Un Grido nel Freddo

[Cambio di Equilibri ad Azumaido]

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    È colpa tua. Ratty

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    Mortificazione del Gelido Ricordo

    Minarai - 7

    Mentre Youshi combatteva nella nebbia, noi portammo una serie di attacchi che in qualche modo riuscirono a mettere in stallo i nostri avversari, almeno per un poco, mentre il potere del Maestro ci permeava, facendo scorrere il nostro chakra in modi talmente atipici che stentavo a comprenderne la reale natura...ma li avrei comunque sfruttati. Seguendo il piano del giovane Hideo piazzammo le sue strane armi nel corpo della creatura, ottenendo, grazie a un suo jutsu, una qualche forma di interferenza, mentre il mio successivo Taglio dell'Aria sembrò sortire qualche risultato sull'evocatore, prima che lo perdessi del tutto di vista. Il Sensei chiamò a sé i ninja di Suna mentre preparava la sua offensiva, lasciandoci contemplare come gli attacchi diretti avessero ben poco effetto sulle creature, perlomeno non abbastanza da distruggerle. Non funziona, le stiamo solo infastidendo...dobbiamo cambiare completamente approccio, o guadagnare tempo per il Maestro! Dissi, frustrato davanti alla nostra impotenza.

    Senza poter vedere il duello che si consumava nella nebbia, certamente la nostra attenzione venne catalizzata dal drago che con un grido mostruoso annunciò un attacco dall'immenso potenziale, tanto che dalle sue fauci spalancate riversò un vero e proprio tsunami nella nostra direzione...nulla che potessi tagliare, almeno non al mio attuale livello. Strinsi i denti dietro la maschera, mentre un pizzicore furioso cresceva: quanto a lungo sarei stato così debole? Perchè la mia forza non era MAI sufficiente? Se avessi avuto davanti il responsabile di una simile disparità di potere mi sarei avventato su di lui come una furia, ma non era quello il momento! Hideo e Fudoh-san erano vicino a me, e sembrava che il Primario avesse un metodo per difenderci tutti, dato che ci intimò di restargli vicino...sapevo che la sua capacità speciale dipendeva dalla sua concentrazione e mentalità, quindi l'unica cosa che potevo fare era mantenere la Fioritura Senju, fortunatamente nascosta dalla neve, incrementando enormemente il già marcato potenziale di entrambi i miei alleati [Nota].

    Il terreno, come avevo provato altre volte, cambiò bruscamente la sua natura scaraventandoci per aria, come se la gravità stessa si fosse invertita per una frazione di secondo, scaravendandoci tutti per aria, al sicuro dal violento getto d'acqua. Ottimo lavoro Primario-san, ma ancora non abbiamo una soluzion... Nemmeno il tempo di parlare e il lupo che avevamo precedentemente bersagliato aprì a sua volta le fauci, rivolte al cielo! Schivare sarebbe stato impossibile, ma il getto di neve e acqua che emerse dalla sua gola non mirava direttamente a noi, anzi, sembrava volerci superare! Qualunque cosa fosse...non potevo permetterglielo! No, questo NO! Ruggii, caricando la mia frustrazione nelle braccia mentre sferravo un attacco carico di chakra elementale in caduta libera, intercettando e dividendo in due quel jutsu acquatico, di fatto annientandolo [Tecnica 1 e 2]!

    Mentre la mia lama affondava in quel jutsu, disperdendolo, percepii chiaramente qualcosa che risuonava dentro di me...il Freddo infiltrava la tecnica esattamente come si era approfondito nel mio corpo, e mi fece rabbrividire, mentre il cane mostruoso sollevava una salva di lance affilate che dopo un breve volo si sarebbero abbattute su di noi. Potevo pensare solo a me stesso, concentrandomi sull'arma in arrivo e scartando di colpo all'ultimo, mentre l'arma si piantava proprio accanto al mio corpo [Difesa 1]. Ci fu uno strano scambio di sguardi tra il canide e Hideo, ma non ci feci immediatamente caso, mentre qualcosa iniziava a crescere dentro di me...un'idea. Una convinzione. Il nuovo assalto di ghiaccio venne intercettato da un puntuale attacco con la spada, spezzando la stalattite senza che mi danneggiasse, anche se aveva richiesto un discreto impasto di chakra [Difesa 2].

    Primario-san. Nonostante i nostri sforzi, non riusciremo a sconfiggere le difese di queste creature. Il Freddo le protegge, ha visto quella copertura di poco fa? Non possiamo batterle. Avrei detto, ma c'era tutto tranne che sconforto nel mio tono...piuttosto determinazione. Ira. Odio. La mia mano si serrò sulla spada. Non direttamente. Ma il Maestro ci supporta, e il suo chakra...lo percepisce anche lei? Riesce a intuirne gli effetti? Io lo sento che scorre e crea una sorta di...di artificiale armonia. I miei occhi si puntarono sul nemico. E questo mi fornisce un'idea. Lasciai andare il Freddo, quello che era stato ricacciato nel profondo del mio essere, che Fudoh-san aveva mitigato...lasciai che esplodesse, facendo tremare il mio corpo e intirizzire le dita, senza alcun limite. Certamente Fudoh-san se ne sarebbe accorto vedendomi tremare vigorosamente ma lo avrei dissuaso dal fermarmi. No...con questa energia posso aumentare la sintonia con quell'essere, se il freddo anima la mia spada, la sua difesa non funzionerà. O almeno speravo. Inoltre... Il mio tono si sarebbe fatto intenso e sibilante, quasi un respiro roco, mentre gli occhi avvampavano di una determinazione intensa. E' parte del mio addestramento.

    La vedevo nuovamente quella fiamma, focalizzata per la prima volta molti mesi prima, durante l'addestramento con il Maestro e Kyofu. La fiamma dell'Odio, quell'entità verso la quale avevo imparato a riversare ogni mia emozione negativa, semplicemente convertendola. Ero debole...dunque la frustrazione diventava odio. Il nemico era più forte...dunque l'invidia diventava odio. Il Bersaglio era sempre più lontano...la disperazione diventava odio. Il Maestro mi mostrava la strada, e anche la gratitudine, intesa come un vincolo per me, poteva diventare odio. Ogni cosa poteva diventare odio, ma come avevo sperimentato a mie spese, l'odio fine a sé stesso è potente ma corrompe ciò che lo veicola. L'odio è uno strumento, deve essere canalizzato. Avere uno scopo. Garantire la vittoria senza che esso ci vinca. Era necessario odiare persino l'odio, pur avendolo evocato. Fino a quel momento non ero mai stato in grado di veicolarlo come intendeva il Maestro, non appieno, non senza effetti collaterali. Ma ora ogni sensazione fisica veniva affievolita dal Freddo, i miei muscoli rallentavano e con essi i pensieri, mentre la vita sembrava quasi scivolare via...eppure la Fiamma dell'Odio ardeva!

    Da un punto di vista puramente medico era impossibile che il Maestro si muovesse agilmente con tutti quegli innesti metallici, il dolore doveva richiedere dosi estreme di morfina eppure lui non mostrava alcun segno o sintomo di uso di oppioidi. Semplicemente la sua esistenza era impossibile...a meno di tenere conto dei suoi insegnamenti sul reale potere delle emozioni e di come essere possano essere sfruttate a proprio vantaggio. Unendo i puntini, avevo compreso che i suoi movimenti e la sopportazione del dolore erano possibili solo se la sua determinazione veniva in qualche modo supportata, e ira od odio sembravano i candidati ideali. Ora che il mio corpo non avrebbe potuto muoversi per il Freddo, l'Odio lo avrebbe forzato, anche a rischio della mia stessa vita. Poiché la Fiamma dell'Odio ardeva intorno all'Evocatore e alle sue creature, rendendole brillanti come un faro verso il quale non potevo fare altro che muovermi. Il mio addestramento mi permetterà di sopravvivere a sufficienza, Primario-san. Ma la mia spada da sola non può annientarli...eppure...su di voi si sprecano le voci riguardo a incredibili capacità e potenzialità. Certo, da parte mia, ma al momento non ero pienamente consapevole delle possibili interpretazioni, forse Fudoh-san avrebbe pensato che era il Maestro a tessere le sue lodi. Unite il vostro potere al mio. La Mortificazione mi consente di annientare il chakra nemico e la Manipolazione della Natura di collegarvi il Freddo che mi scorre prepotente in corpo...ma sono certo che voi avete un modo...un modo che permetta alla mia spada di annientare l'esistenza stessa di quell'essere, di disperdere il vincolo di chakra che lo mantiene qui! Ancora una volta porsi la spada. Aiutatemi! E poi su Hideo. Hideo-san...se l'azione di poco prima ti fornisce un seppur minimo controllo...usalo per ostacolare la sua difesa!

    Accesa di una luce azzurra e gelida, la mia Katana era pronta a trasmettere i jutsu creati, mentre un alone simile a una stella aleggiava intorno all'elsa, riportando i Kanji per "freddo", "memoria", "odio", "mortificazione" e "chakra". Non ero certo che fosse stata la mia volontà, l'intervento di Fudoh-san o gli effetti del jutsu del Maestro, ma certamente ora quella spada aveva delle potenzialità che non avrei mai potuto nemmeno sognare [Nota]. Concordato con Hideo le sue azioni, mi sarei scagliato a perdifiato verso il pur vicino canide. ORA HIDEO! Gridai, prima di cercare di trapassare l'intera creatura, ardente d'odio e guidato da una volontà certa: Mortificare la sua stessa esistenza, il Ricordo che fosse mai esistita [Azione1]!

    E se non fossi stramazzato per lo sforzo, in caso di successo, avrei caricato il drago in maniera simile, magari chiedendo una spinta a Fudoh-san per sommare la sua incredibile capacità alle mie misere capacità fisiche, usandomi a mò di proiettile umano. In caso di insuccesso non mi sarei perso d'animo scegliendo piuttosto di colpire nuovamente, superando i miei limiti e impastando anche oltre le mie potenzialità, a rischio di paralizzare le braccia per un pò o ferirle in maniera irrimediabile!
     
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    Falce dei Kaguya


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    Fredda Sincronia

    Mortificando i Ricordi



    Dunque, dov'eravamo?
    Elmo-san si era unito alla nostra variopinta cricca che stava combattendo la coppia di Kamui, composta da un grosso canide ed un altrettanto immane serpentone bianco.
    Eravamo pur sempre ad Azumaido, quindi qualsiasi evocazione, è definibile come un Kamui, no? Ma sto divagando, scusate.
    Bendino-chan, nel frattempo, era scomparso per qualche sua strategia, mentre io mi ritrovavo ancora a difendermi, e cercare di contrattaccare, assieme al ragazzino Puntaspilli ed ad Elmetto-san.
    Infine, il bizzaro duo sunese si era avvicinato al Mizukage, per dargli manforte, mentre lui preparava qualcosa.
    Questa la situazione finora.

    I miei due attacchi con la spada volante del Biondino Infame produssero si e no qualche graffio, cosa che, considerando lo scontro di dimensioni, non mi stupì nemmeno troppo: certo avrei sperato di danneggiare almeno un pò la vista della creatura, ma non ci riuscii, anche perché il mio bersaglio fu ricoperto da una patina difensiva di chakra.
    E quello?, pensai notando suddetto strano strato di chakra attorno al canide, mentre ricacciava indietro la spadina volante, L'ho già vista da qualche parte quella cosa..., cercai di ricordarmi.
    I miei pensieri, però, furono interrotti sul formarsi, nel notare che la spadina di Infame natura stava per sfuggire al mio controllo, volando per tutt'altra traiettoria.
    Ora, probabilmente, voi vi aspettereste che in qualche modo cercassi di mantenere il controllo sulla stessa, giusto? Sbagliato.
    Stiamo pur sempre parlando dell'arma del Biondino incontrato proprio qui ad Azumado!
    Un Infame, appunto, non una delle Seconde Generazioni di Dei Guerrieri, vittime di bullismo da millenni!
    Insomma, non era non esattamente uno degli oggetti a me più cari, quindi non feci niente di più che una scrollata di spalle, interrompendo il controllo del mio chakra sulla spada, lasciandola volare in mezzo alla neve.
    Se sopravvivo, magari la cerco., fu il mio ultimo pensiero su quella katana, prima di concentrarmi su problemi più immediati.

    Sì, perché rilanciarmi indietro la spadina non fu l'unica reazione dei due grossi bestioni: anzi, ben presto i Kamui passarono all'offensiva, dopo il nostro magro insieme di attacchi, come ben sottolineò anche Elmetto-san.
    Stavo anche per commentare le parole del tizio mascherato, quando il grosso drago spalancò le fauci, pronto a liberare qualcosa verso il nostro improvvisato terzetto, Oh cavolo..., fu l'unico commento che mi permisi, mentre già puntavo le mani verso il terreno attorno a me, creando una zona di repulsione che prendesse sia il sottoscritto, sia Elmetto ed il Puntaspilli, sparandoci verso l'alto. [ST 1]

    Volammo letteralmente in aria, evitando l'ondata d'acqua a livello del terreno, persino più veloci di quanto mi sarei atteso io stesso.
    E fu a mezz'aria che il discepolo del Mizukage mi sorprese, usando un colpo di spada per disperdere un qualche nuovo costrutto che il canide aveva generato e stava salendo al pari nostro verso l'alto.

    Bel colpo!, ebbi appena il tempo di complimentarmi, prima di atterrare e trovarmi, come i miei compagni, soggetto ad una pioggia di lance, che evitai con una serie di rapidi spostamenti, seppur sfruttando una discreta quantità di chakra per tenermi al sicuro da quei colpi. [SD 1]
    Il canide, comunque, non parve soddisfatto e pensò bene di scaricarci addosso una seconda selva di proiettili: fortunatamente, i suoi attacchi erano ad una velocità che potevo seguire, quindi mi bastò un veloce spostamento laterale, usufruendo di un altro pò di chakra, per evitare il secondo colpo e, una volta fermatomi, puntai una mano verso il giovane ninja guardiano, che mi pareva leggermente imbambolato, attirandolo verso di me ed evitandogli l'attacco a lui diretto. Stai più attento... guardiano., gli avrei detto semplicemente, anche perché non mi ricordavo il nome del Puntaspilli. [SD 2 & SA 1]

    Fu a quel punto che Elmetto-san richiamò la mia attenzione: fortunatamente, nell'evitare l'attacco del canide, mi ero abbastanza avvicinato a lui, perché attirando anche il genin, mi si erano, come sempre, assopite un pò le gambe. [Nota]
    Ma sto divagando, dicevo: lo spadaccino stava facendo qualcosa che mi fece alzare un sopracciglio: Per esperienza diretta, ti sconsiglio di lasciar passare tutto quel Freddo nel tuo sistema circolatorio del chakra., lo avvisai, quando capii.
    L'altro, però, mi spiegò le sue idee: la patina di chakra che anche io avevo visto su una delle creature, pensava che fosse il Freddo, Cosa probabile..., concessi fra me e me, ascoltandolo, mentre sottolineava anche che non saremmo riusciti a sconfiggere con attacchi come quelli precedenti, quelle due creature.
    Pure su quel tema, non mi trovavo in disaccordo, purtroppo.

    Elmetto-san, poi, aggiunse anche delle ipotesi più ottimistiche, dopo le sue analisi dei fatti: la prima era che in qualche modo Elmo-san stesse facendo qualcosa per generare una sorta di "armonia artificiale", cosa che, conoscendo il Mizukage, mi sembrò strano, ma dovevo anche ammettere di non sapere a menadito tutte le sue abilità.
    Forse era anche per quello che già da un pò persino il mio chakra naturale-gravitazionale mi sembrava più "potente"? Concessi il beneficio del dubbio al Kage della Nebbia in tal senso.
    La seconda ipotesi dello Spadaccino, poi, era che usare il Freddo lo avrebbe portato in sintonia con le creature avversarie, Teoria rischiosa la tua., sottolineai, ben sapendo cosa aveva fatto a me il Freddo quando avevo salvato Gyoza.

    Elmetto-san accennò anche ad un suo "addestramento" e qui, permettetemi una riflessione: magari può sembrare che, una volta ogni tanto, o anche più spesso, io dica qualcosa di strano, ma che provare il Freddo faccia parte di un "addestramento" e, per di più, accennare a "voci su incredibili potenzialità", parlando di me, mi fece ipotizzare, o che già gli si stava congelando il cervello, o che più che uno spadaccino volesse diventare uno Sciamano di Azumaido.
    Tenni, però, per me queste riflessioni, perché d'un tratto il mio alleato del momento disse qualcosa che catturò tutta la mia attenzione: Disperdere il vincolo che lo mantiene qui?, ripetei, Dopotutto potrei avere qualche idea un pò stramba da unire alle tue, sai?, aggiunsi sorridendo e portando le mani sulla lama della sua katana.
    Nella mano destra, tenevo ancora stretta la Bakekujira, diventata più fredda da quando, poco prima, avevo curato lo Spadaccino, e proprio da lì partì il mio piano.
    Se il Freddo permette di entrare in sintonia e superare le difese di quelle creature, allora lasciamo che anche quello che ti ho tolto prima dia una mano in tal senso., proposi e mi concentrai: cercai di fare in modo che il chakra fluisse verso la Seconda Generazione e da lei sulla lama, nella forma di Freddo, in fondo quello era il lascito della Creatura che Cambia il Mondo, Una cosa del genere per il vero Dio Guerriero sarebbe stata, probabilmente facile, pensai nel farlo.

    Tutta quella stramba disavventura, se vi ricordate, era iniziata più per caso: uno dei pipistrelli mi aveva chiamato a questo viaggio e, in mezzo ai molteplici sventurati incontri fatti, avevo avuto più di un contatto con il Freddo ed i suoi Kamui, certo, non agli stessi livelli di ciò che era successo durante il mio primo viaggio ad Azumaido, per salvare Gyoza, Ma so come si entra in contatto con il Freddo..., mi dissi, mentre ne avvertivo vaga la presenza tramite la Bakekujira: un lascito di un Dio Guerriero, come me.

    Se lo Spadaccino stava, quindi, seguendo il suo "allenamento", io mi sarei concentrato più sui miei legami famigliari: il tirapugni era parte di un Dio Guerriero, così come lo ero io (che ai tempi non sapevo ancora tutto ciò che avrei scoperto in seguito sulla storia dello Jorogumo) e quel legame mi avrebbe permesso, speravo, di supportare il piano di Elmetto.
    Sulla spada, quindi, cercai di imprimere il Simbolo della Memoria, tramite la Bakekujira, con un unico obiettivo: sciogliere la presenza della creatura lì, in quel momento.
    Stavo imparando a conoscere quel fuuinjutsu, ma, più di ciò, era abbastanza esperto nel conoscere, e riconoscere, la tecnica di Evocazione: sapevo bene del legame che poteva esserci in alcuni casi fra evocatore e creature del contratto, che fossero le mie tartarughe o, in quel caso, dei presunti Kamui. [ST 2]
    Avrei fatto in modo che il Freddo dimenticasse, a contatto con quelle creature, tramite suddetta katana, il legame fra uno qualsiasi dei due Kamui ed il loro evocatore?
    Seppur ridotta, per dimensioni e poteri, la Bakekujira sarebbe riuscita ad influenzare la natura del chakra su quella lama?
    Tutte ottime domande, a cui la risposta sarebbe arrivata quando avessimo agito.

    Nel frattempo, la katana di Elmetto-san fu infine circondata non solo da un alone gelido ed azzurrino, ma anche da qualcosa di diverso, come dei kanji ed una sorta di stella, che non sapevo proprio da dove spuntassero.
    Strano risultato..., pensai fra me, osservandone l'aspetto, mentre Spadaccino e Puntaspilli si mettevano d'accordo su un piano.
    Io, personalmente, sarei rimasto un attimo più indietro, pronto a supportare il primo con una spinta di chakra naturale-gravitazionale se necessario, o difendermi semmai il genin con noi si fosse comportato in modo strano. [Slots Vari]

    C'era da vedere quanto saremmo riusciti a fare a quel punto.

    Fudoh

    Statistiche Primarie
    • Forza: 600
    • Velocità: 600
    • Resistenza: 600
    • Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 600
    • Concentrazione: 675
    • Intuito: 600
    • Precisione: 600
    Chakra
    [25]/80
    Vitalità
    16/18
    Slot Azione

    1. Attrazione Grav x difendere Hideo

    2. Eventuale Difesa su Hideo

    3. Eventuale Spinta su Yato

    Slot Difesa

    1. Schivata

    2. Schivata

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Rifiuto del Suolo

    2. Simbolo della Memoria

    Note


     
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    Un Grido Nel Freddo

    VII: Il Freddo che circonda l'anima



    Lo scontro si protraeva e quelle gigantesche creatura non sembravano volerci dare pace, i nostri colpi si infrangevano su di loro causando minimi danni senza lasciarci troppo spazio di manovra, soprattutto ad un ninja inesperto quanto me. Riuscivo a vedere la differenza con i miei compagni a colpo d'occhio, tutti nettamente più reattivi e veloci di me. Dovevo in qualche modo sopperire alle mie mancanze fisiche con la mia mente e le mie capacità e proprio per quello cercai di creare il collegamento tra me e il gigantesco Kamui che avevamo davanti. quando tutti i ricevitori furono posizionati finalmente riuscii a percepire una qualche possibilità per insinuarmi all'interno del flusso di chakra della creatura. Chiusi gli occhi concentrandomi sul quel flusso di energia di color bianco latte, seguendola fino alla sua fonte.

    A TERRA CUCCIOLO MIO!



    L'ordine arrivò direttamente al gigante che immediatamente rimase per un attimo indifeso ma per talmente poco tempo da essere quasi inutile se non coadiuvato da qualche altra strategia di attacco. Fu a quel punto però che la mia mente fu invasa da qualcosa che non mi sarei mai aspettato, una voce parecchio famigliare che riconobbi subito. Momin.. il tuo non è un dono.. è una maledizione. Verrà il giorno in cui riuscirò a recidere questo legame ma ora come ora mi servi.. anche a costo di lasciarti entrare. Sentivo infatti che un altro tipo di chakra stava inondando il mio corpo, un chakra che avevo sentito un unica volta e sempre qua ad azumaido. Quel giorno in cui il ricevitore consegnatomi dallo stesso biondino era entrato in contatto con il mio Chakra e corpo, consegnandomi il potere che al momento stavo utilizzando.

    Ebbene è il momento di scoprire se il tuo controllo ucciderà per primo i miei compagni o se il mio riuscirà a spazzare via quelle TUE creature!


    Appena formulai quel pensiero mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Caddi in una oscurità silenziosa, come se tutto il mondo fosse sparito, riprendendomi solo dopo pochi secondi.

    [Il Controllo di Momin]



    Gli occhi di Hideo cambiarono da un momento all'altro diventando identici a quelli delle creature che stavamo combattendo. Fu in quel momento che il corpo del giovane Genin piroettò su se stesso, girandosi verso il suo compagno Fudoh e cercando di colpirlo con un calcio laterale fulmineo, completamente fuori dalle capacità del ragazzo. Quell'attacco era qualcosa che non proveniva da lui.. in quel momento la sua stessa tecnica era stata piegata e contorta fino a farlo diventare temporaneamente un mondo di qualche altra persona.. si trattava di Momin stesso? [Slot Azione I]

    [Ripresa della conoscenza]



    Il buio non accenava a finire, mi sentivo sempre più solo in quell'oblio che ancora non riuscivo a capire, sentivo il freddo cingere sempre di più le mie membra riducendo sempre di più i miei battiti cardiaci, come a voler fermare e congelare quel momento per l'eternità. Stavo per cedere a quella sensazione e senza accorgermene sprofondai nel sonno, un sonno peculiare però.. qualcosa che mai mi sarei aspettato. Una mano di color grigio, quasi trasparente afferrò la mia spalla facendomi sussultare e facendomi aprire gli occhi. Non ero più ad Azumaido? la neve non sembrava più presente e al suo posto sembrava un oceano si estendeva sotto i miei piedi. In lontananza riuscivo a vedere uno spettacolo a dir poco affascinante che per un attimo mi tolse il fiato.



    quello strano villaggio sembrava essere schermato da qualche tipo di energia.. molto simile al chakra che scorreva in ogni ninja del nostro mondo. Quello spettacolo però fu fermato subito dalla voce e dalle azioni di chiunque mi avesse afferrato la spalla.

    E' il momento di riprendere il controllo...



    A quel punto una lama trafisse il mio corpo entrando dalla mia schiena.. potevo vedere la lama della Katana fuoriuscire dal mio petto.. una lama che sembrava quasi non esistere e di cui riuscivo solo a capirne la presenza attraverso delle piccole ondulazioni della lama.. una lama del tutto trasparente come l'acqua sotto i miei piedi. Sentii il freddo che si stava accumulando sul mio corpo sparire, come risucchiato da quella lama, non provavo dolore, ne paura o altro, semplicemente un piccolo calore proveniente da quella critica ferita che nella realtà avrebbe constatato la mia fine.

    Finalmente i miei occhi tornarono normali.. per modo di dire.. e ripresi il controllo del mio corpo. Non sapevo cosa avevo fatto, l'unica cosa che sentivo era un dolore lancinante alle gambe per qualche oscura motivazione. Non ebbi però il tempo di riprendermi del tutto che d'un tratto mi ritrovai in cielo, spinto da una qualche forza che dal basso ci aveva catapultati verso l'alto salvandomi da quello che era stato uno degli attacchi delle creature che ancora cercavano di ucciderci. Cazzo! Cazzo! Cazzo! Riuscii a cadere sulla neve abbastanza bene da evitare di causarmi ulteriori danni ma un ulteriore pericolo stava arrivando. Fu a quel punto che un'altro pericolo stava arrivando verso di noi e questa volta me la sarei dovuta cavare da solo. L'arrivo delle lance di ghiaccio era vicino e dovetti spremere fino all'ultima goccia di potere presente nelle mie gambe per riuscire a schivare quel velocissimo attacco, Ritrovandomi, alla fine dei vari spostamenti laterali, a dovermi lanciare per terra in modo da schivare l'ultimo. [Slot Difesa I]

    Nuovamente mi sentii tirare con forza contro la mia volontà dal chakra di Fudoh che gentilmente, mi salvò il culo dalla successiva selva di proiettili Per fortuna c'è lei primario.. la ringrazio.

    Il tempo in un combattimento è poco per fare strategie quindi non ci pensai due volte e decisi di seguire il consiglio del ninja in armatura. La stanchezza si faceva sentire a riuscivo a percepire il mio corpo e le mie energie che pian piano si stavano prosciugando. Quel combattimento era completamente fuori scala per me, lo avevo capito già da tempo, ma con le mie ultime forze avrei almeno cercato di aiutare i miei compagni a colpire quella creatura una volta per tutte. Concentrai la mia mente su di un unica cosa, su quel collegamento che ero riuscito a stabilire con il gigante e forzai i suoi movimenti ancora una volta. Non si sarebbe difeso, non sarebbe scappato, anzi, si sarebbe alzato sulle zampe posteriori lasciando in bella vista tutto il corpo e mostrando tutti i possibili punti deboli e vitali che una creatura di quel tipo potrebbe avere. [Slot Azione II]

    Distruggilo! Fallo sparire dalla faccia della terra!



    Hideo Nishimura

    Statistiche Primarie
    • Forza: 400
    • Velocità: 375
    • Resistenza: 300
    • Riflessi: 425
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 400
    • Concentrazione: 500
    • Intuito: 400
    • Precisione: 400
    Chakra
    7.5/50
    Vitalità
    7/12
    Slot Azione

    1. Calcio a Fudoh

    2. Negazione DIfesa

    3. ///

    Slot Difesa

    1. Schivata Lance

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. ///

    2. ///

    Note




     
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    寒さの中で叫びます

    Samu-sa no naka de sakebimasu

    VI

    I movimenti spasmodici della creatura, su cui rapido stavo correndo in direzione del bersaglio, mi fecero capire che la loro mente era tormentata dalla mia illusione. Un sorriso violento proruppe sul volto segnato dalla fatica e dalla tensione, sapevo cosa la loro mente stava generando: la paura e il terrore prendevano forma in miei letali e violenti attacchi. Così chiusi le distanze, Momin si stava reggendo il braccio destro e urlava contro il nostro gruppo di shinobi e al cielo la propria frustrazione, ma fu rapido a evocare una creatura - un piccolo pipistrello albino i cui occhi rendevano evidente il legame tra i due - e frapporlo tra la mia lama e il suo corpo. Espirai con forza e proseguii la mia offensiva, ma l'evocatore fu rapido nello spostare la gamba e la mia finta non bastò a prenderlo in controtempo: non riuscii a danneggiargli pesantemente la gamba e solo una ferita alla tibia, tinta ora di rosso, segnalò che solo in parte il mio attacco era riuscito. Socchiusi l'occhio e la labbra si allargarono in un sorriso, percepii il calore del suo sangue gocciolare dalla mia mano, forse ancora non se ne era accorto, ma quella ferita al ginocchio era stata maledetta dall'ombra e - benché non fossi riuscito in un unico colpo a raggiungere il mio scopo - sarebbe stato solo questione di tempo e presto anche quella gamba sarebbe stata inutilizzabile.
    Le sue parole non rimbombarono nell'ambiente come in precedenza, segno che voleva comunicare solo con me e escludere gli altri ninja accorsi sul campo di battaglia. Questa volta le tue parole meliflue non avranno alcun effetto su di me, Momin risposi secco alla sua domanda e l'ennesimo tentativo di corrompermi con vani sogni di gloria e forza. Il ricordo di ciò che aveva fatto quel pazzo sadico tornarono alla mia mente, tornò alla mia mente anche quella sensazione di perdita della mia stessa volontà che quell'elmo mi aveva dato, anche se sopperita da un potere indescrivibile. Le tue promesse e i tuoi doni non valgono niente. Pensavamo di averti sconfitto quella volta là, immersi nel ghiaccio dell'isola, ma questa volta non lascerò nulla al caso alzai la lama assumendo una posizione difensiva e bisbigliai: Goditi per l'ultima volta l'aria gelida di Genosha, Momin

    In un unico balzo mi fu addosso, il baricentro era abbassato e il corpo leggermente in avanti. Considerato il braccio destro che gli pendeva al fianco inutilizzabile e la ferita alla gamba, che certo non gli aveva limitato quanto sperato al mobilità ma che rappresentava comunque una ferita abbastanza profonda, sapevo che la minaccia principale sarebbe stato il suo unico braccio sano. Malgrado la disparità fra il suo movimento e i miei riflessi fosse sensibile, fui comunque in grado di reagire prontamente poiché fece ciò che mi stavo aspettando: tentò con un montante di colpirmi al busto, un colpo veloce e potente che molto probabilmente avrebbe minato il mio equilibrio e mi avrebbe scaraventato giù dalla creatura serpentiforme. Decisi allora che un non trascurabile sacrificio mi avrebbe permesso di inchiodare Momin. Così, mentre il colpo raggiungeva il mio petto rafforzato da una discreta quantità di chakra, la mia mano destra avrebbe tentato di afferrare il polso avversario con una presa salda. [Subisci e Mena: Slot Difesa, Rifl 675, Res 650, Mediobasso, 5 Leggere al busto | Slot Azione - presa, Vel 675, For 700, Mediobasso] [Nota]
    Se fossi riuscito ad afferrare in tempo il braccio avversario, l'attacco mi avrebbe fatto balzare in aria, ma sarei comunque rimasto attaccato al mio nemico, anche grazie ad un velo di chakra adesivo. Ammutolii il dolore di fronte a quella lampante possibilità: era ferito, incapace di usare un braccio ed io ero aggrappato all'unico con cui si sarebbe potuto difendere, non mi sarebbe sfuggito. Utusbo era tenuta con la sinistra, mentre la mia mano destra teneva saldamente il suo polso, la lama oscura aveva allora a disposizione tutto il fianco avversario privo di una evidente difesa. Immaginavo che, data la situazione, una delle prime preoccupazioni del mio nemico sarebbe stata quella di liberarsi, data la forza con cui mi aveva colpito in precedenza sospettavo che non sarebbe stato nemmeno troppo complicato per lui. Per questo motivo, mentre Utsubo si abbatteva violenta su di lui, misi in atto due stratagemmi per rendere il suo tentativo di liberarsi e l'eventuale difesa molto dolorosa per lui. Infatti, un dolore probabilmente inaspettato e acuto gli avrebbe afflitto la gamba ferita precedentemente e, contemporaneamente, la mia mano serrata sul suo polso si sarebbe all'improvviso fatta affilata come la lama che reggevo con l'altro arto e si sarebbe stretta nuovamente sul suo braccio [Slot Tecnica - Scambio equivalente. Medioleggera] [Nota] [II Slot Azione - Presa | For 750, Vel 675, Medio; Potenza 10 +20 Oltraggio, Basso] [Overcap e Sovraimpasto]
    Fu mentre il dolore si manifestava che la spada si sarebbe abbattuta su di lui. Il colpo venne portato con forza, non mi sarei lasciato sfuggire tale occasione e per questo spinsi il mio corpo oltre i suoi limiti. Tentai di colpirlo al cranio sperando, così, di staccarlo di netto dal suo corpo, non potevo escludere che sarebbe riuscito a frapporre il braccio sinistro in difesa, se precedentemente liberato, ma in quel caso avrei danneggiato il suo unico arto superiore ancora utilizzabile. [III Slot Azione - Attacco con Arma | For 675, Vel 750, Medio, Potenza 40 +10 Precisione] [Utsubo] [Taglio Scoordinante della Murena] [Overcap e Sovraimpasto]
    Mi trovavo in una situazione assai complicata, lì sulle creature evocate dallo stesso Momin e benché sentissi il rumore di battaglia dei miei compagni a diversi metri di distanza, non mi sarei lasciato sfuggire la possibilità di eliminarlo una volta per tutte. Serrai la mandibola quando la fatica e i sacrifici fatti in precedenza iniziarono a intorpidire le mie membra, quello scontro dovevo finire rapidamente, ne andava della mia stessa vita e di quella dei miei compagni.

    Youshi Tokugawa

    Statistiche Primarie
    • Forza: 600
    • Velocità: 625
    • Resistenza: 550
    • Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 600
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 600
    • Precisione: 675
    Chakra
    42,75/80
    Vitalità
    7/17
    Slot Azione

    1. S&M

    2. Presa

    3. Utsubo

    Slot Difesa

    1. S&M

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Scambio equivalente

    2. ///

    Note




     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Un Grido nel Freddo

    Capitolo Unico

    Atto VIII
    Legame reciso



    Lo sguardo di Shimo passò dal sofferente al soddisfatto mentre vedeva come il Tokugawa non poté alcunché contro il suo assalto; ma tale sensazione di piacere, di estrema sicurezza, si sgretolò immediatamente nel notare che l'impotenza dell'Hidarite era volontaria e ponderata: Youshi non era stato colpito - si era fatto colpire. Le mani del Figlio delle Ombre si cinsero rapide intorno al braccio del monaco canuto e lo afferrarono con forza. La spinta generata dal suo taijutsu fece sollevare i piedi di Youshi dalla testa del Drago e il chakra adesivo, unito alla salda presa del kiriano, si trascinarono dietro l'Araldo Gemello. Entrambi volarono in aria alcuni metri, nel silenzio tombale che quella situazione sembrava generare alle orecchie dei due combattenti soligni. Si erano emarginati dalla lotta corale, si erano rannicchiati sulla cima di una gargantuesca bestia per tagliare immediatamente la testa della mitologica idra - ma come la leggenda insegna, reciderne il capo genera soltanto altre teste. Mano a mano che il Tokugawa feriva il monaco, questi evocava altre bestie. Ognuna di esse mostrava un dettaglio, una caratteristica unica, che nei secoli pochissimi avevano potuto vantare: delle creature, delle evocazioni, per usare i nostri termini da shinobi, mostravano il Rinnegan del Saggio delle Sei Vie. Nessuno si era chiesto come fosse possibile. Nessuno aveva davvero capito cosa avevano davanti.
    Ed era completamente normale.
    Nel giro di poche ore si erano ritrovati catapultati in un mondo più o meno inedito fatto di tribù, di tuskur, di leggende, di divinità, di araldi e di fine dei giorni. Il Rinnegan, probabilmente, era l'ultimo degli strani dettagli di quella strana giornata. Ma da lì a qualche minuto tutto sarebbe stato più chiaro.
    Questa volta ho cominciato dall'alto. Parlò Shimo, ancora una volta senza che l'eco del suo tono riverberasse in alcun luogo - parlò con la voce degli incubi del Tokugawa. Ti ricordi? Ti ricordi qual è il mio unico scopo su questo mondo? Mentre diceva quelle parole, Shimo o chi per lui, strinse la mano che, col palmo, aveva compito Youshi, andando a cingere tra le dita le vesti del Tokugawa. Cristallizzare l'eterna perfezione del primo sentimento della vita ... Il braccio sprigionò a quel punto una forza devastante, tentando di muovere, per aria, l'Hidarite verso il monaco. ... LA PAURA! Il braccio destro si mosse, per quanto inutilizzabile, andando a cercare di serrare il giovane mentre la parabola discendente della spinta iniziava la sua corsa. [S&M][Note] Date le condizioni del braccio ciò era molto difficile ma anche solo il gettare parte del suo corpo sul corpo avversario impediva un facile congiungimento delle mani e, quindi, la possibilità di eseguire posizioni magiche. Il circolo eterno perfetto. Dare la vita per esaltare la vita. Sussurrò all'orecchio del Tokugawa. No, no, questo mondo mi serve, mi serve! Senza un legame col Freddo non possiamo compiere la profezia degli Araldi Gemelli! La voce di Shimo era cambiata, ancora, tornando quella che era stata percepita in precedenza. Perché vi siete dovuti intromettere!? Avrei salvato questo posto, l'avrei liberato da Momin, avrei salvato i Kamui! Ci avete condanati tutti ... tutti. Shimo strinse i denti e quasi tentò, in un ultimo gesto estremo di vendetta, di rannicchiarsi in avanti come a voler accelerare la caduta. Avrebbe ucciso se stesso e Youshi, cadendo da quell'altezza ma poco gli importava: il suo destino non si sarebbe compiuto. La sua vita era stata vana. Eppure, in quegli ultimi istanti prima dell'impatto, Youshi forse si sarebbe accorto del contenuto delle ultime parole del canuto e gelido suo avversario. Come era possibile?
    Ma prima di domandarsi alcunché, forse, doveva domandarsi come uscire vivo da quella caduta - e darsi una risposta rapida ed efficace! [Note]

    Nel frattempo, sulla neve, Hideo, Fudoh e Minarai collaborarono in modo eccelso: il controllo che il Guardiano dimostrò di avere del suo Dono del Saggio delle Sei Vie fu profondo, per quanto sfrontato e, forse, incosciente. Senza il suo contributo tutta la tattica sarebbe stata probabilmente fallimentare. Una scommessa rischiosa quella di cedere al potere di Momin per esercitare egli stesso un potere sui suoi Mondi, ma una scommessa vincente. Da una parte il ninja dell'antico Ciliegio d'Acciaio non era avvezzo a controllare lo shinobi cui aveva donato una parte di sé, pur conoscendolo bene, dato il continuo scrutare che poteva fare della sua persona grazie al ricevitore che questi teneva in sé, dall'altra il non aver mai davvero interagito col suo corpo, ancora del tutto capace di regolare il proprio tantien e di pensare autonomamente, gli aveva impedito di formulare fin da subito pensieri complessi e agire con una certa efficacia. Dunque, scegliere di fare una piccola quanto semplice azione per far sì che l'evocazione fosse alla completa mercé di Minarai fu l'intuizione giusta al giusto prezzo.
    Fudoh, al contempo, si dimostrò un esperto stratega: ebbe l'intuizione giusta al momento giusto, salvando tutti da morte certa e dimostrò di aver padroneggiato quel lieve retaggio sciamanico che Munkeke vedeva in lui. Quale fosse questo retaggio, tra l'altro, non era affatto chiaro. L'esperienza, poi, e le vicissitudini già trascorse in quell'isola surreale, gli permisero di guidare Yato nei suoi intenti. La mano medica si mosse esperta per canalizzare un chakra tanto mortale ed insidioso quanto potente. Il Freddo dentro Minarai non fu estirpato ma la maggior parte di esso fu veicolato all'arma, permettendo al ragazzo di mantenere non solo i sensi, ma anche salda la sua presa sulla vita stessa - oltre che sulla spada.
    Nel mio allievo, invece, percepii qualcosa di nuovo. La Stella ci univa armonicamente in un'unica entità: eravamo sempre enti distinti ma, come i pianeti del nostro sistema solare, ruotavamo insieme in un'unica orbita, influenzandoci l'un l'altro più o meno consciamente. Riuscivo a percepire i suoi sentimenti: riuscivo a percepire il suo tribolare. Proprio come quando gli insegnai a tagliare i ninjutsu con la spada, sentivo come la sua mente fosse focalizzata sull'atto stesso del tagliare e non sul fine ultimo di quell'azione. Lo vedevo prendersela con sé prima ancora che prendersela con l'avversario: lo vedevo crucciarsi contro il ninjutsu prima ancora che contro il mondo intero. Ma poi il suo tremare cacofonico, il suo vorticare indistinto parve come riuscire a trovare una quadra: nel disagio più totale dell'emozione dello sconforto e della rabbia, un'armonia profonda si instaurò tra il suo soffrire ed il mio, ancora imperfetto ma completo, passionale patire. Yato vedeva più chiaramente: Yato, finalmente, tentava d'essere Odio Incarnato. E per un singolo attimo ci riuscì.
    Quando la sua Katana discese sopra il jutsu del drago, questo lo tranciò in due, annientandolo. L'influsso dei poteri della Stella avevano indubbiamente aiutato ma l'attitudine fu tutta di Minarai. Il primo, vero passo verso una consapevolezza più profonda ed un potere più alto era appena stato fatto.
    Quell'unione di menti si concretizzò con proficuo successo anche nel resto delle difese dagli assalti delle evocazioni-Kamui avversarie ma raggiunse il suo vertice nella strategia finale d'assalto. Forti del mio jutsu, idearono un particolare sigilli che doveva agire non tanto sull'avversario, quanto sul Freddo stesso che le animava. Un'idea che in altre circostanze si sarebbe rivelata del tutto fallimentare ma che, anche grazie ai contro-intuitivi poteri dell'apocrifo Tesoro del Lucchetto, in quella peculiare congiunzione d'eventi, si rivelò perfetta. Nel momento in cui Minarai sferrò il suo colpo, infatti, il legame tra l'Evocatore e la creatura era reciso, in favore del controllo di Hideo; l'unico legame dunque tra il mondo terreno e i Kamui era quello concesso dal varco che congiungeva il Nostro mondo al Freddo. La Katana di Yato, dunque, colpì sicura ed inarrestabile con la creatura che dapprima riuscì solo a osservarsi la parte offesa, e poi svanì nel nulla. Occhi attenti si sarebbero immediatamente accorti che non era stata pareggiata. Nessuna nuvola di fumo, nessun effetto scenico aveva seguito tale evento. La creatura era semplicemente scomparsa. Fudoh, forse, avrebbe ricordato un evento simile.
    Contemporaneamente, un sordo tonfo e un tetro luccichio avrebbe colto l'attenzione di Hideo. Sulla neve accanto a lui, infatti, era caduto uno strano oggetto. Sembrava evidentemente una oscura e complessa siringa. Si trattava quasi più di un oggetto d'arte che di un vero e proprio utensile medico, probabilmente, tanto erano sofisticati i dettagli di cui era dotato. Tuttavia, se avesse prestato un briciolo di attenzione a quell'oggetto, si sarebbe accorto che era perfettamente funzionante.

    Prima che Hideo, Fudoh e Minarai si potessero porre il problema del Drago, un tonfo sordo seguito da un acuto grido tranciò l'aria. A prescindere dalle sorti di Youshi, Shimo avrebbe trovato il freddo abbraccio della neve al suolo. Il Drago aveva smesso di muoversi e, dopo alcuni istanti, le sclere dei suoi occhi non mostravano più il rinnegan. Un momento dopo e una nuvola di fumo seguì, congedando la creatura e annunciando, quindi, il pareggio. Il silenzio che era nuovamente sceso nella piana fu amplificato dal diradarsi della nebbia. La tempesta era conclusa e, finalmente, la visibilità migliorò. Munkeke, Yusica, Samui, il sottoscritto e i sunesi guardammo i Kiriani dalla distanza. Ce l'abbiamo fatta. YOOOSH? disse lo sciamano con tono interrogativo. Forse. Risposi io. State tutti bene? Avrei dapprima chiesto al gruppo di ninja. Perché ho l'impressione che non sia cambiato niente? Perché sei una brutta musona? Yusica alzò la mano, manipolando un piccolo costrutto di neve a forma della stessa che tirò un nocchino a Munkeke. Hey! Ahia! si toccò la testa, strofinandosela con la mano. yoosh. Accertiamoci, intanto che sia tutto tranquillo. Dissi, mentre mi muovevo in direzione del luogo dove mi sarebbe stato indicato che il combattimento tra Youshi e Shimo era finito.
    A terra c'era l'impronta del corpo dell'uomo, del sangue, e segni di rotolamento. Poi, al termine di quella scia di movimenti, i suoi vestiti. Il corpo non era presente. Uhm. Commentai, mentre mi chinavo per osservare più da vicino la neve. Lasciai che il D-Visor facesse il suo lavoro, scrutando più in dettaglio ogni singolo solco lasciato su quella candida distesa di bianco. Poi vidi un dettaglio. Quello è ... dissi, indicando col dito un minuscolo foro poco distante da quel che rimaneva del soprabito del monaco. un buco!? e mentre Yusica finiva la mia frase, un finissimo ricevitore nero sbucava all'improvviso dalla neve, estremamente furtivo, andandosi a conficcare nell'addome di Samui. No, no, no, no, no!! Gridò Munkeke mentre, protendendo le braccia verso il ragazzo, cercò di saltare per afferrarlo.
    Samui, dal canto suo, guardò prima il ricevitore conficcato nell'addome poi, alzando la testa, osservò noi. Non riuscì a proferire parola. Gli occhi sbarrati mostravano come il gelo di cui era composto si era forse leggermente sciolto per far spazio ad un po' di quel sentimento che qualcuno, alcuni minuti prima, aveva definito il primo sentimento della vita: la paura. Prima che le mani di Munkeke, rivestite da un sottile strato di chakra azzurro, potessero raggiungerlo, una ennesima nuvoletta di fumo preannunciò la scomparsa ed il richiamo del ragazzo. Lo Sciamano di Azumaido cadde di faccia nella neve, cingendo goffamente l'aria con entrambe le braccia. Maledizione. Commentò Yusica. Se quello che ha detto Samuiyoake è vero ... ... Samui è il secondo Araldo Gemello. Siamo punto e a capo. Avrei concluso, continuando le parole di Munkeke. Forse, però c'era qualcosa che a noi era sfuggito. Forse a noi, che eravamo giunti sul posto in un secondo momento, mancavano informazioni. Con quanto raccolto, sentito e osservato durante il combattimento, forse Hideo, Fudoh, Minarai e Youshi potevano fare altre supposizioni sulla questione.
    Quello era il momento per tentare nuove indagini e porre domande. Ancora il potere della Stella ci circondava e amplificava le nostre capacità: una qualche commistione di intenti e potenzialità oltre l'ordinario era dunque ancora, limitatamente, possibile.
    Quello era il momento delle domande e delle prese di coscienza. [Note]
     
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    Un Grido Nel Freddo

    VIII: Apparente Vittoria?



    La nostra strategia si dimostrò vincente e lo capii proprio nel momento in cui riuscii a captare il mio chakra scorrere all'interno dei ricevitori che eravamo riusciti ad impiantare nella creatura. Il prezzo che avevo pagato per poter padroneggiare quel potere era enorme ma in quel singolo momento sentivo come se avessi effettivamente raggiunto l'apice della forza.. quella forza che tanto cercavo per poter finalmente essere pronto a partire nella mia ricerca di Kimiko. La creatura si stava alzando sulle zampe posteriori portandosi in una posizione completamente aperta e indifesa, proprio come avrebbe fatto un docile cucciolo in cerca delle coccole del padrone ma che in questo caso, sarebbe stato il colpo di spada del "cavaliere d'ebano". Fu in quell'istante però che la posizione della creatura mi permise di notare qualcosa che sicuramente non mi sarei aspettato di vedere. Grazie alle sue dimensioni e al mio collegamento con essa, nell'ultimo istante di vita di quella creatura, appena prima che l'energia del Miranai la facesse sparire dalla faccia della terra, riuscii a notare e a sentire le parole del nostro avversario che, dalle mie ultime informazioni, doveva trovarsi ancora a cavallo del drago. La tempesta era forte ma da quell'altezza.. con il viso della creatura a guardare il cielo per esporre la massima quantità di punti sensibili.. notai il nostro avversario e Youshi, colui il quale lo stava sfidando faccia a faccia, lanciarsi in una caduta che si sarebbe rivelata rovinosa per qualsiasi essere, umano o non, abitante del nostro mondo. [Note]

    Il legame si spezzò, tranciato dal colpo mortifero del nero spadaccino, e il contraccolpo nella mia mente fu forte e immediato.. Ma avevo ancora un ultima cosa da fare. Presi tutto il fiato che mi restava colmando i polmoni. Un ultimo avvertimento che avrebbe potuto salvare la vita di qualcuno. Youshi è in pericolo! Qualcuno lo prenda prima che si schianti a terra! urlai a pieni polmoni, indicando una vaga posizione con la mano.

    Una volta che tutto fu finito la fatica prese il sopravvento facendomi cedere le gambe per qualche secondo. mi abbandonai alla sensazione appoggiando le ginocchia nella fredda neve delle terre di Azumaido. Devo essere sincero, non avrei mai pensato di uscirne vivo. Dissi parlando da solo come un pazzo e scoppiando in una risata isterica. Fu in quel momento che la notai.. uno strano marchingengno a terra nelle vicinanze. E questo? di cosa si tratta? Ripresi le forze e mi avvicinai per recuperarlo e studiarlo più attentamente. Tutti i presenti mi avrebbero visto recuperare quell'oggetto dal terreno e portarlo vicino agli occhi per cercare di capire di cosa si trattasse.. magari qualcuno di loro conosceva già la risposta a questo quesito. [Nota x Tutti]

    Non rimaneva che sviscerare invece una delle domande che ancora mi era rimasta in mente.. quello era davvero il mio potere.. o comunque un potere talmente simile da entrare in risonanza con il mio.. Dovevo vedere colui che lo stava controllando. Mi avvicinai dunque al luogo dove si sarebbe dovuto trovare il corpo di Shimo e dove era stata trovata la buca che, probabilmente, aveva permesso all'uomo di fuggire in qualche modo. Kensei - sama, Momin è entrato. Lo ho lasciato entrare penso.. per il potere che avrei potuto ottenere. Era lui a tirare le fila di tutto, quelle creature e forse lo stesso nostro avversario erano tutti dei suoi burattini e io molto probabilmente sono destinato a diventare uno di loro a vedere dagli avvenimenti. Potrei diventare un pericolo per il villaggio, uno strumento per portare al suo obiettivo questo nostro nemico. Mi consegno a lei, faccia in modo che io non possa diventare l'essere che distrugge ciò che ho giurato di proteggere mettendo in gioco la mia stessa vita. Poggiai nuovamente le ginocchia aperte e abbassai il viso verso il terreno in quella che era una posizione di estrema riverenza, la posizione del carcerato che aspetta l'esecuzione o del peccatore che attende le frustate che lo devono redimere. Come si sarebbe comportato il Kage? e le altre persone che avrebbero visto la scena? [Nota x Tutti]

    In caso avessi avuto ancora la testa dopo le mie ultime azioni mi sarei preso un po' di tempo per riprendermi e rimettere i mie pensieri in ordine e, successivamente, avrei iniziato a cercare tracce attorno al punto in cui il corpo di Shimo era scomparso.. doveva esserci qualcosa, qualche informazione in più su di esso e su come era riuscito a dileguarsi con quella velocità.

     
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    Falce dei Kaguya


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    Tracce nel Freddo

    Tracce di Infami



    Il nostro piano, per quanto folle, riuscii, ci credereste?
    Avevamo pilotato tanto il Freddo nel corpo di Elmetto-chan, quanto quella bizzarra combinazione di tecniche fra me e suddetto discepolo del Mizukage.
    Fu dopo il problema, o meglio, i problemi.

    La prima cosa spiacevole fu un senso di deja-vu: il grosso canide bianco era scomparso, ma non c'era stata nessuna nube di fumo, niente di ciò che, normalmente, caratterizza un'evocazione nel momento in cui s'interrompe il richiamo.
    Quella era un'evocazione, abbiamo agito per rimuovere quel legame, ne sono sicuro..., quel pensiero fu interrotto, però, dalle urla del Puntaspilli: Bendino-chan era in caduta libera in mezzo alla bufera.
    Ero sul punto di sospirare rassegnato, ma optai per preoccuparmi dell'incolumità del Tokugawa: per quanto avessimo i nostri dissapori, o meglio io ne avessi con lui per Taki, preferivo che non morisse, ma probabilmente era solo la mia indole da medico a parlare.

    Avrei iniziato a correre verso il punto da cui eravamo saltati per evitare il primo attacco del grosso cagnone bianco: il potere repulsivo della mia tecnica era ancora attivo, così, lo avrei sfruttato per spiccare un salto, potenziato da ulteriore chakra.
    Allo stesso tempo, Bakekujira alla mano, sferrai un nuovo pugno verso l'alto, per ridurre la potenza della bufera, così come avevo fatto con la tempesta durante il viaggio ad inizio giornata. [SA 1 & ST 1]
    Se fossi riuscito a vedere Bendino-chan e lo avessi avuto a portata, lo avrei attratto verso la mia posizione, usando il chakra naturale-gravitazionale. [SA 2]
    Ok, Tokugawa, tieniti forte., lo avrei avvisato, mentre smorzavo la velocità della nostra caduta, che il peso del mio parigrado aveva, probabilmente, incrementato. [SA 3/Nota]

    Tutto intero?, avrei chiesto, probabilmente con un tono più sarcastico di quanto sarebbe stato corretto, al mio compaesano, ma in caso avesse dato segno di ferite gravi, mi sarei preoccupato di aiutarlo.
    Dopo di ché, mi sarei preoccupato del mini Inquisitore, Elmetto-chan, quando si fosse avvicinato (ero già nei pressi di dove Elmo-san e sciamani si stavano dirigendo) Hai ancora il Freddo in corpo, giusto? Vogliamo provare a rimuoverlo del tutto, non fa troppo bene alla salute, come ti dicevo. Lo so per esperienza personale., sottolineai.
    Fu su quel pensiero che mi ricordai di qualcosa: una discussione avvenuta anni prima, proprio nel Freddo.

    Siamo una bolla d'aria nel Freddo. Ci siamo dentro adesso, ma ne siamo esclusi. È normale che tu non abbia Freddo dentro di te, sei un umano.

    Gyoza, prima di rinascere come parte della Valle del Guscio, mi aveva descritto in quel modo il nascondiglio del Biondino Infame, aveva creato uno spazio dove nascondersi nel Freddo, si era isolato al suo interno e cercava di controllarne le creature con quei maledetti chiodi.
    Con il rituale di allora avevo interrotto il mio momentaneo collegamento con il Freddo, ma forse, adesso, potevo fare qualcosa di diverso per aiutare lo Spadaccino.
    Ci potrebbe essere un'altra opzione, però, se vuoi, Spadaccino: abbiamo diretto il Freddo verso la tua katana prima, ora possiamo fare la medesima cosa per concentrarlo su quello stesso oggetto o, volendo, disperderlo., proposi: stava a lui la scelta.
    A quel punto, avrei cercato la sensazione del Freddo nella Bakekujira, avrei guidato quella stessa sensazione per entrare in sintonia con quella sul corpo di Elmetto-chan, ma, egualmente, avrei cercato di aprire la mente, e le percezioni, per fare qualcosa in più.
    Il mio Sangue degli Dei mi permetteva di percepire gli altri Dei Guerrieri, ormai lo avevo scoperto e, per quanto ai tempi molte altre cose mi fossero ignote, avrei cercato di usare quelle abilità per scandagliare con le mie percezioni il mondo dei Kamui, avrei provato a trovare ciò che temevo fosse ancora lì, mentre equilibravo il lavoro del discepolo di Elmo-san.
    La prima volta ero stato succube del Freddo, adesso avevo capito una cosa che ai tempi non mi era chiara: il contatto diretto con quella forma di chakra non era possibile, almeno di essersi addestrati in tal senso, forse era quello il Misticismo di cui parlava il bizzarro sciamano di quelle terre, ma usare un mezzo per pilotare il Freddo, incanalandolo da qualche parte? Quello sembrava possibile.
    Attraverso gli oggetti in cui era incanalato il Freddo, avrei potuto percepire la presenza dei Kamui che ad esso erano legati, in qualche misura? E di chi temevo fosse ancora lì, una bolla in mezzo alle creature che giustamente si trovavano nel Freddo.
    Avrei provato a scoprirlo. [Nota x QM]

    Non notai quello che il Puntaspilli raccolse, ma poi lo sentii quando si rivolgeva ad Elmo-san, parlando del Biondino Infame.
    In che senso il Biondino Infame è entrato? , mi chiesi.
    Le creature e l'evocatore erano suoi burattini? Lo sta facendo ancora? Sta usando esseri viventi come fossero oggetti? ed in quella domanda la mia rabbia sarebbe stata evidente, come il disgusto che quello stesso concetto, usare creature come Armi, mi generava.
    La rabbia del Gashadokuro, relativamente più fresca in me ai tempi, era ravvivata da quei pensieri.

    Ti preoccupi ora di usare la sua tecnica?, l'ultima parola mi sarebbe sorta dalle labbra come un insulto, quasi pronto ad aprire la mano, poi la richiusi e mi allontanai: che fosse Elmo-san ad occuparsi di quella questione.
    Io mi sarei avvicinato al punto in cui erano scomparsi tanto l'evocatore stesso, quanto l'altro tipo che era arrivato con il Kage ed i due sciamani.

    Parlavano di un Secondo Araldo?, avevo sentito dire ad Elmo-san, Come diceva quello strano Kamui della Saggezza?, riflettei, ripensando al non tanto furbo canide lamentoso.

    Col segreto della ciclicità, Shimo può creare dagli uomini tutti gli Araldi Gemelli che vuole e attentare all'armonia dei Kamui sovrani.

    Aveva detto alla fine il Canide, ma c'era un grosso ma: Quel tipo, quello Shimo: anche lui era al servizio del Biondino Infame? Una delle sue vittime chiodate? Il cane non scaltrissimo diceva che era stato generato dai Kamui, quindi viene dal Freddo? Il Biondino Infame è abituato a controllare i Kamui.
    In più suddetto canide diceva di essersi legato a questo Araldo, come anche un secondo Kamui dal nome improbabile? Un pipistrello?
    Ma cosa sarebbe la ciclicità che sta usando? Sta cercando di controllare tutti i Kamui ed il Freddo?
    , chiesi alla fine, in attesa di sentire cosa pensassero gli altri presenti, magari gli sciamani potevano darci chiarimenti su cosa stesse facendo suddetto spiritello Infame.

    Fudoh

    Statistiche Primarie
    • Forza: 600
    • Velocità: 600
    • Resistenza: 600
    • Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 600
    • Concentrazione: 675
    • Intuito: 600
    • Precisione: 600
    Chakra
    [18]/80
    Vitalità
    16/18
    Slot Azione

    1. Salto

    2. Attrazione Grav

    3. Atterraggio

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Cambiamento Atmosferico

    2. ///

    Note



     
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    寒さの中で叫びます

    Samu-sa no naka de sakebimasu

    VII

    Sogghignai, vedendo l'espressione stupita del bersaglio quando capì che mi ero lasciato colpire per avere la possibilità di mettere a segno un mortale contrattacco. Malgrado entrambi fossimo balzati dalla creatura, a causa del contraccolpo che avevo subito precedentemente, tentai di colpirlo, ma il mio attacco andò a vuoto mancandogli il capo. [Nota importante] Aveva stretto le mie vesti deciso a non mollarle, mentre il mondo tutto attorno vorticava in quella bufera di neve e ghiaccio mi parlò ancora, questa volta con un tono diverso rispetto a prima e la sua voce mi risultò chiara malgrado la situazione in cui ci trovavamo, dove la gravità e i nostri corpi avevano fissato un appuntamento con la morte. In quella bolla di silenzio, che solo nei momenti di catarsi, dove la vita e la morte si intrecciano senza posa, si poteva assistere, confessò: "questa volta ho iniziato dall'alto". Lo guardai mentre inutilmente cercavo di divincolarmi dalla presa, ma Momin non era sazio di parole e ripetè ciò a cui lui aspirava, ovvero la cristallizzazione della paura. Non mi avrai! ringhiai ancora, nuovamente tentando inutilmente di liberarmi. Nel frattempo ci avvicinavano sempre più rapidamente al terreno, la bufera e la foschia non mi permettevano di trovare un'ombra entro la quale teletrasportarmi. Sentii allora una strana sensazione crescermi nel petto, attanagliarmi il cuore e irrigidire e subito dopo rilassare i miei muscoli: stavo per morire. Le sue parole successive accompagnarono quel mio pensiero in un sussurro e poi cambiò nuovamente timbro di voce, comunicando un'urgenza e la disperazione. Fu in quel momento che distinsi le due voci, che capii che le ultime parole appartenevano a Momin, mentre quelle successive arrivavano dalla mente e dal cuore del corpo che l'infame stava utilizzando. Rimasi sbalordito dalle sue parole e, se possibile, ancora più pietrificato nell'udire ciò che mi stava dicendo.
    Fu Fudoh a risvegliarmi, a portare della luce nel mio sguardo ormai obliato dalla vita. Non era arrivato il momento, non sarei morto quel giorno, non senza lottare. Fottiti dissi a denti stretti e, data la vicinanza, non potei fare altro che tentare di tirargli una testata con forza sul naso. In quel momento sentii l'attrazione gravitazionale di Fudoh attirarmi a sé, tentai di colpire il mio avversario con una seconda testata e nel farlo, con la mano libera dalla spada ma altrettanto affilata grazie all'arte proibita del mio clan, lacerai il kimono lasciando un unico pezzo di stoffa in mano all'uomo.
    Venni afferrato da Fudoh e mi appesi a mia volta a lui. Il fiato si era fatto più breve, via via che la mia mente stava elaborando la situazione appena superata. Mi hai salvato la vita avrei constatato, semplicemente, mentre il mio corpo mi restituiva i dolori e gli intorpidimenti che lo scontro precedente avevano generato, lo guardai in volto e aggiunsi Grazie Rimasi a terra ancora qualche attimo, avevo bisogno di rifiatare e superare mentalmente quello che era appena accaduto. Merda mi dissi, a mezza voce, passando la mano sulle labbra. A fatica mi rialzai dal terreno, cercando di capire, ora che l'adrenalina stava lentamente scemando, se avessi qualche osso rotto o ferite che avevo sottovalutato. Mi resi conto che così non era e ne fui grato, mentre a passi lenti mi dirigevo verso il resto del team che si stava ricongiungendo presi due tonici e li ingerii sentendone subito i benefici. [Tonici]

    Notai Hideo raccogliere qualcosa per terra e osservarlo con attenzione, mi avvicinai di qualche passo e riconoscendone vagamente la forma lo richiamai Cosa hai trovato, Hideo? la mia voce era roca, fedele riflesso della mia condizione fisica. Mostratomi quella particolare siringa, avrei spalancato l'unico occhio Ho visto - Abbiamo visto mi corressi In passato Momin utilizzare delle siringhe molto simili, se non uguali a questa. E' attraverso di esse che veicolava i suoi poteri. Dove l'hai trovata se mi avesse detto che l'aveva trovata dove prima vi era il drago, avrei alzato le spalle ipotizzando: Dev'essere quella tramite la quale lo controllava attesi un momento, riconsegnandola: Fai attenzione a ciò che gli appartiene, sono solo guinzagli più o meno decorati, ma comunque guinzagli Toccai forse un tasto dolente, poiché più tardi si sarebbe inginocchiato davanti al Mizukage consegnandosi.

    risposi, laconico, alla domanda di Fudoh rispetto a Momin Era lui che li manovrava e, mentre combattevamo sulla testa di una di quelle creature, prima che precipitassimo voleva che gli coprissi la fuga. Ero tentato di accettare, molto tentato le mie parole uscirono dalla bocca senza vergogna, poiché subito precisai quali erano le intenzioni dietro di esse Forse sarebbe stata la cosa giusta da fare: se avessi accettato avrei avuto un modo per comunicare con lui, avrei potuto fingere di essere stato soggiogato dalle sue promesse di gloria per tendergli una trappola e forse eliminarlo per sempre, mentre ora... lasciai che le mie parole venissero portate via dal vento ammutolendomi, poi ripresi guardando lo spazio vuoto lasciato dal corpo scomparso: Abbiamo poco da cui ripartire.
    Quello che avvenne negli attimi successivi fu rapido e imprevedibile. Dopo aver notato uno strano buco nelle vesti del monaco, un buco che non gli avevo procurato io, una sorta di spiedo nero si conficcò nello shinobi con cui il Kage si accompagnava che, in un'espressione di sorpresa e terrore, sparì in una nuvola di fumo. Dannazione! sbottai, disarmato dalla rapidità. "Il circolo eterno perfetto. Dare la vita per esaltare la vita" citai quelle parole e quindi guardai i miei compagni Queste le ultime parole del monaco prima dello schianto riflettei un attimo, cercando di riportare alla memoria quelle che le avevano precedute: "Questa volta ho cominciato dall'alto" ha detto, anche. Ma... Ammetto che non saprei che diavolo significhi mi corrucciai, riprendendo e condivisi allora le altre parole che l'uomo mi aveva sussurrato precipitando. C'era bisogno di quel corpo dissi indicando con la testa il vuoto lasciato nel luogo dell'impatto Per completare la profezia degli Araldi Gemelli. Ha detto e, badate, mentre lo faceva non mi sembrava potesse essere Momin, la sua voce era diversa ma forse era solo l'ennesimo inganno, che la nostra intrusione li ha condannati, ha condannato i Kamui e che sarebbe riuscito a liberarci da Momin per sempre
    Forse per via dello scontro, forse per il freddo che si era fatto più pungente ora che le mie vesti erano lacerate, ma faticavo a ricollegare i pezzi di quello strano puzzle. L'unica cosa che mi restava da fare, benché dolorante e trafelato, sarebbe stata quella di cercare ulteriori tracce


     
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    È colpa tua. Ratty

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    Il Seme del Freddo

    Minarai - 8

    La nostra assurda strategia, alimentata da forze che a malapena eravamo in grado di comprendere, era stata un successo clamoroso: mediato dall'influsso del Mizukage il potere dell'Odio si unì al Freddo, alla Mortificazione e alle impareggiabili doti del Primario di Kiri, mentre Hideo creava quell'unica apertura nella guardia nemica che rese ogni cosa possibile. Non avevo reciso la creatura che era divenuta vittima del mio odio, ma avevo reciso la sua stessa esistenza! Quasi estatico ero pronto a sferrare un nuovo attacco quando il Drago nostro avversario spezzò il vincolo del Richiamo, allontanandosi da quel luogo prima che la nostra furia potesse annientarlo. Fugge, il codardo! Mi trovai a dire, ravolto dall'emozione violenza che tuttavia al momento mi stava preservando dalla morte per congelameno degli organi interni. Tremavo di furia e gelo ma scossi il capo, cercando di controllare e veicolare quell'emozione prima che mi si ritorcesse contro: non avrei potuto accettare l'umiliazione di essere schiacciato dal potere che io stesso avevo liberato.

    La tempesta andava diradandosi e con essa anche il potere della Fioritura Senju che fino a quel momento avevo mantenuto, mentre la mia spada tornava alla normalità anche se il Freddo non mi lasciava. Yujika e Munkeke si riavvicinarono assieme al Maestro, davanti al quale anche se tremante mi inchinai in segno di rispetto, dopo essermi assicurato che non ci fossero pericoli o altri ostacoli. Hideo in quel momento attirò la nostra attenzione verso l'alto, dove Youshi era in caduta libera assieme al nemico, ancora non sconfitto. Fudoh-san fu il più abile tra noi a reagire, disperdendo la tempesta e sfruttando le sue capacità per attirare Youshi in salvo, ma io non sarei stato da meno anche se stanco: incrociando le dita in una manciata di sigilli attivai una tecnica che il Tokugawa conosceva bene (avevamo sconfitto suo nonno grazie a essa), anche se con allenamento e costanza avevo appreso come separarla dal vincolo più grande: il contatto con il terreno [Tecnica 1].

    La Stretta della Palude generò due arti di fango che sembrava perlopiù neve sporca a partire dalla neve stessa che precipitava, afferrando il Tokugawa in una stretta priva di intenti offensivi, ma che gli avrebbe fornito una sorta di cuscinetto, anche se limitato. Congiuntamente a Fudoh-san, il giovane Youshi sarebbe risultato ammaccato ma al sicuro, anche se certo provato dall'evento...da parte mia avrei evitato commenti né richiesto la sua attenzione, limitandomi solo a fissarlo da dietro la maschera mentre, forse approfittando della nostra distrazione, il giovane che era assieme al Maestro venne attaccato segretamente, finendo ucciso o rapito, con grande sconvolgimento da parte di Munkeke e Yujika! Avrei portato la mano alla spada, in guardia e pronto a combattere anche se col respiro sempre più corto e debole, ma i nemici sembravano essersi allontanati ormai del tutto.

    Non avevo abbastanza informazioni per approfondire la questione e sentivo il battito cardiaco farsi sempre più debole, ma non mi concessi il riposo che sarebbe potuto essere fatale: ero ancora necessario al Maestro. E non avrei ceduto così facilmente. Hideo aveva recuperato un qualche strano artificio che ci mostrò, anche se non ne conoscevo la fattura. A giudicare dalle decorazioni e dall'aspetto...non è un oggetto di uso comune ma deve trattarsi di qualcosa con un significato rituale, o sarebbe stato inutile costruirlo...anf...a quel modo. Commentai, col fiato corto. Ma non devi temere per la tua sopravvivenza...la paura è uno strumento che devi imparare a usare a tuo vantaggio. Sia quella che provi, sia quella che incuti. Spiegai, ripetendo anche se mediati gli insegnamenti del Maestro. Poi verso lo sciamano di Azumaido. Munkeke-san...esistono rituali o leggende in queste terre che vedono i teschi come dispensatori di qualcosa? La siringa contiene o conteneva qualcosa...anf...quindi...anf... Mi dovetti fermare, non potevo pronunciare frasi troppo lunghe.

    Youshi tuttavia aveva delle informazioni al riguardo e sembrava molto ferrato sull'argomento. Veicolava? Contiene forse una droga capace di incrementare le capacità fisiche? Dopodiché Hideo avrebbe confessato un qualche legame con Momin, che avevo ormai intuito essere la mente dietro quanto era accaduto in quelle terre, inclusa la reazione del Kamui che ancora aveva i miei semi addosso e mi aveva contaminato col Freddo, ovviamente dietro mia esplicita volontà. I tuoi costrutti neri...sono loro ad averti permesso di controllare il cane, no? E' lo stesso potere di questo Momin? Forse...avevo letto qualcosa al riguardo...anf...sull'antico nemico di Konoha: Pain. Non era una domanda vera e propria, ma solo una constatazione. Se mi avessero fornito alcuni ragguagli su Momin e le sue precedenti imprese avrei sicuramente potuto fornire ipotesi più plausibili, ma in quel preciso momento non potevo essere granché d'aiuto. Se ben comprendo...anf... questo Momin è uno spiccato manipolatore, sia tramite le sue arti che tramite...anf...menzogne e doni sediziosi. Dissi, a fatica. Se fossi in lui...se volessi qualcosa...anf...farei in modo che gli altri pensassero che qualcosa è il mio punto debole...anf...così da farlo tenere al sicuro e farmelo portare davanti senza troppo sforzo...anf.

    Scossi il capo. Le Profezie hanno potere solo se ci credi, come ha detto il Maestro. Se nessuno ci crede, sono solo parole al vento. Deglutii. Se volete realmente fermare Momin bisogna agire in modi che non si aspetta, fuori dalle predizioni. E se Hideo è un contatto con lui...anf...bisogna elaborare una contromisura...rendere Hideo un veleno per Momin. Lui cerca corpi per controllare tutto. Che quei corpi siano la sua condanna, allora. Dissi, pragmatico, anche se non avevo un metodo chiaro per ottenere quel risultato...intanto barcollai, praticamente esausto, con Fudoh-san che accorreva al mio fianco, affidabile come sempre. Io...ti ringrazio, Primario-san.

    Il Freddo stava avendo la meglio sui miei pensieri e sul mio corpo, e anche se avessi interrotto ora il legame con quel Kamui comunque non ne avrei avuto immediato beneficio, avendo incamerato fin troppa di quell'energia. Era pericoloso...ma al contempo mi aveva permesso di superare i miei limiti...se solo avessi potuto imbrigliarlo! Io...non sono convinto di volerlo disperdere. Era un'opportunità troppo grande, e le opportunità andavano colte anche se pericolose, per quanto avessi ormai perso del tutto la sensibilità alle estremità delle mani e dei piedi...sotto le vesti da Minarai certamente la carne si stava facendo cianotica e sofferente. Concentrarlo...su un oggetto? Affidare quel potere a qualcosa che poteva venirmi sottratto? A qualcosa che poteva essere riconosciuto? Non ne sarebbe mai e poi mai valsa la pena.

    Il danno è esteso...il Freddo segue i miei meridiani e il mio sistema circolatorio, radicato anche se la sua fonte è solo un seme distante e... Attesi. Forse era il gelo che mi ottenebrava la mente ora che l'Odio era venuto meno e non mi manteneva più in saldo, ma quelle due parole avevano acceso uno spiraglio: radicato e seme. Radici. Semi. Anche se ero Minarai, restavo un Senju. Ogni Senju è una Foresta...questo uno dei motti del clan. Un modo...c'è. I Kamui...anf...sono manifestazioni della natura legate al Freddo...ho ben compreso? A parte i cervi, che erano un dono per sfamare umani e Kamui, secondo le leggende di Azumaido che tuttavia non conoscevo. Non so se esistano Kamui come quello che penso...ma...posso provare. Primario-san...anf...anf...ho bisogno che mi aiuti. Concentrerò il Freddo in un solo punto, facendolo regredire da tutto il corpo al centro del petto, in una forma che...anf...che posso controllare. Ti chiedo solo...anf...di aiutarmi senza porti domande. Se le radici del freddo erano in me e se il Freddo non era qualcosa che un umano potesse contenere...lo avrei contenuto in una creatura vivente diversa, una che potevo controllare. Il seme di una pianta. Un Kamui artificiale, nato dal mio chakra e dal mio corpo, interno a esso ma separato.

    Con l'influenza di Fudoh-san che avrebbe reindirizzato il Freddo, l'esperienza nel gestirne i flussi di poco prima e la sensazione dei semi sul Kamui lontano avrei cercato, arrivando a consumare gran parte del chakra residuo, di creare un seme di qualità superiore al centro del mio petto, quanto più affine possibile all'energia del Freddo provando a relegarla al suo interno. Se non potevo controllare quel potere, lo avrei inserito in una forma che potevo controllare, come quando l'elettricità era stata imbrigliata all'interno di un circuito elettrico. Sarebbe bastato, o avrei subito danni permanenti? Confidavo nelle incredibili doti taumaturgiche di Fudoh-san, ma restava una grande scommessa.

    Se fossi sopravvissuto, anche se debole, la mia attenzione sarebbe poi andata verso Kensei, avvicinandomi a lui anche se barcollante, incurante degli altri astanti, incluso Fudoh-san e Hideo. Maestro. Avrei detto. Ho percepito...per un istante ho percepito quello che avete cercato di insegnarmi finora. Mi sarei prostrato a terra, posando la fronte mascherata sulla neve smossa. Vi sono grato per i vostri insegnamenti...ma come posso...come posso rendere più salda la mia presa sul vostro insegnamento? Con esso...anche il Freddo diviene solo uno strumento. Con esso... I miei occhi avvamparono sotto la maschera, appena visibili nello spiraglio, accesi a dispetto dell'esaurimento psicofisico. Con esso il potere di ottenere ciò che mi serve sarebbe a portata di mano!
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Un Grido nel Freddo

    Capitolo Unico

    Atto IX
    La via del potere



    Fu una questione di gioco di squadra. Fu una questione di intenti, di istinti, di scelte alterne e contrastanti. Ognuno degli shinobi presenti in quella radura fu coinvolto in un puzzle mentale personale, privato, intimo, che solo una scelta esterna, di salvaguardia altruistica e nient'affatto vanesia, poteva risolvere. Oppure, se preferite, un labirinto il cui unico modo per uscirvi era percorrere una linea dritta abbattendo ogni singolo muro presente sul proprio cammino. Quell'esperienza fu una lezione profondamente importante per tutti, una lezione che, probabilmente, nessuno di loro si sarebbe atteso di imparare dal sottoscritto, dall'uomo il cui volto era stato sostituito da una maschera di ferro, il cui nome era effimero segnaposto d'un concetto, la cui identità stessa, quindi, era svanita nel mare magnum dell'alterità. Benché, infatti, potessi ritenermi uno dei ninja più forti del continente, Kensei Hito non era niente senza i legami che aveva instaurato. L'odio, il potere, le capacità sovrumane, non erano vincoli solipsistici di cui bearmi a discapito degli altri: ciò che profondamente caratterizzava l'essenza stessa della figura che incarnavo nel modo più profondo era il sacrificio per gli altri. Nessuno può essere completo da solo: chi lo crede inganna se stesso.
    Quell'idea era già nella testa di alcuni dei presenti: lo era in Hideo, che aveva accettato il ricatto morale di Momin tempo addietro, solo per salvare qualcun altro; lo era per Fudoh, che dedicava ogni giorno la sua vita a salvare quella degli altri - come fece anche quel giorno stesso. Lo era, anche se in modo malato e distorto, in Yato - e forse non lo era in Minarai - anche se ancora non potevo saperlo.
    Quanto a Youshi, non so dirvelo con certezza. Non avevo ancora realmente capito i motivi che lo animassero. Da lui avevo quasi sempre ricevuto cieca e inviolabile devozione. Non avevo mai dovuto domandarmi troppo approfonditamente quale fosse la sua forma mentis perché, per sommi capi, era la mia medesima. E questo ci rendeva, sì, affini - ma sulla carta. A differenza degli altri non sapevo quale fosse lo spirito che animava le sue gesta, non conoscevo la sua idea di bushido.
    Raccoglievo, rapidi e evanescenti, tutti questi pensieri mentre l'energia della stella si dissipava lentamente dal mio tantien, disperdendosi nell'ambiente. La presa sul mondo dell'armonia diventava più molle e la realtà intorno a me perdeva il colore vivido ed acceso che solo gli occhi irrorati del potere del Lucchetto riuscivano a mostrarmi. Sentendo le urla di Hideo, che era riuscito a scorgere e finanche a percepire - grazie al particolare legame che era riuscito ad instaurare con la creatura che aveva davanti - Youshi cadere dal cielo davanti ai suoi occhi. Provai ad attivare il D-Visor per scorgere meglio tra quella bufera di neve ma non mi fu d'aiuto. Soltanto Fudoh, grazie al potere del suo tirapugni d'un tempo dimenticato, riuscì, contestualmente, a placare quella tempesta. Le mie gambe mutarono immediatamente d'aspetto, facendo comparire delle piccole ali sul polpaccio ma quando fui ormai pronto al salto notai come Minarai si stava impegnando in alcuni sigilli. Lasciai che fossero i miei shinobi ad aiutarsi l'un l'altro. Forzai un secondo cambiamento d'assetto nei miei arti inferiori, facendoli tornare alla loro normale configurazione. Dal terreno, poco più avanti rispetto a dove stanziava l'Allievo, due enormi arti di fango e neve si alzarono verso il cielo, afferrando e annullando la caduta in corso di Youshi e Fudoh, che, nel frattempo, lo aveva attratto a sé e raccolto nel petto. Guardai Minarai e Hideo, che erano rimasti indietro, e feci loro solo un breve cenno d'assenso col capo. Fu a quel punto che Hideo si chinò, raccogliendo un peculiare quanto complesso ed articolato oggetto. Lo riconobbi ma tacqui. I pensieri congiunti degli ninja che erano già stati a Kotetsu Sakura, però, riuscirono abbastanza facilmente a ricollegare tutti i fili. Ho già visto quell'oggetto. Disse Yusica. YOSH, anche nel mio tuskur sono stati avvistati. Riprese Munkeke. Se le cose stanno come dicono Youshi e Fudoh, ovvero che quello pare essere uno dei mezzi tramite cui Momin controlla le sue vittime, la situazione sembra complicata. E soprattutto, perché le vittime sembrano perdere questi oggetti? Nel nostro caso sembra che Shimo lo abbia perso alla morte ma noi non abbiamo mai trovato cadaveri. Continuò Yusica. Nemmeno noi. Incalzai io. Questo non ci dà la certezza che le vittime di Momin non siano sempre nei nostri villaggi. Youshi-kun ha detto che ha potuto percepire due voci diverse nel parlato di Shimo, yosh? Allora potrebbe essere che Momin le "attiva" solo quando ne ha bisogno. Annuii. Hideo. Richiamai l'attenzione del giovane ninja. Il potere di Momin non è il tuo stesso potere. Lui lo ha evoluto, distorto e piegato alle sue necessità. Lo fissai attentamente. Non dimenticare mai che tu non sei lui. Nel bene e nel male. Mi rivolsi verso Yusica e Munkeke. Queste non sono le abilità di un semplice seguace del Saggio delle Sei Vie. Mi fermai un attimo a riflettere. Youshi suggerì che quello potesse essere una sorta di speciale Ricevitore, qualcosa di simile ai lunghi oggetti affusolati che uscivano dal corpo di Hideo. E se invece i mostri che abbiamo visto non fossero stati vincolati da Momin? Se fosse stato Shimo l'evocatore di quelle creature? Quell'oggetto macabro potrebbe essere solo un modo per estendere il legame. YOSH! E amplificarlo, direi. Erano tutte considerazioni plausibili. Quante fossero giuste, però, non era, ancora, dato saperlo.
    Fu a quel punto che intervenne Minarai, innanzitutto consolando Hideo e generando in me un fugace sorriso sotto l'elmo, con una serie di considerazioni interessanti, la prima delle quali fu rivolta a Munkeke. Uhm ... non che io sappia ... ma ogni tuskur è un mondo a sé, giovane Kensei in miniatura! I segreti di ogni villaggio sono segreti custoditi gelosamente! Non diversamente da quanto accade da voi nel continente, dopotutto! Yosh. Certo è che qualcosa del genere sarebbe dovuta apparire da qualche parte, prima o poi, in tutti questi anni ... non è neanche un artefatto Kenkichi, giusto, Mizukage? Mi chiese Yusica. Quella era una domanda che non mi ero ancora posto, effettivamente. Portai la mano sulla Yakusoku, prima di rispondere. Percepii qualcosa di distante. No. risposi Non lo è. Almeno, non in modo tradizionale. Non è costruito col nostro acciaio, non è Sangue e Acciaio. Però ... qualcosa in me mi diceva che c'era altro. C'era dell'affinità col sottoscritto, pur non riuscendo a capire di che cosa si trattasse. ... c'è qualcosa che ancora mi sfugge. Credo siano necessarie più informazioni e più esami, senza dubbio. Youshi aggiunse altre informazioni e Minarai continuò ad elucubrare. Forse attraverso il chakra. Dissi, riprendendo entrambi. Dopotutto non ci sono liquidi. L'essenza del Freddo che riesco a controllare, dopotutto, sarebbe in grado di manipolarli se anche solo una minuscola parte di essi contenesse acqua.
    Il giovane foglioso sotto mentite spoglie, poi, continuò con una serie di considerazioni che mi ricordarono molte mie avventure passate e che, dolorosamente, portavano alla memoria tantissime questioni ancora in sospeso. Ma non fui l'unico che venne mosso da tali parole. Anche Hideo, a quanto pare, si sentì in debito verso di me e verso gli altri, nel senso più generico possibile. Vinto moralmente, il giovane guardiano si prostrò ai miei piedi, chiedendo perdono. Una smorfia di disgusto interruppe quell'idillio di tiepide emozioni che, fino a quel momento, avevano anestetizzato il mio eterno odiare. Io detesto i deboli, Guardiano. La mano destra si allungò verso di lui, ancora leggermente flessa, con l'indice posto ad uncino che indicava la sua gola dal basso. Mi avvicinai lentamente. In un attimo, il giovane genin avrebbe sentito una gigantesca quantità di chakra prorompere dal mio corpo e direzionarsi verso di lui. Era come se qualcuno lo avesse legato e lo stesse stritolando. Ma non vi era volontà omicida: solo quella di fare molto, molto male. [Note] Questo atteggiamento timoroso dimostra solo pateticità. Se credi di poter essere un pericolo, allora non sei un debole. E se non sei debole, devi poter essere in grado di imbrigliare le tue emozioni e domarle. La presa lo avrebbe sollevato, riportandolo alla posizione eretta. Poi, una violenta pressione nella zona del collo gli avrebbe rapidamente reso insufficiente l'aria presente nei polmoni. Avrei stretto fino a quando non l'avessi visto cianotico in volto. Il suo collo si sarebbe dovuto torcere e piegare all'indietro in cerca, verso l'alto, di uno spiraglio d'aria. Tieni sempre la testa alta, Hideo. A quel punto avrei lasciato la presa. Ne riparleremo a Kiri. Vedi di non renderti nuovamente ridicolo fino a quel momento. [Note]

    Alcuni attimi dopo, accadde l'impensabile con Samui. Credevo di aver trovato un nuovo, valoroso membro per le fila kiriane ma, evidentemente, mi ero fatto abbindolare da un controllo del chakra che non avevo mai visto prima. Mi meravigliai del fatto che nessuno dei presenti fu in grado di percepire il muoversi di quel ricevitore e che tutti fummo presi alla sprovvista da cotanta furtività. Era qualcosa su cui dovevo lavorare. Un tempo, quando il mio corpo era ancora principalmente carne piuttosto che macchina, potevo anche io vantare una formidabile capacità di passare inosservato; il fatto che oggi mi trovassi ad avere difficoltà di quel tipo mi faceva vergognare di me stesso. Era un problema che neanche la presenza di Kotaro Tokugawa mi aveva fatto realizzare.
    Youshi ci riportò le ultime parole del suo avversario prima della morte. Alcune riteneva che fossero di Momin, altre di qualcun altro, proprio come in precedenza era apparso chiaro che il controllo del Reietto potesse essere somministrato a fasi alterne. Tu eri nella spedizione che ha scoperto Kotetsu Sakura, Youshi. Le parole di Momin sono piuttosto chiare. Yusica incrociò le braccia al petto. Quest'oggi con Samuiyoake abbiamo scoperto che Momin sta soggiogando i Kamui, la manifestazione più alta dell'essenza stessa del Freddo. Loro sono "l'alto" di cui sta parlando. Con l'oblio di Kotetsu Sakura, Momin era partito dagli abitanti, dal gradino più basso della piramide di potere qui ad Azumaido. Gli anni di torpore nel Freddo lo hanno reso più sicuro di sé, a quanto pare. Munkeke, invece, intervenne riguardo la questione della Profezia degli Araldi Gemelli. Se il controllo di Momin può essere interrotto ... magari a parlare era Shimo. E Shimo poteva essere davvero un monaco della Tsumetai Mokushiroku. Poi riprese verso Fudoh. Per i cultisti dell'Apocalisse Gelida, la Ciclicità è l'eterno ritorno di se stessi: la morte è solo una delle manifestazioni del limite del potere del Freddo. Così come la neve si scioglie sotto al sole e poi ricade dal cielo l'inverno successivo, chi può ciclare può morire e rinascere dalla neve. Ci fu un attimo di silenzio. Dunque non possiamo escludere che Momin stia facendo proseliti in quel culto. Yosh! Benché sia vero quanto ha detto Minarai, questo vale solo per noi: è difficile spiegare a dei cultisti che il testo profetico del loro credo può annientarsi semplicemente smettendo di credervi. Uhm. Mi fermai a riflettere un attimo. So che le mie parole non sono molto rincuoranti ma al momento non abbiamo alcuna altra traccia. Quindi l'unica cosa che posso fare per cercare di aiutarvi è intensificare la presenza degli shinobi kiriani sull'Isola. Munkeke e Yusica stettero in silenzio, abbassando lo sguardo. Non era qualcosa di cui andavano felici. Ne discuteremo in un'alta sede. Tagliò corto l'Alta Sciamana, voltandosi e allontandandosi. Munkeke la seguì ma non volli violare le loro necessità. Aspetto una vostra missiva allora. Tornerò a Kiri in serata. Dissi, mentre i due se ne andavano. Non ricevetti alcuna risposta, se non un cenno della mano.

    Allontanatisi gli sciamani, arrivò per Fudoh il momento di risolvere definitivamente la critica situazione di Minarai. Rimasi in disparte, pronto ad intervenire come potevo solo nel caso in cui, per qualsiasi motivo, la situazione fosse destinata a precipitare. Ascoltai attentamente i loro scambi e ammirai la lucidità del mio Allievo nelle sue considerazioni. Era un ninja fuori dal comune, senza dubbio - ma non era kiriano. E se potevo contare nella sua fiducia nella mia persona, lo stesso non potevo dirlo per la mia causa. E forse, per questo, andava affrontato. Ma certamente non con lui e sicuramente non in quel momento.
    Fudoh e Minarai collaborarono, col secondo che concentrava il suo chakra là dove poteva percepire meglio di riuscire a contenerlo, e col primo che tentava di imbrigliarlo anche grazie ai suoi artefatti. Fudoh era riuscito già due volte a navigare nel Freddo, pur non entrandovi in contatto diretto - almeno la seconda volta. Questa sarebbe stata la terza: in un attimo, la sua mente scorgeva un infinito bianco, gelido, sconfinato eppure accogliente; percepiva presenze, più o meno disposte nei suoi confronti, e percepiva forza, vitalità, chakra palpitanti ovunque ponesse lo sguardo. Quel non-luogo di pura energia permeava tutte le cose ad Azumaido e tutte le cose di Azumaido vivevano come proiezioni di sé in quel mondo. Lentamente, il bianco sconfinato divenne meno intenso e i suoi sensi, il suo occhio interiore, si abituò all'ambiente che stava osservando: tutto ciò che aveva intorno iniziò ad apparire davanti a sé. Un doppio di Azumaido, un doppio di pura essenza, era davanti ai suoi occhi. Minarai, che gli stava dirimpetto, mostrava crepe diffuse in tutto il corpo. La sagoma liquida del ninja della Foglia sembrava quasi come congelata dal centro della sua essenza verso l'esterno. Il Freddo era ormai profondamente insidiato in lui al punto che, forse, un'altra ora lo avrebbe condannato a unirsi ad esso. Un flebile puntino luminoso, però, si vedeva esattamente nei pressi del suo tantien: era l'energia che il giovane stava cercando di veicolare, era il seme che stava cercando di nutrire. Fudoh, dunque, concentrandosi, riuscì a penetrare il Freddo più profondo, il ghiaccio che sembrava cristallizzare il corpo trasposto di Minarai in quel mondo di rappresentazioni e, navigando nel freddo, Fudoh raggiunse il seme di chakra. Lo carezzò, lo manipolò, lo curò finché non riuscì a farlo ramificare. Come crepe nel ghiaccio crepato, quelle che parevano radici di irradiarono dal seme fino alle estremità della porzione ghiacciata del corpo dell'Allievo e, in un attimo, iniziarono a nutrirsi di ciò che vi era intorno, proprio come radici che scavano nel ricco terriccio. Il ghiaccio venne assorbito da queste e, nel nostro mondo, Minarai riacquisiva colore e temperatura. Nel frattempo, un seme senju si era nutrito di chakra artico, in parte kiriano, e giaceva, gelido, nel ventre del ninja. Dal dolore nasce sempre qualcosa. [Note]
    Assicurati delle condizioni di Youshi, Fudoh. Dissi, quando vidi che Yato era in grado di sorreggersi sulle sue gambe. Dopo di che prendete Hideo e avviatevi da Samoru. Ci rivedremo a Kiri. Qui, ormai, non v'è più niente da fare.
    Rimasti soli io ed il mio Apprendista, lasciai che questo si esprimesse a ruota libera, come le sue emozioni tradivano nell'aria. Maestro. Ho percepito...per un istante ho percepito quello che avete cercato di insegnarmi finora. Si gettò a terra, in estrema reverenza. Vi sono grato per i vostri insegnamenti...ma come posso...come posso rendere più salda la mia presa sul vostro insegnamento? Con esso...anche il Freddo diviene solo uno strumento. Con esso... Con esso il potere di ottenere ciò che mi serve sarebbe a portata di mano! Gli feci cenno d'alzarsi. Contrariamente al comportamento d'Hideo, Minarai stava dimostrando tutt'altro che debolezza. La via dell'Odio è assai complessa, Minarai. Tu sei riuscito a brandirne un aspetto, prima, ma non sei - e non so se lo sarai mai - pronto a brandirla nella sua interezza. La Stella armonizzava i nostri intenti ed io, fulcro della stessa, riuscivo a percepire le vostre emozioni, i vostri sentimenti, come se fossero i miei. Lo fissai. Hai compreso dei concetti base ma non hai attinto neanche ad una frazione del loro reale potere. Tacqui un istante. Ma questo potere è vincolato da una Tecnica Proibita. Incrociai le braccia al petto. Restano davanti a te due strade: scegliere la Via dell'Odio o massimizzare quel poco che puoi cogliere della stessa senza di essa. Lo lasciai riflettere. Qualsiasi sia la tua decisione, sai dove trovarmi. Gli poggiai una mano sulla spalla. Adesso torna a Kiri con gli altri.

    [Alcuni giorni dopo, da qualche parte ad Azumaido]

    Io ve lo dico qui, oggi, fratelli miei. Anzi, ve lo annuncio: l'Apocalisse Gelida è alle porte! Il Freddo è solo un mezzo per la nostra grandezza! Non lasciatevi ingannare dalle parole vacue dei miscredenti. Una folla si era radunata in una spelonca gelida e stava in assoluto silenzio davanti ad un uomo che parlava con una benda nera sugli occhi. Solo credendo in me ed alle mie parole vi sarà dato il dono della Ciclicità! Un sorriso comparve sul suo volto.


    Abbiate fede e lasciate che il vostro piede si muova sicuro dietro alla mia via ... perché io sono Mokushiroku no senku sha ... ! E, alzando le mani al cielo che apparivano con due crocchi di filo avvolti intorno ad entrambi i mignoli, l'uomo spalancò gli occhi.


    ... io sono l'ARALDO DELL'APOCALISSE!


     
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    Falce dei Kaguya


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    Conclusione

    Un nuovo viaggio nel Freddo



    Ammetto che fui un attimo confuso, mentre in caduta, dopo aver recuperato Bendino-chan, vidi due mani di neve sporca che si alzavano dal suolo.
    Pensai ad un attacco, ma non vedevo altri nemici nei dintorni e quando quei costrutti ci aiutarono a ridurre l'effetto della caduta, fu evidente che li aveva generati uno dei presenti, seppur non capii bene chi.
    Nel frattempo, il Tokugawa mi ringraziò per avergli salvato la vita: Per così poco? Figurati. Alla fine abbiamo fatto lavoro di squadra quest'oggi., risposi, con un'alzata di spalle, prima che gli eventi continuassero a procedere attorno a noi, evitandomi commenti più pungenti.

    I due sciamani ed Elmo-san stavano, infatti, discutendo del Biondino Infame e dello strano oggetto che era stato trovato dal nostro Puntaspilli: le teorie su come quella macabra siringa(?) potesse essere un'estensione del potere del Kenkichi mancato, si andarono a combinare con le informazioni del resto del gruppo.
    Il Mizukage ipotizzò che fosse il tizio contro cui aveva combattuto Bendino-chan ad essere controllato dal Biondino Infame, e tramite quello "Shimo" guidava le creature, non le aveva rese direttamente sue vittime.
    D'altronde il mio parigrado con un occhio solo confermò che la persona sul drago aveva due voci, così come Elmetto fece riferimento ad un altro utilizzatore di quella tecnica da infami, un nemico di Konoha.
    Sarà simpatico ad Elmo-san questo Pain..., pensai, ma tenni per me quella considerazione, mentre la discussione andava avanti.
    Non seguii molto altro di quel discorso e, come accennato prima, quando il Puntaspilli si lamentò di poter essere un pericolo perché usava il potere del Biondino Infame, mi allontanai, al quanto disgustato dall'idea che qualcuno potesse volere quel tipo di abilità.

    Mi persi la "lezione" che il Mizukage volle dare al genin e nel guardarmi attorno, notai, con personale disappunto, che la spada di suddetto Infame era ancora lì, così la richiamai mediante il mio controllo del chakra.
    Ancora non sono riuscito a perderla... , mi lamentai con me stesso, rinfoderandola, avevo sperato che l'Infame se la volesse riprendere, ma purtroppo così non era stato.

    Mentre mi focalizzavo su quei pensieri, non potei fare niente per il tipo che aveva accompagnato il Mizukage ed ora era stato colpito a tradimento, tranne che avvicinarmi dopo, al pari degli altri, partecipando alle riflessioni sulla "ciclicità" e l'Apocalisse Gelida.
    Quindi il Biondino Infame se la sta prendendo di nuovo con i Kamui? Non gli è bastato Gyoza, anche le altre creature di questi luoghi sta cercando di controllare?, c'era rabbia nella mia voce, al pensiero di ciò che quella sorta di fantasma mancato stava facendo agli esseri viventi di quei luoghi, tanto il canide poco furbo dal nome improbabile che avevamo incontrato, quanto, forse il Pinguino alleato di Akira-san e chissà quali e quanti altri erano in pericolo a causa del Kenkichi mancato.
    In più usava una specie di leggenda, o culto come lo definivano Elmo-san ed i due sciamani, per ingannare la gente a seguirlo? Non ne capivo l'esatta utilità, se non nel ricordo del terribile massacro che ci aveva mostrato quando lo avevamo incontrato la prima volta, in quella città nascosta sotto Azumaido.
    Sentii il Mizukage proporre di mandare delle squadre ad investigare e supportare gli Sciamani e vedi tanto quello bizzarro, quanto quella anziana, andarsene senza dare una conferma, né rifiutare del tutto, tale offerta.
    Se servirà, Mizukage-sama, più che lieto di dare una mano a fermare il Biondino Infame., mi proposi, dato il disprezzo per ciò che la sua tecnica faceva alle creature di quei luoghi.

    E proprio parlando dei "Kamui", inaspettatamente ne ebbi una più vasta consapevolezza nel momento in cui aiutai il giovane Elmetto in cui si trovavano ancora tracce del Freddo.
    Attraverso la Bakekujira nel mio pugno avvertii quel luogo, lo stesso dove una volta mi aveva condotto il mio chakra curativo e la volontà di salvare Gyoza: come allora, percepii molteplici presenze, forme di vita che esistevano in quel "Freddo".
    Forse c'era anche il Pinguino che avevo incontrato anche all'inizio di quella giornata? O l'orso che il Biondino Infame aveva intrappolato tempo prima? Non saprei dirlo, di certo mi sentii in qualche modo "osservato", ma più di quello fui io a vedere: vidi al di là di quelle sagome nel bianco.
    Il Freddo mi mostrò una realtà che non immaginavo: non solo il mondo dei Kamui, come probabilmente lo avrebbe chiamato lo strambo sciamano, ma anche Azumaido stessa si rifletteva davanti a me, in tonalità più affini all'acqua e di acqua vedevo composto anche lo spadaccino mio alleato, con delle striature gelide che sembravano volerlo congelare dall'interno.
    Anch'io ero combinato così quando cercai di curare Gyoza?, mi chiesi, prima di concentrarmi sull'aiutarlo.
    In quel momento, nel tentativo di aiutare lo Spadaccino, mi focalizzai su un solo pensiero, un'idea semplice che, però, non trasmisi a parole, ma mediante il chakra: fu con l'energia che scorreva da me nella Bakekujira che cercai di trasmettere un suggerimento rivolto al Freddo, affinché si concentrasse in un punto, diventasse un qualcosa di utilizzabile, non una minaccia per chi lo incorporava.

    Allora non ne avevo piena consapevolezza, ma, forse, già quella volta sfruttai la Scintilla del Sangue degli Dei che era in me, per guidare quel chakra così diverso, complice il legame che la Bakekujira ci permise di avere e feci un Dono al giovane allievo del Decimo.
    O forse, ripensandoci in un secondo momento, mi sono voluto convincere che era stata la mia natura di Dio Guerriero a salvare Elmetto-chan? Non saprei dirlo, in tutta sincerità, ma mi piace pensare che fu il mio essere un Dio Guerriero a permettere tutto ciò.

    Ad ogni modo, finito quel viaggio nel Freddo, Elmo-san mi ordinò di controllare le condizioni di Bendino-chan, per poi andar via assieme al chunin ed al genin Puntaspilli.
    Va bene, Mizukage-sama. dissi, con un cenno affermativo del capo, lasciando maestro ed allievo in maschera a disquisire, mentre mi dirigevo dal mio parigrado Tokugawa.
    Tu come stai? Ferite? Zone dolenti?, avrei chiesto alla Mano Nera, mentre iniziavo ad osservare eventuali danni evidenti, o altro, per poi, se necessario, tastare gli stessi ed usare le Mani Curative per ridurre la gravità dei danni.
    Avrei eventualmente continuato con delle cure più attente una volta a Kiri, o anche sulla nave, se ne avessi avuto il modo.
    Se non ci fossero state gravi ferite, avrei guardato tanto Bendino-chan, quanto il Puntaspilli: Avete sentito il Mizukage? Torniamo dal capitano un pò strambo, sperando che si sia rivestito e pulito., avrei suggerito, dirigendomi verso la fine di quella missione nelle terre di Azumaido e ritornando verso Kiri.
     
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    Un Grido Nel Freddo

    IX: Richeste nelle Pallida Neve



    Le informazioni stavano giungendo a me, un totale sconosciuto della maggior parte delle cose che stavano succedendo in quel di azumaido, ad una velocità e in una mole inaudita. parecchi nomi a me sconosciuti saltarono fuori da quella conversazione ma non potevo di certo fermare tutti semplicemente per chiedere qualcosa in più su di loro e quindi rimasi in silenzio, ascoltando i pareri e le congetture dei presenti. Alcune ipotesi vennero fatte anche sull'oggetto che avevo trovato, quello che si rivelò essere un dispositivo apparentemente molto simile al funzionamento dei miei ricevitori. Chissa se con questo..no.. non ora, sarebbe troppo pericoloso. Una idea mi si era palesata in testa.. forse tramite quell'oggetto e i miei poteri, così simili a quelli di Momin, ci avrebbero permesso di localizzarlo? di interpretare la sua posizione tramite il possibile controllo che avrebbe avuto con la vittima di quel marchingegno? poteva essere una strada da percorrere ma, sicuramente, non era il tempo e il luogo ideale visto come alcuni di noi erano messi dopo lo scontro.

    Le parole invece del Ninja discepolo del Mizukage mi furono stranamente di conforto, cercava di trovare un posto per me e per quel potere maledetto come cavallo di troia nelle linee di Momin, mi voltai velocemente verso di lui ascoltandolo per poi continuare il mio discorso verso il Mizukage che, come si poteva immaginare non prese del tutto bene quelle mie azioni. Sentii una forza fuori dal comune cingermi il collo e in pochi secondi mi ritrovai a fluttuare a qualche centimetro dal terreno, imprigionato in una morsa che sembrava voler togliermi il fiato, cosa che riuscì a fare senza troppi problemi date le capacità del Ninja che ci guidava. Le sue parole tornarono tuonarono nella mia testa come tonnellate di macigni e, alle colpe che già provavo in quel momento se ne aggiunsero altre. Come posso dimostrare di non essere debole quando la mia vita ormai è sotto il controllo di un potere che va al di la di quello che posso concepire? Lo ho sentito, questa volta, ho sentito Momin prendere il mio controllo e manovrarmi come io manovro i miei mondi. Come posso essere forte se non riesco neanche ad avere il controllo del mio corpo? Mi tornò in mente quindi quella visione.. la spada, quasi trasparente che era riuscita a svegliarmi.. cosa era successo in quel momento? non mi trovavo più ad Azumaido e questo era sicuro.. Quel luogo aveva qualcosa di estremamente strano ma, in un certo senso, familiare.. Era riuscito a svegliarmi dal controllo di Momin.. che fosse quella la strada che avrei dovuto percorrere? Scoprire di cosa si trattasse sarebbe stato un bene per me? Intanto l'ossigeo che ancora circolava nel mio corpo stava diminuendo sempre di più e, se il Mizukage non mi avesse lasciato molto probabilmente nel giro di pochi secondi sarei svenuto per l'asfissia. Feci un cenno del capo una volta a terra, tossendo e facendo dei grossi respiri per riprendere fiato.. la situazione mi aveva sicuramente spaventato ma sapevo ben che le parole del Kage erano vere dovevo solo in qualche modo riuscire a metterle in pratica.

    Le parole di Fudoh invece mi colpirono ancor di più, non mi aspettavo che si potesse arrabbiare così tanto per il mio utilizzo del potere del ragazzo dai capelli d'oro. Non è così facile signor primario.. mi sarei rialzato dalla neve, cercando di riprendere il controllo del mio corpo. Questo potere mi serve.. e mi servirà ancora fino a che non sarò in grado di raggiungere i miei obiettivi senza di esso. Senza questo potere chi si sarebbe accorto di Youshi? chi avrebbe potuto creare la situazione perfetta per sgominare i nostri nemici? In molti hanno da ringraziare per questo.. ma non nascondo che tutto questo non va a genio neanche a me.. tutto ciò a cui mi posso aggrappare e che faccia più bene che male.

    Venne quindi il momento di tornare a Kiri e furono Fudoh e Youshi a venire da me per iniziare il viaggio.. però avevo ancora qualcosa da fare.. una persona in particolare mi aveva stupito quel giorno in quel luogo freddo e desolato.. un Ninja che per quanto più debole del nostro Kage, si era dimostrato competente e abile nell'uso della spada e delle tecniche ninja. Fudoh e Youshi erano state degli ottimi insegnati fino a quel momento e il Mizukage, anche se spesso impegnato era riuscito a ritagliarsi il tempo per qualche addestramento sporadico ma nessuno di loro era effettivamente diventato quello che si potrebbe chiamare.. Sesnsei. Devo fare un ultima cosa prima di andare. Arrivo subito. Mi mossi verso l'uomo mascherato, in quel momento stanco per le azioni appena eseguite con cui era riuscito ad imbrigliare un qualche tipo di potere, fino ad arrivare davanti a lui. Io non la conosco bene.. anzi, direi che non la conosco per niente ma dopo questo nostro combattimento ho capito qualcosa. Senza di lei e la sua spada non saremmo riusciti a sconfiggere questo grande nemico che ci si è parato davanti oggi e quindi ho due cose da dire. Grazie per il suo aiuto Miranai a quel punto avrei portato davanti al mio corpo e avrei fatto un leggerissimo inchino con il capo.Sarei onorato se lei prendesse in considerazione di diventare il mio Sensei, Miranai-Sama

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    È colpa tua. Ratty

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    Epilogo

    Minarai - 9

    Non ero del tutto consapevole di cosa stavano parlando i presenti, dopo la dipartita dell'uomo che avevano cercato di curare, ma notai facilmente come un elemento fosse ricorrente: il Potere dell'Eremita delle Sei Vie, modificato in maniera radicale...e uno strano oggetto rituale che era completamente privo di acqua e dunque non sottoposto all'influsso del Freddo. Non c'è acqua...ma potrebbe contenere un liquido. Qualcosa di totalmente alieno al Freddo... Pronunciarlo acuiva le centinaia di spilli che sentivo sotto la pelle. Ma che potrebbe trattenere qualcosa che lo è. Se il Freddo è veicolato dall'acqua...allora a dispetto delle iconografie esso è Vita. Non esiste vita senza acqua. A giudicare dal...anf...motivo e dalle decorazioni, quello sembra qualcosa di affine alla Morte. Veicola un potere opposto al Freddo...per contenerlo, forse? Catturarlo? Mere illazioni, non avevo più informazioni dei presenti e forse persino meno, ma era un'idea che dava da pensare.

    In quel frangente, mentre Fudoh-san arretrava scoprendo le doti di Hideo, osservai la punizione che il Sensei riservava a chi non aveva abbastanza forza per opporsi alla paura, che doveva diventare uno strumento e non un legaccio, come rimarcai poco dopo. Mi chiesi piuttosto come mai Fudoh-san avesse tanto ribrezzo per una delle arti ninja più antiche...forse la sua immobile fibra morale e la sua esperienza rifiutava il ricorso a manipolazioni e a chi si opponeva alla storia naturale delle cose, seguendo le arti mediche. Mi ripromisi di parlargliene in un secondo momento. Poco dopo i due sciamani si congedarono, mentre il Primario compiva il miracolo aiutandomi a condensare il Freddo in un Kamui oltremodo atipico...un seme, silente ma dall'immenso potenziale, proprio accanto al mio tan'tien nel centro del corpo. Forse con il tempo avrei appreso come liberarne il potere in maniera graduale, a mio vantaggio. Respiravo, finalmente libero dal terribile dolore, ma la stanchezza ormai appesantiva i miei arti e tremavo ancora, per quanto a causa della fatica e non della temperatura.

    Mentre mi sollevavo Fudoh-san si diresse verso Youshi come da indicazioni, dopo aver ricevuto i miei ringraziamenti...e quindi mi prostrai davanti al Maestro, che si mostrò degno del titolo che portava. Comprendo, Maestro...eppure le mere briciole erano incredibili. Chinai il capo nuovamente. La stanchezza ha avuto la meglio e ho perso di vista la giusta prospettiva: troppa fretta e irruenza sono solo una perdita di tempo senza la comprensione. Apprendere che una tecnica proibita celava il potere ultimo di quell'Emozione mi trasmise sensazioni ambivalenti: un potere del genere era incredibile, ma avrei dovuto brandirlo in segreto per il resto della vita, uccidendo chiunque lo avesse visto o sarebbe diventato motivo di sfiducia e mi avrebbe allontanato dal Bersaglio. Anche se incredibile era una capacità che avrei potuto usare forse una volta contro l'Hokage e poi mai più coi successivi. Io...capisco. Vi ringrazio del tempo concessomi. Non era il momento e non ero nelle condizioni di ragionare a mente lucida, ma certamente quel dilemma sarebbe stato al centro delle mie meditazioni future.

    Sarebbe stato Hideo ad avvicinarsi mentre lasciavamo la scena, interrompendomi e portando avanti una richiesta a dir poco azzardata, specie considerata la presenza del Maestro e la sua influenza. Rimasi in silenzio alcuni istanti, stanco al punto da rispondere seccamente e con scarsa cortesia, ma mi obbligai a respirare a fondo dietro la maschera prima di replicare, lento. Hai un potere che apre all'incredibile, capace di raggiungere vette leggendarie. E tuttavia...te ne vergogni. E lo temi. Dissi, solenne. Come speri di migliorare te stesso se ti rifiuti? Come ho detto...se il problema è essere controllato da Momin, allora apprendi a essergli superiore. Alzai un braccio. Il Maestro ti ha castigato e ripreso per il tuo atteggiamento, non per le tue parole. Qualcuno che ha vergogna di usare il potere non merita il potere. Il Debole pensa allora di rinunciare al potere, e il Maestro odia i deboli. Lasciai depositare quelle sillabe. Il Forte uccide la propria vergogna e sottomette la propria paura. Io stesso lentamente con gli insegnamenti di Kensei stavo raggiungendo quell'obbiettivo. Fino a quando non saprai farlo, come potresti mai essere degno del Maestro?

    Quanto alla sua proposta avrei camminato, superandolo come per ignorarlo, ma aggiunsi, mentre mi allontanavo. Un Minarai è Apprendista, non Maestro. Non posso essere il Sensei di nessuno, poiché l'arroganza è il primo nemico di un Minarai, a meno che non sia pronto ad abbattere il suo Maestro. Figurativamente o letteralmente. Non ho ancora il potere per farlo. Ma se vorrai un supporto per semplice sparring o allenamenti di base, potrai chiamarmi Senpai. Con quelle parole mi sarei allontanato senza proferire altro. Una volta a Kiri il mio freddo e angusto alloggio sarebbe sembrato una reggia riscaldata mentre, senza nemmeno togliere la maschera, precipitavo nel sonno degli esausti, lasciando che il Freddo fosse solo un terribile ricordo...e un seme pulsante che portavo in corpo.
     
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    寒さの中で叫びます

    Samu-sa no naka de sakebimasu

    VIII

    Il mio corpo venne tratto in salvo dai miei compagni di squadra, più tardi scoprii che fu Hideo-san a vedere la mia caduta libera e, successivamente, furono Fudoh-san e Minarai ad attutire la caduta evitando così il peggio. Rivolsi un breve accenno di sorriso verso il primario, quando mi rispose, quindi mi incamminai dolorante verso il resto del gruppo che ci stava venendo incontro.
    I due sciamani dimostrarono interesse per l'oggetto trovato dal genin, così come tutti d'altronde, essendo uno dei mezzi tramite il quale Momin esercitava il suo potere, studiarlo e comprenderlo ci poteva dare la possibilità di comprendere Momin e quindi sconfiggerlo. Fu la considerazione del Mizukage a farmi tentennare: avevo considerato quelle bestie, fino a quel momento, sotto il diretto controllo di Momin, ma l'affermazione del capovillaggio tingeva di tinte più scure e misteriose le capacità del Kenkichi bandito. Mi limitai ad un cenno di assenso, il mio sguardo duro e provato si appoggiò sull'elmo rappresentante il villaggio.

    La sparizione di Samui lasciò tutti sorpresi, le ricerche risultarono inutili e poco dopo ci riunimmo nuovamente. Fu la sciamana Yusica a riportarmi alla memoria le parole di Momin nel Kotetsu Sakura e, di conseguenza, quale fosse il suo piano. Serrai la mandibola, mentre nuove fitte di dolore pervadevano il mio corpo e le parole del secondo sciamano facevano seguito a Yusica. Non sentii il bisogno di accodarmi al primario quando si propose al Mizukage per rafforzare i pattugliamenti sul territorio di Azumaido, il capovillaggio sapeva della mia totale disponibilità in tal senso e non avrei rifiutato qualsiasi possibilità di trovarmi nuovamente ad affrontare Momin o uno dei suoi burattini. Questa Apocalisse Gelida dissi con voce roca e il culto che si è generato... faticavo a parlare, ma avevo bisogno di sapere A quando risale la sua storia? Vi sono mai stati altri uomini o donne che vi si erano proclamati araldi? Non volevo sprecare fiato o altre parole in quella gelida terra, non spiegai allora - anche perché lo ritenevo ovvio - che conoscere la storia di quel culto ci avrebbe potuto aiutare ad affrontarlo.
    Il primario si prese cura delle mie ferite, mi permise di poter camminare senza dovermi trascinare tra la neve e ridusse il dolore che mi attanagliava le membra. Inspirai ed espirai a pieni polmoni, lo sguardo si posò sulla neve e i promontori che ci circondavano, la loro bellezza mi rapì e alleviò la fatica sul cammino del ritorno.


    Edited by Youshi2 - 3/4/2024, 22:34
     
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    Un Grido Nel Freddo

    X: Le ultime parole al freddo



    Il rifiuto, anche se addolcito un po', mi lasciò un po' di amaro in bocca ma le parole del Miranai erano vere, lui era un apprendista e avrebbe dovuto concentrare le sue forze nell'imparare e non nell'insegnare.. dalla mia parte non mi ero mai posto il problema di cosa volesse dire insegnare a qualcuno e, in quel luogo, in tanti avevano contribuito alla mia crescita come ninja. Chi più e chi meno ogni ninja presente aveva sicuramente lasciato un gettone lungo il mio percorso, un gettone che mi avrebbe permesso di continuare a crescere ed arrivare finalmente a ciò che mi ero prefissato. Fu quando sentii Youshi concludere faticosamente le poche frasi che riuscì a dire che capii quanto alla fine io avessi imparato da quella persona.. La Nebbia di Sangue con il Lupo era stata un suo modo per prepararmi alle prove difficili a cui la vita mi avrebbe portato.. e la prima volta che lo conobbi, quando ancora ero studente, fu lui ad insegnarmi ciò che dovevo sapere per riuscire nelle sfide accademiche e diventare effettivamente parte del gruppo di Ninja che il Kage in persona aveva chiamato per una missione importante e pericolosa come quella che avevamo appena concluso. io.. lo ho mai ringraziato per tutto questo? Così quando, insieme a Youshi e Fudoh, iniziammo ad incamminarci per dirigerci alla nave che ci avrebbe riportati a casa, mi sarei affiancato a lui, procedendo con calma e seguendo il suo passo, visto quanto le ferite potevano aver indolenzito il suo corpo. Ehi.. un bel casino oggi eh.. sinceramente sono tante le cose che non mi sarei aspettato.. dall'Avatar di piscio di Samoru per combattere mostri marini a draghi e mostri nella neve.. con Kensei non si sa mai cosa aspettarsi! Avrei fatto un sorriso per stemperare la situazione, eravamo vivi anche dopo tutto quello che era successo e questo era l'importante e Youshi doveva sapere quello che pensavo. Sai.. non penso di averti mai ringraziato per tutto quello che hai fatto per me. Sei stato tu ad insegnarmi una buona parte delle cose che oggi hanno fatto si di trovarmi ancora qui, a parlare con ancora tutti e quattro gli arti attaccati al corpo. Avrei quindi mosso lo sguardo verso Fudoh, poco più avanti di noi, per un attimo. Certo, non sei stato l'unico, ma insieme al primario e a Kensei mi avete permesso di diventare un vero ninja. non sapevo cos'altro dire se non qualcosa di scontato ma di molto importante per me, un modo per dimostrare la lealtà a quelle persone che si erano battute anche per me. Quindi.. Grazie di tutto.. e ricordati.. potrai contare sempre su di me. Ancora non sapevo di quello che di li a poco mi avrebbe chiesto.. e forse fu proprio per quello che gli dissi quel giorno? non lo so ma come scoprirete in futuro.. le mie scelte furono molto influenzate da ciò che dimostrai in quel freddo giorno ad azumaido.. una lealtà verso qualcuno che sarebbe stata difficile da spezzare, talmente forte da mettermi addirittura contro Kensei stesso. Mi piacerebbe parlarti di qualcosa che in pochi sanno.. una volta arrivati a casa e dopo che ti sarai ripreso.. vieni al Robatayaki.. ti offrirò un sakè mentre ti racconterò di qualcuno molto importante per me, se avrai voglia di ascoltare.. e così il trio si dileguò nel candore della neve che sempre più leggiadra, continuava a cadere in quel luogo freddo ed inospitale ma che ormai, per qualcuno, stava diventando quasi un luogo da chiamare casa.



     
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