Ufficio Amministrativo[Amministrativo]

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  1. 'cain
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    L'Agnello e i Leoni

    Impromptu ~ II

    Si sentì fulminato da tutte le direzioni. Pregò, ma la terra non lo inghiottì.

    Era lì, immobile e col capo chino, e nonostante ciò non aveva difficoltà a percepire le occhiate cariche d'ira quasi palpabile che stavano ripiombando su di lui. Il suo girovagare disorientato, e il suo dare ascolto a stereotipi che - a posteriori - avrebbe capito essere il più delle volte privi di fondamento, fece sì che il sofferente Hikaru capitombolasse goffamente nella stanza che, tra tutte quelle degli Uffici, più avrebbe dovuto evitare.

    Era capitato, a quanto pareva, nell'ufficio personale del principale amministratore di Oto - evidentemente assente, a giudicare dalla stramba riproduzione che sedeva dietro la scrivania - nel momento in cui si stava svolgendo un qualche tipo di riunione, dall'ordine del giorno a lui sconosciuto. Alla sua imbarazzante richiesta, tutti i presenti rimasero ammutoliti, e - dall'alto dei loro ranghi - statuari nell'indirizzare strali di riprovazione. Tutti, tranne colui che pareva l'individuo di maggiore rilievo, un uomo dal vestiario e dalla fierezza tali che palesavano senza margine d'errore la sua appartenenza alla nobiltà. Dopo pochi attimi di silenzio assordante, durante i quali era probabilmente impegnato a sopprimere un sentimento inesprimibile dagli appartenenti al suo ceto, con un ventaglio richiuso su sé stesso indicò la giovane donna dai capelli rossi, che era stata molto meno brava di lui a nascondere le sue emozioni e stava fissando Hikaru allo stesso modo con cui un serpente fissa una preda.

    Segretaria, mostra la via a... Come ha detto di chiamarsi?


    Strabuzzò gli occhi, rendendosi conto che, al cospetto di figure la cui magnitudine poneva la sua esistenza sullo stesso livello di quella di una formica, non solo aveva interrotto un incontro ufficiale per chiedere dove poter soddisfare le sue necessità fisiologiche, ma aveva anche dimenticato le più basilari forme di educazione e cortesia, mancando di presentarsi.

    Le chiedo scusa, Eccellenza - in mancanza di titolo più appropriato -
    e chiedo perdono a tutti voi. Il mio nome è Hikaru...


    All'uomo col ventaglio bastarono pochi attimi per riconoscere dal nome del giovane il suo stato di studente del villaggio. E, con sua sorpresa, sollievo e un pizzico di timore, lo invitò a risolvere le sue incombenze primarie per poi fare ritorno. Non sapeva, il ragazzo, cosa lo aspettasse, né il motivo per cui era richiesta la sua presenza in mezzo a gente di tale spessore. Riportò il suo sguardo su colei che aveva capito essere la segretaria dell'ufficio, speranzoso di poter ricevere indicazioni su come trovare il luogo tanto bramato. E rimase pietrificato. Lo guardò con disprezzo, parve che dalle pupille stessero fuoriuscendo aghi avvelenati, e con un tono di voce granitico, scandendo ogni sillaba come un martello su un'incudine, pronunciò poche, inflessibili parole.

    Esci. Subito. Dall'ufficio dello Yakushi.


    Fulminato dalla rabbia e colpito dal livore, per poco non arrivò ad un tale livello di sgomento da rilassare involontariamente i muscoli che ancora riuscivano a tenergli asciutte le gambe. Deglutì, serrando i denti a labbra chiuse, sforzandosi di preservare un'espressione dignitosa in quei momenti di travaglio. Con l'intenzione di congedarsi, eseguì un lieve inchino con la testa, e proprio mentre era in procinto di voltarsi per uscire, fu frenato da quello che aveva tutta l'aria di essere un ordine a cui non avrebbe potuto disobbedire.

    No, non andrai da nessuna parte. Resterai qui. In religioso silenzio.


    A parlare era stato un uomo - giovane, più o meno suo coetaneo - dal crine scuro quanto il tono di voce. Rimase immobile per qualche istante, invaso dalla preoccupazione, mentre sulle sue tempie comparivano fugaci piccole gocce di sudore freddo che gli tracciarono un solco umido sulle guance. Il ninja non aveva mostrato ira nella sua voce, ma assoluta freddezza e gelida autorità, una perentorietà che non dava possibilità di replica. Sapeva, Hikaru, che disobbedire a quell'ordine avrebbe portato conseguenze decisamente poco piacevoli e - nonostante la situazione in cui si trovasse non fosse da meno - decise che la scelta più saggia era quella di rassegnarsi ad altri interminabili minuti di intimissima sofferenza. Riprese un contegno, per quanto possibile, assumendo una postura eretta e rispettosa. Un occhio attento avrebbe senza dubbio intravisto delle piccole smorfie sul suo volto, leggere contrazioni di guance, labbra e sopracciglia che svelavano più o meno apertamente lo sforzo interiore del giovane. Un respiro profondo e - prendendola come una prova di forza e resistenza, doti che ad un aspirante shinobi non devono mancare - restò immobile e in attesa. Di nuovo, a denti e glutei stretti.

    ~


    L'ambasciatore si presentò, e criticò la situazione amministrativa del Suono - all'apparenza allo sbando - che vedeva assenti per motivi imprecisati i suoi più importanti esponenti. Non mancò, Sengetsu-sama, di trafiggere Hikaru con uno sguardo di severo rimprovero, mentre elencava i punti salienti delle mancanze del Villaggio.

    Terminato il discorso, chiese ai presenti di fornire le loro impressioni su cosa non andasse, e i loro progetti su come rimettere in ordine Oto. Restò assolutamente sbalordito nel pensare che un inviato del daimyo volesse ascoltare il suo parere, lui, che viveva lì da neanche tre anni. Rimase in silenzio, mentre la segretaria dai capelli rossi iniziava a dare la sua risposta: un breve discorso di nobili intenti sulla difesa del Villaggio, sul voler rafforzare le mura e sul rendere più sicura la vita degli abitanti; seguì lo shinobi che gli aveva ordinato di restare, con un'analisi sulla ristagnante economia del Suono, e del suo desiderio di farla ripartire a pieno regime. Entrambi monologhi estremamente interessanti, per quanto la mente di Hikaru in quel momento stesse vagando alla ricerca di conforto.

    Stava per raggiungere il limite, quello vero. Nella maniera più discreta possibile, aveva iniziato dei piccoli movimenti col bacino, atti ad un miglior contenimento, e il sudore aveva iniziato a scendere più copioso, raffreddandogli anche la nuca. In preda alla disperazione, pensò che avrebbe avuto la possibilità di congedarsi dopo aver dato la sua risposta al nobile messo, e decise quindi di intromettersi nel discorso rapidamente ed irrispettosamente, conscio del fatto che, essendo lui l'elemento più basso in gerarchia presente, avrebbe dovuto intervenire per ultimo.

    Preparandosi mentalmente a ricevere una nuova, rincarata dose di sguardi iracondi, e cercando al meglio delle sue capacità di normalizzare il suo tono di voce e di controllare la sua vescica, parlò rapidamente.

     Eccellenza, dal canto mio non posso dirle molto. Come ha giustamente detto, sono solo un aspirante shinobi non ancora investito nella gestione del Villaggio. Posso dirle che mi trovo d'accordo col ragionamento sulla sicurezza, che non credo sia mai un investimento sbagliato. Un ambiente più sicuro porta a migliori condizioni di vita, un miglior umore della popolazione e di conseguenza un miglioramento della produttività, nonché del senso di fiducia nei confronti dell'Amministrazione. Non sono in grado di esprimermi sulla questione economica, né sono in grado di commentare la gestione militare o altre questioni amministrative. - e, rifacendosi all'ultima parte del discorso del ninja dai capelli corvini, - In realtà l'unica cosa che mi sento di aggiungere è che Oto non ha niente da invidiare agli altri Villaggi ninja, è casa nostra, mi ha adottato quando non avevo nessuno e sicuramente ogni singolo abitante gli è debitore, non trovo giusto che a causa delle assenze dei ninja principali, che saranno sicuramente impegnati in qualche operazione a favore del Villaggio, la gestione dei fondi debba essere bloccata quando invece si potrebbero sfruttare per il bene di Oto e dei suoi abitanti. 


    Tacque, e pregò nuovamente. Questa volta per il permesso di congedarsi.





     
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761 replies since 30/6/2006, 17:22   15408 views
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