Giochi di Potere. Parte II

Alto divertimento, alto rischio

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Giochi di Potere

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    ---------------- Parte di Madama Umezawa ----------------



    La conversazione con Madama Umezawa proseguì dopo la serie di domande che posi alla vecchia signora di Ame. E le sue risposte furono molto utili per inquadrare la situazione. E pensare così ad una strada da percorrere. Una cosa era certa, ero arrivata ad Ame per costruirmi una nuova casa e mettersi in mezzo a più Semi non era un'idea geniale. Avessi avuto più contatti, più soldi o comunque più potere potevo considerarla un'occasione interessante.

    Certo, ogni lasciata era persa. Difficilmente sarei mai più riuscita ad infiltrami in un Seme, in particolare nelle Picche... ma ne valeva veramente la pena? Valeva veramente il gioco? Portarsi la guerra nella propria casa? Il primo obiettivo in quel di Ame era costruirmi una reputazione nel Seme di appartenenza. Essere considerata come membro dei Fiori. Giocare tra Picche e Fiori invece avrebbe richiesto un modo di approcciarsi completamente diverso. Fuori dall'ordinario, senza considerare che ogni passo falso poteva costarmi l'ira di uno o dell'altro seme. Senza considerare inoltre che l'Asso di Picche era Ru Wai, almeno stando alle parole di Namae. L'avevo visto in azione all'Abete e di certo non era una persona da sottovalutare. E aggiungendo che davanti alla memoria storica dei Fiori, quella vetusta signora, nessuno era mai sopravvissuto a quel tipo di gioco di Potere allora decisi definitivamente il da farsi.

    No, avrei seguito il consiglio della Rigattiera Madama Umezawa, le sue parole mi hanno fatto riflettere. Non ho il potere, o i mezzi, per giostrarmi tra Picche e Fiori. Non al momento attuale. Il rischio di rovinare tutto è troppo alto. Quello che le chiedo invece è di farmi partecipare per i Fiori. Io cercherò di giocare per lei, con la sua quota e di vincere il premio finale. O almeno provarci, insieme all'altro giocatore dei Fiori chiunque esso sarà. Lasciai passare qualche secondo Per quanto riguarda Gobu... ci penserò io. Le chiedo solo di non divulgare il nome del maiale e del suo compagno. Tenga fuori entrambi, almeno per un po'. Finché le acque non si saranno calmate. Ho un mente un modo molto utile per spremere quel porco. Sorrisi, malefica.

    E dopo aver udito le sue parole finali, quelle sulla carta piazzata, non feci altro che inchinarmi in segno di profondo rispetto davanti ad una criminale di quella caratura. Sentivo che bene o male ci saremmo rincontrate a breve Le mie intenzioni sono chiare Madama, voglio portare onore al Seme. Ed Ame. E' la mia casa, infondo.


    ---------------- Parte di Gobu; Lacrima d'Argento ----------------





    Avrei aspettato quasi all'ultimo per interfacciarmi con Gobu. Lui sarebbe passato da me, alla Lacrima, ogni giorno per ascoltare o ricevere suggerimenti su chi proporre per le Picche per il torneo. Peccato che quella sera sarebbe andata “leggermente” in maniera diversa da come aveva pianificato!

    La mia Geisha avrebbe accolto Gobu e lo avrebbe invitato a raggiungermi nella mia stanza privata. Lì mi avrebbe trovata, perfettamente truccata e sensuale come poche altre volte. Mi ero preparata affinché non potesse resistere. L'intera stanza era satura del mio ormone che rendeva così fragili gli animi più voluttuosi. Appena sarebbe entrato accavallando le gambe avrei posato una mano sul bicchiere di saké e con l'altra avrei invitato Gobu a sedersi sopra di me, battendo le mani sul mio grembo Prego, Gobu-sama, divertiamoci un attimo, beviamo qualcosa insieme. Poi parliamo.

    E se avesse accettato lo avrei accontentato in ogni suo desiderio affinché il suo animo si piegasse, nuovamente. Solo a quel punto avrei proseguito con gli affari Ti mostro un trucco, Gobu-sama. Con un gesto della mano impercettibile avrei fatto comparire una carta. Un Asso di Picche, che avrei appoggiato sul tavolino. Un sorriso malefico a quel punto si sarebbe dipinto sul mio volto Allora, Gobu-sama immaginiamo per un attimo che io sia a conoscenza dell'identità dell'Asso di Picche. Che sappia dove si trova, che ci abbia già parlato e abbia degli affari con lui. Immaginiamo che io possa andare da lui, da quell'omone tutto ossa e muscoli... Avevo dato abbastanza informazioni al Maiale per fargli credere che fossi a conoscenza di chi stessi parlando, e fargli nascere dunque il dubbio … e immaginiamo che io gli riferisca che te, e il tuo compagno, vi siete fatti abbindolare così facilmente. Che avete rivelato informazioni chiave, posizioni delle Picche centrali. Avete mostrato debolezze, e passaggi segreti. Insomma... quello che chiamo un bel casino. E immagino che al nostro Asso non possa andare per niente bene. La mia proposta è la seguente. Il mio silenzio, nei confronti dell'Asso, vale diecimila Ryo. In caso contrario l'Asso di Picche lo verrà a sapere. Erano i soldi che mi servivano per diventare Fante. Non avevo altro modo. Non potevo partecipare al torneo per entrambi i Semi se entrambi i Semi volevano il primo premio. Avrei deluso inevitabilmente uno dei due. Se avessi notato un certo grado di ostilità, o rifiuto avrei incalzato Una mia copia, una Kage Bushin, si sta già dirigendo ad una certa Locanda... per informarlo. Hai ancora poco tempo, Gobu-sama. Non era vero, non avevo una copia ma lo avrei fatto; senza ombra di dubbio.

    Al Maiale la scelta Non è nulla di personale, Gobu-sama. Anzi se siglerai l'accordo di segretezza sarai sempre il benvenuto alla Lacrima! Terminai il discorso con un sorriso, prima di valutare la sua risposta.



    ---------------- Parte della Regina di Fiori, Lord Goemon; Lacrima d'Argento ----------------



    In tutto ciò, in quei giorni, se fossi riuscita ad ottenere i soldi da parte di Gobu per via del mio ricatto, avrei invitato la Regina di Fiori alla Lacrima d'Argento e avrei consegnato il contante, estraendolo da una valigetta contenuta in un rotolo da richiamo Lord Goemon, mio protettore. I miei toni erano aulici, e sottomessi allo stesso tempo. A lui piaceva, e a me andava bene Ecco i dieci mila Ryo, come pattuito, per il mio passaggio a Fante di Fiori. E la Lacrima come può vedere è vuota. Ci siamo solo noi, i miei Servitori e le mie Geishe. Ho imbandito quanto più cibo, droga e alcol potessi fare per festeggiare, privatamente, questo evento. La prego, brindiamo insieme. Divertiamoci, senza se e senza ma. E lì avrei lasciato che etica, onore e rispetto venissero sottomessi alla depravazioni che quell'uomo poteva manifestare. Lì avrei contribuito ulteriormente a rendere la Regina sempre più dipendentemente da me, dalla mia presenza, abilità e sensualità. Mi sarei trasformata in una droga per lui, tanto quanto lo erano tutte quelle che assumeva.



    ---------------- Parte di Namae, Yato; Lacrima d'Argento ----------------




    Ben diverso fu la situazione che si andò a creare dopo aver utilizzato l'Occhio sulla figlia dell'Oleandro. Rimasi in silenzio, e in disparte. Limitandomi ad un velato sorriso nei confronti della domanda di Bokushin prima di rispondergli No, Bokushin. Non è tra le mie priorità.

    Le rivelazioni che Hounko fece ai presenti furono di natura molto, molto importante. Era evidente che si collegavano con quanto avevo sentito in precedenza, tra Madama Umezawa, Gobu e non solo. C'era in atto un piano, che coinvolgeva numerosi Semi e parecchie ingerenze. Ma proprio per quel motivo non avevo intenzione di parteciparvi direttamente, il costo poteva essere troppo alto.

    Non potevo riferire direttamente il mio piano a Namae, non dopo quanto uscì dalla bocca della figlia. Questo perché a conti fatti stavo per partecipare al torneo, per conto dell'Umezawa, e quella donna poteva essere coinvolta se si pensava ad un rapporto tra Fiori e Quadri. Aiutare Namae mi avrebbe portato ad un conflitto di interessi, che non avrebbe aiutato nessuno dei due. Mi limitai ad una risposta neutra La porta della Lacrima d'Argento è sempre aperta, Namae. Io stanotte ho un compito dal quale non posso esimermi. Sono desolata, volevo parlartene ma mi sembra evidente che le tue priorità sono ben diverse. Non ti preoccupare per il pagamento. Mi basta che non parlerai in giro di quello che ho fatto e di come ti ho aiutato, e siamo pari. Conclusi, prima di lasciarlo andare.



    ---------------- Parte di Yuri; Delizia; il Torneo ----------------




    A meno che Madama Umezawa non aveva già pagato per conto mio l'ingresso e mi aveva invece affidato i soldi direttamente allora avrei adottato tutte le misure idonee per raggiungere il posto in sicurezza.

    Quindi dopo aver ricevuto i soldi mi sarei preparata a dovere. Avrei riposto i Ryo dentro una valigetta la quale si sarebbe trovata in una pergamena di richiamo, inoltre mi sarei potenziata a dovere con i simboli. [Preparazione 1][Preparazione 2][Prepazione 3]

    Dall'entrata principale della Lacrima d'Argento la mia copia fisica, identica a Yuri, sarebbe uscita. Io invece, trasformata in un tizia anonima sarei uscita dall'entrata secondaria e quindi lontana da sguardi indiscreti. Seguendo in parallelo, e cambiando spesso tragitto avrei puntato a raggiungere il Delirio mentre l'eventuale esca, la mia copia, avrebbe attirato l'attenzione muovendosi sempre verso il locale. [Copia]

    Augurandomi che non sarebbe accaduto nulla se fosse andato tutto liscio allora le mia copia poco prima di arrivare al locale di Goemon si sarebbero defilata, prendendo un altra strada per poi scomparire mentre io, letteralmente prima di trovarmi di fronte al locale, avrei mantenuto la copertura per poi annullare la mia trasformazione e presentarmi di persona, al massimo del mio splendore, con i soldi nella valigetta (richiamata dal rotolo poco prima).

    Comunque prima di entrare avrei eseguito poi subito dopo un'altra trasformazione che avrebbe mutato solo il mio volto, in una donna pur sempre bellissima ( avrei trasformato solo la mia faccia in maniera tale da preservare la sensualità che sprigionava il mio corpo) e sopra di esso avrei posto una maschera, che avrebbe nascosto il mio viso. Non sapevo se era necessario mantenere l'anonimato o meno, in quel caso avrei agito di conseguenza.

    Non mi sarebbe rimasto altro che giocare la partita.
     
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