Ufficio Amministrativo[Amministrativo]

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Scrollai la testa all’udire le parole di risposta dell’Amministratore. Non capivo se stesse o meno facendo sul serio. Davvero era convinto che gli avevo regalato un mio segreto rivelando la mia posizione nei confronti del Clan? Mi trattenni dal rispondere, ascoltando in ligio silenzio il discorso successivo del Yakushi. Febh stesso aveva sfidato e affrontato la propria capoclan, ma stando al tono e al modo in cui aveva posto la sua affermazione non si era messo veramente in gioco. Comunque aggiunse che il Clan Yakushi ben poco aveva a che vedere con noi Yotsuki tuttavia, in un certo senso, si propose nel darmi una mano. Una sorta di aiuto sottobanco, in grado di ottenerlo sfruttando le risorse a sua disposizione.

    Mi allontanai di qualche passo, seriamente preoccupato. Non capivo il suo comportamento, con tutta onestà. Mi sembrava francamente impossibile che l’amministratore del Villaggio non fosse a conoscenza dei miei rapporti con gli Yotsuki, delle vicende di mio padre. Ragionai velocemente, e se quella proposta in realtà nascondeva una pericolosa conseguenza? Alzai lo sguardo verso il Jonin, assolutamente consapevole delle mie parole successive: - Lei offende la mia intelligenza, Amministratore. Il mio odio, e rancore, nei confronti del Clan non è un segreto per nessuno, pure Ninja di Villaggi diversi da Oto sanno della mia storia. Anzi la cosa veramente sorprendente è che nessuno del Clan si sia mosso contro di me. Per quanto mi sembri impossibile che lei non ne sia a conoscenza mi ripeterò. Diverso tempo addietro ho partecipato ad un torneo tra Yotsuki di Kumo e di Oto. Vinsi il torneo, facilmente, ma rifiutai in un certo senso la gloria e i riconoscimenti che spettavano al vincitore. In pratica quel giorno dichiarai ufficiosamente guerra al mio Clan, sfidando tutto ciò che a loro era più chiaro: la tradizione. Dunque la sua proposta mi mette in grande disagio, e preoccupazione. Chi non mi dice che lei non sia d’accordo con il Capoclan Yotsuki? Magari per portarmi su una strada prefissata? Infondo l’influenza, e i soldi, di quel bastardo pesano molto di più della mia misera posizione. No, Jonin, rifiuto la sua proposta. Agirò per conto mio, alla luce del sole, e mi prenderò ciò che è di mio diritto. Legalmente, così nessuno potrà mai contestare i miei risultati. – ero assolutamente convinto. Avevo commesso molti crimini, agito in maniere spesso subdole ma se volevo raggiungere quell’obbietto e conquistare la fiducia del Clan non potevo distruggerlo colpendolo all’ombra, lo potevo fare solo in un confronto diretto. E non mancava ancora molto, ne ero certo.

    Il discorso poi proseguì su diversi argomenti e dissentii nuovamente nei confronti del Jonin. Non capivo se le sue risposte erano frutto di una sorta di gioco, di provocazione. Mani d’Oro era il risultato del Clan Yotsuki, il vecchio sicuramente aveva sicuramente edulcorato la situazione, minimizzandola. No, non mi avrebbe fatto il lavaggio del cervello. In più venni a conoscenza che il mostro che attaccò il Villaggio si rivelò provenire da Kumo. Fondata ovviamente dal ramo principale Yotsuki, insomma la situazione non era delle migliori… Successivamente Febh mi chiese di nuovo di specificare le minacce interne e al che sospirai sconsolato: - E’ evidente che mi sono espresso male. Io intendevo esattamente quelle che ho elencato prima. Davvero. Semanticamente parlando per interno intendo letteralmente quello che proviene da dentro Oto. Mani d’Oro ha agito all'interno di Oto, il Mostro ha distrutto Oto dall’interno. Diversamente invece per esterno intendo che ne so, un attacco da parte di Nunkenin. E’ ovvio: la minaccia interna è più grave dell’esterna perché significa che qualcosa ha fallito, che il primo strato di difesa ha ceduto e non ha filtrato il pericolo ed quindi ecco spiegato perché temo di più la minaccia interna era banale da dire, ma era così che intendevo le differenze.

    Infine Febh riprese il discordo del Kage virando verso nomi, situazioni e luoghi decisamente… inquietati. Dopo la ramanzina sulla definizione di Kage, che ritenevo terribilmente sbagliata, ripropose un esempio decisamente concreto. Il mio sangue gelò nuovamente. Già perché quello che avevo sperato non accedesse invece stava avvenendo esattamente davanti a me. Si era riferito alla Villa Mikawa, a Diogene e al Kokage. Tre parole che messe insieme creavano una combinazione ancora più esplosiva del Mostro di Kumo. Avevo decisamente paura, in quei momenti. Cosa potevo rispondere? A conti fatti lui poteva essere a conoscenza dei miei legami con Diogene-sama, ma a parte qualche piccolo discorso sulle sue qualità di comando (riferite a Febh) e sul tentativo di furto di un oggetto molto prezioso altro non era uscito, ammesso che ne sapesse qualcosa.

    Sospirai, presi qualche attimo di tempo, pensando per bene alle parole successive. Voleva una risposta sincera? Gliela avrei data: - Se fosse una missione suicida non parteciperei. – il pensiero andò al Clan e a lei, la mia vera promessa – Ho i miei motivi per restare in vita, connessi con Oto stessa. Un conto è trovarsi in una situazione in cui si rischia la morte e fa parte del nostro lavoro. Ma buttarsi nel vuoto, senza possibilità di vittoria, è un’idiozia per due ordini di ragioni: primo perché si getta la propria vita e secondo perché si getta un investimento e una fonte di potere. Ogni Ninja di Oto è un piccolo tassello che contribuisce al potere del Villaggio. Fin dalla tenera età Oto investe sul Ninja, spende tempo e soldi. Uccidersi a vicenda, una guerra civile, sarebbe una catastrofe perché perderemmo la nostra posizione sulla scacchiera mondiale in quanto indeboliti. Quindi quello che farei sarebbe evitarla. Eviterei sia la morte di Diogene, che la morte del Kokage. Di nuovo, Jonin: io odio lo Status Quo, odio la stagnazione perché porta con sé il virus della debolezza e quindi bisogna nutrire il Villaggio con le sfide che migliorano l’arguzia, con le difficoltà che temprano e con i combattimenti che rendono forti. Ma ripugno l’assassinio indiscriminato di colleghi e membri della stessa nostra comunità. Certo ammesso e non concesso che uno di noi, Ninja, non abbia commesso qualche crimine terribile e imputabile con la morte, e decade quindi come Accademico. E direi che questa è per me una risposta definita e decisamente esauriente. -




     
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