Il kage e l'orfanoHohenheim e Yugi Mutou

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    Il kage e l'orfano


    il giorno del Kazekage



    È tradizione. Lei andrà a quell'orfanotrofio, Kazekage-sama. con queste parole Akane Shinkiro, una degli attendenti del Kazekage, avrebbe concluso il colloquio con il kage bambino.

    Hohenheim conosceva bene quel tono: non ammetteva repliche. Ma, forse, in fondo non gli sarebbe dispiaciuto più di tanto passare una giornata a visitare l'orfanotrofio di Suna. Quel luogo, aperto dal Kazekage Gaara, serviva ad accogliere gli orfani di Sunagakure.
    Il clima rigido del deserto, la tradizione militarista del villaggio e tante, piccole, tragedie facevano si che quel luogo fosse sempre pieno.
    Ogni tanto qualche membro di clan veniva a raccogliere un orfano, per rimpiazzare un figlio perduto. Le dicerie parlano che persino Gaara adottò uno degli orfani, anche se i pareri sono discordanti a riguardo.
    Per mantenere la tradizione del luogo gli orfani che non trovavano famiglia venivano indirizzati alla vita ninja, per mantenere intatte le fila dei ninja della sabbia.

    Un giorno ogni anno, il 21 ottobre, il Kazekage visitava l'orfanotrofio, passava in rassegna le truppe e, in qualche raro caso, adottava un bambino.
    Certo, chiedere a Hohenheim di adottare un bambino era una cosa un po' eccessiva e, probabilmente, sarebbe stata la prima replica che avrebbe rivolto all'anziana Shinkiro.

    Questo non significa che lei non possa visitare l'orfanotrofio. E, chissà, magari addestrare uno di quei giovanotti! I Kami sanno che manchiamo di buoni shinobi sunesi!

    La donna non rimarcava spesso le origini del Kage ma, tradizionalista com'era, non si era ancora adattata all'idea di un kage che non fosse parte di uno dei grandi clan. Figurarsi uno di origini straniere! Il suo sogno di vedere un Kage Shinkiro prima della propria morte sfumava sempre più. Tuttavia neanche lei poteva fare a meno di constatare che Hohenheim era il miglior ninja di Suna. L'unico degno di ricoprire la posizione di Kazekage.

    ***


    La mattina del ventuno ottobre, il giorno più importante dell'anno, l'orfanotrofio è in fermento.
    Il preside, Kenichi Kurogane (la tradizione voleva che il preside fosse un membro di quel clan), si era superato. Non aveva mai manifestato l'abilità innata del clan, sempre più rara, e dopo aver tentato più volte di divenire chunin senza successo era stato relegato in quella posizione dal clan, dove non avrebbe più potuto macchiare la reputazione dei nobili della sabbia.

    L'orfanotrofio era addobbato a festa e persino il suo elemento più problematico aveva dato una mano con le decorazioni. Numerosi disegni che ritraevano il kazekage abbellivano l'intera struttura.

    Hohenheim che evocava delle spade di luce.
    Hohenheim, armato di staffa che indossava un buffo cappello viola.
    Hohenheim che toccava uno specchio nel quale era riflessa una sua versione cattiva (si riconosceva dal ghigno malefico).
    Questi erano solo alcuni dei soggetti che decoravano l'orfanotrofio e che il kage avrebbe potuto notare mentre Kenichi gli illustrava la "prestigiosa" storia dell'istituto.
    Nonostante millantasse che le opere erano dei vari orfani un artista esperto come Hohenheim avrebbe capito presto che, nonostante la mano acerba, tutti quei disegni erano opera dello stesso autore. O autrice. Meglio evitare di assumere il genere di qualcuno, visto il periodo.

    Se Hohenheim avesse chiesto informazioni sull'autore il preside avrebbe svicolato, dicendo che si, effettivamente è vero che uno dei ragazzi era un bravo disegnatore ma... era l'unica cosa che sapesse fare.

    I bambini erano trattati bene, tre pasti caldi al giorno, allenamenti ninja al posto delle noiose lezioni scolastiche e due ore di gioco libero. Erano divisi in tre squadre: Nekki rossi, Chikuma bianchi e Kurogane neri in base al rendimento. Chiaramente il preside enfatizzava le capacità dei suoi studenti "Kurogane" e Hohenheim avrebbe dovuto ammettere che sembravano bravini. Nulla di eccezionale però. O di degno di nota. Sembravano fatti con lo stampino.

    Si trovavano nel cortile, dove i vari studenti facevano a gara per impressionare il Kazekage.
    Colpivano i bersagli con le armi a distanza. Tirano di scherma con il dadao. I più abili sanno persino fare una trasformazione decente.
    Tra tutti, soltanto uno dei ragazzi se ne stava in disparte. L'unico che non indossava nessuna delle tre uniformi colorate.

    È seduto in un angolo del cortile a gambe incrociate, i capelli viola e biondi sparati per aria. Posa la schiena al muro e guarda in aria. Alza la mano al cielo e indica le nuvole. Muove il dito, sembra quasi che voglia disegnare qualcosa.

    Se avesse chiesto informazioni al preside quello avrebbe replicato: Yugi Mutou, un poco di buono. L'unica cosa che riesce a fare è disegnare. È un violento, silenzioso e distaccato dai ragazzi. Non ci si riesce a comunicare. Non è male come ninja ma penso che lo manderò in accademia. Ha avuto una storia tragica, la madre è morta di parto ed il padre era un violento ubriacone. La cronaca ufficiale dice che la sorella e il padre si sono ammazzati a vicenda ma io ci credo poco... quel ragazzo ha uno sguardo vuoto, privo di vita. Secondo me li ha ammazzati lui. Ha la morte dentro.

    Se avesse parlato con uno dei bambini la reazione sarebbe stata un po' diversa. Quello è Yugi. Gli piace disegnare e sta molto sulle sue. Non parla mai ma è bravissimo ad inventare giochi! È il più bravo ninja qui dentro e nessuno si azzarda a mettersi contro di lui.

    Certo, essere il più bravo ninja di quell'orfanotrofio non voleva dire granché. Specie visto che l'età dei ragazzi variava dai neonati ai dodicenni e Yugi era leggermente più grande.

    ***





    Mi giro sul fianco. Non riesco a dormire. Ho paura. È una di quelle notti... quelle in cui mi torna lei in sogno.

    Sono anche peggio di quelle in cui mi appare... lui.

    La cosa che ricordo di più di Anzu è l'odore dei suoi capelli. Rosa del deserto.

    Le lacrime mi solcano il volto e devo mordere il lenzuolo per non piangere. Non posso fare rumore. Non devo.

    Yugi...

    Anzu...

    Yugi... non posso più farcela. È successa una brutta cosa e... non potrò tenerlo nascosto ancora per molto.

    Anzu, possiamo farcela, possiamo scappare...

    No, Yugi. C'è solo un posto dove possiamo scappare. Devi venire anche tu con me, Yugi...

    Una lama, illuminata dalla luna. Per un momento temo che Anzu voglia farmi del male ma... invece si conficca il coltello nello stomaco. Non un lamento, non un sussurro. Siamo diventati bravissimi, a non fare rumore. Sappiamo che svegliare lui significa solo altra sofferenza.

    Le lacrime mi solcano il viso. Mordo il lenzuolo per non piangere.

    ***



    Faccio contento Kenichi, con una dozzina di disegni del Kazekage. Io voglio solo starmene per i fatti miei e lui non vuole che io faccia fare brutta figura ai suoi Kurogane neri. So che nessuno mi prenderà mai con se. So che non avrò mai una famiglia.

    E va bene così. Non ho più bisogno di nessuno.
    Le uniche cose buone che ha fatto questo posto sono state darmi un tetto sulla testa. Tre pasti caldi al giorno (non buoni, nutrienti o sostanziosi ma meglio di niente) e avermi insegnato ad usare le armi. E il ninjutsu. Dopo quella notte ho capito una cosa: non mi importa nulla della vita umana. Mia, o altrui. Siamo cadaveri che camminano e il lavoro dello shinobi è solo quello di accelerare il processo.

    Prima o poi estinguerò la razza umana. Un cadavere alla volta. O, più probabilmente, morirò io. Pace. L'unica cosa che mi preoccupa è chi si occuperà di dar da mangiare a Kuro.

    Sono seduto nel cortile. Guardo le nuvole nel cielo. Quella sembra un maiale a cui manca una zampa. Ah, aspetta. Se prendo un pezzo di quella nuvola la, e la metto li, posso fare un maiale con i tentacoli! Carino.
    Potrebbe essere un nuovo gioco!
    Puzzle nuvolare, chi crea la forma più bella vince!

    Giro lo sguardo per vedere se riesco a trovare Nico. Mhh no, niente. In compenso c'è un nuovo bambino assieme a Kenichi... ah... aspetta. Cavolo, quello è Hohenheim! Ma certo, è quel dannato Kazekage per cui stan facendo tutto questo casino! Dopo tutti i disegni che gli ho fatto lo riconoscerei ovunque.

    Che palle. Spero che non si accorga che l'ho visto. Torniamo a disegnare con le nuvole va. Sarebbe divertente però. Farsi adottare da un bambino più piccolo di me. Potrei fare il fratello maggiore. Gli preparerei da mangiare. Gli insegnerei a giocare a campana ninja. A tetris con i nunchaku. A kunai, shuriken e spiedo.

    Si, certo. Come no. Se tutto va bene mi farebbe fare il bagno nell'argilla. E poi mi farebbe esplodere. Chissà cosa si prova, ad esplodere. Una volta Kenichi aveva detto che ci sono dei cloni che portano le esperienze vissute all'originale una volta distrutti. Se imparassi quella tecnica... potrei sapere cosa si prova a farsi esplodere. O tagliarsi un braccio. Morire dissanguati. Potrei testare vari modi di uccidere qualcuno. Trovare quelli più dolorosi e più rapidi. E scegliere con quale metodo ammazzare qualcuno.

    Sei un bravo bambino? Morte rapida e indolore.
    Fai casino tutta la notte come Kuro quando è in calore? Lenta tortura, mangiato dai ratti!
     
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    L’orfanotrofio


    I



    Non era esattamente che non gli facesse piacere andare all’orfanotrofio. Sapeva che era importante - così come quasi tutte le cose che gli venivano sottoposte - e per di più era una tradizione. La verità era che non si trovava esattamente a suo agio con i bambini. Era sempre stata così. Hohenheim era sempre stato più maturo dei suoi coetanei, e quindi non aveva mai relazionato con loro. Solo durante l’accademia, potendosi confrontare con persone più mature e più competenti nelle arti ninja, aveva davvero iniziato a legare con qualcuno. Sto andando…sto andando… come hai detto che si chiama il direttore dell’ orfanotrofio? Sospirando, avrebbe quindi preso il cappello da Kage ed il kimono più decente che avrebbe trovato a portata di mano per l’occasione, prima di uscire dal suo ufficio.

    […]

    Kenichi Kurogane stava davvero tentando di fare il suo meglio per dimostrare che i soldi che i il villaggio versava a quel posto erano ben spesi. Tralasciando il tentativo eccessivo di fare colpo su di lui, il che non gli faceva particolarmente piacere, Hohenheim fu compiaciuto nel vedere che, sotto lo smalto scintillante, comunque i ragazzi erano ben nutriti e ben curati, che era la cosa più importante. Rispetto a questo, l iniziazione alle arti ninja che i ragazzi avevano in quel luogo era un aspetto che, per quanto rilevante, passava in secondo piano per il Kage.

    Dopo aver visto quello che si promuoveva a Kiri sull’educazione giovanile con la Nuova Nebbia di Sangue, Hohenheim aveva deciso che si sarebbe tenuto ben lontano da inculcare alle nuove leve della Sabbia un’ideologia tanto cinica ed elitaria. Perciò, vedere che i ragazzi crescessero sani, che potessero sviluppare passioni diverse rispetto alla cultura della supremazia, esprimendosi per esempio nel disegno, era davvero molto importante.

    Sono molto colpito dall’ottimo lavoro che state facendo qui, direttore. Questi ragazzi avranno tempo per imparare il ninjutsu, ma questo è il momento decisivo nelle loro vite per imparare i valori che li porteranno ad essere ottimi ninja, se questo sarà il percorso che vorranno intraprendere. Si concentrò quindi sui disegni che lo ritraevano. Erano acerbi, ma riusciva a vedere che la mano che li aveva tracciati aveva un certo stile, ma che era un’anima tormentata. Chi ha disegnato questi? La risposta evasiva del direttore lo fece diventare sospettoso. Eppure il jonin decise di non insistere..era sicuro che lo avrebbe scoperto in ogni caso.

    L’occasione non ci mise molto a palesarsi. Poco più tardi, nel cortile dell’orfanotrofio, circondato dai ragazzi che si stavano esercitando nelle arti basilari del ninjutsu, Hohenheim vide un ragazzo che non si stava unendo alle esercitazioni. Quando un bambino gli disse che sapeva disegnare, non ci volle molto a fare due più due. MI piacerebbe scambiare due parole con Yougi direttore Disse senza dare ulteriori spiegazioni ed il direttore fu abbastanza intelligente da non impedirglielo direttamente, ma piuttosto tentò di portare la sua attenzione verso altri ragazzi. In effetti, il Kage era sempre più o meno circondato da bambini che gli facevano domande (i più sfacciati) o che semplicemente lo stavano ad ascoltare. Yougi non si univa alla folla. Perchè era così attratto da quel ragazzo? Qualcosa che aveva visto nei suoi disegni? Capendo che continuando così non sarebbe mai riuscito ad interagire con il ragazzo, decise di cambiare approccio. Direttore, i vostri ragazzi mi hanno mostrato di cosa sono capaci, forse è il caso che anche io ricambi il favore! Così dicendo, Hohenheim avrebbe prelevato un po’ ’ dell’argilla che aveva con sè e, in men che non si dica, avrebbe creato un enorme Simulacro dalla forma di una quercia secolare. L’albero si sarebbe innalzato per almeno 20 metri nel cortile, con ampi rami che sostenevano quello che sembrava un percorso creato apposto per i. Essere esplorato dai bambini, con altalene, scivoli, e parti sospese. Lo stupore in mezzo al gruppo sarebbe stato notevole e, con ogni probabilità, avrebbe colto anche l’attenzione di Yugi.

    Ti piace la mia creazione? Avrebbe detto una voce alle spalle del ragazzo. Voltandosi, Yugi avrebbe visto un ragazzo più o meno della sua stessa età, vestito in un kimono molto semplice, che gli stava rivolgendo la parola. Osservandolo bene in faccia, avrebbe notato che quello era proprio Hohenheim! Ma come era possibile? Il Kazekage era ancora sotto l’albero a far giocare i suoi compagni! Quello? E’ solo una copia di argilla. Farà le mie veci mentre io mi faccio un giro…vuoi venire con me? Probabilmente il ragazzo sarebbe stato abbastanza confuso da acconsentire. Ottimo! Lo avrebbe preso alla cintola e, con un solo balzo, avrebbe saltato oltre il confine sud della scuola, sparendo alla vista del direttore e di tutti gli altri bambini.

    Oltre il muro, Hohenheim ed il ragazzo atterrarono sul soffice: il Kage aveva predisposto un altro dei suoi simulacri - una tigre di argilla, abbastanza grande da farli stare in groppa comodamente. Andiamo! Al suo comando, la tigre fece un balzo in avanti, iniziando a correre tra. I vicoli di Suna. Con un balzo fu quindi sui tetti piatti delle case: Ho visto i tuoi disegni Yugi. Hai una buona mano e talento…hai mai pensato di provare anche con la scultura…potresti diventare un ottimo manipolatore di argilla! La tigre aveva fatto un ultimo salto, portandosi dal tetto di una casa fino ad una grande roccia sporgente della grande cinta di roccia che conteneva il villaggio. Facendo salti impossibili, stavano conquistando la cima.

    Arrivati fin su, il ragazzo forse avrebbe potuto vedere per la prima volta il villaggio dall’alto in tutta la sua magnificenza. Una vista invero solo per i Guardiani delle Mura di Suna. Bello vero? E’ uno dei miei posti preferiti, uno di quelli che mi fa venir voglia di modellare e creare nuove forme con l’argilla. Ti andrebbe di disegnare qualcosa per me ora? Cosa avrebbe risposto ora? Avrebbe capito a cosa mirava il Kazekage?
     
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    Il Kage e l'orfano


    Post Secondo



    Osservo di sottecchi il Kazekage mentre osserva i Kurogane Neri dar sfoggio delle loro arti ninja. Nulla di eccezionale, però devo ammettere che sono bravi, rispetto agli altri.
    Il loro "status" all'interno dell'orfanotrofio è meritato e se c'è una cosa da dire a favore di Kenichi è che almeno ci crede sul serio.
    Crede veramente in quello che fa, nel dare speranza a degli orfani attraverso il ninjutsu.

    Ogni tanto, di sottecchi, do uno sguardo al Kazekage. È vero che non ho desiderio di mettermi in mostra ma sono comunque curioso. Il massimo che ho visto, come ninja, è Kenichi. E tutti sanno che non è altro che un genin fallito. Eppure è molto, molto più forte di me.

    Se Hohenheim è più forte di lui almeno quanto lui lo è rispetto a me, o rispetto ai ragazzi... ne vedrei delle belle!

    Il Kazekage ad un certo punto sembra voler dare dimostrazione delle sue capacità, stando a quel che dice. Mi alzo in piedi e lo osservo.

    Il bambino estrae una sostanza biancastra da dietro la schiena e inizia a manipolarla. La famosa tecnica del Kazekage. L'argilla inizia a gonfiarsi e crea un gigantesco albero bianco.

    Rimango a bocca aperta! Ci sono i rami, le foglie! Un'altalena! È proprio come gli alberi delle oasi, me li ricordo da quando siamo andati in gita!

    In un istante i ragazzi si sono dimenticati degli esercizi di Kenichi e di far colpo sul Kazekage e hanno iniziato a giocare. Sono tornati bambini.

    Neppure io, con i miei giochi, sono mai riuscito a creare questo effetto in loro e... quasi quasi... forse... persino io, potrei?

    Non mi accorgo delle lacrime che mi scendono dagli occhi.

    Ti piace la mia creazione?

    Sobbalzo, salto in avanti, cado a terra ma faccio una capriola ed estraggo un coltello da cucina nascosto sotto la cintura. Un'arma impropria, ma letale se affilata nel corso degli anni come avevo fatto io.

    Sono pronto a uccidere. Non sarebbe la prima volta.

    Ka-Kazekage-sama?

    Mi porto la mano sinistra davanti alla bocca, rinfodero il coltello e mi alzo in piedi.

    Mi volto alle spalle e vedo un altro Kazekage che sta giocando con i bambini. Deve essere quella famosa tecnica dei cloni di cui mi parlava Kenichi.

    Chiudo la bocca e cerco di darmi un contegno. Se mi comportassi troppo male potrei compromettere la possibilità di uno dei miei fratelli di venire adottato da Hohenheim.

    Quello? E’ solo una copia di argilla. Farà le mie veci mentre io mi faccio un giro…vuoi venire con me?

    Faccio spallucce. Perché no?

    Hohenheim mi si avvicina Ottimo! Mi afferra alla cintola. Che voglia mostrarmi un qualche taijutsu... E sono per aria! Che diavolo!

    Mi gira la testa, mi guardo attorno ma vedo solo delle macchie luminose. Sbatto le palpebre. Sono seduto sopra una cosa... morbida. Hohenheim è di fronte a me. Ci stiamo muovendo. Guardo in basso. Sono sopra una cosa bianca, altra argilla?

    Figo, quindi può fare anche degli animali?

    La bestia inizia a correre lungo i vicoli di Suna. Ogni tanto sono uscito dall'orfanotrofio, assieme a Kuro, durante la notte ma devo ammettere che di giorno Sunagakure fa tutto un altro effetto.
    Di giorno e a una velocità pazza!

    Yeeee!

    È una cosa incredibile! La tigre salta sui muri e in cima ai tetti delle case. Che figata!

    Fa un balzo, un altro e un altro ancora! Salta di tetto in tetto, sempre più in alto verso le mura del canyon di roccia.

    Ho visto i tuoi disegni Yugi. Hai una buona mano e talento…hai mai pensato di provare anche con la scultura…potresti diventare un ottimo manipolatore di argilla!

    Io? Un manipolatore di argilla? Creare giochi per i bambini e belve per andare in giro per il villaggio? E far esplodere le cose?

    Siiii!

    Gli rispondo senza neanche pensarci. Solo adesso mi rendo conto che non so scolpire l'argilla. Non l'ho mai fatto.

    La bestia fa un alto balzo, siamo sulle mura di roccia che circondano il villaggio.

    Inizia a scalare le mura, guidata da Hohenheim. Che voglia arrivare fino in cima? Non ho mai neppure sognato di andare in cima alle mura di Suna, figurarsi arrivarci davvero!

    Il cuore mi batte forte. Non ci credo. Lo stiamo facendo davvero!

    L'animale arriva davvero fino in cima. Non appena si ferma balzo giù e guardo il villaggio di Suna dall'alto.



    Stendo lo sguardo in lontananza. Il deserto si stende a perdita d'occhio, quasi a proteggere quel gioiello che è il nostro villaggio. Una perla fragile, costantemente minacciata dalle avverse condizioni climatiche.

    Sono a bocca aperta.

    Bello vero? E’ uno dei miei posti preferiti, uno di quelli che mi fa venir voglia di modellare e creare nuove forme con l’argilla. Ti andrebbe di disegnare qualcosa per me ora?

    Annuisco tre volte nel giro di un secondo. Sorrido. Non mi sento così emozionato da... da non ricordo più quando.

    Mi blocco. Non ho nulla per disegnare con me. Il sorriso si trasforma in un broncio. Guardo il kazekage. Gli faccio un gesto con la mano, pollice e indice sono tesi a formare una L, il resto della mano è chiuso a pugno e la ruoto.

    Non ho di che disegnare con me.

    Se in qualche modo Hohenheim fosse riuscito a procurarmi degli oggetti adeguati mi sarebbero brillati gli occhi e avrei fatto un inchino profondissimo.

    Avrei quindi iniziato a disegnare sul mio foglio, o altro strumento adeguato. Ben presto il Kazekage avrebbe potuto riconoscere che stavo disegnando quel paesaggio... anche se c'erano delle linee di troppo sul centro. Ci sarebbe voluta una mezz'ora abbondante ma, alla fine, la mia opera d'arte è pronta.

    Prendo il foglio e lo mostro con orgoglio al Kazekage. È quel paesaggio, la vista di Suna dalla cima delle mura. Ci sono io. C'è Hohenheim. Ci sono tutti i bambini dell'orfanotrofio, la signora Kurumi che viene due volte a settimana a fare le pulizie e ad insegnare alle ragazze come si comporta una signorina per bene. Persino Kenichi, che sorride (cosa rara per lui). E un gattino nero, accoccolato sulla mia testa, a malapena visibile in mezzo alle spine che mi ritrovo sul capo.

    Mentre gli mostro il disegno il Kage si sarebbe potuto accorgere di un gattino nero che gli sarebbe arrivato da dietro le spalle, lo avrebbe ignorato e si sarebbe diretto verso di me. Avrebbe fatto le fusa attorno alle mie gambe.

    Kuro guarda in alto, e miagola. Non ha fame, è solo desideroso di attenzioni.



    OT Direi che si può fare un post di legame tra i PG e se vuoi puoi iniziare ad allenare Yugi, vedi tu. Ovviamente sei libero di interagire anche con Kuro come preferisci. Dal prossimo iniziamo anche con la tua parte, sempre che tu non cambia idea nel frattempo ;) /OT
     
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    La gilda degli artisti


    II



    Yugi si stava divertendo, e questo era un bene. Hohenheim non era stato attirato dal ragazzo solo per il suo talento artistico, ma anche per l’aura tetra che ogni tanto si dipanava dalla sua figura. Nulla di concreto, come il chakra, ma solo una sensazione. Eppure, se il ragazzo riusciva ancora a provare gioia, allora non era troppo tardi per lui.

    Un artista porta sempre con se gli strumenti della sua arte, ricordalo! Disse vedendo che il ragazzo era sprovvisto di carta e matita. Con un rapido gesto, Hohneheim avrebbe quindi evocato un rotolo di richiamo, che avrebbe passato al ragazzo. La penna l’aveva sempre con sè - del resto, nel suo lavoro doveva firmare sempre un sacco di cose!

    Osservò il ragazzo cimentarsi nel disegno. Così come aveva fatto all’orfanotrofio, il suo stile era decisamente basato sul realismo e, a parte qualche difetto tecnico, era molto buono. E questo chi è? Avrebbe chiesto, indicando il gatto che era stato raffigurato. In realtà, non dovette aspettare molto, che probabilmente lo stesso gatto sarebbe comparso tra le sue gambe e si sarebbe diretto verso il disegnatore.

    Oh..ma gaurda….e lui com’è salito fin qua su? Non solo l’animale era stato piuttosto rapido, ma decisamente agile a scalare la parete di roccia. Così, quasi istintivamente, il jonin percepì il chakra del bambino e dell’animale. Vide senza problemi una forza tenue emanarsi da Yugi, compatibile con il livello di forza di un ragazzo della sua età alle prese con i fondamenti del ninjutsu. Ma…diavolo…il gatto aveva praticamente la stessa forza!!! Era un gatto ninja? Mi spiace.. Disse rivolgendosi direttamente all’animale, questa volta Non avevo idea che fossi un gatto ninja. Piacere di conoscerti, io sono Hohenheim. Aveva già imparato a parlare? Quasi sicuramente era abbastanza intelligente da capirlo.

    Sei pieno di sorprese Yugi. Non solo hai il tocco artistico, ma sembra che tu sia il favorito di un animale senziente, il che vuol dire molte cose…come saprai, è usanza che il Kazekage prenda sotto la sua ala uno degli orfani. Molti vengono adottati in questo modo, ma io non posso fare una cosa del genere…Tuttavia, se vuoi, puoi diventare mio discepolo. Ti insegnerò quello che so sul ninjutsu, e anche sull’arte se è questo che desideri. Cosa ne pensi? Forse era stato un po’ impacciato ma, del resto, questa era la prima volta che prendeva un orfano come allievo. Se il giovane avesse risposto di sì, avrebbe detto:Molto bene, allora direi di spostarci alla Gilda dove avremo tutti gli strumenti per iniziare con qualcosa di semplice. Chiaramente, Kuro, sei più che benvenuto!

    […]

    A bordo della tigre, il gruppo avrebbe impiegato cinque minuti a raggiungiungere un alto edificio di argilla e sabbia, nello stile sunese, che era recintato muro perimetrale. Il muro definiva un giardino di pietra e ghiaia, con poche piante grasse a dare un tocco di verde. All’interno, si apriva un’enorme sala, dove diverse persone stavano eseguendo pitture, sculture e disegni. Tutti avrebbero fatto un inchino al Kazekage passandogli vicino. Anch’io ho imparato l’arte di manipolare l’argilla qui. E’ uno dei dopo/studi allestiti da membri della Gilda di cui faccio parte. Come sai, noi manipolatori di argilla non abbiamo un clan…questo è quello che assomiglia di più ad una cosa del genere. Da questa parte. Avrebbe fatto quindi accomodare il ragazzo in una stanza piuttosto ampia, dieci metri per dieci. A terra c’erano assi di legno lucidate e un ampio tavolo contornato da sedie basse. Hohenheim avrebbe lasciato la stanza, dando il tempo a Yugi di acclimatarsi. Una volta tornato, aveva con sè un sacchetto ed aveva portato un vaso.

    Mise l’oggetto su una piattaforma al centro del tavolo, e quindi vuotò il contenuto del sacco, un po’ davanti a sè ed un po’ davanti a Yugi. Subito si avvertì quello che era l’odore di terra.La scultura, come tutta l’arte in generale, è un atto pratico. Ho capito che non ti si mai cimentato con la scultura, quindi questo sarà un ottimo modo per iniziare. Lo faremo insieme… Disse sedendosi affianco a lui ed iniziando a prendere una parte dell’argilla che aveva davanti. Cerchiamo di replicare il vaso? Nulla di troppo difficile, ma occhio. Questa argilla non è come il pongo che si usa a scuola. Solo un ninja può manipolarla. Così dicendo, si sarebbe chiuso nel silenzio del lavoro, invitando il ragazzo a fare lo stesso. Tuttavia, ben presto Yugi si sarebbe accorto che non era così facile: semplicemente l’argilla non stava in piedi! O meglio dire, la sua argilla non riusciva a prendere una forma. Il Kazekage se la stava cavando più che bene. Cosa faceva di diverso?
     
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    Il Kage e l'orfano


    Post Terzo - La gilda degli artisti



    Un artista porta sempre con se gli strumenti della sua arte, ricordalo!

    Abbasso il capo. Non mi sono mai definito un "artista". Semplicemente un ragazzo a cui piace disegnare, giocare e fare cose. Le parole del Kazekage tuttavia mi colpiscono. Mi sento come... se avessi fatto una mancanza ma... non so come spiegarlo. In modo diverso rispetto a quell'uomo.

    Mentre mio padre esprimeva il suo disappunto senza alcun senso o logica, e non dava mai spiegazioni per il suo comportamento (anzi, a parte il suo classico "Muto! Devi Stare Muto!" spesso la stessa azione in momenti diversi poteva dare risultati diversi) Hohenheim sembrava più... come dire... come se volesse incoraggiarmi. Non capisco bene la cosa. Ma da adesso in poi dovrò sempre portarmi dietro carta e penna.

    ***



    Kuro? E che diavolo ci fa qua? Eh? Kuro un gatto ninja? Ma che sta dicendo?

    In risposte alle affermazioni del Kazekage, Kuro si lecca la zampa sinistra, se la passa sul viso e... risponde!

    Meoh... A quanto pare il Kazekage non è così semplice da ingannare come questo ragazzo.

    Si allunga sulle zampe anteriori. Il mio nome è Kuro e sono stato mandato qui a Suna alla ricerca di ninja che possano legarsi alla nostra colonia di Neko no Shima.

    Fissa il suo sguardo su di me. Tu sei uno di questi. Un Candidato. Oltre a te c'è... un altro.

    Non ci capisco molto di queste cose. Candidato? Isola dei felini.

    Perché non mi hai mai detto che sai parlare?

    Kuro sbadiglia: Non avrebbe fatto grossa differenza. Né tu né io siamo dei gran conversatori.

    Faccio di si con la testa. In effetti ha ragione.

    Hohenheim si alza in piedi:

    Sei pieno di sorprese Yugi. Non solo hai il tocco artistico, ma sembra che tu sia il favorito di un animale senziente, il che vuol dire molte cose…come saprai, è usanza che il Kazekage prenda sotto la sua ala uno degli orfani. Molti vengono adottati in questo modo, ma io non posso fare una cosa del genere…Tuttavia, se vuoi, puoi diventare mio discepolo. Ti insegnerò quello che so sul ninjutsu, e anche sull’arte se è questo che desideri. Cosa ne pensi?

    Eh? Io? Allievo del Kazekage? Spalanco la bocca. Kuro mi artiglia la caviglia: Di di si, scemo. Quando ti ricapita?

    Ancora con la bocca mezza aperta muovo la testa in su e in giù una decina di volte.

    Molto bene, allora direi di spostarci alla Gilda dove avremo tutti gli strumenti per iniziare con qualcosa di semplice. Chiaramente, Kuro, sei più che benvenuto!

    Il gatto salta sulla cima del suo parente di argilla Vorrei ben vedere!

    Non lo dava a vedere ma star dietro alla bestia di Hohenheim doveva averlo stancato un pochino.

    Mi accomodo anch'io sopra il quadrupede e accarezzo Kuro che si accoccola. Ci avviciniamo a un edificio alto, una specie di torre? Ha un recinto attorno, un muro di sabbia e argilla.

    Entriamo in groppa all'animale ma, una volta nel giardino, la bestia si ferma, si piega in avanti e Hohenheim scende. Lo seguo con un piccolo balzo, seguito subito dopo da Kuro.

    Mi guardo attorno ma il giardino, spoglio di ornamenti, non mi da alcun indizio su quel luogo ma, se Hohenheim l'ha scelto, ci dev'essere un valido motivo.

    Entriamo dentro l'edificio e, come molti edifici di quel tipo, le prime costruzioni sunesi (Kenichi ci teneva che sapessimo la storia del villaggio, anche se ovviamente parteggiava un po' troppo per i Kurogane) si apriva in una larga stanza che rappresentava il centro della vita del nucleo familiare che abitava nella torre.

    Solo che li non abitava, come avrei potuto pensare, la famiglia di Hohenheim ma... un gruppo abbastanza eterogeneo di persone.
    Un vecchietto che scalpella un uomo muscoloso fatto di roccia, una signora sulla ventina che dipinge una natura morta. Un ragazzo vestito di verde che danza con due ventagli. Sul fondo della sala una ragazza più o meno della mia età, capelli castani e occhi verdi, che sta piegando dei foglietti di carta.

    Strano. Quella è una cosa che non ho mai visto fare. Chissà che cos'è e perché vuole buttare così dell'ottima carta per disegnare. Forse vuole liberarsi di alcuni schizzi in modo... artistico? [Nota: ne approfitto sia per inserire un appiglio futuro per gli origami, anche per questa giocata se vuoi, che per ampliare il discorso della gilda di artisti anche ad altre ts di Suna se vorrai svilupparlo in futuro. Dopotutto siamo il villaggio che più si presta tra argilla, carta, danzatori e marionettisti... c'è l'imbarazzo della scelta]

    Il vecchietto che scalpella si volta verso di noi, e si inchina. Hohenheim ricambia e si volta verso di me: Anch’io ho imparato l’arte di manipolare l’argilla qui. E’ uno dei dojo/studi allestiti da membri della Gilda di cui faccio parte. Come sai, noi manipolatori di argilla non abbiamo un clan…questo è quello che assomiglia di più ad una cosa del genere. Da questa parte.

    Si volta, e prosegue verso il retro.

    Cos'è una Gilda?

    La domanda mi esce spontanea, automatica. Senza pensare. Se fossi stato ancora... nella mia vecchia dimora mi sarei beccato una vergata (nei giorni buoni) e un "Te devi stare zitto! Muto devi stare!"

    Dopo l'eventuale risposta Hohenheim mi fa entrare in una stanza laterale. Il pavimento è di legno lucido e al centro c'è un ampio tavolo contornato da sedie. Dev'essere dedicato ad una particolare forma d'arte.

    Mi siedo su una di quelle sedie e Hohenheim mi lascia da solo. Kuro salta in cima al tavolo. Allora Yugi... che ti pare?

    Sorrido. Vorrei far venire anche Yuki e gli altri ragazzi qui. Si divertirebbero un mondo!

    Lui sbaglia. Potresti chiedere a Kenichi e a Hohe di organizzare una gita con i ragazzi dell'orfanotrofio.

    Spalanco gli occhi: questa si che è un'idea geniale!

    Hohenheim torna dentro la stanza portando un vaso. Rimango in silenzio. Per quanto si tratti di un ragazzo più giovane di me, per quanto abbia un fare molto cordiale... è pur sempre il Kazekage e, da adesso, il mio sensei.

    Mi tiro dritto con la schiena e osservo ogni suo movimento.
    Il sensei posa il vaso al centro del tavolo. La scultura, come tutta l’arte in generale, è un atto pratico. Ho capito che non ti si mai cimentato con la scultura, quindi questo sarà un ottimo modo per iniziare. Lo faremo insieme…

    Hohenheim estrae un sacchetto da dietro la schiena e lo molla vicino a me. Rovescia parte del suo contenuto sul tavolo. L'odore di terra mi permea le narici. La tocco con le mani, è una sostanza morbida e bianca. Argilla?

    Il sensei si siede al mio fianco e prende parte di quella terra Cerchiamo di replicare il vaso? Nulla di troppo difficile, ma occhio. Questa argilla non è come il pongo che si usa a scuola. Solo un ninja può manipolarla.

    Prendo un altro po' di quella terra bianca e cerco di impastarla. Formo una palla ma mi si sfalda tra le mani. Ci riprovo ma non riesco. Sembra come se quella terra mi si stesse rivoltando contro.

    Sbircio il sensei e lui già aveva finito il suo vaso. Una copia perfetta. Se non fosse per il diverso colore dei due oggetti non avrei saputo dire che uno era di terracotta e uno di argilla.

    Quindi è questa la bravura del kage artista?

    Kuro sale sul tavolo. Si avvicina alle mie mani. Da un'annusata all'argilla che sto impastando e si sposta verso Hohenheim. Miagola e fa cenno al Kazekage di seguirlo. Lasciamolo solo. Prima o poi ci arriverà, Kazekage.

    Kuro si sarebbe quindi prima spostato nella sala grande, e poi sarebbe uscito dall'edificio, voltandosi ogni 5 o 6 passi per accertarsi che Hohenheim lo stesse seguendo. Una volta fuori si sarebbe avvicinato ad uno dei cactus e si sarebbe seduto di fronte ad esso.

    Voglio ringraziarti. Yugi è un ragazzo con... dei problemi. Penso che la compagnia e l'addestramento che potrai fornirgli gli possa fare bene.

    Dopo un'eventuale risposta, avrebbe continuato. Che non si dica che noi dell'isola dei felini siamo degli ingrati. Vorrei ricambiare la tua gentilezza... ma non posso farti legare a noi. Il nostro capo è molto... intransigente. E tu non gli andresti a genio.

    Si sarebbe stiracchiato. Posso però insegnarti un vecchio trucco di noi felini. Di solito lo riserviamo ai nostri Candidati più promettenti ma... direi che per il Kazekage posso fare un'eccezione.

    Dopo la risposta del Kage Bambino avrebbe rincarato la dose. Dimmi, Kazekage, hai mai sentito parlare del Senjutsu?

    Il Senjutsu, la tecnica dei saggi e degli eremiti. Una tipologia di chakra che solo chi era in comunione con la natura e i suoi abitanti più selvaggi poteva padroneggiare. Sicuramente qualche voce doveva essere arrivata ad Hohenheim.

    Iniziamo con qualcosa di semplice. Prova a percepire il chakra di questo cactus. Ma... non usare le tue capacità da sensitivo. Cerca di far fluire il suo chakra nel tuo. Di accettarlo come parte di te. Devi sperimentare... l'abbandono. Il lasciarti andare in qualcosa di più grande di te. Vedi come... come se tu fossi argilla... al contrario. Come se dovessi essere tu a farti plasmare dalla corrente dell'universo.

    Il processo avrebbe richiesto diverso tempo sia per la difficoltà della cosa che per l'abilità del suo insegnante tuttavia Hohenheim era un allievo d'eccellenza: il kazekage.

    ***



    Mi ci vollero una dozzina di tentativi prima di comprendere che dovevo cercare di impastare chakra nell'argilla.

    Solo un ninja può manipolarla.

    Ci sarei dovuto arrivare prima. Ed è questa rivelazione che mi fa comprendere come anche quella gilda, in modo simile all'orfanotrofio di Kenichi, era un modo per selezionare dei ninja. Ninja artisti, come Hohenheim. E come me.

    Mi devo dimostrare degno del mio sensei. Uso il chakra per impastare nell'argilla, per darle forma. Grazie al chakra, che già sapevo sfruttare per qualche tecnica di base, potevo solidificare l'argilla in delle forme. Inizio creando una sfera, poi la allungo verso l'alto creando una palla con una colonna sopra di essa. Non va bene. Troppa terra sotto e troppo poca sopra. Riformo la mia sfera ma la rendo più piatta, quasi come un disco schiacciato. Poi inizio a gonfiarla in mezzo e a lasciarle un buco al centro. Piano piano prendo le parti esterne del disco e le reimpasto nella colonna.

    Faceva un po' cagare, ma era pur sempre un vaso. Forse. Diciamo che sapendo che doveva essere un vaso si sarebbe potuta indovinare la forma.

    Che ne pensi, sensei?

    Mi guardo attorno. Non c'è nessuno. Non mi sono nemmeno accorto che lui e Kuro sono usciti. Completamente immerso nella mia "arte".

    Prendo il vaso, ancora con dell'argilla sul viso e in mezzo ai capelli e cammino fuori. Devo stare attento a non cadere o rischio di romperlo. Mi guardo attorno. Mi avvicino alla ragazza che stava facendo quelle cose con la carta, l'artista più vicina a me.

    Ciao. Sai dov'è andato Hohenheim-sensei?

    Si morde la lingua e non alza lo sguardo dal suo tavolo. Sta piegando un foglio di carta a metà e sta percorrendo la piega. Finisce di lisciare quel foglio, alza un braccio e indica l'ingresso della Gilda.

    Faccio un paio di passi verso il centro della stanza. Poi mi volto. Grazie. Piacere, io sono Yugi. Mi volto di nuovo e saltello verso l'esterno.

    Mi faccio ombra con il vaso per ripararmi dalla luce del sole sunese. Aspetto qualche secondo che i miei occhi si abituino e poi mi guardo attorno. Vedo il sensei seduto di fronte a un cactus, assieme a Kuro.

    Corro verso di loro. Sensei! Hohenheim-sensei! Guarda il vaso che ho fatto!

    Mi sarei fermato solo una volta arrivato vicino a lui. Mi sarei seduto al suo fianco e avrei posato il vaso di fronte a lui. Non me ne sarei andato prima di aver ricevuto la sua opinione su quella mia prima scultura.



    OT Iniziamo anche la parte di addestramento per l'eremitica. Dato il livello del tuo pg ti ritrovi ad avere a che fare con un sensei inetto. Per questa prima parte un qualcosa di introspettivo. Se vuoi puoi descrivere anche la tua trasformazione in Modalità Eremita con annessi "orpelli" fisiologici. Ricorda che ad insegnarti è un felino e che, in questo primo post, non mi aspetto che tu abbia successo al primo colpo ;) /OT
     
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    L’arte della Carta


    III



    Kuro e Yugi avevano accettato la sua offerta ed ora il trio stava viaggiando verso la Gilda. Sono onorato che il vostro clan abbia deciso di cercare candidati a Suna. Dimmi Kuro, come riuscite a trovare i candidati? E cosa cercate esattamente in queste persone? Chiese per pura curiosità. Il jonin aveva davvero avuto poco a che fare con le evocazioni, ad eccezione dei chirotteri del Mizukage - un’esperienza che a tratti avrebbe preferito non ricordare. Comunque, non aveva mai avuto il tempo o il modo di approfondire alcune questioni.

    Tra una chiacchiera e l’altra, sarebbero arrivati al dojo: Una Gilda è un’associazione di persone che sono accomunate da una stessa passione o professione. Lo scopo della gilda è quello di favorire la crescita dei suoi membri e proteggerli nel caso di bisogno. E’ come se fosse un villaggio nel villaggio, a ben pensarci. Questa gilda tutela gli artisti. Visto che siamo in un villaggio ninja, tutti o quasi tutti sono anche ninja. In questo luogo, però, la forza combattiva di un ninja non ha alcuna importanza. L’unica cosa che importa è il messaggio che porti con te e che vuoi trasmettere, e la tua abilità nel farlo! Andiamo da quella parte…

    Accompagnato Yugi nella sua stanza, e assegnatogli il suo compito, Hohenheim vide che il bambino si era buttato nell’esercizio con anima e corpo, venendone completamente assorbito. In effetti, non gli aveva fatto nemmeno una domanda o chiesto aiuto. Il che era segni di grande caparbietà.

    Fu per questo che il jonin non ebbe particolari remore a seguire Kuro, mentre il ragazzo sgobbava sull’argilla. Yugi è un abitante della Sabbia e, come tale, è mio compito proteggerlo e fare in modo che abbia le stesse possibilità di tutti gli altri, anche se non ha un cognome importante. Non mi è stato detto molto della sua storia, ma ho avuto la sensazione che non sia stato facile per lui. Tuttavia, per rispetto del ragazzo, non avrebbe chiesto alcuna informazione a riguardo.

    Ad ogni modo, Kuro volle ricambiare la sua gentilezza, dandogli la possibilità di condividere con lui alcune conoscenze sul senjustu. La cosa lo prese di sorpresa. Una tale proposta mi onora. Negli anni ho combattuto contro persone in grado di controllare il chakra naturale, quindi ne ho una conoscenza da battaglia, piuttosto che teorica. So tuttavia che sono quasi sempre gli animali ninja ad isegnarla e mi sono sempre chiesto il perchè. Che mi puoi dire a riguardo?

    Per il contratto, nessuna offesa! Ho sempre avuto il timore di legarmi ad un animale ninja perchè il mio modo di combattere si concilia male con l’avere compagni al mio fianco…tuttavia, ora che ne stiamo parlando, ti volevo chiedere: hai mai sentito parlare di Armi o Oggetti di evocazione? Me ne è stato parlato di recente: invece di evocare un animale, si evoca un oggetto che sia semi o completamente senziente. Nella storia pre accademica, i racconti dicono che Orochimaru, per esempio, potesse evocare dei grandi portali difensivi…conosci qualcosa di simile?


    L’idea di un’arma da evocazione lo interessava non poco.

    Ad ogni modo, poco dopo Kuro cercò di fargli capire come entrare in comunione con il chakra naturale, chiedendogli di prendere l’energia di un cactus. La sua spiegazione era piuttosto confusa e lo fece dubitare di aver ben compreso: Non posso nemmeno usare la percezione del chakra? E immagino che non ci sia bisogna di contatto fisico per prelevare l’energia di una pianta…o sbaglio? Almeno le persone contro cui aveva combattuto non ne avevano avuto bisogno…ma del resto che ne sapeva lui?

    Si mise in una posizione comoda e tentò di seguire le indicazioni del gatto. Nonostante la spiegazione confusa, aveva capito che doveva rilassarsi per fare in modo che il chakra scorresse verso di lui. Questo era diametralmente opposto alle arti ninja canoniche, dove bisognava immettere il chakra in oggetti, o impastarlo per emetterlo sotto forma di un ninjutsu. Tuttavia, Hohenheim immaginava che invertire il processo, almeno a livello concettuale, non doveva essere una cosa così complessa (?).

    C’era poi un altro elemento che lo turbava. Negli anni in cui aveva affinato le sue capacità da sensitivo, non aveva mai percepito alcun chakra naturale. O meglio dire, solo una volta ad Iwa, con l’Hokage, si era ritrovato in un posto dove ce ne doveva essere una concentrazione incredibile, perchè qualcosa avevano entrambi sentito.

    Mentre così ragionava, la sua mente stava scivolando rapidamente in uno stato meditativo. Quando era ancora un allievo all’interno del monastero del Giglio, c’era un esercizio molto semplice (quanto complesso) che si usava per facilitare il processo di entrata nella meditazione: si osservava un complesso nodo di corda e poi lo si scioglieva con la mente. Dopo anni di quella pratica, non aveva quasi più bisogno di arrivare alla fine dello scioglimento.

    La sua mente era vuota, salda ed il suo cuore aperto. I suoi sensi si estendevano attraverso il suo corpo verso l’esterno, captando ogni minimo suono o rumore. Era nel Qui e Ora. Cercò la stessa energia che aveva percepito quel giorno ad Iwa. Era un’energia basale, potente ed implacabile, ma ad Iwa era concentrata, probabilmente perchè si trovavano sulla bocca di un vulcano! In quel dojo, non ce ne era nemmeno l’ombra di un’energia così potente.

    Però forse era proprio questo il punto. Il chakra naturale esisteva nelle cose, nelle piante, e negli animali. Nell’aria che si respirava, ma ce ne era così poca che era impossibile da percepire a meno che non si faccia silenzio. E come le luci delle case di notte non permettono di vedere le stelle, Hohenheim capì che forse era il rumore del suo stesso chakra che gli impediva di sentire.

    Allora chiuse il suo Tentien, facendo in modo che in lui circolasse sempre meno chakra. Oscurando la sua forza. Un ninja non sensitivo avrebbe avuto molto più difficoltà a fare una cosa del genere, ma per uno studente alle prime armi forse sarebbe stato più facile per certi versi.

    Fu quando quasi non circolava più una briciola di chakra nel suo sistema circolatorio, che Hohenheim iniziò a percepire una leggera pressione. Un rumore di fondo, basale e debolissimo che a mala pena ricordava quello che aveva sentito ad Iwa, ma c’era ed era della stessa natura. Lo circondava, irradiandosi in prevalenza dal cactus che aveva così vicino, ma che permeava anche le travi di legno, il pavimento e persino l’aria che respirava.

    E mentre si beava di aver trovato quello che stava cercando, si accorse anche di star facendo una minima resistenza, che equivaleva alla quantità di chakra che girava nel suo sistema, per impedire al chakra naturale di entrare. Era una misura di sicurezza, in qualche modo, e se l’avesse fatta cadere si sarebbe ritrovato come dall’altra parte di una diga che crolla. Per un attimo ebbe timore di quello che sarebbe successo, ma poi lasciò andare.

    Nonostante l’energia naturale fosse poca, si riversò in lui come un torrente. Non solo quella del cactus, ma tutta quella che si trovava a portata. GH! Hohenheim si sentì strozzare metre l’energia riempiva rapidamente il suo tentien. Anche se la sua riserva di chakra era elevata, nulla poteva competere con la vastità dell’energia naturale. In tutto questo, anche se non si poteva vedere, il chakra naturale stava avendo effetto sul suo corpo. Le sue orecchie si erano leggermente allungate, diventando a punta. I suoi occhi si erano fatti dorati e la sua pupilla si era allungata in un taglio verticale, come quella di un gatto o un serpente.

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    Quando percepì quel cambiamento fisico, capì che era troppo. Doveva fermarsi, subito! Impastò una quantità Abissale di chakra, che esplose dal suo tentien riversandosi nel suo sistema circolatorio, andando a contrastare il flusso di chakra che arrivava dall’esterno.
    Dannazione!

    […]

    Completato il suo vaso e ritrovandosi da solo, Yugi non si perse d’animo ed uscì dalla stanza per cercare Kuro e Hohenheim. Non trovandoli, ebbe la buona idea di chiedere ad una ragazza della sua età che stava piegando della carta, in una forma base dell’arte degli orgami: una gru. Il suo nome era Emi: Il Kazekage? La bambina si guardò intorno, spaesata. Anche lei, come Yugi, si era persa nel suo compito. Scusami non lo so…EMI, hai finito con la gru? Una ragazza sui vent’anni, dalla pelle color ambra ed i capelli metà neri e metà grigi si avvicinò ai due ragazzi E tu devi essere nuovo. Io sono Ukita, ciao. Ti ho visto entrare con il Kazekage. Cosa fai qui di bello? Se le avesse detto che il Kazegage lo stava allenando, la ragazza gli avrebbe fatto un fischio:Wow che colpo! Sei mica un tipo famoso? Che ne so, un Kurogane o un Akasusa? Scusa non mi voglio fare gli affari tuoi…comunque ho visto il Kazekage da quella parte..però era molto concentrato a…bhè a guardare un cactus..che mi sembra una gran stupidata…sentiti anche noi ci stiamo allenando, ti va di unirti?

    Ukita gli avrebbe spiegato che erano entrambe delle manipolatrici della carta. Lei era una genin esperta in odore di chunin, mentre avrebbe fatto l’esame genin tra qualche mese, ma già sapeva far volare un foglietto di carta! Allora tenetevi pronti entrambi! Così dicendo, portò la mano sinistra avanti e dalla parete alla loro destra, iniziarono a volar via centinaia di fogli di carta che andarono a creare un cilindro vuoto, abbastanza grande da contenere i due ragazzini, quasi 5 metri di raggio.

    I fogli vorticavano l’uno sull’altro, quasi impossibili da distinguere l’uno dall’altro, ma il bello doveva ancora arrivare. Dapprima bianchi, i fogli iniziarono a colorarsi diventando un caleidoscopio di colori. Quindi si ordinarono prendendo le forme di persone, case e strade: in un battito di ciglia i due bambini erano in mezzo al mercato di Suna! Con centinaia di persone che entravano ed uscivano dal loro campo visivo cilindrico che era l’interno del tubo di carta. Era una scena molto dinamica, con un andarivieni continuo di cose e persone: mancavano solo i rumori a renderlo realistico al 100%.

    Ecco l’esercizio. Emi controlla la gru e nascondila all’interno della scena: puoi muoverla a piacimento e farle anche cambiare colore per mimetizzarti. Yugi invece dovrai trovare la gru in questo casino e colpirla con un kunai o shuriken, che trovi su quel tavolo. Mi raccomando, se sbagli sarai punto. Lo stesso vale per te, Emi, capito? Sì, sorellona!

    Così dicendo, la gru di Emi si sarebbe tuffata nella calca, sparendo rapidamente alla vista di Yugi. La gru era piccola, meno di un loro pugno, e molto rapida.[Note]La gru si muove con velocità variabile tra 100 e 200. A tratti acquisisce furtività 3. Inoltre, se Yugi avesse mancato la mira, un piccolo turbinio di carta si sarebbe staccato dalla parete per colpirlo al petto.

     
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    Il kage e l'orfano


    Post Quarto



    Sono onorato che il vostro clan abbia deciso di cercare candidati a Suna. Dimmi Kuro, come riuscite a trovare i candidati? E cosa cercate esattamente in queste persone?

    Alla domanda del Kazekage il felino si sarebbe prima lisciato il pelo, torto la testa verso sinistra, raddrizzata la testa, e aperto la bocca.

    Piacerebbe saperlo anche a me. Non è una cosa che scegliamo è più… istintivo. Quando incontriamo un candidato lo sappiamo e basta. A volte è un gesto che fanno, più spesso una sensazione. Come dire… è come se certe persone avessero la giusta aura. Qui a Suna ce ne sono persino due. È una cosa rarissima. Il
    primo l’hai conosciuto, è Yugi. Ho capito che fosse un candidato quando mi ha dato da mangiare un po' della sua zuppa.
    Ho capito che è speciale.


    Sul secondo, almeno per il momento, non si sarebbe pronunciato.

    ***



    Yugi è un abitante della Sabbia e, come tale, è mio compito proteggerlo e fare in modo che abbia le stesse possibilità di tutti gli altri, anche se non ha un cognome importante. Non mi è stato detto molto della sua storia, ma ho avuto la sensazione che non sia stato facile per lui.

    Kuro sbadiglia, lasciando intravedere i denti affilati: No. Non lo è stato. Te ne accorgerai tu stesso quando lo sentirai piangere nel sonno, o svegliarsi urlando. Quel ragazzo… ha dell’oscurità nel suo cuore.

    La domanda del Kage bambino sulle armi da evocare lascia sbigottito il gattino. No, non ne so nulla. Se davvero si può… non è che potresti insegnare a Yugi a evocare un gomitolo gigante?

    Piega la testa sul lato sinistro, come fa sempre quando pensa, e poi prova a inventare una risposta: Una volta ho ascoltato una di quelle noiose lezioni di quell’umano su voi ninja. Parlava di un gruppo di costruttori… Burattinai mi pare li avesse chiamati, che evocano delle armi. Forse qualcuno di loro può aiutarti?

    [Nota: Kuro non ha informazioni in merito ma la cosa più sensata che può dirti credo sia questa. Il contratto dei felini non è mio, per cui non posso inventarmi cose al momento. Questa però è una traccia che penso tu
    possa sviluppare, magari anche con Shunsui.]


    ***



    L’esplosione di chakra non passò inosservata da parte di Kuro, che si limita ad aprire la bocca, stupito.

    Ah, già, mi sono scordato che c’era questo rischio! Controllare il chakra naturale è difficile e rischi dimtrasformarti in un gatto! Per fortuna che hai interrotto il flusso.

    Apre gli occhi e sorride Ma certo, basta solo che mi faccia prestare quella cosa. Aspettami qui! Oppure allenati ancora tanto, dovesse andar male, ti basterebbe ripetere quella esplosione chakrica, no?

    Ad Hohenheim scegliere cosa fare mentre Kuro si allontana, sparendo in mezzo a due palazzi. Sarebbe tornato dopo una mezz’ora circa.
    Giunto di fronte al Kazekage sputa una piccola pallina di filo azzurro. Se l’avesse presa in mano Hohe si sarebbe accorto che era lana, ma di fattura molto diversa da quella a cui era abituato.

    Questo è il sacro gomitolo dell’isola dei felini, usato da generazioni per l’addestramento dei Candidati degni di accedere ai segreti del chakra naturale afferma il gattino con gran deferenza.
    Se avesse chiesto informazioni in merito Kuro gli avrebbe detto che era il suo prossimo esercizio.

    Quando ti senti trasformare immetti il chakra naturale del gomitolo e potrai prevenire la trasformazione. Il gomitolo si gonfierà e tu potrai allenarti ancora. Prova e riprova fino a quando non riesci a controllare la trasformazione perfettamente! Ah si, mi ha detto Komachi che se riesci a fare un gomitolo gigante ti addestrerà lui stesso.

    [Nota: vedila come la versione felina dello strumento che usano i rospi per impedire a naruto di rospizzarsi e diventare pietra. Come al solito Kuro è un pessimo insegnante ma, come sai, la cosa è voluta. Puoi superare la prova in diversi modi: dal ripeti l’esercizio X volte finché non diventi bravo oppure… potresti ingegnarti per trovare una cosa più carina per risolvere il problema, o magari anche anticipare qualche mio insegnamento futuro. Sentiti libero di esplorare. Se riesci nell’esercizio del gomitolo gigante dal prossimo post vediamo di fare le cose più attive.]


    *** Yugi Mutou***



    Mi avvicino alla ragazza, con in mano il mio vaso di argilla. Ciao. Sai dov'è andato Hohenheim-sensei?

    Si morde la lingua e finisce la piega sulla carta che sta facendo. Il Kazekage? Eh... si. Il Kazekage. Ancora non ci credo. Allievo del Kazekage. Kenichi si brucerà tutto, quando lo saprà. Scusami non lo so…

    Chino la testa in basso per salutarla. Mi volto, faccio un paio di passi, poi mi rigiro. Dovrei cercare Hohenheim-sensei ma... la curiosità è troppo forte.

    Cos'è quella cosa che stai facendo?

    EMI, hai finito con la gru? Mi giro verso la direzione della voce. È un'altra ragazza, più grande di questa. Forse lei mi potrà aiutare.

    E tu devi essere nuovo. Io sono Ukita, ciao. Ti ho visto entrare con il Kazekage. Cosa fai qui di bello?

    Sollevo il vaso di argilla.

    Yugi. Mutou. Hohenheim-sensei mi ha insegnato a scolpire l'argilla come fa lui.

    Non credo di sembrare molto convinto.

    Wow che colpo! Sei mica un tipo famoso? Che ne so, un Kurogane o un Akasuna? Scusa non mi voglio fare gli affari tuoi…comunque ho visto il Kazekage da quella parte..però era molto concentrato a…bhè a guardare un cactus..che mi sembra una gran stupidata…sentiti anche noi ci stiamo allenando, ti va di unirti?

    Scuoto la testa. Non so che sia un Akasuna, Kenichi non li ha mai menzionati come clan. Kurogane... anche li, Kenichi è sempre stato molto chiaro: il modo migliore per uscire dall'orfanotrofio e avere una bella vita è manifestare i poteri magnetici, ed entrare nel clan Kurogane.

    Beh, chissene, secondo me è molto meglio farsi addestrare dal Kazekage in persona!

    Ah, forse ha capito che non mi voglio unire a loro.

    Si, mi unisco volentieri, ma cosa state facendo?

    Ukita si riempie di orgoglio e mi spiega come lei e Emi siano manipolatrici di carta. Ukita sta quasi per diventare chunin, ha la promozione in tasca dice lei, ed Emi... Emi diventerà una genin tra pochi mesi. Ma già sa far volare un foglietto di carta.

    Poso il vaso sul tavolo, di fianco agli origami (ha detto che si chiamano così?) di Emi. Mi iniziano a far male le braccia e secondo me Ukita continuerà a parlare per ore di quanto lei e sua sorella siano brave.

    Non capisco che ci sia di speciale nel far volare un aeroplanino di carta. Lo facevo sempre quando mi annoiavo a lezione e non mi sembra difficile...

    Allora tenetevi pronti entrambi!

    Allunga la mano e dei fogli di carta si staccano dal muro! Cavoli! Quindi è questo che vuol dire manipolare la carta?!

    I fogli di carta iniziano a volteggiare tutto attorno a noi e rinchiudono me ed Emi dentro una prigione.

    Tu hai idea di cosa voglia fare la tua sensei?

    I fogli iniziano a colorarsi e a vorticare tra loro. Quindi con la carta si possono fare queste cose? Che figo! Molto meglio dell'argilla questa cosa qua!

    Ma Ukita non aveva ancora finito! I fogli iniziarono a sovrapporsi e da diversi colori crearono un immagine. Varie bancarelle, prodotti di vario tipo, persone.

    Uao! Voglio imparare anch'io a fare questa cosa qua!

    Potrei prendere il disegno che ho fatto prima e trasformarlo in un vero quadro vivente! I miei fratellini ne sarebbero entusiasti!

    Ecco l’esercizio. Emi controlla la gru e nascondila all’interno della scena: puoi muoverla a piacimento e farle anche cambiare colore per mimetizzarti. Yugi invece dovrai trovare la gru in questo casino e colpirla con un kunai o shuriken, che trovi su quel tavolo. Mi raccomando, se sbagli sarai punto. Lo stesso vale per te, Emi, capito?

    Emi annuisce, tutta concentrata. Si morde la lingua, come faceva quando piegava le figure di carta. Si, sorellona.

    Ah, quindi sono sorelle.

    Afferro uno shuriken con la mano sinistra. È più leggero e posso farci traiettorie migliori rispetto al Kunai per cui dovrebbe essere più semplice colpire la gru, no?

    La gru si tuffa dentro la moltitudine di fogli di carta. Non la vedo più. Emi è concentratissima.

    Che bel gioco, Ukita. Anch'io li faccio sempre coi miei fratellini.

    Prendo un secondo Shuriken con l'altra mano.

    Scruto le figure di carta per cercare di vedere la gru. Eccola! È una cosa azzurra su uno sfondo rosso, non posso mancarla! Lancio lo Shuriken ma, non appena lo scaglio la gru si sposta! È velocissima! L'ho mancata!

    Un passante si dissolve in fogli di carta che mi si scagliano contro: Ma che diamine! Non faccio in tempo a pensare a muovermi, anche se dentro la prigione ne avrei tutto lo spazio. Chiudo le braccia e incasso.

    Cavoli. Non scherzava mica quando diceva di pungere. Devo concentrarmi se non voglio farmi male. Prendo un kunai. La prossima volta ci penso io a fregarti, Emi.

    Cammino avanti e indietro nel caleidoscopio. Se do meno margine alla gru per muoversi dovrei riuscire a colpirla più facilmente. In questo modo riesco a restringere un cono di posizioni possibili per la gru. Prima o poi si dovrà muovere dentro il mio campo visivo.

    La gru può cambiare colore per mimetizzarsi, devo prenderla in un momento in cui si sposta da uno sfondo all'altro. E devo cambiare posizione anch'io. Se cambio il mio punto di vista la posizione degli oggetti cambia. È solo una proiezione sui fogli della prigione. Almeno credo.

    Eccola, la gru. Un uccello color sabbia sopra delle mele colorate. Allora la mia idea funziona!

    Ora devo solo farmi furbo. Lancio il Kunai, bersagliando un punto vicino alla gru, alla mia sinistra. Per scappare dovrà per forza andare verso la mia destra e, li, troverà ad attenderla Il mio shuriken, scagliato con traiettoria circolare. Certo, avrebbe potuto tenere ferma la gru, ma sono sicuro che Emi si farebbe prendere dal panico. È normale, anch'io penserei che mi vorrebbero colpire la gru.

    Il Kunai va a vuoto e, mentre il turbine di carta mi colpisce alla schiena [Ferita Leggera] il mio shuriken colpisce la gru di carta! Mi sono così concentrato sul colpire la gru che non ho pensato alla rappresaglia del turbine di carta. Inarco la schiena in avanti e mi lascio scappare un gemito.

    Ora però succede una cosa che non mi aspetto. Un altro turbine di carta si stacca e colpisce Emi. Ahia!

    Mi avvicino. Ehi, Emi. Stai bene? Lei annuisce, non mi aspettavo che Ukita avrebbe colpito anche lei.

    Questo gioco non mi piace. Non c'è modo di vincere senza fare del male a Emi.

    Incrocio le braccia. Resto fermo.

    Che fai? Emi mi guarda stupito.

    Non gioco più.

    Gli occhi della ragazza si ingigantiscono. Che dici? Ci stiamo allenando!

    Allora non mi alleno più con Ukita. Voglio tornare da Hohenheim-sensei.

    Ma... ma...

    Non c'è modo di vincere a questo gioco, Emi. Se sbaglio mi faccio male io, e va bene. Ma se colpisco la gru ti fai male tu. E questo non mi piace. L'unico modo per vincere a questo gioco... è non giocare. Ukita ha detto "chi sbaglia viene punito". Quindi, per vincere, basta non sbagliare. E il modo migliore per farlo, è non giocare. Se non giochiamo, vinciamo.

    Certo, a quel punto Ukita potrebbe semplicemente farci attaccare dai turbini di carta e finirla qua ma... non voglio far del male alla mia compagna di allenamento! Persino Kenichi ci faceva usare le armi vere solo contro i manichini!


    OT So che immagino sia una fine che non ti aspettavi ma... Yugi è fatto così ahahaha /OT
     
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    Gomitolo


    IV



    Quei pochi dettagli che Hohenheim sentì sul ragazzo gli fecero stringere il cuore. Aveva sentito molte storie terribili - nel loro lavoro era facile incappare in casi del genere - però questo non toglieva nulla alla vicenda di Yugi. Hohenheim decise comunque di non indagare oltre sul passato del ragazzo. Avrebbe avuto modo di conoscerlo meglio e, se Yugi si fosse aperto a lui, allora lo avrebbe ascoltato volentieri.

    [—-]

    Il suo primo tentativo con il chakra naturale non era andato poi molto bene ma, dal commento di Kuro, intese che una cosa del genere era abbastanza comune. Avvertimi di queste cose per favore, Kuro. Avrebbe detto in tono gentile, sebbene leggermente preoccupato. Dannazione, era da anni che non si sentiva più come uno scolaretto, in particolar modo per questioni legate al controllo del chakra.

    Ad ogni modo, il gatto sparì per qualche tempo, il che diede modo ad Hohenheim di riflettere a quello che era successo e a quello che aveva provato. Si rendeva conto che prendere familiarità con il chakra naturale, quello che si provava a percepirlo e a sentirlo scorrere dentro di sè, era la chiave per imparare a padroneggiare quella tecnica,

    Per quando Kuro fosse ritornato, Hohenheim aveva già tentato un paio di volte nell’esercizio, perdendo il controllo tutte le volte, ma acquisendo familiarità con quella pratica. Un gomitolo? Ed esattamente come dovrebbe aiutarmi a controllare il chakra naturale? Il gatto, da pessimo maestro qual era, non sarebbe riuscito a formulare una risposta sufficientemente chiara, ma anche a questo il jonin si stava abituando.

    Toccare il gomitolo fu la prima cosa che gli venne in mente di fare. Aprire il suo occhio interiore percependo il chakra gli diede quasi subito la risposta che voleva: il gomitolo era, in un qualche modo, una calamita di chakra naturale ed una riserva di quell’energia allo stesso tempo. Hohenheim lo poteva sentire chiaramente, perchè era come se tendesse a risucchiare il chakra che era intorno a lui.

    Capisco…il gomitolo facilita a rilasciare il chakra naturale verso un obiettivo. E’ un modo preferenziale di indirizzare l’energia che scorre senza controllo verso il tentien e che immagino causi la trasformazione…

    Mentre diceva queste parole, si scoprì a realizzare che se il chakra naturale lo trasformava tanto più riempiva il suo tentien, allora quello che doveva fare per controllarlo era “corazzare” il suo centro di controllo del chakra, così che solo poco chakra naturale vi entrasse. Del resto, usare l’esplosione di chakra era un modo estremo di forzare il chakra naturale fuori dal suo sistema circolatorio. Però forse, con il gomitolo sarebbe stato più facile reindirizzare l’energia.

    Non rimaneva che provare. Mentre con una mano toccava la soffice palla di pelle, svuotò il suo chakra così che il chakra naturale, dall’esterno iniziò a scorrere verso le sue porte ed il tentien. Mentre sentiva che la trasformazione entrava in atto, Hohenheim tentò di bilanciare l’energia naturale con quella veniva da fuori. Era come bilanciare i due bracci di una bilancia molto instabile. Si accorse però, che il Gomitolo funzionava estremamente bene, anche con un novizio come lui. Già di base, tendeva ad assorbire parte che dell’energia che glia correva attraverso, e poi quando impastava molto chakra, il chakra naturale veniva naturalmente spinto verso di lui, come se fosse una passaggio che offrisse meno resistenza.

    Il bilanciamento richiese un pochino, ma alla fine, Hohenheim riuscì a trovare un punto in cui il chakra naturale scorreva placido nel suo corpo, una parte dirigendosi verso il suo tentien - controbilanciato da il suo chakra fisico e mentale - dall’altra verso la palla. Era un equilibrio molto precario ma, mano mano che riusciva a stare in quello stato, il gomitolo continuava ad ingrossarsi!

    Con un po’ di tempo, avrebbe raggiunto le dimensioni un bambino!

    [….]

    Non vuoi giocare eh? Disse infervorata la ragazza. A quel punto, tutte le pareti di carta intorno a loro sarebbero crollate, investendoli entrambi in un mare di foglietti che, sebbene non avrebbero fatto loro del male, certamente li avrebbero disorientati. Hai un animo dolce dietro quello sguardo cupo che hai. Ma ricorda, non giocare non è sempre un’opzione possibile e raramente è la soluzione. Che cosa voleva dire? C’erano forse altri modi in cui poteva soverchiare le regole del gioco? O forse il punto non era soverchiare le regole, ma il regolatore dietro il velo? Ukite, come sei permalosa…solo perchè il ragazzino ti ha fatto passare per una sadica ahha Mentre Ukite metteva il broncio e preparava una risposta acida, Yugi avrebbe potuto voltarsi a guardare chi era appena arrivato.

    Ashihei era un ragazzo di 25 anni, alto e slanciato, dalla pelle color caramello che vestiva con una leggera veste di lino color carta da zucchero. Come ti chiami ragazzo? Yugi bene…lascia stare il lancio dei coltelli. Le armi te le devi tenere ben strette! Così dicendo portò la mano davanti al petto e, con un movimento di prestigio, dove prima non c’era nulla. comparse una daga nella sua mano. E comunque l’arma più grande che avrai sarà sempre il tuo corpo. Noi Danzatori facciamo del nostro corpo l’arma più temibile e più elegante. Così dicendo indicò tre ragazzini, che in verità sembravano dei ragazzi di strada, i quali stavano correnti e saltando apparentemente senza meta, all’interno di quella che era una specie di gabbia ampia tre metri di lato,I Primi Fili sono i nostri apprendisti. Quello che stanno eseguendo è il passo fondamentale del nostro stile: il Movimento Perpetuo, lo riesci a vedere? In verità, Yugi non avrebbe notato nulla di particolare, solo che i tre ragazzzi, nonostante andassero alla loro velocità massima, non si toccavano mai in una traiettoria che, per i tre, cambiava con fluidità. In effetti, non si muovevano e basta, ma c’era una certa eleganza in quello che facevano.

    Perchè non ti unisci a loro? Rinforzare il tuo corpo è un esercizio che sicuramente ti servirà per il futuro, e non servono conoscenze particolari per iniziare questo tipo di esercizio. Dai, tengo io il vaso!

    Oltre al fatto che l’uomo sembrava aver riconosciuto senza problemi che la sua opera era in effetti un vaso, Yugi avrebbe potuto entrare la zona di allenamento dei Primi FIli e provare a fare quello che facevano loro. I due ragazzi e la ragazza che si stavano allenando si muovevano molto rapidamente ma non ci sarebbe stato pericolo di scontrarsi fin quando non si fosse mosso. Se invece lo studente avesse iniziato a correr e e saltare tra le pareti, invece, gli sarebbe servirti tutta la sua concentrazione per stare al passo degli altri in un sistema estremamente caotico.

     
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    Il kage e l'orfano


    Post Quinto



    Kuro osserva annoiato il kazekage mentre Hoheinheim si allena con il gomitolo, fino ad appisolarsi.

    Quando il bambino prodigio finì l'impresa del gomitolo Kuro si sarebbe stiracchiato, alzato e si sarebbe avvicinato al gomitolo artigliandolo con le proprie zampe.

    Non male Kuro sbadiglia Ma non abbastanza per far interessare Komachi. Vorrà dire che dovrò finire io di addestrarti, Hohenheim-sama!

    Kuro si struscia attorno alle gambe del Kazekage e, d'incanto, il chakra naturale che Hohenheim aveva accumulato venne assorbito dal felino!

    Komachi mi ha detto di informarti che ci sono molti modi per sfruttare il chakra naturale. Immaginalo come un potenziamento del chakra normale! Si beh, non è proprio così, ma fa capire il concetto, vero?

    Se Hohenheim non avesse capito o si fosse mostrato stupito Kuro avrebbe ribadito. Ma si, hai presente quelle cose che fate voi umani con le manine! E il far scorrere il chakra nel corpo! Il chakra naturale lo fa meglio! Prova, prova!

    In sostanza era un modo per invogliare Hohenheim a giocare con il chakra naturale... prima però, avrebbe dovuto richiamarlo di nuovo!

    [Post conclusivo dell'addestramento, teniamo il sesto per riunirci con Yugi e terminare le danze direi. Ora che hai imparato a richiamare il chakra naturale Kuro ha cercato di farti capire che puoi sfruttare il chakra nelle tecniche e negli "impasti". La vera prova tuttavia è riuscire a comprendere che puoi impastare in concentrazione, e trovare un modo di giustificarlo per hohenheim. Dopotutto se ti metti a fare argilla naturale distruggi il palazzo!]


    ***



    Hai un animo dolce dietro quello sguardo cupo che hai. Ma ricorda, non giocare non è sempre un’opzione possibile e raramente è la soluzione.

    Distolgo lo sguardo e sbuffo. Può essere ma io, con i miei fratellini, non mi sono mai comportato così!

    Ukite, come sei permalosa…solo perchè il ragazzino ti ha fatto passare per una sadica ahha

    Annuisco, mentre mi giro verso l'origine della voce. Un ragazzo alto, slanciato, la pelle decorata dal sole di Suna. Vestito con una lieve veste di lino.

    Come ti chiami ragazzo?

    Yugi, Yugi Muto.

    Yugi bene…lascia stare il lancio dei coltelli. Le armi te le devi tenere ben strette!

    Ma che dice? La base delle arti ninja è il lancio delle armi... certo una spada non è il massimo ma...

    Ehi! Da dove è comparsa quella spada?

    E quella da dove l'hai tirata fuori?!

    E comunque l’arma più grande che avrai sarà sempre il tuo corpo. Noi Danzatori facciamo del nostro corpo l’arma più temibile e più elegante

    Interessante. Aspetta... ma che stiano cercando di reclutarmi? No, non hanno capito: è Hohenheim-sama il mio maestro!

    Anche se... ballare un po' con questi ragazzi potrebbe essere interessante. E divertente.

    Scusa ma tu... come ti chiami?

    Ricevuta una risposta avrei osservato il movimento dei primi fili.

    Ok... non c'è un ordine preciso. Devo solo cercare di sentire il ritmo.

    Mi getto dietro ai primi fili e inizio a correre... e uno di loro per evitarmi fa una capriola. Stai attento!

    Scusa!

    Sono troppo lento per loro, ma non posso certo mettermi a camminare. Devo muovermi al massimo possibile. Forse anche di più.
    Scatto in un'altra direzione. Uno dei primi fili, una ragazza dai capelli scuri che indossa un vestito con una lunga gonna azzurra, mi vede arrivare. Piego le gambe, lei capisce quello che voglio fare e mentre io salto lei fa una scivolata per terra e mi passa sotto le gambe.

    Bravo! E grazie, di solito i ragazzi cercano sempre di passare sotto per spiarmi sotto la gonna.

    Ma perché la gonna?

    La mia voce si perde mentre appoggio un piede sulla parete e lo sfrutto come perno per roteare su me stesso, tornare a terra e riprendere a correre. Ho perso troppa velocità e, per recuperare, decido di imbrogliare un pochino. Giusto un pizzico di chakra.

    Guardandoli ed imitando i loro movimenti riesco a sopperire un po'. Certo, è chiaro che mentre io mi potenzio con il chakra loro si abbassano al mio livello per tenermi parte della coreografia. Anzi, forse la vera prova per loro è cercare di mantenere la concentrazione con una scheggia impazzita come me che si muove a caso.

    Alla fine crollo a terra, sfinito. Sono pieno di sudore e ansimo.

    Fare... il danzatore... è troppo... faticoso.

    Molto meglio di gran lunga mettersi a fare vasi di argilla.

    Ma... cavolo... è stato fighissimo! Dobbiamo rifarlo, prima o poi.

    Mi metto seduto, gambe lunghe e mani a terra. I primi fili stanno ancora andando avanti. Ma come cavolo fanno?
     
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    L’ultima arte Libera


    V


    Aishehi si faceva delle grasse risate mentre, al contempo, incitava i ragazzi, Yugi incluso, ad andare più veloci, a muoversi con più eleganza a tenere il ritmo! Al confronto dei tre ragazzini, che si esercitavano in quell’esercizio da molti mesi (anni per alcuni), chiaramente Yugi fu il primo a stancarsi. Pratica, pratica, pratica….il movimento perpetuo è la base per chi vuole imparare l’Arte della Spada Danzante. Bhè, se ti interessa e giri da queste parti potresti unirti al gruppo! E’ piuttosto emozionante essere un Primo Filo… Si sarebbe quindi gettato a spiegare il perchè, se un uomo piuttosto corpulento non fosse arrivato alle sue spalle! Ehi Ashihei…uff..sono arrivato, scusa il ritardo. L’uomo vestiva di nero, alla maniera dei ninja, ed aveva un grosso rotolo sulle spalle. E chi è il nuovo arrivato? Un altro Pirmo Filo?..no? Scusa ragazzo, Ashihei ha sempre molte persone che vogliono diventare sue apprendiste…non per nulla ha raggiunto il rango degli Otto Veli!
    A proposito, Ashihei, ti ho portato le marionette, hai le stoffe ed i modelli di cui abbiamo parlato?
    Certo. Ansu…porta i costumi. Disse alla ragazza della gonna, per poi ritornare sul marionettistaFammi vedere che mi hai portato. Così esortato, il marionettista evocò dal suo rotolo tre pupazzi, delle dimensioni di tre bambini. Le bambole avevano i corpi solo sbozzati, mentre tutta la loro espressività era nei volti. Appunto, le bambole erano senza vestiti. Il marionettista si sarebbe rivolto a Yugi: Non ti far impressionare ragazzo, sono solo delle bambole! E non le ho nemmeno riempite di armi…no queste servono solo per far allenare i ragazzi qui alla gilda. Ma attento, possono essere pericolose anche così! Così dicendo, mosse impercettibilmente le dita della mano sinistra, e le tre marionette si animarono, circondando Yugi con un fare intimidatorio. Sarebbe durato tutto solo un secondo però, perchè poi l’uomo si sarebbe messo a ridere ed avrebbe allontanato le marionette. Kokuzo, così lo fai morire questo ragazzo. Lascia perdere questo vecchio, è strampalato fino al midollo! Strampalato a chi?! Questi ragazzi di oggi! Yugi non diventare come Ashihei. Tieni sempre la testa sulle spalle. I marionettisti di Suna sono tra le menti più fini del villaggio, ed è il nostro ingegno che ci distingue da tutti gli altri shinobi del villaggio! Così dicendo, avrebbe tirato fuori un cilindro di legno di diametro 6 centimetri, e lungo quasi quindici. Era laccato di nero e finemente decorato in oro. Inoltre, nella parte centrale aveva cinque rotelle che potevano girare sul proprio asse. Su ogni rotella erano dislegante una sequenza di lettere, e girando le rotelle, era possibile comporre una parola. Un piccolo rompicapo di mia invenzione eheh! Avanti ragazzo, fammi vedere se hai un cervello sveglio. Leggi L’ indovinello e prova a risolverlo. Se termini prima che la prova costume delle marionette sia finita, ti mostrerò come funzionano le mie creazioni. Su!
    Girando il rompicapo, Yugi avrebbe trovato il testo dell’ indovinello, finemente inciso nel legno:

    CITAZIONE
    Ho foreste ma non alberi
    Ho fiumi ma non acqua,
    Ho città ma non abitanti.
    Cosa sono?

    [,,,]

    Il gatto non sembrava particolarmente impressionato dalla performance del jonin bambino. La cosa lo fece offendere un pochino, ma ci passò sopra. Kuro era senza dubbio un essere particolare e, a modo suo, molto generoso. Già, sembra che io non sia particolarmente incline a questa tecnica! Molto interessante però. Mi piacerebbe che mi continuassi ad allenare. E’ disarmante la facilità con cui riesci a controllare il chakra naturale…io riesco a stento a gestirne piccole quantità!

    Fu così che Kuro si lanciò nella spiegazione di un’altra delle proprietà del chakra naturale. Gli ci vollero un paio di tentativi per arrivare a farsi capire. Ok, quindi stai dicendo che posso usare il chakra naturale nelle mie tecniche per potenziarle? Giusto? Il gatto sembrò dargli ragione. Bhè quella sì che era una bella scoperta: se il chakra naturale poteva potenziare le sue tecniche, allora le sue combinazioni con l’argilla sarebbero state ancora più devastanti. Ma come testarlo? Certo non poteva usare una creazione di argilla…troppo distruttivo. Aveva solo un’altra tecnica che si poteva prestare a quell’esercizio, il muro di vento!

    Si mise subito al lavoro. Innanzi tutto, con la routine che aveva sviluppato nel ripetere l’esercizio con il gomito decine di volte, iniziò con il percepire il chakra naturale intorno a sè e, quindi, a farlo entrare piano piano nel suo sistema circolatorio del chakra. Sentì l’energia accumularsi e rendere i suoi lineamenti in qualche modo più ferini. Nonostante questo effetto indesiderato, avvertì che il suo tentien si caricò di un po’ di chakra naturale il che era esattmente quello che voleva. Era dal tentien che il jonin attingeva l’energia per eseguire le tecniche. Quindi creare un mix di chakra e chakra naturale, era l’unico modo che gli veniva in mente per trasferirlo ad una tecnica.

    Compose i pochi sigilli della tecnica e la rilasciò. [Scudo di vento] In risultato fu eccezionale! Non solo la potenza del vortice risultò incrementata, ma tutto lo scudo era diventato più grande! Incredibile! Così poco chakra naturale è riuscito ad avere un tale incremento su una tecnica così basilare… Il jonin già stava pensando cosa avrebbe potuto fare con la sua C3.

    Mmm proviamo con un’altra tecnica… Una sequenza più lunga di sigilli per un effetto decisamente più complesso! [Tecnica dello Scorpione di Pietra] Sapendo dell’effetto di potenziamento del chakra naturale, questo volta Hohenheim avrebbe impastato ulteriormente del chakra sperando di avere un effetto ancora più dirompente. Tuttavia, ottenere un effetto ancora diverso: non solo aveva aumentato la potenza e l’estensione della tecnica, ma la velocità di propagazione della tecnica era aumentata!
    Che effetto impressionante! Non mi sarei potuto immaginare una cosa del genere…e tutto semplicemente con del chakra naturale! Dimmi Kuro, cos’altro puoi insegnarmi!? Chieste entusiata Hohenheim , praticamente tornato sui banchi di scuola.
     
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    Il kage e l'orfano


    Post Sesto



    Hohenheim e Kuro



    Il gatto non sembra impressionato dalla performance del Kage bambino e in effetti per la gran parte ignora Hohenheim.
    Il kazekage ancora non lo sapeva ma in realtà quell’insegnamento era solo un modo dei felini per ingraziarsi la più alta autorità della sabbia. Il loro obiettivo era ben diverso.

    Che effetto impressionante! Non mi sarei potuto immaginare una cosa del genere…e tutto semplicemente con del chakra naturale! Dimmi Kuro, cos’altro puoi insegnarmi!?


    Purtroppo non posso insegnarti altro, Kazekage-sama. Anch’io non sono un grande utilizzatore del chakra naturale e conosco solo le basi. Normalmente non insegneremmo i nostri segreti a un non candidato ma… avremmo bisogno di un piccolo favore. Nulla di particolare, vorremmo solo che lei aiutasse me e Yugi ad entrare in contatto con un altro shinobi, il primo candidato di Sunagakure…

    Il seguito di quella conversazione non è di nostro interesse, ed è giusto lasciare ad un giovane micio e al Kazekage la loro privacy…
    [Nota: per quanto mi riguarda l’addestramento è concluso e il favore che richiede Kuro è una cosa di semplice decorazione e riguarda questa giocata. Sentiti libero di interagire ulteriormente con Kuro o di rientrare con Yugi per il commiato.]

    Yugi



    Non sono sicuro di voler imparare l’arte della spada danzante… troppo faticoso.

    Un altro uomo si avvicina da dietro le spalle del danzatore che sobbalza quando l’altro lo prende di sorpresa.

    E chi è il nuovo arrivato? Un altro Pirmo Filo?..no? Scusa ragazzo, Ashihei ha sempre molte persone che vogliono diventare sue apprendiste…non per nulla ha raggiunto il rango degli Otto Veli!

    Piacere. Mi chiamo Yugi. No, non sono un primo filo… sono solo un ragazzo molto stanco.

    Mi alzo in piedi. Da come parla con Ashihei intuisco che debba trattarsi di un marionettista. Kenichi ne ha parlato durante qualcuna delle sue lezioni: ninja che sfruttano letali pupazzi pieni di armi.
    Mi tengo a distanza da quelle bambole, non voglio rischiare di attivare per sbaglio qualcuno dei loro meccanismi nascosti.

    Non ti far impressionare ragazzo, sono solo delle bambole! E non le ho nemmeno riempite di armi…no queste servono solo per far allenare i ragazzi qui alla gilda. Ma attento, possono essere pericolose anche così!

    Le marionette si animano e mi circondano. Mi guardo attorno e i pupazzi tornano a diventare inerti. Ashihei mi tranquillizza, o almeno ci prova. Kokuzo mi spiega perché i marionettisti sono dei grandi shinobi e mi ritrovo ad annuire per assecondarlo.
    Non so neanche se le loro creazioni possano essere considerate opere d’arte, mi sembrano più un qualcosa di… ingegneristico.

    Un piccolo rompicapo di mia invenzione eheh! Avanti ragazzo, fammi vedere se hai un cervello sveglio. Leggi L’ indovinello e prova a risolverlo. Se termini prima che la prova costume delle marionette sia finita, ti mostrerò come funzionano le mie creazioni. Su!

    Prendo il cilindro in mano, non me la sento di rifiutare quella prova, nonostante la stanchezza. Sono un po’ provato da tutti quei gruppi di artisti e le numerose prove a cui mi hanno sottoposto.

    Di sveglio adesso non ho niente. Sbadiglio, quasi a provare la veridicità delle mie parole.
    L’indovinello però mi incuriosisce.

    “Ho foreste, ma non alberi.
    Ho fiumi ma non acqua
    Ho città ma non abitanti
    Cosa sono?”



    Mi gratto il mento. Inizio a far girare il cilindro. Ci sono intagliate diverse lettere. Quindi devo formare una parola di cinque lettere.
    Se fosse stata una prova diversa avrei sicuramente rinunciato ma… adoro i rompicapo.
    Quindi devo trovare una cosa che abbia foreste, fiumi e città ma che non abbia le sue componenti… mhh.
    Beh, la prima cosa che mi viene in mente è un disegno. Ma non ha cinque lettere. Dipinto? Neppure. Quadro? No.
    Scultura? Neppure.
    Pupazzo! No. Non c’entra di sicuro la costruzione di marionette. Deve essere una rappresentazione di qualcosa. E fino a qui ci sono. Una rappresentazione di foreste, fiumi e città. Che cosa hanno in comune?
    Sono… paesaggi! Ma certo! Paesaggio è troppo lunga come parola ma… certo! Mappa! Cinque lettere!
    Giro il meccanismo, sicuro di aver risolto l’indovinello. L’unico dubbio rimane se sono stato abbastanza veloce a farlo…
     
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    Il Kage Ritrovato


    VI


    Oh.. L‘espressione di Hohenheim mostrò un po‘ di rammarico per non poter continuare a seguire le lezioni del felino. Certo, Kuro aveva ancora molta strada da fare come insegnante, ma gli aveva dato molto in poco tempo e il Kaze non lo avrebbe dimenticato: Mettervi in contatto con un mio shinobi non sarà un problema, e spero che lui accetti la vostra guida ed il vostro supporto. Io ti ringrazio molto, Kuro, per le cose che mi hai insegnato…avrò un occhio sempre aperto per Yugi e per il resto ora so che ci penserete anche voi a lui…
    Parlando del ragazzo…forse è venuto il momento di andare a vedere che fine abbia fatto? Non vorrei fosse rimasto impastato in tutta quell‘argilla!


    Kuro ed il Kazekage si sarebbero diretti quindi nella sala principale, trovando Yugi che era appena riuscito a risolvere il puzzle del marionettista. Un volta ruotati gli ingranaggi nel modo corretto, il contenitore di legno saltò per aria, facendo fuoriuscire un pupazzo a molla che reggeva tra le mani un cartoncino di carta, riportante le congratulazioni per aver risolto l‘indovinello.

    Ah vedo che qui ci si diverte! Hohenheim si sarebbe unito al gruppo per venire accolto dai presenti come conoscente di lunga data. Se Yugi gli avesse raccontato le cose che aveva fatto durante la sua assenza, il Kage avrebbe detto sorpreso: Praticamente non ti servo più come senesi eheh. Poche ore alla gilda ed hai avuto già un piccolo assaggio di tutte le Danze di Suna…bhè eccetto la Danza del Sole, naturalmente, che è l‘unica che richiede una linea di sangue innata..tutte le altre le può imparare chiunque…e questo è uno dei più grandi tesori della Sabbia! Disse tutto contento, per poi fare un gesto rapido con la mano e segnalare a Yugi di passargli il vaso che aveva realizzato.

    Vediamo un po‘ che cosa hai combinato con la mia argilla… Il vaso era grezzo, ma per lo meno ricordava la forma finale che avrebbe dovuto avere e, in questo senso, non poteva essere rappresentazione migliore di com‘era Yugi in quel preciso momento della sua vita. Sai, gli artisti non vengono apprezzati solo per la tecnica con cui realizzano un pezzo…è il viaggio che c‘è dietro l‘oggetto che conta, è il percorso che ti ha portato a realizzare una determinata opera che fa la differenza. La tecnica si impara, ma è l‘idea alla base, il motivo che ti spinge a creare che ti rende unico. Questo vaso è unico perchè racconta la tua storia fino a questo momento, e sei stato bravo a realizzarlo!

    Dopo di che si sarebbero accomiatatati dagli altri membri della gilda. Era tempo di tornare all‘orfanotrofio, ma Hohenheim sperava che Yugi avesse trovato in quel posto anche una nuova casa dove andare, un luogo tutto suo dove potersi sentire accettato ed apprendere qualsiasi arte avesse voluto.

     
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