Un Grido nel Freddo

[Cambio di Equilibri ad Azumaido]

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  1. Youshi2
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    寒さの中で叫びます

    Samu-sa no naka de sakebimasu

    VII

    Sogghignai, vedendo l'espressione stupita del bersaglio quando capì che mi ero lasciato colpire per avere la possibilità di mettere a segno un mortale contrattacco. Malgrado entrambi fossimo balzati dalla creatura, a causa del contraccolpo che avevo subito precedentemente, tentai di colpirlo, ma il mio attacco andò a vuoto mancandogli il capo. [Nota importante] Aveva stretto le mie vesti deciso a non mollarle, mentre il mondo tutto attorno vorticava in quella bufera di neve e ghiaccio mi parlò ancora, questa volta con un tono diverso rispetto a prima e la sua voce mi risultò chiara malgrado la situazione in cui ci trovavamo, dove la gravità e i nostri corpi avevano fissato un appuntamento con la morte. In quella bolla di silenzio, che solo nei momenti di catarsi, dove la vita e la morte si intrecciano senza posa, si poteva assistere, confessò: "questa volta ho iniziato dall'alto". Lo guardai mentre inutilmente cercavo di divincolarmi dalla presa, ma Momin non era sazio di parole e ripetè ciò a cui lui aspirava, ovvero la cristallizzazione della paura. Non mi avrai! ringhiai ancora, nuovamente tentando inutilmente di liberarmi. Nel frattempo ci avvicinavano sempre più rapidamente al terreno, la bufera e la foschia non mi permettevano di trovare un'ombra entro la quale teletrasportarmi. Sentii allora una strana sensazione crescermi nel petto, attanagliarmi il cuore e irrigidire e subito dopo rilassare i miei muscoli: stavo per morire. Le sue parole successive accompagnarono quel mio pensiero in un sussurro e poi cambiò nuovamente timbro di voce, comunicando un'urgenza e la disperazione. Fu in quel momento che distinsi le due voci, che capii che le ultime parole appartenevano a Momin, mentre quelle successive arrivavano dalla mente e dal cuore del corpo che l'infame stava utilizzando. Rimasi sbalordito dalle sue parole e, se possibile, ancora più pietrificato nell'udire ciò che mi stava dicendo.
    Fu Fudoh a risvegliarmi, a portare della luce nel mio sguardo ormai obliato dalla vita. Non era arrivato il momento, non sarei morto quel giorno, non senza lottare. Fottiti dissi a denti stretti e, data la vicinanza, non potei fare altro che tentare di tirargli una testata con forza sul naso. In quel momento sentii l'attrazione gravitazionale di Fudoh attirarmi a sé, tentai di colpire il mio avversario con una seconda testata e nel farlo, con la mano libera dalla spada ma altrettanto affilata grazie all'arte proibita del mio clan, lacerai il kimono lasciando un unico pezzo di stoffa in mano all'uomo.
    Venni afferrato da Fudoh e mi appesi a mia volta a lui. Il fiato si era fatto più breve, via via che la mia mente stava elaborando la situazione appena superata. Mi hai salvato la vita avrei constatato, semplicemente, mentre il mio corpo mi restituiva i dolori e gli intorpidimenti che lo scontro precedente avevano generato, lo guardai in volto e aggiunsi Grazie Rimasi a terra ancora qualche attimo, avevo bisogno di rifiatare e superare mentalmente quello che era appena accaduto. Merda mi dissi, a mezza voce, passando la mano sulle labbra. A fatica mi rialzai dal terreno, cercando di capire, ora che l'adrenalina stava lentamente scemando, se avessi qualche osso rotto o ferite che avevo sottovalutato. Mi resi conto che così non era e ne fui grato, mentre a passi lenti mi dirigevo verso il resto del team che si stava ricongiungendo presi due tonici e li ingerii sentendone subito i benefici. [Tonici]

    Notai Hideo raccogliere qualcosa per terra e osservarlo con attenzione, mi avvicinai di qualche passo e riconoscendone vagamente la forma lo richiamai Cosa hai trovato, Hideo? la mia voce era roca, fedele riflesso della mia condizione fisica. Mostratomi quella particolare siringa, avrei spalancato l'unico occhio Ho visto - Abbiamo visto mi corressi In passato Momin utilizzare delle siringhe molto simili, se non uguali a questa. E' attraverso di esse che veicolava i suoi poteri. Dove l'hai trovata se mi avesse detto che l'aveva trovata dove prima vi era il drago, avrei alzato le spalle ipotizzando: Dev'essere quella tramite la quale lo controllava attesi un momento, riconsegnandola: Fai attenzione a ciò che gli appartiene, sono solo guinzagli più o meno decorati, ma comunque guinzagli Toccai forse un tasto dolente, poiché più tardi si sarebbe inginocchiato davanti al Mizukage consegnandosi.

    risposi, laconico, alla domanda di Fudoh rispetto a Momin Era lui che li manovrava e, mentre combattevamo sulla testa di una di quelle creature, prima che precipitassimo voleva che gli coprissi la fuga. Ero tentato di accettare, molto tentato le mie parole uscirono dalla bocca senza vergogna, poiché subito precisai quali erano le intenzioni dietro di esse Forse sarebbe stata la cosa giusta da fare: se avessi accettato avrei avuto un modo per comunicare con lui, avrei potuto fingere di essere stato soggiogato dalle sue promesse di gloria per tendergli una trappola e forse eliminarlo per sempre, mentre ora... lasciai che le mie parole venissero portate via dal vento ammutolendomi, poi ripresi guardando lo spazio vuoto lasciato dal corpo scomparso: Abbiamo poco da cui ripartire.
    Quello che avvenne negli attimi successivi fu rapido e imprevedibile. Dopo aver notato uno strano buco nelle vesti del monaco, un buco che non gli avevo procurato io, una sorta di spiedo nero si conficcò nello shinobi con cui il Kage si accompagnava che, in un'espressione di sorpresa e terrore, sparì in una nuvola di fumo. Dannazione! sbottai, disarmato dalla rapidità. "Il circolo eterno perfetto. Dare la vita per esaltare la vita" citai quelle parole e quindi guardai i miei compagni Queste le ultime parole del monaco prima dello schianto riflettei un attimo, cercando di riportare alla memoria quelle che le avevano precedute: "Questa volta ho cominciato dall'alto" ha detto, anche. Ma... Ammetto che non saprei che diavolo significhi mi corrucciai, riprendendo e condivisi allora le altre parole che l'uomo mi aveva sussurrato precipitando. C'era bisogno di quel corpo dissi indicando con la testa il vuoto lasciato nel luogo dell'impatto Per completare la profezia degli Araldi Gemelli. Ha detto e, badate, mentre lo faceva non mi sembrava potesse essere Momin, la sua voce era diversa ma forse era solo l'ennesimo inganno, che la nostra intrusione li ha condannati, ha condannato i Kamui e che sarebbe riuscito a liberarci da Momin per sempre
    Forse per via dello scontro, forse per il freddo che si era fatto più pungente ora che le mie vesti erano lacerate, ma faticavo a ricollegare i pezzi di quello strano puzzle. L'unica cosa che mi restava da fare, benché dolorante e trafelato, sarebbe stata quella di cercare ulteriori tracce


     
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