, che pur avendo una lunga chioma bionda la pelle era piuttosto abbronzata rispetto a quella del genin.

    Yasuke anche tu conosci questa lingua?

    Continuando la sua passeggiata tra le bancarelle e aspettando l’esibizione






     
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    Don't spook me you p#@§!



    E mentre la grande e colossale sfilata di persone e di Ninja le si para a destra, sinistra, davanti e persino dietro fissando praticamente tutto quel che si può, mentre lei è alle prese con la non-iscrizione. Le si para davanti una torre. Un pezzo d'uomo alto e grosso come una montagna che ne attira al volo le pupille tinteggiate di un bel rosso scarlatto in un lampo, cominciando a fissarne dei lineamenti piuttosto squadrati e tutt'altro che giovanili. Sembra un bel pezzo d'uomo fatto e finito con, tutto sommato, non un'età così avanzata. Un bell'uomo a vederlo. Persino coi capelli sparati per aria neri ed una tonaca a trattenerne quello che compariva come un fisico veramente esplosivo. Espressa l'intenzione di non iscriversi - giustamente solo perché studente ed effettivamente alla caccia di altre capacità da rubare, oltre che per farsi notare e poter aspirare al diventare una grande culturista - si ritrova invece ad avere a che fare direttamente col colossale omaccione. Che le parla male.

    Senti un po' razza di gen-



    Neanche il tempo di finire d'alzare la voce ed uno sguardo la congela. Completamente. La blocca lì ferma immobile, costringendola a deglutire dietro quello sguardo torbido, brutale, ferreo. Assassino. Le pare di veder qualcuno che voglia farla fuori proprio in quel punto, lì, in un miserevole ed ingestibile secondo di orrido gorgogliar addominale. Un rumore sordo, una sorta di boato. Deglutisce di nuovo Arahaki, distogliendo volontariamente lo sguardo e dirigendolo da qualche altra parte. La sta seriamente terrorizzando. Retrocederebbe di alcuni passi molto con calma, tentando di svignarsela da quella posizione, dal vedersi fissata da quel colossale essere umano che potrebbe decidere più avanti se prendere come nuovo fratello aggiuntivo o cercar di strappargli a morsi lo status di monaco. Questi Ensei son delle persone bruttissime comunque. Un altro passo, piano piano, con i quadricipiti enormi che tremano. Letteralmente, si vedono le fibre muscolari di quella torre di donna tremare come foglioline al vento. Si vedono eh. Quei giganteschi quadricipiti che si flettono parecchie volte, tremolano, assieme a due bicipiti colossali. Deglutisce una terza volta con il cuore che le scalpita dentro. Ma non può pensare di farsi vedere in questo modo di fronte a tutta quella gente. Quelli che s'iscrivono e quelli che non lo fanno. Ne varrebbe della sua non tanto professionalità, quanto personalità. Lo guarda di risposta per una prima volta.

    C-Come ca-cazzo ti permetti eh? EH?



    Non ci crede neanche lei. Non ci prova nemmeno a "fargli brutto", non ci riesce e neanche ci crede lei stessa. Tenta d'afferrarsi il braccione destro con la mano sinistra per fermare quel tremore, chiudendo la presa su se stessa con la manona ad agguantare il proprio quadricipite destro. Si schiaccia persino il petto, che rimbalza più e più volte tra spasmi violenti dei pettorali, flessioni incontrollate ed il cuore che le scalpita dentro. Non lo può neanche guardare per più di tre secondi che non le viene uno spasmo quasi incontrollato tra lo stomaco ed il cuore. Ogni sguardo pare una fucilata. Una situazione del cavolo da cui deve tentare di togliersi in qualsiasi modo, sebbene riesca ancora miracolosamente a trattenere gli stimoli del proprio addome scolpito in ogni angolo dal farla rigettare in ogni luogo ed ogni lago.

    M-Ma che vuoi d-d-da me che so-so-sono neanche una S-Stude... N-NON HO QUEL CO-CO-COSO IO!



    Tuona cercando di farlo ragionare, indicando il primo coprifronte che le passa a tiro. Si sente che se la sta facendo addosso. Non nel vero senso della frase, fortunatamente, ma sta cominciando a sudare freddo nel cercare di trattenere che finisca in un bagno di sangue. O meglio, un bagno e basta. Deglutisce di nuovo, grattandosi di continuo la testa, le braccia, le gambe, ogni cosa, muove le gambe in modo da poter fare quasi ogni cosa. Finché, in qualche modo, sente che la pressione comincia a scivolare. Sembra che lo sguardo assassino stia perdendo il proprio attanagliare. Deglutisce di nuovo e si volta un'altra volta, col cuore che rischia di esploderle di nuovo. Sì, s'è presa uno spavento infinito, dovendo indietreggiare e nascondersi dietro la fila di donne e uomini accorsi lì per iscriversi o soltanto per guardare che cosa sta succedendo. S'è nascosta. MALISSIMO, ma s'è nascosta, anche perché palesemente visibile in mezzo a tutta quella gente. Viene poi letteralmente ferita dalle ultime parole. La rabbia scivola dentro, con il pugno che s'andrebbe a chiudere forgiando una vena di dimensioni particolarmente espanse tra il bicipite destro e l'avambraccio, propagandosi in una sorta di diramazione manco fosse un incrocio tra più strade. Ancora regna in lei della paura, parecchia a dire il vero, ma tenta di non dare a vederlo. Fallendo. Anche perché, semplicemente, non riesce ad arrivarci che si trova all'interno di una illusione.

    S-Smettila di guardarmi! E poi come ca-cavolo parli? Infa-!



    Niente, ad una certa deve cedere. Non tanto perché non si rende conto di non essere rinchiusa all'interno di una illusione - troppo più "potente" delle sue normali corde - ma perché le scappa una puzzetta. Non è da signorine a modo fare una puzzetta in una piazza pubblica. Arrossisce e di bruttissimo, deglutendo di nuovo e guardandosi attorno imbarazzatissima, con quel piccolissimo prot a farla da padrone. Non succede ma se succede. Niente di eccessivo, però per una donna come lei, pregna di muscoli, con quella flatulenza che le scappa via mentre non tira su un minimo di cento chili di panca piana è umiliante. E parecchio. Si rifugia di nuovo nel nulla, non trovando effettivamente nessuno che possa farle da scudo, venendo così esposta. Troppo grossa. L'unica volta che poteva farne un vanto, invece finisce per trarsi in fallo. Lentamente, però, la paura verso quell'essere scema via, finendo in un non nulla. Il cuore non sussulta più, gli spasmi muscolari sembrano sparire lentamente, pare persino riuscire ad ottenere una mobilità tutto sommato vera e propria dalla semi-paralisi che la costringeva, letteralmente, a muoversi facendo strisciare quelle splendide calzature ai propri piedi. Sente che il corpo si scioglie, il respiro da affannoso si fa sempre più rilassato e cadenzato, il moto ritorna ed il sangue sembra circolare felicemente in tutto il corpo. Così come la vena ed il bicipite si gonfiano piano piano a dismisura.

    Brutto stronzo!



    Tuona sbattendosi un pugno sul quadricipite, potendo finalmente guardarlo negli occhi. Gliene ha dette parecchie, definendola indegna e sfigata. E qui è normale che finisca per prendersela con gli oggetti. Al di fuori della propria esistenza, sbuffando come diciotto tori - o semplicemente come l'Otto Code - e menando a pedate la pavimentazione sotto se stessa, un vero e proprio tornado di zazzera multicolore cercherebbe d'avvicinarsi di nuovo a quel Monaco. Lo guarda. Guarda bene l'Ensei. Alto, piazzato, dai lineamenti ordinati, un capello ben mezzo, incredibilmente pompato sotto una tonaca rossa. Fissandolo bene sembra pure un bel ragazzo. Parecchio bello.

    DELUSIONE ED INDEGNA TE LO INFILO SU PER IL TAVOLINO LA PROSSIMA VOLTA. TE LO HO DETTO, IO NON HO QUEL COSO. CHE FACCIO, TI CANTO UNA CANZONE?!



    No, non l'ha presa bene.

    Renditi conto che io faccio a pugni giusto qualche volta, tu, alto, grosso, con quei pettorali giganteschi che potrei pure invidiarti, ingrato del cazzo! - Sta un po' divagando. Sarà il fascino del cattivo ragazzo. - G-Guarda quei deltoi- AAAAAAH! Vai a quel paese stupido sexy Monaco! Non me ne frega niente di partecipare, io son qui come culturista per diventare famosa, cazzarola, se no farei pure a pugni! E SAI CHE TI DICO? Speriamo che ti facciano il culo, tiè! Così poi le mie pose le faccio sopra di te stramazzato per terra senza fiato! HAH! E SICURAMENTE TI BATTEREI IN UNA COMPETIZIONE DI CULTURISMO.



    Difatti non c'è più granché da fare. Proverebbe a malmenare un pugnetto contro il povero tavolo delle iscrizioni che nulla ha fatto, priva della seria intenzione di danneggiarlo. Giusto di provare a rimbalzare quella paura provata per un bel po' di tempo tentando di rispondere per le rime. Niente di che comunque, farebbe paura - in quel momento - forse ai bambini come brutta storia raccontata di notte in campeggio. Andrebbe a girarsi ed andarsene giusto qualche istante dopo, sbuffando di nuovo verso quel gran Ensei come una sottospecie di pessima ciminiera, andando ad affiancarsi per qualche istante a quei due che le hanno indicato. Non li disturba nemmeno troppo. Ma almeno adesso non sente alcun infuso di paura. Si rilassa, si calma, si tranquillizza. Anche perché, rinchiusa in quei momenti di paura, s'era parecchio distratta. Riconosce nella voce del ragazzetto che si trova lì quella di una figura che l'aveva posto dei complimenti giusto qualche istante prima. Era in compagnia di un'altra persona e sembrava essere, in qualche modo, non al top della condizione.
    Non si perde troppo tempo nel fissare sia lui che lei. A quanto pare proviene dal Villaggio Nascosto della Sabbia - Suna - contrariamente ad un'altra figurina dai capelli rossicci. Sembrano parecchio affiatati ed intenzionati al chiacchierare. Decide quindi d'irrompere nel suo modo: facendo giusto un'apparizione lampo. Ricorda i complimenti di lui e volge un bel sorriso candido, al contrario dell'espressione d'odio e rabbia nutrita qualche secondo prima, verso tale "Yasuke". Motivo? I complimenti. E non solo, in un attimo di "non paura" ha scoperto che il colossale Ensei dovrà vedersela con lui. Come presentarsi ad una nuova figura, quindi? Mettendosi in posa da bodybuilding, ovvio. Manone ch'abbracciano dolcemente i fianchi, chiuse a pugno, con le spalle portate in avanti di poco, le gambe ben larghe, un sorriso che pare un ghigno infame in viso ed un paio di ciocche di capelli che scivolano tra i grossi pettorali - e non solo - allargati dalla posa e gli occhi scarlatti. La schiena grande, grossa, definita e strapiena di muscoli, assieme a quelle grosse braccia scolpite e chiuse per far notare il bicipitone.

    E-Ehi!~ - Gli rifila un occhiolino tutt'altro che sensuale, più o meno come quello delle marachelle - Grazie eh! Libero di toccare quel che vuoi, guardare, fare tutto~ Specialmente perché vieni da fuori no?



    Sì. E' ben acculturata in Geografia. Ed anche in simbologia, il coprifronte di Suna dovrebbe riconoscerlo non al volo, ma quasi. Anche grazie alla sparlata di poco prima.

    Ho visto che ti è toccato lo stupido sexy colossale monaco. E' grosso quel tipo, parecchio, quindi te lo dico. Dagli un calcio nelle palle. Anzi, dagliene due. Uno da parte mia. E, ti giuro, non so cosa fa, ma sembra che ti faccia cacare addosso con lo sguardo. - Lo sta avvertendo. Fratellanza. Complimento? Ti becchi un aiutino nel torneo. - Ora è meglio se ti lascio alla fidanzatina, eheh~



    E SE NEANCHE STANNO ASSIEME?!

    Ricordatevi di me comunque, quando dovrete far conoscere una culturista! Arahaki Ishii~



    Non ha neanche storpiato il nome.

    AH GIUSTO. Voi due! Mica sapete chi sono i migliori qui intorno? Quelli da tenere d'occhio? Magari che prendono a pugni. Sì, insomma, Taijutsu esperti, loro... Se non lo sapete fa niente, m'arrangio. Beh, ci si becca! RAAAAAAH! Chiudendo il tutto con una bella posa, sollevando i braccioni e flettendo i bicipiti, facendoli rimbalzare un paio di volte.



    Del resto, la sua missione è farsi conoscere, diventare famosa. Ma anche copiare i migliori. E, perché no, mostrare il bicipite schiacciando con un piede quell'Ensei brutta persona che, per miracolo, non le ha fatto riempire di popo' il vestito elegante che s'è messa. Anche perché, comunque, pare manchino ventiquattro ore all'inizio del torneo. Svolta imprevista, visto che come al solito parte senza ragionare ed era convinta che si svolgesse tutto in giornata. Tanto meglio per nessuno. Lei, del resto, si sarebbe messa a fare un giretto per il festival separandosi momentaneamente da un po' tutti. Motivo? Farsi notare. Girando per la zona, chiunque avrebbe potuto notare una donna enorme disperdersi in pose da culturismo, flettendo i muscoli e dando la caccia a pesistica casuale da sollevare anche troppe volte.
     
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    Il Festival del Fuoco


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    Quando mi presentai, mi trovò un tizio con i capelli leggermente lunghi. Non avevo tempo per le presentazioni, né la voglia di farle, ma su richiesta dissi comunque il mio nome. Salvo poi aggiunge una piccola precisione a quanto avevo detto e fatto fino a quel momento: - Sono arrivato fin qui per combattere e diventare più forte, non per perdere il mio tempo con inutili dialoghi. - Era meglio mettere le cose in chiaro: ero ossessionato con l'allenamento e il miglioramento. Stare lì senza fare niente non mi avrebbe dato nulla; non ero interessato a sprecare il tempo. Dovevo diventare più forte per battere il Mizukage. - Tasaki Moyo, chunin di Oto. E non mi piace perdere il tempo. - Comunque fosse, quando disse d'impressionarlo, strinsi i pugni e abbassai il capo. Non ero giunto lì per fare degli stupidi trucchetti da circo. Non mi interessava d'impressionarlo. Volevo combattere e migliorare; tutto il resto era una perdita di tempo. Compresi quei maledetti giochetti d'impressionamento. Comunque fosse, non avrei fatto niente d'acrobatico o particolare: una mano sarebbe volata - SA1Velocità: 650 + 4 (MedioBasso) = 750 in direzione del collo di quel tipo con la tunica rossa con l'intenzione di afferrarglielo. Se non ci fossi riuscito, perché magari il tizio se lo aspettava, avrei ritentato con l'altra mano: avrei dovuto farcela. E se ce l'avessi fatta, avrei iniziato a stringere in modo forte675 ripetendo quello che avevo già detto: - Sono Tasaki Moyo, chunin di Oto, esperto di arti marziali e voglio lo sfidante più forte. - Poi mi diede degli occhiali e disse che ero ammesso al torneo, ma che dovevo indossare quel strano aggeggio, degli occhiali che modificavano leggermente la mia vista. - Volete che batta il vostro sensei con questi occhiali? Nessun problema. - Non potevo perdere contro un gruppo di combattenti se volevo vendicarmi del torto subito dal Mizukage. Le ferite ricevute in quello scontro non erano guarite del tutto; soprattutto le costole talvolta mi facevano ancora male, ma non potevo perdere comunque, altrimenti non sarei mai riuscito a diventare il miglior ninja del mondo. Poi, capendo che fino all'inizio del torneo mancavano più di 24 ore, mi rivolsi di nuovo al tizio con la tunica rossa che mi aveva accolto: - Ma come 24 ore? - chiesi evidentemente deluso. - Io voglio combattere subito. Non voglio aspettare tutto sto tempo. - La mia frustrazione e la poca comprensione della situazione l'avrebbe potuta scorgere chiunque. Alla fine dei conti ero giunto in fretta e furia, scappando da Oto quasi come se fossi un carcerato e giunto in quel posto cosa mi ritrovavo? Letteralmente nulla. Dovevo capire come spassarmela per un giorno interno portandomi quegli occhiali appresso... - Maledizione! - esclamai nervoso. A quel punto non avevo molte altre scelte se non osservare la dimostrazione di forza dei monaci, ma davvero serviva? Me ne interessava poco e preferivo scontrarmi con un potere del tutto ignoto. A quel punto semplicemente abbandonai la scena e non mi avvicinai nemmeno al gruppo dei shinobi (difficilmente mi avrebbero aiutato a diventare più forte). Mi ritirai in un angolino dove difficilmente mi avrebbero visto e mi sedetti. Poi incrociai le braccia in attesa della fantomatica dimostrazione... A patto che non sarei saltato lì in mezzo, dimostrando ciò che io sapevo fare.
    Sempre se non fossi morto di noia prima.

    [...]



    - Shinichi Kurogane? - Avrebbe detto uno dei monaci avvicinandosi al ninja della Sabbia. - Abbiamo visto le tue abilità acrobatiche poco prima, - disse il pelato. - Dato che il tuo livello è molto elevato, volevamo proporti di combattere un po'... eeeeh... debilitato... - A quel punto il pelato avrebbe tirato dalla propria tasca due braccialetti identici.



    Non sembravano avere alcunché di strano e il simbolo sul braccialetto non era di certo uno di quelli riconoscibili. Di certo, Shinichi difficilmente avrebbe potuto vederli altrove. - Si tratta di un'esclusività del nostro tempio. Li usiamo per allenarci e migliorare la nostra forza. Puoi provarli anche tu domani! - Il monaco li avrebbe quindi dati al Sunese e se questi li avesse indossati ai polsi, avrebbe subito sentito come lo appesantissero rendendolo più debole. NotaHai -2 tacche a Forza a per tutto il tempo che indossi i braccialetti Non era un regalo, come avrebbe sottolineato anche il monaco. Era più un modo per provare qualcosa di nuovo e diverso dal solito.
     
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    Il Festival del Fuoco


    II



    Narrato Parlato Pensato>Parlato nel linguaggio natio


    Tamashii era rimasto silenzioso, annuendo appena in risposta alla domanda di Asami.
    In tutta onestà si era ritrovato al Festival per strane e oscure sfor...coincidenze. Era venuto a conoscenza del Torneo solo in un secondo momento, quando il suo improvvisato datore di lavoro aveva obblig...suggerito ad entrambi con modi minac...diplomatici di partecipare perché aveva scom...riteneva fosse una esperienza istruttiva per la sua...loro crescita monet...psicofisica.
    Quando Shinichi aveva preso la parola e si era presentato, gli occhi del ragazzino si erano illuminati di un sentimento misto tra stupore e gioia.
    Non credevo che qualcuno conoscesse l'idioma della mia gente... aveva replicato in maniera forse ingenua, senza utilizzare la lingua natia. Improvvisamente si sentiva meno spaesato.
    Ci pensò Yasuke a riportarlo alla realtà. Arruffandogli i capelli, il giovane aveva involontariamente spostato pericolosamente all'indietro il cappello.
    No... Ehi... Come, aspetta qua?!... balbettò nella sua lingua natia, sistemandosi il copricapo. Per fortuna gli occhiali erano rimasti, miracolosamente, al loro posto.
    Tu non partecipi? Oppure ti sei già iscritto?
    Tamashii si voltò verso la kunoichi. Veramente dovrei iscrivermi. Considerò, sforzandosi di parlare in una lingua comprensibile.
    Rivolse un inchino ad Asami e Shinichi, dirigendosi verso il banchetto.
    Si fece strada tra la folla. A causa della sua bassa statura le persone tendevano a non accorgersi di lui, se prese dai loro affari.
    In teoria avrebbe dovuto raggiungere Yasuke, compilando il modulo subito dopo di lui, ma non successe nulla del genere.
    I ricordi si fecero improvvisamente confusi, dopo aver incrociato lo sguardo con uno dei monaci...

    Tamashii si ritrovò, improvvisamente, immerso nell'oscurità. I suoi sensi sembravano rifiutarsi di collaborare. Gli unici suoni che udiva erano il respiro che si stava facendo più affannoso ed i battiti accelerati del cuore. Istintivamente cercò di muoversi, sebbene non fosse sicuro di trovare un piano d'appoggio. Si sforzò di percepire il suo corpo e di andare avanti. Si sentì strattonare all'indietro. Un lampo e la luce riapparve, facendogli lacrimare gli occhi. Era in piedi imprigionato al suolo, i polsi e le caviglie serrate da spessi anelli che si collegavano alle catene. Cinque in tutto, l'ultima gli trapassava il petto all'altezza dl cuore. Il metallo era nero, gelido. Provò a forzare, ma non accade nulla. Si sentiva in trappola, racchiuso in un bozzolo da cui non riusciva a uscire.
    Non era facile cercare di riflettere, di trovare una soluzione. Il terrore lo stava ghermendo.
    Di cosa ho paura?
    Le catene... sono forse la rappresentazione della perdita della mia libertà?

    Lui che si sentiva libero come il vento, era terrorizzato dall'essere costretto a sottostare a regole che lo avrebbero imbrigliato.
    Per tutta la vita era stato fiero di essere un figlio del vento. Seguire il vento, essere tutt'uno con esso.
    Poter riscattare il nome dei suoi avi, tornare al clan da cui discendevano. Non aveva mai messo in discussione questo. Eppure ora sentiva un vuoto nel suo animo. Era come se qualcosa si fosse incrinato. Lui che aveva sempre corso, si trovava bloccato a riflettere.
    Da dove proveniva quel terrore?
    Di cosa ho realmente paura?
    Di... non... essere... più... me... stesso.
    Una catena si spezzò, liberando il braccio destro.
    Non era abbastanza, il terrore non scemava.
    Di... non... essere... libero... come... il vento...
    Un'altra catena cadde al suolo. Poteva muovere il braccio sinistro.
    Ho timore... di deludere... mio nonno... se non... seguirò... Un suono metallico ...il fato della mia nascita...
    Le catene gemelle si adagiarono al suolo. Nessuno impedimento ostacolava le sue gambe.
    Tamashii fissò l'ultima catena, quella che imprigionava il suo cuore.
    Non voglio che sia un tatuaggio a scegliere chi debba essere...
    Non voglio scendere a compromessi...
    Non voglio...

    Il suo sguardo si sollevò verso un'immagine che era comparsa in quella desolazione.
    Un cuore meccanico, racchiuso all'interno di una marionetta, i cui fili erano spezzati. Il costrutto, la cui testa era priva di connotati, mosse l'arto sinistro, puntando la mano verso le catene che giacevano ai piedi del ragazzino. Il metallo fu tranciato di netto da una lama che non portava in sé il respiro del vento.
    Tamashii provò a parlare, ma le parole non producevano suoni.
    Il manichino spazzò via ogni singolo anello, fino a quando restò solo la catena bloccata all'interno del suo petto.
    Chi sei?
    Chi sono?
    Il figlio del vento oppure...
    Il viso del manichino aveva assunto dei lineamenti che il ragazzino conosceva. Li aveva visti mutare da quando aveva memoria.
    Tamashii fissava Tamashii.
    L'umano e la bambola, ma chi era chi?
    Capisco... Strinse tra le mani la catena.
    Essere Chikuma è una maschera per proteggere me stesso dalla duplice natura.
    Sono vento... Sei vuoto... Sono umano... Sei una bambola... Il vento per me è tutto... No, non lo è... Non potresti mai vivere senza le tue creazioni...
    La mia via... la tua via... non è una sola... non è una sola... Strappò la catena dal suo petto.
    DANNAZIONE!!! Provò un dolore fortissimo, come se il cuore gli fosse stato strappato sul serio.

    Tutto riprese a scorrere come era prima.
    Il ragazzino era tornato alla realtà, ma questa consapevolezza faticò a raggiungere la sua mente, a farsi strada nel suo animo stremato.
    Era madido di sudore per quanto il clima non fosse assolutamente paragonabile all'arsura del deserto.
    Si ritrovò reclinato in avanti, le gambe piegate che a stento lo tenevano in piedi, le dita serrate sulle ginocchia.
    I battiti erano accelerati, sentiva l'aria mancargli ad ogni respiro. Significava questo provare paura, essere terrorizzati nel più profondo del proprio intimo?
    Si sentiva indegno del nome che portava, dell'appartenere ad un popolo fiero che non temeva di mettersi in gioco, che lottava ogni istante della propria vita per sopravvivere ai pericoli dell'Anauroch.
    Si morse un labbro, si sforzò per regolarizzare il respiro, per far scemare quella danza impazzita del suo cuore.
    Io sono debole... Lo so... mormorò nella sua lingua natia ...Sono crollato, non sono riuscito a vincere i miei demoni... non completamente... riprese a parlare in un linguaggio comprensibile ...ma ...anche così, con tutte le mie debolezze... sollevò lo sguardo in direzione del monaco, assumendo una posizione eretta ...voglio partecipare! Esclamò deciso.

    Eppure quello che era accaduto a Tamashii esulava in parte dalla prova cui l'aveva sottoposto il monaco. Il suo corpo era stato scosso sì dai brividi, semiparalizzato, piegato alla volontà della tecnica utilizzata su di lui, ma la sua mente... Quel mondo interiore in cui era stato imprigionato...

    Si riunii al gruppo. Era pallido, ma cercò di nascondere il colorito tenendo lo sguardo basso. Aveva bisogno ancora di qualche istante per riprendersi.
    Si guardò la mano destra, che si era sforzato di tenere ferma, mentre firmava il modulo di iscrizione. al Torneo.
    Per sua fortuna sembrava che l'attenzione fosse rivolta verso una figura che troneggiava sui presenti. Non per l'altezza, considerevole dal punto di vista di Tamashii, ma bisognava ammettere che tutti fossero più alti del ragazzino, quanto per prestanza muscolare. Per un istante, molto breve ad onor del vero, il Chikuma si domandò se fosse una “Lei”. Per carità non ci sarebbe stato nulla di male se un “Lui” avesse indossato quegli abiti che cercavano, senza troppo successo, di restare al loro posto. Il rispetto per le persone era importante per il clan dell'Oasi del Fuoco. Ma era una lei molto esuberante che stava mostrando tutta una serie di muscoli, di cui Tamashii aveva perso il conto. Se non fosse stato per l'esperienza precedente con il monaco, quella giovane donna l'avrebbe messo in soggezione.
    Onii san, chi è la signorina? Una tua amica? Domandò a Yasuke.

    Tamashii si ritrovò al seguito della coppia, terzetto? Non gli era ben chiara la dinamica di quel gruppo. Il suo interesse venne ben presto deviato sulle bancarelle che mettevano in mostra vari tipi di mercanzie.
    Al banco dei dolci il ragazzino indicò i dango. Non li aveva mai assaggiati.
    Cosa sono? Chiese incuriosito al resto del gruppo.
    La tappa successiva fu il tiro al bersaglio coi coltelli dove Yasuke diede mostra delle sue abilità vincendo il peluche di un leone e di un soldatino meccanico.
    Tamashii aveva gli occhi solo per l'altro premio. Non prestò attenzione allo scambio di battute tra il giovane sunese e la kunoichi di Konoha.
    Onii san... se doveva fare la parte del fratellino più piccolo, tanto valeva continuare a chiamarlo con quell'appellativo. Potrei avere per favore il soldatino? Ho qualche idea per trasformarlo in automa. In cambio ti posso costruire... cose... Sono bravo. Aggiunse, poco importava che avesse appena compiuto tredici anni e fosse passato il tempo dei giocattoli.
    Se Yasuke si fosse convinto, il ragazzino avrebbe indicato loro uno stand dove avrebbe potuto trovare l'occorrente per trasformare il pupazzo meccanico. E anche costruire un ventilatore nuovo per il “fratello maggiore”, se gli avesse fatto studiare quello portatile.

    Nel frattempo...
    L’espressione che hai utilizzato prima è così particolare. E’ una lingua particolare del Paese del Vento?
    Tamashii annuii.
    Si, è la lingua che parla il mio popolo, il clan dell'Oasi del Fuoco. Io non sono originario di Suna. Ho vissuto fino ad ora in una delle rare oasi che si possono trovare nel deserto dell'Anauroch. Mi sono presentato con il nome del clan Chikuma perché la mia gente discende da loro. E perché... Sollevò la frangia per far vedere il simbolo sulla fronte, all'altezza del terzo occhio, un tao circondato da raggi solari triangolari …questo marchio indica che sono un “figlio del vento” e posso far ritorno al mio clan ancestrale, i Chikuma. Spiegò, sforzandosi di non parlare nel suo idioma. Il nonno aveva ragione: doveva imparare a vivere fuori dal deserto.

    Il giro continuò in attesa dell'esibizione dei monaci.



     
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    Il Festival del Fuoco


    Doppia prova, giro al festival e dimostrazioni - Post Terzo



    Prima Yasuke Muramasa, e poi degli altri monaci, mi si sarebbero avvicinati proponendomi due diversi equipaggiamenti. Avrei indossato sia le spalliere che i bracciali. Ero già abituato a quel genere di equipaggiamento e, se gli Ensei temevano il sottoscritto, la cosa mi avrebbe fatto solo che bene.

    Mi sarei divertito di più.

    [Nota: dato che sia Rex che Leo han proposto degli equip debilitanti nei loro post utilizzo entrambi, tanto a livello di gdr la cosa non cambia molto.]


    Oh, rispetto a quelli che uso di solito questi sono un po' diversi.

    Dopo quell'espressione di stupore avrei lasciato perdere altre affermazioni a riguardo se non mi fossero state chieste. In caso contrario avrei specificato come quei bracciali e quelle fasce... Stanno stringendo le spalle e le braccia. Le fasce sulle spalle mi pare riducano l'afflusso di sangue alle braccia. Le fasce con i simboli invece... stringono i muscoli. Guarda...

    Avrei dato dimostrazione facendo vedere come non riuscissi a stringere le mani.

    Pensa provare a dare un pugno in queste condizioni... Temo che gli Ensei vogliano giocare sporco. Guarda solo che hanno fatto ai ragazzi per iscriversi.

    Avrei detto ad Asami.

    Accetto di buon grado l'invito della Kunoichi a passeggiare per il festival, e avrei invitato anche Arahaki a unirsi a noi.

    Se vuoi imparare a picchiare direi che sei nel posto giusto. Anche solo stando negli spalti dovresti riuscire a imparare qualcosina. dico alla culturista di Konoha.

    Il mio stile fa uso della natura del chakra di vento, per cui non credo di esserti utile, ma anche solo imitando le mosse qualche risultato dovresti ottenerlo.

    Assieme a Yasuke decido di cimentarmi anch'io nella prova. Prendo una delle palline. Maledette fasce elastiche. Non riesco a stringerla se non sforzandomi.

    Certo, potrei sfruttare il chakra adesivo e repulsivo, oppure anche solo impastare del chakra ma... So che questo tipo di strumenti è utile solo ed esclusivamente se li si lascia lavorare.

    Sospiro. Temo che mi ci vorrà un po', ragazzi.

    Riesco a trattenere la pallina tra le dita della mano. Provo a lanciare ma la posizione non mi è congeniale. Scaglio la pallina ma manco completamente non solo il bersaglio ma l'intero stand.

    Ehi, amico, cerca di non rompere tutto!

    Ridacchio. Scusa, colpa mia.

    Yasuke nel frattempo, complice la sua abilità e addestramento ninja, è già riuscito a vincere un soldatino e un pupazzo. Un tempo la cosa mi avrebbe fatto arrabbiare, specie visto che sta cercando di farsi bello di fronte ad Asami ma... la cosa non mi importa più.

    Buffo. Si vede che apprezzo Miyako più di quel che credo.

    O, forse, sono più concentrato sul mio addestramento.

    Mhh, cosa? Ah il pupazzo? Si, lascialo li. Ora devo solo vincerne altri due uguali o gli altri diventerebbero gelosi.

    I kami benediscano i rotoli da richiamo. E brava Asami che se l'è cavata con classe. Riconosco quando una ragazza ti vuole scaricare. Ho subito più approcci falliti io che una dozzina di altre persone assieme.

    Se volete continuare il giro fate pure. Io devo finire questa cosa.

    Mi sarei tolto la sopraveste lasciando solo una maglietta bianca di cotone tra i bracciali a spalla e la mia pelle. Gli altri avrebbero potuto notare come il mio fisico fosse muscoloso ed allenato. Forse non ai livelli di definizione muscolare della culturista di Konoha ma... anche lei si sarebbe resa conto di come quello fosse un fisico ottimizzato per il combattimento, e non per il culturismo.

    Il padrone dello stand si sarebbe sventolato con un ventaglio. Senti un po', fustaccio, fatti un po' in la. Non voglio mica che rovini il divertimento a tutti, no?

    Mi sarei mosso e prendo le palline, una ad una, cercando di scagliarle contro i bersagli. Il che non era semplice. Avrei aperto e chiuso le mani più volte, per cercare di scaldare sia i polsi che le dita, e poi avrei mosso le braccia a circoli con lo stesso scopo.

    Una volta riscaldati i muscoli avrei preso la prima pallina. Ora riesco a stringere le mani. La scaglio e tocco uno dei bersagli. Ma non cade.

    Ahi ahi ahi, fustaccio. Troppo debole.

    Non mi arrendo, tuttavia. Mi ci sarebbe voluto un po', complice anche i classici trucchi dei bersagli da giostra ma... nonostante le difficoltà degli Ensei quello era pur sempre uno stand per civili.

    Io sono un chunin della sabbia.

    Vinco i miei due leoni, alla fine, e li rinchiudo assieme al terzo nel rotolo di richiamo.

    Sono pieno di sudore, e sospiro. Dimmi un po', buon uomo, dov'è che possiamo trovare una locanda?

    Mi faccio dare le indicazioni, poi mi fermo ad una bancarella di vestiti e compro un'altra maglietta. Quella, ormai, è inutilizzabile da quanto è bagnata.
    Chi fosse stato presente degli altri avrebbe potuto notare come le braccia e, soprattutto, la mia schiena fossero piene di cicatrici.

    Ricordi di antiche battaglie, quando ero ancora più giovane di loro.

    Ci avrei messo un po' ma alla fine ci saremmo ritrovati sul palco principale per l'esibizione degli Ensei.

    Ci saranno stati una dozzina di monaci, tra cui quelli che ci avevano accolto ai vari stand. Si mettono in posizione e si esibiscono in una serie di Kata. Figure di allenamento e varie mosse dalle più agili alle più intense.

    Poi, dopo una decina di minuti, quando lo sguardo di tutti è rapito, sarebbe iniziato il vero spettacolo. Ciascuno di loro avrebbe evocato delle fiamme. Chi dalla bocca, chi dai movimenti del corpo.

    Fiamme che avrebbero preso la forma di parti del corpo o di animali interi, a seconda del grado di esperienza dei monaci vestiti di rosso.

    Oltre a Mutou Ryuji, che evoca un orso di fuoco, a Gouki Shibukawa, che avrebbe evocato un serpente gigante e a Liu Feiyan, con una serie di falchi di fuoco a far loro impressione sarebbe stato un altro di quei monaci. Un tizio grosso, alto quasi due metri con una benda sull'occhio destro. Ruggisce e dalla bocca fuoriesce una tigre. Sembravano, quei quattro, essere gli Ensei più alti in grado.

    Bella esibizione, vero? avrei detto ai miei compagni. Chissà contro chi mi faranno combattere domani. E voi? Non siete elettrizzati?

    Dopo un altro giro per le bancarelle, durante il quale avrei chiesto ai ragazzi di aspettarmi... Purtroppo sto armamentario è molto pesante... scusate ma non riesco a trascinarmelo dietro così facilmente... ci saremmo diretti ad una locanda, segnalata dal tizio dello stand a cui avevamo fregato metà mercanzia, e avrei preso tre camere per la notte. Una per me, una per le due ragazze e una per i due giovani di Suna.

    Se avessero voluto dividere in modo diverso le stanze sarebbero stati liberi di farlo ma, per ottenere una stanza divisa, ci sarebbero voluti diversi Ryo. Certo, forse qualcuno aveva già delle sistemazioni per la notte ma... non si poteva mai sapere.

    ***



    Tasaki Moyo



    Mentre Shinichi Kurogane si allenava e il resto della truppa si godeva il festival Tasaki Moyo restava seduto in un angolo, a tenere il broncio.

    Prima o poi avrebbe dato nell'occhio, dopotutto quello era un festival e bisognava divertirsi, mica un torneo di musoni!

    Un tizio, palesemente sbronzo, sarebbe sbucato all'improvviso dal limite del suo campo visivo. Non sarebbe stato un problema, normalmente, ma purtroppo quegli occhiali speciali dovevano aver debilitato più del previsto il nukenin.

    La situazione era critica: non ci sarebbe voluto molto per far degenerare la situazione. E il ninja di oto sembrava avere un vero talento per questo!

    [Nota: descrivi tu autonomamente una situazione, con queste premesse, in cui hai difficoltà a causa degli occhiali. Puoi gestirtela come vuoi ma ricorda che devi giocare il tuo "addestramento" alle difficoltà in precisione che ti causa l'equip debilitante. Se vuoi mettere ulteriori prove per Shinichi sentiti libero di farlo, rispettando i limiti temporali dell'evento.
    Sta a te vedere se, in base a come risolvi la situazione, assisti all'esibizione degli Ensei e quindi hai un assaggio delle loro capacità.]



    *** Il giorno successivo, il momento del torneo ***



    Avevo passato una notte d'inferno. A causa della compressione del torace non ero riuscito a stendermi: la posizione mi impediva di respirare. Ho provato sia a stare sul fianco che a faccia sotto. Niente. Alla fine avevo dovuto spostare il letto vicino al muro, spaccandomi le braccia a causa delle fasce elastiche, e dormire seduto con la schiena posata sul muro.

    Per fortuna che, a causa del casino delle gente che si era sfogata bevendo, nessuno sembrava avermi sentito e fosse venuto per rimproverarmi.

    Arahaki avrebbe trovato facilmente posto sugli spalti, da sola. Tutti gli altri avevano deciso di partecipare al torneo degli Ensei, che sarebbe iniziato di li a breve.

    Schierati ci siamo io, Tasaki Moyo, Yasuke Muramasa, Asami Hoshiyama, Tamashii Chikuma e un colosso nero che porta un coprifronte di Kumo rigato. Kouteki Yotsuki, a giudicare dal nome scritto sulla lista.

    Io e Tasaki indossiamo ancora il nostro equipaggiamento. Anche lo Yotsuki aveva qualcosa di simile. Due grosse palle di metallo, ciascuna legata ad una delle caviglie.

    Di fronte a noi Gouki Shibukawa passeggia avanti e indietro, ridacchiando.

    Ci sono un sacco di ninja quest'anno. E molti ninja di un certo livello. avrebbe detto guardando lo Yotsuki.

    Uno di voi ha persino deciso di sfidare il sottoscritto. Uno sguardo rivolto a Tasaki Moyo, ridacchiando.

    Le regole sono semplici: scontri uno contro uno. Si possono usare solo le arti marziali. Niente ninjutsu con quei vostri bellissimi sigilli, niente armi. Non si uccide nessuno. Si perde se si ammette la sconfitta o se non si è più in grado di combattere. Sono incontri dimostrativi e la cosa più importante è far divertire il pubblico. C'è un tempo limite, verrete fermati se lo raggiungerete.

    Ci indica un tabellone. Sono riportati gli scontri.

    Primo match: Kouteki Yotsuki VS Orochi Doppo, la tigre degli Ensei

    Secondo match: Tamashii Chikuma VS Kohinata Minoru [Shu o Niaval]

    Terzo match: Yasuke Muramasa VS Liu Feiyan, il falco degli Ensei [Zakira]

    Quarto match: Asami Hoshiyama VS Mutou Ryuji, l'orso degli Ensei [RexDraco]

    Quinto match: Shinichi Kurogane VS Takamura Mamoru, il bue degli Ensei [leopolis]

    Sesto match: Tasaki Moyo VS Gouki Shibukawa, il serpente degli Ensei [Shu]


    E vorreste far iniziare me per primo? Vi dovreste vergognare, Ensei!

    Così si sarebbe lamentato lo Yotsuki. Tutti sappiamo che, in una carta del genere, è il match finale il più prestigioso mentre è il primo ad essere quello più... semplice.

    Shizukawa scuote le braccia. È la stessa cosa che ha detto Orochi Doppo ma, purtroppo, così ha voluto il fato.


    DI li a poco inizia il match. Lo Yotsuki si avvolge di elettricità e si avventa addosso ad Orochi Doppo, l'Ensei con la benda sull'occhio. Purtroppo le pesanti sfere di metallo lo bloccano.

    In modo simile a quanto fatto da lui Doppo si avvolge nelle fiamme, creando la figura della tigre attorno a se. Un colpo solo, un montante allo stomaco, e manda a terra l'ex ninja della nuvola.

    Doppo alza le braccia al cielo e viene condotto fuori dal terreno centrale.

    Tamashii Chikuma sarebbe stato chiamato per prendere posto nell'arena, in realtà un semplice spiazzo di terra di 25 metri per 25.

    A dieci metri di distanza da lui ci sarebbe stato il suo avversario, Kohinata Minoru. Un ragazzo di 18 anni alto circa un metro e 70 dai capelli biondi. Non sembrava molto allenato e, il fatto che non fosse specificato il suo animale, la diceva lunga su quanto fosse in alto nella gerarchia degli Ensei.



    OT

    Le regole speciali degli scontri sono descritte di seguito, siete pregati di attenervi ad esse:

    Ciascuno di voi parteciperà al combattimento con il vostro pg e utilizzerete un PNG contro uno degli altri partecipanti alla giocata.
    Dato che Arahaki non partecipa a Nieval la scelta (sei pregato di comunicarmela in privato) di voler giocare o meno la parte di combattimento interpretando Minoru. In caso negativo sarò io a giocare contro Tamashii.

    Il combattimento consiste in 3 round standard di combat. Le regole le ha già spiegate Shibukawa. Ninjutsu e Genjutsu sono ammessi fintanto che riuscite a mascherarli da mosse di arti marziali. Lo stesso vale per l'utilizzo di ts o altre capacità. L'inventiva è concessa e apprezzata ma non è concesso modificare le regole di utilizzo di tecniche o altro (ad esempio ignorando l'uso di sigilli o simili). Si inizia di fronte al proprio avversario, in posizione di guardia, a 9 metri di distanza.
    Vi ricordo che questa è una giocata basata sull'utilizzo delle arti marziali.

    Iniziano i PG a combattere. Chi risponde è pregato di fare sia la sua fase che quella del PNG a lui assegnato (trovate le coppie sopra) se possibile.
    I PNG sono parigrado ed energia rispetto a chi combattono. L'unica eccezione è Gouki Shibukawa. Visto che Leo ha voluto una sfida maggiore, la avrà. Avete piena autonomia per la creazione delle loro schede, comprese capacità inventate da voi e tecniche speciali personali se sono in linea con quanto descritto per i monaci Ensei. Non è necessario passare per la sala valutazioni. Se avete capacità inerenti che vi va di testare, sfruttate i PNG per farlo.

    Anche se si combatte contro gli altri utenti questa NON è una giocata PvP. Gli scontri NON saranno valutati dai giudici e NON verranno conteggiati come combattimenti ai fini dell'assegnazione di stemmi.

    Regole per me e per leopolis: i nostri pg dovranno necessariamente sfruttare l'equipaggiamento debilitante per i primi due round di combattimento. I malus saranno maggiori a causa della poca dimestichezza con gli equipaggiamenti debilitanti: Shinichi avrà forza ridotta di una energia e Tasaki avrà precisione ridotta di una energia, con tutti i malus correlati.
    Durante l'ultima fase offensiva sarà possibile rimuovere l'equipaggiamento debilitante, ottenendo i bonus come da competenza normale. Sarà inoltre possibile sfruttare lo slot da Jonin, anche senza i requisiti, esclusivamente per fini scenografici al termine del combattimento.
    In ogni caso la competenza andrà richiesta come di norma al termine della giocata.

    Può essere che io mi sia dimenticato qualcosa. In qual caso mi scuso.

    Se avete dubbi in merito alle regole siete invitati a contattarmi in privato.
    Se avete dubbi in merito a poter utilizzare o meno una cerca capacità/tecnica significa che non potete utilizzarla.

    Vi ricordo che questa è una giocata basata sull'utilizzo delle arti marziali e che anche se si combatte contro gli altri utenti questa NON è una giocata PvP. Si, l'ho ripetuto due volte perché voglio che il concetto vi entri in testa.

    Sfruttate questa occasione per divertirvi e impratichirvi nell'utilizzo delle arti marziali sulla Legend.

    Enjoy /OT
     
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    Festival del Fuoco


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    Ero venuto in quel posto per combattere, non per divertirmi. Mi sarei divertito unicamente combattendo e la cosa che meno volevo in quell'istante era vedermela con un ubriacone di merda che, - ne ero sicuro, - sarebbe venuto a rompermi i coglioni. Perché attiravo l'attenzione così tanto di tutta quella gente strana? Cosa volevano da me? Era anche piuttosto chiaro che non volevo mica avere alcun contatto, né parlare con loro: non ero mica del'lumore giusto per fare questo tipo di cose. Come se tutto ciò non bastava, non riuscivo a vedere bene con quegli occhiali sul naso: era come se mi rendessero un po' sbronzo, rendendomi un po' incapace di muovermi. Comunque fosse, non mi sarebbe voluto molto per mettere a tacere il tizio e, considerando che dopo averle prese da Kensei mi irritavo per ogni cosa, non ci pensai molto. Non appensa si mise dinnanzi a me con quel suo fare stupido, mi allertai: - Vattene, sporco, puzzolente ubriacone! - gli intimai con fare particolarmente aggressivo. Il fatto che non ero dell'umore giusto per quel tipo di trattative lui lo avrebbe visto senza troppe difficoltà sin da subito. I contorni del mio viso erano diventati particolarmente rigidi e gli occhi che sputavano fuoco, letteralmente. Anche nascosto all'ombra di quella specie di casa, quel tizio mi avrebbe visto senza troppi problemi o difficoltà. Forse il suo istinto di salvaguardia lo avrebbe fatto ritirare o forse no, ma se non si fosse ritirato nel giro di 3 secondi, nonostante gli occhiali che avevo, in poco tempo lo avrei fatto ritirare io. Dopo averlo intimato ad allontanarsi e senza dire molto altro, sarei passato all'azione per farlo allontanare a forza. Letteralmente. Prima di tutto gli avrei sganciato - SA1Velocità: 650, Forza. 675 un rapido calcio diretto verso il ginocchio destro, tuttavia, considerano che gli occhiali mi portavano a vedere l'obiettivo in modo sfocato, lo avrei mancato colpendo un po' più sopra, all'incirca al livello del quadricipite destro. Successivamente avrei provato a fare una cosa simile, ma con un montante eseguito con la mano destra. Il mio pugno sarebbe partito dal basso verso l'alto, diretto verso il suo mento, ma probabilmente gli avrebbe colpito la guancia - SA2Velocità: 650 / Forza: 675 ancor prima che il mento: anche quel colpo, a causa degli occhiali che portavo, difficilmente sarebbe riuscito a raggiungere l'obiettivo, tant'è che all'avversario immaginario sarebbe bastato decisamente poco per annullare tutti i miei sforzi. Infine, avrei provato a colpirlo anche con una testata sul setto nasale - SA3Stesse statistiche, in modo da farlo allontanare una volta e per tutte, sperando di non danneggiare gli occhiali che mi avevano dato (o, meglio dire, quasi regalato). Un colpo che non aveva praticamente niente di speciale, se non si considerava l'elevata velocità. Solo dopo gli avrei chiesto: - Ti sei convinto finalmente ad andartene? Sto aspettando il mio scontro! -

    [Shinichi]



    Indossando i bracciali il tizio della sabbia avrebbe subito risentito dei loro effetti pesanti, ma come se ciò non fosse bastato per rendere la sua situazione già di suo precaria, anche un altro monaco si sarebbe avvicinato al ragazzo di Suna: - Che ne dici di una gara? - gli avrebbe chiesto spiegandogli dopo le condizioni: una gara di corsa, 2 chilometri di distanza. Nessun premio, se non l'onore per aver vinto. La strada più o meno dritta, rettilinea, ma con qualche dislivello. Il problema? I braccialetti non influivano sulla sua velocità, bensì sulla sua forza, ma se avesse deciso di accettare la corsa, avrebbe sentito che quel peso di troppo un po' lo sfiancavano, diminuendo anche la forza con la quale le sue gambe si distaccano dal terreno. XA te il piacere di descrivere l'eventuale gara di corsa con lo sfidante rispettando le indicazioni sopra indicate.


    [Tasaki]



    - Devo aspettare ancora molto? - domandai infastidito - Le conoscono le regole, diamoci da fare! - Non importava di quello che dicevano. Per me la cosa più importante non era far divertire il pubblico, ma superare il limite, sconfiggere il nemico e diventare più forte. Non mi importava molto del mio sfidante e con disprezzo guardai il primo scontro, in cui il monaco aveva vinto facilmente. Aspettavo il mio turno per salire dovevo e massacrare di botte il tizio. Solo una domanda rimbombava nella mia mente: davvero il tizio che si ricopriva di fuoco non aveva usato alcun ninjutsu?


     
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    Il Festival del Fuoco


    Terzo Post

    La ragazzona della foglia apprezzò abbastanza il complimento del "principe" invitandolo a toccare dove voleva, affermazione quanto meno ambigua ma probabilmente fatta senza malizia comunque riuscì a strappare un sorriso al sunense che replicò

    Grazie ma non è ne il lungo ne il momento per certe cose...Magari un altra volta...

    lui si maliziosamente. Rispose anche alla presentazione

    Yasuke Muramasa di Suna.

    poi fece spallucce alla domanda su chi tenere d'occhio. Alla domanda di Tamashii al suo ritorno rispose

    Ara-chan?! La culturista...Ci siamo appena incontrati...

    sorridendo abbastanza divertito dalle sue stesse parole.

    [...]

    Quando Asami invitò anche Shinichi il genin non ne fu troppo entusiasta, era un messaggio abbastanza evidente e chiaro: non gradiva restare da sola con lui. In pratica lo aveva respinto senza dubbio, Yasuke comprese pienamente il messaggio ma dopo un sospiro non pesò la cosa più di tanto. In fondo non era certamente innamorato, no non conosceva nemmeno l'amore almeno non ancora...Quindi la passeggiata era ora una specie di marcia/ronda di gruppo. Alla domanda di Tama-kun sui dango rispose con tono da buon fratello maggiore

    Sono dolci morbidi di riso piuttosto particolari...

    Dopo riguardo il soldatino fece immediatamente segno d'assenso con la testa

    Va bene mi aspetto qualcosa di ottimo in futuro...

    Accompagnando il pulcino del deserto dove voleva. Momenti successivi la kunuichi rossa chiese riguardo la lingua del deserto al diciannovenne che dopo un sospiro rispose sinceramente

    Non conosco quella lingua, ne altre del Paese del Vento...In realtà non sono di Suna, sono un sopravvissuto...A un demone bellissimo e tremando...un semplice esule del Paese della Neve, senza famiglia e senza passato...

    Fermandosi di colpo per non rovinare l'atmosfera allegra di festa.

    [...]

    Giunse infine il momento tanto atteso lo spettacolo dei monaci Ensei, inizialmente un quasi normale e prevedibile susseguirsi di kata marziali principalmente a mani nude. Poi praticamente fuoco e fiamme da ogni mossa, posa e quasi ogni parte del corpo. Senza dubbi quei religgiosi erano abili combattenti, maestri delle arti animali e piromani mancati!?

    Si, veramente un bellissimo spettacolo pirotecnico...Il tipo della tigre è davvero impressionante, mi ha ispirato...Uno dei quattro più abili e forti spero in un bello scontro. Anzi fremo letteralmente nell'anima...

    Successivamente avrebbe immediatamente accettato la sistemazione proposta dal Kurogane, del resto non aveva soldi da sperperare e non poteva riufiutare qualcosa di gratuito, senza dilungarsi in ulteriori chiacchere disse

    Io accetto...Buona notte a tutti e tutte a domani! Andiamo Tama-kun?

    Si sarebbe in ogni caso diretto in camera buttandosi letteralmente nel letto piuttosto stanco: era stata una lunga e pesante giornata. Se il Chikuma fosse stato presente l'avrebbe salutato

    Buonanotte Tamashii! Riposa, domani dovremmo impegnarci al massimo ma solamente per noi stessi. Questa è un occasione ideale per mettersi alla prova e migliorare...

    Sprofondando istantaneamente nel abbraccio di Morfeo, in un profondo sonno ristoratore.

    [...]

    Il giorno dopo Yasuke si sarebbe ritrovato schierato a centro ring insieme a tutti i vari partecipanti al torneo; Un monaco probabilmente il capo spiegò le regole della competizione riassumendole in breve: niente armi, niente sigilli e niente morti. Poi in un tabellone furono mostrati gli accoppiamenti, all'esule toccò Liu Feiyan, il falco degli Ensei assegnazione accolta con un sorriso. Quindi il primo incontro in pochissimi momenti si svolse e concluse con esito schiacciante in favore della tigre.

    Il Muramasa fece appena in tempo ad augurare buona fortuna a: Asami, Tamashii e Shinichi. Avrebbe osservato e incitato comunque i tre durante i loro combattimenti...

    Quando fosse finalmente giunto il suo momento Yasuke sarebbe tranquillamente entrato sul ring salutando la gente con ampi gesti delle braccia sistemandosi a nove metri dal religgioso divenendo istantaneamente serio e concentrato.

    Avanti si comincia...

    disse piuttosto calmo e tranquillo per poi fare un inchino abbastanza profondo come saluto e segno di rispetto verso l'avversario, mettendosi in posizione di guardia: con piedi in linea ad una distanza di circa un passo, piede destro avanti, piede sinistro arretrato leggermente sollevato e in linea con la punta del piede avanzato, ginocchia leggermente piegate, braccia distanti tra loro, mano destra avanzata ad altezza occhi, mano sinistra ad altezza collo, gomiti larghi e flessi, testa leggermente abbassata. [img]

    Pronto? Arrivo...

    Chiuse il pugno avanzato, portando il braccio destro in aria, piegandolo a 90 gradi e poi ruotandolo in orizzontale davanti al petto distese le dita della mano.

    Zanna tagliente del leopardo...

    Affermò ed attivò le sue fidate lame di chakra, un visibile strato di chakra bluastro circondò completamente il suo avambraccio destro. [Slot Tecnica Avanzata]Potenza 20;

    Niente sigilli...Presentazione in stile di arte marziale...Nessuna regola violata...Aggirata va bene! Ehehehe!

    Scattando direttamente e velocemente verso il monaco. [Azione gratuita] [Abilità]Spostamento max 9 metri;

    E quando abbastanza vicino il biondo avrebbe tentato, con il braccio lama, un affondo diretto proprio al volto ma improvvisamente il colpo avrebbe deviato leggermente a sinistra andando appena fuori bersaglio. [Azione gratuita] Una finta che avrebbe cercato di coprire il vero attacco portato in simultanea; Ovvero un pugno diretto mancino, accelerato con un impasto di chakra, mirando a colpire al plesso solare e in conseguenza spezzare il fiato all’avversario. [Slot Azione I]Impasto: Basso +3 tacche Velocità;

    Pugno - Velocità 300+3 tacche=375;


    Senza fermarsi il sunense avrebbe portato con la "zanna" un vero e proprio fendente: sarebbe stato un tentativo di taglio discendente e trasversale, dalla spalla sinistra al fianco destro. [Slot Azione II]Impasto: Basso +3 tacche Velocità;

    Fendente - Velocità 300+3 tacche=375;


    Ancora il genin avrebbe attaccato, proiettando il braccio sinistro leggermente flesso verso il viso nemico nel tentativo di una rapida gomitata. Con movimento in orizzontale, dall'esterno verso l'interno, provando a colpire l'osso orbitale destro e quindi la zona dell'occhio del lanciatore compulsivo. [Slot Azione III]Impasto: Basso +3 tacche Velocità;

    Gomitata - Velocità 300+3 tacche=375;




    Chakra: 25/30
    Vitalità: 11.5/11.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 300
    Velocità: 300
    Resistenza: 275
    Riflessi: 325
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Pugno - Vel 375;
    2: Fend - Vel 375;
    3: Gomit - Vel 375;
    Slot Tecnica
    1: Lame di Chakra;
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo (Dimensione Media) × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore Economico × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Katar × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Biglie Metallo × 1
    • Tonico di Recupero Inferiore × 1
    • Filo di Nylon Rinforzato [10m] × 1
    • Fukibari × 4
    • Kunai × 5
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Shuriken × 7
    • Cartabomba I × 1
    • Antidoto Specifico Base × 1
    • Fumogeno × 1

    Note
    ///



    Il soprannominato orso degli Ensei entrò sul ring sbuffando abbastanza seccato si schierò al suo posto e sbuffò ancora una volta squadrando attentamente la sua avversaria.

    Che diamine di avversario!? Doveva proprio capitarmi una piccola signorina...Pff va bene non mi tratterò comunque...Vediamo che sai fare!

    Avanzando fino ad annullare la distanza che lo separava dalla rossa, portandosi così corpo a corpo. [Azione gratuita] [Abilità]Spostamento max 9 metri; Ponendo subito entrambe le mani in posizione kumade con palmi aperti e dita piegate, utilizzando così il suo personale stile marziale Ensei: Kuma no kempo. [Slot Tecnica]Ts liv II; Consumo: Medio;

    Sganciando immediatamente un pugno destro a mano d'orso direttamente al centro del volto della kunoichi, senza alcuna pietà bhe a suo modo mostrava rispetto per l'avversaria?! Fatto sta che il colpo sarebbe stato molto veloce e potente. [Abilità]Furia d'orso: L'utilizzatore ottiene +1 tacca per uno slot azione/difesa/tecnica ogni ¼ Basso utilizzato da distribuire in Forza o Velocità in attacco, Resistenza o Riflessi in difesa. Non sono considerati impasti di chakra.

    0.5 Basso +2 tacche-->2 Velocità;
    [Slot Tecnica Avanzata]Velocità 400+2+2=500; Forza 475;

    Continuando con un diretto mancino allo stomaco ugualmente veloce e potente. [Abilità]Furia d'orso: L'utilizzatore ottiene +1 tacca per uno slot azione/difesa/tecnica ogni ¼ Basso utilizzato da distribuire in Forza o Velocità in attacco, Resistenza o Riflessi in difesa. Non sono considerati impasti di chakra.

    0.5 Basso +2 tacche-->2 Velocità;
    [Slot Azione I]Pugno - Velocità 400+2+2 tacche=500;

    Ancora in successione rapida una ginocchiata destra, dall'esterno all'interno, puntando il fianco sinistro di Asami. [Abilità]Furia d'orso: L'utilizzatore ottiene +1 tacca per uno slot azione/difesa/tecnica ogni ¼ Basso utilizzato da distribuire in Forza o Velocità in attacco, Resistenza o Riflessi in difesa. Non sono considerati impasti di chakra.

    0.5 Basso +2 tacche-->2 Velocità;
    [Slot Azione II]Ginocchiata - Velocità 400+2+2 tacche=500;

    E per chiudere il monaco avrebbe tentato di portare un doppio attacco, un colpo con entrambi i palmi in parallelo a mirare al busto della ragazza. Ma le zampe dell'orso bruciavano letteralmente avvolte da fiamme rosso arancio. [Abilità]Zampe d'orso: L'utilizzatore può incrementare la potenza dell'attacco o della parata con il colpo senz'armi: ogni consumo ¼ Basso incrementa di 5 la potenza del colpo fisico o della parata per 1 slot azione/difesa/tecnica; riducendo di 10 la potenza, può incendiare il colpo causerà Ustione (DnT Leggero) e ingrandirne le dimensioni di 5 cm per livello di tecnica speciale.

    0.5 Basso +10 -10 Potenza;
    [Slot Azione III]Impasto: Basso +3 tacche Velocità;

    Manata doppia - Velocità 400+3 tacche=475;





    Chakra: 32/40
    Vitalità: 14/14
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 475
    Velocità: 400
    Resistenza: 400
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Pugno - Vel 500;
    2: Gino - Vel 500;
    3: Man d - Vel 475;
    Slot Tecnica
    1: Attiva ts;
    2: Komodoryu Rendan;
    Equipaggiamento
      ///

    Note
    ///



     
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16 replies since 6/10/2021, 09:48   418 views
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