La Gelida ma Rovente Valle Huaguo

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    Tutte le strade portano alle terme

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    Mai Terumi, la dotata Eruzione di Kurotempi, una donna un po' fanciullesca dalle forme giunoniche il cui terribile potenziale distruttivo aveva portato l’associazione a circuirla con l’inganno per piegarla ai loro caotici intenti. Quell’organizzazione era ancora un mistero per
    l’Hokage, non ne aveva mai realmente capito l’obiettivo, ma erano responsabili di attacchi a scopo puramente terroristico dalla portata non indifferente. Proprio per quella ragione adesso viveva con Youkai, che spesso voleva dire con Raizen, a Konoha.
    La Montagna sapeva di star tenendo da troppo tempo al villaggio una bomba a orologeria, seppure i sospetti di un ritorno della memoria fossero ormai ben pochi le possibilità non erano nulle, ma considerando la sua posizione all’interno della setta restava una fonte di informazioni notevole e di fatto una risorsa che avevano strappato ad essa. Ma nonostante questo sentiva di poter correre il rischio, Mai gli era sempre sembrata di buon cuore, una vittima più che una calamità.
    Inizialmente Raizen le aveva mentito sulle sue origini, non poteva dirle, a pochi momenti dall’accaduto che la responsabilità delle sue ferite ricadeva anche su di lui, non senza poterne gestire le conseguenze.
    Solo a Konoha, e con una discreta sorveglianza in incognito aveva iniziato a svelare piccole briciole di verità fino a poterle rivelare di essere l’Hokage, un ninja e basicamente tutta la verità su se stesso, ma non su di lei. Era stato più complesso spiegare la situazione ad Hebiko che dovette vederla passare del tempo insieme a Youkai per capire quanto fosse inoffensiva. Non era stato un processo semplice, dovette innanzitutto spiegare che quella del mercante era un identità fittizia e non poteva abbandonarla fino a quando non fosse tornato in un posto sicuro, cosa che comportava il divieto di utilizzare le arti ninja. Nascondergliele per la durata del viaggio non fu complesso, e iniziò ad introdurla a quella verità partendo proprio dalla falsa identità.

    Mai.

    Iniziò a parlarle prima dell’ingresso al villaggio, rassicurato dal viaggio di ritorno in cui aveva potuto osservare quanto calme fossero le acque.

    Qualche giorno fa ti dissi che ero un mercante, ho continuato a ripetertelo per darti una mano a non dimenticare visto le difficoltà che ancora hai, ma era solamente un modo per proteggerci.
    Sicuramente avrai notato in questi giorni che abbiamo condiviso che me la cavo con le armi e anche con la vita lontana dal contatto umano.
    È perché sono stato addestrato a farlo.


    Parlava con gentile prudenza, ma non remissività, e le sue parole erano sincere, seppur con un po' di deformazione professionale era stato mosso da pura bontà.

    Sono un ninja.

    Per lei quella parola aveva poco senso, non ricordava chi fossero e cosa fossero in grado di fare quindi non si aspettava eccessive reazioni.

    E in generale me la cavo a fare il mio lavoro, cosa che col tempo mi ha fatto accettare come leader del villaggio nel quale ci stiamo recando per le tue cure.

    In un primo momento sembrò sorpresa dalla rivelazione, ma riflettendo sugli eventi del viaggio quella rivelazione giunse con un leggero preavviso che di fatto la rese più semplice da accettare e nel viso di lei calò solo un ombra di tristezza.

    Lo so, non era qualcosa da nascondere, ma non ero certo della tua identità, potevi essere una benedizione come una minaccia per me e di riflesso anche per te, per quello quando ho scelto di portarti con me ho preso queste precauzioni.

    Le lasciò digerire la rivelazione, notò che ne era stata colpita, dopotutto le sue prime interazioni col mondo erano state intorbidite da menzogne e se a dirle era l’uomo che diceva di averti trovato era un po' strano. Ma si lasciò convincere in qualche modo, forse per la realtà dei fatti tutto sommato credibile e forse perché sentiva di avere un debito verso qualcuno che l’accudiva senza chiedere nulla in cambio. C’era comunque un prezzo da pagare, e rimase per un po' in silenzio, leggermente apatica, ma l’interazione con l’animo più spontaneo e semplice di Youkai la aiutò a sbloccarsi nuovamente, anche se sovente andava a riflettere nel vicino vulcano della foglia. Diceva che il contatto con quell’elemento la tranquillizzava, ma solo Raizen sapeva quanto era vera quell’affermazione.

    Allora Mei.

    La chiamava così, anche se il suo nome era Maitsuki, germoglio di luna, quando la incontrò aveva perso la memoria, e non sapendo il suo nome Raizen ne scelse uno che ricordasse il suo, il resto lo fece l’istinto.

    Come procedono le giornate all’ospedale?

    Era quello l’impiego che Raizen aveva scelto per lei, già prima della perdita di memoria sapeva che era capace di utilizzare le arti mediche, e sembrava che fosse sua personale inclinazione far del bene e prendersi cura del prossimo. Il suo controllo del chakra nonostante tutto era rimasto ottimale per cui non dimostrò mai difficoltà a cimentarsi nelle tecniche di cura.
    Quando Mei concluse le sorrise.

    Siediti, devo dirti e mostrarti qualcosa di importante.

    Attese, porgendoli del the caldo, caldissimo, come piaceva a lei.

    Mi serve il tuo supporto per una missione.
    A nord nel paese delle nevi si trova un particolare clan di creature ninja, i macachi.
    Sembra vengano da una zona termale o comunque molto calda… una zona molto affine a te Mei.


    Inspirò.

    Lo so perché uno di loro era con te quando ti trovai io, sembrano tenere molto a te e conoscerti da ben prima che ti trovassi io.

    Sicuramente sarebbe arrivata qualche domanda, ragione per la quale, annuendo, avrebbe aggiunto dettagli.

    Quel giorno non c’eri solo tu e il macaco, c’era con voi un membro di Kurotempi.
    Quando ti vidi la prima volta sembrava non avessi problemi con la memoria, ma di una cosa sono certo, quell’uomo ti mentiva e nel farlo ti sfruttava non solo per deturpare la natura ma anche per fare del male alle persone.
    Tu non sapevi, tu non volevi farlo.


    Più tardi le avrebbe mostrato un ricordo in cui, vedendola nella pozza di lavà era comprensibile che lei serviva a fornire energia geotermica ma di come le richieste le giungessero dal macaco. Richieste che eseguiva senza sapere.

    Hai sicuramente sentito parlare di loro in questo periodo.
    Vi osservai a lungo e questo macaco seppure recalcitrante sembrava fare il gioco di quell’uomo per cui nutrivo anche qualche sospetto su di lui.
    Ho preferito allontanarti da entrambi, ma ora che le acque potrebbero essersi calmate, ora che vedo quanto ti manchi il tuo legame con la tua natura, quella del fuoco, vorrei riportarti da loro.
    A questo punto non devi più credermi, posso dimostrartelo se me lo permetterai.
    E il resto penso possano farlo i macachi se ti conoscono meglio di me, non voglio imprigionarti qui, sarà una tua libera scelta.


    Non era facile farsi dare nuovamente fiducia, per questo sarebbe stato cauto.

    Ma non qui, è meglio aiutare la tua mente in un luogo più affine ad essa, un luogo dove la fiamma della terra sia vicina.

    Si sarebbe fatto seguire, per la maggiore in silenzio se lei non avesse fatto qualche richiesta.

    Non so tanto di te, loro di sicuro sapranno aiutarti, quando ti ho portato qui speravo di darti una vita che fosse più vicina possibile a ciò che mi sembrava fosse la tua indole.

    Arrivati alle pendici del vulcano, seguendo un viottolo creato da grossi massi che spesso si perdeva tra la cenere si avvicinarono al suo cuore, fino a quando il calore fosse stato sopportabile per Raizen.

    Sfrutterò l’interrogazione mentale, forse c’è qualche ricordo perduto che potremmo riportare a galla.

    Poggiò la mano sulla sua fronte incandescente, un mare di fuoco lo accolse ma a lui serviva una sola informazione, al resto avrebbero badato i macachi.

    Dove si trovano i macachi della valle termale?

    Con quella domanda avrebbe usato l’immagine di Wukong, il fedele servitore che l’accompagnava quel giorno, sperando che potesse dargli una direzione, o una sensazione, qualcosa da seguire verso la meta.


    [...in un luogo non troppo più fresco…]

    Dopo i terribili eventi degli omicidi per avvelenamento Suna era tornata relativamente tranquilla, nonostante la letargica amministrazione stesse lasciando spazio alla criminalità questa non era un reale problema da gestire e la vita non ne veniva turbata. Nemmeno i notiziari facevano grandi titoli, segno che ancora non stava accadendo niente di eclatante, solo qualche vecchina dalle periferie o dai villaggi lontani riportava di movimenti inusuali, ma non era certo una novità che i vecchi fossero spaventati persino dalla loro ombra e qualsiasi evento inusuale fosse portatore di sciagura e distruzione.
    Nel temperato inverno sunese era una giornata come tante altre, persino per Ryugi nonostante fosse stata lasciata sola in casa dai propri genitori poiché in trasferta per curare gli affari di famiglia, dopotutto anche per il mercante più organizzato e importante ogni tanto si rendeva necessario un viaggio per rinsaldare qualche accordo o stringerne di nuovi. Quella volta si erano spinti parecchio a nord, convinti che maggiore fosse la distanza e diretto il commercio maggiore sarebbe stato il guadagno nell’esportare i frutti del deserto.

    Ryugi!!
    Presto!
    Vieni qui!


    Era il rumore di qualcosa che avrebbe dato una scossa alla giornata della giovane Kunoichi, dopotutto quello non era il giorno previsto per il ritorno dei suoi genitori, erano decisamente in anticipo!
    Sulla porta di casa avrebbe trovato uno degli accompagnatori dei suoi genitori trafelato, doveva aver fatto quanta più strada possibile di corsa.

    L’abbiamo trovata a nord, passati i confini otesi, eravamo quasi a destinazione.

    Non era possibile vedere niente se non un fagotto tenuto con grande cura dalla guardia, al suo interno un piccolo macaco, rannicchiato su se stesso, col viso affondato nel voluminoso pelo che indossava dei larghi pantaloni rossi, ricordavano il tipico vestiario del deserto.

    Dorme da quando sta con noi, era stremato.
    Quando ha toccato tuo padre ha come rilasciato una nube di vapore e poi ha dormito.
    Da allora si aggrappa a chiunque controlli il fuoco.


    Appena ripreso fiato avrebbe continuato il rapporto.

    In realtà è stato lui a trovare noi, è emerso da dei cespugli durante una pausa,e si è aggrappato a tuo padre, si è calmato poco dopo, diceva che gli sembrava di aver perso un po' di chakra.
    Da allora fatichiamo a tenerlo sveglio, sembra capisca e ha mugugnato qualcosa, ma crolla poco dopo qualche tentennamento, come se fosse in letargo… ma non mi risulta vadano in letargo no?


    Avrebbe passato il fagotto a Ryugi, sembrava che tremasse nonostante il sonno.

    I tuoi non sono potuti tornare indietro, saremmo stati troppo lenti.
    Hanno detto che era bene te ne occupassi tu.


    Decisione probabilmente dovuta alla fiducia che i due riponevano su di lei.

    Non abbiamo voluto fermarci agli altri villaggi, ci sembrava strano scaricargli un impellenza forse troppo grande considerando che riesce a capire gli umani.

    Poteva Ryugi risvegliare il piccolo macaco?




    Edited by F e n i x - 3/3/2024, 08:40
     
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