Sora avrebbe analizzato accuratamente lo scorrere degli eventi e si sarebbe concentrato senza perdersi in chiacchiere, secondo lui inutili, sentendo il flusso del chakra all'interno di sé e trattenendo le urla per la ferita subita, digrignando i denti. Le sue mani si sarebbero alzate, posizionandosi in un gesto preciso e ritualistico. Con abilità e controllo, avrebbe iniziato a formare l'impasto del chakra necessario per attivare il Velo di Nebbia - Kirigakure no Jutsu. Mentre il chakra si sarebbe mosso attraverso il suo corpo, Sora avrebbe utilizzato i sigilli delle posizioni magiche apprese nel Villaggio di Kiri, specificamente la Scimmia (1). Con movimenti fluidi delle dita, avrebbe intrecciato il chakra nel modo corretto, seguendo un antico metodo tramandato. Gli impulsi di chakra sarebbero pulsati nelle sue mani, danzando in armonia con i movimenti dei sigilli. Sora avrebbe sentito l'energia prendere forma e crescere, pronta per essere liberata. Ogni sigillo e ogni movimento delle sue mani sarebbero stati precisi e accurati, poiché anche il minimo errore avrebbe potuto compromettere l'intera tecnica. Mentre avrebbe completato l'impasto del chakra, Sora avrebbe sentito la sua presa sulla nebbia che avrebbe preso forma nella sua mente. Avrebbe immaginato l'effetto desiderato, una nebbia densa e avvolgente che avrebbe occultato l'intera area di combattimento. La sua concentrazione sarebbe stata assoluta, e tutto ciò che lo avrebbe circondato sarebbe svanito, lasciando spazio solo al suo intento e alla sua abilità. Infine, con l'impasto del chakra completo e i sigilli correttamente eseguiti, Sora avrebbe liberato l'energia concentrata. Un'esplosione di chakra si sarebbe diffusa dal suo corpo, formando un vortice di nebbia intorno a lui. La nebbia si sarebbe diffusa rapidamente, avvolgendo l'area e occultando la vista di tutto ciò che si sarebbe trovato al suo interno. I sigilli e l'impasto del chakra avrebbero dato vita alla potente tecnica del Velo di Nebbia - Kirigakure no Jutsu. [Slot Tecnica I | Attacco | Forza: 100 | Velocità: 100] Sora avrebbe potuto sentire il flusso del chakra nella nebbia, pulsante e intenso. Sarebbe stato un risultato del suo impegno di cui sarebbe andato fiero. Mentre il Velo di Nebbia avrebbe avvolto il campo di battaglia di 9 metri, Sora si sarebbe immerso in quell'atmosfera oscura e misteriosa. La nebbia avrebbe creato un'atmosfera opprimente e disorientante, avrebbe dovuto confondere i sensi dell'avversario e rendere difficile individuarne la posizione. Sapeva che avrebbe potuto sfruttare a suo vantaggio quella situazione. Si sarebbe mosso in modo agile e silenzioso all'interno della nebbia, cercando di avvicinarsi all'avversario senza farsi notare, correndo sulle punte dei piedi per attutire al minimo ogni rumore generato dai suoi passi. Grazie alla sua conoscenza del campo di battaglia e al suo addestramento, avrebbe mantenuto la consapevolezza spaziale nonostante l'oscurità intorno a lui. Sarebbe stato come un'ombra che si sarebbe mossa furtivamente. Con le mani bendate, Sora avrebbe concentrato tutta la sua forza e la sua abilità nel colpire il punto vitale dell'avversario: il plesso solare. Avrebbe studiato l'anatomia umana e avrebbe conosciuto bene la vulnerabilità di quella zona. Sarebbe stato un attacco rischioso, ma se avesse avuto successo, avrebbe potuto indebolire l'avversario in modo significativo. Con un movimento fluido e preciso, Sora avrebbe scagliato un pugno diretto verso il plesso solare dell'avversario con il braccio destro, ruotando i fianchi e spostando leggermente i piedi con gambe divaricate ad altezza spalle, così da caricare tutto il peso corporeo nel colpo. Il suo obiettivo sarebbe stato chiaro: colpire con forza e precisione il punto vitale, cercando di sconvolgere l'equilibrio dell'avversario e sfruttare l'effetto sorpresa. Sora avrebbe focalizzato completamente la sua attenzione sull'attacco, sentendo il flusso di energia che si sarebbe concentrato nelle sue mani. Parli troppo e sporchi troppo, ora lecca il sangue che hai versato e pulisci tutto...[Slot Azione I | Attacco | Forza: 100 | Velocità: 100 | Potenza: 10] Sora avrebbe valutato attentamente l'avversario, cercando il momento perfetto per colpire. Mentre l'avversario avrebbe mantenuto la sua posizione, Sora si sarebbe concentrato sulla tibia destra. Con un rapido movimento, avrebbe sollevato la sua gamba destra, cercando di colpire il nervo cosciale sinistro dell'avversario con la parte esterna della sua tibia. L'obiettivo sarebbe stato quello di causare una momentanea perdita di presa dal suolo all'avversario, disturbando l'equilibrio e la stabilità. [Slot Azione II | Attacco | Forza: 100 | Velocità: 100 | Potenza: 10] Se l'attacco alla tibia destra dell'avversario avesse avuto successo e l'avversario avesse mostrato segni di instabilità, Sora sarebbe passato all'attacco successivo. Una volta che l'avversario si sarebbe trovato momentaneamente senza presa dal suolo a causa dell'attacco precedente, Sora avrebbe colto l'opportunità per un attacco devastante. Approfittando del suo posizionamento vicino all'avversario, avrebbe spostato rapidamente il peso del suo corpo sulla gamba sinistra, preparandosi per una ginocchiata potente e precisa. Con un movimento fluido, Sora avrebbe spinto in avanti la sua gamba sinistra con tutta la forza disponibile, puntando a colpire la mascella o il viso dell'avversario. L'obiettivo sarebbe stato quello di infliggere un colpo potente e ben mirato per sconvolgere l'avversario e sfruttare l'effetto sorpresa. La forza dell'impatto avrebbe potuto causare un notevole danno all'avversario e interrompere ulteriormente la sua capacità di difesa. [Slot Azione III | Attacco | Forza: 100 | Velocità: 100 | Potenza: 10] Sora sarebbe rimasto concentrato durante tutta l'esecuzione degli attacchi, assicurandosi di sfruttare ogni apertura e opportunità per avere il massimo impatto.

Fin dalla mattina, si immerse in una routine precisa e meticolosa, che rifletteva la sua cura maniacale per l'ordine e la pulizia. Appena si svegliava, dedicava un'ora intera a prepararsi, seguendo una serie di passaggi che sembravano presi direttamente da un manuale di perfezione. La sua giornata iniziava con un lavaggio del viso accurato. Utilizzava un sapone delicato, massaggiandolo sulla pelle con movimenti circolari, garantendo che ogni centimetro del suo viso fosse pulito e fresco. Poi, con l'uso di un morbido asciugamano, tamponava delicatamente il viso per asciugarlo senza irritare la pelle. Successivamente, passava alla pettinatura dei capelli. Utilizzava un pettine a denti fini, districando con attenzione ogni ciocca, assicurandosi che i suoi capelli fossero impeccabilmente ordinati e privi di nodi. Ogni dettaglio contava per lui, e dedicava il tempo necessario per ottenere la perfetta acconciatura. La cura delle unghie era un altro passo fondamentale nella sua routine mattutina. Con l'uso di una lima di vetro di alta qualità, Sora levigava delicatamente le unghie, assicurandosi che fossero tutte della stessa lunghezza e senza alcuna irregolarità. Poi, con un'apposita spazzolina, rimuoveva con attenzione ogni residuo di polvere o sporco dalle unghie. Ogni azione di Sora era eseguita con un'attenzione ossessiva ai dettagli. Ogni movimento era misurato e preciso, come se il suo corpo fosse un'opera d'arte che richiedeva cura e perfezione. Oltre alla sua routine mattutina, manteneva una pulizia costante nel corso della giornata, assicurandosi che ogni oggetto intorno a lui fosse allineato e privo di polvere. Quando all'improvviso mentre spazzava il prato del suo giardino, il vuoto cosmico. Sora si svegliò nel luogo sconosciuto, circondato dalle alte mura di solido ghiaccio. Il rumore assordante della cascata riempiva l'aria, rendendo difficile concentrarsi. Realizzò immediatamente di essere stato imprigionato in una zona chiusa, senza apparenti opzioni di fuga. Con la sua mente analitica, Sora esaminò attentamente l'ambiente circostante. Le alte mura di ghiaccio sembravano impenetrabili e non riusciva a individuare alcun punto debole evidente. La sua attenzione si concentrò sul suo equipaggiamento e sulle abilità che possedeva. Riconoscendo che la fuga diretta era impossibile, Sora si rivolse con rispetto e intelligenza al suo presunto rapitore, cercando di guadagnare tempo e ottenere informazioni utili. Sono pronto a dimostrare il mio valore e il mio rispetto nei confronti di Kirigakure, ma desidero capire se vi sia una via d'uscita o se ci siano alternative che possiamo esplorare. Mentre attendeva una risposta, Sora valutava attentamente le sue abilità e il suo equipaggiamento. Si rendeva conto che l'elemento Suiton, l'acqua, sarebbe stata la sua risorsa principale in questa situazione. Avrebbe dovuto sfruttare al massimo le sue competenze nell'utilizzo delle tecniche di Suiton per cercare di trovare una soluzione. Sora esaminava la cascata che si riversava nel lago di ghiaccio e valutava se ci fosse un modo per sfruttarla a suo vantaggio. Con la sua esperienza e conoscenza delle tecniche di Suiton, cercava di visualizzare mentalmente il suo percorso, immaginando possibili ostacoli o difficoltà lungo il tragitto. Nonostante l'assenza di opzioni di fuga evidenti, Sora rimaneva concentrato e determinato a trovare una soluzione. Era consapevole che sarebbe stato necessario agire con intelligenza e strategia per superare questa sfida. Continuava a valutare ogni possibilità, cercando di identificare eventuali trappole o insidie nascoste nell'ambiente circostante. Sora si preparava mentalmente ad affrontare le difficoltà che lo attendevano. Nonostante la mancanza di informazioni concrete, sapeva che la sua agilità e le sue abilità con l'elemento Suiton gli avrebbero dato un certo vantaggio in questo ambiente ostile e sconosciuto. Vi prego di considerare la possibilità di trovare una soluzione che possa soddisfare le vostre aspettative e dimostrare il mio valore, disse Sora al suo presunto rapitore, mantenendo un tono rispettoso ma determinato. Sono disposto a fare tutto il necessario per dimostrare la mia lealtà e servire Kirigakure in modo adeguato.

Sora si svegliò presto quella mattina, in una grigia e nebbiosa Kirigakure no Sato. Si preparò rapido, indossando l'uniforme da studente dell'accademia, aggiustandosi ogni singolo angolo con le mani e i ciuffi di capelli con cura maniacale. Afferrò la scopa con un manico di legno liscio, pulito. Si avventurò nella strada davanti alla sua casa, che si perdeva tra le dense nebbie, deciso a spazzare via la spazzatura e i detriti che la nebbia aveva nascosto. Nonostante la visibilità limitata, rimaneva concentrato e determinato, facendo ogni colpo di scopa con precisione e metodicamente. La nebbia lo avvolgeva mentre lui spazzava via, rendendo visibile la sua figura estremamente bassa e magra. Raccoglieva con una apposita pinza presa dalla sua casa anche pezzi di carta bagnati e altri rifiuti, lavorando senza sosta per rendere la strada pulita e ordinata, anche se potrebbe lasciare qualche detrito dietro di sé. Alla fine, Sora sollevò lo sguardo soddisfatto verso il cielo grigio e nebbioso, contento del risultato. Con la sua missione compiuta, rientrò brevemente nel giardino di casa, mettendo tutto nella casetta di legno appositamente idea per gli attrezzi. Sapendo che presto la nebbia tornerà a nascondere ogni traccia del suo lavoro, ma felice di aver contribuito a mantenere l'integrità del suo amato villaggio, si allontanò poi nuovamente fuori dal cancello. Incominciò quindi a camminare in direzione dell'Accademia, passo lento ma costante, portando con se il suo equipaggiamento e gli occhiali da lettura che indossava sempre. Tutto sembrava andare per il verso giusto, quando improvvisamente. OH! NO! Si accorse che per strada vi era al suolo un fazzoletto sporco, ebbene andò nel panico. Incominciò a sudare freddo, pallore atomico della pelle e un senso di nausea con annessi conati di vomito. Perché tal panico? Non era vicino a casa per pulire tutto...