Ufficio Amministrativo[Amministrativo]

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  1. Shinodari
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    La Consigliera Dokujita non sembrava entusiasta della mia presenza nel suo territorio di caccia.
    Anche una mente meno percettiva avrebbe capito che le mie parole avevano avuto l'unico effetto di indisporla ulteriormente.
    La seguii con los guardo quando si spostò nella stanza e afferrò una sorta di agenda su cui cominciò a scribacchiare qualcosa.
    L'aver definito Febh la scelta più sensata provocò una certa ilarità nella kunoichi, per nulla convinta delle mie motivazioni. Riguardo alle sue altre peculiarità, come sospettavo, aveva molto in comune con Kodachi. Sperai non troppo con Orochimaru, ma considerando il proseguimento della sua sfuriata nei miei confronti, supposi che avesse a cuore le sorti del villaggio.
    Se mi lasciassi parlare, potrei anche spiegarti il motivo della mia presenza, che sembra ti abbia sconvolto più del dovuto. Ogni tanto doveva pur riprendere fiato.
    Tu non mi conosci e non può sputare sentenze. Non ci posso fare nulla se ti senti minacciata. Sono tornata e su questo punto dovrai fartene una ragione. C'entra il Kokage? E' uno dei motivi, ma... e lasciami finire... non è come pensi tu. Socchiusi gli occhi, mentre le iridi viravano verso il nero. No, era proprio difficile mantenere la calma con lei. Ho detto forse che volessi essere reintegrata nel ruolo di amministratrice, consigliera o quello che è? Ho detto che sono la pedina del Kokage? Non sai quanto sei in errore. Quello che ho a cuore è il benessere dei cittadini di Oto, punto. Io sono la prima a non volere che gli abitanti del villaggio siano delle pedine sacrificabili. Ma sembravano parole al vento. Si, Ko può sembrare un cucciolo dai gusti costosi, ma sa adattarsi. Commentai Ma cosa c'entra ora il discorso? Considerai un po' confusa dal quell'osservazione fuori contesto o così poteva sembrare.
    Il punto di non ritorno della Consigliera fu raggiunto non appena abbracciai Febh. Un semplice ed innocente abbraccio o, almeno era questa la mia intenzione. Gesto che non piacque affatto alla kunoichi che per tutta risposta lo avviluppò tra le sue spire, costringendolo a sedersi.
    La tensione ormai era alle stelle. Non distolsi lo sguardo dalla Consigliera che sembrava sul punto di annichilirmi, se le si fosse presentata l'occasione propizia. Avevo avuto a che fare con shinobi che avevano le sue capacità, ma al momento non avevo il tempo per sfruttare le mie abilità da sensitivo per capire quanto fosse pericolosa.
    Stavo per replicare a quel fiume velenoso, quando scariche elettriche oscure pervasero l'ambiente. Fu solo un istante tanto che quasi mi venne il dubbio di averle viste, percepite.
    Distolsi lo sguardo dalla kunoichi per dirigerlo verso Febh.
    Era cambiato, non era il solito Febh che ricordavo.
    Era molto più serio, più focalizzato. Quel potere che avevo avvertito... Era come se fosse fuoriuscito da una crepa del suo essere. Ed avevo la netta sensazione che fosse solo una goccia nell'immenso oceano.
    Lo stesso Ko si era rintanato dietro la mia schiena, nascondendo il muso contro la nuca, facendosi scudo coi miei capelli.
    Rimasi impietrita, incapace di continuare il confronto con la kunoichi.
    Ascoltai in silenzio le parole del Consigliere Yakushi.
    Era la prima volta, da quanto ricordassi, che lo sentivo parlare in maniera così matura. Si rivolse per primo alla sua collega, poi il suo discorso fu indirizzato alla mia persona.
    No, non intendevo ridere di lei, ma non mi piaceva che desse per scontato di conoscermi, di sapere le mie intenzioni, di cercare l'oscurità nei miei propositi.
    Il continuo del discorso mi ferì... ancora una volta... ma non potevo biasimarlo.
    Non intervenni, seguendo quel suo altalenare tra me e la sua collega. Collega che aveva un nome, ma che ancora non riuscivo a pronunciare. Chiamare qualcuno con il proprio nome non andava preso alla leggera. Se noi due non trovavamo un punto di incontro, difficilmente saremmo riuscite ad arrivare a quel grado di cortesia.
    Mi presi del tempo prima di replicare. Mi sentivo svuotata e forse questo era un bene. Potevo cominciare a vedere le cose più lucidamente, sotto un'altra prospettiva.
    Consigliera Dokujita, suppongo di essere partita con il piede sbagliato. Avrei dovuto tenere più in considerazione le tue motivazioni. Era quanto di più vicino a delle scuse che al momento mi sentissi di porre.
    Mi lasciai andare ad un profondo sospiro, concedendo alle iridi di riprendere la loro tonalità ametista.
    Febh, non scusarti. Sono io la prima che non si è fidata di se stessa all'epoca. Ti ho caricato di una responsabilità che non volevi. E di questo non ti ringrazierò mai abbastanza. Ero sincera Sono passata in amministrazione perché volevo salutarti. E suppongo per chiederti scusa di essere stata così vigliacca da essere fuggita via, quando il villaggio aveva più bisogno di me. Ammisi. Non sono qui per avere la mia fetta. Desidero solo collaborare per rendere Oto un posto migliore. So che non esistono giustificazioni per la mia sparizione e la mia improvvisa ricomparsa. Sono qui nel bene e nel male. Mi avvicinai di qualche passo alla kunoichi. Non sono tua nemica. Non se abbiamo in comune la salute degli abitanti di Oto. Non intendo scalzarti dal tuo posto, né di portarmi via Febh. Essere tutti noi agli ordini del Kokage, qualunque sia la sua identità, non è facile. Ci si muove in un campo minato. Ci si conficca le unghie nella carne fino a sanguinare. Ci si scontra con dei muri insormontabili. Ad Oto sembra che conti solo l'opinione del più forte. Per un Amministratore ed ora per un Consigliere non ci sarà mai la pace. E' una lotta spesso solitaria per rendere questo posto migliore a dispetto di tutti. Se il Kokage vi ha nominato Consiglieri avrà avuto i suoi motivi. Dubito che non conosca i vostri punti di vista. Le porsi la mano Puoi stringerla come graffiarla a sangue. L'unico mio desiderio è collaborare. Cercai il suo sguardo E' vero anni fa ebbi un colloquio con il Mikawa. Mi diede della vigliacca perché lo informai che me ne stavo andando via. Gli promisi che sarei tornata. Non so spiegarlo neanche io, ma sentivo che dovevo tornare proprio ora. Io e il Kage non abbiamo la stessa visione. Puoi credermi o meno, ma sei io sono una pedina, lo sono allo stesso modo in cui lo siete anche voi. Ma un pedone sulla scacchiera non è detto che sia sempre quello da sacrificare. Può trasformarsi nelle fondamenta di qualcosa di migliore, soprattutto se non è da solo. Sono conscia che questo posto sia cambiato, che entrambi abbiate lottato per raggiungere dei traguardi, che la mia presenza possa essere una nota stonata, eppure anche così... Possiamo trovare un punto di incontro per il bene di Oto?

     
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