Integrazione Sunese[QdV]

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  1. - Hohenheim -
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    Tempesta in arrivo


    II


    [Shinichi]

    Mayako era una donna d’oro…letteralmente. Eppure era stato grazie alle sue capacità diplomatiche, piuttosto che per le sue capacità innate, che aveva permesso a Shinichi di ottenere un riconoscimento formale che pochi potevano vantare all’interno del clan. Anche se l’influenza che quell’attestato aveva era forse nulla rispetto l’influenza che il chunin aveva avuto quando era Consigliere, senza dubbio rappresentava un ottimo punto per riprendere la scalata.

    Era forse proprio perchè stavano pensando alla vittoria appena conquistata che i due coniugi, uscendo dall’ufficio di Shin, avrebbero prestato poca attenzione all’uomo che, dopo di loro, sarebbe entrato nell’ufficio del numero due del clan. Lunghi abiti neri avvolgevano il suo corpo snello, arrampicandosi fino alla sua faccia, in una maschera che ne copriva la metà inferiore del viso. Una zazzera grigia spuntava sotto un cappuccio tirato sopra la testa, che non permetteva di cogliere molti dettagli. Un’ombra, in effetti, al quale la coppia avrebbe dato solo poco più di un’occhiata.

    Una volta usciti dall’edificio, la coppia avrebbe deciso che non bisognava perdere tempo su una questione del genere. Tutti i clan avrebbero fatto la loro mossa e se volevano stringere qualche accordo commerciale con i Soshi prima degli altri, avrebbero fatto bene a muoversi rapidamente.

    Era metà pomeriggio, quando la loro risoluzione fu presa. Un forte vento spirava all’interno del villaggio, portando polvere e sabbia in giro con una tale insistenza che la maggior parte delle persone si era coperto con veli la testa, il naso e la bocca. Grandi nuvole si erano innalzate nel cielo e, chiunque avesse avuto un minimo di feeling con il deserto, avrebbe riconosciuto i segni di una Tempesta di Sabbia in arrivo.

    Faremmo meglio a sbrigarci, di questo passo la tempesta arriverà prima di cena. Non vorrei farmi la strada del ritorno fino a casa nel bel mezzo della tempesta..spero che questa volta abbiano dispacciato più ninja dell’ultima volta… Disse Mayako avvolgendosi a sua volta un velo intorno alla testa prima di dirigersi verso Sud-Est imboccando una delle principali strade che, a raggiera, portavano al palazzo del Daimio e del Kazekage. Passando per il centro del villaggio, notarono che una certa concitazione era presente tra le persone che si trovavano per strada. I passanti si stavano affrettando a tornare alle loro case, ed anche i commercianti stavano chiudendo baracca, rinunciando ai profitti della parte finale della giornata, pur di non trovarsi tutta la mercanzia rovinata dallo sferzare della Sabbia.

    Infatti, lasciando le strade principali ed il centro del villaggio, avrebbero trovato sempre meno persone in giro, fin quando non arrivarono al quartiere ghetto dei Soshi. In effetti, il quartiere non aveva nessun elemento territoriale o costruttivo che lo dividesse dal resto del villaggio. Tuttavia, le case si erano abbassate e diradate per lasciar spazio ad un numero sempre maggiore di tende. Non stupide tende da campeggio, ma grosse strutture, tirati da cavi in acciaio che potevano arrivare anche a 10 metri di altezza. I Soshi avevano origini nelle popolazioni nomadi del deserto e, sebbene avessero lasciato quella vita per la stabilità di un villaggio, non si erano lasciati alle spalle le loro abitazioni.

    Approcciando il quartiere, videro che anche lì l’attività era quasi frenetica. Molte persone stavano mettendo in sicurezza le tende e raccogliendo dalle stradge tutto quello che poteva volar via. I ninja non avrebbero avuto problemi a riconoscere gli uomini, vestiti nella tipica tunica cangiante che li avvolgeva, e nel copricapo che ne nascondeva il volto. Anche le donne erano coperte, ma non più di quando non lo sarebbe stata una donna non-Soshi.

    Prima che si potessero addentrare nel villaggio, sarebbero però stati intercercettati. Non siamo interessati. La voce dell’uomo era un tuono che riusciva a sentirsi persino sopra il turbinio del vento. Voltandosi, Shinichi e consorte si sarebbero trovati davanti probabilmente il soshi più imponente che avessero mai visto. Era alto almeno 2 metri e 10 e la tunica inanellata con fitte scaglie color bronzo lo facevano apparire largo quanto un armadio. Ma non era solo un’impressione: nonostante il vestito, sotto il tessuto erano evidenti delle braccia spesse quanto tronchi d’albero.Pensavo di essere stato chiaro con quegli altri. Non siete i benvenuti. Abbiamo abbastanza lavoro da fare con la tempesta per dar retta a due Kurogane kurhak Aveva detto l’ultima parola nel dialetto della tribù…con ogni probabilità era un insulto. Che cosa li aveva traditi, tuttavia? Il modo di vestire o come parlavano tra di loro, probabilmente, o forse si aspettavano la loro visita?

    [Ryugi]

    Che quel giorno sarebbe stato intenso, Ryugi già lo sapeva. Oltre alle questioni politiche, l’arrivo di un’enorme tempesta di Sabbia significava un lavoro extra di non poco conto. Come membro delle squadre speciali era suo compito coordinare i lavori per mettere in sicurezza il villaggio. A metà mattianata, avevano già tirato su tre quarti delle Vele, le grandi barriere infrangivento che erano posizionate strategicamente nel villaggio per direzionare e disperdere la corrente che, dalla fessura che era l’entrata del villaggio, si convogliava verso le abitazioni. I lavori sarebbero terminati nel primo pomeriggio.

    In aggiunta, avrebbe supervisionato il dislocamento di una ventina di ninja, per tenere a bada l’ingresso della sabbia, e non solo del vento, nel villaggio. Se il villaggio avesse avuto ninja del calibro del Kazekage, Gaara, forse non sarebbero servite così tante risorse. Eppure, impedire alla sabbia di entrare nel villaggio, per le 5 o 6 ore che sarebbe durata la tempesta, forse sarebbe stato impossibile persino per una leggenda del suo calibro.

    Ad ogni modo, il suo servizio sarebbe stato interrotto: Buongiorno Ryugi Il nandaime Kazekage si sarebbe palesato davanti la ragazza. Non indossava i paramenti formali, bensì quelli di un qualsiasi jonin della Sabbia. Speravo di trovarti qui. Come procedono i lavori? Avrebbe ascoltato il suo rapporto, quindi avrebbe continuato: Bene, procederò io qui con quello che deve essere ancora fatto. Ho bisogno che tu porti questo rotolo a Sasu-kotei Soshi. E’ un messaggio molto importante, nonchè solo per i suoi occhi. Ci siamo intesi? La pergamena non aveva nulla di particolare, se non il simbolo del villaggio della Sabbia nel sigillo che la chiudeva. Cosa ne pensi del mio annuncio di stamattina? La domanda a bruciapelo avrebbe forse colto la ragazza in contro tempo. Era la prima volta che il Kazekage le faceva una domanda politica così diretta, ed il suo tono era neutro e schietto.

    Se la ragazza fosse riuscita a divincolarsi dalla domanda del momento, avrebbe potuto dirigersi direttamente verso il quartiere ghetto. Ora che ci pensava; quanti uomini coprivano quel quadrante? Forse non abbastanza, considerando che c’erano più tende che case in quella zona. Ad ogni modo, il tempo avrebbe retto ancora per quando fosse arrivata all’accampamento.

    Un uomo completamente coperto da un’ampia tunica, grosso come una casa, stava bloccando il passaggio ad un uomo di mezz’età e due ragazzi che gli facevano da scorta. Tutti e tre portavano delle lame pregiate alla cintura, abbellite dal simbolo dei Chikuma. Ad ogni modo, l’uomo non semvbrava prestarle troppo attenzione e quindi la ragazza avrebbe potuto tentare la sua fortuna e cercare di aggirarlo. Tuittavia, se ci avesse provato, sarebbe stata intercettata da un altro Soshi, completamente ammantato, che era più o meno della sua statura: Wow squadre speciali!! Una voce di ragazzo uscì dal complicato turbante che gli copriva il volto. E sei anche più piccola di me!! Disse con un’ esaltazione che lasciava intendere tutto il contrario. Cosa ci fai da queste parti? Io sono di guardia, sai? Non devo far passare nessuno, sai? Mio padre dice che oggi le persone che arrivano hanno cattive intenzioni. Tu che intenzioni hai?? Mostrandogli il sigillo del villaggio, il ragazzo avrebbe esclamato: Il sigillo del Kazekage!! Ma che fico! Sei una importante, allora! Sai anch’io sono abbastanza importante, sono il figlio del … HAYAI-SASU porta quella ragazza da Saso -kotei, ORA! Il ruggito dell’uomo montagna avrebbe fatto saltare in aria anche Ryugi! S..Sì signore!

    Il ragazzo avrebbe fatto cenni frenetici di seguirlo, ma non l’avrebbe mai toccata. Ryugi sarebbe stata condotta tra le immense tende a cupola dei Soshi. Strutture completamente bianche, intessute con fili di color senape, macchiato di rosso, molto simile al colore della sabbia di primo mattino. Su molti era disegnato lo stemma del clan: uno scorpione d’oro in un cerchio sottile del medesimo colore. Come forse si era studiata, avrebbe notato i maschi del clan completamente coperti, mentre le donne mostravano il volto e qualcuna anche le braccia - del resto il vento non si era ancora ingrossato abbastanza da essere fastidioso o pericoloso. Anche i bambini piccoli, se maschi, portavano veli che li coprivano interamente. L’unica eccezione che vide, fu sbirciando all’interno di una delle mastodontiche costruzioni di tessuto e cavi, in quella che poteva essere un sorta di precamera, dove due ragazzi si erano scoperti entrambi il braccio destro e stavano facendo un gioco di forza. E’ molto scortese guardare nelle tende se non si è invitati. Non ti hanno insegnato le buone maniere? Comunque non era nemmeno un grande spettacolo. Io sono molto più forte di loro nella Presa Avvelenata! Lo sanno tutti nel clan! Difficile però credergli. Del resto, Ryugi avrebbe notato che il ragazzo zoppicava in maniera abbastanza vistosa e non sembrava essere un gran lottatore.

    Sarebbero quindi arrivati a quella che, senza dubbio, era la tenda più grande nell’accampamento, se si escludeva una grande struttura centrale allo stesso, che sembrava essere l’equivalente di una piazza di villaggio.Eccoci, sana e salva. Da qui puoi andare da sola, sei stata invitata, quindi non sarai scortese se entri. Io..potrei rimanere nei paraggi, se ti servisse una mano o mi volessi raccontare cosa ti ha detto Saso-Kotei. Mi raccomando digli che ti ho portato io qui, eh! E anche che sono il più forte nella Presa Avvelenata, capito! OK, ciao! Si sarebbe tolto quindi rapidamente di mezzo, con la sua andatura claudicante.

    Prima che potesse aprire il tessuto che chiudeva l’ingresso alla tenda, questa si sarebbe aperta da sola. Ne sarebbe uscita una donna dalla pelle color marrone chiaro, che si vedeva dal viso, le braccia e scollatura. I suoi capelli neri erano avvolti in una treccia complessa che le arrivava fino al sedere, ed aveva occhi verdi penetrati. Poteva avere 28 anni e portava in grembo un bambino di almeno otto mesi. Che curioso messaggero…entra ragazza, si sta per sollevare il vento. Il suo tono era basso e penetrante: se fosse stato un uomo, Ryugi se ne sarebbe innamorata instantaneamente. La donna l’avrebbe condotta nella tenda. Era un luogo accogliente: i tappeti creavano uno strato continuo soffice sotto i suoi piedi (si andava con delle pantofole per gli ospiti) e diversi fuochi creavano un’atmosfera soffusa, permeate dal profumo di oli e profumi che Ryugi non avrebbe riconosciuto. C’erano diversi mobili di buona fattura ed era pieno di sedute, incluso un letto nella parte più lontana della stanza. Saso, è arrivato un messaggero per te. La donna quindi si eclissò, andandosi a sdraiare su un piccolo divanetto non troppo distante. La persona a cui si era rivolta non era difficile da individuare. Saso-kotei era poco meno imponente dell’uomo all’ingresso del ghetto, ma non meno formidabile. La sua tunica inanellata era di scaglie cangianti, che andavano dall’oro al nero. Il Kazekage chiaramente pone molta fiducia nei suoi giovani ninja. Non me lo sarei aspettato da una persona di villaggio. Accomodati, messaggero, il mio halak è un luogo sicuro per tutti coloro che vi sono ammessi. Qual è il tuo nome e quale messaggio mi porti?

    [Yasuke e Tamashii]

    Era una coincidenza che i due ninja si sarebbero trovati nei pressi della piazza principale di Suna quando il vento sarebbe stato abbastanza forte da creare qualche problema camminando. Probabilmente erano entrambi diretti verso il quartiere ghetto, uno per cercare opportunità di profitto, l’altro per capire come ottemperare alla sua missione. Di fatto, si ritrovarono entrambi in mezzo al caos generale, mentre tutti gli avventori del mercato di Suna iniziarono a sgombrare in fretta e furia. Ma l’agitazione provocò solo ulteriore caos e questo si vide subito. Alcune ceste di datteri e frutta si erano rovesciate a terra per colpa di una mano frettolosa ed alcuni parasole di due o tre bancarella si erano strappate perchè chiuse con eccessivo ritardo. Tutti erano indaffarati a togliersi dalla strada, inclusi i poveracci che avevano solo la strada come casa. Solo Daisuke il Disgraziato continuava a suonare il suo shamisen, monco di una corda, con quel braccio strano che si muoveva a scatti.

    Fu quindi nel fuggi fuggi generale che, improvvisamente, Yasuke sentì un tocco leggero dietro la schiena, doveva aveva la sacca porta armi. Se avesse controllato, avrebbe immediatamente notato che sia il fumogeno che le carte bomba gli erano stati sottratti!! Scandagliando la folla, non avrebbe avuto problemi ad individuare una macchia marrone, della taglia di un bambino, che schizzava rapidamente tra la folla e già lo aveva distanziato di parecchi metri. Il criminale era veloce, ed il suo vantaggio era nella statura, che gli permetteva di muoversi senza quasi essere ostacolato dalla folla. [Inseguimento]

    Tamashii era troppo lontano per accorgersi del furto. Eppure, quando il ladro passò vicino a lui, la corrente di vento che aveva generato lo fece voltare ed accorgersi di Yasuke. Avrebbe capito cosa era successo? Avrebbe colto i segni nel vento? Se così fosse stato avrebbe dovuto anche lui affrontare l’inseguimento, anche se la sua statura ridotta avrebbe annullato il vantaggio della sua preda. [Inseguimento]

    Se i due ninja fossero stati abili a seguire le sue tracce, avrebbero visto il ragazzino salire sopra una serie di ceste di cibo capovolte, fino a raggiungere il tettuccio di una bancarella, con abilità e agilità sorprendente. Da lì, si sarebbe lanciato verso il tetto basso e piatto di una casa, per continuare la sua corsa tra i tetti di Suna. Percorsi altri 100 metri, sarebbe entrato dentro la finestra di un edificio dismesso.

    All’interno, i due ninja si sarebbero trovati nella completa oscurità. I suoni erano quasi completamente cancellati dal sibilo del vento che batteva la struttura e si insinuava nelle sue fessure. Improvvisamente, un luce concentrata sarebbe esplosa nell’oscurità, gettandoli in un cono luminoso. Una voce molto giovane avrebbe scimmiottato quella di un adulto dicendo con enfasi: Voi due! Avete superato la PROVA!!!!! Un secondo riflettore si sarebbe acceso nella stanza, questa volta puntando sul bambino che aveva parlato. Poteva avere poco più di 10 anni ed era secco come un chiodo. Aveva dei vestiti che erano poco più che stracci, avvolti in maniera disordinata intorno al corpo, mentre la sua testa era un turbinio rosso di caos. Nessun ninja per bene sarebbe riuscito a seguirmi fin qui dentro! Quindi voi siete i candidati perfetti per diventare miei compari ed aiutarmi nel colpo del secolo. TU..come ti… La luce che puntava su di lui si sarebbe interrotta improvvisamente, togliendolo dalla scena. Lyshin, ma che cavolo fai! Mi stai rovinando la scena!! Scusa boss, mi si è seccato l’occhio!! Strizzando le pupille, i due ninja avrebbero notato che l’essere che aveva risposto al ragazzo era una specie di geko o camaleonte. A te si secca sempre l’occhio, ti avevo detto di mangiare più verdure…come sei de deboluccio ehehe La prima luce parò, rivelando di essere a sua volta un animale.Lyshar, non ti ci mettere anche tu! Dannazione! Avete rovinato tutto. Tieni, riprenditi la tua spazzatura. Avrebbe detto il ragazzo, gettando verso Yasuke quello che gli aveva rubato.

    Il ragazzo si sarebbe quindi seduto ad una finestra del casolare, con i piedi che pendevano fuori, offeso perchè il suo grande piano era andato in fumi.Scusa Yohao, ci dispiace…Sì, ci dispiace… I due animaletti, non più grandi di un palmo ognuno, si sarebbero avvicinato al ragazzino, ma solo il secondo avrebbe intimato ai due shinobi: Embhe non fate nulla? Non vedete che avete rattristato Yohao. Su forza, ditegli che farete parte della sua squadra! Su forza!Non ascoltatela…diventa super protettiva a volte…mi spiace se vi ho fatto correre..pensavo di aver trovato le persone giuste. E’ che…quel tipo mi ha detto che mi avrebbe dato 30.000 Ryo se gli avessi rubato quella cosa…ma io non ce la faccio da solo.. 30000 Ryo? Ma poteva mai essere vero? (i camaleonti avrebbero detto che era vero)

    Se i due si fossero mostrati interessati, per lo meno per capire chi potesse mai aver offerto una somma del genere a quel ragazzino di strada, il viso di lui si sarebbe un po’ sollevato: Volete sapere eh? Io ve lo dico solo se accettate di aiutarmi, sennò ciao ciao. Se i due ninja fossero stati convincenti abbastanza allora il ragazzino si sarebbe tirato su, sorriso a trentadue denti, e puntando il dito indice fuori dalla finestra avrebbe detto: DOBBIAMO RUBARE QUEL POMELLO!

    [Masayoshi]

    5 secondi. Era questo il tempo medio che, mediamente, i marionettisti incaricati della difesa del Rokubi impiegavano a mettere in sicurezza la forza portante, una volta che questa rientrava al villaggio. Nulla di eclatante chiaramente. Forse un ninja appostato su un tetto, o un gruppo di animali che, stranamente, si trovavano sempre nei suoi pressi. Per lo meno, così era stato quando Masayoshi era un genin. Ora che aveva conquistato il grado intermedio di chunin, il collare dei Guardiani si era allentato parecchio. Del resto, le sue capacità come ninja erano aumentate parecchio negli ultimi tempi, e non così tanti potevano ora stare al suo passo.

    Infatti, rientrando al villaggio questa volta, si sarebbe accorto che nessu Guardiano si era presentato ad accoglierlo. Evidentemente, la notizia della nomina di nuovi Guardiani doveva aver scioccato quelli vecchi. In realtà, il chunin sapeva che per lui non sarebbe cambiato nulla. I Soshi sarebbero stati spediti a far da guardiani ai Santuari dei Cercoteri nel deserto, ruolo praticamente inutile al momento, mentre i marionettisti avrebbero continuato a controllare il Tempio Sacro.

    Forse più tardi avrebbe dovuto fare un salto al tempio - almeno per un piccolo check-in, se voleva rispettare delle procedure meramente formali - ma la sua destinazione era sicuramente il palazzo del Kazekage. Se voleva essere l’arma e lo scudo di Suna in quel momento, quello era il luogo dove essere.

    Sfortunatamente per lui, la tempesta stava provocando agitazione nel villaggio e venne interrotto più volte nella sua avanzata per dare una mano qui e lì, aiutando la popolazione a mettersi al riparo. Come se non bastasse, avrebbe sentito una voce familiare alle sue spalle. Ma guarda un po’, Masayoshi, sei tornato a casa. Bene bene, al Tempio saranno felice di saperlo…in particolare modo il tuo nuovo Guardiano. Che cosa ti ha tenuto lontano da Suna? Shunsui era comparso dal nulla. Vestito sempre di nero, aveva anche lui intorno alla testa un turbante per evitare di essere accecato dalla sabbia. Il jonin era stato per qualche tempo il Guardiano del Rokubi, e comunque aveva affrontato una serie di missioni con Masayoshi, non ultima quella all’isola dell’Abete.

    Molte cose erano successe da allora, ed al marionettista ancora bruciava di non aver potuto mettere le mani su uno dei curiosi Sigilli del Vuoto. Non che adesso non avesse grattacapi più grandi per la testa. Aveva attraversato dimensioni intere per ottenere quel piccolo sigillo a forma di rombo nel palmo della sua mano. Un sigillo che, per qualche motivo, si rifiutava di funzionare. Immagino che tu abbia sentito dei cambiamenti in corso. Guardiani Soshi…potrebbe essere interessante. Che ne pensi? Come tutti i marionettisti del Tempio, Shunsui non avrebbe mai parlato direttamente o indirettamente di quello che stava succedendo all’interno di quelle mura. Immagino tu voglia andare a conferire con il Kazekage…però non penso che lo troverai a palazzo. So che sta coordinando le attività di messa in sicurezza da qualche parte in città. Siamo sotto di personale…ora che ci penso…ti va di venire con me? Devo riparare un Punto di Visione difettato. Anche questo era piccolo vantaggio che il jinchuuriki aveva acquisito spendendo così tanto tempo con i marionettisti: sapeva un paio di cose che le persone normali del villaggio - quelle che non avevano un demone nella pancia - non sapevano sulle arti dei marionettisti. Per esempio, sapeva Shunsui era un esecutore di Tecniche Bianche, mentre qui Punti di Visione erano Tecniche Nere, tipiche dell’arte della famiglia Musashi. Se quindi era stato mandato Shunsui, davvero erano sotto di personale.

    Se avesse acconsentito, il duo si sarebbe diretto a nord-ovest del villaggio, verso la cinta muraria interna, nel raffinato quartiere del clan Shinkiro. Un quartiere molto piccolo, invero, ma piuttosto benestante. Diverse squadre stavano proprio rientrando dopo aver messo in sicurezza la zona.

    Il jonin marionettista avrebbe quindi impiegato un paio di salti per raggiungere la sommità di una casa, approcciando una grondaia che scendeva dritta fino a terra.Eccoci, queste Kuro Higi sono difficili da scorgere anche se uno sa dove guardare, vedi? Il marionettista avrebbe indicato un punto della grondaia che non sembrava avere nulla di particolare. A Masayoshi sarebbe servito una vista di falco per scorgere le leggere imperfezioni che tradivano la presenza di qualcos’altro rispetto al metallo della grondaia. [Note] Anche se non avesse notato nulla, Shunsui avrebbe compiuto un elegante gesto della mano - probabilmente collegando i fili invisibili che solo i marionettisti sapevano controllare con tale maestrai - per liberare una marionetta dalle dimensioni contenute, che si era come fusa con la struttura.

    In realtà, la marionetta non aveva nulla di particolare: la sua parte principale era una struttura sferica, come un grande occhio.Abbiamo riparato questo Punto diverse volte negli ultimi giorni, ma si continua a rompere…forse abbiamo preso una partita difettosa di pezzi.. Si mise quindi al lavoro per effettuare la riparazione Era da un po’ che non ci incontravamo..direi dalla missione all’Abete…che cosa hai fatto da allora?


    Edited by - Hohenheim - - 15/10/2021, 19:17
     
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