Le Vicissitudini di Hebiko Dokujita

A History of Violence

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  1. Waket
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    XI



    Hebiko ridacchiò alle giocose provocazioni di Meredora sullo Yakushi. L'eccezione che conferma la regola, mh? Temo che avremmo comunque metodi diversi per approcciarci al problema. Dopotutto una stanza simile per uno Yakushi non è troppo diversa da una stanza per i massaggi. Una riduzione delle ferie, d'altro canto... O uno spoiler sulla sua serie preferita, ma non era il caso di approfondire.

    Hebiko riuscì a continuare a sorridere di fronte alla donna ragno mentre vantava la sua impeccabilità nel suo lavoro, con un certo orgoglio, nonostante il terrore che percepiva mentre ne parlava. Oh davvero? Posso essere molto carina, sai? Commentò ridacchiando, lasciando intendere che quella di finire in una simile stanza fosse una possibilità tanto remota da essere praticamente impossibile. Dentro di sè, sudava freddo, completamente all'oscuro di ogni pratica di tortura, e per almeno una settimana non avrebbe avuto che incubi sulla donna ragno che la inseguiva con delle tenaglie, probabilmente accompagnate da un kanji della parola "dozzinale" in cima ad un bastone rovente.

    Meredora si stava agitando, mostrandosi più fredda, ma intuendo la strada che quel discorso stava percorrendo, la donna si mostrò più dolce, seppur restando sicura di sè, accennando un leggero sorriso. Oh, certo che il tuo non è lavoro sporco... Ma io so come la pensano al piano di sopra. Dopotutto, la superficie e le prigioni erano agli effetti due mondi a parte. E conosco anche bene la fama della temibile Carceriera, che non si lascia sfuggire nemmeno la più piccola delle informazioni, che ora sento anche di conoscere un po' più da vicino. La osservava seria, ma accogliente. Ora, di chi pensi io mi fida di più? Di qualche ometto ricco ed imbelletato che ha rilasciato una certa sentenza, oppure dell'istinto della Carceriera senza pietà, che non ritiene la tortura un "lavoro sporco", ma una dignitosa professione che altri sono troppo codardi per intraprendere? Lei per prima, si poteva pensare, preferiva nascondere il suo lato più sadico in quella sua nuova identità, ma non negava che era probabilmente troppo impaziente per fare quel lavoro in modo impeccabile. Tu pensi che la tua intuizione non sia che un buffo dettaglio da nulla, Ma io, che ti ho vista per quello che sei realmente, e ritengo la tua intuizione una prova fondamentale. Il perchè sarebbe arrivato in breve, dove Hebiko potè rilasciare parte del suo fastidio. Immagino non ci sia più motivo di nascondertelo. Ho forti motivi per sospettare che il misterioso profumo che hai trovato non sia altro che un veleno... prodotto da mio fratello. La questione diventava personale. Portò una mano sulla fronte, aggrottando le sopracciglia. Probabilmente hai ragione nel pensare che non vogliono incastrare te... Ma si tratta di mio fratello. E, senza scendere troppo in questioni di famiglia... Temo che potrei essere il suo prossimo bersaglio. Per colpa di quei due dei gemelli, non poteva parlarle del triste destino di ognuno dei suoi fratelli, ma non c'era problema nel sapere che qualcuno poteva attentare alla sua vita, soprattutto se il vero argomento del discorso era il profumo. Osservò nuovamente la donna. Vorrai perdonarmi per aver perso la calma... Ma a questo punto, temo che il mio timore fosse fondato. Se quel profumo proviene realmente da mio fratello, ho ragione a credere che il tuo carcerato innocente non fosse che una sfortunata cavia. Sospirò. Il tuo istinto potrebbe avermi salvato la vita... e pensare che lo reputi così poco importante... Nascose parte del suo viso con il ventaglio, non nascondendo però un trattenuto triste sospiro. Si sarebbe dunque alzata. Entro un'ora avrai i miei moduli per posticipare l'esecuzione. Nel frattempo... Devo considerarti parte delle indagini, o devo considerare il tuo lavoro concluso? Stava a Meredora scegliere se voleva avere una parte nel possibile salvataggio della Consigliera, e godersi i meritati ringraziamenti, o se lasciarsela scappare, forse per sempre.


    Hebiko si tappò la bocca per il timore di produrre qualsiasi suono quando udì la voce di Aji. Ironicamente, sentirlo parlare attraverso una tremenda decorazione vegetale la aiutava a non esserne troppo intimidita. Dovevano solo parlare, ma la pressione era la stessa del trovarsi nel punto focale di uno scontro. Perchè, non posso chiamare solo per risentire la vostra voce? Hehe. Ridacchò, allentando la tensione. Purtroppo si tratta di una questione importante. A seconda di quanto tiene alla vita di Kaji, probabilmente urgente. Fece una leggera pausa, doveva lasciargli intendere la gravità della situazione. Sono felice che Kaji abbia trovato un corpo in cui essere accolto, ma se non agiamo per primi la sua permanenza nel mondo dei vivi potrebbe essere più breve di quanto credevamo. Doveva calcolare bene quanto raccontare e quanto no, o poteva costarle un'altra informazione sfumata. Sospirò, con un filo di tristezza nella voce, che non dovette nemmeno sforzarsi di recitare. Tuttavia, non so quanto sarebbe contento che una simile informazione venga sparsa in giro... pensi di riuscire ad organizzarci un incontro privato? Con tutto il rispetto, credo che le mie informazioni saranno più al sicuro se riferite direttamente dalla fonte principale al diretto interessato. Gli Hakai sono maledetti a sufficienza così come sono, ed i Kemono sanno essere spietati quando vogliono... Verosimilmente, potrebbero essere già in azione. Dopotutto le serviva una scusa per evitare di confessare tutto subito, nonostante l'urgenza, e lasciar intendere che l'argomento generale fossero gli Hakai. Lasciare a loro la scelta del luogo d'incontro dava ai due una discreta libertà, e di conseguenza un vantaggio, forse la certezza che non avrebbero lasciato andare Hebiko senza le sue informazioni. L'urgenza però implicava che dovesse essere facilmente raggiungibile dalla donna.

    Non lo avrebbe ancora confessato, ma il suo obiettivo era una mezza verità: mettere al corrente (o eventualmente ricordare) che l'arrivo di Kaji nel mondo dei vivi aveva scombussolato l'equilibrio degli Hakai, ora che quattro di loro erano in vita, pur essendo lui una "mezza vita". E la sua notizia non era nemmeno l'unica moneta di scambio che aveva. Oh, mi raccomando, anticipagli che ho una soluzione al suo problema. Non avrebbe potuto anticiparla, se avesse chiesto ulteriori delucidazioni, la donna avrebbe ridacchiato. Suona arrogante così, ma io sono parte della sua soluzione. Non posso dirti di più, Aji caro. Quando potrò vedervi? Dritta al punto. C'era una certa urgenza, quindi non serviva girarci troppo attorno. Aveva rilasciato abbastanza indizi per lasciar intendere come avesse molta carne al fuoco, ed in parte era vero: dopotutto, dai ricordi di suo padre, aveva scoperto di essere una mezza Kemono, o comunque di esser stata "ingegnerizzata" appositamente per essere il più affine possibile alle loro arti. Avrebbe mentito nel dire che aveva la soluzione a portata di mano, ma non nelle intenzioni: voleva trovare quegli sciamani da tempo ormai, saperne di più su quelle abilità ancora sconosciute, e se farlo poteva anche aiutare Kaji, poteva forse contare su un aiuto extra, ed un favore in cambio di un problema in meno.


    Makoto credeva ad ogni parola di Febh, iniziando già ad immaginare una ben più giovane Hebiko, che si approcciava all'abitazione dello Yakushi come una piccola fiammiferaia nel mezzo dell'inverno. OH!! Così fragile! Le avevo detto che il centro del villaggio poteva essere spietato! La vipera iniziò a sibilare, osservando con aria confusa l'Amministratore mentre proseguiva con le sue follie, nonostante il colosso di Kumo continuasse a penzolare dalle sue labbra. Quindi è grazie a lei che è sopravvissuta, ed arrivata tanto in alto!? Non sss.... Non sono sicuro fosse così la storia... Makoto però dedicò un profondissimo inchino allo Yakushi, con le braccia drittissime sui fianchi, nemmeno gli fosse grato per la sua stessa vita. Intoccabile e capace Amministratore!! Non potrò mai ringraziarla a sufficienza per aver protetto la signorina Hebiko!! E' incredibile che il destino l'abbia portata da una persona tanto generosa ed affidabile! Aoda spalancò le sue fauci per la sorpresa, dopotutto conosceva l'Amministratore in prima persona. Quesss... Quessssss.... SSSte sono tutte sssciocchezze!!! Iniziò a commentare, anche se verosimilmente sarebbe stato presto ammutolito dall'Amministratore stesso. La proposta di Febh, di fatto l'accettazione dell'essere ufficialmente accolto nel villaggio, gli fece scendere una lacrima silenziosa sulla guancia, ma alla notizia reagì in modo più posato, mettendosi in posa militare, e trattenendo la sua commossa voce tremante. Sono al suo servizio, Generale Capace!

    Makoto mostrò a Febh un sorriso ebete quando chiese specifiche su F, annuendo con ampi gesti della testa. Non colse la reazione dello Yakushi, alla quale rispose: Gli devo molto sai! Non tutti sarebbero disposti a farti fuggire dal tuo villaggio, per unirti ad uno nemico. Ma diceva anche che se alcuni di noi di Kumo riuscissero ad integrarsi a modo ad Oto, forse potremmo diventare alleati prima o poi! Sorrideva ancora, mentre Aoda era ancora agitato per i vaneggiamenti precedenti. Oooh, non posso tenere la signorina Hebiko all'oscuro di tutto questo... Di certo nessuno dei due si aspettava di veder Febh accusare Makoto di essere una trappola. Non potrei mai far del male alla signorina!! Mi ha aiutato molto quando eravamo giovani, non fosse stato per lei forse non sarei qui per raccontarlo!

    in Amministrazione, nessuno dei due sembrò ottenere la reazione sperata, lasciando Makoto a mugolare qualcosa a bassa voce, prima di ricevere lo scappellotto che lo riportò all'attenzione. Aoda aveva già il muso pronto a sbirciare in direzione della sua evocatrice, ed ubbidì dopo aver mostrato ai due un leggero inchino. Sarebbe uscito dopo solo qualche minuto, leggermente agitato. La signorina sta sparpagliando documenti ovunque. Sss... Sembra stia cercando qualcosa con una certa fretta. Non so cosa stia cercando di preciso però, non sembra... ordinata, nella sua ricerca.

    A Febh quello bastava ed avanzava. Spalancò la porta, facendo sobbalzare la Consigliera, che rapidamente cercò di replicare. Ma allora!? Non ho detto che avevo da fare?? Metà degli scaffali erano aperti, sul tavolo e sul pavimento erano sparpagliati documenti vari, tra cui identità di alcuni shinobi, rapporti scollegati tra loro, persino documentazione dell'ufficio di poco conto, tra edificazioni, permessi ed altri documenti civili. Hebiko sospirò, roteando gli occhi. Ah, certo... Speravo te ne fossi dimenticato. Dammi qui. Allungò la mano per prendere possesso del documento, e dopo aver frugato in tre cassetti diversi, sempre se Febh non avesse avuto da ridire, avrebbe finalmente trovato una penna, affrettandosi a firmare. Sei contento adesso? Ora fà il bravo, non mi ci vorrà molto.
     
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