Il kage e l'orfanoHohenheim e Yugi Mutou

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  1. -Shu
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    Il kage e l'orfano


    il giorno del Kazekage



    È tradizione. Lei andrà a quell'orfanotrofio, Kazekage-sama. con queste parole Akane Shinkiro, una degli attendenti del Kazekage, avrebbe concluso il colloquio con il kage bambino.

    Hohenheim conosceva bene quel tono: non ammetteva repliche. Ma, forse, in fondo non gli sarebbe dispiaciuto più di tanto passare una giornata a visitare l'orfanotrofio di Suna. Quel luogo, aperto dal Kazekage Gaara, serviva ad accogliere gli orfani di Sunagakure.
    Il clima rigido del deserto, la tradizione militarista del villaggio e tante, piccole, tragedie facevano si che quel luogo fosse sempre pieno.
    Ogni tanto qualche membro di clan veniva a raccogliere un orfano, per rimpiazzare un figlio perduto. Le dicerie parlano che persino Gaara adottò uno degli orfani, anche se i pareri sono discordanti a riguardo.
    Per mantenere la tradizione del luogo gli orfani che non trovavano famiglia venivano indirizzati alla vita ninja, per mantenere intatte le fila dei ninja della sabbia.

    Un giorno ogni anno, il 21 ottobre, il Kazekage visitava l'orfanotrofio, passava in rassegna le truppe e, in qualche raro caso, adottava un bambino.
    Certo, chiedere a Hohenheim di adottare un bambino era una cosa un po' eccessiva e, probabilmente, sarebbe stata la prima replica che avrebbe rivolto all'anziana Shinkiro.

    Questo non significa che lei non possa visitare l'orfanotrofio. E, chissà, magari addestrare uno di quei giovanotti! I Kami sanno che manchiamo di buoni shinobi sunesi!

    La donna non rimarcava spesso le origini del Kage ma, tradizionalista com'era, non si era ancora adattata all'idea di un kage che non fosse parte di uno dei grandi clan. Figurarsi uno di origini straniere! Il suo sogno di vedere un Kage Shinkiro prima della propria morte sfumava sempre più. Tuttavia neanche lei poteva fare a meno di constatare che Hohenheim era il miglior ninja di Suna. L'unico degno di ricoprire la posizione di Kazekage.

    ***


    La mattina del ventuno ottobre, il giorno più importante dell'anno, l'orfanotrofio è in fermento.
    Il preside, Kenichi Kurogane (la tradizione voleva che il preside fosse un membro di quel clan), si era superato. Non aveva mai manifestato l'abilità innata del clan, sempre più rara, e dopo aver tentato più volte di divenire chunin senza successo era stato relegato in quella posizione dal clan, dove non avrebbe più potuto macchiare la reputazione dei nobili della sabbia.

    L'orfanotrofio era addobbato a festa e persino il suo elemento più problematico aveva dato una mano con le decorazioni. Numerosi disegni che ritraevano il kazekage abbellivano l'intera struttura.

    Hohenheim che evocava delle spade di luce.
    Hohenheim, armato di staffa che indossava un buffo cappello viola.
    Hohenheim che toccava uno specchio nel quale era riflessa una sua versione cattiva (si riconosceva dal ghigno malefico).
    Questi erano solo alcuni dei soggetti che decoravano l'orfanotrofio e che il kage avrebbe potuto notare mentre Kenichi gli illustrava la "prestigiosa" storia dell'istituto.
    Nonostante millantasse che le opere erano dei vari orfani un artista esperto come Hohenheim avrebbe capito presto che, nonostante la mano acerba, tutti quei disegni erano opera dello stesso autore. O autrice. Meglio evitare di assumere il genere di qualcuno, visto il periodo.

    Se Hohenheim avesse chiesto informazioni sull'autore il preside avrebbe svicolato, dicendo che si, effettivamente è vero che uno dei ragazzi era un bravo disegnatore ma... era l'unica cosa che sapesse fare.

    I bambini erano trattati bene, tre pasti caldi al giorno, allenamenti ninja al posto delle noiose lezioni scolastiche e due ore di gioco libero. Erano divisi in tre squadre: Nekki rossi, Chikuma bianchi e Kurogane neri in base al rendimento. Chiaramente il preside enfatizzava le capacità dei suoi studenti "Kurogane" e Hohenheim avrebbe dovuto ammettere che sembravano bravini. Nulla di eccezionale però. O di degno di nota. Sembravano fatti con lo stampino.

    Si trovavano nel cortile, dove i vari studenti facevano a gara per impressionare il Kazekage.
    Colpivano i bersagli con le armi a distanza. Tirano di scherma con il dadao. I più abili sanno persino fare una trasformazione decente.
    Tra tutti, soltanto uno dei ragazzi se ne stava in disparte. L'unico che non indossava nessuna delle tre uniformi colorate.

    È seduto in un angolo del cortile a gambe incrociate, i capelli viola e biondi sparati per aria. Posa la schiena al muro e guarda in aria. Alza la mano al cielo e indica le nuvole. Muove il dito, sembra quasi che voglia disegnare qualcosa.

    Se avesse chiesto informazioni al preside quello avrebbe replicato: Yugi Mutou, un poco di buono. L'unica cosa che riesce a fare è disegnare. È un violento, silenzioso e distaccato dai ragazzi. Non ci si riesce a comunicare. Non è male come ninja ma penso che lo manderò in accademia. Ha avuto una storia tragica, la madre è morta di parto ed il padre era un violento ubriacone. La cronaca ufficiale dice che la sorella e il padre si sono ammazzati a vicenda ma io ci credo poco... quel ragazzo ha uno sguardo vuoto, privo di vita. Secondo me li ha ammazzati lui. Ha la morte dentro.

    Se avesse parlato con uno dei bambini la reazione sarebbe stata un po' diversa. Quello è Yugi. Gli piace disegnare e sta molto sulle sue. Non parla mai ma è bravissimo ad inventare giochi! È il più bravo ninja qui dentro e nessuno si azzarda a mettersi contro di lui.

    Certo, essere il più bravo ninja di quell'orfanotrofio non voleva dire granché. Specie visto che l'età dei ragazzi variava dai neonati ai dodicenni e Yugi era leggermente più grande.

    ***





    Mi giro sul fianco. Non riesco a dormire. Ho paura. È una di quelle notti... quelle in cui mi torna lei in sogno.

    Sono anche peggio di quelle in cui mi appare... lui.

    La cosa che ricordo di più di Anzu è l'odore dei suoi capelli. Rosa del deserto.

    Le lacrime mi solcano il volto e devo mordere il lenzuolo per non piangere. Non posso fare rumore. Non devo.

    Yugi...

    Anzu...

    Yugi... non posso più farcela. È successa una brutta cosa e... non potrò tenerlo nascosto ancora per molto.

    Anzu, possiamo farcela, possiamo scappare...

    No, Yugi. C'è solo un posto dove possiamo scappare. Devi venire anche tu con me, Yugi...

    Una lama, illuminata dalla luna. Per un momento temo che Anzu voglia farmi del male ma... invece si conficca il coltello nello stomaco. Non un lamento, non un sussurro. Siamo diventati bravissimi, a non fare rumore. Sappiamo che svegliare lui significa solo altra sofferenza.

    Le lacrime mi solcano il viso. Mordo il lenzuolo per non piangere.

    ***



    Faccio contento Kenichi, con una dozzina di disegni del Kazekage. Io voglio solo starmene per i fatti miei e lui non vuole che io faccia fare brutta figura ai suoi Kurogane neri. So che nessuno mi prenderà mai con se. So che non avrò mai una famiglia.

    E va bene così. Non ho più bisogno di nessuno.
    Le uniche cose buone che ha fatto questo posto sono state darmi un tetto sulla testa. Tre pasti caldi al giorno (non buoni, nutrienti o sostanziosi ma meglio di niente) e avermi insegnato ad usare le armi. E il ninjutsu. Dopo quella notte ho capito una cosa: non mi importa nulla della vita umana. Mia, o altrui. Siamo cadaveri che camminano e il lavoro dello shinobi è solo quello di accelerare il processo.

    Prima o poi estinguerò la razza umana. Un cadavere alla volta. O, più probabilmente, morirò io. Pace. L'unica cosa che mi preoccupa è chi si occuperà di dar da mangiare a Kuro.

    Sono seduto nel cortile. Guardo le nuvole nel cielo. Quella sembra un maiale a cui manca una zampa. Ah, aspetta. Se prendo un pezzo di quella nuvola la, e la metto li, posso fare un maiale con i tentacoli! Carino.
    Potrebbe essere un nuovo gioco!
    Puzzle nuvolare, chi crea la forma più bella vince!

    Giro lo sguardo per vedere se riesco a trovare Nico. Mhh no, niente. In compenso c'è un nuovo bambino assieme a Kenichi... ah... aspetta. Cavolo, quello è Hohenheim! Ma certo, è quel dannato Kazekage per cui stan facendo tutto questo casino! Dopo tutti i disegni che gli ho fatto lo riconoscerei ovunque.

    Che palle. Spero che non si accorga che l'ho visto. Torniamo a disegnare con le nuvole va. Sarebbe divertente però. Farsi adottare da un bambino più piccolo di me. Potrei fare il fratello maggiore. Gli preparerei da mangiare. Gli insegnerei a giocare a campana ninja. A tetris con i nunchaku. A kunai, shuriken e spiedo.

    Si, certo. Come no. Se tutto va bene mi farebbe fare il bagno nell'argilla. E poi mi farebbe esplodere. Chissà cosa si prova, ad esplodere. Una volta Kenichi aveva detto che ci sono dei cloni che portano le esperienze vissute all'originale una volta distrutti. Se imparassi quella tecnica... potrei sapere cosa si prova a farsi esplodere. O tagliarsi un braccio. Morire dissanguati. Potrei testare vari modi di uccidere qualcuno. Trovare quelli più dolorosi e più rapidi. E scegliere con quale metodo ammazzare qualcuno.

    Sei un bravo bambino? Morte rapida e indolore.
    Fai casino tutta la notte come Kuro quando è in calore? Lenta tortura, mangiato dai ratti!
     
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