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    Il Secondo Ritorno di Jōsuke Yamanaka


    I Fratelli Yosō Gēmu


    Non mi sarei mai aspettato che quell’incontro casuale mi avrebbe portato alla conoscenza di due shinobi così illustri del villaggio. I due fratelli Saitama possedevano una un’unica capacità di intesa e vicinanza che all’epoca mi era sconosciuta e, francamente, passata del tutto inosservata. Non potevo ricordarmi con certezza cosa volesse dire appartenere ad una famiglia, ma quei due mi trasmettevano la stessa atmosfera di normalità che ricordavo. Che desideravo, avevo desiderato, avrei avuto od avevo già? Sicuramente questi pensieri si erano generati per il desiderio di rivedere i miei cari, ma qualcosa dentro di me fece scattare quella sensazione d’anticipo come se fosse già successo recentemente.
    La mia attenzione si spostò in seguito su Kotei. Le capacità di osservazione in passato non mi erano mai mancate ma, caspita, non notare un lupo bianco di quelle dimensioni tutt’oggi mi riempie di imbarazzo. Anch’esso si muoveva con naturalezza e disinvoltura accanto al duo, non riuscì a fermare l’entusiasmo nel vedere una tale meraviglia. Lo stupore mi irrigidì per qualche secondo, dando tempo al trio di raggiungermi, per poi scemare in un’emozione simile a quelle che avevo avuto qualche istante prima. Avevo già visto tutte queste cose? Eppure non riuscivo a ricordare di aver già incontrato Sho, Oda e Kotei.
    Sì sto bene, grazie!
    Sorrisi. Il popolo della Foglia era sempre stato amichevole tra di loro, addirittura Sho si era preoccupato nel vedermi. Beh, sfido chiunque dopo sei anni di coma a ritrovarsi in splendida forma ma finalmente ero in piedi e tanto mi bastava per stare “bene”. Sul momento, però, non collegai subito la sua premura verso le mie condizioni supposi solo una suo buona educazione.
    E voi come state?
    Poi, realizzai. Finalmente.
    Ah! No! E’ che... non sono stato molto bene ultimamente...
    Non avrei sicuramente tediato con la mia storia quelle persone che si erano gentilmente fermate ad ascoltarmi.
    Lieto di fare la vostra conoscenza! Io sono Jōsuke Yamanaka Īdajo.
    Cercai di sorridere a tutti, esitai solo con Kotei. Non volevo mostrare le zanne o guardarlo negli occhi in segno di sfida. Rimasi a studiare questo mio comportamento per qualche istante. Dal mio ingresso avevo avuto questa serie di sensazioni contrastanti e, se le prime erano passate inosservate, adesso ero diventato più attento e pronto ad ascoltarmi. Dopodiché Sho fece un’acuta osservazione che mi lasciò un’aria perplessa per tutta la durata della mia risposta.
    Io, non penso di esserci mai stato? Cioè, so dove si trova…. No! Non so dove si trova ma… probabilmente i miei genitori ci sono stati molte volte.
    Feci una breve pausa per riordinare i miei pensieri. Ancora una volta sentivo che non riuscivo ad avere un pensiero ben preciso su un argomento.
    E’ che è da tanto tempo che non torno a Konoha. Sono un po’ arrugginito!
    La situazione mi fece spontaneamente sorridere. Ero arrugginito sì, mi sembrava di essere nuovamente nuovo nel mondo e la cosa per un certo verso mi sembrava buffa. Stavo cercando di guadagnarmi un nuovo inizio, trovare l'Amministrazione e capire dove si trovavano i miei genitori era proprio il primo passo.
    Vi ringrazio molto. Sono sicuro che una volta lì mi renderò conto della stupidità della mia richiesta ma… adesso non mi viene proprio in mente… eheheheheh!

    [...]



    Il più giovane dei Saitama aveva ragione: il quartiere Yamanaka era vicino all’Amministrazione e la strada era facilmente collegata. Da vari punti durante il percorso si poteva già intravedere l’edificio ma questo non potevo saperlo. O meglio, non potevo ricordarlo.
    Il viaggio fu tranquillo anche se il trio avrebbe potuto notare qualche mio atteggiamento insolito. Varie cose sembravano stupirmi durante il cammino ed altrettante, anche simili a quelle di prima, sembravano non sortire alcun effetto.
    Una volta davanti all’Amministrazione, seppi già cosa fare. Mi lanciai all’interno dell’edificio mosso dalla voglia di scoperta che fino a quel momento avevo soppresso. Non sapevo bene cosa fare, adesso che ero al suo interno mi ricordai che una volta mi padre mi ci portò ma fu molto tempo fa e tanto era cambiato.
    La mia rocambolesca corsa fu però interrotta da due figure imponenti, almeno per me, che si erano prontamente precipitate verso di me, vedendomi entrare di corsa. Una degna prontezza di riflessi, quel che ci si aspetta dai luoghi importanti del villaggio.



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    E tu dove vorresti andare ragazzino?
    Il primo, che era sulla sinistra, aveva una voce profonda ed un lieve ghigno insieme ad un pettinato paio di baffi spezzavano la linearità delle sue labbra.
    Possiamo fare qualcosa per aiutarti? Ehehehehehehehe… MUAHAHAHAHAHAH!
    Quest’ultimo sembrava il perfetto opposto del suo compare. Voce rauca e prepotente e dei lunghi capelli raccolti aumentavano ancora di più la sua altezza.
    S-salve! Vorrei accedere a dei registri delle missioni per… ehm… c-controllare se...
    Ehi! Ma quelli sono Sho ed Oda!
    Che ci fate qua fuori? Questo ragazzetto è con voi?
    I due Saitama avrebbero potuto riconoscere i fratelli Yosō Gēmu, famosi per detenere il record di sostituzioni fatte al personale dell’Amministrazione senza mai essere stati ancora assunti. Il loro era un calvario che durava da anni, il loro lavoro sulla carta era semplice anche se richiedeva dedizione e concentrazione ma il loro strafare e cercare di farsi notare aveva sempre combinato guai che avevano aumentato i tempi burocratici. Insomma, ci mettevano passione ma la gestivano male e per questo il tanto agognato posto fisso sarebbe rimasto ancora un lontano miraggio.
    Si rivolsero ai due Saitama con una sorprendente confidenza, anche se forse si erano visti poche volte ed altrettante poche volte avevano scambiato parola. Non è che i due fratelli fannulloni avevano appena incontrato i loro idoli?
    I fratelli Yosō Gēmu si scambiarono un chiaro sguardo d'intesa e Ai, il più piccolo, mi prese goffamente per una spalla trascinandomi alla sua scrivania. Ronri, il più grande, fece cenno ai due Saitama di entrare.
    Prego fratelli Saitama entrate! Abbiamo delle importanti questioni da sottoporvi! Ahahahahahahah… Aaaaaaah… MUAHAHAHAHAHAH
    Una volta entrati, Sho, Oda e Kotei avrebbero potuto sincerarsi che io ero stato solamente fatto accomodare alla scrivania di Ai. Il gesto repentino ed il loro modo di parlare avrebbero potuto far interpretare questi gesti come degli attacchi ma, sotto sotto, tutti sapevano che i due fratelli Yosō Gēmu erano due bravi ragazzi. Tutti tranne me, ovviamente. La mia espressione era un misto tra paura e confusione.
    I-io vorrei vedere i registri delle ultime missioni… per favore.
    Sentito fratelli Saitama?!
    Al pronunciare del proprio cognome i due fratelli Saitama avrebbero potuto sentire un effetto sonoro come una trombetta da festeggiamento. Da dove provenisse, un mistero. Forse era tutta l’enfasi della loro ammirazione che produceva questo effetto?
    Che ne dite di affrontare le nostre prove per soddisfare la richiesta di questo ragazzo?
    Ma i-io veramente volevo solo...
    IL SUO DESTINO E’ NELLE VOSTRE SAGGE E FORTI MANI!
    Ma anche nelle vostre menti! Ahahahahahahaha… Aaaaaaah!
    EHEHEHEHEHEHEHEH
    Si poteva chiaramente percepire la forzatura di queste pseudo risate malvagie, in quel momento però io pregavo che tutto questo fosse solamente una piccola recita. Ero tornato da poco al Villaggio della Foglia e, per certi aspetti, era diverso da come l'avevo lasciato. Mai però avevo in mente un ricordo con così tanta stravaganza.

    Ronri si allontanò un attimo per poi fermarsi all’entrata di una stanza completamente buia. La luce sembrava fermarsi alla soglia, senza andare a sporcare le pareti della stanza. Si voltò e si rivolse ad Oda.
    Oda Saitama (*suono di trombette*)! Questa sfida è per te!
    Il particolare tizio svanì una volta varcato l’ingresso. Avrebbe atteso dall’altro lato l’entrata dello Yamanaka. Una volta varcata la soglia, Oda avrebbe potuto sentire la voce di Ronri rimbombare nella mente, come se fosse sotto l’effetto di una tecnica a lui molto conosciuta.
    In questa stanza buia le tue doti intellettuali verrano messe alla prova! Aaaaaah Aahahahahaahah! Non lo puoi vedere ad occhio nudo, ma davanti a te ci sono quaranta pergamene, tutte fuori dai loro rotoli ed impilate una sopra l’altra. Ognuna di esse ha un lato bianco ed uno scritto. Dieci di tra queste hanno il lato bianco rivolto verso l’alto, le restanti trenta lo hanno verso il basso. Il tuo compito è quello di uscire dalla stanza con due pile di pergamene contenenti lo stesso numero di pergamene con il lato bianco rivolto verso l’alto! Ahahahaahahaha Aaaaaaaah! Questa è la mia tecnica di sicurezza suprema! Con questa qua sarà direttamente l’Hokage in persona ad assumermi senza più sostituzioni!
    Con le sue doti da sensitivo Yamanaka, Oda avrebbe potuto percepire delle piccole manifestazioni di chakra nella pila di pergamene davanti. Avrebbe potuto constatare che effettivamente erano dieci come Ronri gli aveva detto ma non sarebbe stato in grado di percepire con assoluta precisione la posizione nella pila. Una volta toccate le pergamene però, le foti di chakra sarebbero svanite, lasciando così nessuna informazione sulla loro eventuale posizione.

    Qualche istante dopo l’incamminarsi di Oda verso la stanza di Ronri anche il fratello minore avrebbe attirato l’attenzione del restante fratello Saitama. Prima di proferire parola si guardò nervosamente attorno, mi diede un’occhiata sospetta per poi recuperare uno scrigno da sotto la sua scrivania. Si mise l’oggetto sotto l’ascella guardandosi nuovamente attorno e sincerandosi che solo i presenti avessero visto questo suo gesto.
    Ora, Sho Saitama (*suono di trombette*), se vuoi gentilmente seguirmi! Eheheehehehehehe… MUAHAHAHAHAHAHAH!
    Avrebbe quindi fatto strada a Sho e Kotei in una stanzetta poco più distante. Dalla mia seduta ero in grado di intravedere la coda bianca di Kotei ma dopo pochi secondi il loro ingresso, Ari chiuse violentemente la porta.
    Abbiamo aspettato molto il vostro arrivo perché avevamo bisogno di qualcuno come voi per queste nostre sfide.
    Fece un disteso respiro, come se volesse trovare il coraggio di dire una cosa molto importante e pesante.
    Il fatto è che… Saitama-san (*suono di trombette*), io… io mi sono innamorato!
    I suoi occhi iniziarono a brillare vivi di sentimento. O stava dicendo la verità o sapeva fingere molto bene.
    Lei è magnifica e bellissima! Ma… proviene da una famiglia di assassini del villaggio della Nebbia! La sua famiglia non approverebbe mai il nostro amore! Così ho ideato un metodo geniale per scambiarci le nostre lettere… piccantelle! Ho fatto una bellissima figura con lei a sembrare un tipo sveglio ed intelligente, solo che ho fatto qualche errore di calcolo e adesso non so come fare! Ho fatto realizzare due scrigni, uno è questo che ho tra le mani. Ne ho uno io e anche lei ne ha uno identico.
    Sho avrebbe potuto vedere uno scrigno di mediopiccole dimensioni di buona fattura con un lucchetto argentato adibito alla sua chiusura.
    Questo lucchetto, se spezzato è in grado di distruggere il contenuto dello scrigno, solo la sua chiave è in grado di aprirlo! Chiave che possiedo solamente io… Anche la mia amata possiede lo stesso lucchetto e lei possiede solamente la chiave per aprire il suo. Adesso però è passato molto tempo e credo che lei voglia spedirmi il suo scrigno contenente un suo messaggio! Il problema è che sarà chiuso dal suo lucchetto! Muoio dalla voglia di leggerlo ma non so come fare! Puoi aiutarci Sho Saitama (*suono di trombette*)?
    Ari fece qualche passo indietro appoggiandosi ad un tavolo.
    Lo so che può sembrarti bizzarro, ma non possiamo rischiare che qualcuno legga le nostre lettere! Chissà cosa potrà succedermi se un membro della sua famiglia leggesse qualcosa! Oppure potrebbe essere direttamente l’Inquisitore di Kiri a leggere le nostre comunicazioni, quel pervertito!
    Se Sho avesse fatto affidamento sui sensi di Kotei, quest'ultimo sarebbe stato in grado di percepire un aroma floreale provenire dallo scrigno di Ai, segno che magari un reale tocco femminile era entrato in contatto con l'oggetto.

    Nel frattempo, nella solitudine generatasi dal precdente baccano io ero rimasto solo, sconcertato e seduto. Fino a qualche minuto fa, anche se con qualche acciacco e comportamento strano potevo affermare di essermi svegliato dal mio lungo riposo… adesso… sembrava tutto così fantasioso.

  2. .

    Il Secondo Ritorno di Jōsuke Yamanaka


    Indicazioni Stradali



    Quel giorno i cancelli di ingresso del villaggio della Foglia erano molto affollati. Tra la calca di gente, tutta vogliosa di entrare, si poteva percepire uno spirito di impazienza unita alla gioia. Il mio.

    Il viaggio dalla tenuta degli Īdajo non era stato molto lungo ma Sadayo e Kohi vollero comunque darmi qualche provvista. Sono debitore a loro per tutte le cure che hanno avuto per me in questi sei anni, ma da quando riaprì gli occhi non potevo non chiedermi ogni volta da dove derivassero tutte queste attenzioni. Nel “breve” tempo nel quale ho fatto la loro conoscenza mi sono sembrate persone meravigliose, l’idea che fossero mossi da una naturale generosità era la più plausibile ma talvolta non riuscivo a pensare che ci fosse qualcosa di più, come se la loro percezione verso di me fosse stata la stessa che io avevo verso di loro. Una sorgente irrefrenabile di emozioni che ci aiutarono a stabilire questo legame, misterioso e irrefrenabile.
    Il mio fisico era ovviamente più debole nonostante le cure ed anche quel piccolo spostamento fece sentire la sua discreta fatica.
    Fortuna che Sadayo mi ha dato uno dei suoi dorayaki!
    Affondare i denti in qualcosa di buono è sempre un piacere unico, ma nonostante la squisitezza del mio spuntino non riuscivo ancora a togliermi un retrogusto amaro che avevo fin da quando mi ero svegliato. Che fine avevano fatto i miei genitori? Perché non si erano mai presentati? Gli Īdajo mi avevano detto che ogni tanto si presentava uno shinobi accademico per utilizzare qualche tecnica di cura, ma mai avevano visto venire a trovarmi qualcuno della mia famiglia. Per sei anni Sadayo e Kohi sono stati la mia, silenziosa, famiglia.
    Come se non bastasse, a questi pensieri si alternavano altri che mi facevano dubitare di essere stato in coma per tutto questo tempo. Riuscivo a ricordare i lineamenti dei mie genitore, immaginare come sarebbero invecchiati in questi sei anni come se effettivamente gli avessi visti con i miei occhi. Era un continuo alternarsi da tristezza da distacco a sollevamento per averli incontrati, anche se realmente un incontro non c’era ancora stato.

    Finalmente arrivò il mio turno ed il guardiano, notando il coprifronte portante il simbolo del villaggio della Foglia fu incline a farmi ben poche domande. Si limitò a chiedere il mio nome.
    Jōsuke Yamanaka, anzi Jōsuke Yamanaka Īdajo. Sono tornato a casa.
    Quel che non riuscì a comprendere al momento fu che il guardiano probabilmente aveva già sentito quel nome e che quindi il mio ingresso fu garantito senza alcun problema.
    Per me era del tutto normale, uno shinobi era tornato a casa dopo tanto tempo. Per quale motivo non avrebbero dovuto farmi tornare a casa?
    Konoha era come ricordavo e come avevo sempre sognato di vederla nuovamente. Il Paese del Fuoco era fortunato ad avere come sede principale questo villaggio. Le persone si muovevano con un fare fiero e, allo stesso tempo, gentile. Anche io mi sentivo parte di questo mondo, di questo modo di essere ma sentivo che al momento non ci sarei riuscito. Non potevo accorgermene, dopo un blackout di sei anni alcune cose vengono dimenticate anche se riguardano se stessi.
    Mi diressi subito alle mie vecchie residenze. La strada era perfetta, magari non il massimo della pulizia in alcuni punti, ma era la strada verso la mia casa. O verso la mia seconda casa? Mi fermai un momento, con la testa racchiusa tra le mani. Perché stavo dubitando che quella fosse casa mia? Perché provavo una felicità immensa ad essere finalmente entrato nel mio villaggio ed un secondo dopo ero vuoto?
    Ci misi molto più tempo del dovuto ad arrivare. Mi meravigliavo con poco, bastava che passasse un gatto per mettermi ad ammirarlo ed apprezzare quanto fossero belli i gatti del Paese del Fuoco. Oppure, dopo qualche curva incontrarne un altro per constatare che non stessi provando le stesse emozioni provate al gatto precedente. Forse non era solamente una questione di bellezza estetica di gatti, forse c’era qualcosa sotto. Ma, allora, non ne avevo la più pallida idea.
    Il quartiere Yamanaka si fondeva tra la vita frenetica e pimpante dei mercati al silenzio della contemplazione. Quella fu una sensazione troppo forte per essere ignorata.
    Ma asciugai una piccola lacrima che era caduta per l’emozione, fece un grosso respiro e bussai alla porta che fino a sei anni prima avevo varcato come uno dei più naturali gesti.
    Dopo una manciata di interminabili secondi qualcuno aprì la porta. Non riuscì a riconoscere la figura che era davanti a me. Colpa del coma? Non ne fui molto felice, forse mi ero immaginato per troppo tempo di ritrovare il volto di mia madre ricco di emozioni e gioia.
    Salve questa è la residenza di Fumio e Tsuya Yamanaka. Posso esserle utile?
    Il volto mi era ancora sconosciuto, ma quella voce forse l’avevo già sentita da qualche parte. Non riuscivo ad aprirmi a quel misto di sensazioni che provavo. Quel che venne fuori fu una lieve frase quasi balbettata.
    S-sì! Li sto cercando. Dove posso t-trovarli?
    Mi dispiace, ma Fumio e Tsuya sono in missione con loro figlio. Sono partiti qualche mese fa, non ricordo la direzione al momento...
    Il vuoto. Quella persona davanti avrebbe avuto una dimostrazione di quanto uno sguardo umano, a volte, possa trasmettere la totale assenza di reazioni. Cosa intendeva con loro figlio? Ero io loro figlio? Sì, eppure non ero in missione con loro. La mano destra iniziò nervosamente a tremare, adesso le emozioni arrivavano e come. Vedendo quanto mi avesse spiazzato la sua risposta quell’uomo non poté che cercare di darmi una piccola ancora di salvezza.
    Forse in Amministrazione potrai trovare qualche informazione in più. Lì hanno i registri delle missioni.
    Quel che diceva aveva senso. Il mio entusiasmo ormai del tutto spento aveva fatto spazio ad un pesante senso di disorientamento. Sì, sarei andato in Amministrazione per chiarire questo fatto, ma poi sarei tornato a casa mia e mi sarei fatto spiegare di più su questa faccenda. Ringraziai con un cenno della testa l’uomo e mi morsi le labbra per non riuscire a trovare la forza per ottenere più risposte. L’immagine di vederlo rientrare fu accompagnata dal rimbombare della sua voce nella mia testa. Perché qualcosa dentro di me mi stava dicendo che lo avevo già incontrato?
    Feci qualche passo sforzandomi ancora di più di riuscire a capire se ero sempre in coma e stavo sognando o se tutto quello che era successo era vero. Fu dopo qualche metro che mi accorsi di non ricordare affatto dove si potesse trovare l’Amministrazione.
    Mi voltai freneticamente attorno per poi venire attratto da due figure alte e robuste. Da come camminavano vicini, dai gesti e parole che si scambiavano si riusciva a capire un legame forte. Feci un altro respiro per cercare di scacciare i brutti pensieri, mi armai del miglior sorriso che potessi mostrare e mi diressi verso di loro.
    Salve! Scusate, vorrei sapere dove...
    I miei due nuovi interlocutori non avrebbero avuto difficoltà a notare che dal vivace sorriso che li aveva accolti la mia espressione si era presto mutata in qualcosa di primitivo e passivo. Lo stesso effetto che cancellando un disegno da un foglio di carta bianco.
    ... si trova l’Amministrazione?
    In cuor mio, speravo che i due mi ci accompagnassero. Avevo forse l’aspetto di un diciannovenne, magari un po’ più basso della media... nettamente più basso della media, ma sicuramente qualcosa di me era ancora infantile. Accennai un goffo inchino, dopotutto quei due sembravano un po' più grandi ed esperti di me.
  3. .

    THE SWORDMASTAH


    Il MASTAH del Pollaio



    Può capitare a tutti di dimenticarsi qualcosa nella vita. Tra impegni, preoccupazioni, pensieri, distrazioni è del tutto normale. Bisogna accettarlo ed andare avanti convinti che prima poi si riuscirà a ricordare, oppure, rassegnarsi all'idea di aver perso quel ricordo. Bhè, in quel momento Murai Kira stava cercando di ricordare con tutto se stesso. Spremeva le sue meningi con più forza rispetto a quella che usava nelle gambe per scappare. Perché quel cazzo di tizio biondo ossigenato lo stava inseguendo a rotta di collo per quattro isolati?

    FIGLIO DI PUTTANA MI DEVI 100.000 RYO!

    Un debito? Impossibile, lui non giocava di azzardo. Non aveva mai chiesto soldi a nessuno, aveva vissuto una vita nel pieno rispetto del duro lavoro e della meritocrazia.

    Lasciami stare! Io non ti devo nulla, per favore!

    Stava ripetendo quelle parole da così tanto tempo che ormai aveva perso l'originale sotto testo di paura e disperazione. Ogni volta, il suo inseguitore sembrava non ascoltare.

    Lo so che ce li hai cazzo! Puzzi di soldi! Ho deciso che mi devi 100.000 ryo per non spaccarti quella faccia di cazzo che ti ritrovi e...

    Si era perso per l'ennesima volta in uno dei suoi rabbiosi monologhi e non si era accorto che la sua vittima si aveva ritrovato rifugio in una stanza. Una mossa lesta, segno di una ritrovata speranza. Il Kaizoku doveva muoversi se non voleva perdere le sue tracce.
    Con uno scatto felino e goffo, allo stesso tempo, raggiunse l'entrata del luogo misterioso dove si era recato Murai. Spalancò la porta constatando che quel tentativo di fuga aveva incredibilmente aumentato il suo picco massimo di rabbia impossibile. Per qualcuno perennemente incazzato come il Kaizoku era un evento da registrare.

    LO VEDI CHE TI DEVO PER FORZA SPACCARE LA FACCIA?!

    Il giovane teppista non si era accorto di essere appena entrato in un bagno, ormai vedeva solo il suo obiettivo. Si poteva dire, inoltre, che in qualche modo aveva sviluppato una particolare abilità che gli permetteva di vedere il futuro. Infatti riusciva a vedere già la faccia della sua giovane vittima inzupparsi nel cesso. Un momento... quello non era il futuro, era il presente! Ah, che soddisfazione!
    Oltre che al luogo, Il Kaizoku non si era accorto della mirabolante mossa che avrebbe, di lì a poco, garantito la salvezza al povero Murai. Infatti, quello sfigatello aveva inserito un oggetto in una qualche fessura, convinto che qualcuno sarebbe uscito dalla parete per salvarlo. Povero illuso.

    Aiutatemi! Per favoblegeheheheh, aiutatemi!! Non ho fatto nientbheghererere!


    Nessuno può sentirti mia gallina dalle uova d'oro! Adesso sborsa i MIEI soldi o continuo! Che c'è non hai capito?! Nessuno verrà a salvarti, capito?! Nessu...

    In quel momento, la voce di Butanikuman si accordò con gli spruzzi provocati della faccia di Murai nel wc e le urla del Kaizoku.

    MA... MA CHE... MA CHE CAZZO!?

    Il misterioso soccorritore era arrivato veramente. Uscito dalla fottuta parete! La vita di Murai era salva e adesso quello che stava rischiando qualcosa era proprio il Kaizoku.
    L'uomo con la maschera da maiale sembrava avere un atteggiamento amichevole, addirittura stava esortando l'entrata di questo misterioso "contendente". Fu lì che il Kaizoku si sorprese per una dote (se così si poteva chiamare) che fin troppe volte aveva trascurato. Con tutta la sua velocità, staccò la mano dalla nuca della sua povera vittima e prese le sue distanze inorridito. Aveva ancora il cuore che andava a mille per tutta quella adrenalina, ma deglutì sonoramente e, con una pessima recitazione, si rivolse all'uomo che fino a poco fa aveva cercato di affogare.

    E QUESTO E' QUELLO CHE TI MERITI PER AVER PICCHIATO QUELLA BAMBINA! STRONZO!

    Si prese un lungo momento per assaporare come era riuscito a risolvere quella situazione. Era sempre stato una bestia domata dagli istinti, ma quella botta di acume e capacità di adattamento gli avevano garantito la salvezza. Ma veramente?!
    Adesso, giustamente, Butanikuman si stava aspettando un contendente. Doveva reggere il gioco, avrebbe conteso qualunque cosa ci sarebbe stata da contendersi.
    Indossò quindi la miglior faccia di culo che potesse mettersi e continuò la sua mediocre recitina.

    Ma certamente, Butanikuman-sama.

    Ne seguì una serie di inchini, fatti a malincuore ed in malo modo, e rispettose, quando mai, chinate con la testa che portò l'ingresso al torneo del Kaizoku. Era quasi al limite di esplodere ed inveire anche contro quell'essere maialoso che aveva interrotto la sua rapina, ma l'idea di sfogare la sua rabbia verso qualche sconosciuto in maschera era molto allettante. In più, vincere sarebbe significato essere il migliore, il più forte, il più duro, il più stronzo. E lui voleva essere il più, più insomma.
    Il giovane biondo ossigenato indossò quindi gli abiti ed il sigillo, lasciando gli occhi ad un breve attimo di oscurità nel momento che si infilò la maschera. Dalla rastrelliera, prese una Lancia Chiang[2], una Katana[2] ed una Wakizashi[1].
    Entrò nell'arena ed il pessimo odore della maschera sembrò svanire. Un leggero sapore metallico si fece largo tra le sue papille gustative, il cuore aumentò i suo battiti. Ormai era preso dall'eccitazione. Voleva menare qualcuno e finalmente avrebbe menato qualcuno. Una volta finito tutto sarebbe andato a ricercare quello stronzo di Murai, non poteva mica lasciare testimoni.
    Il Gallo Biondo della Rabbia -IKARI NO BURONDU KOKKU- così si immaginava, prese un attimo per osservare gli altri contendenti. Avrebbe cercato poi di attirare l'attenzione di altri avversari con la maschera di un volatile.

    KU KU KU KU KOKKU KOKKUUUU! A CHI E' CHE DEVO SPACCARE LA FACCIA?! KOKOKOKOKOKO!

  4. .

    A Clash of Bastards


    Scelto per Ultimo



    Il caos che si era generato in quella manciata di minuti aveva fatto completamente dimenticare a il Kaizoku perché fosse lì. In quella isoletta dimenticata da tutto e da tutti, vissuta solamente da gente che, come lui, aveva scelto di non scegliere di avere una vita normale. In molti avevano scelto la droga, l'alcool, il furto. Lui per ora si era limitato alla violenza, ma appena avrebbe potuto avrebbe scelto anche tutte le altre.
    Il suo attuale compagno di schiaffi, Noroi, aveva incassato bene il suo attacco in scivolata. Il volto del Nezumi era segnato e sfregiato, difficilmente il Kaizoku avrebbe potuto lasciare il segno su quel murales fatto di carne. Ciò nonostante, il suo avversario lo raggiunse il quell'orgia di liquido vischioso, cadendo a terra. Nel frattempo, il ciccione che prima aveva oscurato la luce nella locanda aveva finalmente raggiunto il punto di schianto provocando una netta fine del percorso di vita che si era scelto il locandiere. La pavimentazione in legno del luogo si spaccò in un sonoro e netto istante. Un tuffo che, come un professionista, aveva lasciato ben poche ripercussioni sugli altri elementi del locale. Per il momento.
    Qualche secondo dopo, come il tuono che arriva dopo il fulmini, uno schianto ben poco amichevole raggiunse tutti gli avventori.

    Mi stai prendendo per il culo?!

    Una fottuta esplosione riempì il buco lasciato dal colossale Shu, portandosi presto insieme altri pezzi di locanda, facendo divampare velocemente un incendio. Come se tutto ciò non bastasse, il Nezumi aveva fatto partire un attacco diretto alla fronte del Kaizoku con una gamba di un tavolo. Una semplice gamba di un tavolo non sarebbe stato un problema per il suo coprifronte: se le leggende che aveva sentito erano vere questi strumenti, apparentemente solo estetici, erano in grado di bloccare attacchi di potenza e proporzioni epiche; di certo non avrebbe avuto problemi. Peccato solo che non aveva mai avuto uno. Non aveva mai ricordato di averne uno... e, adesso che ci pensava un po' di più, non ricordava nemmeno da dove poteva provenire lui.
    Fortunatamente per il giovane biondino, il gigantesco tizio che prima lo aveva scaraventato via come se fosse una piuma aveva bloccato l'attacco di Noroi. Sembrava che tra i due ci fosse una tangibile confidenza, come se si fossero già conosciuti o che, addirittura, facessero parte di un qualche gruppo comune. Con la stessa velocità con la quale si esegue un rutto, Kuso afferrò anche il Kaizoku rivolgendo lui parole amichevoli. Sembrava non essersi minimamente accorto che stava facendo a botte con un suo amico. Nel mentre uscivano dalla locanda in fiamme, il Nezumi sembrò seguire il ragionamento del tizio altissimo, cosa che riuscì totalmente ad accendere il focoso biondino.

    No che non siamo am-bheglbebebe

    Il tizio più alto che avesse mai visto aveva appena premuto la sua faccia contro il suo orecchio, facendo chiudere la bocca del Kaizoku in una morsa che seguiva scrupolosamente l'abc del perfetto omosessuale. Era forse fragola quella che aveva appena sentito? O forse porco fritto? Fatto sta, che la sua gamba sinistra sembrò giovarne parecchio da quel morso involontario. Il tizio alto era dotato di molte sorprese, quelle comportamentali erano solo la punta dell'iceberg?
    Il giovane pirata scese dalle spalle di Kuso giusto in tempo per poter assistere ad un tizio del tutto intenzionato a minacciare il gruppo che si era appena salvato dall'esplosione della locanda. Sì, quel tizio aveva tutte le carte in regola per essere menato dal Kaizoku. Già poteva sentire la sensazione delle sue nocche che si schiantavano su quel sorriso da strafottente. Solo lui poteva sorridere strafottentemente! Il tizio in pigiama sembrava aver preso proprio a cuore quelle minacce, in qualche modo aveva incluso tutti gli altri in quel che sarebbe stato una sorta di scontro tra bande rivali. Se sarebbe stato fortunato, avrebbe sicuramente riservato qualche schiaffo per il tizio in pigiama nel caos della battaglia. Il gruppo attuale, o meglio quasi ex-gruppo, del Kaizoku prevedeva dei pirati anche fin troppo gentili per i suoi gusti, ma almeno portavano degli abiti adeguati ai loro atti. Non potevi vestirti in pigiama e poi andartene per locali a scatenare risse.
    Qualche secondo dopo aver scelto il suo bersaglio ci fu un altro evento inaspettato, scatenato dal solito aborto obeso. Un tuono nelle profondità anticipò il volo che avrebbe ucciso il tipo che poco fa lì aveva minacciati e si era meritato la totale attenzione del giovane. Dal punto di esplosione, volò con una grazia grassa e fiammeggiante quel che rimaneva del colossale Shu. Atterrò davanti al Kaizoku, coprendoli la vista sul gruppo di nemici che aveva davanti. Non poco stizzito, sì spostò in modo da riavere la visuale. Nel mentre, l'obeso sembrava non dare nessun segno di vita.

    Ehi sacco di grasso fiammeggiante... Stai bene?!

    Giusto il tempo di finire il discorso che un altro possibile bersaglio gli si palesò davanti agli occhi. Era perfetto! Il suo volto era giovane, ma emanava sofferenza, malattia ed un età celebrale molto più alta di quella che mostrava. La sua carnagione, inoltre, dichiarava la sua provenienza dall'estremo sud del mondo. Molte volte il Kaizoku aveva proposto di navigare negli oceani a sud dato che aveva sentito che in quelle terre molte associazioni criminali si era formate e aveva guadagnato il controllo di quei posti. Sì, gli avrebbe staccato la giugulare a morsi a quello ma... qualcosa nel suo sguardo non lo convinceva. Non stava guardando il Kaizoku ma Kuso! E quest'ultimo, dalla sua maschera, stava ricambiando lo sguardo di sfida! Dannazione un altro bersaglio gli era stato soffiato.
    Un'altra rapida occhiata gli rivelò l'ennesima scioccante rivelazione.

    Cosa?! PEZZO DI MERDA IO TI SPACCO LA FACCIA!

    L'altra banda era dotata di un tipo biondo ossigenato come lui! Il Kaizoku era l'unica persona che conosceva a portare quel colore di capelli, non avrebbe tollerato nessun altro. Anche qui però gli sguardi di sfida parlavano chiaro: l'altro tizio biondo stava puntando chiaramente a Noroi e quest'ultimo stava ricambiando.

    MI STATE FACENDO PROPRIO INCAZZARE!


    EHI STUPIDO STRONZO! DA PICCOLO MI SCEGLIEVANO SEMPRE PER ULTIMO! NON PERMETTERO' CHE ACCADA LA STESSA COSA CON TE!

    L'attenzione del Kaizoku venne istantaneamente assorbita da un tizio con un casco. Un tipo che da piccolo deve aver subito ogni genere di complesso che ora lo avevano spinto a scegliere proprio il focoso biondino come avversario. Era stato forse il suo ignorarlo totalmente a scatenare quella reazione? Bhè, non sarebbe più stato questo il caso adesso.

    Fatto sotto stronzo! Ti farò vedere io di cosa è capace un bastardo e... quando manderò in pezzo quel cazzo di elmo che ti ritrovi, mi aspetto che i tuoi capelli siano biondi come i miei e come quelli di quello stronzo del tuo amico, altrimenti vedrò di rintracciare ogni tuo amico di infanzia che ti ha scelto per ultimo e dirgli personalmente che ha sempre fatto la scelta giusto!

    Si voltò leggermente poi verso Noroi.
    Guarda di spaccare e strappare i capelli a quel figlio di puttana.

    It's showtime.

    Usati 3 Bassi e prese 3 e 3/4 lecche nnivviso - 2 lecche nnvviso = 1 e 3/4 lecche nnivviso

  5. .

    A Clash of Bastards


    Vola, Gallo Biondo Volaaaa


    Quel che il Kaizoku aveva visto innescarsi era uno schema piramidale di eventi che avevano preso come fondamenta l'arrivo del tizio in pigiama. Il colossale Shu era soltanto il primo di una lunga serie di bastardi che di lì a poco avrebbero popolato il locale, facendo effettivamente la miglior cosa che un gruppo di persone come loro potessere riuscire a fare.
    Il secondo ad "abboccare" fu ovviamente il Kaizoku. Non aveva bisogno di altro che di un motivo per far scattare come una molla la propria tensione. Non che normalmente fosse diverso da come si stava comportando. L'immagine che un obeso di tale rabbia, e che emanava un senso di ripudio grande quanto le sue rotondità, si stesse confrontando con un damerino in pigiama che probabilmente aveva una scarpetta di cristallo incastrata in culo era pura poesia. Alta classe, il pù profumato sakè. Passò solo quache istante, ed oltra allo sgabello appena lanciato, un'altra figura si aggiunse al quadro che il biondo aveva davanti agli occhi. Un tizio protetto solo da una maschera ed un perizoma, che non si riguardava nello svolgere malissimo la sua funzione coprente, si era lestamente avvicinato ai due e, con un'altrettanto lesta mossa, aveva toccato le parti intime dei due contendenti.

    Ma che CAZZO...?

    Non ebbe sufficiente tempo per elaborare il fatto che subito un altro attore fece la sua comparsa sul palcoscenico. Un tipo strano, il quale aspetto indicava subito un qualcuno di malato e cioè da evitare. Quest'ultimo aggredì il colossale Shu ed una volta terminata l'azione scattò velocemente verso il tavolo dove si era posizionato il Kaizoku. Ecco uno dei da poco nominati eroi che cercava di guadagnarsi la sua collana di denti. Non sarebbe bastato altro che scendere e riempirlo di cazzotti. Si diede una spinta decisa per scendere, stizzito dall'irruenza del nuovo arrivato. Mai si sarebbe immaginato che quell'eccesso di adrenalina gli avrebbe evitato di fare la stessa fine del tavolo. [SD1]
    Il tavolo fece la sua rocambolesca piroetta, passando al di sopra della testa del Kaizoku e schiantandosi vicino ad un tizio che da poco aveva cominciato a suonare.
    Il suo rapporto con la musica era sempre stato particolare, qualche ballata che sentiva sulla nave ed il rumore dei cazzotti sul suo viso e quello delle sue vittime erano sempre state le uniche melodie che aveva sentito. Quel pianoforte però stava aggiungendo il condimento adatto a questa situazione, un ritmo trasportante che lo incitavano a dare il meglio.
    A proposito di condimenti, una portata principale stava volando dritta verso la sua faccia. Inutile dire che tutta questa premessa di come avrebbe spaccato la faccia a chiunque a ritmo musicale se ne era andata a farsi fottere. Il prosciutto si schianto sull'impreparata fronte del Kaizoku. [Ferita 1/2 Leggera]
    Ancora una volta non ci fu il modo di realizzare il danno fatto dalla parte del porco morto che lo aveva colpito: come lui aveva sentito un lieve fuoco accendersi a quella musica, tutto il locale si era risvegliato in quella che era un'orgia di violenza, divertimento e passione. Come se anche tutti gli altri ospiti erano pronti a scattare come molle al segnale del pianoforte. Adesso le scelte erano poche: danzare insieme a quella bolgia e cercare di farsi valere il più possibile e sopprimere e farsi pisciare in testa dal primo che arrivava. Diciamo che quel tizio arrivò, al posto del piscio un getto di birra(?) che per la vischiosità ricordava più la fermentazione di una a tutti conosciuti materia di scarto. Nel mentre osservava il getto e sentiva depositarsi sul suo corpo quella roba non riuscì a non pensare che poco prima aveva rubato un boccale e che quindi l'aveva bevuta. [Ferita 1/4 Leggera e Status]

    Ma cazzo, cioè seriamen... TEEEEEE!

    Fu più rapido del prosciutto e del getto di birramerda. Qualcosa, o meglio qualcuno(?), gli afferrò una gamba con una velocità ed una forza che non aveva mai né visto né sentito. [Ferita 3 Leggere - Presa]
    Il tizio mascherato lo aveva afferrato. Dal viso coperto si poteva comunque avvertire una certa freddezza. Si era annunciato con una frase sì, si era chiaramente rivolto al Kaizoku ma quella velocità era stata maggiore di quella dei neuroni del biondo. Nel mentre vorticava nell'aria della locanda non poté evitare di fare un'altra inquietante scoperta: il tizio mascherato sembrava essere cresciuto. Era chiaramente più alto di quando stava toccando le parti intime alla coppia che scoppia. A proposito di scoppi, di lì a poco se ne sarebbe verificato un altro. In quel breve tragitto in aria ebbe però la possibilità di pensare, di crogiolarsi nella sua situazione. Era stato scaraventato da un tizio molto più forte di lui è vero, ma questo non gli avrebbe impedito di fare casino, di menare le mani e di sfogarsi. Sarebbe stato un proiettile mortale verso chiunque lo avrebbe intercettato, sì avrebbe portato morte e distruzione sul suo cammino e...

    Se si fosse schiantato sul Noroi, la botta sarebbe stata colossale ed il biondo non avrebbe potuto evitare di finire in terra, ancora più invischiato nella birra. Avrebbe poi cercato con lo sguardo il Nezumi, pronto a rivolgere verso di lui la rabbia ulteriore di quel momento.

    Pezzo di merda lo vedi cosa ci guadagni a fare l'eroe?!

    Se non si fosse schiantato su Noroi sarebbe ugualmente finito nella pozza paludosa di birra, sudore e sangue. Avrebbe comunque rivolto le sue parole di rabbia verso il Nezumi, poteva sembrare l'obiettivo più a portata che aveva e non poteva mica mettersi a tu per tu con il tizio che lo aveva appena scaraventato in aria.
    E che cazzo, visto che ti piaceva così tanto fare l'eroe potevi almeno prendermi al volo!


    Ma i guai per il Kaizoku non erano ancora finiti. Poco oltre lo sfregiato, il tizio in pigiama sembrava essersi rinvigorito. Che anche lui trovasse giovamento in situazioni come questa? La cosa lo mandava in bestia, uno stronzo in pigiama che amava le risse in locande proprio come lui. Potevano essere migliori amici oppure potevano semplicemente ammazzarsi di botte. Ovviamente, il Kaizoku optò per la seconda scelta e fu compiaciuto nel vedere che anche il damerino la pensava come lui. Quella "fanghiglia" rendeva difficili i movimenti, ma in quel caso non aveva bisogno di molto moto. Poteva semplicemente usare quell'improvvisata posizione di copertura. Come un pendolo umano fece lievemente carico su un lato, per poi ribaltarsi completamente in quello opposto cercando di usare tutta la velocità che potesse avere. Una rotolata azzardata che aumentava gli strati di schifezza sui suoi vestiti e sulla sua pelle. [SD2]

    Adesso era il momento di riscuotere la lista di cazzotti che in quegli istanti si era notevolmente allungata. Il tizio in pigiama, l'aborto obeso, l'eroe sfregiato, il tizio masche- no quello no, il pezzette che aveva inondato di birra metà locale, lo stronzo che stava ballando fuori tempo in fondo alla stanza, la moglie dell'oste che gli aveva tirato tre chili di pregiatissimo kobe (sì, uguale) in faccia e, come se non bastasse, sentiva di non aver avuto modo di vedere l'essere peggiore che si trovava con loro in quella locanda; magari si era macchiato di cose tipo prepararsi i fuuinjutsu.
    Si rialzò velocemente, carico di tutto della voglia di prendere a pugni ogni singola persona della sopra elencata lista. Il più a tiro sembrava essere lo sfregiato, Noroi, il finto eroe che presto avrebbe chiesto dello sciamano dei denti di Gotō.
    Fece come per fare un piccolo scatto, in modo da avere un buono slancio in quella merda di lago, per poi far strusciare sulla birra riversata sul pavimento il secondo passo, non facendolo quindi atterrare. Un gesto che aveva come scopo quello di alzare più "liquido palustre" possibile verso quel tizio che nel vero liquido palustre sembrava esserci nato. [SA1]
    Dopo di che avrebbe utilizzato la forza accumulata dal passo per sfruttare il momento e buttarsi in una scenografica scivolata verso le gambe del Nezumi (o verso le gambe del tavolo, sgabello nel caso si fosse trovato su di una di esse). Quel che ne uscì fu spettacolarmente stupido. La mossa di prima, su quella birra, gli aveva fatto clamorosamente perdere l'equilibrio, si sarebbe comunque ritrovato a scivolare, tanto valeva farlo verso il suo obiettivo. Riuscì quindi a controllare la direzione del tackle per indirizzare una gamba, fiducioso del poco attrito che avrebbe avuto. [SA2]

    Era proprio nel pieno della scivolata, sentiva il liquido viscoso che rallentava la sua corsa ma la spinta era sufficiente per proseguire la corsa. Tutto ad un tratto, l'oscurità. In quel momento perse di vista il suo obiettivo, Noroi, perse di vista l'intera locanda. Anche i rumori sembravano ovattarsi, le urla delle gente si erano fatte più deboli. Sopra di lui stava passando una montagna. Una rotonda montagna. Una rotonda montagna incazzata. Shu. I lineamenti del suo volto erano contratti, si era sforzato molto per compiere quel balzo, qualcuno dall'altra parte della locanda lo aveva fatto proprio incazzare.

    Mamm.. eeeehm!


    Ormai si era ritrovato a scivolare senza più una metà certa. Chi poteva dire cosa lo attendeva alla fine dell'oscurità?
    Fortunatamente il tempo ritornò a scorrere normalmente ed il biondo prosegui il suo passaggio al di sotto dell'Aborto in volo. Inutile dire che qualche istante servì per riabituarsi alla luce della locanda.
    Non curante del successo del suo attacco, il giovane Kaizoku avrebbe cercato compulsivamente in una delle sue tasche un oggetto che forse avrebbe attirato l'attenzione di qualcuno. Una volta afferrato lo strinse saldamente, si girò un po' da terra alzando il braccio che impugnava l'oggetto. Con il pollice premette l'ingranaggio. Un lieve tick si fece spazio nella musica.

    BRUTTI STRONZI LO FACCIO EH! LO FACCIO!

    Sventolava l'accendino in mano, certo del fatto che se lo avesse lasciato cadere qualcosa di brutto sarebbe successo. Non gli importava rimanere coinvolto nelle fiamme, voleva far vedere che la cresta più alta del locale era la sua.

    Usati 3 Bassi e prese 3 e 3/4 lecche nnivviso

  6. .

    A Clash of Destinies


    La Paranza degli Stolti - Take Cover!


    I viaggi sulla Dama di Sangue erano sempre una sofferenza. Forse piano, piano quella mente bacata che si ritrovava stava iniziando a capire che quel soprannome gli era stato dato proprio per via delle sue "grandi abilità" da marinaio. Kaizoku però adesso era il suo nome. Ed erano stati proprio quelli stronzi a scegliere chi sarebbe stato il loro carnerfice.
    Un misto di sensazioni negative che andavano ad scemare al momento dell'approdo. Quella era una gran bella nave. Magari non era la più grande, non era la più veloce o armata ma era perfetta. Vele color cremisi, il legno accarezzato dalla dolce e crudele stretta dei mari. Conosceva a memoria ogni graffio sullo scafo. L'albero maestro era stata per molto tempo la sua postazione, dopo che si erano accorti che anche a menare le mani ci sapeva fare. Però ecco, anche da lontano lo sentiva oscillare, piegarsi e reagire al respiro del vento.
    La Dama di Sangue era nata per bramare il dominio, la violenza. Non un gruppo di stronzi rammolliti che qualche volta andavano a rubare qualcosa.

    Rifornimenti, qualche voce interessante e ... "l'arraffo". Giusto, Takemakisama?

    Odiava chiamarlo così. Quella combriccola aveva pensato a chiamare le loro attività di scorribande "l'arraffo". Un debole tentativo di far sembrare importante qualcosa di orami irrisorio. Bhé, se tutto sarebbe andato per il meglio sarebbero stati loro a subire l'arraffo. Poi avrebbe cambiato modo di chiamarlo... "Cercare funghi?", "Dare ristoro a vedove"? Soluzioni già più poetiche.

    Takemakisama? Da dove viene tutto questo rispetto, eh Kaizoku?

    A quella risposta, nella sua testa era un susseguirsi di "Schifoso bastardo figlio di puttana, sei ubriaco tutto il tempo ed adesso noti questi dettagli?" La mente del giovane stava già andando in tilt per quella osservazione. Purtroppo era vera, non aveva mai badato a chiamare qualcuno dei suoi superiori con rispetto e, tanto meno, nessuno di loro lo aveva mai richiesto. La tensione gli aveva giocato un brutto scherzo. Come sempre.

    Vaffanculo, TakemakiSAMA!

    Eppure quel carattere focoso lo aveva portato lontano. Così lontano da essere ad un passo dallo sbarazzarsi di quegli stronzi. Perché doveva rischiare di rovinare tutto adesso?

    AHAHAHAHAHAH! Calmati, ragazzo, calmati! Ti sto solo prendendo in giro... sei sempre stato troppo avventato!

    Detto questo, il quartiermastro Takemaki si allontanò per la sua strada.
    Il giovane dalla testa calda aveva la possibilità di rifocillarsi e cercare quei contatti che gli avevano indicato Gotō come luogo del tradimento. Non restava che guardare cosa quel posto avrebbe riservato per lui.

    ...



    Orami girava per i mari da qualche anno. Era giovane sì, ma aveva visto la sua discreta fetta di posti di merda. Inutile dire che questo entrava di grazia nella categoria. Sputò in terra, qualcosa di pulito in quel mare di merda o semplicemente un gesto di stizza. La sua indicazione era semplicemente: "Gotō". Niente di più. Il nome dell'isola scritto su un piccolo straccio, ecco tutto quello che aveva dei suoi misteriosi "contatti".
    Fu proprio trascinato dalla fame e dai nervi che si ritrovò davanti ad una delle locande che frequentava solitamente. Questo posto era proprio abituato a ricevere gente come lui. Il Kaizoku, uno stronzo come tanti che faceva la sua fortuna su quella degli altri anche a costo della vita di quest'ultimi. Questo era quello che faceva. O meglio, quello che voleva tornare a fare.

    Che dire, quella bettola aveva da offrire molto di più di quello che mostrava. Gente di tutti i colori, molti dei quali simili ai suoi. Alcuni di quegli avventori aveva già capito che da tipi come Kaizoku era meglio stare alla larga. Specialmente se l'espressione che si leggeva sul suo volto emanava un chiaro messaggio di disapprovazione verso qualsiasi cosa.
    Si guardò superficialmente attorno. La sala era piuttosto grande ed il lungo bancone mostrava un frenetico traffico di cameriere e commensali. In un angolo in fondo, un tizio che si poteva definire grasso tanto quanto Takemaki, se non di più. Bhe, buon per lui.
    Kaizoku puntò un tavolo a caso, il destino beffardo volle che si trovasse proprio tra l'angolo dell'Aborto ed il bancone. Nel tragitto tra l'entrata ed il tavolo scelto, il giovane afferrò un boccale ed un piatto di pesce misto da un altro tavolo. Un gesto automatico, come se quella prepotenza fosse un aspetto fin troppo naturale della sua persona. La vittima si alzò di colpo e fece per urlare dietro al ragazzo, gli altri due commensali lo fermarono in tempo prima che la voce potesse manifestarsi. Ne uscì fuori un suono simile ad un peto beffardo, quasi impercettibile ma da una puzza letale. Fortunatamente per lui, niente da impensierire il Kaizoku, alla puzza di merda ci era abituato.

    Fu dopo poco che fece la sua comparsa una sagoma al quanto strana. Quella persona era adatta a quel contesto tanto quanto un macellaio dalle dita mozzate in un salone di bellezza. Aveva tutti i connotati del genere di persona che finisce vittima dell'"arraffo". Diamine quanto odiava quella parola.
    Passarono pochi istanti ed il Kaizoku ebbe conferma che il tizio con il pigiama troppo lungo appena entrato aveva suscitato l'attenzione di un altro ospite. Si godette la scena eserrefatto. Si svolse tutto così velocemente, una rabbia pacata che si manifestò nell'attacco con la bottiglia del vino, ma quell'azione era pura poesia per il giovane. Un tanfo inebriante la violenza, una volta respirato ed inebriato si trasforma in un dolce profumo.




    Ehi tu sacco di merda!

    I rotondi occhi, falsamente dolci e gentili, del giovane mostravano la sua espressione divertita ed assuefatta della situazione. Aveva proprio bisogno di quel nuovo spettacolo che si era creato per scaricare tutta quella tensione.
    Subito dopo al calcio dell'enorme e grasso Aborto allo sgabello del Tizio in Pigiama, Il Kaizoku avrebbe sollevato la sua seduta automaticamente dandosi lo slancio per ritrovarsi in piedi. Una piccola cavalcata che stava a significare che lui di risse in taverne ne aveva fatte.
    Con entrambe le mani fece volare lo sgabello in aria verso l'enorme schiena dell'Aborto ma si stava trattenendo. Non voleva che quel siparietto finisse troppo presto.
    Dopo l'azione salì sul tavolo facendo cadere quel piatto e boccale abbondanti che prima aveva trafugato.

    SE VUOI CERCARE DI FARE A BOTTE TI ACCONTENTO SUBITO! E QUESTO VALE ANCHE PER TE, STRAFOTTENTE FACCIA DI CAZZO CHE SE NE VA A GIRO IN PIGIAMA!

    Un singolo momento lo uso per raccogliersi, con lo sguardo ancora più pungente e l'espressione divertita. Un suono metallico uscì dalla sua voce, ormai era questo che voleva, il suo piano avrebbe aspettato l'alba.

    E IL PRIMO DI VOI ALTRI FIGLI DI PUTTANA CHE CERCHERA' DI FARE L'EROE SI GUADAGNERA' UNA COLLANA FATTA CON I SUOI STESSI DENTI!

  7. .
    Hola hola a tutti!

    Come state bei figli delle stelle? :*

    Ho deciso di ripercorrere il rituale di fogatura pesa nel forum fin quando la vita non mi schiaffa con violenza alla realtà! Altrimenti non sarei un onorevole masochista!

    A differenza delle altre volte, ho già fatto tutti i compiti e preparato il tutto.
    Farò qualcosa che non ho mai giocato ma che nella vita mi viene abbastanza bene: lo stronzo.

    Ci becchiamo su Discord!
  8. .
    CITAZIONE (Shinken Takatsui @ 1/10/2017, 01:22) 
    Mound and blade: warband... i feels ç_ç ero un vero e proprio pro player

    Jotaro Jaku Ne sai qualcosa? :guru:

    Madò però non vedo l'ora di provare Bannerlord, è dal 2012 che lo sbandierano a giro!
  9. .

    I Meravigliosi Aborti Chimera


    Perdere un Pezzo di Se (per ora...)


    Sì, "fidarsi" di quei due sconosciuti era stato un rischio enorme. Dall'altro tutto quello che avevano saputo fare era stato catturarlo, minacciarlo di morte e praticamente obbligarlo ad accettare la loro offerta. Bhé, poteva salvare la vita di sua sorella e la sua... tanto gli bastava al momento. Jurobei non era certo un mago delle negoziazioni e sicuramente non sarebbe mai stato in grado di fuggire o controattacare quei due loschi figuri. Tanto meglio allora tenersi allacciati alla vita lavorando per loro.
    Chiaro, che non intenzionalmente (o forse, sì), il giovane avrebbe nuovamente imparato una pesante lezione dalla vita. Non è mai certo chi si possa incontrare nella vita e non è mai certo cosa sia il fuoco interiore che muove le azioni di tutti. Jurobei aveva il suo obiettivo, non si era mai interrogato sul cosa fare dopo, ma aveva già la mente occupata per chissà quanto tempo. Si augurava solamente il meno possibile. «AAAAAAAAAAAAH!» Qui stava pagando il prezzo per aver seguito i due ed essersi esposto così. Con quel dolore, con quel che aveva appena subito, poteva benissimo dire che le azioni, che motivavano gli interessi di Kuso, non sarebbero state nei suoi interessi saperle. Per quel che aveva elaborato, potevano tutte essere casuali e dettate dal momento. Ma non avrebbe mai chiesto un perché di un suo gesto o parola, questo era certo.
    La mano destra andò instintivamente a coprirsi la parte mancante. Si era già macchiata rossa di sangue, non ne stava perdendo molto, ma si poteva benissimo calcare le imprecisioni che il morso aveva lasciato sull'orecchio. «Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo...!» Accolse subito le fasciature che Densen gli aveva gentilmente, almeno per lui, dato. Era la sua prima ferita, una delle poche volte che aveva visto il suo stesso sangue in quelle condizioni. Quella che uscì fu una grossolona fasciatura, che andava a ricoprire anche la parte rimasta intatta dell'orecchio. Non rivolse più parola a nessuno per quei pochi passi che li separavano dallo strano incontro. Il povero Studente si poteva definire a dir poco traumatizzato.

    [...]



    Ed ecco che, come si suol dire, era appena caduto dalla padella alla brace. L'inusuale incontro che aveva fatto il trio si era trasformato in una sottospecie di schermaglia. Il Brucomela si era rivelato un pazzo sotto effetto di allucinogeni e aveva raccolto l'ascia da guerra solamente contro di loro, o insomma... contro quei draghi che solamente lui vedeva.
    Il suo viscoso daro investì completamente il giovane. Kuso e Densen non si erano dimostrati troppo collaborativi, avevano usato Jurobei come cavia per vedere il potenziale del loro avversario. Ammirevole e saggio, ma spietato. La bava si schiantò sul busto del giovane, andando a ricoprire le spalle, fino a metà dell'avambraccio. Sorprendentemente non stava provando alcun dolore. Jurobei riaprì gli occhi, sospirando per "lo scampato pericolo". «Ahah! Non mi hai fatto nien.... Ma che cazzo?!» La spavalderia del Gaho di mezzo venne istantaneamente punita. Lo strato biancastro si stava velocemente solidificando, rendendo impossibile ogni movimento, rendendo anche respirare un grande sforzo! [Paralisi Braccia e Busto superiore] Il giovane era così preso dal panico che non si era affatto accorto della mossa del suo mascherato amico. Ma perché doveva uscire di casa proprio quel giorno? Jurobei stava volando a grande velocità verso la chimera. Quest'ultima, anche se sotto quello stato, riconobbe subito l'offensiva. «COSA?! Io provo, eroicamente, a salvarti da quell'enorme drago che hai dietro e tu OSI VOLARE CONTRO DI ME TUTTO INCAZZATO?!» si rivolse poi a due Nukenin. «Ma come fate a portarvi dietro un mostro del genere, io dico...!» L'essere verde si sollevò da terra, mostrando delle piccole zampette ovali ed un panciotto color verde chiaro. L'espressione si era fatta leggermente più cupa, ma era difficile capirlo con tutta quella nube che gli usciva dal naso. «Bambini avete allacciato le cinture?! Genitori non andate nel panicooooo!» I suoi movimenti si fecero sempre più scattosi, come se il suo corpo si muovesse tramite spasmi. Con un rapido movimento, il Brucomela catturò il Sunese attorcigliandosi a spirale e stringendo quel tanto che bastava per non farlo cadere. Non lo stava stritolando e non gli stava arrecando nessun dolore, ma lo Studente non poteva certo definirsi in una situazione comoda. Anche perché l'impatto lo aveva comunque subito. [2 Leggere] Non provò nemmeno a divincolarsi, anche se dei forti brividi lo avevano pervaso quando il bruco si avvicinò con il suo enorme muso. Un'enorme nube bianca investì completamente Jurobei, Pikachu per Kuso. Si stava velocemente formando una nebbia che ricoprì una discreta porzione dell'area attorno. [12 Metri di diametro] Il giovane era scoparso. Solo dopo qualche instante, fu possibile distinguere nuovamente la sua sagoma tra le spire della chimera. Le pupille erano completamente dilatate, la bocca completamente spalancata dalla quale scendeva un leggero rigagnolo di bava. Anche Jurobei si era strafatto. Una rapida occhiata a ciò che lo stava circondando gli permise di vedere la nebbia che si stava velocemente estendendo verso gli altri suoi due compagni, ma cos'erano quei due cosi giganteschi che avevano alle loro spalle? No... non stava credendo ai suoi occhi... Degli enormi draghi sputafuoco stavano per posare le loro grinfia sui suoi datori di lavoro! «Ajej scorree! Drago! Io! No, voi, via!» Il giovane provò ad avvertirli ma i suoni che stava emettendo erano più simili a rutti che a parole.
    Nel frattempo, il mostro aveva spostato l'attenzione sul duo. La nebbia stava avanzando, i due doveva reagire o sarebbero diventati come il giovane studente. «Adesso mi occuperò io dei vostri draghi! E guai a voi se non vi fate aiutare come questo qua!» Il bruco si lanciò In mezzo ai due, le sue gigantesche dimensioni gli permettevano di colpire entrambi, ma la direzione avrebbe reso molto più semplice una loro schivata laterale. [Velocità Verde + 2 Tacche] Il corpo sempre avvorticciolato su Jurobei aveva assunto una forma che ricordava una molla, mentre che il fumo che sprigionava da sotto il naso aveva lasciato una densa scia che riempiva lo spazio percorso. Una volta atterrato, che sia andato a buon fine l'attacco oppure no, avrebbe disteso la sua parte finale del corpo mostrando una lunghezza ancora superiore a quella che avevano tutt'ora visto. Una codata che mirava a prenderlo in aria durante il suo spostamento. La spazzata possedeva una velocità molto superiore al precedente colpo ed era stata resa molto difficile da prevedere da tutti gli spasmi che avevano anticipato ogni movimento della creatura. [Velocità Verde + 3 Tacche]
    Non curante del successo del suo colpo, continuò la rotazione per finire rivolto verso Kuso. «E tu prendi questo!» Con una veloce rotazione, il Brucomela liberò Jurobei spingendolo proprio verso il suo allenatore... compagno di disavventure. Il giovane si librò nuovamente in aria, muovendosi alla medesima velocità di prima, [Velocità Verde + 3 Tacche] con una leggera espressione distaccata. Non si stava chiaramente rendendo conto che si sarebbe schiantato o su Kuso oppure su uno degli alberi dietro di lui.
    La bestia si stava dimostrando molto aggressiva, anche se in reltà stava agendo per proteggerli sembrava intenzionata proprio all'opposto. L'unica cosa chiara è che Jurobei era stato preso per una palla da gioco. Secondo scambio, palla al centro.


    Rieccoci qua!
    Allora gli effetti della nebbia vi saranno rivelati solo se sarete sotto il suo effetto! Sta a voi evitarlo! :guru:
    Per ogni dubbio scrivetemi pure su Discord.

    Sono sempre più convinto che Jurobei non arrivi a fine giocata. Grazie di tutto.

    EDITTONE CHE DOVEVO FARE PRIMA: La potenza del Jurobei lanciato è pari a 20, in questo caso la Forza del Bruco in tutti gli attacchi è pari ad un'energia Verde!


    Edited by Casìn - 4/10/2017, 10:19
  10. .

    I Meravigliosi Aborti Chimera


    Un nuovo compito... ed un nuovo lavoro?


    Il giovane sunese si era proprio messo nei guai. Aveva iniziato il suo breve viaggio per nobili motivi, salvare sua sorella e vendicarsi del suo rivale. Mai e poi mai avrebbe immaginato di ritrovarsi faccia a faccia con due tipi a dir poco folli, ognuno con una sua particolare tipologia di follia ovviamente. Quello che si era fin da subito più legato per sua fortuna a lui era Kuso. Gli aveva dato un nome bizzarro e rasentava un atteggiamento possessivo su Jorobei, tanto per usare un eufemismo. Le parole dello Studente aveva appena finito di uscire dalla sua bocca, quando proprio il folle nudo, ma mascherato, aveva preso a tagliarsi il palmo della mano con la lama che era proprio puntata al collo dello sventurato sunese. Gli stava forse salvando la vita? Sì, ma anche no. In realtà questi movimenti celavano un gesto più raccapricciante e curioso.
    La mano insanguinata si posò pesantemente sul volto di Jurobei, lasciandolo di stucco. La fece percorrere la sua strada, rimanendo fermo mentre le gocce di sangue gli scorrevano sulla guancia. «Ma che...» il palmo si era completamente rigenerato! Nessun segno di taglio! Lo Studente era sempre fermo, testo come una corda di violino. Una cosa era certa: i suoi nuovi amici, o nemici ancora non era ben chiaro, potevano essere veramente potenti. Non ebbe tempo di formulare una risposta che Kuso lo aveva liberato e Densen aveva preso parola. Il giovane sunese aveva sbagliato a rivelare così tante informazioni su di lui a questi nuove conoscenze. Chi gli garantiva che una volta arrivato al carico non lo avrebbero ucciso? Bhè, un motivo poteva essere Kuso e l'altro è stata la proposta seguente ricevuta proprio da Densen. Il carico di té sarebbe stato suo, avrebbe ricavato quanto bastava per aspettare la prossima missione accademica o comprarsene altro. Ma le sorprese non erano finite. Il sangue del mascherato aveva finito di gocciolare e il suo percorso sulla guancia e la fronte si stava quasi seccando. Jurobei si alzò in piedi, scavalcando il retino che aveva in terra. «Un lavoro per me?» Non aveva mai provato a vendere altre merci oltre al té, è stato difficile iniziare ma grazie ai suoi prezzi bassi e una discreta qualità si era ricavato qualche cliente abituale. Doveva vendere anche per loro adesso? Oltre che per se stesso? In cambio della libertà, della vita e di una nuova speranza doveva lavorare per due tizi che non conosceva nemmeno. Ma aveva una reale scelta? Kuso gli aveva già mostrato parte delle sue straordinarie doti e sembrava abbastanza folle da risultare pericoloso ed imprevedibile. Densen era tagliente ed affilato come la lama con cui l'aveva minacciato prima, ma sembrava avere uno schema ben preciso nella sua mente. Una malvagità unità ad intelligenza e strategia, preoccupante quanto quella di Kuso. «E va bene. Ma è fondamentale che io riesca a recuperare quest'ultimo carico di té. Così potrò rivolgermi agli stessi clienti per fargli provare anche la vostra merce.» Sicuramente qualcosa di pericoloso, dato l'idea che si era fatto dei suoi due nuovi colleghi. Stava correndo il rischio di macchiarsi le mani del sangue di altri proprio come la sua faccia. Poteva solo sperare che ne sarebbe valsa la pena per salvare sua sorella e vendicarsi di Bussho.

    Il giovane si incamminò deciso, a capo del gruppo solo per qualche passo. Ovviamente, Kuso lo aveva nuovamente interrotto. Indicava un'altra direzione, fortunatamente un sentiero che sembrava ricongiungersi con quello che voleva percorrere lui, ma non avrebbe certo corso il rischio di contraddire il folle mascherato. «Bene, le strade sembrano ricongiungersi. Ma come mai proprio in quella direzione?» Una domanda che voleva capire come mai Kuso avesse indicato proprio quella via. Semplice casualità? Oppure aveva altre doti nascoste? Anche se, messo a nudo così il suo volto era l'unica cosa che nascondeva.

    [...]



    Il gruppo ebbe il tempo di passare un breve viaggio in tranquillità. La breve radura che li separava dal bosco stava scemando, lasciando spazio ad alti fusti che troneggiavano in quel luogo da chissà quanti secoli. Alti cespugli, rami insidiosi e taglienti erano diventati il loro panorama. Jurobei era l'apripista del gruppo. A pochi passi di distanza aveva i due colleghi in affare che certamente non gli avrebbero consentito di allontanarsi troppo. Un gruppo vario, composto da uno shinobi alle prime armi ma volenteroso di raggiungere quella pace che tanto desidera, un pungente e sadico personaggio che alla prima occasione ha visto in Jurobei uno strumento da usare a suo vantaggio ed un folle completamente nudo se non per la maschera e qualche altro bizzarro vestiario, che sembra andare in giro a dire cose senza senso. Durante il percorso, non certo Jurobei avrebbe notato delle sottili impronte sul terreno. Sembravano quasi degli zoccoli. Il loro tratto proseguiva per qualche metro, per poi scomparire nel nulla come se l'equino si fosse alzato improvvisamente dal terreno.
    Un simbolo a dir poco sospetto per gli occhi di chi sa guardare ogni dettaglio. Il Sunese era troppo occupato a trovare la strada per raggiungere il suo prezioso tesoro e la sua compagnia non era di certo vantaggiosa per la sua concentrazione.
    Fermati ad osservare le impronte, oppure no, il gruppo avrebbe udito delle strane urla provenire ad est della loro posizione. Erano chiare e potenti, segno che chi le stava emettendo si trovava proprio lì vicino.

    «Amici! Eccomi qua che arrivo!» Una voce squillante ed energica. «Ho fatto un po' tardi, ma sapete se non ci sono io a scacciare tutti questi... » Dalle frasche si affacciò un essere mostruoso agli occhi dello Studente. Un enorme verme verde, dagli occhi spalancati e le pupille ben ristrette. Dalla sua enorme bocca pendevano due denti sporgenti affilatissimi e sotto al naso vi erano due sferette pelose che cospargevano nell'aria una polvere ad ogni movimento della sua testa.



    «DRAGHI!» La creatura rimase di stucco a guardare il gruppo. La bocca spalancata e la lingua ben di fuori. Avevano trovato un essere più matto di Kuso? Il bruco rimase in quella posizione per qualche secondo per poi volgere rapidamente lo sguardo a terra sulle orme. «Nooooooooooooo!» Un urlo raccapricciante che dava spazio a tutta la disperazione. La chimera scese a terra annusando le tracce e tirando su con il naso. «Se ne sono andati di già, senza aspettarmi...» Tirò nuovamente su con il naso, un alta dose di quella misteriosa polvere entrò chiaramente nel suo respiro. Uno scatto rapidissimo spostò nuovamente la sua attenzione sul trio. «Non preoccupatevi! Ci penserò da solo a salvarvi dagli enormi DRAGHI che avete alle vostre SPALLEEEEEEEEEEEEEEEEH!» Il verme andrò indietro con la testa, sollevando leggermente il suo lneare corpo e mostrando una parte più chiara dove nascondeva delle rotonde zampe. Il suono che emetteva era come se dovesse cercare un catarro nelle profondità della sua gola. Poi, il silenzio ancora per qualche istante. Fino ad un rapido movimento che portò alla fuoriuscita di uno strano muco biancastro direttamente verso Jurobei! Il giovane non sarebbe stato in grado di mettersi in salvo con quella velocità. [Velocità Bava Energia Verde + 2 Tacche] «Lo spirito di cui parlava Benjiro?» Il ragazzo rimaneva fermo, come le sue reazioni precedenti. Lo stupore, le sue preoccupazioni e le precedenti paure lo avevano reso totalmente inerme all'attacco. Adesso il suo destino era ancor di più nelle mani dei suoi altri due compagni. Chi lo sa, magari avrebbero lasciato il giovane nella traiettoria del proiettile oppure si sarebbero messi di mezzo per tentare di salvarlo. Una cosa era certa: dato la breve distanza, il proiettile sarebbe andato comunque a segno. O su Jurobei oppure su un suo potenziale salvatore. «MUORI DRAGO!»


    Perdonate l'attesa ma ero in vacanza. :ghu:

    La distanza è breve, inferiore a due metri. Qualcuno verrà sbavato, poi siete liberi di rispondere al fuoco o scappare in preda al terrore. :sisi:
  11. .

    I Meravigliosi Aborti Chimera


    Il Nascondiglio nel Bosco


    Era ormai passato qualche mese dalla sua effettiva iscrizione all’Accademia. Aveva appena iniziato a percorrere la strada che, molto tempo prima di lui, aveva fatto suo fratello Masamichi. Il Gaho di mezzo si aspettava un percorso più rapido, agevolato magari dai servizi che aveva già fatto in precedenza suo fratello. Invece Jurobei, al di fuori di qualche piccolo test iniziale, si era trovato già ad affrontare lunghi periodi senza ricevere alcuna chiamata per affrontare missioni. L’assenza di missioni porta inevitabilmente l’assenza di introiti, l’assenza di introiti alimenta inevitabilmente il desiderio, divenuto quasi necessità, di riprendere la sua vecchia attività. Almeno quel poco che ne rimaneva.
    Non aveva notizie di sua sorella da quando era stata rapita, le sue vecchie zone di lavoro ormai brulicavano di uomini di Bussho. I primi tempi, quando ancora provava ad entrarvi e vendere un po’ di té, veniva picchiato per poi essere lasciato a terra come animale in una pozza mista del suo stesso sangue e saliva degli sputi di disprezzo dei rivali. Il suo microscopico impero che fino a ventiquattro anni, insieme ai sacrifici del fratello, avevano tenuto in vita lui e la sua famiglia era crollato scontrandosi con l’avarizia di un singolo uomo che non tollerava la concorrenza. Jurobei si ritrovò quindi a dover utilizzare una delle sue ultime risorse.

    Dopo qualche anno da quando aveva iniziato a vendere tè Matcha nei distretti di Suna, e aver comunque creato dei saldi commerci, si era preso la briga di spostare una piccola parte del suo carico in un deposito nascosto. Proprio durante una vendita aveva conosciuto un giovane commerciante di Tani, un villaggio nel Paese dei Fiumi, di nome Benjiro. Egli propose questo genere di affare al giovane spacciatore, il quale accolse di buon grado l’offerta. Ogni mese avrebbe quindi inviato una piccola parte delle sue scorte di té, insieme a qualche ryo, ad un corriere il quale lo avrebbe direttamente portato nel nascondiglio nel Paese dei Fiumi. Una radura posta proprio tra Suna e Tani. Di tempo ne era passato dall’ultimo pagamento, ma, dato che non aveva anche effettuato nessuna ulteriore spedizione era tranquillo di poter ancora contare su quel deposito. Non era molto, ma, se avesse giocato bene le sue carte avrebbe sicuramente guadagnato tempo fino alla prossima missione assegnata dall’Accademia. Poi, finalmente, avrebbe potuto pensare a come soccorrere sua sorella.

    Il giovane avrebbe quindi contattato Benjiro, chiedendo la sua presenza. Nient’altro che un modo per avere una possibilità di uscire dalle mura di Suna senza dare troppo nell’occhio. Ora che era uno shinobi Accademico, ogni suo spostamento intervillaggio doveva essere espressamente autorizzato da un suo superiore. Benjiro ed il suo permesso di entrata e uscita da Suna erano quindi la sua unica ancora di salvezza.
    Dopo una settimana, il commerciante arrivò trovando il giovane già ad attenderlo al cancello principale. Non voleva perdere tempo, non un ulteriore secondo avrebbe frenato la sua voglia di riscatto e sopravvivenza. Aveva perso la casa, la famiglia ed il suo lavoro sicuro. Viveva alla giornata, che non gli dispiaceva affatto in linea generale, ma aveva una sorella da salvare dalla grinfie di Bussho ed il suo onore, ormai totalmente infranto, da recuperare.
    «Benjiro! Non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo partire subito.» il giovane trattenne a stento il ritrovato entusiasmo. «Mentre passavo per il quartiere del Mercato ho sentito un mio vecchio amico. Potrebbe accettare un buon carico, ma entro la prossima settimana oppure si rivolgerà a Bussho!» Sottolineò il nome del suo nemico. Il commerciante del Paese dei Fiumi non lo conosceva di persona, ma nei suoi viaggi aveva avuto modo di sentir parlare delle sue gesta malvagie e di ciò che aveva fatto al povero Jurobei. «E meno male che mi sono organizzato, Jurobei. Vieni partiamo subito in questi giorni vi è stata una brutta tempesta nel Paese dei Fiumi. Non voglio rischiare che si ripeta quando sono in viaggio.» Con il visto di Benjiro, anche il giovane Studente fu autorizzato a passare, utilizzando la scusa di proteggere il commerciante durante il suo viaggio di ritorno. Le guardie, però, ritirarono il documento per accertarsi della sua veridicità e per aver un riferimento di dove si possa trovare un ninja, seppur di bassissimo grado, Accademico. Al suo ritorno, probabilmente, Jurobei avrebbe dovuto inventarsi una valida giustificazione per questa azione non autorizzata ma al momento non era una sua preoccupazione.

    Il viaggio fu tranquillo, grazie a Benjiro il cibo e l’acqua non mancarono. Il giovane avrebbe potuto assistere alla squallida e deprimente prima visione del Paese dei Fiumi. Un luogo povero e privo di strutture. Il villaggio più vicino era quello di Tani, ma non era quella la sua direzione. Torrenti, piccoli fiumi e immensi laghi facevano da padrone nel paesaggio, nascondendo quello che si celava sotto le loro acque e lasciando spazio solo a qualche capanna di legno mal costruita.
    Dopo un ulteriore giorno di cammino, il commerciante portò Jurobei nella famosa radura nella quale giaceva il nascondiglio. «Ecco, questo è il posto.» tirò un lungo sospiro, come se qualcosa lo preoccupasse. «Dovrai procedere da solo, io ho affari di estrema importanza a Tani. Il nascondiglio è al centro della radura, sotto una Quercia Nera. Le sue radici passano sopra il letto di un piccolo rigagnolo d’acqua. E’ l’unico albero della foresta con questa caratteristica, non puoi sbagliarti.» Jurobei strinse i pugni, conscio che al momento sarebbe stato da solo. Le sue capacità non erano delle migliori, ma era disposto a rischiare tutto pur di tornare leggermente in carreggiata ed avvicinarsi leggermente al confronto con Bussho.
    Uno, due, tre passi il ritmo cardiaco accelerava. Non poteva fare altrimenti, era teso come da quasi un anno a questa parte era. La sua carriera ninja appena intrapresa, pur essendo parecchio in là con l’età, non aveva dato ancora i frutti che sperava questa era la sua unica occasione. Entrò qundi nella macchia verde che contrastava l’azzurro di quelle terre, quando venne nuovamente interrotto dall’arrivo di Benjiro, sembrava aver fatto una bella corsa per raggiungerlo nuovamente, seppur non si era separato da lungo. «Jurobei! Mi ero dimenticato di dirti che durante la tempesta dei giorni scorsi un enorme fulmine ha colpito questa foresta!» Si mise le mani sulle ginocchia, curvando leggermente la schiena. Aveva corso per pochi metri, ma poco allenato com’era si facevano tutti sentire. «La gente parla di un fulmine enorme, grosso almeno quanto il più grosso degli alberi che io abbia mai visto! Verde e rosso! Da allora nessuno si è più addentrato… credono che adesso gli spirti abbiano invaso la foresta! Probabilmente la notizia non è ancora arrivata a Suna, ma molti villaggi e territori ne sono già venuti a conoscenza. Lo so perché quei dannati stronzi del Paese della Pioggia non vogliono più venire a fare affari a Tani.» Passò qualche secondo nel silenzio più totale. Il volto del commerciante, man mano che riprendeva fiato, si faceva più disteso e rilassato. Come se si sentisse sollevato nell’avvertire Jurobei dell’imminente pericolo. Il giovane strinse la mano di Benjiro, un rispettoso gesto di saluto. «Grazie Benjiro.» Il piccolo sorriso che aveva sul volto si spense, lasciando una leggera nota di malinconia nelle sue parole. «Se quel che dici è vero allora dovrò stare attento. Ma non ho più niente da perdere. Ho giocato ogni mia possibilità su quest’ultimo carico. Se il destino vorrà allora potrò avere un’altra occasione per affrontare Bussho. Altrimenti, so già che avrò fatto di tutto pur di salvare Hitomo. Lei non lo saprà ma almeno avrò qualche rimpianto in meno quando vedrò i Kami.»
    Il giovane si voltò, la determinazione faceva a botte con la rabbia e la tristezza ma era un passo che doveva fare. Doveva entrare all’interno di quella radura, anche se non sapeva chi o che cosa si sarebbe celato al suo interno.



    Ed eccoci qua! Giocata per Kuso e Densen, per le evocazioni del SexyKuso!

    Io ho fatto una breve intro per il mio inutile piggì, siete liberi di descrivere il viaggio verso la radura come volete, anche insieme (mettetevi d'accordo).

    Tenete conto che siete a conoscenza del particolare fulmine che si è schiantato, dato che il vostro luogo di giocate principale sono i Territori Esterni (magari può essere questo il motivo del vostro viaggio). Se volete potete giocarvi voi l'incontro con Jurobei, all'interno della foresta, fuori, se lo incontrate oppure no.... Guardate di non ammazzarmelo di già, pls. :ghu:

    L'ordine dei post non è fondamentale ma avvertitemi di eventuali inter-post e metapowerplays varie! :hero:

    Buon divertimento!


    P.S. I'm back (really back) in the New York Groove. :fgh:
  12. .
    Suna ha un nuovo abitante. Qualcuno per una giocata con uno studentello biancherello? :zomg:
  13. .
    CITAZIONE (-Hidan @ 5/1/2017, 11:37) 
    I tratti sono collegati al pg, quindi stesso discorso degli stemmi.


    Voglio il nome di chi ha permesso di resuscitare a Shiltar come Jonin/Viola. Voglio il responsabile. Tutti i responsabili. Che si dovranno vergognare.

    Ecco la lista. :sisi:
  14. .
    CITAZIONE (Waket @ 3/1/2017, 18:53) 
    Mi ricordo il tuo nome e nient'altro, ma io dimentico sempre tutto

    Ciao : D

    Meno male ti sei dimenticata che ho vomitato per quasi tutta la durata di Rogue One, allora.:hero:
  15. .
    Ri-ri-ri salve a tutti! :riot:

    Se non vado errato, questo è il mio terzo ritorno. Questa volta sono fuggito per meno tempo, ma sono comunque scomparso lasciando shismila cose in sospeso: partendo dalle tante giocate e addestramenti con il mio ormai diversamente vivo pg ubriachello, alla quest “Culosudato” (Kurosurõdo), allo Spettro dei Miracoli, al buon sangue che mente ed al S.O.M.A (RIP Ryo 2016 - 2016, manco un anno di vita gli hai fatto fare Ade Geist).

    Che poi vedo sono cambiate tante cose: super grafica, super NL App, super stagione legendosa, super vortice di schiaffi a Kiri.

    Ho qualche idea per quanto riguarda il nuovo personaggio ma lo scopriremo solo vivendo. :solerò:

    Aloha e buon anno a tutti!
54 replies since 28/4/2011
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