Ufficio Amministrativo[Amministrativo]

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    Ordinaria Amministrazione


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    Febh accettò l'intrusione della piccola genin di buon grado, probabilmente distratto dal fantasticare su quali punizioni poteva infliggere allo sventurato Tasaki. Harumi sorrise nel leggere il nome del modulo che l'impiegato le porgeva per chiedere il rimborso dei danni e provvedere alle necessarie riparazioni. Allora quelle che aveva sentito non erano solo voci, Febh Yakushi meritava davvero il titolo di Calamità del Suono. Neppure lui sapeva però dove si trovava Hebiko, ma l'idea della segretaria trovò la sua approvazione. In fin dei conti, l'importante alla fine era che i documenti fossero autenticati. Se poteva sfruttare una ragazza piuttosto dell'altra per togliersi quell'impiccio, a lui non cambiava. Mentre l'uomo tornava a dedicarsi all'indisciplinato shinobi, Harumi prese a rovistare nel cassetto del consigliere, alla ricerca del timbro. C'era decisamente un sacco di roba lì dentro, per lo più inutile. Iniziando a disperare che ciò che gli serviva fosse effettivamente in mezzo al resto, la giovane arrivò perfino ad aprire la scatola di biscotti, speranzosa. Resistette invece alla tentazione di giocare con il pupazzetto del kyuubi, o di provare la maschera da papero. Alle caramelle tuttavia cedette. Febh-sama, a che gusto sono? Posso prenderne una, per favore? Scosse il sacchetto davanti a sé, attirando l'attenzione del jonin. Alla fine, la sua perseveranza venne ricompensata ed ottenne l'agognato sigillo. A quel punto, si immerse nel suo lavoro, alzando la testa solo di tanto in tanto.

    Come quando il consigliere rinominò il poveretto che stava seviziando. Fesso, ha detto? Un momento... Digito rapidamente sulla sua tavoletta, aggiungendo il soprannome sotto la riga del nome nella sua scheda personale. Fatto! Così non si sbaglieranno anche gli altri. Ovviamente era tutto in rete, all'interno dell'amministrazione. Da quel giorno Tasaki sarebbe stato per tutti loro il Signor Fesso. E come altrimenti si poteva chiamare qualcuno che sfidava tanto apertamente Febh Yakushi? Neppure gli angoli dei mobili osavano contraddire i mignoli dell'amministratore di Oto. Ma anche lui aveva un lato tenero, in fondo. Ad esempio, non sapeva come reagire ai complimenti, ed arrossiva come un ragazzino nel riceverli, come scoprì con grande sorpresa la kunoichi. Ohh, quindi anche lei, signore, rimane stupito qualche volta. Che reazione carina.

    La giovane socchiuse gli occhi a mezzaluna, irradiando gioia in contrasto all'ambiente truculento intorno a lei, accentuando probabilmente il disagio di Febh. Tasaki invece, se l'avesse osservata bene, avrebbe notato una strana somiglianza con un gatto sornione, troppo a suo agio in casa d'altri. Alle lamentele annuì, dando ragione al consigliere senza parlare e continuando a sfogliare le sue carte. Non era accondiscendente per un secondo fine, semplicemente le veniva naturale. Sembrava quasi che il Febh Yakushi demoniaco che scrutava il chunin con intento maligno e il giovane uomo, magrolino e ingiustificatamente timido che si conferiva con la protetta del Mikawa fossero due persone diverse, o per lo meno così appariva ai loro occhi. Harumi stava sfogliando distrattamente una settimana eninjistica leggendone le vignette umoristiche quando fu chiamata in causa. Eh? Io? Appoggiò un dito sulla guancia, pensierosa. Un numero da zero a dieci... Beh, era facile. Due! Come le code del Nibi! Quindi si fermò, guardando Tasaki ad un punto dallo svenire, e le venne un dubbio. Perché me lo chiede?
     
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