Prigione di Kiri

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  1. leopolis
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    CITAZIONE (leopolis @ 27/2/2012, 17:48) 

    Che fine sia.
    ...senza pietà...



    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    Il mio cuore accelerò il suo battito,ma nulla comparve sul mio volto. Esso rimase impassibile, immobile, insignificante e quasi privo di vita. Di qual vita si poteva parlare, quando un mio fratello mi minacciava? Lo stesso sangue scorreva nelle sue vene, come nelle mie. Possibile che egli non capisse?.. No. La mia speranza continuava ad ardere nel mio corpo, nella mia anima, ma nulla essa aveva a che fare con i miei occhi, con il mio potere. Soltanto l'Idea poteva risollevare gli animi dei guerrieri perduti, guidati dalla sua luce e dalla speranza ch'ella stessa portava. Mi disse Etsuko che non poteva più chiamarmi Akuma, e la cosa mi colpì. Il mio sangue, la mia mente e le mie azioni erano volte solo per il loro bene, per il bene del Clan, del Villaggio. Per il bene degli Akuma e di tutta Kiri.
    Un sorriso beffardo si stampò sul mio volto, ma come il mio volto stesso egli non sapeva di nulla. Non era un sorriso né di scherno, né di soddisfazione. Probabilmente Etsuko si sarebbe sorpreso, probabilmente soltanto confuso. Non potevo saperlo, ma ciò che sapevo di certo era che non avrei fatto passi indietro. Non sarei tornato sui miei passi; non mi sarei nascosto tra le mura di Kiri, la cui ombra stessa mi costringeva ad obbedire a persone di cui la mia considerazione era troppo bassa per essere vera. Qualcosa, bruciava dentro di me e di certo non sarebbe stato uno spiedo a spegnerla.

    °Sei finito Seinji°


    Perché?! Perché la sua fredda voce risuonava nella mia mente ponendo fine alla cosa; perché mi obbligava a osservare impassibile i tratti arrabbiati del volto di Etsuko, e perché memorie di lontane terre e speranze di un villaggio di Luce risplendevano nella mia mente? Per quanto la fine potesse sembrare tragica e inevitabile, qualcosa mi suggeriva che fosse soltanto un inizio. La morte che egli mi proponeva di certo non mi spaventava; la morte per il clan e per il villaggio era da sempre il mio sogno, che quel giorno si sarebbe realizzato.
    Eppure m'inquietava il dover dire addio alla luce del sole in quel sotterraneo. Mi premeva contro il petto come un peso invisibile, sottraendomi ciò che di più caro avevo, ma dandomi la possibilità di morire per ciò che amavo.
    Parte del torto! Nel torto era chi viveva piegandosi al volere altrui, non di certo io che vivevo pensando al villaggio, dormivo pensando al villaggio e a come renderlo brillante. Un Grande Villaggio era l'unico oggetto dei miei desideri e sogni più intimi. Io era nella ragione! Ero fra coloro che avevano trovato la forza per cambiare le cose, e se i miei occhi, o la mia vita, erano il prezzo da pagare ben mi andava! Ben mi andava di subire scherni e insulti da parte di persone che consideravo fratelli, e ben mi andava morire per mano loro, ma morire per qualcosa. Morire per ciò che ero, morire per gli ideali che portavo!
    Osservai il suo viso venire vicino, e sussurrarmi poche e semplici parole. E allora il tutto divenne chiaro, il tutto cambiò. Se era la sola idea che lo spingeva a farlo, mi andava bene che lo facesse! Oppure... eravamo degli Akuma. Un semplice inganno sarebbe bastato per aggirare quel stupido Geco, e renderlo inutile dinnanzi alla potenza delle nostre menti. Mai avrebbe scoperto un simil-inganno... se non ci fosse quel chakra a scorrere lungo le pareti e renderci inutili dinnanzi al suo potere.


    «Fai ciò che devi, fratello.»



    Gli dissi con un lento sussurro, quasi senza aprir la bocca, in modo che solo egli mi potesse udire. Pentirsi? Mai l'avrei fatto, e seppure l'intelligenza diceva che forse sarebbe stato meglio, l'idea non ammetteva scuse. Non mi servivano di certo degli occhi per coltivarla in eterno all'interno del mio corpo.

    «Non esistono idee errate e quelle giuste, Etsuko. Esistono solo Idee, e cosa le persone sono disposte a dare in cambio per realizzarle Etsuko.»



    Lo fissai negli occhi con sguardo carico di forza e rabbia.

    «E io sono disposto a dare la mia vita in cambio della mia idea, nella fervida speranza che possiate risorgere come uomini e come guerrieri.»



    Sorrisi amaramente, ma alquanto deciso.

    «E ora agisci fratello. Fai ciò che devi; purché sia fatto per il Clan e per il Villaggio io sono disposto a perdere tutto. »


     
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