Ufficio Amministrativo[Amministrativo]

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  1. Febh
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    È colpa tua. Ratty

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    Catfight!

    Lo sguardo di uno Yakushi ancora travolto dagli eventi si spostava da una ragazza all'altra mentre in qualche modo mettevano in atto una sorta di danza rituale per stabilire il territorio, ognuna avanzando le sue ragioni, più o meno formali, e in qualche modo reclamando la propria personalissima verità sulla questione. Hebiko era leggermente piccata ma anche Shinodari non sembrava per nulla intenzionata a sottomettersi alla nuova Consigliera, in un primo incontro che sembrava sul punto di esplodere in uno spettacolo pirotecnico!

    Il breve sbottare di Febh venne accolto dal tono gentile ed elegante che Hebiko stava lentamente imparando da Ogen e che poteva solo mandare brividi lungo la schiena, ma in ogni caso la presenza di Shinodari era abbastanza per non bloccare del tutto lo shinobi, che mise via le caramelle e si avvicinò alla Kazekumo tendendole la mano...solo per trovarsi abbracciato. Lì per lì si irrigidì, arrossendo vistosamente e nuovamente bloccato, non solo non era abituato al contatto umano, ma in generale non sapeva cosa pensare in quelle precisa situazione, specie messo tra due fuochi come era. Ehn...er...sono molto contento anche i..oooooH! Si ritrovò bloccato dal braccio serpentino di Hebiko e scaraventato via di forza, bloccato sulla sedia come fosse un prigioniero o un bambino messo nel box per evitare di farsi male, mentre lei scattava e inveiva, nemmeno avessero provato a picchiare il suo fratellino al campo giochi.

    Subito la situazione iniziò a degenerare, con Hebiko che attaccava su tutta la linea, tornando a ribadire qualcosa sull'attuale Kokage che accese un campanello nell testa dello Yakushi. Pur avendo sentito tutto quello che era stato detto fino a quel momento, non lo aveva effettivamente ascoltato e solo in quel momento realizzò l'intero discorso. Un pò lo shock dell'abbraccio (a conti fatti da entrambe, sebbene con intenti diametralmente opposti) e un pò la botta che aiuta sempre a schiarire le idee, dopo la lunga invettiva della sua collega era tornato sufficientemente padrone di sè da reagire. Ehi... disse prima timidamente, specie quando l'altra non lo liberava. Ho detto...EHI! Un briciolo di forza in più e una spinta di chakra repulsivo e il braccio di Hebiko non potè sostenere la stretta, mentre nell'ambiente circostante, anche se solo per una frazione di secondo, ogni oggetto apparve come crepato da sottili scariche elettriche completamente nere. Nient'altro che un istante, ma che sicuramente si sarebbe fatto sentire.

    Ferme un secondo, l'una e l'altra. Dopotutto, anche se le donne autoritarie erano il suo punto debole, era pur sempre Febh Yakushi. E si era ribellato a Ogen, una volta. E anche a Nikaido. Fece un profondo respiro, alzando le mani come in segno di resa, o di ammonimento. Quando aprì gli occhi era molto più serio e concentrato. Per uno come lui che era stato pesantemente addestrato per mantenere il massimo della concentrazione in ogni istante, l'abituale comportamento un pò stralunato e rilassato era qualcosa di quasi forzato, un esercizio per evitare di farsi scoppiare il cervello per analizzare tutto e usarlo per i propri scopi. Era un manipolatore nato, una carogna e una fredda macchina calcolatrice, ma dato che odiava quel suo essere sè stesso, si sforzava sempre per fare invece la prima cosa che gli passava per la testa o per seguire l'emozione del momento, apposta...facendo di fatto il Febh che molti conoscevano, con intensità variabile. Ora era un pò più concentrato di prima, passata l'onda emotiva.

    E fissò Hebiko. Calmati un attimo. Shinodari è una mia amica. E anche Gene lo è, te lo ho già detto. Semplicemente ci sono cose su cui non siamo daccordo. Non c'è una guerra e non ci sono fazioni. Avevano affrontato quel discorso un'infinità di volte. Vuoi che raddrizzi la schiena? Bene...ma assicurati di essere pronta a una simile evenienza. La ammonì, con uno sguardo maturo che probabilmente Shinodari non aveva mai visto. E quello sguardo presto andò su di lei, senza intenerirsi. Sei tornata. E sono molto felice di questo. Ma cosa intendi quando dici che centra il Kokage? Chiuse gli occhi, quando li riaprì era un pò più umano e un pò meno Oni. Shinodari...avevo promesso che avrei mantenuto il tuo posto mentre eri via, e che avrei fatto del mio meglio per migliorare il villaggio e tenerlo intero. Sono riuscito solo nella seconda parte, e pure malino...decisamente non sono tagliato per questo lavoro. Senza Hebiko sarebbe andato tutto a rotoli, quindi non ridere di lei. Sospirò. Se sei qui per riavere il tuo posto, non posso ridartelo. Non sono più consigliere perchè mi hai dato tu il posto. Sono consigliere perchè il Kokage mi ha nominato come tale, direttamente. E io gli ho permesso di essere Kage perchè sono l'unico che può tenerlo a bada. Molte cose sono cambiate, sai?

    Le guardò entrambe, poi ancora su Shinodari. Forse non mi aspettavo realmente che tu tornassi, e il tuo arrivo improvviso mi ha spiazzato. Forse la mia sorpresa significa che non avevo fiducia in te, a ben pensarci. Si alzò, facendole un breve inchino. Devo chiederti scusa...non credo di essere stato un buon amico. E poi su Hebiko. Shinodari ha dato molto, moltissimo perchè Oto non fosse un incubo. Se tu sei quello che sei ora, lo devi anche a lei. Non serve essere così aggressivi. Fece un nuovo sospiro. L'unica azione che ho compiuto veramente degna di un consigliere, Shinodari, è stata deporre il precedente Kokage e mettere al suo posto quello attuale. Oto non è più terra di Orochimaru. Perchè io e Gene ci siamo ribellati e lo abbiamo ucciso. Come avrebbe reagito a quella rivelazione? Lo sguardo dello Yakushi era tornato freddo e tagliente. Ed è una cosa di cui non mi pento nemmeno un pò. Ne vado orgoglioso. Anche se questo ha cancellato Oto come la conoscevi.

    Chiuse gli occhi. Mi sei mancata anche tu...e ho tenuto stretto il villaggio solo perchè me lo avevi chiesto, anche se non ero all'altezza. Ma non è più il villaggio che mi hai lasciato. Se sei tornata per riprendertelo...non posso dartelo. Concluse, abbassando lo sguardo, come se la avesse tradita. Se non altro era uscito dalla modalità statua di sale.
     
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