Un Grido nel Freddo

[Cambio di Equilibri ad Azumaido]

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Un Grido nel Freddo

    Capitolo Unico

    Atto IX
    La via del potere



    Fu una questione di gioco di squadra. Fu una questione di intenti, di istinti, di scelte alterne e contrastanti. Ognuno degli shinobi presenti in quella radura fu coinvolto in un puzzle mentale personale, privato, intimo, che solo una scelta esterna, di salvaguardia altruistica e nient'affatto vanesia, poteva risolvere. Oppure, se preferite, un labirinto il cui unico modo per uscirvi era percorrere una linea dritta abbattendo ogni singolo muro presente sul proprio cammino. Quell'esperienza fu una lezione profondamente importante per tutti, una lezione che, probabilmente, nessuno di loro si sarebbe atteso di imparare dal sottoscritto, dall'uomo il cui volto era stato sostituito da una maschera di ferro, il cui nome era effimero segnaposto d'un concetto, la cui identità stessa, quindi, era svanita nel mare magnum dell'alterità. Benché, infatti, potessi ritenermi uno dei ninja più forti del continente, Kensei Hito non era niente senza i legami che aveva instaurato. L'odio, il potere, le capacità sovrumane, non erano vincoli solipsistici di cui bearmi a discapito degli altri: ciò che profondamente caratterizzava l'essenza stessa della figura che incarnavo nel modo più profondo era il sacrificio per gli altri. Nessuno può essere completo da solo: chi lo crede inganna se stesso.
    Quell'idea era già nella testa di alcuni dei presenti: lo era in Hideo, che aveva accettato il ricatto morale di Momin tempo addietro, solo per salvare qualcun altro; lo era per Fudoh, che dedicava ogni giorno la sua vita a salvare quella degli altri - come fece anche quel giorno stesso. Lo era, anche se in modo malato e distorto, in Yato - e forse non lo era in Minarai - anche se ancora non potevo saperlo.
    Quanto a Youshi, non so dirvelo con certezza. Non avevo ancora realmente capito i motivi che lo animassero. Da lui avevo quasi sempre ricevuto cieca e inviolabile devozione. Non avevo mai dovuto domandarmi troppo approfonditamente quale fosse la sua forma mentis perché, per sommi capi, era la mia medesima. E questo ci rendeva, sì, affini - ma sulla carta. A differenza degli altri non sapevo quale fosse lo spirito che animava le sue gesta, non conoscevo la sua idea di bushido.
    Raccoglievo, rapidi e evanescenti, tutti questi pensieri mentre l'energia della stella si dissipava lentamente dal mio tantien, disperdendosi nell'ambiente. La presa sul mondo dell'armonia diventava più molle e la realtà intorno a me perdeva il colore vivido ed acceso che solo gli occhi irrorati del potere del Lucchetto riuscivano a mostrarmi. Sentendo le urla di Hideo, che era riuscito a scorgere e finanche a percepire - grazie al particolare legame che era riuscito ad instaurare con la creatura che aveva davanti - Youshi cadere dal cielo davanti ai suoi occhi. Provai ad attivare il D-Visor per scorgere meglio tra quella bufera di neve ma non mi fu d'aiuto. Soltanto Fudoh, grazie al potere del suo tirapugni d'un tempo dimenticato, riuscì, contestualmente, a placare quella tempesta. Le mie gambe mutarono immediatamente d'aspetto, facendo comparire delle piccole ali sul polpaccio ma quando fui ormai pronto al salto notai come Minarai si stava impegnando in alcuni sigilli. Lasciai che fossero i miei shinobi ad aiutarsi l'un l'altro. Forzai un secondo cambiamento d'assetto nei miei arti inferiori, facendoli tornare alla loro normale configurazione. Dal terreno, poco più avanti rispetto a dove stanziava l'Allievo, due enormi arti di fango e neve si alzarono verso il cielo, afferrando e annullando la caduta in corso di Youshi e Fudoh, che, nel frattempo, lo aveva attratto a sé e raccolto nel petto. Guardai Minarai e Hideo, che erano rimasti indietro, e feci loro solo un breve cenno d'assenso col capo. Fu a quel punto che Hideo si chinò, raccogliendo un peculiare quanto complesso ed articolato oggetto. Lo riconobbi ma tacqui. I pensieri congiunti degli ninja che erano già stati a Kotetsu Sakura, però, riuscirono abbastanza facilmente a ricollegare tutti i fili. Ho già visto quell'oggetto. Disse Yusica. YOSH, anche nel mio tuskur sono stati avvistati. Riprese Munkeke. Se le cose stanno come dicono Youshi e Fudoh, ovvero che quello pare essere uno dei mezzi tramite cui Momin controlla le sue vittime, la situazione sembra complicata. E soprattutto, perché le vittime sembrano perdere questi oggetti? Nel nostro caso sembra che Shimo lo abbia perso alla morte ma noi non abbiamo mai trovato cadaveri. Continuò Yusica. Nemmeno noi. Incalzai io. Questo non ci dà la certezza che le vittime di Momin non siano sempre nei nostri villaggi. Youshi-kun ha detto che ha potuto percepire due voci diverse nel parlato di Shimo, yosh? Allora potrebbe essere che Momin le "attiva" solo quando ne ha bisogno. Annuii. Hideo. Richiamai l'attenzione del giovane ninja. Il potere di Momin non è il tuo stesso potere. Lui lo ha evoluto, distorto e piegato alle sue necessità. Lo fissai attentamente. Non dimenticare mai che tu non sei lui. Nel bene e nel male. Mi rivolsi verso Yusica e Munkeke. Queste non sono le abilità di un semplice seguace del Saggio delle Sei Vie. Mi fermai un attimo a riflettere. Youshi suggerì che quello potesse essere una sorta di speciale Ricevitore, qualcosa di simile ai lunghi oggetti affusolati che uscivano dal corpo di Hideo. E se invece i mostri che abbiamo visto non fossero stati vincolati da Momin? Se fosse stato Shimo l'evocatore di quelle creature? Quell'oggetto macabro potrebbe essere solo un modo per estendere il legame. YOSH! E amplificarlo, direi. Erano tutte considerazioni plausibili. Quante fossero giuste, però, non era, ancora, dato saperlo.
    Fu a quel punto che intervenne Minarai, innanzitutto consolando Hideo e generando in me un fugace sorriso sotto l'elmo, con una serie di considerazioni interessanti, la prima delle quali fu rivolta a Munkeke. Uhm ... non che io sappia ... ma ogni tuskur è un mondo a sé, giovane Kensei in miniatura! I segreti di ogni villaggio sono segreti custoditi gelosamente! Non diversamente da quanto accade da voi nel continente, dopotutto! Yosh. Certo è che qualcosa del genere sarebbe dovuta apparire da qualche parte, prima o poi, in tutti questi anni ... non è neanche un artefatto Kenkichi, giusto, Mizukage? Mi chiese Yusica. Quella era una domanda che non mi ero ancora posto, effettivamente. Portai la mano sulla Yakusoku, prima di rispondere. Percepii qualcosa di distante. No. risposi Non lo è. Almeno, non in modo tradizionale. Non è costruito col nostro acciaio, non è Sangue e Acciaio. Però ... qualcosa in me mi diceva che c'era altro. C'era dell'affinità col sottoscritto, pur non riuscendo a capire di che cosa si trattasse. ... c'è qualcosa che ancora mi sfugge. Credo siano necessarie più informazioni e più esami, senza dubbio. Youshi aggiunse altre informazioni e Minarai continuò ad elucubrare. Forse attraverso il chakra. Dissi, riprendendo entrambi. Dopotutto non ci sono liquidi. L'essenza del Freddo che riesco a controllare, dopotutto, sarebbe in grado di manipolarli se anche solo una minuscola parte di essi contenesse acqua.
    Il giovane foglioso sotto mentite spoglie, poi, continuò con una serie di considerazioni che mi ricordarono molte mie avventure passate e che, dolorosamente, portavano alla memoria tantissime questioni ancora in sospeso. Ma non fui l'unico che venne mosso da tali parole. Anche Hideo, a quanto pare, si sentì in debito verso di me e verso gli altri, nel senso più generico possibile. Vinto moralmente, il giovane guardiano si prostrò ai miei piedi, chiedendo perdono. Una smorfia di disgusto interruppe quell'idillio di tiepide emozioni che, fino a quel momento, avevano anestetizzato il mio eterno odiare. Io detesto i deboli, Guardiano. La mano destra si allungò verso di lui, ancora leggermente flessa, con l'indice posto ad uncino che indicava la sua gola dal basso. Mi avvicinai lentamente. In un attimo, il giovane genin avrebbe sentito una gigantesca quantità di chakra prorompere dal mio corpo e direzionarsi verso di lui. Era come se qualcuno lo avesse legato e lo stesse stritolando. Ma non vi era volontà omicida: solo quella di fare molto, molto male. [Note] Questo atteggiamento timoroso dimostra solo pateticità. Se credi di poter essere un pericolo, allora non sei un debole. E se non sei debole, devi poter essere in grado di imbrigliare le tue emozioni e domarle. La presa lo avrebbe sollevato, riportandolo alla posizione eretta. Poi, una violenta pressione nella zona del collo gli avrebbe rapidamente reso insufficiente l'aria presente nei polmoni. Avrei stretto fino a quando non l'avessi visto cianotico in volto. Il suo collo si sarebbe dovuto torcere e piegare all'indietro in cerca, verso l'alto, di uno spiraglio d'aria. Tieni sempre la testa alta, Hideo. A quel punto avrei lasciato la presa. Ne riparleremo a Kiri. Vedi di non renderti nuovamente ridicolo fino a quel momento. [Note]

    Alcuni attimi dopo, accadde l'impensabile con Samui. Credevo di aver trovato un nuovo, valoroso membro per le fila kiriane ma, evidentemente, mi ero fatto abbindolare da un controllo del chakra che non avevo mai visto prima. Mi meravigliai del fatto che nessuno dei presenti fu in grado di percepire il muoversi di quel ricevitore e che tutti fummo presi alla sprovvista da cotanta furtività. Era qualcosa su cui dovevo lavorare. Un tempo, quando il mio corpo era ancora principalmente carne piuttosto che macchina, potevo anche io vantare una formidabile capacità di passare inosservato; il fatto che oggi mi trovassi ad avere difficoltà di quel tipo mi faceva vergognare di me stesso. Era un problema che neanche la presenza di Kotaro Tokugawa mi aveva fatto realizzare.
    Youshi ci riportò le ultime parole del suo avversario prima della morte. Alcune riteneva che fossero di Momin, altre di qualcun altro, proprio come in precedenza era apparso chiaro che il controllo del Reietto potesse essere somministrato a fasi alterne. Tu eri nella spedizione che ha scoperto Kotetsu Sakura, Youshi. Le parole di Momin sono piuttosto chiare. Yusica incrociò le braccia al petto. Quest'oggi con Samuiyoake abbiamo scoperto che Momin sta soggiogando i Kamui, la manifestazione più alta dell'essenza stessa del Freddo. Loro sono "l'alto" di cui sta parlando. Con l'oblio di Kotetsu Sakura, Momin era partito dagli abitanti, dal gradino più basso della piramide di potere qui ad Azumaido. Gli anni di torpore nel Freddo lo hanno reso più sicuro di sé, a quanto pare. Munkeke, invece, intervenne riguardo la questione della Profezia degli Araldi Gemelli. Se il controllo di Momin può essere interrotto ... magari a parlare era Shimo. E Shimo poteva essere davvero un monaco della Tsumetai Mokushiroku. Poi riprese verso Fudoh. Per i cultisti dell'Apocalisse Gelida, la Ciclicità è l'eterno ritorno di se stessi: la morte è solo una delle manifestazioni del limite del potere del Freddo. Così come la neve si scioglie sotto al sole e poi ricade dal cielo l'inverno successivo, chi può ciclare può morire e rinascere dalla neve. Ci fu un attimo di silenzio. Dunque non possiamo escludere che Momin stia facendo proseliti in quel culto. Yosh! Benché sia vero quanto ha detto Minarai, questo vale solo per noi: è difficile spiegare a dei cultisti che il testo profetico del loro credo può annientarsi semplicemente smettendo di credervi. Uhm. Mi fermai a riflettere un attimo. So che le mie parole non sono molto rincuoranti ma al momento non abbiamo alcuna altra traccia. Quindi l'unica cosa che posso fare per cercare di aiutarvi è intensificare la presenza degli shinobi kiriani sull'Isola. Munkeke e Yusica stettero in silenzio, abbassando lo sguardo. Non era qualcosa di cui andavano felici. Ne discuteremo in un'alta sede. Tagliò corto l'Alta Sciamana, voltandosi e allontandandosi. Munkeke la seguì ma non volli violare le loro necessità. Aspetto una vostra missiva allora. Tornerò a Kiri in serata. Dissi, mentre i due se ne andavano. Non ricevetti alcuna risposta, se non un cenno della mano.

    Allontanatisi gli sciamani, arrivò per Fudoh il momento di risolvere definitivamente la critica situazione di Minarai. Rimasi in disparte, pronto ad intervenire come potevo solo nel caso in cui, per qualsiasi motivo, la situazione fosse destinata a precipitare. Ascoltai attentamente i loro scambi e ammirai la lucidità del mio Allievo nelle sue considerazioni. Era un ninja fuori dal comune, senza dubbio - ma non era kiriano. E se potevo contare nella sua fiducia nella mia persona, lo stesso non potevo dirlo per la mia causa. E forse, per questo, andava affrontato. Ma certamente non con lui e sicuramente non in quel momento.
    Fudoh e Minarai collaborarono, col secondo che concentrava il suo chakra là dove poteva percepire meglio di riuscire a contenerlo, e col primo che tentava di imbrigliarlo anche grazie ai suoi artefatti. Fudoh era riuscito già due volte a navigare nel Freddo, pur non entrandovi in contatto diretto - almeno la seconda volta. Questa sarebbe stata la terza: in un attimo, la sua mente scorgeva un infinito bianco, gelido, sconfinato eppure accogliente; percepiva presenze, più o meno disposte nei suoi confronti, e percepiva forza, vitalità, chakra palpitanti ovunque ponesse lo sguardo. Quel non-luogo di pura energia permeava tutte le cose ad Azumaido e tutte le cose di Azumaido vivevano come proiezioni di sé in quel mondo. Lentamente, il bianco sconfinato divenne meno intenso e i suoi sensi, il suo occhio interiore, si abituò all'ambiente che stava osservando: tutto ciò che aveva intorno iniziò ad apparire davanti a sé. Un doppio di Azumaido, un doppio di pura essenza, era davanti ai suoi occhi. Minarai, che gli stava dirimpetto, mostrava crepe diffuse in tutto il corpo. La sagoma liquida del ninja della Foglia sembrava quasi come congelata dal centro della sua essenza verso l'esterno. Il Freddo era ormai profondamente insidiato in lui al punto che, forse, un'altra ora lo avrebbe condannato a unirsi ad esso. Un flebile puntino luminoso, però, si vedeva esattamente nei pressi del suo tantien: era l'energia che il giovane stava cercando di veicolare, era il seme che stava cercando di nutrire. Fudoh, dunque, concentrandosi, riuscì a penetrare il Freddo più profondo, il ghiaccio che sembrava cristallizzare il corpo trasposto di Minarai in quel mondo di rappresentazioni e, navigando nel freddo, Fudoh raggiunse il seme di chakra. Lo carezzò, lo manipolò, lo curò finché non riuscì a farlo ramificare. Come crepe nel ghiaccio crepato, quelle che parevano radici di irradiarono dal seme fino alle estremità della porzione ghiacciata del corpo dell'Allievo e, in un attimo, iniziarono a nutrirsi di ciò che vi era intorno, proprio come radici che scavano nel ricco terriccio. Il ghiaccio venne assorbito da queste e, nel nostro mondo, Minarai riacquisiva colore e temperatura. Nel frattempo, un seme senju si era nutrito di chakra artico, in parte kiriano, e giaceva, gelido, nel ventre del ninja. Dal dolore nasce sempre qualcosa. [Note]
    Assicurati delle condizioni di Youshi, Fudoh. Dissi, quando vidi che Yato era in grado di sorreggersi sulle sue gambe. Dopo di che prendete Hideo e avviatevi da Samoru. Ci rivedremo a Kiri. Qui, ormai, non v'è più niente da fare.
    Rimasti soli io ed il mio Apprendista, lasciai che questo si esprimesse a ruota libera, come le sue emozioni tradivano nell'aria. Maestro. Ho percepito...per un istante ho percepito quello che avete cercato di insegnarmi finora. Si gettò a terra, in estrema reverenza. Vi sono grato per i vostri insegnamenti...ma come posso...come posso rendere più salda la mia presa sul vostro insegnamento? Con esso...anche il Freddo diviene solo uno strumento. Con esso... Con esso il potere di ottenere ciò che mi serve sarebbe a portata di mano! Gli feci cenno d'alzarsi. Contrariamente al comportamento d'Hideo, Minarai stava dimostrando tutt'altro che debolezza. La via dell'Odio è assai complessa, Minarai. Tu sei riuscito a brandirne un aspetto, prima, ma non sei - e non so se lo sarai mai - pronto a brandirla nella sua interezza. La Stella armonizzava i nostri intenti ed io, fulcro della stessa, riuscivo a percepire le vostre emozioni, i vostri sentimenti, come se fossero i miei. Lo fissai. Hai compreso dei concetti base ma non hai attinto neanche ad una frazione del loro reale potere. Tacqui un istante. Ma questo potere è vincolato da una Tecnica Proibita. Incrociai le braccia al petto. Restano davanti a te due strade: scegliere la Via dell'Odio o massimizzare quel poco che puoi cogliere della stessa senza di essa. Lo lasciai riflettere. Qualsiasi sia la tua decisione, sai dove trovarmi. Gli poggiai una mano sulla spalla. Adesso torna a Kiri con gli altri.

    [Alcuni giorni dopo, da qualche parte ad Azumaido]

    Io ve lo dico qui, oggi, fratelli miei. Anzi, ve lo annuncio: l'Apocalisse Gelida è alle porte! Il Freddo è solo un mezzo per la nostra grandezza! Non lasciatevi ingannare dalle parole vacue dei miscredenti. Una folla si era radunata in una spelonca gelida e stava in assoluto silenzio davanti ad un uomo che parlava con una benda nera sugli occhi. Solo credendo in me ed alle mie parole vi sarà dato il dono della Ciclicità! Un sorriso comparve sul suo volto.


    Abbiate fede e lasciate che il vostro piede si muova sicuro dietro alla mia via ... perché io sono Mokushiroku no senku sha ... ! E, alzando le mani al cielo che apparivano con due crocchi di filo avvolti intorno ad entrambi i mignoli, l'uomo spalancò gli occhi.


    ... io sono l'ARALDO DELL'APOCALISSE!


     
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