Un Grido nel Freddo[Cambio di Equilibri ad Azumaido]

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  1. Febh
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    È colpa tua. Ratty

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    Il Freddo che Tempra


    Minarai - 1

    A volte ero stanco.
    Lunghe sessioni di allenamento a Konoha si alternavano ai periodi di permesso che trascorrevo ad Ame, a loro volta intervallati dalle missioni e dai lavori in ospedale, cui si aggiungevano le lunghe assenze per licenza che prendevo per andare a Kiri a proseguire la mia formazione nell'arte della Spada. Konoha sapeva che ero andato alla Nebbia a cercare un Maestro di Spada, avevo informato il Villaggio di averlo trovato, evitando ulteriori informazioni, dopotutto non erano rilevanti. E la mia identità come Minarai era ancora oltre la questione: semplicemente Yato aveva un maestro a Kiri, mentre Minarai era l'allievo del Mizukage, ma nessuno sapeva che si trattava della stessa persona. Era stancante vivere così tante vite.

    Ma la stanchezza non era niente a paragone dell'odio bruciante che mi prendeva quando osservavo l'incolmabile distanza tra me e il Bersaglio. Un mondo che non avrei mai raggiunto se avessi lasciato che la stanchezza avesse la meglio. Yato Senju avrebbe fatto tutto quello che poteva per la Missione, era ciò che mi ripetevo ogni singolo istante, ogni volta che una parte di me suggeriva timidamente di fermarmi e tirare fiato. Non potevo permettermelo: troppo forte era la fiamma dell'autocommiserazione e della vergogna, quella fiamma che pian piano il Maestro mi stava insegnando a coltivare e sfruttare per i miei scopi.

    In quel periodo ero a Kiri. Una licenza di sei giorni. Dopo due missioni risolte con successo, dimostrando abilità con la spada, avevo ottenuto un periodo adeguato per perfezionare i miei studi. Non che il movimento tra villaggi fosse vietato all'interno dell'Accademia, tutt'altro. Dopo aver terminato tre ore di fendenti verticali continuativi e una per deviare attacchi a distanza con la spada da angoli inaspettati mi ero fermato per meditare e recuperare le forze, con la spada che avevo ottenuto alle Grotte del Silenzio tra le ginocchia in orizzontale, contemplandone l'aspetto e le venature e indagando su cosa quell'arma fosse per me. Un mezzo, evidentemente. Uno strumento elegante ed efficace per uccidere e minacciare. La Missione era l'unico punto importante.

    La convocazione per una missione ad Azumaido, come parte della mia formazione, non mi trovò impreparato. Già altre volte l'addestramento era stato declinato a quel modo nelle terre di Kiri, ma di fatto Minarai non era mai stato ad Azumaido, a differenza di Yato Senju. Diversi ninja avrebbero partecipato, quindi mantenere la mia identità segreta sarebbe stato fondamentale: niente Mokuton a meno di rischi concreti per la mia sopravvivenza. Mi sarei mosso restando sempre almeno tre passi dietro al Maestro, senza fiatare, e quando il gruppo fosse sopraggiunto non avrei salutato nessuno, mantenendo giusto lo sguardo celato dalla maschera per qualche secondo su Youshi, unico a conoscere la mia reale identità. Persino Fudoh-san, del quale temevo l'incredibile intuito, non ebbe più di un'occhiata distratta.

    Ero a disposizione del Mizukage, avrei atteso che fosse lui a parlare e a darmi licenza di parlare con i Kiriani.

    Dopotutto quello era solo un addestramento.
     
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