Le Vicissitudini di Hebiko Dokujita

A History of Violence

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  1. Febh
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    È colpa tua. Ratty

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    Le Disavventure di Hebiko Dokujita

    Capitolo 2

    Delizia? Commentò lui, con una vena di rammarico. Lo sapevo di esserci andato troppo leggero. Fortuna che il carico di scorpioni da Suna è arrivato ieri senza grossi problemi. Solo due decessi. Disse con entusiasmo mentre lei lo ignorava per muovere oltre, diretta verso Ogen. Pff...a volte penso che sia diventata fin troppo noiosa. E con le mani nella tasca della felpa la seguì avvicinandosi alla capoclan, ma non senza un sorrisetto infame quando notò quella frazione di secondo di sorpresa nell'altra consigliera. Dopotutto non esisteva addestramento che rendesse completamente e totalmente immuni ai traumi. E faremo diversi passi avanti, non temere, finora non hai ottenuto assolutamente nulla che possa qualificarti come mia allieva, se non qualche trucchetto col controllo del chakra.

    Ogen sedeva attenta e cordiale, sebbene contenuta nei toni (ben diversa dai suoi comportamenti durante le serate di svago), e replicò all'inchino con un impercettibile cenno del capo, facendone poi uno anche a Febh, sebbene leggermente più pronunciato. Hebiko aveva imparato a cogliere quelle sfumature e aveva sentito il discorso della capoclan all'Hokage mesi addietro, quando aveva detto che il vero capoclan, sebbene a sua insaputa, fosse il consigliere Yakushi stesso. Anche prima di picchiarlo o sparargli contro dei jutsu punitivi, Ogen restava in qualche modo rispettosa e consapevole del ruolo di suo nipote. Sfumature, appunto. Accomodati, Hebiko cara. Ci sarà ancora molto tempo per il divertimento...divertimento anche più intenso di quello provato finora. Inevitabile la frecciatina sul fatto che Hebiko non si fosse mai realmente lasciata andare durante lo svago. Kaji qui procederà con il trasmetterti uno stile di combattimento di sua invenzione...lo ha creato apposta per te, sai? Cos..! Reagì lui imbarazzato, ormai abituato al fatto che la nonna lo chiamava con entrambi i nomi, ma non intendeva certo svelare di aver fatto qualcosa specificatamente per Hebiko. No, ehi, calma vecchia, io gli stili li creo per me stesso! E' solo un caso che sia adeguato a Hebiko! Va da sé che Ogen aveva accuratamente evitato di chiamare Febh con il suo nome originario per tutti quei mesi, così da sventolarlo in volto a Hebiko come una mazzata a ciel sereno in quell'occasione. Lo hai iniziato a sviluppare dopo la miracolosa guarigione dell'Hokage, mentre lo aiutavi nella sua riabilitazione, e diciamocelo, le prese non sono il tuo forte. Aggiunse con un sorrisetto beffardo, mentre osservava attentamente le reazioni della sua allieva.

    Quanto a me, oggi sono solo qui per bere un the e guardarvi, ricordando magari i tempi della mia giovinezza quando queste vecchie ossa ancora potevano sostenere il peso degli allenamenti. Aggiunse con aria affranta, per nulla compatita dallo Yakushi che era perfettamente consapevole della capacità della nonna di tornare giovane con un semplice pensiero, esattamente come tutti i membri del clan. Certo, che tristezza. Commentò con tono asciutto, mentre l'anziana donna ridacchiava, versandosi un'altra tazza. Inoltre aspetto ospiti, ma nessuno che possa disturbare il vostro lavoro, non preoccupatevi...sempre che questo non crei disturbo alla cara Hebiko. Se voleva accogliere qualcuno mentre loro si allenavano evidentemente c'era un motivo, ma quale? Che quella domanda fosse un test? Cosa poteva rispondere la fanciulla? E' bello vedere quanto tieni alla mia, di opinione. Sbuffò, alzandosi e tornando al giardino, dove tre bastoni erano stati piantati nel terreno, a un metro l'uno dall'altro. Vogliamo cominciare l'addestramento o siamo qui a fare festa?

    Non appena Hebiko lo avesse raggiunto, Febh le avrebbe indicato il primo bastone. Stritolalo fino a spezzarlo. Un ordine semplice, e l'oggetto era di semplicissimo legno non trattato, non sarebbe stato difficile. Dopo aver ottenuto quello che voleva indicò il secondo. Ora stritolalo...senza usare la forza, o comunque non una forza tale da spezzarlo. Cosa significava quella richiesta? Che aveva in mente? Comunque Hebiko facesse, che riuscisse o meno, sarebbe venuto il momento del terzo bastone. Quello invece devi stritolarlo...toccandolo con la mano in un solo punto. Non avrebbe dato spiegazioni, lasciando che la ragazza agisse o facesse domande (che non avrebbero avuto risposta). La stava mettendo alla prova ma senza darle strumenti di sorta. Che cosa voleva che lei realizzasse? O forse voleva che realizzasse di non poterlo fare?

    Le avrebbe dato trenta minuti di tempo per l'intera procedura, invitandola a pensare attentamente e vagliare le sue possibilità e capacità. Verso la fine del tempo, Febh avrebbe fatto un cenno del capo in direzione di Ogen, che era stata raggiunta da uno strano individuo, arrivato probabilmente dai passaggi interni. Vestito sfarzosamente, aveva lunghi capelli argentei e sarebbe potuto essere un modello di grido, ma nella compostezza del suo fisico si leggeva una capacità combattiva degna di nota. Stava sussurrando qualcosa di inaudibile a Ogen, che ridacchiava nel mentre e rispondeva a tono, ma da quella posizione era difficile sentire cosa dicessero. Non ho idea di chi sia quel tizio. L'uomo, va detto, fissava Hebiko spesso e volentieri, come interessato, e qualora i loro sguardi si fossero incrociati le avrebbe dedicato un leggero cenno del capo, un cenno che tradiva apprezzamento e l'intenzione di un saluto. Come si sarebbe dovuta comportare al riguardo?


     
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