A Spasso nel Tengu

Le cose si complicano.

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  1. Youshi2
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    天狗の散歩

    Tengu no sanpo

    XIII

    Lo sguardo si spostò dal chunin della nebbia al kage della foglia, il silenzio divenne una gelida risposta ed osservai quell'ammasso di carne ora irrorato di chakra, dilatai le narici espirando e poi mi lasciai trascinare dagli eventi successivi, ma non dimenticai. Kensei-sama avrebbe saputo che il leader della Foglia era entrato in contrattazione con il Veterano e che i termini del loro patto erano stati taciuti, il leader della Nebbia avrebbe saputo sicuramente come approfittare di certe informazioni, quanto meno per screditarlo.
    La mia attenzione tornò su Fudoh, benché il mio sguardo non si fosse mosso dal suo viso la mia mente stava processando quei rapidi pensieri circa la gestione delle informazioni. Perdonami, mi sono distratto ammisi, chiedendogli indirettamente di ripetere le prime parole che erano passate in secondo piano. Dedicai allora la mia attenzione al primario che, con voce calma, iniziò a spiegarmi diverse cose che concernevano il Tengu: iniziò dalla sua caratteristica di generare chakra dall'ambiente naturale circostante e proseguì spiegando che la tempesta che lo circondava era un modo per drenare il potere che costantemente generava. Corrucciai il sopracciglio cercando di decifrare il significato di "morire in una bolla onirica", il mio sguardo vagò verso il basso e si appoggiò all'infinito mentre riflettevo che potesse significare qualcosa di simile ad un sonno-morte. Mossi il naso infastidito e chiesi: Hai provato a chiedere a raizen che cosa intendesse?

    Il Veterano non diede segni di riconoscimento ed io non indugiai ulteriormente, quel fugace scambio di sguardi mi aveva prosciugato la bocca e non volli tentennare ulteriormente per evitare che la mia prossemica dimostrasse il disagio che la sua presenza, in parte, mi provocava.
    Il primario mi seguì quando gli chiesi di prenderci un momento per incrociare le informazioni in nostro possesso, riuscii - forse - a convincere Fudoh della veridicità delle mie parole e delle mie intenzioni: mi parlò di Maya e del dialogo che avevano avuto. Acquisii le informazioni con qualche cenno d'assenso del capo, l'indice era tenuto sulle labbra mentre il pollice reggeva il mento e l'altra mano sosteneva il gomito. Quindi viene da un periodo storico precedente al nostro, capisco commentai ancora una volta laconicamente Significa che non conosce ancora gli esiti delle sue mosse in quel del Ferro e certamente non saremo noi ad anticiparglieli, a tal proposito... sciolsi la posizione che avevo tenuto fino a quel momento, mi avvicinai di un passo a Fudoh e lo guardai dritto negli occhi. Che tipo di dettagli, Fudoh-san? il battito cardiaco era inevitabilmente aumentato, le vicissitudini di Ago e delle altre lame di Kiri mi toccava troppo da vicino per rimanerne impassibile. Cosa le hai detto su Nikaido? serrai la mandibola ed espirai, mi resi subito conto che dovevo calmarmi. Portai la mano al volto e feci un passo indietro mentre la mano scivolava sui miei lineamenti e con gli occhi chiusi sussurrai: Scusa, Fudoh-san il mio atteggiamento era stato aggressivo nei suoi confronti, lo sguardo con cui avevo osservato il primario trasudava fredda e calcolatrice violenza, ma era stata una reazione incontrollata. Qualcosa su cui avevo lavorato molto, negli anni, per eliminare dal mio essere, sebbene ogni tanto riemergesse in fiotti di rabbia. Inspirai ed espirai lentamente mentre il mio occhio si riapriva sullo shinobi di Kiri e, questa volta con voce calma, gli domandai: Perdonami, dicevamo la mia voce era tornata ora atona Cosa vi siete detti rispetto al Cavaliere Dorato, Fudoh-san?. Confermai, infine, con la voce e con dei rapidi cenni del capo l'idea di fare visita al Ferro e fu in quel momento che Kotaro fece la sua comparsa tra noi. Un leggero sorriso di stima si aprì sulle mie labbra e lo salutai con un cenno del capo, capii in quel momento che averlo conosciuto, dopo i fatti della pagoda rovesciata, era stato un dono del fato. Orfano di Ossuri, orfano del maestro e della famiglia, la possibilità di conoscere un mio parente, per quanto la sua esistenza fosse effimera, mi aveva riempito di gioia, così come vedere riconosciuti i miei sforzi. Riemersi da quei pensieri quando parlò del Paese del Ferro e citò un suo nascondiglio, inclinai il volto incuriosito e presi il foglietto che mi stava allungando. Molto interessante dissi, mentre decifravo rapidamente la mappa e individuavo il nascondiglio e i punti di riferimento che Kotaro aveva segnato Davvero zio, grazie. Sarà sicuramente utile dissi sorridendo, infilando il foglietto in una tasca interna del kimono da combattimento.
    Quello che avvenne negli istanti poco successivi mi lasciò attonito, la pelle si increspò e i peli si drizzarono mentre la mia mente e il mio corpo elaboravano ciò che era appena accaduto: quella mano pesante sulla spalla era del tsuchikage, quello shinobi era riuscito non solo a eludere me e il primario di Kiri, ma addirittura Kotaro ed era arrivato ad un metro da me senza che potessi minimamente accorgermene. Non ebbi nemmeno il tempo di poggiare la mano sull'elsa di Utsubo che l'uomo parlò e mi ci volle un istante per tornare alla realtà e elaborare le incredibili capacità di quello shinobi. Mi morsi la lingua per evitare di rispondere alle prime parole dell'uomo, avrei voluto fargli presente che anche giocare a chi è più furtivo con due Tokugawa non era cosa buona, ma la situazione era troppo delicata per farla precipitare con poche parole fuori posto. Valutai, allora, che dovevo concedergli l'onore della vittoria, in quel frangente, ma che - prima o poi - gli avrei restituito il favore e lo avrei colto impreparato. In pochi possono eguagliare gli shinobi del nostro clan nel muoversi tanto silenziosamente, devo dargliene atto Tsuchikage-sama dissi, voltandomi verso di lui e togliendomi così dal suo tocco, muovendo il capo in segno di rispetto e riconoscimento verso le sue doti. Deglutii e snodai la gola da una spiacevole sensazione, perché mi aveva toccato? Voleva solo dimostrare la sua superiorità mostrando che fosse in grado di toccarmi senza che io nemmeno me ne accorgessi o c'era qualcosa in più dietro a quel suo gesto? Che mi avesse applicato un fuinjutsu? Avrei dovuto confrontarmi con Fudoh rispetto a quella possibilità. Guardai l'uomo non nascondendo del tutto quel misto di sospetto e curiosità per le sue parole.
    Furono detto cose che ignoravo in grande maggioranza, a partire dall'accordo commerciale tra il Kage di Iwa e la Signora di Taki, fino a giungere Rei Yujin e sua sorella Kanna, passando da qualcosa che era avvenuto sulla Luna e del Cavaliere Bianco. Di Kanna e suo fratello ci avrebbe parlato se fossimo stati disposti a rivelargli alcune informazioni, le prime sembravano di poco, ma l'ultima domanda su Azumaido mi fece rivolgere lo sguardo dritto verso il suo. Lo studiai in silenzio e poi dissi: Ci sta chiedendo informazioni di un territorio sotto la diretta influenza di Kiri, ma cos... la mia voce fredda venne fermata da Fudoh e dal suo tocco, mi ammutolii e guardai il ninja della Mano Bianca. Inspirai ed espirai lentamente e con un cenno del capo gli risposi calmo: Così sia, Fudoh-san accettai la decisione del ninja di Kiri, molto probabilmente aveva cognizione del valore reale di quelle informazioni a differenza mia, ma lo sguardo fisso sui suoi occhi era chiaro: non avrei accettato niente di meno che una spiegazione esauriente della situazione. Il primario dopo un breve preambolo colse subito ciò che aveva insospettito anche me, ovvero la qualità della sua informazione alla luce dei momenti temporali diversi tra il nostro e il suo presente. La controproposta del primario mi parve ragionevole, se da una parte si era dimostrato disponibile a fornirgli le risposte a due dei suoi quesiti, dall'altra avremmo rivelato la terza solo alla luce della qualità delle risposte del Kage di Iwa, dunque feci un cenno di assenso validando - da parte mia - la proposta di Fudoh e aspettando così il volere del Tsuchikage.

    [. . .]

    L'idea di passare sotto alla tempesta sembrò cogliere tutti di sorpresa e, la loro reazione, colse me per primo. Possibile che nessuno avesse mai pensato di aggirare l'ostacolo invece che buttarsi al suo interno a capofitto? La spiegazione datami prima dal Tokugawa e poi dal Kenkichi mi diede da pensare, ma non come l'affermazione di Byakuei. Lo guardai per qualche secondo e poi con poche parole mi rivolsi a lui dicendo: Già, sembri sempre qualche passo più avanti, Byakuei... arricciai le labbra Mi domando per quanto ancora. Tu la senti l'influenza del sognatore? Qualche ora fa tuo fratello mi diceva che c'è qualcosa che vi muove, che vi invita a prendere questa o quella decisione, tu la percepisci? sorrisi appena e domandai concludendo Cosa sarà mai a differenziarti da tutti gli altri, Byakuei?
    Comunque fosse andato quel rapido scambio di battute, sarebbe stato Fudoh a rispondere in maniera più recettiva al mio suggerimento. Mi diede una pacca sulle spalle e si allontanò per qualche momento e tornò con la soluzione in tasca: uno dei cavalieri di Maya avrebbe potuto aprirci buona parte della via e lei ci fornì due simboli del pensiero che ci assicurò essere piuttosto potenti. Molto bene commentai, prendendo il foglietto che Fudoh mi stava porgendo.

    [. . .]

    Lei è la prima parente stretta di Fudoh-san che io conosca preambolai facendo un cenno con il capo e poi mi presentai Mi chiamo Youshi dissi, non avendo avuto modo nei momenti precedenti di presentarmi Fudoh mi ha detto che aveva dei Fuinjutsu da darci e che avrebbero potuto esserci utili la osservai in volto mentre li tracciava, mi domandavo quanto potessi apprendere dalla Signora di Taki attraverso quella donna, sua sorella. Quanto potevano avere in comune le due donne? Scelta particolare l'omonimia tra due sorelle osservai, sorridendo e lasciando in qualche attimo di silenzio il vuoto che sperai lei colmasse con qualche parola al riguardo. I vostri genitori devono aver avuto un buon senso dell'umorismo oppure essere particolarmente affezionati a questo nome, devo dire guardai i sigilli ultimati sul mio corpo e rinnovai un cenno di rispettoso ringraziamento. La ringrazio, Maya-sama. Saranno sicuramente utili le dissi con voce calma congedandomi.

    Rimasi solo, durante l'attraversata, ragionando su tutto ciò che era successo. Rivalutai la situazione e le scoperte che avevamo fatto durante il percorso sulla natura di quel luogo. La mia mente, poi, si rivolse anche al passato e all'isola dell'Abete, riflettei su quelle sfere guardiane e sulla possibilità di rincontrarle. Era stato proprio tramite ad esse che mi ero fuso con l'arma di Iwa, quel passo di tenebra dentro ad una composta d'ombra mi permise di diventare tutt'uno con le ombre di quel luogo e di portare i nostri alleati nella stanza del cuore. I miei pensieri vennero interrotti da Fudoh-san che, dopo aver ricevuto qualche lezione sull'uso del manganello da parte di Kotaro-sama, si avvicinò a me esponendo la situazione e ponendo qualche domanda. Sospirai calmo e ammisi Ci troveremo ad affrontare sicuramente alti livelli di guardia, non so se del tutto identici a quelli dell'Abete lo guardai per un momento e poi aggiunsi a denti stretti: Non possiamo fidarci dei nativi sbattei la palpebra guardandolo Forse solo di Byakuei, ma gli altri non godono di libero arbitrio. Ci stanno aiutando perché il sognatore vuole aiutarci, ma - alla luce di questo, ovvero che stiamo facendo qualcosa che compiace il sognatore - mi chiedo se stiamo facendo la cosa corretta... In secondo luogo, anche fossimo sulla strada giusta, non potremo servirgli il fianco e affidarci a loro se il Sognatore dovesse decidere che ciò che stiamo facendo vada contro il suo interesse Quelle parole mi costarono più fatica di quanta potessi pensare, il motivo era semplice: Kotaro. Il fratello di Ossuri mi aveva dato, in poche ore, tutto ciò che mio nonno e maestro mi aveva negato, mi aveva fornito un lato umano che mi era estraneo all'interno dell'ambiente della famiglia. Sospirai, avrei voluto combattere al suo fianco, vederlo effettivamente in azione e non solo riprodurre alcuni kata come nella foresta appena fuori da Kiri, ma l'idea di poterlo avere nuovamente come nemico cancellava ogni pensiero. Fornii dunque la mia proposta su come comporre il team e poi aspettai che ci riunissimo con gli altri. Ora dimmi, Fudoh-san, chi sono i due tizi citati dallo Tsuchikage, perché li riteneva un'informazione con così alto valore?

    Dopo le parole di Fudoh al gruppo attesi qualche momento, quindi intervenii con voce calma: Assieme a noi due a superare la barriera ci saranno anche Apachai e Hana rivolsi verso quest'ultima uno sguardo sfuggente, avevamo un accordo e non sarei stato io a tirarmi indietro per primo. Obi tornerà dalla sua Signora una volta aperta la via, la creazione del varco gli chiederà sicuramente un certo sforzo e oltre alla barriera bisognerà essere freschi e in forza il mio sguardo si mosse verso gli altri shinobi, come avevo detto poco prima a Fudoh, non avrei accettato la presenza di nativi al di là della tempesta. Se non ci fossero state rimostranze dal mio parigrado o dagli altri shinobi, avrei lasciato a qualche cenno di assenso il ruolo di congedarci. Io mi sarei mosso rapidamente verso Kotaro chiamandolo: Zio, zio! un sorriso leggero si aprì sul mio volto quando riuscii ad avere la sua attenzione, lo invitai a fare qualche passo da parte e poi mi prodigai in un sentito inchino Una volta preso il cammino sotto la tempesta non penso avremo altre occasioni per parlarci stirai le labbra in un mezzo sorriso E' stato un onore conoscerti in prima persona, Ossuri mi aveva parlato spesso di te, ma non potevo immaginare... scossi il capo lasciando nel vuoto le parole successive Grazie per ciò che mi hai insegnato in così poco tempo. Addio quindi gli voltai le spalle dopo un ultimo e sentito inchino e, assieme al resto del team selezionato, imboccai la strada verso il Tengu.
     
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