Un Grido nel Freddo

[Cambio di Equilibri ad Azumaido]

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    Conclusione

    Un nuovo viaggio nel Freddo



    Ammetto che fui un attimo confuso, mentre in caduta, dopo aver recuperato Bendino-chan, vidi due mani di neve sporca che si alzavano dal suolo.
    Pensai ad un attacco, ma non vedevo altri nemici nei dintorni e quando quei costrutti ci aiutarono a ridurre l'effetto della caduta, fu evidente che li aveva generati uno dei presenti, seppur non capii bene chi.
    Nel frattempo, il Tokugawa mi ringraziò per avergli salvato la vita: Per così poco? Figurati. Alla fine abbiamo fatto lavoro di squadra quest'oggi., risposi, con un'alzata di spalle, prima che gli eventi continuassero a procedere attorno a noi, evitandomi commenti più pungenti.

    I due sciamani ed Elmo-san stavano, infatti, discutendo del Biondino Infame e dello strano oggetto che era stato trovato dal nostro Puntaspilli: le teorie su come quella macabra siringa(?) potesse essere un'estensione del potere del Kenkichi mancato, si andarono a combinare con le informazioni del resto del gruppo.
    Il Mizukage ipotizzò che fosse il tizio contro cui aveva combattuto Bendino-chan ad essere controllato dal Biondino Infame, e tramite quello "Shimo" guidava le creature, non le aveva rese direttamente sue vittime.
    D'altronde il mio parigrado con un occhio solo confermò che la persona sul drago aveva due voci, così come Elmetto fece riferimento ad un altro utilizzatore di quella tecnica da infami, un nemico di Konoha.
    Sarà simpatico ad Elmo-san questo Pain..., pensai, ma tenni per me quella considerazione, mentre la discussione andava avanti.
    Non seguii molto altro di quel discorso e, come accennato prima, quando il Puntaspilli si lamentò di poter essere un pericolo perché usava il potere del Biondino Infame, mi allontanai, al quanto disgustato dall'idea che qualcuno potesse volere quel tipo di abilità.

    Mi persi la "lezione" che il Mizukage volle dare al genin e nel guardarmi attorno, notai, con personale disappunto, che la spada di suddetto Infame era ancora lì, così la richiamai mediante il mio controllo del chakra.
    Ancora non sono riuscito a perderla... , mi lamentai con me stesso, rinfoderandola, avevo sperato che l'Infame se la volesse riprendere, ma purtroppo così non era stato.

    Mentre mi focalizzavo su quei pensieri, non potei fare niente per il tipo che aveva accompagnato il Mizukage ed ora era stato colpito a tradimento, tranne che avvicinarmi dopo, al pari degli altri, partecipando alle riflessioni sulla "ciclicità" e l'Apocalisse Gelida.
    Quindi il Biondino Infame se la sta prendendo di nuovo con i Kamui? Non gli è bastato Gyoza, anche le altre creature di questi luoghi sta cercando di controllare?, c'era rabbia nella mia voce, al pensiero di ciò che quella sorta di fantasma mancato stava facendo agli esseri viventi di quei luoghi, tanto il canide poco furbo dal nome improbabile che avevamo incontrato, quanto, forse il Pinguino alleato di Akira-san e chissà quali e quanti altri erano in pericolo a causa del Kenkichi mancato.
    In più usava una specie di leggenda, o culto come lo definivano Elmo-san ed i due sciamani, per ingannare la gente a seguirlo? Non ne capivo l'esatta utilità, se non nel ricordo del terribile massacro che ci aveva mostrato quando lo avevamo incontrato la prima volta, in quella città nascosta sotto Azumaido.
    Sentii il Mizukage proporre di mandare delle squadre ad investigare e supportare gli Sciamani e vedi tanto quello bizzarro, quanto quella anziana, andarsene senza dare una conferma, né rifiutare del tutto, tale offerta.
    Se servirà, Mizukage-sama, più che lieto di dare una mano a fermare il Biondino Infame., mi proposi, dato il disprezzo per ciò che la sua tecnica faceva alle creature di quei luoghi.

    E proprio parlando dei "Kamui", inaspettatamente ne ebbi una più vasta consapevolezza nel momento in cui aiutai il giovane Elmetto in cui si trovavano ancora tracce del Freddo.
    Attraverso la Bakekujira nel mio pugno avvertii quel luogo, lo stesso dove una volta mi aveva condotto il mio chakra curativo e la volontà di salvare Gyoza: come allora, percepii molteplici presenze, forme di vita che esistevano in quel "Freddo".
    Forse c'era anche il Pinguino che avevo incontrato anche all'inizio di quella giornata? O l'orso che il Biondino Infame aveva intrappolato tempo prima? Non saprei dirlo, di certo mi sentii in qualche modo "osservato", ma più di quello fui io a vedere: vidi al di là di quelle sagome nel bianco.
    Il Freddo mi mostrò una realtà che non immaginavo: non solo il mondo dei Kamui, come probabilmente lo avrebbe chiamato lo strambo sciamano, ma anche Azumaido stessa si rifletteva davanti a me, in tonalità più affini all'acqua e di acqua vedevo composto anche lo spadaccino mio alleato, con delle striature gelide che sembravano volerlo congelare dall'interno.
    Anch'io ero combinato così quando cercai di curare Gyoza?, mi chiesi, prima di concentrarmi sull'aiutarlo.
    In quel momento, nel tentativo di aiutare lo Spadaccino, mi focalizzai su un solo pensiero, un'idea semplice che, però, non trasmisi a parole, ma mediante il chakra: fu con l'energia che scorreva da me nella Bakekujira che cercai di trasmettere un suggerimento rivolto al Freddo, affinché si concentrasse in un punto, diventasse un qualcosa di utilizzabile, non una minaccia per chi lo incorporava.

    Allora non ne avevo piena consapevolezza, ma, forse, già quella volta sfruttai la Scintilla del Sangue degli Dei che era in me, per guidare quel chakra così diverso, complice il legame che la Bakekujira ci permise di avere e feci un Dono al giovane allievo del Decimo.
    O forse, ripensandoci in un secondo momento, mi sono voluto convincere che era stata la mia natura di Dio Guerriero a salvare Elmetto-chan? Non saprei dirlo, in tutta sincerità, ma mi piace pensare che fu il mio essere un Dio Guerriero a permettere tutto ciò.

    Ad ogni modo, finito quel viaggio nel Freddo, Elmo-san mi ordinò di controllare le condizioni di Bendino-chan, per poi andar via assieme al chunin ed al genin Puntaspilli.
    Va bene, Mizukage-sama. dissi, con un cenno affermativo del capo, lasciando maestro ed allievo in maschera a disquisire, mentre mi dirigevo dal mio parigrado Tokugawa.
    Tu come stai? Ferite? Zone dolenti?, avrei chiesto alla Mano Nera, mentre iniziavo ad osservare eventuali danni evidenti, o altro, per poi, se necessario, tastare gli stessi ed usare le Mani Curative per ridurre la gravità dei danni.
    Avrei eventualmente continuato con delle cure più attente una volta a Kiri, o anche sulla nave, se ne avessi avuto il modo.
    Se non ci fossero state gravi ferite, avrei guardato tanto Bendino-chan, quanto il Puntaspilli: Avete sentito il Mizukage? Torniamo dal capitano un pò strambo, sperando che si sia rivestito e pulito., avrei suggerito, dirigendomi verso la fine di quella missione nelle terre di Azumaido e ritornando verso Kiri.
     
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