Votes given by Shinken Takatsui

  1. .

    Futuro


    Villaggio di Suna - II



    Il jonin alzò la mano sinistra subito dopo che Aloysius ebbe finito di parlare di Jotaro. Non sembri essere il tipo che si lascia usare come semplice tirapiedi, Aloysius. Ad ogni modo, ho già chiarito con Jotaro tutto quello che c'era da chiarire. Un chiarimento piuttosto recente in effetti, a seguito dell'esplorazione del mitico villaggio nascosto di Shulva. Jotaro aveva tante colpe, ed era sicuramente una delle poche persone che il jonin avrebbe potuto additare come responsabile dei suoi guai. Tuttavia, essendo venuto a conoscenza della vera storia del ronin, Hohenheim non era più riuscito a provare rancore nei suoi confronti e, dall'ultimo incontro, si erano lasciati in rapporti tutto sommato pacifici. Che le cose fossero andate alla stessa maniera con Diogenes era tutto da vedere.

    E tuttavia, sembrava che il Colosso dei Mikawa cercasse finalmente un confronto costruttivo e chiarificatore con il jonin della Sabbia. Perchè poi, non era ancora chiaro. Ma si sbagliava se pensava che il loro piccolo scontro fosse al centro dell'astio che li divideva. O meglio, non solo. Il nostro combattimento è acqua passata....non ho più interesse per quella faccenda...ma non posso ignorare quello che hai fatto ad Hoshi! Lui ti avrà anche perdonato, ma io non sono così clemente. Forza, sentiamo cosa hai da dire! Un jutsu per il controllo mentale? Sul ninja più collaborativo e gentile di tutta l'accademia? Cosa potevi mai volere da lui che non ti avrebbe dato di sua spontanea volontà? A meno che, certamente, tu non abbia chiesto qualcosa che lui non voleva darti, ed in quel caso dubito che si trattasse di un'opera di bene.... Quale altro motivo avrebbe spinto Hoshi a negare un favore? Solo un'azione davvero pericolosa e malvagia lo avrebbe fatto desistere. Già questo gli faceva capire che le intenzioni del Mikawa non erano state delle più pure.

    Hohenheim si tirò indietro, poggiandosi sullo schienale della sedia. Nell'aria c'era un buon odore di tè e biscotti, ma in quel momento non gli facevano gola. Alla stessa maniera, la presenza dei genitori di Diogenes non era che una piccola nota di colore in tutta quella faccenda. Alla fine, ragionò, probabilmente avrebbe avuto solo quell'occasione per capire che cosa frullava nella testa di quell'uomo. Ed il bomberman era genuinamente interessato a capire il perchè di tutto quel tramare e cospirare. Sinceramente Aloysius, che cosa ti passa per la testa? Teoricamente dovremmo essere tutti alleati nell'Accademia. L'Hokage ed il Mizukage sono persone ragionevoli e potenti, ed Hoshi, anche se non è mai stato eletto, è di fatti il leader di Suna ed è altrettanto collaborativo. Perchè tutti questi sotterfugi, raggiri, controlli allora? A che scopo? Soprattutto perchè in un momento di pericolo come questo?

    I suoi pensieri andarono necessariamente alla riunione dei 10 villaggi ninja che si era conclusa da pochissimo. L'accademia aveva spuntato la votazione per un pelo, accaparrandosi il comando dell'alleanza contro Kumo ed i Cremisi, ma la situazione era pessima. L'Erba e la Cascata si erano alleate con Ame e probabilmente con Kumo, il villaggio del Gelo era stato spazzato via in pochi istanti. A centinaia erano morti...Tu non c'eri alla votazione dei 10 villaggi, nè hai assistito alla distruzione che aleggia ora sul Gelo. Sì, abbiamo siamo a capo di un'alleanza, ma tu non sai come l'Accademia viene vista dalle altre potenze. Ci vedono come usurpatori gradassi, che hanno arraffato tutto il potere delle forze portanti per meriti quasi ormai dimenticati. Sopratutto appariamo come un'alleanza divisa. Eppure a me sembra che ci sia una sola voce fuori dal coro in quella che sarebbe altrimenti una buona alleanza. E quella voce è la tua. Ed il jonin ancora confidava sul fatto che la voce di Diogenes e quella di Oto fossero due cose distinte. Ma quanto questo fosse vero, non gli era dato sapere.


  2. .

    The Reason


    V


    La spada in gomma piuma mi colpì in testa.
    Ovviamente la cosa non mi fece assolutamente male, al più mi fece scoppiare in una fragorosa risata.
    Ok, forse questo non è proprio ciò che ti aspettavi da stasera... Ma, si, lo sai, sono un vero romanticone... Sottolineai le ultime parole ridendo, mentre la stringevo a me e mi gettavo sul letto, sistemandole il viso sul mio petto e facilitandole il compito di baciarmi.
    Ricambiai il suo bacio, allungando fino al possibile il momento con il mio corpo contro il suo, stringendole delicatamente i fianchi.
    Le sorrisi, e con la mano spostai il suo ciuffo dietro l'orecchio, mentre con l'altra le accarezzavo la guancia opposta.
    Farmi crescere delle braccia in più, dici... Ridacchiai, riprendendo fiato. Non sai quanto tu ti possa essere avvicinata alla realtà dei fatti... Glissai, rispondendo solo vagamente alla sua domanda.
    Quello che stavo definendo sarebbe stato forse uno degli ultimi stadi del mio stile di combattimento, e non potevo anticipare nulla a nessuno.
    Come non è un comportamento?! Questo è il principe, il re di ogni appuntamento! Quando ti ricapita di stare tutta sola con Akira Hozuki? Il ninja più affascinante e carismatico di tutti i paesi ninja? Un gran bel occhiolino, per incorniciare il tutto, mentre con le mani incominciai a scorrere lungo il suo busto.
    Per il guanto... Basta che eviti un colore dei tuoi, tipo un viola... Restiamo sul neutro, possibilmente blu scuro, o nero... Insomma, fai te... La guardia mentre iniziava a giocherellare con il guanto, incominciando a tracciare i suoi strani sigilli.
    Ma quindi veramente vuoi uscire? E' freddo... Umido... Al cinema non danno niente di bello... Io pensavo a qualcosa tipo... Gli presi il guanto, lanciandoglielo a terra.
    Quello poteva attendere.
    Io pensavo tipo più a fare l'amore tutta la notte. Te che dici?

  3. .

    Una Buona Idea


    - IX -




    Il braccio dell’Hokage, ancora teso e contratto tagliò il metallo come se fosse burro, piegandolo in una forma che un critico pagato la giusta somma avrebbe potuto definire arte sopraffina, nella sala non c’era infatti terra da poter sollevare con quella tecnica, ma soltanto il freddo acciaio, ben più resistente.

    Ohhhh ohohoho
    Sei fortunato Febh.
    Fortunati come te ce ne sono davvero pochi.


    Mentre estraeva il braccio fu possibile notare che la deviazione dal corpo del jonin sfiorava a malapena lo stretto indispensabile: il muro di terra probabilmente non avrebbe sortito effetti, finendo malamente sbriciolato.
    Quella volta, tuttavia, tra i vari sproloqui ripetitivi, Febh ne disse una buona.

    Grazie Dei!
    Alla fine una cosa utile, bravo!
    Le evocazioni le sfrutto davvero, davvero poco.


    Iniziò a pensare mentre Febh si armava nuovamente.

    Quando cercavo delle risposte riguardo la storia dei draghi, tempo fa, in uno degli accessi ai luoghi in cui hanno le loro dimore, trovai delle incisioni sui muri.
    Erano storie riguardo le armi e su come mio madre combatteva con i draghi.
    Pareva che saltasse dall’uno all’altro ma quella che mi colpì di più fu l’immagine di un drago a quattro teste.
    Mi disse che era soltanto una rappresentazione fantasiosa dell’unione che avevano nelle battaglie, però a me la cosa è rimasta impressa.
    Per un periodo ci ho lavorato, ma tra un impegno e l’altro la sperimentazione è dovuta calare, quasi me ne dimenticavo, devo essere onesto.
    Fai qualche passo indietro, non arriverà un ramarro qualsiasi.


    Incrociati i SigilliA febh l'arma, a me una TB, uso il talento tecnica economica infatti e rilasciati i cloni per via della spesa di chakra necessaria infatti fu Hibachi a comparire.

    Oh, guarda un po' se l’Hokage non si è ripreso!

    Raizen indicò Febh con la testa.

    Li c’è pure chi mi ha dato una mano.
    Anche se dopo dobbiamo rendergli il favore a calci nelle chiappe.


    Hibachi parve intuire qualcosa.

    Si, dobbiamo rifarlo.

    Oh che palle a me quella roba non piace troppo, Tian dicevano che…

    Raizen lo rassicurò con una pacca sul muso.

    Si, lo so, già ci siamo spiegati, ma è questione di abitudine, lentamente sarà più naturale e ti abituerai.

    Il dragò affilò lo sguardo.

    Non mi piace questa catena di doppi sensi.

    Tanto quello non li capisce, probabilmente sta pensando al soprammobile sporco che si è dimenticato di spolverare in casa.
    Dai, preparati, appena apre bocca capirai anche tu che se riusciamo a sparargli un cazzotto in faccia c’è da divertirsi.
    Porca miseria evocarti è una fatica immane.


    Fanculo.
    Fanculo tu e fanculo l’idea che ti è venuta con sta cazzo di tecnica.
    E fanculo pure il sangue di quel santuomo di tuo padre.


    Il drago si sarebbe voltato continuando a borbottare.
    Raizen intanto si sarebbe dedicato a rilasciare [Slot Tecnica 1 e 2]Rilascio - Genjutsu Kai
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può deflettere genjutsu usando 2 slot tecnica. L'utilizzatore deve essere consapevole di essere sotto l'influsso di un'illusione. È possibile sfruttare i danni subiti volontariamente per aumentare l’efficacia del rilascio, senza costo in chakra. Ogni leggera subita incrementa di 10 l'Efficacia; status Leggeri aumentano di 10 l'Efficacia, a status Medio di 30, status Gravi di 60. Si possono rilasciare solo illusioni con efficacia inferiore quella del rilascio. Può eliminare più genjutsu solo se la somma delle efficacia di ogni genjutsu è inferiore all'efficacia del rilascio. È possibile usarla su un'altra persona. È possibile sommare l’Efficacia con un’altra persona se utilizzata insieme. È possibile utilizzarla senza sigilli, riducendo di 10 l'Efficacia.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: ½ Basso ogni 5 d'efficacia )
    [Efficacia Massima Rilasciata: 15 per Grado]
    [Da studente in su]
    Consumo 6 bassi
    il fastidioso Genjutsu mentre Febh tentava un attacco che Raizen trovò alquanto scoordinato, forse lui peccava di troppa complessità nelle sue azioni, cercando continuamente un punto cieco, ma per un esperto di combattimento con le lame come lui, per un esperto di Zambato come lui, quell’attacco aveva delle falle pesantissime, l’estrema prevedibilità in primis.
    L’azione gli permise infatti di prepararsi con largo anticipo poggiando letteralmente la mano sul piatto della lama ed issandosi su di essa evitò del tutto il tondo, certo con un impasto di chakra che gli costò una buona riduzione della riserva, ma potè comunque risolvere il problema della velocità [Slot Difesa 1]Impasto Medio rif + 6 Ferita più che Leggera.
    Tuttavia la sua difesa non si fermò li, infatti Febh tentò un maldestro affondo, ma Raizen risultò del tutto imprendibile, pur subendo infatti il colpo vibrante aveva aderito col chakra adesivo sulla spada, cosa semplice per la portata del suo braccio che ne seguì il movimento non venendo minimamente impensierito dal movimento estremamente limitato dalla tipologia del precedente attacco e dalla vicinanza di Raizen [Slot Difesa 2]Parata-deviata + chakra adesivo.
    Un affondo in quelle condizioni aveva una portata ben al di sotto di un metro, mentre vista la posizione orizzontale di Raizen e la possibilità per il suo braccio di muoversi lungo tutto il fianco fin sopra la testa, lui aveva la possibilità di spaziare fin quasi a due metri senza distendersi eccessivamente, mantenendosi di fatto sopra le possibilità di affondo della spada.
    A quel punto l’occultamento fu inutile, malgrado Raizen per atterrare decentemente fu costretto a rilasciare la lama Febh era davvero troppo vicino.
    Quando Febh iniziò a scomparire Raizen fece una strana espressione.

    E questo che cacchio vuol dire?
    Mi sparisci davanti al naso durante un combattimento?
    Con una tecnica così comune che chiunque conosce.
    È palese che quegli attacchi del cacchio non possono essere il risultato di un addestramento apposito, altrimenti lasciatelo dire ma è stato del tutto inutile.
    Se non avessi avuto necessità di esercitarmi col drago credimi sarei stato parecchio cattivo su questa tua scelta.
    Lasciatelo dire, a pelle sembrava davvero pessima.
    Tutt’altro la storia dell’illusione, ci ho dovuto pensare per capirla.
    Forse se non la ostentavi sarei stato ancora nella cacca.


    Mentre parlava fece cenno al drago di avvicinarsi.

    Sai.
    L’idea non è complessa.
    Tempo fa ho iniziato a migliorare la trasformazione per portarla ad un livello superiore, non sto qui ad annoiarti, ma di fatto la cosa mi ha permesso di …


    Hibachi si avvicinò nuovamente, questa volta in forma umana, non era grande quanto raizen, ma i due erano paragonabili, tuttavia non era certamente quella la cosa stupefacente, quantomeno per qualcuno che sapeva che i draghi avessero due forme.
    Ciò che era realmente incredibile era che, subito dopo che Raizen aveva poggiato la mano sulla spalla del drago i due si fusero assieme! [Slot Tecnica 3]Stile del Portatore dell'Equilibrio: Congiunzione delle Essenze
    Consumo...? ho fatto due bassi...?
    per ora sommo il chakra della creatura al mio, poi si vedrà in valutazione come diventerà

    Nonostante l’acquisizione della forma umana l’ibrido aveva sia caratteristiche umane, come la fisicità e le dimensioni, che draconiche come corna, squame artigli e persino una coda.



    ...fare questo.
    Con Hibachi è più semplice, ma da ciò che mi ha spiegato durante questo processo non riesce a mantenersi propriamente umano evidentemente richiede un tipo di concentrazione che ancora deve trovare, la sua natura dopotutto lo vuole drago, e quindi se all’inizio ho la vita semplice la cosa si complica mano a mano che mantengo la trasformazione.
    Anche se la cosa mi da speranze.
    Se riesco a mantenerla, riesco anche ad attivarla con draghi che non abbiano la sua capacità di trasformarsi in umani, ma è complesso.
    Studiando un po' ho capito che si tratta di allineare gli tsubo corretti, pare che ce ne siano di principali, una volta allineati quelli tutto è più armonioso e si arriva a questo risultato, per questo la sua forma umana mi aiuta, gli tsubo sono già in posizioni simili!
    Ma vorrei lavorare sulla forma, mantenendo solo scaglie, artigli e coda.


    Si fermò a riflettere.

    Forse basterebbe semplicemente suggerire ad Hibachi di dare qualche nozione agli altri draghi, se loro conoscono la teoria il processo sarebbe facilitato, un po' come se i due processi si innescassero a vicenda.
    Mh. Mh. Eccellente.
    Partiamo adesso.


    Non aveva sentito alcun passo, e vista la vicinanza questo voleva dire che Febh era rimasto totalmente immobile, mentre lui aveva indietreggiato di qualche passo.
    La sua rincorsa non fu eccessiva, ma era evidente che il suo stile di combattimento da quel momento era cambiato.
    Ad ogni passo infatti il suo asse verticale ruotava di 90 gradi sul piano orizzontale, era palese che stesse sfruttando le capacità di Hibachi per farlo. Giunte le mani in un unico martello e posizionatosi a testa in giù rispetto a Febh avrebbe tentato di colpirlo in pieno volto[Slot Azione 1]Attacco doppio tirapugni pot 40x2 + potenziamento da TS +15 x2 Sfrutto il Secondo livello avendolo ottenuto in una giocata antecedente, tuttavia la sua posizione non sarebbe stata facilmente intuibile visto che, il passo precedente alla sua scomparsa aveva concluso la rotazione tornando in una posizione normale e che prima di entrare a contatto con l’otese era scomparso, questa volta teletrasportandosi!
    Che lo yakushi schivasse o meno a quel punto, secondo i calcoli di Raizen, sarebbe dovuto tornare visibile, permettendogli, muovendosi da quella particolare posizione, di ruotare su se stesso ed assestargli una ginocchiata alle scapole, cercando di sbilanciarlo. [Slot Azione 2]Potenza + 15x2 doppia ginocchiata
    Successivamente si sarebbe teletrasportato nuovamente [Slot Azione 3-4]Impasto medio, vel + 6 , questa volta sul fianco per cercare di trapassare il costato con uno dei suoi spiedi gigantiSpiedi giganti [Distanza]
    Sono grossi spiedi appuntiti da ambo le parti, lunghi 1.5 metri hanno una gittata pari a 45 metri.
    Tipo: A Distanza - Perforazione
    Dimensione: Grande
    Quantità: 5
    (Potenza: 25 | Durezza: 3 | Crediti: 60)
    [Da jonin in su]
    , nei suoi intendi avrebbe dovuto coinvolgere le braccia, cucendole letteralmente al costato, ma in caso non ci fosse riuscito avrebbe leggermente modificato la traiettoria per lasciarne almeno una dietro allo spiedo, quindi verso la schiena, legando così i movimenti dell’otese.

    Combattimento in 3 dimensioni, avevo mentito, ho fatto più di un esperimento con la mia nuova abilità!
    Posso farlo anche solo col teletrasporto, ma così la gravità mi da molti meno problemi.
    E ovviamente è solo l’inizio, è un terreno del tutto inesplorato per me.


    Piegò quindi le ginocchia e chiuse la difesa ponendo gli avambracci paralleli al petto.


    Chakra: 70/150
    Vitalità: 20.5/25
    En. Vitale: 26/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 700
    Velocità:  700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: //
    2: //
    3: //
    4: //
    Slot Azione
    1: //
    2: //
    3: //
    4: //
    Slot Tecnica
    1: //
    2: //
    3: //
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Superiore × 2
    • Stivali borchiati da Combattimento × 1
    • Guanti da Combattimento × 1
    • Antidoto Avanzato × 4
    • Tonico di Ripristino Superiore × 2
    • Spiedi giganti × 5
    • Garyu no Jigoku × 1
    • Rintocco della Morte × 1

    Note
  4. .

    c h a p t e r
    b l a c k

    Munisai giunse al cospetto del suo personale Demone del Sangue, su quello che sarebbe stato per il ragazzo o l'altare della consacrazione o un altare sacrificale. Sostenne lo sguardo e il sorriso angoscianti di quella creatura dal potere smisurato senza tradire alcun timore, manifestandogli unicamente l'umiltà e il rispetto che la circostanza imponeva.
    Si starà chiedendo chi io sia, Sandaime esordì il giovane, con voce chiara e ferma.
    Era forse l'unico individuo, tra i presenti, che Diogene non conoscesse o del quale non avesse, per forza di cose, alcuna informazione. Una breve introduzione era dunque necessaria, specialmente quando si presentava di fronte e a fianco agli otesi rivendicando per sé uno dei tesori più preziosi del Suono.
    Mi chiamo Munisai Kanashige e mi sono appena trasferito qui a Oto.
    E' mio desiderio diventare un abile shinobi servendo questo Villaggio, e un potere del genere
    continuò, indugiando con lo sguardo sull'intera, quasi mostruosa figura del Kage, mi aiuterebbe di sicuro a realizzarlo.
    Strinse appena i pugni.
    So bene di rischiare grosso, ma non intendo farmi da parte ed essere un mero spettatore.
    Questa è la strada che ho scelto, in fondo. Non fuggirò davanti al primo ostacolo.
    Procediamo pure.

    In fin dei conti il Colosso aveva offerto a tutti i presenti la possibilità di fronteggiare l'arduo cimento, senza eccezioni, dunque il rosso non riteneva di doverlo convincere.
    Quando il clone di sangue diede il suo benestare, il giovane allargò il colletto della maglietta sformandolo abbastanza da scoprire maggiormente petto e dorso. Diede poi le spalle all'altro, indicandogli un punto sulla spina dorsale, all'incirca un palmo sotto l'ultima vertebra cervicale, giusto tra le scapole. Diogene non si fece pregare troppo e subito affondò gli artigli nelle carni del ragazzo, provocandogli un dolore acuto ma circoscritto. Vacillò appena, stringendo i denti e le labbra per non fare un fiato. Poi sentì le grinfie cremisi penetrare più a fondo, sfiorando una vertebra o due pur non danneggiandole. La sensazione fu comunque tremenda e alquanto strana, come se qualcuno gli avesse spinto un cilindro di ferro incandescente nella schiena.
    Il rosso serrò le palpebre e non riuscì a trattenere un lamento, mentre si piegava in due dal dolore. Quando tornò in posizione eretta e riaprì gli occhi, si ritrovò davanti una piazza completamente deserta.

    Tutti gli otesi e i vari duplicati, Diogene, Febh, tutti quanti si erano volatilizzati. Persino le gigantesche lucertole e le colonne di chakra erano andati. Restavano solo il piazzale imbrattato dal sangue del Mikawa e il Palazzo della Serpe. Munisai si guardò intorno febbrilmente, cercando di capire che fine avessero fatto tutti. Regnava un silenzio assoluto, sovrannaturale.
    Che cazzo sta succedendo?! esclamò, o meglio tentò di farlo, ma non uscì il minimo suono dalla sua bocca.
    Sgranò gli occhi per la sorpresa, stringendosi la gola con una mano. Scrutò in ogni direzione in maniera convulsa, e quando l'edificio tornò nel suo campo visivo scoprì di non essere più solo.
    Una decina di metri di fronte a lui si stagliava una figura incappucciata ricoperta da capo a piedi da un'ampia cappa candida come la neve. Sembrava un maledettissimo spettro.
    Fece un passo in avanti, lentissimo ma il cui suono riecheggiò nell'intera piazza, l'unico che si fosse udito dopo la sparizione di massa. Il giovane istintivamente indietreggiò.
    E tu chi cazzo sei? Dove sono finiti tutti?
    Per la seconda volta, il suo tentativo di proferir parola fu inutile. Munisai ora era realmente spaventato. Cosa diavolo stava succedendo? Chi era quel tizio? Era forse caduto in una tremenda arte illusoria che...
    No. Era il Sigillo. Doveva essere per forza il Sigillo, la prova di cui aveva parlato il Kokage.
    Ma cosa fare? Come comportarsi?
    Il rosso si sentiva, per qualche ragione che al momento non riusciva a comprendere o spiegarsi, completamente impotente di fronte alla figura immacolata, la quale avanzò di un altro passo, ancora più assordante. Da sotto al mantello fece capolino un braccio ossuto, latteo tanto quanto l'abito. Delle dita affusolate e dalle unghie acuminate avvicinò con lentezza esasperante l'indice al cappuccio, come a far segno di tacere.
    In un istante la mente del rosso fu invasa da migliaia di immagini di morte, come una serie interminabile di agghiaccianti diapositive che gli fecero vivere, nei panni della vittima, le più disparate e crudeli esperienze di tortura e uccisione.

    Durò solo un secondo, ma lui le percepì come ore.
    AAAAAAAAAAAARGHHHH!!!
    Un grido straziante che non fu mai proferito, non poté esserlo.
    Gli occhi sgranati, le lacrime gli rigarono il viso mentre l'intero corpo era scosso dai tremiti. Le gambe cedettero e prima di rendersene conto era a terra a dare di stomaco.
    E intanto la bianca sagoma continuava ad avanzare.
    Passo. Dopo passo.
    No. Così no. Così era impossibile.
    Perdendo il sangue freddo che normalmente riusciva a mantenere anche nelle situazioni più critiche, annaspò nel suo stesso vomito cercando di rimettersi in piedi. Quando ci riuscì, girò le spalle e scappò.
    Stava per morire, ne era certo. Al diavolo la prova, al diavolo Oto, al diavolo tutto. Non voleva crepare.

    Sfortunatamente, la sua fuga si concluse dopo una singola falcata.
    La figura in bianco, infatti, si era materializzata nuovamente davanti a lui, ma ad appena due metri di distanza. Ebbe appena il tempo di realizzarlo che questa, allungandosi ed assottigliandosi in maniera innaturale, saltò nella bocca della sua preda fino a scomparire del tutto. Quell'essere si era fatto volutamente divorare, andandosi ad annidare nell'animo di Munisai, il quale ora si sentiva soffocare.
    Portò entrambe le mani alla gola, incapace di respirare. Divenne cianotico, gli occhi si iniettarono di sangue. Stava per morire di una morte orrenda.
    Si sentì solo cadere mentre perdeva conoscenza, precipitando nelle tenebre.
    Quando rinvenne era immerso in un liquido scuro simile al catrame, non altrettanto viscoso ma abbastanza denso e nero da impedire completamente la visibilità. Agitò gli arti con tutta la forza che aveva cercando di nuotarci dentro. Andava praticamente alla cieca ma aveva comunque una vaga idea di quale fosse il sopra e il sotto, quindi si diresse là dove sperava di trovare la superficie. Era di nuovo a corto di ossigeno e stava per annegare, quando una flebile luce bianca penetrò il flutti.
    Ancora qualche metro e riuscì a cacciare fuori la testa, tirando un profondo respiro. Per qualche strano fenomeno, il pelo dell'acqua parve solidificarsi e il giovane riuscì ad issarcisi sopra come fosse una lastra di ghiaccio. Il muscoli e i polmoni gli bruciavano per lo sforzo, ma ne era uscito indenne e stranamente senza avere addosso tracce di quella robaccia.
    Già, ma dove si trovava?
    Si guardò intorno ma, a parte quello sconfinato mare oscuro non vi era nulla se non un orizzonte bianco, vuoto di qualsiasi cosa.

    D'un tratto, dei vagiti.
    Nella direzione dalla quale provenivano vide due figure sfocate inginocchiarsi accanto a un neonato che piangeva. Entrambe cinsero le loro mani attorno all'esile collo del bebè.
    No...
    Intanto Munisai aveva recuperato l'uso della voce, almeno quello.

    Giusto il tempo di prenderne atto, che qualcun altro arrivò sulla scena, spazzando via gli aspiranti infanticidi, che si dissolsero in una nube di fumo grigio.
    Si trattava di una donna vestita in abiti cerimoniali da miko, una sacerdotessa del tempio. Aveva lunghi capelli neri lisci e lucenti come la seta, ma non aveva un volto. Dove dovevano esserci occhi, naso, bocca, non c'era nulla. Un essere a dir poco inquietante, che sembrava uscito da chissà quale racconto popolare.
    Questo raccolse il lattante stringendolo tra le proprie braccia affettuosamente. Ma sembrò quasi che avesse toccato una sostanza tossica, perché la pelle della donna immediatamente si riempì di piaghe e andò in necrosi.
    Vomitò sangue, poi venne lentamente inglobata dalla distesa d'ossidiana.
    Cos'è questo?

    Prima che il giovane potesse avvicinarsi, il neonato, rimasto lì da solo, crebbe, diventando in pochi secondi un bambino vestito di poco più che stracci e palesemente negletto. Questi cominciò a correre più veloce che poteva.
    Munisai gli tenne dietro a una certa distanza, fino a quando il piccolo non si fermò una cinquantina di metri davanti a lui, ai piedi di un albero sbucato dal nulla.
    Al rosso gli si gelò il sangue.
    Avrebbe detto che si trattava di una quercia, ma era completamente priva di foglie e la corteccia era bianca come l'avorio. Ai suoi rami completamente spogli erano legate delle corde dalle quali penzolavano alcune dozzine di bambini e bambine di età diverse, ma tutti decisamente piccoli. Alcuni dei corpi erano sfigurati, altri mutilati, ma erano tutti, chiaramente, appesi lì da un pezzo.
    Il bambino, di fronte a quell'immagine, crollò sulle ginocchia tremando in maniera incontrollabile come in preda alle convulsioni, lanciando un grido lancinante tra i singhiozzi.
    Che...che posto è questo?
    Il ragazzo cominciò a respirare affannosamente, guardandosi intorno in cerca di un appiglio, di una via di fuga.
    In cerca di una risposta.
    DOVE CAZZO MI HAI PORTATO?!! sbraitò, chiaramente rivolto alla figura in bianco. O forse al Kokage?


    Munisai non aveva mai conosciuto i propri genitori, era stato abbandonato ancora in fasce ai piedi di un tempio, dove fu trovato da una miko che decise di crescerlo come suo.
    Purtroppo la giovane contrasse un male sconosciuto e morì non molto tempo dopo. Al che il piccolo, che qualcuno addirittura biasimò per la disgrazia, fu affidato ad un orfanotrofio dalle pratiche assolutamente esecrabili.
    I ragazzini erano sottoposti a ogni genere di maltrattamento e sevizie, ed erano anche sfruttati. Da giovanissimi, infatti, venivano impiegati come forza lavoro ad infimo costo da "affittare" a individui senza scrupoli, ognuno in base alle inclinazioni che dimostrava.
    Il rosso, ad esempio, da subito aveva dimostrato ingegno e buona manualità, oltre alla sorprendente capacità di assemblare oggetti anche di utilità partendo da rottami e cianfrusaglie. Pertanto si era trovato spesso a dover affiancare orologiai, artigiani, e meccanici di vario tipo.
    Ma c'era di peggio.
    I bambini più graziosi, femmine ma anche maschi, venivano avviati alla prostituzione prima ancora che la loro età raggiungesse le due cifre.
    I bambini che non mostravano talenti evidenti, invece, venivano costretti a mendicare. Spesso questi ultimi venivano mutilati deliberatamente affinché suscitassero maggior compassione nei passanti.
    Munisai aveva visto molti ragazzini come lui morire durante la sua permanenza in quel luogo maledetto, incapaci di sostenere un simile inferno.
    Inutile dire che questo vissuto l'aveva profondamente segnato.


    Le scene alle quali aveva appena assistito erano una sorta di macabra reinterpretazione di alcuni eventi traumatici della sua vita, alcuni dei quali troppo remoti perché ne avesse memoria.

    Benvenuto nella mia dimora.

    Il ragazzo sobbalzò nel sentire quella voce grave e spettrale che scoprì appartenere all'uomo in bianco, che ora si stagliava alle sue spalle a debita distanza.
    Tirami fuori da qui esalò Munisai respirando a fatica, serrando i pugni.

    Mi dispiace, ma questa sarà la tua tomba.

    Ti ho detto DI FARMI USCIRE DA QUI!
    Il rosso sbroccò, scagliandosi rabbioso contro il suo aguzzino.

    HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!

    Una risata gutturale riempì ogni angolo di quel limbo.
    Alla creatura bastò alzare una mano. Un braccio del giovane sparì. Senza dolore, senza sangue. Come se qualche divinità avesse usato una gomma da cancellare su di lui, che a stento se ne accorse.
    Poi via l'altro braccio, infine le gambe, una alla volta. Si schiantò rovinosamente di faccia sulla superficie nera, un tronco umano.

    Non potrai mai sconfiggermi così.
    La tua ira è futile, vecchio amico.


    Chi...coff... Chi cazzo ti conosce?

    Oh, ma ti sbagli di grosso.

    L'essere afferrò per il collo ciò che restava dell'altro, sollevandolo da terra.
    Un flebile tentativo di dimenarsi non servì a nulla.

    Noi ci conosciamo da tutta una vita.
    Siamo cresciuti insieme. Ti ho sempre accompagnato lungo il tuo cammino.
    Il Sigillo mi ha solo dato forma e consistenza, e abbastanza forza per sopraffarti.
    Ho IO il Controllo adesso.


    E così dicendo lo scagliò lontano con una forza inaudita, facendo urtare a terra il corpo martoriato diverse volte, come un sassolino fatto rimbalzare su uno stagno.
    Il ragazzo sputò sangue per i vari impatti ma, miracolosamente, si ritrovò di nuovo con gli arti integri al loro posto.


    Si mise in piedi con qualche difficoltà, ma non ripartì alla carica. Restò fermo, cercando di tenere a bada la frustrazione e di recuperare la lucidità di pensiero di cui avrebbe avuto bisogno per uscire da quella situazione.

    Ciò che ti ho mostrato prima non era nulla di che, mi stavo solo riscaldando.
    Il tuo passato ti ha dato cicatrici che probabilmente non guariranno mai, ma sei riuscito ad andare avanti in qualche modo.
    Le tue paure non risiedono in ciò che è stato.
    Le tue paure risiedono in ciò che sarà, non è così?


    Munisai non rispose, non fece nulla.

    La tua morte è imminente, ma se vuoi provare a fermarmi dovrai affrontarmi sul mio terreno.

    Sotto i piedi della figura ammantata spuntò una roccia che crebbe e salì, più e più in alto, fino a diventare una vera e propria rupe, difficile dire quanto alta, ma ben oltre il centinaio di metri.

    Raggiungimi qui, sulla vetta di tutte le cose.
    Lascia che il tuo destino ti sia rivelato.



    Il rosso non aveva molta scelta.
    Era intrappolato in una dimensione sulla quale sembrava non avere il minimo controllo. Era alla totale mercé di quella entità trascendente, ma sapeva che l'unica speranza era affrontarla e sconfiggerla.
    Ma come raggiungere quella sommità?
    Lo spettro non aveva dimenticato un dettaglio così importante.
    Dall'abisso emerse qualcos'altro, un'enorme scala a pioli lunga quanto la rupe, già in posizione verticale pronta ad essere usata. Ma non era una scala comune.
    Sia i due staggi che i numerosi gradini erano composti da parti anatomiche umane. Braccia e gambe senza pelle, ogni genere di organo interno, e poi teste di ogni misura e sesso che penzolavano qua e là, occhi che lo fissavano, il tutto tenuto insieme da capelli, tendini e intestini.
    Se la vista era raccapricciante, l'odore era nauseabondo.
    Ma che razza di mente malata poteva partorire una cosa del genere?
    Munisai indietreggiò coprendosi la bocca, pensando che avrebbe rimesso ancora una volta ma ciò non accadde. Era come se la scala lo attirasse a sé, non gli faceva così schifo come aveva immaginato. Doveva comunque raggiungere quella vetta, e quello era l'unico modo.

    Fece per avvicinarsi, quando sentì qualcosa tirargli i pantaloni.
    Si girò.
    Era il bambino di prima, esile e dai vestiti lisi e rattoppati, e degli occhialoni da lavoro sulla fronte. I capelli rosso acceso erano spettinati e gli occhi verde acido colmi di lacrime, mentre un braccio stringeva forte a sé un pupazzo di metallo, un giocattolo che si era costruito lui stesso usando delle vecchie ferraglie trovate in una discarica.
    Nel luogo dove era cresciuto i bambini non avevano balocchi.
    Ti prego, non andare... gemette.
    Munisai lo fissò come imbambolato.
    Diede per la prima volta segni di cedimento. Si mise le mani in faccia.
    Non ne poteva più. Basta. Basta.
    Guardò verso la rupe con odio.
    QUESTO E' UN ALTRO DEI TUOI TRUCCHI DEL CAZZO?
    TI FACCIO VEDERE IO! MI HAI SENTITO?!
    sbraitò.
    Fece per muoversi, ma il piccoletto si aggrappò di nuovo.
    No, ti prego! ripeté tra i singhiozzi.
    Non lo fare! Resta con me!
    Tirò su col naso.
    Non lasciarmi da solo.
    Munisai lo spintonò facendolo cadere col sedere a terra.
    Non mi seccare! E' l'unico modo.
    E senza degnarlo più di uno sguardo, lo lasciò lì a piangere mentre lui cominciava la sua scalata.


    A ogni piolo che calpestava sentiva il suono di ossa che si rompevano e tessuti che si laceravano. Non i suoi, quelli della scala stessa. E urla strazianti si levavano.
    Sembrava quasi che ogni gradino rappresentasse una vita spezzata. Inizialmente il rosso trovò tutto ciò alquanto inquietante, ma più si avvicinava al vertice e meno restava turbato.
    A metà percorso si scatenò una tempesta, con raffiche di vento che gli tagliavano la pelle e una pioggia di sangue a inzupparlo. La scala oscillava pericolosamente, ma lui arrivato a quel punto nemmeno ci faceva caso. Nulla riusciva più a distrarlo o a scuoterlo.
    Lui continuava a salire, e salire, e salire. Fino alla vetta, quando finalmente mise piede sulla roccia e dove trovò la creatura immacolata ad aspettarlo.

    Questa prese ad applaudire lentamente ma sonoramente, tirando fuori due braccia candide e mostruose da sotto al mantello.

    Eccellente. Dimmi, come ti senti adesso?

    Vuoto.

    Per Munisai fu come svegliarsi da una trance, d'improvviso riusciva di nuovo a percepire con chiarezza il mondo che lo circondava. Sgranò gli occhi e spalancò la bocca nel guardare le proprie braccia, scoprendo con orrore che erano identiche a quelle dell'essere, cadaveriche e dalle unghie aguzze.
    Se le sue braccia erano così...allora anche il resto?

    HAHAHAHAHAHAHA! Mi sembri confuso.

    Che...che diavolo mi hai fatto? farfugliò il rosso.

    Io? Niente. Ciò che sei...
    No, ciò che siamo è frutto delle tue decisioni.


    Lo additò mentre da sotto al cappuccio si intravedeva per la prima volta qualcosa, un ghigno abominevole.

    Io sono il tuo futuro. Io sono il tuo destino.

    E così dicendo, si abbassò il cappuccio rivelando le sue fattezze.
    Capelli e cute bianche come il latte, una voragine al posto dell'occhio destro e delle zanne che conferivano un sorriso uscito direttamente da un incubo. L'unico occhio brillava di una luce sinistra, dietro alla quale si celava un'iride verde acido e una pupilla verticale.
    Era quasi irriconoscibile, ma quello era sicuramente Munisai.
    Qualche anno più vecchio, dal fisico scheletrico, ma era lui.

    Orrore misto a terrore si palesarono sul viso del rosso, il quale indietreggiò ma dietro di sé non aveva altro che un burrone ormai, anche la scala era sparita.
    Non aveva via di scampo.
    No! Non può essere...

    Sei stato poco lungimirante, vecchio mio.

    Quel momento se lo stava godendo tutto, come se lo avesse atteso per anni.

    A cosa pensavi conducesse la ricerca del Potere Assoluto? Mh?
    Se sapessi che cose che abbiamo fatto con queste mani per arrivare fino a qui.
    Quanti patti col diavolo.
    Quante persone trucidate. Tradite. Ingannate.


    Un'espressione estatica gli si dipinse sul volto mostruoso.

    Che c'è? Non è come te lo aspettavi?

    Non doveva andare così. scosse il capo il giovane, in totale negazione.
    Non è possibile, SONO SOLO STRONZATE!

    Tu credi?
    Guardati, sei un essere patetico. Un debole.
    La verità è che nessuno ti ha mai amato, nessuno ti ha mai considerato.
    Sei solo una nullità, un errore.


    Adesso avanzava, lento e minaccioso.

    Hai cercato di sopperire alla mancanza d'affetto accumulando potere e benessere, come se il buco che hai nel petto potesse essere riempito con qualcosa di così dozzinale.

    Basta, stai lontano. STA' LONTANO! urlò disperato il rosso, che si trovava in un angolo senza potersi muovere.
    L'altro lo ignorò.

    E tutto in nome della Vera Libertà, no?
    Quel concetto schifosamente puerile che hai sempre posto come tuo obiettivo ultimo, quello stato che credevi di poter raggiungere quando fossi diventato potente oltre ogni limite.
    Quale ironia.
    Più cercavi Potere per raggiungere la Libertà, e più ti ritrovavi a dover accettare vincoli, compromessi.
    A doverti legare a doppio filo a entità che sotto sotto disprezzavi.
    Fin quando un bel giorno ti sei svegliato in catene, e hai realizzato che il tuo bel percorso ti aveva condotto solo alla prigionia.


    Dalle profondità del mare oscuro emersero diverse catene lunghe decine di metri, che schizzarono a folle velocità verso il rosso, avvolgendolo dal collo in giù.
    Ogni tentativo di resistenza fu inutile.
    Lasciami andare! LIBERAMI, PEZZO DI MERDA!
    LIBERAMI!!
    LIBERAMI!!!
    il ragazzo si dimenava e gridava come un ossesso. Senza rendersene conto le lacrime bagnarono le sue guance, mentre la luce nell'unico occhio rimasto si spegneva.
    Quella era la cosa peggiore che potesse capitargli. Peggiore della morte.
    E quel maledetto lo sapeva bene.

    Liberami, ti supplico.

    Oh, abbiamo cambiato tono eh?
    Quanto sei ridicolo HAHAHAHAHAHAHAHAHA!
    Spero tu capisca qual è la tua posizione, adesso.
    Sai, avevo intenzione di ucciderti, ma penso di aver cambiato idea, non sarebbe abbastanza divertente.
    Da questo momento, prendo io il controllo.
    Questo corpo mi appartiene.
    Tu, invece, marcirai in catene nelle profondità più recondite del tuo stesso subconscio, inerme e in preda ai tuoi rimpianti. Per il resto dei tuoi miserabili giorni.


    No, ti prego! TI PREGO!

    Il mostro fece ciao con la manina prima che le catene trascinassero con violenza il loro prigioniero nell'oblio dell'oceano nero dal quale erano arrivate.




    Sprofondò sempre più, ma il ragazzo non avrebbe trovato sollievo nella morte, non stavolta. Provò infinite volte a liberarsi, invano.
    Le parole del suo spettro gli rimbombavano ancora in testa. Aveva ragione? Era tutto vero?
    In parte lo era, non riusciva a togliersi quel pensiero dalla testa.
    Era stato davvero così cieco da scegliere un percorso che conduceva ad un qualcosa di così aberrante?
    Pianse in silenzio.
    No, non poteva accettarlo. Non doveva andare così. Lui voleva solo essere in grado di contrastare chiunque cercasse di renderlo di nuovo schiavo. Per quello aveva cominciato a cercare il Potere, perché il mondo è dei forti e tutti gli altri vengono calpestati. E lui non voleva essere calpestato, schiacciato, come era successo in passato.
    No, mai più. Voleva essere libero, il Potere gli serviva solo per spazzare via chiunque tentasse di fargli di nuovo del male.
    Voleva proteggere se stesso. E voleva proteggere coloro che aveva a cuore, fornire a tutti loro una realtà sicura e serena dove poter esistere.
    Dove poter tentare di essere felici.

    Un momento.

    Fu come se qualcuno avesse alimentato una fiammella che stava per estinguersi.
    I suoi amici dell'orfanotrofio! I suoi fratelli e le sue sorelle.
    Loro gli avevano voluto bene, e lui ne aveva voluto a loro. Ancora gliene voleva. E molti di loro erano da qualche parte nel mondo.

    Voleva rivederli.

    L'essere immacolato, la proiezione delle sue paure, non era stato del tutto sincero con lui.
    Munisai aveva conosciuto l'affetto. Pertanto, la sua esistenza non poteva essere un errore. Non poteva essere priva di significato. Quel mostro voleva solo ingannarlo, portarlo alla disperazione, ma nessuno può conoscere il futuro.

    Il destino non esiste.

    La strada non era prefissata, ma tutta da tracciare, e Munisai non avrebbe dimenticato quel terrificante avvertimento ogni qual volta si fosse trovato davanti ad una scelta. Se avesse mantenuto i piedi per terra e avesse rammentato di non concentrarsi solo su se stesso e sulla sua personale ambizione, se avesse considerato anche chi gli stava intorno e le conseguenze del suo operato, non avrebbe sporcato il suo cammino. Non più di quanto fosse necessario, comunque.
    Il Potere non doveva essere il fine, ma il mezzo per concedere a se stesso e a coloro ai quali teneva la serenità che gli era mancata tutta la vita.
    La Libertà, seppur non assoluta, sarebbe stata, a quel punto, vivere con soddisfazione e orgoglio la propria vita senza dover soffrire per mano di qualcuno che tentava ignobilmente di distruggerla.

    Sì. Così stavano le cose.
    E così le cose sarebbero andate. Ne era certo.




    Munisai e quel groviglio di catene schizzarono verso l'alto emergendo dalle tenebre.
    Il ragazzo vide che la creatura bianca stava per ghermire il bambino, e sapeva anche il perché, finalmente ci era arrivato.
    Così come l'essere era la personificazione delle sue paure, così il piccolo se stesso era la personificazione di ciò che di buono e umano era rimasto in lui. O forse della sua innocenza, o della sua speranza, non ne era sicuro, ma quel che è certo è che non avrebbe permesso che gli succedesse niente.

    Le catene attorno al giovane cambiarono colore, passando dal nero al rosso e infine ad un bianco luminoso, diventando incandescenti. Poi esplosero in mille pezzi scagliati in ogni direzione, tranne dove si trovavano gli altri due.
    La figura del rosso si rivelò nuovamente, mostrando che era tornata alla normalità.
    Camminò verso il piccoletto, parandosi poi tra lui e il nemico. Intanto i frammenti roventi davano fuoco al mare e a tutto lo scenario.
    Il mostro si accigliò, confuso.

    Questo è...impossibile!

    Le catene si riassemblarono pezzo per pezzo accanto a Munisai, stavolta del colore del comune metallo.
    Forse la Vera Libertà davvero non esiste come dici, o forse sì.
    Tutti hanno dei legami, tutti hanno delle catene da sorreggere.
    Ma se questo è inevitabile, io forgerò le mie catene con le stesse mie mani, ne conoscerò ogni segreto, e non avrò problemi a liberarmi da esse quando diverranno un fardello troppo grande.

    Distese un braccio davanti a lui e quei serpenti d'acciaio si avvinghiarono e stritolarono la Paura.

    Sei uno stolto se pensi di potermi uccidere! IO SONO--

    Non poté finire la frase perché anche la testa fu avvolta, intrappolandolo come in un bozzolo impenetrabile.
    So esattamente cosa sei.
    E so di non poterti eliminare, perché sei una parte di me e dobbiamo coesistere.
    Per ora mi servi, ma quando non sarà più così ti annienterò senza lasciare di te nemmeno il ricordo.
    Non ti lascerò mai il controllo. Perché non ho più paura di te.

    E così dicendo, il sarcofago di metallo fu inghiottito dal mare nero.


    Tutto stava bruciando, nel mentre.
    Munisai tirò un respiro profondo, poi si voltò verso il piccolo Munisai, accovacciandosi.
    Ti chiedo scusa per prima, sono stato un vero idiota disse con tono sinceramente dispiaciuto. Poi gli sorrise tendendogli la mano.
    L'altro non disse nulla, gli corse solo incontro gettandogli le braccia al collo.
    Fu sollevato e preso in braccio, poi i due si allontanarono.
    E ora vediamo di uscire da questo postaccio.
    Stai tranquillo, non permetterò più a nessuno di farti del male.







  5. .

    Fine e Inizio


    Post 5 ~ Prova

    Di domande in effetti Harumi ne aveva, ma davanti alla provocazione dell'amministratore rimase in silenzio, come la maggior parte degli astanti, per i successivi secondi. Scoprire che si trattava di una macchinazione, piuttosto complicata e superflua, architettata dallo Yakushi per togliersi più di una preoccupazione dalla coscienza, a partire dal poter finalmente scaricare su qualcun altro il gravoso compito di gestire tutta la baracca, non lasciò esattamente indifferente la giovane jinchuriki, ma al contempo neanche la stravolse. Lei era una delle ultime arrivate ad Oto, il luogo che l'aveva accolta, e non poteva sapere cosa era meglio per il Villaggio. Ma una cosa la sapeva: Diogene era la scelta giusta. E, visto che si parlava del diavolo, eccolo comparire, in tutta la sua maestosa, terrificante potenza. Il Mikawa dette sfoggio delle sue innegabili capacità, mettendo facilmente in ombra anche l'apparizione pirotecnica dell'amministratore. Davanti alla marea di sangue, alta quanto un palazzo, la giovane rimase impietrita, talmente stupefatta da dimenticarsi perfino di farsi prendere dal panico. Quando si riebbe, spostò lo sguardo intorno alla ricerca di un riparo, o di un luogo abbastanza alto, uno scoglio da aggrapparsi per resistere alla tempesta, ma nel cercarlo si accorse di come la calma regnasse tra i suoi compagni della Villa. Fu allora che realizzò, abbandonandosi ella stessa allo scorrere degli eventi, certa che sarebbe andato tutto bene. Egli era giunto, l'attesa era finita. Il Kokage era tornato.

    L'evento a cui Harumi assistette quel giorno sarebbe stato narrato nei secoli a venire, e in molti negli anni avrebbero dubitato perfino che fosse mai accaduto. Non capitava certo tutti i giorni di vedere Febh Yakushi, universalmente riconosciuto come uno degli uomini più potenti, e strani, del continente, piegare spontaneamente la testa di fronte a qualcuno. Neanche se questo qualcuno era Diogene Mikawa, il colosso, la colonna portante del Suono. Ma quello era solo l'inizio di una giornata destinata a rimanere negli annali.

    Molte delle parole pronunciate con apparente leggerezza dal jonin rinunciatario delle carica di amministratore per la fanciulla volevano dire poco o niente, come il nome di Indra o la faccenda dei cloni. Nell'osservare la sua copia, ad Harumi parve solo di rimirarsi allo specchio, domandandosi se i suoi capelli visti da fuori fossero proprio così, e resistendo a mala pena alla tentazione di sistemarseli, nella speranza che l'altra sé replicasse i suoi movimenti come in un riflesso. Tuttavia la sua attenzione fu attratta irresistibilmente dal novello capovillaggio, il quale diede agli astanti un assaggio del potere che gli aspettava, se solo avessero avuto il coraggio di allungare la mano per afferrarlo. Harumi deglutì, colta alla sprovvista. Non desiderava abbastanza ardentemente il potere, come alcuni dei presenti, da farsi avanti. Un'altra cosa però poteva spingerla a mettersi alla prova, a rischiare la sua vita. La ragazzina, lentamente, fece un passo in avanti, avvicinandosi al Mikawa. Nel passare di fianco ad Eiatsu ne sfiorò appena la veste, quasi casualmente, e socchiuse gli occhi, in una muta preghiera rivolta al vuoto, perché nella sua miserabile vita mai nessuna divinità l'aveva ascoltata. Infine, si fermò di fronte all'imponente capoclan, che nella sua forma mostruosa la sovrastava di diverse spanne, fissandolo in viso con espressione ferma, ma al contempo tranquilla, con un vago sorriso che si estendeva tra le labbra e gli occhi.

    Se è per il bene del Villaggio.
    Se è per poter continuare a rimanere al vostro fianco.
    Io... Posso farlo.

    Una sì pesante, poche brevi frasi pregne di significato. Una bambina che era diventata grande troppo in fretta, travolta dalla morte e dalla disperazione, al punto di non temere più la prima e di accogliere la seconda come una vecchia amica. Che già quel giorno aveva rimesso il suo destino nelle mani di qualcun altro, affidandosi ad Eiatsu fino alle estreme conseguenze in caso ce ne fosse stato bisogno. Obbediente a chi le aveva dato un posto, un nome e un possibile, ambito, futuro, mostrandole per la prima volta dopo un'intera vita che, forse, non era venuta al mondo per nulla. Con delicatezza, lasciò scivolare delicatamente una spalla del vestito, scoprendo il collo e parte della schiena, mentre con il braccio si copriva pudicamente il petto. Mentre le dita del Kokage penetravano la pelle di un bianco immacolato poco sopra la scapola sinistra, Harumi strinse i denti fino a sentire il sapore metallico del sangue per non emettere alcun un gemito e rimase immobile sul posto senza vacillare, nonostante l'intero suo corpo tremasse come una foglia sbattuta dal vento. Il procedimento fu estremamente doloroso, nonostante la precisione chirurgica del Mikawa, ma in confronto a ciò che la aspettava fu poco più di una carezza.

    Buio.
    Vuoto.
    Silenzio.

    Nulla.
    Ancora nulla.
    Attesa snervante.

    Infine, sipario che si alza.


    In scena è presente una ragazzina dal volto smagrito coperto di fuliggine e vestita da serva con abiti logori, un fazzoletto annerito a fermarle i capelli corvini, un grembiule rabberciato in più punti con toppe scolorite. Il fondale rappresenta la stanza di una dimora nobiliare, ma abbandonata da lungo tempo, completamente in rovina. Nient'altro che ragnatele e mobilio scassato, come lo specchio dall'aria antica, sbilenco ed incrinato. E proprio davanti ad esso la ragazzina, china per terra, passa inutilmente uno straccio sporco sul pavimento, senza che la macchia davanti a lei accenni a sparire. Avanti e indietro, avanti indietro, senza fine, senza risultato, senza scopo. Una condanna come quella di Sisifo, inflitta alla serva abbandonata, per espiare le sue colpe. Una pena eterna, che durerà fino a che la chiazza di sangue di fronte a lei non sarà scomparsa. La ragazza passa il panno ancora, e ancora. Da quanto sia lì ormai l'ha dimenticato, per quanto dovrà rimanere lì sfugge alla sua mente. Sa solo che deve continuare.

    Eppure, all'improvviso un suono, ed ella alza la testa dopo quella che poteva essere benissimo un secondo oppure tutta l'eternità. Un'ombra è entrata in scena, una figura indistinta, dai lineamenti cangianti, e si è fermata proprio davanti a lei. La ragazza, prostata ai suoi piedi, leva gli occhi in alto e fissa la persona dai mille e nessun volto. L'unico punto che riesce a mettere a fuoco con certezza sono le sue pupille, più profonde dell'abisso, che l'attraggono irresistibilmente a sé, come un buco nero che distorce lo stesso tessuto del tempo e dello spazio, la irretiscono, ed infine vi ci si perde irrimediabilmente. E allora, solo per il tempo di un battito di ciglia, lo specchio restituisce l'immagine riflessa di Harumi.

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    Una mano tesa. Non era servito altro alla piccola anima sperduta per rialzarsi e rimettersi in cammino. Il tiepido contatto con quella mano era stato sufficiente per sciogliere il suo spirito congelato. Una semplice frase le aveva procurato più gioia di quanto pensasse di poterne provare in una vita intera, molta di più di quanto credeva fosse per lei lecito riceverne.

    C'è posto anche per te.

    Lei aveva creduto in quelle parole.

    E finalmente l'aveva trovato.
    Un luogo da poter chiamare casa.

    E finalmente le aveva trovate.
    Delle persone da poter chiamare amici.

    La giovane accenna ad un sorriso, per la prima volta dopo una vita, ma dai piedi del palco si leva una risata carica di cieca malvagità. L'eco di quel ghignare diabolico si diffonde all'intorno, come originato ovunque e in nessun luogo. Il volto della ragazza si fa pallido, gli occhi sgranati, la bocca socchiusa per lo sgomento.

    Le luci si spengono, cala il sipario.

    La stanza intorno a lei è completamente vuota, fatta eccezione per la sedia su cui si trova. Le pareti sono di vetro, così come il soffitto, al contempo vicine e talmente lontane da essere irraggiungibili. Ogni lato di quel cubo, a tratti concavo e a tratti convesso, riflette la figura della ragazza da una diversa prospettiva. Ma dopo un attimo si rende conto che le repliche non sono immagini speculari, ma piuttosto copie di se stessa che l'osservano in silenzio. Prima che se ne accorga, dal pavimento hanno preso a levarsi piccole bolle come di sapone, che fluttuano a mezz'aria tutt'intorno a lei. Al loro interno si muovono delle persone dai volti familiari. Sono scene della sua vita, del suo passato. Allunga la mano verso quella che racchiude il suo arrivo ad Oto, la prima volta che i suoi occhi si posarono sul cancello del Suono. Non appena l'estremità del dito la sfiora, la bolla esplode, e in una reazione a catena sempre più veloce una dopo l'altra tutte le altre la seguono, in una cacofonia assordante, finché la stessa scatola in cui è contenuta la ragazza si spalanca, con le pareti, il soffitto e il pavimento che si allontanano di colpo in direzioni opposte.

    Ed Harumi precipita, nel buio.

    Il prato su cui apre gli occhi la ragazza è bianco. All'apparenza potrebbe sembrare coperto di neve, ma non è così. Semplicemente, ogni cosa è stata privata del suo colore, fino a quanto non ne è rimasto nessuna traccia. E si estende a perdita d'occhio, contro un cielo altrettanto privo di profondità, di spessore. Finto. Morto. Una alla volta, simili a nebbia, si condensano una, dieci, cento sagome dai tratti umanoidi a circondarla. Con difficoltà, la giovane si alza. Le gambe le cedono sotto il peso di una fatica immotivata. La testa pesante le gira, ma avanza verso l'ombra più vicina. Che a sua volta si volta verso di lei mentre prende forma. Una donna dall'aspetto leggiadro che le somiglia molto. Il suo è un viso che ha visto solo nei suoi ricordi: quello di sua madre.

    Vorrei che non fossi mai nata.

    Parole pesanti come macigni, un pugno allo stomaco in grado di mandarla al tappeto. La ragazza indietreggia, mentre il fantasma segue scivolando sul terreno.

    Non sarei stata cacciata di casa. Non avrei perso tutto. Ora sarei ancora VIVA.

    No... no...

    Decine di sagome indistinte fluttuano a pochi centimetri dal suo corpo, sussurrando parole appena intellegibili. E nel farlo diventano più consistenti per alcuni istanti, piccoli particolari diventano riconoscibili, le voci più chiare. Sono gli abitanti del piccolo villaggio dove è cresciuta, orfana, accolta da due generosi anziani. Le stesse persone che la temevano, tenendola a distanza, come emissaria della mala sorte, fino al punto supremo di condannarla alla più alta delle pene, alla più terribile delle morti. Una purificazione rituale attraverso la fiamma. Gli spettri la inseguono, impietosi, incuranti del suo terrore, del suo dolore.

    Ti abbiamo aperto la nostra casa...e tu ci hai portato la morte!

    Hai gettato su di noi la malasorte, strega!

    Brucia, oni!


    Arretrando, un'altra figura le si fa incontro alle sue spalle. La sua salvatrice, Kairi. La kunoichi che le aveva dato un futuro, lontano da quell'incubo a cui ormai si era rassegnata.

    Avrei dovuto lasciarti morire. Sei un mostro.

    La ragazza si guarda intorno, cercando una via di fuga che non c'è.

    Mi pento di averti salvata.

    Inizia a correre, veloce, più veloce che può. Ma le ombre sono sempre di fianco a lei.

    Quella di Febh, l'amministratore del Suono che l'accolse al Villaggio.

    Quando ho accettato la tua candidatura scherzavo, non hai capito che era una battuta? Non potresti mai essere una kunoichi di Oto. Andiamo, è ridicolo anche solo il pensiero, guardati!

    Quella di Kato, a cui venne affidata per imparare i rudimenti delle arti ninja.

    Sei solo spazzatura, uno scarto, dovresti essere buttata via.

    Quella di Hebiko, la segretaria irriverente che l'aveva colpita senza esitazione.

    Ci sono andata troppo leggera. La prossima volta vedi di creparci.

    Quella di Kitori, sensei dai modi all'apparenza gentili e dalle strane amicizie.

    Mi interessava solo il tuo corpo, cosa credevi?

    Quella di Jotaro, il mistico custode di segreti che l'aveva accompagnata nell'abisso.

    Potresti andare bene al massimo come sacrificio...

    Quella di Kamine, la portatrice del demone ad otto code, con lo stesso fardello da portare.

    Smettila di chiamarmi sorellona, è disgustoso anche solo essere associata a te.

    Quella di Shinken, il capitano delle squadre speciali con cui era andata in missione.

    Sei solo un peso morto, avrei fatto molto prima senza di te.

    Quella di Feng Gu e Janki, il fabbro di Ame dai mille nomi e il suo fido aiutante suricata che l'avevano allenata.

    Sei stata uno spreco di tempo, completamente negata in tutto, vergognati.

    Basta... vi prego, basta...

    Si copre le orecchie, non vuole più ascoltare, non vuole più sentire. Ogni frase, è una sentenza. Ogni parola, una fibra strappata dal suo essere. Una dopo l'altra, le relazioni di cui è intessuta la sua vita vengono torte, lacerate, distrutte. La trama della sua anima viene a poco poco disfatta, lasciando intravedere il vuoto al di sotto di essa.

    Pensavi davvero di essere una di noi? Illusa!

    Una nostra compagna? Ma quando mai!

    Non ti vorremmo qui neanche come serva, vattene!
    Nella Villa non c'è posto per te.

    A sussurrarle all'orecchio tali malignità sono gli ospiti del Mikawa, i suoi sottoposti, la cosa più simile ad una famiglia che avesse mai avuto. Matsumoto, Fyodor, Antares, la piccola Yakhiru. Persone con cui aveva condiviso il pane, risate e pianti. Che si erano prese cura di lei. E che ora trafiggevano il suo petto con stilettate di pura malvagità. Poco a poco la ragazza scompare, smembrata, lacerata pezzo per pezzo. A darle il colpo di grazia sono le due figure che si ergono nitide in cima all'altura a cui i suoi piedi l'hanno condotta nella sua fuga disperata.

    Diogene, l'uomo a cui si è affidata, colui che l'ha presa sotto la sua ala protettrice accogliendola nella sua casa, trovandole un posto nella sua schiera, il nuovo kokage di Oto.

    Tu sei la portatrice del Nibi. Nient'altro che questo. Non mi importa nulla di te, sei solo un contenitore sostituibile in qualsiasi momento.

    Eiatsu, suo custode, mentore, patrigno. Che l'aveva salvata e condannata al contempo a convivere con il demone a due code. Prima di accorgersene la giovane aveva iniziato a nutrire per lui un attaccamento e un sincero affetto. Un sentimento che non sapeva bene come gestire, non avendolo mai provato fino a quel momento. Nessuno le aveva spiegato cosa fare e cosa dire, cosa era giusto e cosa no. Aveva improvvisato, andando a tentoni, ma facendo sempre del suo meglio, nella speranza un giorno di essere notata, di essere ricompensata con un sorriso, con una carezza sulla testa. Ed ora quello.

    E tu chi sei? Cosa vuoi da me?

    Non mi interessano i vivi, quindi vedi di toglierti di torno... o di morire.

    Rinnegata.
    Cancellata.
    Obliata.

    E, mentre urla con tutto il fiato che ha in corpo, Harumi svanisce in una luce abbagliante.

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    Bianco.
    Null'altro che bianco.
    Nessun colore, nessun suono, nessun odore, nessun gusto, nessun movimento.

    Solo una coscienza, raggomitolata su se stessa, che se potesse piangerebbe tutte le lacrime del mondo. Il cui unico desiderio è quello di sparire, di smettere di pensare, una volta per tutte. Di poter dormire, di poter finalmente riposare. Trovare pace. Come un fiocco di neve che, raggiunto il suolo, si scioglie, cessando di esistere per sempre. Le andava bene, quella era la fine che più si addiceva in fondo. Ma se non poteva ricevere quella grazia, allora sarebbe rimasta lì. Non avrebbe più disturbato nessuno, non sarebbe più stata una seccatura di cui liberarsi, una scocciatrice da sopportare. Sarebbe restata da sola, eternamente sola, immersa nel bianco, lasciando che il mondo proseguisse senza di lei. Anzi, era certa che sarebbe andato avanti anche meglio così. Già, era la soluzione migliore per tutti. Non doveva fare altro che starsene lì buona, in disparte, senza lamentarsi. Dopo tutto quello che aveva fatto, non ne aveva di certo il diritto. Andava bene, andava tutto bene, bene, bene...

    Hai finito di fare la martire, nya?

    Un frastuono spaventoso, simile ad un vetro che va in frantumi, e la culla bianca che avvolgeva la ragazza va in frantumi. A riversarsi dentro di essa è l'oscurità, ma mescolandosi con la luce genera a poco a poco i colori, le forme, i suoni. La giovane torna a respirare, il suo cuore ricomincia a battere, e riapre lentamente gli occhi. Davanti a lei l'enorme zampa felina che ha appena squarciato il suo rifugio si ritrae, permettendole di guardare fuori. Un enorme gatto la fissa con quella che potrebbe passare per accondiscendenza, o noia forse. A cavalcioni del collo della mostruosa creatura c'è un'altra lei. Una parte di lei che ha sepolto nel profondo, lontana dalla coscienza. Una parte di lei con cui è venuta a patti dopo aver incontrato Indra, nelle viscere di Villa Mikawa. Una parte di lei che ha accettato, lasciandola però a dormire, cercando di non risvegliarla mai. Una Harumi oscura, formata dai sentimenti peggiori del suo animo, e per questo tanto affine a Matanabi da ricevere parte della sua forma dal demone gatto stesso.

    La sai qual'è l'unica cosa veramente giusta, nya?
    Pensare a te stessa!
    Tu sei la sola cosa importante, la sola che conta!
    Non ti accettano? E chi se ne frega!
    Non ti vogliono? E chi se ne importa!
    Vivi ! Vivi solo per te stessa!

    Harumi, la piccola Harumi, abbassa lo sguardo rattristato, incapace di replicare, incapace di accettare quella verità, una verità che va contro a tutto ciò che ha provato fino a quel momento, al suo modo di pensare, di vivere, di guardare il mondo. Per quanto voglia aprire la bocca e replicare, la voce le muore in gola. Non aveva torto, ma non poteva ammettere che avesse ragione. Il suo corpo era paralizzato ancora una volta dalla paura, ma non quella della morte, o del dolore fisico, quanto piuttosto di soffrire ancora per i rapporti con le persone che inevitabilmente avrebbe incontrato, di sottoporsi ancora una volta al giudizio degli altri. E dopo ciò che aveva appena subito per colpa dell'intento malvagio racchiuso nel sigillo conficcato a viva forza nella sua carne non era sicura di riuscirci. Non subito per lo meno.

    E allora tu resta qui per un poco, nya.
    Intanto vado a farci due parole io, con quelli là fuori.
    Ti lascio con il Gatto, approfittane per farci amicizia, nya.

    Harumi sposta timidamente lo sguardo sul nekomata, intento a giocare con quello che sembra un enorme serpente, e annuisce piano, dandole il suo benestare, grata per l'aiuto insperato, giunto proprio dall'ultima persona da cui se lo sarebbe aspettato: se stessa.

    Nel piazzale antistante al fu Palazzo del Kokage, ognuno dei prescelti stava affrontando la sua prova, chi in un modo, chi in un altro. Non era passata che una frazione del tempo trascorsa nel loro mondo interiore, e probabilmente Diogene, Febh, Eiatsu e chi fra gli shinobi presenti aveva declinato l'offerta sarebbero stati ad osservare le diverse reazioni dei candidati. Se i loro occhi si fossero posati sulla giovane jinchuriki, ad un certo punto avrebbero notato il suo corpo venire avvolto da un'aura intangibile di chakra, al contempo rosso come il fuoco e nero come la notte. I capelli della ragazza si sarebbero allungati, mutando colore a partire dalla radice fino alla punta in un bianco candido come la neve, e due orecchie da gatto sarebbero spuntate all'estremità del capo. Nell'aprire gli occhi, questi avrebbero avuto un aspetto felino, con iridi gialle e pupille ridotte a fessure. Con un balzo acrobatico, la ragazza gatto sarebbe balzata sulla colonna diroccata o spiazzo rialzato più vicino, stiracchiandosi con indolenza, per poi fissare lo sguardo severo sugli astanti, soffermandosi in particolare sul kokage fresco di nomina e il suo fedele sottoposto.

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    Dovreste smetterla di riversare tutte queste aspettative sulla mocciosa, nya. Guardate come l'ha ridotta questa stupida prova, e per cosa poi? Che cosa sperate di ottenere da lei? Avete mai pensato al suo bene?

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    Parole pesanti, forse fuori luogo sulla bocca di un essere nato dalla parte più disprezzabile di un essere umano a cui un demone aveva dato forma, ma non di meno domande scomode per le quali quella Harumi oscura attendeva una risposta da parte dei presenti.
  6. .

    Aloysius non era lì per distruggere il villaggio; non sarebbe entrato in quel modo, non avrebbe permesso di prendere Mumei, non avrebbe condotto i ninja che ora lo stavano tracciando nella dimora dei suoi genitori, mascherando un segreto che Shaina aveva mantenuto per anni. Tuttavia, il Colosso non poteva biasimare il comportamento del guardiano; Raizen gli aveva detto che Itai aveva rivelato loro la verità su Hoshikuzu...Ma che ne sapeva quel biondino della verità? Dietro il velo dell'apparenza vi erano argomenti e sentimenti profondi, li stessi che avevano spinto Aloysius a portare i sunesi in uno dei luoghi più profondi del suo animo.

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    Che Shinsui fosse un ragazzo fuori dal comune il Mikawa lo aveva intuito in poche mosse di combattimento e quei primi minuti di vicinanza non avevano fatto altro che confermare le sue impressioni: i suoi occhi brillarono di eccitazione nel vedere compiersi il Patto, nell'entrare nel mondo di sangue di Aloysius, e anche la sua accondiscendenza nell'assecondare l'iniziativa dell'otese dava interessanti spunti di riflessione. Accettò di essere la cavia di quell'esperimento esperimento senza però dimenticarsi di guardare dalla sua gabbietta il folle scienziato: Diogene era un ninja di Suna, un tempo, forse era rimasto dell'attaccamento alla sua terra natale nel suo cuore.

    " Sei silenzioso, non avere paura di sbagliare. La raccolta di dati empirici è alla base del metodo scientifico ma. vedendo le bellissime creazioni che adoperi come estensione del tuo stesso corpo, avrei creduto che un certo lato artistico potesse macchiare la razionalità dei tuoi pensieri. Correggimi se sbaglio...biscotto? "

    Dovevano ammazzare il tempo prima che Hohenheim arrivasse, dopotutto. Asradel era contenta perché suo figlio era tornata a trovarla, dopo tutto quel tempo; ovviamente seguiva tutte le notizie che il mondo ninja lasciava trapelare riguardo il pericoloso Garth ma, in fondo, a lei bastava sapere che fosse vivo. Diogene le aveva rilevato quanto si fosse distaccato dal sentimento Accademico, quindi sapeva benissimo che prima o poi qualcuno avrebbe bussato alla sua porta consegnandoli il suo corpo avvolto in bende bianche...Lei non sapeva quanto potente fosse diventato lo scricciolo che aiutava a fare i compiti in tutti quegli anni. Ferrid, invece, si era ripreso egregiamente dalla sentenza di morte che doveva stroncargli la vita non appena Aloysius fosse divenuto il nuovo capoclan dei Mikawa. Lui, al contrario della moglie, sapeva bene cosa Siomaru fosse diventato; aveva fatto di tutto per allontanarlo dalla via sanguinaria cui ogni Garth era destinato ma aveva fallito. Per questo non aveva nulla da dire al figlio, guardarlo in faccia lo metteva difronte al suo fallimento come padre.

    " Non sei invecchiato di una virgola dall'ultima volta...manterrai questo aspetto per sempre? "

    " Forse, ci sono ancora cose sul Sangue che non ho compreso. Ma ditemi, come va a Suna? C'è cibo a sufficienza? La delinquenza nel quartiere? La sensazione da Oto che è il nuovo amministratore abbia iniziato a far girare la ruota. "

    " Cosa vuoi te ne importi, non è più il tuo villaggio questo, no?! "

    " Caro, per favore. "

    " No...va bene così. Dopotutto Suna non è più affar mio, dico bene Hohenheim? "

    Il jonin era appena entrato della casa, che a dire il vero iniziava ad essere un po stretta per tutti; ma in famiglia era così che succedeva spesso, no? E, da un certo punto di vista, anche il piccolo bomberman era stato parte della famiglia del Mikawa per diverso tempo. Eiatsu lo aveva usato spesso come cadavere, grazie alle sue bombe ne aveva combinate di tutti i colori (a Kiri in particolare), e poi lo aveva lasciato andare perché ancora vedeva del fuoco in quel corpo freddo e senza uno scopo. L'argilloso non lo sapeva, ma se era vivo lo doveva solo ad Aloysius e alla sua magnanimità del liberarlo dall'Edo Tensei.

    " E' tremendamente scortese cacciare le persone dalla propria casa. Loro sanno già molte cose quindi direi possano rimanere...in un modo o nell'altro comunque lo verrebbero a sapere.

    " N..noi possiamo andare. Così puoi chiarire tutto con i tuoi..."

    " Lui non vuole chiarire. Se fossi in voi starei molto attento a quello che vi dirà....se davvero ha qualcosa da dire. L'ultima volta giurasti a tua madre di ritornare con un esercito per invadere Suna....ebbene dov'è? "

    Sembrava che il Mikawa si fosse cacciato da solo in un grosso guaio ma quello continuava a rimanere tranquillo e, scostando una delle due sedie libere attorno al tavolo, invitò Hohenheim a sedersi. Difficilmente avrebbe gradito assaggiare qualcosa e anche Asradel se ne accorse, tirando indietro la mano e lasciando spazio alla discussione tra i due ninja; se Aloysisus era giunto fin lì per incontrare quei tizi allora qualcosa di grosso bolliva in pentola, qualcosa che lo aveva fatto desistere, almeno apparentemente o momentaneamente, dalle sue smanie di conquista.

    " Non puoi essere ancora adirato per quello che è accaduto alle mura. In accademia i giovani studenti più ambiziosi speravano di trovare un maestro in grado di prenderli per mano e fargli bruciare le tappe. Jotaro aveva ragione sul tuo conto, io al tempo fui solo il braccio ma devi a lui le cicatrici che ancora porti sul tuo corpo. Sei hai ancora altro da recriminare sputa il rospo che vorrei iniziare la discussione senza dover pensare a quello che è stato..."

    Sapeva che c'era ancora molto da rivangare ma avrebbe voluto che fosse lo stesso shinobi a fare le domande, per vedere quanto profonda fosse la ferita che in molteplici forme il Garth gli aveva procurato. Non conosceva alla perfezione quello che il Mizukage aveva riferito loro sul Rosso e poteva solo immaginare quanto poco si ricordasse dei piani orchestrati con Yashimata per scatenare il panico nel continente...Diogene lo aveva usato, senza preoccuparsi di cosa ci fosse dentro quell'involucro apparentemente vuoto, questo era indubbio. Ma a quale fine? E perchè ora era lì a farsi carico delle sue responsabilità? Hoshi, quando venne liberato dalle catene cremisi, trovò la forza di perdonarlo...forse perché in fondo aveva imparato a capirlo. Avrebbe fatto lo stesso l'unico altro ninja degno di rispetto per il Mikawa? Anche se avesse saputo la fine che ora quel poveretto aveva fatto o, perché no, la verità sul Demone sparito nell'Aunaroch?

    " Non indugio mai troppo sui successi del passato o sulle sconfitte accumulate. Sono qui per occuparmi del futuro. Tu? "


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  7. .

    Interferenza


    Diogenes a Suna - II


    Strano.
    Il chakra di Diogenes è calato significativamente, ma non ho percepito nessuna risposta da parte di Shunsui.
    Lo farò esaminare appena se ne sarà andato.
    Sia mai che il nostro ospite abbia fatto qualcosa di strano.
    Ancora più strano è quello che mi comunica successivamente il clone che si sta occupando della barriera.
    Ordino all'altra copia di seguirli, rimanendo ad almeno cinquecento metri di distanza.
    Impossibile da vedere sia per Shunsui che Diogenes.
    Perché è il Mikawa a fare strada?
    Dove stanno andando?
    Si fermano poco dopo, nel bel mezzo del villaggio.
    Mi faccio passare le coordinate precise, così da poter identificare il punto preciso su una mappa di Suna.
    Una semplice casa.
    Vengono rilevati solo civili.
    Due, precisamente.
    Spie?
    È un'opzione su cui ho già riflettuto.
    Durante il periodo in cui Hoshikuzu era sotto il suo controllo, potrebbe aver fatto infiltrare altre persone senza problemi.
    Ho controllato soltanto i ninja più vicini a me.
    Ispezionare tutti gli abitanti è semplicemente impossibile, per questo mi sono arreso all'idea che non li avrei trovati senza alcun indizio.
    Ammesso che ci siano veramente altre spie, ovviamente.
    Vengo avvisato dell'arrivo di Hohenheim.
    Male.
    Molto male.
    Il suo chakra freme e si contrae vistosamente.
    Ho un brutto presentimento.
    Devo agire.
    Subito.
    Probabilmente mi toccherà desistere dai miei propositi.
    Non posso inimicarmi uno dei membri di spicco delle forze speciali proprio ora.
    Ordino al clone sul campo di attivare la tecnica della comunicazione mentale.
    Mi metto in contatto soltanto con Shunsui e Hohenheim.
    Il sigillo compare sulla nuca, ben nascosto da occhi indiscreti grazie ai capelli.
    Da questo momento sarai la mia voce e le orecchie. Mi riferirai tutto ciò che si stanno dicendo e comunicherai attraverso le tue marionette qualsiasi cosa ti dirò. Ora ho bisogno che tu mi metta al corrente di tutto quello che è accaduto dal momento del suo arrivo. Cosa ha fatto alle mura? Dove vi siete fermati? Chi sono le persone nella casa con il Mikawa?
    Sussurro direttamente alla mente del Marionettista.
    Contemporaneamente altri pensieri fluiscono alla coscienza del Kakita.
    Hohenheim, vi darò tutto il supporto necessario.
    Ma cerchiamo di evitare una carneficina nel bel mezzo del Villaggio.
    E sopratutto non perdiamo il vantaggio che abbiamo su di lui.
    Non deve sapere che siamo tutti al corrente di ciò che è successo.

    Penso di aver sottolineato l'aggettivo abbastanza da suggerirgli cosa fare, nel caso voglia confrontarlo direttamente.
    Se la conversazione prenderà una brutta piega, gli consiglierò direttamente di fingere che Hoshikuzu si sia confessato solo con lui.
    È una cosa che preferirei non fare.
    Una cosa poco Onorevole.
    Non che mi importi seriamente.
    Inizio ad avvicinarmi.
    Rimango ad un centinaio di metri di distanza.
    Non voglio rischiare di rimanere coinvolto tra i rancori di quei due jonin.



    Comunicazione Mentale
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Rituale (10)
    L'utilizzatore può comunicare telepaticamente a qualsiasi distanza con tutti; all'attivazione comparirà un fuuinjutsu su tutte le persone consenzienti presenti entro 1200 metri.Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso)
    [Da chunin in su]

    Barriera Perpetua d'Individuazione
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Rituale (0)
    L'utilizzatore, imponendo un sigillo sul terreno, può innalzare una barriera invisibile in grado di coprire una città. Il sigillo sarà localizzato al centro della barriera. Chiunque si trovi entro 12 metri dal sigillo può usare "Percezione del Chakra" per Percepire qualsiasi manifestazione di chakra all'interno della barriera e qualsiasi ingresso di oggetti all'interno della stessa. È possibile percepire i ninja occultati tramite "Chakra Nullo" o conoscenze analoghe solo quando oltrepassano la barriera. Percepire richiede la totale attenzione: non sarà possibile fare altre azioni. Richiede un giorno di preparativi. La barriera è permanente: è necessario cancellare il sigillo per eliminarla.Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    (Consumo: Abissale)
    [Da jonin in su]


    Edited by Bartok. - 24/9/2018, 19:44
  8. .

    In casa del Diavolo


    Villaggio di Suna - I



    Diogenes era tornato. Era proprio lì, a Suna, in quel momento. Quando gliel'avevano detto Hohenheim, era rimasto per un momento interdetto. Poi aveva espanso i suoi sensi, fino a percepire l'inconfondibile aura di potere del Mikawa. Era un pessimo segno. Aveva lasciato la Loggia come un fulmine, non prima però di aver tracciato sul suo corpo 4 sigilli della psiche alla massima potenza. L'ultima volta che Diogenes si era presentato alle mura di Suna gli aveva dato battaglia senza nessun motivo, e così facendo avevano distrutto una buona parte del villaggio. Era uno dei ninja più potenti dell'Accademia, ed un pazzo assetato di potere. Le sue azioni avevano solo portato sventura a Suna, fino a quel momento, in particolar modo considerando cosa aveva fatto ad Hoshi. Era il stato il Rosso stesso a raccontargli quello che era successo e, anche se il suo animo buono non sembrava serbare alcun rancore nei confronti del Garth, il giudizio di Hohenheim non era altrettanto clemente.

    Furono i suoi sensi da sensitivo, piuttosto che le indicazioni dei suoi collaboratori, che lo condussero in una delle parti più umili del villaggio. Hohenheim ci era arrivato in volto, usando una delle sue imponenti aquile di argilla, impiegando pochi istanti. Non aveva perso tempo a chiamare Daishin, che era il ninja di rango più elevato al villaggio ora che Hoshi non c'era. L'Iga aveva il controllo della barriera che l'argilloso stesso aveva fatto piazzare, e non aveva dubbi sul fatto che fosse informato della presenza del nuovo arrivato prima ancora del bambino prodigio di Suna stesso. Il jonin era sicuro che, con ogni probabilità, il chunin stesse convergendo verso quella modesta casa proprio in quel momento. Questo era un bene. Se si fosse finiti alle mani, Hohenheim non aveva nessun problema ad avere il supporto di altri ninja, per quanto solo lui potesse realisticamente fronteggiare il Colosso dei Mikawa. Da quel poco che aveva percepito, Diogenes non era diventato un briciolo più debole dell'ultima volta che si erano incontrati.

    La casa davanti la quale l'aquila di argilla lo depositò non aveva nulla di speciale, ed una parte di Hohenheim non potè non chiedersi perchè il Colosso si fosse fermato proprio lì. Davanti l'abitazione, il jonin riconobbe una delle marionette di Shunsui, un neo chunin che serviva alle mura ormai da qualche tempo. Aggiornami. Disse il jonin senza troppe cerimonie.Il Mikawa è all'interno in compagnia mia e di due civili. Non abbiamo informazioni su di loro, eppure i tre sembra che abbiano una relazione di tipo parenterale... Come scusa?...non ne sono certo Hohenheim-sama, ma sono piuttosto sicuro che le persone lì dentro siano i genitori carnali di Diogenes.Il jonin guardò scettico la marionetta. Genitori carnali? Il ninja di punta di Oto aveva origini Sunesi? Come era possibile che non fossero a conoscenza di una cosa del genere? Hohenheim smise di porsi domande inutili. Inserì la mano sinistra nella sua sacca porta oggetti ed iniziò a creare.

    [...]


    Entrando nella modesta casa, Hohenheim mostrava un viso serio e decisamente teso. Su un lato, il jonin riconobbe Shunsui essersi isolato vicino ad un muro della casa. In quelle vesti, il ragazzo era praticamente irriconoscibile, ed appariva più come un guardiano inanimato piuttosto che come un ninja di Suna in carne ed ossa. Intorno al tavolino posto in mezzo alla stanza, invece, c'era l'imponente figura di Diogenes, e quelle dei due civili...ovvero i suoi genitori. Sembrava di essere ad una riunione di famiglia. Certamente il jonin del Suono non aveva scelto quel luogo a caso. Forse quella era solo una mera dimostrazione di potere e controllo, oppure era un gesto per far capire che non c'era nulla da temere da lui in quel momento. Come ogni patriota/ nazionalista, Diogenes onorava la propria famiglia, e probabilmente non avrebbe mai osato far del male a qualcuno in quell'abitazione. Ad ogni modo, Hohenheim non avrebbe corso nessun rischio. Tutta la casa, prima ancora che lui ci mettesse piede, era stata inondata con le sue bombe acideQuetzalcóatl - Bomba acida
    Villaggio:
    Posizioni Magiche: Nessuna (3)
    L'utilizzatore può creare un costrutto dalle elevate potenzialità. Richiede il controllo di almeno 6 Unità di argilla, non richiede consumi di chakra e slot azione/tecnica, può essere manipolato per massimo 1 slot azione/tecnica con consumo di chakra e slot. Il costrutto raddoppierà le proprie dimensioni. Alla detonazione il costrutto si sfalderà in migliaia di piccolissime nanobombe acide che si spargeranno in un'area di raggio pari a 3 metri ogni Unità utilizzata, massimo 30 metri. Le nanobombe acide non sono percepibili ai sensi, ma solo attraverso tecniche o abilità di percezione del chakra. Spendendo slot gratuito veloce, le nanobombe acide riducono la potenza di tecniche e costrutti di TS avversari di 10 per ogni unità impiegata, massimo 90. Se non presente una potenza, il consumo è ridotto di 1 basso ogni 10 di potenza. Una tecnica con potenza nulla o consumo nullo non produce effetti. Le unità di nanobombe non detonate rimangono nell'area per 2 round, più 1 per livello di TS. Detonare le bombe nei turni successivi all'attivazione della tecnica consuma slot azione.Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Consumo: MedioBasso + Basso per ogni unità)
    [Da jonin in su]
    Potenza 90+10(Impronta)+10(Nin. Perfette)=110
    e con le nanobombe c-4C4- Nanobombe
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Caricamento (5)
    L'utilizzatore può disperdere delle nanobombe invece che far esplodere un costrutto. Ogni Unità di Argilla crea una nube di 1,5 metri di raggio di bombe microscopiche, impossibili da vedere a occhio nudo, che restano nella zona per un round per livello dispari di TS. Ogni slot azione passato all'interno della nube di nanobombe le fa entrare nel corpo della vittima, accumulando una Carica. E' possibile tramite slot tecnica causare l'esplosione delle Cariche, come se fossero unità di Argilla manipolata, ogni Carica ha potenza 10, ogni esplosione ha potenza massima pari a metà di quella concessa dalla Tecnica Speciale, tutti i danni sono Ferite Profonde. Le nanobombe restano in circolo per 24 ore, 48 a livello V, per rimuoverle è necessaria Conoscenza Medica (Superiore). La nube può essere dispersa da Fuuton o spostamenti d'aria di potenza 40 o superiore, le nanobombe vengono inattivate per due round da Raiton di potenza 40 o superioreTipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso per Unità)
    [Richiede Manipolazione Argilla IV]
    [Da jonin in su]
    10 unità. +20 (Guru)+40(sigillo psiche).
    Dando un contegno al suo tono di voce, il jonin si sarebbe rivolto al padrone ed alla padrona di casaMi spiace per il disturbo. Io sono Hohenheim delle squadre speciali, dovrei scambiare due parole con Diogenes Mikawa in privato se non vi dispiace. Avrebbe chiesto quindi che fossero lasciati da soli, sebbene avesse il presentimento che Diogenes non lo avrebbe davvero permesso. In quel caso, il jonin avrebbe detto: ...molto bene... Si sarebbe quindi accomodato ad una delle sedie libere del tavolo. Fino a quel momento non aveva degnato il colosso di uno sguardo, ma a quel punto fissò i suoi grandi occhi marroni, dardeggianti, in quelli spietati del maggiore tra i figli di Oto. A quel punto potè davvero indagare Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva. [Da chunin in su]

    Percezione del Vero [2]
    Arte: L'utilizzatore può individuare la presenza di genjutsu e fuuinjutsu valutando il sistema circolatorio proprio e delle persone entro 9 metri. (Consumo: Medio)
    [Da chunin in su]
    in profondità il chakra dell'uomo più controverso del continente, avendo conferma che davanti a lui c'era un ninja formidabile. Rispetto a quando avevano combattuto, il jonin sembrava aver acquisito abilità ancora superiori. Una cosa normale, dopotutto, considerando che Hohenheim aveva fatto lo stesso.


    Lasciando che parte della sua furia tingesse il suo tono di voce, avrebbe dettoHai una bella faccia tosta a presentarti qui al villaggio, Aloysius.

  9. .
    Sullo Stesso Piano
    VIII
    Trasferta a Konoha


    Gli attacchi di Febh non erano seri. per nulla. Con il Genjutsu e quei colpi decisamente lenti non pensava certo di danneggiare o colpire seriamente il suo avversario, ma di fatto stava solo giocando, cercando di controbattere alle illusioni con la propria e strappando risorse alla preda forte della sua superiorità in termini di Jutsu di riversimento. L'adrenalina si sommava alla paura indotta artificiosamente dal nemico ma il buon controllo del corpo dello Shinobi gli permetteva di mantenere una discreta lucidità anche a una così breve distanza, per quanto le sue reazioni fossero per certi versi intorpidite: avrebbe potuto reagire bene per scappare o portarsi in salvo o schivare, ma certo non sarebbe riuscito a racimolare le forze per un contrattacco simultaneo, visto quanto era stato difficile anche solo incassare pochi minuti prima, sebbene solo da un punto di vista psicologico legato a quelle emozioni aliene. Nella concitazione della mischia i suoi attacchi erano andati a segno solo parzialmente, pur riuscendo ad afferrare per qualche istante l'arma del nemico, ma senza infliggere danni significativi o mandare a segno il secondo Genjutsu...poco male perchè comunque Raizen abbandonò la sua enorme spada mentre intrecciava le mani in un sigillo a dir poco noto.

    Pff... Sbuffò lo Yakushi per nulla stupito quando l'Hokage sparì nel nulla e comparvero i cloni, due davanti, uno dietro l'altro, uno alle spalle e uno di lato. Tre avevano una zambato mentre il quarto ne era privo, e il loro attacco mirava a chiudere l'Amministratore in una vera e propria gabbia d'acciaio! Difficile dire chi era il clone e chi l'originale, sempre che l'originale ci fosse là in mezzo, viste le doti di teletrasporto del gigante ninja della Foglia, ma al momento era fondamentale difendersi più che localizzare il nemico, e mentre le lame calavano una rapida corrente di chakra accelerò i riflessi dello Yakushi. Con attacchi simultanei l'unica possibilità era portarsi al sicuro o usare delle difese simultanee...e fortunatamente il kage aveva lasciato esattamente ciò che serviva proprio là accanto. Accovacciandosi rapidamente Febh si sarebbe messo al sicuro dall'attacco che mirava al busto, così che la lama sfiorasse appena la punta dei capelli [Difesa 1]Statistiche: Riflessi Nera+4 tacche

    Corpo Perfetto +1 Rif, -1 Res
    Impasto Basso +3 Rif
    mentre le due mani afferravano e contemporaneamente spostavano di lato la lama che il suo avversario aveva abbandonato proprio là accanto. Con le dimensioni della spada dovette usare due mani e il chakra adesivo per spostarla nel modo giusto, ma allo stesso tempo avrebbe ottenuto un vero e proprio scudo inclinato capace di bloccare entrambi i colpi in arrivo, sia quello che arrivava da dietro sulla sinistra sia quello che calava dall'alto, dallo stesso lato. [Difesa 2]Statistiche: Riflessi Nera+6 tacche, Zanbato di potenza 50

    Corpo Perfetto +1 Rif, -1 Res
    Impasto Basso +3 Rif
    Armatura dell'Orco Uso gratuito del Chakra Adesivo
    Controllo del Chakra Potenziato +2 Rif


    L'acciaio scivolò senza danni sopra lo Yakushi o impattò sulla spada di cui si era appropriato cozzando con scintille pesanti ma senza causare danni effettivi...solo che nel frattempo il clone senza spada, al quale era stata data per ovvi motivi un pò meno attenzione aveva caricato la sua tecnica scattando poi da sotto l'ascella del clone armato per cercare di colpire. Non era difficile vederlo o seguirlo [Nota]C'è scritto "un secondo attacco identico". Zambato e pugno non sono identici. E in generale è l'attacco ad essere occultato, non tu...se questa che hai descritto era la tua intenzione quando hai scritto l'abilità, dovresti rimandarla in sala proposte perchè al momento non concede di fare quel che hai fatto o di occultare completamente te stesso solo perché stai sotto un clone (anche descrittivamente è una cosa contorta da immaginare
    E conta bene gli slot azione perché il quarto slot lo mangia la tecnica e il quinto slot la semiparalisi, comunque stai usando la gamba, appoggiandotici, quindi "tecnicamente" non avresti potuto attaccare, Hinto riveste un braccio, ma da solo non colpisce. E non avresti nemmeno slot per usare il chakra esplosivo citato.
    ma Febh si era appena accovacciato ed era in una posizione scomoda. Ben giocata...ma io avrei attaccato alle spalle. Commentò mentre quell'arto carico di elettricità stava per abbatterglisi addosso. Conosceva quella tecnica, se aveva visto giusto, e sapeva che una qualunque barriera protettiva di chakra non la avrebbe bloccata: l'unica era schivare, anche se si era appena mosso ed era bloccato su più lati, rendendo la cosa alquanto complessa. Perlomeno Raizen era stato lento nella sua carica...lasciando solo una possibilità all'otese, che sogghignò. Da quella posizione battè il calcagno a terra, sollevando al contempo una lastra di roccia che, con tutto il tempismo possibile avrebbe intercettato dal basso il braccio del Kage, sollevandolo e deviandolo dalla sua traiettoria, senza che potesse giungere a colpire il bersaglio. [Tecnica 1]Statistiche: Precisione Nera+3 tacche, Riflessi Nera+1 tacca

    Rovesciamento Terrestre - Doroku Gaeshi
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco (1)
    Tramite un violento colpo a terra con la gamba, l'utilizzatore può sollevare una grossa parete di roccia per proteggersi; la parete è alta 6 metri e lunga 9 metri. La potenza difensiva è pari a 40, mentre la durezza è pari a 2, in ogni punto della parete. La parete è una struttura fisica permanente.
    Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: Quasi Alto)
    [Da chunin in su]

    Tecnica Economica 50%
    Corpo Perfetto +1 Rif, -1 Res


    Probabilmente senza il notevole incremento nella sua precisione dopo aver abbracciato il potere degli Hakai un simile gesto sarebbe stato impossibile senza essere al massimo della concentrazione, ma aveva nullificato l'offensiva e con la nuova copertura appena creata scartò lateralmente, togliendosi da quella posizione accovacciata e scomoda, ancora con la spada del Kage in mano tenuta saldamente nella sinistra. Spostandosi con calma [Gratuito]Azione Rapida mentre Raizen parlava, si sarebbe spostato in modo da avere sia il muro visto di profilo sia i quattro avversari nel suo campo visivo. Sembrava un filo più serio mentre quell'altro si lagnava della situazione vaneggiando su guarigioni che tuttavia lo Yakushi faceva più per tedio che per effettiva necessità, abituato com'era a non fare affidamento sul nucleo delle arti del clan, se non dove necessario. Però qualcosa nel discorso del capellone doveva averlo finalmente raggiunto, dato che disattivò completamente l'Armatura dell'Orco.

    Cloni e Volpe. Attacchi violenti e attacchi improvvisi da direzioni inaspettate dove vai coi tuoi spostamenti accelerati. Il tutto spendendo quanto più chakra possibile nella speranza di vincere prima di esaurirlo. Contro uno specialista difensivo, uno evasivo o uno che usa trappole in un posto a lui favorevole rischieresti di brutto. Quattro cloni...tre se quello del jutsu elettrico è l'originale. E se hai diviso equamente il chakra sospetto ti rimanga poco più di un decimo della riserva, andando a sentimento. La sua valutazione non era poi così lontana dalla realtà, a conti fatti. La volpe è andata. Kaput. E ora ti piangi addosso. Una settimana forse è poco, ma sembravi decisamente carico pochi secondi fa...solo per usare poi una delle tue solite strategie, per quanto discretamente efficace. Ma se fallisse? E se avessero contromisure? Per "qualcosa di nuovo" intendo proprio esplorare campi completamente diversi, fessacchiotto. Trappole. Trucchi che non siano un semplice attacco occlutato in mezzo ad altri. Genjutsu che non siano questa cosa della pelle d'oca che francamente mi sta scocciando. Magari un nuovo stile di spada, che sembri uno che maneggia un cartello stradale! O i Draghi. Quante volte hai combattuto affianco a loro? Realmente, dico, in un vero duello? Quanto del loro potenziale puoi realmente tirare fuori?

    E visto che me lo dici: hai ragione.
    Ma avrebbe in seguito negato fino alla morte di aver dato ragione all'Ikigami. Inutile parlare dal pulpito. Non penso esista un modo di sigillare completamente le mie capacità o le tecniche di rotazione, ma facciamo come dici tu. Sogghignò, tenendo ancora la spada di Raizen in mano. Io non userò il controllo del chakra...e di conseguenza nemmeno la Rotazione, che ne è un'applicazione. E tu non userai i cloni come fai di solito...o la Volpe per ovvi motivi. Oppure usali, ma non credo imparerai qualcosa di nuovo, cercherai solo di trovare dei surrogati di quello che sai già fare. Poi ebbe come un ripensamento. Oh! Time-out! Lasciò la spada mentre disegnava una T con le mani, affrettandosi verso una delle rastrelliere alle pareti. Tornò dopo qualche istante con una wakizashi ben legata alla vita, con tanto di fodero, e poi raccolse nuovamente la più massiccia lama abbandonata dall'altro. A proposito di cercare qualcosa di nuovo...ero andato a Suna qualche mese fa per allenarmi, ma non ho mai finito la cosa...faccende di famiglia sugli Ootsutsuki e la Zanna con cui non ti voglio tediare.

    Ora mi sembra il momento ideale per mettere alla prova la cosa.
    Sorrideva, ma stavolta sembrava un pò più concentrato. E questo quando si parlava di Febh Yakushi significava solo guai, sotto ogni punto di vista, specie se era concentrato su di te. In quel momento il Genjutsu della Malattia dell'Orco si estendeva a metà del corpo avversario, di fatto aumentando il dolore e la paralisi a livelli forse insostenibili (va detto che non era strettamente una tecnica di Rotazione legata al controllo del Chakra, essendo un'illusione, quindi l'amministratore da brava carogna non si era premurato di disattivarla) prima di scattare [Azione 1]Statistiche: Velocità Nera +3 tacche

    Corpo Perfetto+1 Rif, +3 Vel, -2 For, -1 Res
    verso il Raizen che aveva parlato, con una mano sul manico della lama più corta. Dopo pochi passi avrebbe seguito una traiettoria un pò parabolica verso il vero bersaglio, cercando di colpire la gamba non soggetta al genjutsu con un colpo orizzontale, forte del fatto che il clone difficilmente avrebbe potuto interferire, visto che con quella traiettoria si trovava alle spalle di Raizen [Azione 2 e Tecnica 2]Statistiche: Velocità Nera+6 tacche, Forza Viola+2 tacche, Precisione Nera+3 tacche, Potenza 70 (50 base, 10 Colpo Vibrante, 10 Precisione)

    Corpo Perfetto+1 Rif, +3 Vel, -2 For, -1 Res
    Impasto Basso +3 Vel
    Garyu Potenza 50, le dimensioni le sai
    Colpo Vibrante
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può incrementare la potenza del proprio equipaggiamento di 10 tramite la vibrazione dell'oggetto. Un impatto a round con la stessa causa uno stordimento (DnT Leggero). È possibile il disarmo avversario in caso di impatti tra armi: l'Agilità è pari all'energia dell'utilizzatore. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.Tipo: Taijutsu - Stile
    (Consumo: Basso ogni colpo)
    [Da chunin in su]

    Tecnica Rapida
    Precisione +10 potenza
    , salvo poi concludere con un affondo enormemente più veloce, e sempre dotato di una precisione sopra la media, nonostante le enormi dimensioni dell'arma [Azione 3]Statistiche: Velocità Nera+8 tacche, Forza Viola+1 tacca, Precisione Nera+3 tacche, Potenza 60 + DnT Leggero (50 base, 10 Colpo Vibrante)

    Corpo Perfetto+1 Rif, +5 Vel, -3 For, -3 Res
    Impasto Basso +3 Vel
    Colpo Vibrante +10 Potenza, Dolore (DnT Leggero)
    , salvo poi sparire nel nulla, come se non ci fosse mai stato [Tecnica 3] Tecnica dell'Occultamento - Kakureni no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può occultare sé stesso, una persona o un oggetto riproducendo quasi perfettamente l'ambiente occupato, diventando invisibile. Se l’obiettivo compie una manovra offensiva o difensiva, la tecnica termina il proprio effetto. Se disattivata la tecnica entro 6 metri da una fonte di chakra, l'utilizzatore non può compiere altre azioni offensive: il round termina dopo l'eventuale fase difensiva.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da genin in su]
    .

    Le capacità furtive di Febh erano pressochè nulle [Abilità]Furtività: 0, ma con la guardia serrata, l'enorme spada e il fatto che non fosse chiaramente visibile poteva sicuramente difendersi con maggiore facilità mentre arretrava di un passo o due. La tecnica dell'Occultamento aveva un serio difetto: alla disattivazione impediva di contrattaccare efficacemente o di passare subito all'offensiva, scombinando un pò le correnti di chakra...ma allora per quale motivo Febh aveva scelto di utilizzarla? In realtà il motivo era abbastanza evidente, lo aveva praticamente annunciato poco prima...ma quanto avrebbe saputo usare quelle informazioni il Kage? E perchè era andato a prendere una Wakizashi se poi aveva usato la grossa spada di Raizen?

    Chakra: ???/125
    Vitalità: 19.5/21.5
    En. Vitale: 28.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 700
    Velocità: 700
    Resistenza: 775
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: Accovacciarsi
    2: Parare con la Spadona
    3: //
    4: //
    Slot Azione
    1: Movimento
    2: Fendente alla gamba
    3: Affondo alla spalla
    4: Semiparalisi arti inferiori
    Slot Tecnica
    1: Rovesciamento Terrestre (Economico 50%)
    2: Colpo Vibrante (Rapida)
    3: Tecnica dell'Occultamento (Base)
    Note
    Insensibile: Semiparalisi, Scoordinato del Genjutsu (2/3), Dolore (DnT Leggero)
    Status: Ingombro (2/2) Semiparalisi agli arti inferiori
    Cooldown Tecnica Economica 50% (1/3)
  10. .

    Il marchio dell'inganno


    IX



    Il sigillo appariva quasi traslucido ed a tratti invisibile all'occhio allenato del jonin, il quale era tuttavia un esperto dei flussi di chakra e delle sue alterazioni. L'unico modo affinché un sigillo del genere potesse essere sfuggito alla sua guardia era che fosse stato schermato da tecniche apposite che ne impedissero l'identificazione. Del resto, che il sigillo si fosse sempre trovato sulla pelle di Kobayashi era l'unica soluzione che ne contemplasse l'esistenza. Nessuno si era avvicinato all'uomo durante la sua guardia ed il giorno precedente sicuramente il sigillo non era presente. Dunque erano stati ingannati. Ame, i Cremisi o chi per loro si erano preparati con largo anticipo a questo evento per piegarlo al loro volere. Il jonin pensò quanto sforzo doveva essere stato devoluto a piazzare i fuuinjutsu sulle cariche tra le più alte in tutto il continente. Cariche, al plurale. Perchè se i loro nemici avevano avuto accesso a Kobayashi, allora dovevano aver avuto accesso anche agli altri due ambasciatori che erano stati mandati. Se così erano le cose, Hohenheim valutò che probabilmente era troppo tardi per cambiare le cose e voltare quella situazione a loro vantaggio. Lui si era accorto del sigillo appena in tempo, e forse avrebbe potuto fare qualcosa a riguardo, ma cosa si poteva dire delle altre due missioni che, in parallelo, si stavano svolgendo ad Ame ed al Gelo? Hohenheim decise che era meglio non pensarci.

    [....]

    I sigilli non erano una di quelle arti ninja che il prodigio di Suna aveva studiato a fondo. Questo per dire che non era nelle sue capacità di rimuovere un fuuinjutsu, e non uno di quel livello. Shinken era già fuori dalla sede del concilio e comunque Hohenheim dubitava che sarebbe stato utile in quel frangente anche se ci fosse stato. Ad ogni modo, doveva trovare un modo per scioglierlo. Sebbene non gli fosse chiara la sua funzione, chiaramente il fuuinjutsu doveva aver incasinato la mente del Kobayashi, i cui comportamenti si erano fatti sempre più strani ed irrazionali nelle ultime ore. In particolar modo il rifiutare il voto del Ferro era stato eclatante, nonchè l'inidizio che aveva fatto insospettire il jonin, prima di ogni altro. Non rimaneva che trovare qualcuno in grado di eliminare il sigillo e contattarlo. Eppure la riunione era già iniziata, ed il jonin non poteva agire liberamente.

    [...]

    Poter parlare davanti a tutta la folla gli permise tuttavia di poter mandare un messaggio a coloro presenti nella sala di cui si fidava. Il messaggio, come detto, li avrebbe informati della minaccia costituita dall'Erba, ma non solo. Mentre Jashin lo sbeffeggiava, Hohenheim avrebbe portato il suo messaggio di aiuto nuovamente con la comunicazione a distanza: Kobayashi ha un sigillo sulla schiena che gli offusca la mente. Se non verrà subito eliminato, la votazione potrebbe essere compromessa. Lo avrebbe fatto passare per un impreco a mezza bocca in risposta alle parole di Jashin. Quand'anche nessuno tra Babayashi, Orosabi e il gigante dell'Orso avessero avuto l'abilità di eliminare il sigillo, forse avrebbero saputo chi rivolgersi e, se glielo avessero fatto capire, sarebbe stato lui stesso ad interpellarlo così come aveva fatto con loro. Intanto i sensi del jonin sarebbero stati tesi come corde di violino. C'era sempre la possibilità che qualcuno impedisse la cancellazione del sigillo, ma questo Hohenheim non lo avrebbe lasciato accadere. Se fosse stato necessario avrebbe bloccato con la sua argilla chiunque di indesiderato si fosse avvicinato.

    [...]

    La votazione, intanto, era appena iniziata. Hohenheim aveva ripreso posto accanto al Daymio, e si era seduto mentre lui poneva la domanda finale. Il livello di attenzione nella sala si era ulteriormente alzato rispetto al suo intervento, ed ora i voti iniziavano a fioccare. Ad ogni paletta che si alzava, il jonin si scoprì sempre più teso. Un manciata di quelle palette ed il destino di un continente sarebbe stato deciso. Quando la votazione si portò sul 3 a 3, il jonin bambino si accorse di star serrando con forza il proprio ginocchio con la mano. Rilasciò la presa. Cascata e Neve si erano finalmente mostrate per quelle che erano. Una notizia che a quel punto era ben nota a loro, ma che rendeva la situazione alquanto spigolosa. L'intervento di Babayashi portò l'accademia in vantaggio, mostrando che le sue parole avevano avuto l'effetto sperato. Il jonin se ne rallegrò, solo per poi vedere le sue speranze sprofondare al voto a loro sfavore del Tè. Shinken aveva usato un approccio rischioso ed ora ne pagavano le consequente. A peggiorare la situazione c'era il Daimyo del Gelo che ancora non aveva dato il suo voto. Nonostante il matrimonio in corso, l'uomo ancora non si era deciso. C'era tuttavia ancora speranza. Mancava ancora il voto di Orosabi, che attendeva ancora speranzosa il gesto di apertura da parte di Kobayashi. Se Babayashi non era già intervenuto, anche mettendo in mezzo qualcuno che potesse risolvere il problema, questo era davvero il momento giusto per farlo.

    Intanto,l'uomo del Gelo aveva preso la decisione, ed avrebbe a breve acconsentito all'alleanza, se non che una nuova notizia arrivò alla loro attenzione: il Gelo era stato appena attaccato e distrutto.

    [...]


    La notizia era arrivata così a ciel sereno che per un attimo tutti i presenti rimasero scioccati ed ammutoliti. Durò poco. Jashin, che chiaramente sapeva esattamente quello che stava accadendo, non perse l'occasione ed additò l'Accademia come responsabile dell'attacco, nonché dichiarandoli in arresto. Hohenheim, intanto, si era alzato e teneva il Daymio a stretto giro. Sul suo petto, il Kiseki si era immediatamente fusoKiseki Verde [Meccanismo]
    Il kiseki è un artefatto di un metallo particolare che può fondersi naturalmente con un oggetto organico toccato, a discrezione dell'utilizzatore. La zona del corpo scelta, a discrezione dell'utilizzatore, otterrà un potenziamento di +20 alla potenza offensiva o difensiva. In una parte del corpo ospite, comparirà il Kiseki. Rimuovere e fondere il Kiseki con un nuovo oggetto o parte del corpo richiede 1 ora di preparazione.Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Piccola
    (Potenza: 0 | Durezza: 0)
    [Da chunin in su]
    con il corpo, pronto alla battaglia. Non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi all'uomo, nè tanto meno che lo prendessero in custodia. Era ben conscio che tutto quello era un piano orchestrato e che loro erano stati incastrati. Tuttavia non era possibile riuscire a farla franca contro tutti quei ninja..doveva pensare ad un modo di portar via l'ambasciatore e doveva farlo in fretta.

    Fu allora che Babayashi si rivelò non solo di essere un grande alleato ma anche uno stratega ben più lungimirante di chiunque altro in quella sala. Con poche mosse aveva messo sotto il suo controllo la sala, ed una catena di esplosioni da bomba carte che aveva predisposto furono sufficienti a far saltare in aria la barriera che, in quel momento, impediva loro la fuga. Solo adesso il vero senso della barriera era stato rivelato: non serviva a tenere fuori i Cremisi quanto tenere prigioniero l'ambasciatore accademico. Tuttavia l'esplosione aveva reso anche il palazzo instabile e presto sarebbe crollato su tutti loro. Ambasciatore dobbiamo lasciare questo edificio, subito! Ma un attimo prima di caricarsi letteralmente l'uomo in spalla, Asa Ameno si avvicinò a loro, inscrivendo dei sigilli che avrebbero teletrasportati lui, Shinken (il quale era a sua volta giunto) e Babayashi direttamente al Gelo. Sorvolando sull'incredibile potenza del fuuinjutsu, Hohenheim ringraziò il ragazzo. Chiaramente aveva un interesse nel mandarli lì, nella fattispecie suo padre, ma questo serviva bene anche i loro scopi, ed, in particolar modo, sarebbe servito a tenere al sicuro il Daymio. Per un attimo Hohenheim comunque si chiese se quella fosse un'ulteriore macchinazione dei suoi nemici, ma decise di fidarsi, non tanto dell'Ameno, quanto di Babayashi che sembrava essergli alleato.Ti dobbiamo molto Asa Ameno. Non lo dimenticheremo.

    Tutto era pronto. Hohenheim si impresse sul braccio sinistro un sigillo della psiche, sapendo che stava per andare incontro alla battaglia. Non ci fu tempo di disegnarne altri. Il suo sguardo si posò su Babayashi per primo; lo vide sparire mentre il justu spaziale lo portava lontano da quel luogo. Si volse quindi verso l'ambasciatore. Tutto era accaduto molto rapidamente e l'uomo era ancora piuttosto scosso. Andrà tutto per il meglio. Riuscì a dirgli prima che anche il suo sigillo venne attivato, seguito a ruota da quello dell'ambasciatore stesso.
  11. .

    Nessun ninja poteva competere con Febh, sia in combattimento che in imprevedibilità. Si potrebbe dire anche stupidità ma in effetti Aloysius ne aveva incontrati di allocchi nella sua vita mentre per lo Yakushi si trattava più di quell'idiozia sincera e tipica dei tipi semplici e buoni di fondo. Proprio per il fatto che Aloysius fosse ben conscio di ciò, dopotutto anni di avventure avevano impresso in maniera indelebile i pochi pregi e i molti difetti del Jonin nella mente del Colosso, quando lo tsunami venne deviato in parte dalle grosse lucertole nessuna espressione di sorpresa su stampò sul suo volto e nemmeno quando il ragazzo si avvicinò al nuovo Kage, giurandogli fedeltà, lo sguardo di Diogene non cambiò.

    " Alzati Febh, non mi piace vederti in ginocchio. Noi siamo di Oto, noi non andiamo giù! "

    td0wBCE

    Avrebbe potuto aggiungere "...ma grazie", ma sia lui che il compagno sapevano bene che non avrebbe in alcun caso pronunciato quelle parole. In quel momento al Suono serviva un leader dal polso fermo e l'animo di ferro, qualcuno che poteva indicare la via in maniera decisa, senza temporeggiare e creare caos. Il Mikawa era l'uomo giusto, capace di farsi carico dell'odio di molta gente, dalle famiglie degli innocenti che inevitabilmente una guerra avrebbe coinvolto, alle voci fuori coro all'interno di Oto stessa, dai politici e nobili che non avrebbero voluto sborsare denaro per armare il suo esercito, a quelli dell'Accademia che non avrebbero visto di buon occhio un'azione di forza non concordata anche se rivolta verso un Paese ostile. Diogene questo avrebbe rappresentato, il bacino in grado di assorbire e convogliare tutte queste forze ed indirizzarle contro i nemici di Oto e della sua visione di Impero. Qualcuno già lo accreditava come il "Tiranno da un solo occhio" ma non era fosse da stolti giudicare un leader prima ancora che gli effetti del suo operato si palesassero?

    Ad ogni modo, Febh spiegò finalmente cosa gli fosse passato per la testa riportando quei cloni in superficie e rivelò di come quelle antiche pergamene avessero istruito Orochimaru nei panni del Nidaime a perfezionare quella macchina che tanto aveva impressionato il Garth. Indra...l'essere che aveva una porta nel mondo attraverso Jotaro...ecco da dove veniva quel potere terribile e oscuro. Aloysius già vi aveva visto all'interno e da allora aveva impiegato molte risorse per ricercare informazioni a riguardo; tuttavia mai avrebbe pensato che proprio all'interno del Suono potesse esserci qualche risposta. Avrebbe dovuto parlare con Kato a tempo debito ma, per il momento, assecondare le idee di Febh sembrava al momento la cosa migliore anche al Colosso: c'era un villaggio da rifondare e un nuovo albero gerarchico da riempire.

    " Eiatsu, liberala, non è più in pericolo. "

    E così il Jonin fece, liberando dal suo jutsu la kunoichi che aveva stretto un legame particolare con l'ex amministratore. D'un tratto tutti i ricordi sullo Yakushi ritrovarono finalmente riscontro nel volto di quel ninja e l'imposizione del sigillo svanì da quella mente ancora in confusione, rapida così come si era annidata.

    " Non l'ho fatto per lei, ma per i jinkurichi...le emozioni giocano spesso brutti scherzi e contro un Febh indemoniato ogni passo falso può risultare fatale. "

    Sintetico e glaciale come sempre, l'eliminatore motivò così il suo operato, mettendo a nudo come estrema razionalità la debolezza della ragazza che avrebbe potuto mettere tutti in grave pericolo, qualora le cose fossero andate diversamente.

    " Bene, vediamo di risolvere anche la pratica sigilli...chi crede sia pronto faccia un passo avanti...e per pronto intendo a questo! "

    6OVfNUF

    In pochi attimi il corpo del neo Kage divenne ancora più possente e minaccioso: la pelle divenne rossa e articolati sigilli ricoprirono ogni parte scoperta facendo divenire il Mikawa più simile ad un diavolo che ad un essere umano [Secondo + Terzo stadio del Sigillo Maledetto della Roccia]. Una forma bestiale che molti dei presenti poterono ricondurre allo scontro con il Demone di Sangue comparso ad Oto per mano della delegazione di Kumo, sebbene allora la mutazione avesse davvero raggiunto l'apice della mostruosità. Il sigillo, lascito del portentoso Sennin del passato, conferiva ad ogni coraggioso Otese in grado di domarlo un potere enorme, un'arma segreta da sfoderare nei momenti di difficoltà e che avrebbe accompagnato il portatore per la vita. Ma sebbene questo potesse essere visto come un vantaggio per molti di loro, alcuni come Febh stesso non avevano mai attinto a quella fonte di forza proprio a causa del suo legame morboso e vincolante che il Maledetto aveva nei confronti del villaggio. Aloyisus stesso aveva impiegato anni per abituarsi a quella presenza e solo con la morte del Nidaime, gli incubi avevano iniziato a darli pace, o almeno la maggior parte delle notti. Quel chakra proveniva dal villaggio e come tale non era proprio del ninja in grado di manipolarlo ma solo donato in prestito...ed Oto prima o poi si riprendeva sempre quello che gli spettava di diritto.


    " Ecco in cosa i sigilli del diavolo trasformano. Vi doneranno potere e capacità eccezionali ma dovrete fare i conti con un simbionte sempre assetato di chakra e che potrebbe uccidervi non appena si anniderà nel vostro corpo. Dunque ve lo richiedo: chi si sente pronto venga difronte a me e affronti la sua prova. "

    I sigilli erano lì nella scatola, pronti ad essere impressi sulla pelle delle nuove leve del Suono; per anni si erano tramandati finendo nelle mani dei più promettenti ninja del villaggio ed ora toccava agli shinobi che avevano scritto la storia del villaggio nel presente e nel recente passato. Chi avesse trovato il coraggio di presentarsi al cospetto del Diavolo Rosso, sarebbe stato accolto a braccia aperte del Mikawa, sul cui volto avrebbero visto un grosso e inquietante sorriso...Lui sapeva ciò che i poveretti avrebbero passato, lo aveva provato prima di loro sulla sua stessa pelle.

    Per ognuno dei richiedenti, dagli Studenti ai Jonin, il trattamento sarebbe stato il medesimo; Diogene avrebbe creato un clone di sangue per ciascuno dei ninja che avessero fatto un passo avanti e li avrebbe posizionati in fila in attesa che ognuno di loro scoprisse la parte del corpo su cuoi voler imprimere il marchio. Il trattamento sarebbe stato il medesimo per tutti: con un secco e micidiale affondo, il Kokage avrebbe conficcato i suoi artigli nelle carni del malcapitato penetrando per diversi centimetri [Pot 40 + Dolore Medio, For pari all'energia del difensore]. Ancorata la zona, con la mano libera il Colosso si sarebbe fatto passare un sigillo da Febh e ne avrebbe posto il corrispettivo foglietto sul palmo ancora non a contatto con il corpo dei vari otesi. Solo a quel punto, attivando il meccanismo attraverso il chakra concessogli dal sigillo stesso avrebbe snodato i complessi kanji racchiusi al suo interno e avrebbe spinto ancora più in profondità gli artigli al fine di far mischiare il sangue con l'inchiostro. Non sarebbe stato piacevole, non lo era stato per lui quando il Nidaime affondò le sue zanne da serpe nel suo collo, una vita prima. Ma non sarebbe stato il rituale del Mikawa il vero problema per ognuno dei poveretti: il male annidato in quelle che venivano considerate le armi segrete del Suono avrebbe presto attaccato le loro menti, invadendo con irruenza l'intimità di ognuno di loro e mettendoli difronte alla loro paura più grande. Si perché il timore più nascosto e recondito dell'animo di ciascun ninja si sarebbe materializzato più reale che mai, mettendoli difronte ad una prova che forse non si aspettavano ma che era di grande preparazione allo scontro con il clone che attendeva loro. Non si trattava di una illusione ma di vera e propria malvagità, annidata nel fuuinjutsu e alimentata da ogni briciolo di negatività presente negli otesi [Prova alla morte].

    Solo chi fosse uscito da loop tremendo generato dal Maledetto, squarciando il buio insito nell'animo umano, avrebbe superato la prova e avuto la vita salva. La selezione l'avrebbe fatta il sigillo stesso: gli studenti più acerbi non avrebbero avuta alcuna speranza di reggere quella pressione e i genin avrebbero dovuto attingere ad ogni appiglio mentale per sopperire ai limiti del fisico. Quanto i chunin, invece, si supponeva che la loro maturità e preparazione gli avrebbe permesso di poter vincere senza grandi difficoltà quella partita, sebbene sul tavolo avrebbero comunque dovuto mettere in palio la loro vita.

    Quanto alla scelta di quale tipologia prendere, loro non ne avrebbero avuta alcuna; quello era un dono che Oto, e quindi Aloysius, stava dando loro...avrebbero dovuto fidarsi dell'intuito del Garth, il quale aveva ormai raccolto diverse informazioni su di loro.

    " Dunque hai deciso per la via diretta. Prima che sparissi avevamo parlato di procedere con cautela, effettuando approfondite indagini mentali per ognuno di loro. Te ne sei dimenticato? "

    " A volte alzare la posta è l'unico modo per fare il salto di qualità. "

    Nessuno dei coinvolti avrebbe potuto sentire quella discussione, presi ormai dalla difficile prova. Quindi Aloysius si rivolse a Jotaro, ora che poteva parlare con un po più di tranquillità:

    " Vuoi provare anche tu? Non so cosa possa accadere con te visto che non hai chakra...e non so come il fuuinjutsu possa reagire con Indra. In effetti anche i Demoni potrebbero non gradire ahahaha Insomma, cosa sono questi rotoli? Sapevi della loro esistenza? Febh tieni buoni i cloni ancora per un po...vediamo fin dove i nostri ragazzi possono spingersi. "



    CITAZIONE
    OT/ Iniziamo subito con le cose belle! Il sigillo è lì ad un passo ma il baratro vi divide, come la tradizione di Oto esige. Tutti possono provare ma sappiate che mi aspetto un post impegnativo visto che siete chiamati a sconfiggere la vostra più grande paura. Tutti significa che anche gli studenti possono provare ma non mi aspetto che sopravvivano...ma chi sono io per tapparvi le ali? Chi invece non vuole sostenere la prova può iniziare ad informarsi su cosa stia frullando nella mente di Aloysius ;) /OT
  12. .
    CITAZIONE
    Tamashi, la lanterna delle anime [Reliquia]

    Tamashi, la lanterna delle anime [Reliquia]
    Tamashi è un'antica lanterna a olio formata da una struttura di metallo grigio scuro, con una superficie liscia che ricorda molto l'ossidiana. Le parti vitree che si intervallano alle strutture di metallo sono di un materiale sconosciuto simile ad un materiale plastico, di colore verde chiaro. Al suo interno è presente una particolare luce fioca verdastra sempre presente che però non è in grado di illuminare le zone circostanti. Qualunque sia il suo utilizzo, non pare essere stata creare per illuminare la via. E' una delle 6 antiche reliquie il cui creatore è sconosciuto, così come la forza energetica che le anima. Tamashi è un oggetto indistruttibile.Tipo: Vario - Vario
    Dimensione: Piccola
    (Potenza: 8 | Durezza: 5)
    [Da genin in su]

    Capacità e Leggende
    Speciale: Tamashi ha 2 slot anima iniziali. Ad ogni nuovo portatore dopo aver attivato il parametro di perdita si manifesta con 2 anime neutre al suo interno. Uno slot anima può essere riempito se il portatore di Tamashi esegue un colpo di grazia con volontà di ricaricare Tamashi su personaggio giocante o gregario elitè. La ricarica è automatica e non richiede alcuno slot o consumo di chakra. Consumare un'anima all'interno di Tamashi permette di riportare in vita un png o gregario non elitè il cui corpo presente entro 30 metri non sia stato distrutto, o di evitare un danno letale al portatore nel momento in cui esso si manifesta. Consumare un'anima in questo modo richiede uno Slot Tecnica. Fintanto che un'anima è impressa dentro Tamashi non potrà essere evocata in alcun modo.
    Parametro di perdita: "La lanterna delle anime smarrite non cessa mai di avere fame; non resterà mai vuota."
    [Da genin in su]

    Traghettatore
    Speciale: Tamashi concede al suo portatore di accedere al terzo slot di contenimento anima. In caso di nuovo portatore dopo la rottura del parametro di perdita si manifesterà comunque con 2 anime neutre e uno slot anima vuoto.
    [Da chunin in su]

    Strazianima
    Speciale: Tamashi può scaricare un qualsiasi Status dal portatore ad un'anima impressa al suo interno distruggendola completamente ripristinando il corpo del portatore come se suddetto Status non fosse mai stato subito. Il trasferimento richiede uno Slot Tecnica.
    [Da chunin in su]

    Equilibrio
    Speciale: Tamashi permette di riportare in vita un pg giocante o gregario elitè il cui corpo presente entro 30 metri non sia stato distrutto consumando un'anima al suo interno. Richiede uno Slot Tecnica.
    [Da jonin in su]


    Edited by Jotaro Jaku - 11/9/2018, 15:41
  13. .

    Inizia il Concilio


    VIII


    Onestamente, la reazione dell'ambasciatore alle notizie riguardanti la Montagna ed il Ferro lo lasciarono esterrefatto. In una condizione come la loro, dove ogni voto contava, rinunciare a due voti su dieci in quella maniera andava contro le logiche del jonin. Era vero, forse la Montagna non aveva tutta quella influenza ed erano pochi di numero, ma in quel Concilio il loro voto valeva così come ogni altro. Per quanto riguardava il Ferro, doveva ammettere di ritenere esagerata, almeno in un primo momento, quando non gli furono date le giuste informazioni, anche in quel caso la reazione dell'ambasciatore. Indipendentemente dalla taglia e dall'onore, attaccare in maniera aperta uno della loro delegazione era un suicidio politico. Doveva ammettere che queste reazioni eccessive non si conciliavano molto bene con la figura dell'uomo che aveva servito fino a quel momento. O davvero quegli argomenti era in grado di fargli saltare qualsiasi inibizione, oppure gli era successo qualcosa di non naturale. Senza nemmeno pensarci, il jonin osservò Percezione del Vero [2]
    Arte: L'utilizzatore può individuare la presenza di genjutsu e fuuinjutsu valutando il sistema circolatorio proprio e delle persone entro 9 metri. (Consumo: Medio)
    [Da chunin in su]
    il flebile flusso di chakra d Kobayashi, per vedere se qualcuno lo avesse suggestionato dal momento in cui aveva lasciato il suo fianco. Era solo una precauzione, ma se avesse notato qualcosa di sbagliato, certamente il jonin avrebbe provveduto a liberarlo da qualsiasi genjutsu o fuinjutso lo affliggesse, per farlo tornare alla ragione.

    Il giornosuccessivopreparo 3 sigilli della psiche di potenza 20+20(guru) =40, ad ogni modo, l'uomo si dimostrò molto più aperto e rilassato rispetto al giorno prima, e gli spiegò il suo punto di vista. Allora anche Hohenheim espresse il suo:Sta giocando una partita pericolosa, ambasciatore Kobayashi. I voti della Montagna e del Ferro contano come il nostro in questa votazione, e sarebbe sciocco lasciarseli scappare. Entrare in una coalizione mi sembra molto meglio di perdere questa votazione. Per quanto riguarda il Ferro...credo che lei stia sottovalutando me e Shinken se pensa che possano arrivare a lei aggirando la nostra guardia. Se fossi in lei, accetterei la loro proposta e se dovesse trattarsi di una trappola, cosa di cui non credo, ci saremmo comunque noi a proteggerla. Vi ricordo che oggi ci stiamo dirigendo verso un luogo dove sappiamo per certo che ci sarà un'imboscata. La minaccia del Ferro è infinitamente più fumosa di quella che, di fatto, ci troveremo ad affrontare da qui a poche ore. Non avrebbe aggiunto altro. Dubitava che le sue parole potessero fargli cambiare idea, ma valeva la pena tentare.

    [...]



    Purtroppo, le sue preoccupazioni si dimostrarono fondate. Lungo il percorso per andare all' Hòritsu no Pitto, Kobayashi non degnò nemmeno di uno sguardo la giovane ragazza del Ferro che gli porgeva la mano. Per Hohenheim quello era uno sbaglio, e se solo avesse conosciuto uno di quei jutsu mentali, avrebbe forzato l'ambasciatore ad accettare quella stretta, indipendentemente dal suo parere. Così purtroppo non era, e si ritrovò ad oltrepassare la delegazione del Ferro senza poter far nulla. Si limitò a lanciare un'occhiata comprensiva alla ragazza. Come lei lo avrebbe interpretato, non gli era dato sapere. Anche l'incontro con Babayashi fu particolare. Cambiato completamente nell'aspetto, il sunese ebbe qualche difficoltà a riconoscerlo e, se ci riuscì, fu più per i suoi abiti ed il sigillo che portava con sè che per altro. L'ambasciatore e jonin della Montagna ignorò completamente Kobayashi e si rivolse direttamente a lui. Hohnehiem gli rispose con un cenno di intesa.

    Verso l'entrata, incontrarono anche le delegazioni di Gelo e Thè che si supponeva fossero dalla loro parte. Stranamente, approcciando il palazzo si resero conto di essere quasi gli ultimi ad essere arrivati, nonostante le loro accortezze. Questa discrepanza portò nuovamente il jonin a testare il loro sistema circolatorio di chakra per vedere se erano stati soggetti ad illusioni e, in quel caso, annullarle, eventualmente con l'aiuto di Shinken. Quest'ultimi rimase fuori dall'edificio al momento di entrare, accompagnato da un cloneClone d'Argilla
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può creare un clone corporeo di sé, sfruttando quattro unità di Argilla, entro 3 metri; potrà spostarsi entro il raggio d'azione della tecnica speciale. Non possiede conoscenze del ninja; ha 500 crediti equipaggiamento ed è parienergia l'utilizzatore. Ogni clone ha potenza pari a 20 e durezza pari a 1 ogni livello dispari della tecnica speciale, riduce di 10 i danni subiti ogni livello dispari. L'utilizzatore può concedergli, all'attivazione, una riserva di chakra a piacere; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore. Il clone può esplodere come una qualsiasi altra creazione d'argilla.Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Consumo: Medioalto)
    [Richiede Manipolazione Argilla II]
    [Da genin in su]
    Clone Robusto
    Talento: L'utilizzatore può creare cloni con durezza aumentata di 1. Utilizzabile una volta ogni 2 round, non è possibile utilizzare altre abilità "Talento" in associazione.[Da genin in su]

    Sensi Condivisi
    Arte: L'utilizzatore può inibire uno dei suoi organi sensoriali per poter poter percepire tramite lo stesso organo di un suo clone. Causa AdO.(Mantenimento: Basso)
    [Da chunin in su]

    Ninjutsu Talentuose [2]
    Speciale: L'utilizzatore può sfruttare le abilità "Talento" aspettando un round in meno, se applicate alle ninjutsu. [Da jonin in su]
    del jonin.

    Entrarono e si sistemarono al loro posto, così come tutte le altre delegazioni. Fu il leader dell'Erba a fare gli onori di casa ed a presentare il programma della giornata. Come ci si poteva aspettare, sarebbero stata una lunga giornata.

    [...]


    Dopo nove ore di discussione, la maggior parte dei paesi aveva introdotto la loro posizione all'interno della scacchiera continentale. Tra questi, anche l'Accademia aveva fatto la sua parte. Nonostante Hohenheim avesse cercato di mantenere la guardia alta per tutto quel periodo di tempo, dovette fare uno sforzo ulteriore per essere ancora più vigile durante la presentazione del suo protetto. Fortunatamente, nulla accadde, e la palla passò al paese successivo. Arrivati alla fine del giro, la scaletta prevedeva un ulteriore intervento di Kobayashi per definire le condizioni della coalizione che si voleva formare. Ma le cose non andarono come da programma, perchè Babayashi si alzò davanti agli astanti, richiedendo un intervento diretto del jonin della Sabbia. Lo stupore di tutti era percepibile, ma ancora di più lo era quella di Hohenheim, il quale era stato preso in contropiede. ...allora era questo che intendeva.... Tuttavia, il jonin non era intenzionato a tirarsi indietro, anzi voleva sfruttare quell'opportunità nel miglior modo possibile. La sua figura si alzò dalla sedia in tutta la sua altezza di ragazzo. Guardò rapidamente il suo protetto prima di prendere posizione dove tutti lo avrebbero potuto vedere chiaramente. Disse:E' un onore per me essere chiamato a parlare, per quanto inaspettatamente, davanti a questo concilio. L'onorevole Babayashi-sama mi ha fatto una domanda molto precisa qualche giorno fa, e cioè perchè davanti alla necessità di unirsi per affrontare un grande pericolo, tutto alla fine si risolva in una contrattazione di oggetti, denaro e risorse belliche; come se la guerra, e la conseguente morte di civili e ninja, non sia l'oggetto principale della discussione, rimpiazzata invece dal prestigio, il potere e la ricchezza. Devo dire che questo mi ha turbato profondamente, così come penso abbia turbato molti in questa audience, probabilmente disillusi come me. E tuttavia, è mia convinzione che non sia necessariamente la cupidigia e la bramosia delle persone ad alimentare questa spirale cinica di compravendita. Stando in mezzo a voi, spesso ho notato che ci sono altre pulsioni, comunque di carattere puramente personale, a delineare scelte che possono decide il destino di migliaia di persone. E' nella fallace umanità delle persone che deve essere cercata la causa di tanti errori che sono stati commessi fino a questo punto. Può essere stata la paura, l'orgoglio e persino l'amore che ci hanno impedito di vedere il vero motivo per cui facciamo quello che facciamo o che stiamo per fare o quello che faremo. Vi parlo come uno di coloro che, indipendentemente dalla vostra decisione, combatterà sul campo di battaglia per difendere il paese in cui è cresciuto. Valutate la vostra umanità per quello che è e mettetela da parte. Vi chiedo oggi di votare come super-uomini e per il bene di tutti. Non ci sono vincitori nella tomba. Sebbene durante il suo discorso avesse fatto più pause per dare forza al suo discorso, si fermò a lungo dopo aver concluso la sua arringa, dando tempo alle sue parole di aleggiare indisturbate nell'aria. Forse quelle parole parole avrebbero smosso qualcosa nelle convinzioni di qualcuno nella sala, o forse no. Ad ogni modo, avrebbe usato il suo discorso Arte della Comunicazione [1]
    Arte: L'utilizzatore può trasmettere la voce attraverso il chakra. Viene stabilita un contatto tra due ninja in contatto visivo attraverso un filo fatto interamente di chakra che parte dalla bocca di entrambi gli shinobi e gli permette di comunicare entro un chilometro. A causa della sua inconsistenza è impossibile tagliarlo senza il chakra, inoltre risulta invisibile. Sono parlare sia l'utilizzatore che il destinatario. Per trasmettere la voce è necessario emettere suoni. (Mantenimento: ¼ Basso per ogni 250 metri)
    <catenaccio style="color: sandybrown;">[Da genin in su]
    per mandare un altro messaggio, uno che avrebbero potuto sentire in pochi, e cioè a coloro che riteneva degni di fiducia in quel contesto: a Babayashi, ad Orosabi del Ferro ed al gigante buono dell'Orso:L'Erba e la Neve ci hanno tradito per Ame ed i Cremisi. Siamo sotto attacco. Avrebbero potuto fare quello che volevano con quell'informazione, ma avrebbero anche capito che se Hohenheim aveva usato quello stratagemma, così come aveva fatto al parco, era perchè non doveva essere spiattellata ai quattro venti. Per lo meno, adesso quei paesi sapevano da che parte stava l'Accademia.
  14. .

    L'Accordo


    - IX -




    Le proposte di Raizen vennero tutte accolte, stranamente, per poco non si illudeva del fatto di aver in qualche modo imparato a far politica, e fortunatamente non si dimenticò di portarsi dietro anche Nipponito, visti i problemi che c'erano stati fino a quel momento non era saggio lasciarlo così vicino ai leoni.

    Se non altro sei ragionevole, pensavo onestamente che questo dialogo andasse peggio.
    Alla luce di ciò che mi hai detto comunque penso che la mia idea non fosse delle migliori, no.
    Pensavo ci fossero molti meno membri, ho il brutto vizio di credere che le associazioni avverse all’accademia si formino come un loro esatto specchio e che quindi le figure di spicco fossero una manciata.
    Non un mezzo esercito.


    Strinse le labbra, fare un ammucchiata di cadaveri carbonizzati era un sogno che covava da tempo, ma la necessità, scaturita da ciò che ebbe modo di vedere mediante i sensi [Slot Tecnica 1]Empatia
    Villaggio: Draghi
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore, previo un round di preparazione e l'immobilità, è in grado di percepire attraverso i sensi del Drago e viceversa. Il valore di Percezione è quello della creatura. L'utilizzatore non percepirà con nessuno dei suoi sensi. Il mantenimento richiede slot tecnica.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: MedioAlto / Mantenimento: MedioBasso)
    [Da chunin in su]
    di Ou, gli fece venire dell’altro in mente, un modo forse di suggellare una reale alleanza.
    Questo se tutto fosse andato per il meglio, il fato infatti ci mise lo zampino e qualcosa mise il bastone tra le ruote a quel piccolo tete a tete.
    Rimase del tutto spiazzato, incapace di fare alcunchè per il Kaguya, non che fosse eccessivamente legato a lui, ma dopotutto potevano definirsi conoscenti, in alcuni frangenti persino alleati, ed in quel preciso momento era decisamente meglio che non gli succedesse nulla.

    Tu sei pazzo bello!
    Sei il mio lasciapassare e torni di la!


    Ma quello sembrava aver perso del tutto la testa, e nonostante il dolore che pareva essergli provocato dall’interazione con il marchingegno degli specchi quello tentò un contatto con gli stessi.
    Fu il momento per Raizen di offrire un aiuto concreto: sfoderò la zambato e la levò.

    Fammi solo un cenno e lo taglio.

    Qualsiasi cosa per un prezioso alleato, persino privarlo della mano.

    [...]

    Risolta la situazione il Colosso avrebbe riposto l’arma.

    Va bene, dovrebbe bastargli, dopotutto non mi pare che tu abbia obblighi verso di loro.

    Si diresse quindi nella sala, riprendendo il suo posto, non dovette fingere preoccupazione.

    Kakuzu mi pare l’abbiate chiamato, ha avuto un contrattempo, qualcosa necessitava della sua attenzione, si è detto favorevole all’alleanza.
    Tuttavia, perdonatemi, ma il tempo di discutere è finito, e onestamente credo che niente possa essere meglio di ciò che sto per proporvi per chiarirci definitivamente.
    L’oro è vostro, quella che vi pongo non è una condizione, vi sto per dare la possibilità di dimostrare quanto sinceri siate nei vostri intenti.
    Nell’esatto momento in cui stavo per mettere piede qui dentro un evento mi ha incupito, un evento di natura elettrica ben superiore a qualsiasi cosa che potesse definirsi naturale non è infatti un caso che io l’abbia percepito, è avvenuto nei dintorni del villaggio e come per il mio alleato non riesco a pensare che sia scollegato da Ame, e quindi da voi.
    Questo evento è un drago maledetto dalla potenza mostruosa.
    Un drago attualmente diretto verso il gelo e che se non fermato metterà fine alle possibilità d’espansione dell’accademia, vista l’importanza dell’evento che vi si sta svolgendo.
    Vi sto dando l’opportunità di far parte dell’accademia e renderla più forte, un simile gesto da parte di Ame non può assolutamente passare inosservato.
    Certo, si dovrà parlare dei numerosi detentori di capacità di clan presenti tra le vostre fila, ma sarà molto più semplice se dimostrerete di essere nostri alleati.


    Inspirò.

    Nel concreto, vi sto chiedendo di essere dei nostri, da subito, in una battaglia di cui al momento non so immaginare le proporzioni, il precedente drago animato da una simile furia era in grado di evocare tornadi di fuoco larghi quando un palazzo e capaci di sciogliere le mura del villaggio.
    Servirete voi, i più forti, i vostri sottoposti non saranno sufficienti.


    Si sporse sul tavolo.

    Siamo stati nemici fino ad ora, quello che abbiamo davanti è un male comune, il Drago non è dotato di ragione, suppongo che qualcuno stia tirando i fili, ma non è un giocattolo, e tantomeno è integro.
    E mi sembrate abbastanza cresciuti da comprendere cosa succede a pensare di poter controllare una creatura rotta.
    L’accademia può resistere, può vincere, ma da qui, da Ame, abbiamo un vantaggio prezioso in termini di tempo non indifferente, seppure rilasciassi dei corvi perderei ore preziose.


    Guardò entrambi negli occhi.

    Mettete da parte i contratti, la politica, i soldi, gli inganni, i sotterfugi e le menzogne.
    Ciò che serve in un alleanza è la certezza di poter combattere assieme, di potersi fidare di chi ti guarda le spalle.
    Per questo è necessario che il mio uomo torni insieme a me.
    Io posso porgervi la mano, ma dovete fare voi il primo passo.
    Volete realmente far parte dell’accademia?
    A noi serve solo questo, poter contare sul vostro aiuto e la sincerità dello stesso.
    A voi invece?


    E così dicendo si ritrasse, aspettando risposta.

    […]

    Intanto Ou e Hibachi erano giunti nei dintorni di Masamune, in ritardo, ma avevano scelto di risparmiare energie vista la necessità di tenersi lontani dalla tempesta e al contempo avere chakra per un eventuale scontro. Stare dietro al drago non era infatti complesso vista la tempesta che lo circondava.
    Fu soltanto quanto intuirono la destinazione che la comunicarono a Raizen in quanto non coincideva con alcun punto che avesse un legame con la loro storia, sintomo del fatto che qualcosa aveva spinto li il drago.

    Re del Sud.
    Cosa porta i tuoi furiosi fulmini così lontano dalla tua dimora?

  15. .
    « Trucco interessante, femmina. », commentò il Flagello mentre si avvicinava alla donna caduta. La jonin era sopravvissuta al tentativo di decapitazione grazie all'intervento dell'anziano guerriero dalle ampie vesti e, incanalando in qualche modo l'energia nelle lame che impugnava, era riuscita a fronteggiare parzialmente l'elettricità scatenatale contro dal Flagello. In tal modo, aveva salvato la vita di tre persone.

    O, come avrebbe colto un osservatore più attento, ne aveva allungato le sofferenze.

    Perlomeno, così sarebbe stato se l'Immortale non avesse esaurito il desiderio di giocare con quelle fragili marionette.

    Nelle mani del Flagello si materializzarono dal nulla quattro coltelli. In quell'istante, alcuni sigilli presero vita e iniziarono a infondere nuova linfa vitale nei corpi riversi a terra senza conoscenza. Presto si sarebbero risvegliati. I primi due coltelli disegnarono una mezzaluna nel cielo della Sabbia, denso di fumo e detriti a causa della distruzione appena scatenata dall'Immortale - e si piantarono di dieci centimetri nel cranio dei due chunin a qualche metro di distanza.

    Il Flagello si piegò poi sulla femmina, le strinse i capelli tra le mani come fosse una bambola rotta, e le tagliò la gola proprio quando questa stava riacquistando conoscenza. Sangue copioso fluì dalle carotidi, bagnando il tetto su cui la donna si posava. I canini del Flagello rilucerono al sole, mentre egli si godeva quella visione per qualche istante e poi, per buona misura, infilava lo stesso coltello in uno degli occhi azzurri della femmina mentre questa ancora tossiva, uccidendola sul colpo. Infine, fu la volta dell'uomo. L'anziano guerriero che l'Immortale aveva concluso essere il più abile. Lo guardò dall'alto, mentre ancora scuoteva il capo in uno stato di semi-incoscienza. Aveva perso un braccio e la sua carnagione era orribilmente ustionata. Non c'era speranza per lui.

    « Un anno per ogni secondo di combattimento. », fu la sua generosa concessione a quel mortale.

    Uno stivale nero si appoggiò sulla gola dell'uomo.



    « Tra sessant'anni anni tornerò in questa terra a distruggere la tua tomba. »

    Un sonoro crack segnò la dipartita del ninja dalla terra dei vivi. Un istante dopo, il quarto e ultimo coltello si conficcò con forza in mezzo alla fronte dell'uomo, spaccandone il cranio a metà per buona misura. Il Flagello ridacchiò, divertito da quell'ultima crudeltà. Si guardò attorno, assaporando la devastazione che aveva recato al corpo e allo spirito degli abitanti di quel luogo. Non avrebbero dimenticato tanto presto il tocco del chakra eretico.

    Un istante dopo iniziò a correre, diretto verso le mura occidentali.

    In meno di un minuto, la sagoma nera del Flagello sparì tra le dune dell'Anauroch.

    OFF GAME

    Ho scritto in modo autoconclusivo dato che sono tutti inconsci. Ovviamente sei libero di modificare il corso degli eventi.

    Separatamente - grazie della quest! Breve ma mi hai saputo divertire con più di un colpo di scena e sei stato oltremodo leale.

    Come detto per vie private, la giocata potrebbe essere un ottimo punto di partenza per sviluppare finalmente meglio nell'ambientazione i Kurotenpi.

    Alla prossima :sisi:

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