Hebiko sbiancò (per quanto potesse farlo) ascoltando le parole di Kato. La stava buttando fuori dall'Amministrazione, per coprire il buco da lui volontariamente lasciato, nonostante i suoi due precedenti anni di lavoro di fianco a Febh? E si era persino preso Kamine come segretaria sostitutiva, al pari di una prostituta, offrendosi persino di "allenarla", qualsiasi cosa intendesse e che sicuramente non aveva nulla a che fare col combattimento vero e proprio.
No.
Quel rifiuto sembrò risuonare nella piazza, come il pesante rintocco di una campana che sentenziava morte. Immobile, la Vipera alzò lo sguardo verso colui che, ormai, era un suo nemico.
Sono arrivata qui anni fa. Febh mi ha accolta e presa sotto la sua protezione. E sempre lui mi ha dato questo ruolo. Se pensi che disubbidirò all'Amministratore in persona solamente perché temporaneamente assente, sappi che ti sei fatto accecare da un titolo fittizio che non meriti.
Mancava solamente che gli sputasse in faccia, ma riteneva quel gesto troppo rozzo. Per la fortuna di entrambi, probabilmente.
Lo sai perché un consigliere NON è un Amministratore? Perché ogni tuo comando può essere annullato... se il resto degli shinobi non è d'accordo. Ed IO non lo sono.
Si voltò verso Kamine. Sperava, pregava di poter avere il suo appoggio. Aveva preso le sue difese il giorno dell'attacco del demone, al contrario di Kato che sembrava d'accordo per la rimozione del suo demone. Hebiko doveva solo sperare che fosse disposta a ricambiare il favore. Le sue pupille affilate tornarono ad osservare Kato.
Io voto per mantenere il mio posto come segretaria, secondo il volere stesso dello Yakushi. Kamine, Harumi. Scegliete cosa votare. Posso ribellarmi al potere di un pomposo accecato dal potere, ma non posso di certo ribellarmi a tutto il popolo. Perciò la decisione non sará di Kato, ma vostra.
Prese fiato, speranzosa, per poi dedicate un ultima, minacciosa frase, al nuovo Consigliere:
Se le mura resteranno sprovviste di un guardiano... Sará solamente colpa tua. A prescindere da cosa succederà ora, hai disonorato il tuo ruolo. Credi ancora che i soldati alle mura ti rispetteranno,sapendo che hai scelto il titolo più alto solo per poter gonfiare il tuo ego, e non per merito?
Non sapeva se volerlo davvero. La cosa avrebbe esposto il villaggio a probabili attacchi, il suo era un azzardo, piuttosto rischioso per giunta. Ma voleva, doveva dimostrare a Kato, che anche se cercava di pomparsi con quei paroloni, non era nessuno. Non ancora. Prima il chuunin, ed ora quella carica, lo avevano fatto credere invincibile. Era ora di ribaltare le carte in tavola, e ricordargli che era solamente un uomo violento, ma ancora privo del rispetto che meritava un leader.
