Era fortunatamente riuscita a ribaltare la situazione a suo favore, conquistandosi presto un alleato prezioso. Febh alleggeriva spesso il discorso cercando di concentrare l'attenzione su sè stesso, e sperava che le sue parole stuzzicassero anche l'ego di Kaji stesso, in modo da far sì che il suo discorso attecchisse al meglio, sperando di convincerlo a restare ancora un po', o almeno farlo tornare da lei non appena avesse avuto il suo tanto agognato corpo mortale a disposizione. Non era troppo contenta nel sentire lo stesso Yakushi sminuire il Drago infernale, non quando cercava di far pressione sulla sua pericolosità al loro ospite, perlomeno.
Hebiko annuì mostrando un leggero sorriso.
La fiducia è il più prezioso dei doni, dopotutto. Non potevo chiedere niente di meno. Alzò il suo bicchiere all'unisono con l'albino, concedendogli un rispettoso cenno del capo prima di bere un sorso, consolidando la loro nuova alleanza. Tuttavia, quell'incontro stava rapidamente raggiungendo una fine, troppo rapidamente per le aspettative della Vipera. Non aveva più presa fisica sull'anima di Kaji, ma era sicura che almeno uno dei suoi discorsi lo aveva colpito a sufficienza per convincerlo a tornare da lei. Forse doveva prepararsi al momento, assicurandosi che Febh non fosse nei paraggi. Non poteva permettere che la situazione degenerasse troppo rapidamente.
Hebiko aveva capito perfettamente che il "dono" non era che una comodità per un contatto rapido, ma un regalo era pur sempre un regalo. Non potè fare a meno di arrossire appena, prendendo il pugnale con entrambe le mani e chinandosi in direzione di Aji Tae.
La ringrazio di cuore, Aji-san. Spero che potremo rivederci presto. So che al ristorante in fondo alla via hanno un sakè di veleno di lucertola spinata che è il vanto di tutta Oto. Gli fece l'occhiolino, con le guance ancora rosee, mentre nascondeva il suo nuovo pugnale nelle vesti.
Come Febh accompagnò (più che volentieri) fuori il loro ospite, il freddo calò nella stanza. Il brivido che venne ad Hebiko le suggerì di chinarsi ginocchia e mani a terra in direzione di Ogen, elegante ma visibilmente frustrata e preoccupata. Sapeva già cosa le avrebbe detto, ma una corretta previsione non ne cancellava la vergogna. Ognuno dei complimenti era una lama che le sfiorava la pelle, pronta ad infilzarla non appena abbassava la guardia. Aveva la bocca serrata, non si sognava nemmeno di replicare prima che la vecchia finisse il suo discorso per intero. Mugolò appena alla menzione di Sylas, ammettendo la sua debolezza, e frustrata per l'insulto del suo the (anche se era quasi certa lo stesse dicendo apposta. Il "quasi" era il problema.). Infine, come previsto, la pugnalata. Non si era risparmiata, chiaramente aveva perso di vista uno degli obiettivi più importanti, e l'esser partita così chiusa e inospitale non l'aveva aiutata a ricevere alcun trattamento di favore. Balbettò una risposta, miserabile considerato il tono.
Ho... Calcolato male le mie intenzioni. E forse sottovalutato il mio avversario. Conversazioni di un certo livello potevano diventare vere e proprie battaglie. Rimase chinata, ma rispose con tono più acceso e deciso.
Però ho riparato ai miei errori! Averlo come alleato non solo mi permetterà di recuperare quell'informazione, ma anche di ottenerne di ancora più preziose in futuro! Strinse i denti.
E' stato un investimento. Era decisa nel dirlo. Ma il mugolio successivo l'avrebbe tradita.
...che non mi sarebbe servito se non gli avessi chiuso le porte in faccia fin dall'inizio. Borbottò, probabilmente ricevendo da lì a poco una pacca sulla testa a ricordarle il suo errore per almeno una settimana.
Che fosse stato Febh a riferirle il tutto, o le stesse lucertole dello Yakushi a cui aveva ordinato di riferirgli tutto l'accaduto, pena servizio fotografico da principesse, sembrava ci stesse impiegando più del previsto. Stizzita, cercò di ragionare a riguardo, ma se davvero la stava cercando e aveva ormai segnato l'Amministrazione come un buco nell'acqua, non aveva idea di dove poteva aspettarsi di trovarlo. Certo, una la aveva. Iniziò a scrivere freneticamente, ricordando la loro routine di quando erano più giovani. C'era una cosa per cui era conosciuta, colpevole di averle gonfiato l'ego contro avversari che non avevano speranze contro uno shinobi allenato.
CITAZIONE
Scandaglia ogni singolo locale dove organizzano combattimenti illegali. Combattimenti UMANI. Vedi di non fartene scappare nemmeno uno: sono certa che lo troverai lì. Non deludermi.
Hebiko
Aoda! La serpe alzò il muso, sull'attenti.
Segui le lucertole e porta questa a Febh. Assicurati che la legga. ...Fattela leggere ad alta voce. E digli di muoversi. Vorrei recuperarlo prima che anche lui finisca in prigione. Consegnò la lettera alla serpe, che guizzò via seguendo i suoi ordini. Si lasciò scappare un sospiro nervoso. Avrebbe voluto fare di più, ma sapeva che poteva contare sullo Yakushi (quando indirizzato per bene), ma non poteva negare di avere una certa fretta. E poi le aspettava un altro appuntamento importante, forse una battaglia peggiore di quella contro Aji Tae.
Alla casa del the non sarebbe stata sola. La stanza a loro riservata era il privè più costoso del locale. La donna avrebbe trovato la Vipera a capotavola, di fronte a un tavolino basso da the. Sul tavolo, il servizio da the circondato da pasticcini e stuzzichini tipici otesi, che variavano dalle semplici zampe di ragno candite ai più golosi topi caramellati. Ai lati di quel tavolino, un'elegante geisha che intonava una melodia con il suo shamisen, mentre poco distante un ragazzo dal volto femminile e ricoperto di sete preziose danzava in sintonia con la musica della sua collega.
Ah, ben arrivata, accomodati. La accolse con un delicato sorriso, invitandola a sedersi al suo fianco.
Non conosco ancora i tuoi gusti, quindi ho preferito prendere entrambi. Non li trovi deliziosi? Sarebbe stata lei stessa a servire il the, e stavolta non avrebbe commesso errori: Aji Tae era già disposto a darle qualcosa, mentre la donna che aveva di fronte era una cassaforte che doveva riuscire ad aprire, una combinazione alla volta. Un qualsiasi errore, e rischiava di lasciarla serrata per sempre.