Il kage e l'orfanoHohenheim e Yugi Mutou

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  1. - Hohenheim -
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    Gomitolo


    IV



    Quei pochi dettagli che Hohenheim sentì sul ragazzo gli fecero stringere il cuore. Aveva sentito molte storie terribili - nel loro lavoro era facile incappare in casi del genere - però questo non toglieva nulla alla vicenda di Yugi. Hohenheim decise comunque di non indagare oltre sul passato del ragazzo. Avrebbe avuto modo di conoscerlo meglio e, se Yugi si fosse aperto a lui, allora lo avrebbe ascoltato volentieri.

    [—-]

    Il suo primo tentativo con il chakra naturale non era andato poi molto bene ma, dal commento di Kuro, intese che una cosa del genere era abbastanza comune. Avvertimi di queste cose per favore, Kuro. Avrebbe detto in tono gentile, sebbene leggermente preoccupato. Dannazione, era da anni che non si sentiva più come uno scolaretto, in particolar modo per questioni legate al controllo del chakra.

    Ad ogni modo, il gatto sparì per qualche tempo, il che diede modo ad Hohenheim di riflettere a quello che era successo e a quello che aveva provato. Si rendeva conto che prendere familiarità con il chakra naturale, quello che si provava a percepirlo e a sentirlo scorrere dentro di sè, era la chiave per imparare a padroneggiare quella tecnica,

    Per quando Kuro fosse ritornato, Hohenheim aveva già tentato un paio di volte nell’esercizio, perdendo il controllo tutte le volte, ma acquisendo familiarità con quella pratica. Un gomitolo? Ed esattamente come dovrebbe aiutarmi a controllare il chakra naturale? Il gatto, da pessimo maestro qual era, non sarebbe riuscito a formulare una risposta sufficientemente chiara, ma anche a questo il jonin si stava abituando.

    Toccare il gomitolo fu la prima cosa che gli venne in mente di fare. Aprire il suo occhio interiore percependo il chakra gli diede quasi subito la risposta che voleva: il gomitolo era, in un qualche modo, una calamita di chakra naturale ed una riserva di quell’energia allo stesso tempo. Hohenheim lo poteva sentire chiaramente, perchè era come se tendesse a risucchiare il chakra che era intorno a lui.

    Capisco…il gomitolo facilita a rilasciare il chakra naturale verso un obiettivo. E’ un modo preferenziale di indirizzare l’energia che scorre senza controllo verso il tentien e che immagino causi la trasformazione…

    Mentre diceva queste parole, si scoprì a realizzare che se il chakra naturale lo trasformava tanto più riempiva il suo tentien, allora quello che doveva fare per controllarlo era “corazzare” il suo centro di controllo del chakra, così che solo poco chakra naturale vi entrasse. Del resto, usare l’esplosione di chakra era un modo estremo di forzare il chakra naturale fuori dal suo sistema circolatorio. Però forse, con il gomitolo sarebbe stato più facile reindirizzare l’energia.

    Non rimaneva che provare. Mentre con una mano toccava la soffice palla di pelle, svuotò il suo chakra così che il chakra naturale, dall’esterno iniziò a scorrere verso le sue porte ed il tentien. Mentre sentiva che la trasformazione entrava in atto, Hohenheim tentò di bilanciare l’energia naturale con quella veniva da fuori. Era come bilanciare i due bracci di una bilancia molto instabile. Si accorse però, che il Gomitolo funzionava estremamente bene, anche con un novizio come lui. Già di base, tendeva ad assorbire parte che dell’energia che glia correva attraverso, e poi quando impastava molto chakra, il chakra naturale veniva naturalmente spinto verso di lui, come se fosse una passaggio che offrisse meno resistenza.

    Il bilanciamento richiese un pochino, ma alla fine, Hohenheim riuscì a trovare un punto in cui il chakra naturale scorreva placido nel suo corpo, una parte dirigendosi verso il suo tentien - controbilanciato da il suo chakra fisico e mentale - dall’altra verso la palla. Era un equilibrio molto precario ma, mano mano che riusciva a stare in quello stato, il gomitolo continuava ad ingrossarsi!

    Con un po’ di tempo, avrebbe raggiunto le dimensioni un bambino!

    [….]

    Non vuoi giocare eh? Disse infervorata la ragazza. A quel punto, tutte le pareti di carta intorno a loro sarebbero crollate, investendoli entrambi in un mare di foglietti che, sebbene non avrebbero fatto loro del male, certamente li avrebbero disorientati. Hai un animo dolce dietro quello sguardo cupo che hai. Ma ricorda, non giocare non è sempre un’opzione possibile e raramente è la soluzione. Che cosa voleva dire? C’erano forse altri modi in cui poteva soverchiare le regole del gioco? O forse il punto non era soverchiare le regole, ma il regolatore dietro il velo? Ukite, come sei permalosa…solo perchè il ragazzino ti ha fatto passare per una sadica ahha Mentre Ukite metteva il broncio e preparava una risposta acida, Yugi avrebbe potuto voltarsi a guardare chi era appena arrivato.

    Ashihei era un ragazzo di 25 anni, alto e slanciato, dalla pelle color caramello che vestiva con una leggera veste di lino color carta da zucchero. Come ti chiami ragazzo? Yugi bene…lascia stare il lancio dei coltelli. Le armi te le devi tenere ben strette! Così dicendo portò la mano davanti al petto e, con un movimento di prestigio, dove prima non c’era nulla. comparse una daga nella sua mano. E comunque l’arma più grande che avrai sarà sempre il tuo corpo. Noi Danzatori facciamo del nostro corpo l’arma più temibile e più elegante. Così dicendo indicò tre ragazzini, che in verità sembravano dei ragazzi di strada, i quali stavano correnti e saltando apparentemente senza meta, all’interno di quella che era una specie di gabbia ampia tre metri di lato,I Primi Fili sono i nostri apprendisti. Quello che stanno eseguendo è il passo fondamentale del nostro stile: il Movimento Perpetuo, lo riesci a vedere? In verità, Yugi non avrebbe notato nulla di particolare, solo che i tre ragazzzi, nonostante andassero alla loro velocità massima, non si toccavano mai in una traiettoria che, per i tre, cambiava con fluidità. In effetti, non si muovevano e basta, ma c’era una certa eleganza in quello che facevano.

    Perchè non ti unisci a loro? Rinforzare il tuo corpo è un esercizio che sicuramente ti servirà per il futuro, e non servono conoscenze particolari per iniziare questo tipo di esercizio. Dai, tengo io il vaso!

    Oltre al fatto che l’uomo sembrava aver riconosciuto senza problemi che la sua opera era in effetti un vaso, Yugi avrebbe potuto entrare la zona di allenamento dei Primi FIli e provare a fare quello che facevano loro. I due ragazzi e la ragazza che si stavano allenando si muovevano molto rapidamente ma non ci sarebbe stato pericolo di scontrarsi fin quando non si fosse mosso. Se invece lo studente avesse iniziato a correr e e saltare tra le pareti, invece, gli sarebbe servirti tutta la sua concentrazione per stare al passo degli altri in un sistema estremamente caotico.

     
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