Ritorno al passato

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    Un Ritorno Inatteso

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    Konoha era sempre la stessa a prima vista, il grande e accogliente villaggio che faceva da bussola al mondo quando questo cercava la via del mutuo guadagno e del sacrificio. Nel primo dei villaggi moderni, nati in pace come associazioni di potenti clan, sembrava che cambiasse poco, ma un albero secolare era davvero immobile?
    Le foglie cambiavano, nuovi rami nascevano ed altri si spezzavano e in quel ciclo di mutamenti la sua vita proseguiva adattandolo alle intemperie nonostante nessuno paragonasse mai quei rigidi giganti all’adattamento malgrado ne fossero dei campioni.
    Così era Konoha, alla costante ricerca di una via che percorsa dalle giuste radici potesse impedire all’accademia di franare verso il burrone della guerra, una speranza che fluiva innata nella società del villaggio in cui il bene comune aveva gran valore e lo si apprezzava in una moltitudine di gesti quotidiani e spontanei. Non era un ambiente in cui era facile essere maliziosi.
    Dalla sua ultima visita Kairi potè notare che degli aggiornamenti erano stati fatti, tanti per una maggiore sicurezza, altri per un maggior decoro della capitale ninja del Fuoco. Fuori dalle mura il vibrante mercato accoglieva una vita che alle prime ore del pomeriggio in vista della chiusura, iniziava a fluire verso l’interno, alcuni per rifornire rivenditori al dettaglio altri per organizzare la giornata successiva, ma tutti con un apposito pass. Nella via principale una moltitudine di attività commerciali si affacciavano, anche se mediante qualche specifico finanziamento erano stati prediletti sarti, fabbri di primordine, malgrado il migliore stesse in un buco nel terreno, alimentari street food in spazzi appositi e ristoranti di prima classe. Percorrendo la via, adornata da querce sicuramente ammaestrate dai Senju non si poteva far a meno di pensare che Konoha avesse fatto buon utilizzo della sua storia anche se quell’asse così dritto tra le vie del villaggio paradossalmente lo nascondeva, invitando ad entrare nei caratteristici vicoli per farsi sorprendere da tutte le sfumature che la via principale non poteva mostrare. Al termine della strada ecco i primi cambiamenti: la seconda cinta muraria che proteggeva l’amministrazione era scomparsa e una grande piazza dava respiro ad una struttura che celebrava la vera spina dorsale del villaggio: i ninja. In pieno stile konohaniano il precedente palazzo venne sacrificato per poter trarre in salvo Hoshi ed al suo posto era stato edificato qualcosa di più rappresentativo seppure ricordasse l’originale.
    La grande piazza antistante l’amministrazione, ritrovo dei più disparati raduni sociali, nella vita di tutti i giorni sarebbe stata un ottimo filtro per la chunin per ripercorrere i suoi giorni fuori dal villaggio e trovarsi preparata davanti a Raizen. Come spesso l’aveva trovato quando era stata convocata anche quel giorno stava dietro alla massiccia scrivania e quando i due entrarono, saltando qualche controllo grazie a Youkai, lo videro poggiare un foglio nei documenti in uscita e aggiungere una puntina nella mappa alle sue spalle.
    Sarebbe stato certamente sorpreso da quella visione se non ne fosse stato informato con qualche minuto di anticipo, ma sul momento non potè che sorridere.

    Non penso che gli shinobi della foglia smetteranno mai di tornare quando meno li si attende e quando più si sente bisogno di loro.
    Bentornata, Kairi Uchiha.


    Già Sho prima di lei era tornato, quasi spuntando dal nulla, quando ormai tutto sembrava perso, di Kairi di contro si sapevano solo sporadici aggiornamenti che nell’ultimo periodo erano diventati assenti.

    Dovrai raccontarmi cosa è successo in questo periodo temo, sono certo di avere qualche risposta che ti farà bene sentire ma devo esser certo che tu sia chi dici di essere.
    Per cui, Kairi Uchiha, chi sei tu?


    In qualche modo la chunin era invecchiata, non nel fisico, ma nei suoi occhi una luce diversa aveva preso il posto della precedente spensieratezza, qualcosa di più piccolo ma forse più brillante. Ricordava una delle ultime interazioni che ebbe con lei, fu quando gli venne fatto rapporto della missione ad Iwa e potè scoprire della sciagurata perdita della pergamena delle anime. In quel momento quella domanda non era solo utile a comprendere chi fosse adesso Kairi ma cosa l’avesse portata ad esserlo. Raizen di contro era accogliente e gentile, dopotutto aveva fiducia a sufficienza su Youkai per non credere che gli avesse portato un nukenin alla scrivania, non di nuovo.

    Riguardo i tuoi corsi Youkai ne parleremo una volta chiuso qui.

    Quando Kairi avesse finito la sua presentazione e il rapporto sugli eventi che l’avevano tenuta lontano dal villaggio, ed una volta toltosi eventuali dubbi in merito Raizen avrebbe cambiato leggermente discorso per iniziare gli aggiornamenti che era necessario dare.

    Hai mantenuto qualche contatto con il villaggio?

    E mentre lei forniva la risposta che si aspettava l’Hokage prese un rotolo e srotolandolo fino a raggiungere il kanji della volpe ne rilasciò il contenuto: la maschera omonima, appartenuta a Shin.


     
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