Il kage e l'orfanoHohenheim e Yugi Mutou

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  1. - Hohenheim -
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    L’arte della Carta


    III



    Kuro e Yugi avevano accettato la sua offerta ed ora il trio stava viaggiando verso la Gilda. Sono onorato che il vostro clan abbia deciso di cercare candidati a Suna. Dimmi Kuro, come riuscite a trovare i candidati? E cosa cercate esattamente in queste persone? Chiese per pura curiosità. Il jonin aveva davvero avuto poco a che fare con le evocazioni, ad eccezione dei chirotteri del Mizukage - un’esperienza che a tratti avrebbe preferito non ricordare. Comunque, non aveva mai avuto il tempo o il modo di approfondire alcune questioni.

    Tra una chiacchiera e l’altra, sarebbero arrivati al dojo: Una Gilda è un’associazione di persone che sono accomunate da una stessa passione o professione. Lo scopo della gilda è quello di favorire la crescita dei suoi membri e proteggerli nel caso di bisogno. E’ come se fosse un villaggio nel villaggio, a ben pensarci. Questa gilda tutela gli artisti. Visto che siamo in un villaggio ninja, tutti o quasi tutti sono anche ninja. In questo luogo, però, la forza combattiva di un ninja non ha alcuna importanza. L’unica cosa che importa è il messaggio che porti con te e che vuoi trasmettere, e la tua abilità nel farlo! Andiamo da quella parte…

    Accompagnato Yugi nella sua stanza, e assegnatogli il suo compito, Hohenheim vide che il bambino si era buttato nell’esercizio con anima e corpo, venendone completamente assorbito. In effetti, non gli aveva fatto nemmeno una domanda o chiesto aiuto. Il che era segni di grande caparbietà.

    Fu per questo che il jonin non ebbe particolari remore a seguire Kuro, mentre il ragazzo sgobbava sull’argilla. Yugi è un abitante della Sabbia e, come tale, è mio compito proteggerlo e fare in modo che abbia le stesse possibilità di tutti gli altri, anche se non ha un cognome importante. Non mi è stato detto molto della sua storia, ma ho avuto la sensazione che non sia stato facile per lui. Tuttavia, per rispetto del ragazzo, non avrebbe chiesto alcuna informazione a riguardo.

    Ad ogni modo, Kuro volle ricambiare la sua gentilezza, dandogli la possibilità di condividere con lui alcune conoscenze sul senjustu. La cosa lo prese di sorpresa. Una tale proposta mi onora. Negli anni ho combattuto contro persone in grado di controllare il chakra naturale, quindi ne ho una conoscenza da battaglia, piuttosto che teorica. So tuttavia che sono quasi sempre gli animali ninja ad isegnarla e mi sono sempre chiesto il perchè. Che mi puoi dire a riguardo?

    Per il contratto, nessuna offesa! Ho sempre avuto il timore di legarmi ad un animale ninja perchè il mio modo di combattere si concilia male con l’avere compagni al mio fianco…tuttavia, ora che ne stiamo parlando, ti volevo chiedere: hai mai sentito parlare di Armi o Oggetti di evocazione? Me ne è stato parlato di recente: invece di evocare un animale, si evoca un oggetto che sia semi o completamente senziente. Nella storia pre accademica, i racconti dicono che Orochimaru, per esempio, potesse evocare dei grandi portali difensivi…conosci qualcosa di simile?


    L’idea di un’arma da evocazione lo interessava non poco.

    Ad ogni modo, poco dopo Kuro cercò di fargli capire come entrare in comunione con il chakra naturale, chiedendogli di prendere l’energia di un cactus. La sua spiegazione era piuttosto confusa e lo fece dubitare di aver ben compreso: Non posso nemmeno usare la percezione del chakra? E immagino che non ci sia bisogna di contatto fisico per prelevare l’energia di una pianta…o sbaglio? Almeno le persone contro cui aveva combattuto non ne avevano avuto bisogno…ma del resto che ne sapeva lui?

    Si mise in una posizione comoda e tentò di seguire le indicazioni del gatto. Nonostante la spiegazione confusa, aveva capito che doveva rilassarsi per fare in modo che il chakra scorresse verso di lui. Questo era diametralmente opposto alle arti ninja canoniche, dove bisognava immettere il chakra in oggetti, o impastarlo per emetterlo sotto forma di un ninjutsu. Tuttavia, Hohenheim immaginava che invertire il processo, almeno a livello concettuale, non doveva essere una cosa così complessa (?).

    C’era poi un altro elemento che lo turbava. Negli anni in cui aveva affinato le sue capacità da sensitivo, non aveva mai percepito alcun chakra naturale. O meglio dire, solo una volta ad Iwa, con l’Hokage, si era ritrovato in un posto dove ce ne doveva essere una concentrazione incredibile, perchè qualcosa avevano entrambi sentito.

    Mentre così ragionava, la sua mente stava scivolando rapidamente in uno stato meditativo. Quando era ancora un allievo all’interno del monastero del Giglio, c’era un esercizio molto semplice (quanto complesso) che si usava per facilitare il processo di entrata nella meditazione: si osservava un complesso nodo di corda e poi lo si scioglieva con la mente. Dopo anni di quella pratica, non aveva quasi più bisogno di arrivare alla fine dello scioglimento.

    La sua mente era vuota, salda ed il suo cuore aperto. I suoi sensi si estendevano attraverso il suo corpo verso l’esterno, captando ogni minimo suono o rumore. Era nel Qui e Ora. Cercò la stessa energia che aveva percepito quel giorno ad Iwa. Era un’energia basale, potente ed implacabile, ma ad Iwa era concentrata, probabilmente perchè si trovavano sulla bocca di un vulcano! In quel dojo, non ce ne era nemmeno l’ombra di un’energia così potente.

    Però forse era proprio questo il punto. Il chakra naturale esisteva nelle cose, nelle piante, e negli animali. Nell’aria che si respirava, ma ce ne era così poca che era impossibile da percepire a meno che non si faccia silenzio. E come le luci delle case di notte non permettono di vedere le stelle, Hohenheim capì che forse era il rumore del suo stesso chakra che gli impediva di sentire.

    Allora chiuse il suo Tentien, facendo in modo che in lui circolasse sempre meno chakra. Oscurando la sua forza. Un ninja non sensitivo avrebbe avuto molto più difficoltà a fare una cosa del genere, ma per uno studente alle prime armi forse sarebbe stato più facile per certi versi.

    Fu quando quasi non circolava più una briciola di chakra nel suo sistema circolatorio, che Hohenheim iniziò a percepire una leggera pressione. Un rumore di fondo, basale e debolissimo che a mala pena ricordava quello che aveva sentito ad Iwa, ma c’era ed era della stessa natura. Lo circondava, irradiandosi in prevalenza dal cactus che aveva così vicino, ma che permeava anche le travi di legno, il pavimento e persino l’aria che respirava.

    E mentre si beava di aver trovato quello che stava cercando, si accorse anche di star facendo una minima resistenza, che equivaleva alla quantità di chakra che girava nel suo sistema, per impedire al chakra naturale di entrare. Era una misura di sicurezza, in qualche modo, e se l’avesse fatta cadere si sarebbe ritrovato come dall’altra parte di una diga che crolla. Per un attimo ebbe timore di quello che sarebbe successo, ma poi lasciò andare.

    Nonostante l’energia naturale fosse poca, si riversò in lui come un torrente. Non solo quella del cactus, ma tutta quella che si trovava a portata. GH! Hohenheim si sentì strozzare metre l’energia riempiva rapidamente il suo tentien. Anche se la sua riserva di chakra era elevata, nulla poteva competere con la vastità dell’energia naturale. In tutto questo, anche se non si poteva vedere, il chakra naturale stava avendo effetto sul suo corpo. Le sue orecchie si erano leggermente allungate, diventando a punta. I suoi occhi si erano fatti dorati e la sua pupilla si era allungata in un taglio verticale, come quella di un gatto o un serpente.

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    Quando percepì quel cambiamento fisico, capì che era troppo. Doveva fermarsi, subito! Impastò una quantità Abissale di chakra, che esplose dal suo tentien riversandosi nel suo sistema circolatorio, andando a contrastare il flusso di chakra che arrivava dall’esterno.
    Dannazione!

    […]

    Completato il suo vaso e ritrovandosi da solo, Yugi non si perse d’animo ed uscì dalla stanza per cercare Kuro e Hohenheim. Non trovandoli, ebbe la buona idea di chiedere ad una ragazza della sua età che stava piegando della carta, in una forma base dell’arte degli orgami: una gru. Il suo nome era Emi: Il Kazekage? La bambina si guardò intorno, spaesata. Anche lei, come Yugi, si era persa nel suo compito. Scusami non lo so…EMI, hai finito con la gru? Una ragazza sui vent’anni, dalla pelle color ambra ed i capelli metà neri e metà grigi si avvicinò ai due ragazzi E tu devi essere nuovo. Io sono Ukita, ciao. Ti ho visto entrare con il Kazekage. Cosa fai qui di bello? Se le avesse detto che il Kazegage lo stava allenando, la ragazza gli avrebbe fatto un fischio:Wow che colpo! Sei mica un tipo famoso? Che ne so, un Kurogane o un Akasusa? Scusa non mi voglio fare gli affari tuoi…comunque ho visto il Kazekage da quella parte..però era molto concentrato a…bhè a guardare un cactus..che mi sembra una gran stupidata…sentiti anche noi ci stiamo allenando, ti va di unirti?

    Ukita gli avrebbe spiegato che erano entrambe delle manipolatrici della carta. Lei era una genin esperta in odore di chunin, mentre avrebbe fatto l’esame genin tra qualche mese, ma già sapeva far volare un foglietto di carta! Allora tenetevi pronti entrambi! Così dicendo, portò la mano sinistra avanti e dalla parete alla loro destra, iniziarono a volar via centinaia di fogli di carta che andarono a creare un cilindro vuoto, abbastanza grande da contenere i due ragazzini, quasi 5 metri di raggio.

    I fogli vorticavano l’uno sull’altro, quasi impossibili da distinguere l’uno dall’altro, ma il bello doveva ancora arrivare. Dapprima bianchi, i fogli iniziarono a colorarsi diventando un caleidoscopio di colori. Quindi si ordinarono prendendo le forme di persone, case e strade: in un battito di ciglia i due bambini erano in mezzo al mercato di Suna! Con centinaia di persone che entravano ed uscivano dal loro campo visivo cilindrico che era l’interno del tubo di carta. Era una scena molto dinamica, con un andarivieni continuo di cose e persone: mancavano solo i rumori a renderlo realistico al 100%.

    Ecco l’esercizio. Emi controlla la gru e nascondila all’interno della scena: puoi muoverla a piacimento e farle anche cambiare colore per mimetizzarti. Yugi invece dovrai trovare la gru in questo casino e colpirla con un kunai o shuriken, che trovi su quel tavolo. Mi raccomando, se sbagli sarai punto. Lo stesso vale per te, Emi, capito? Sì, sorellona!

    Così dicendo, la gru di Emi si sarebbe tuffata nella calca, sparendo rapidamente alla vista di Yugi. La gru era piccola, meno di un loro pugno, e molto rapida.[Note]La gru si muove con velocità variabile tra 100 e 200. A tratti acquisisce furtività 3. Inoltre, se Yugi avesse mancato la mira, un piccolo turbinio di carta si sarebbe staccato dalla parete per colpirlo al petto.

     
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