Casa di Sasori Uchiha

Quartiere Uchiha

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  1. Shinodari
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    Un giorno d'inverno. 2



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    pensato
    «Parlato di Miyori Uchiha»


    Inaspettatamente fu proprio Sasori san a venirmi incontro al cancello.
    Non sembrava seccato del mio arrivo non preannunciato, anzi il suo viso si illuminò in un sorriso, che mi rilassò l'animo.

    Qualcuno mi aveva fornito una mappa dettagliata. Replicai al suo commento, mentre il grosso micio nel frattempo era sopraggiunto a salutarmi.


    «Sasori san, sicuro che non ti arreco disturbo? Temo di non aver rispettato le regole della buona educazione facendomi trovare qui senza neanche un avviso.» Mi scusai, mentre mi sedevo sui talloni per coccolare per alcuni istanti il felino. Mi rialzai subito dopo, anche se rischiai di perdere l'equilibrio per il commento che lo shinobi fece sul nastro.
    Arrossi leggermente, mormorando un flebile «Grazie», seguendolo verso l'abitazione.


    Una volta all'interno mi tolsi il cappotto e la sciarpa per evitare di surriscaldarmi.
    Per quanto fosse inverno, io ero abituata a temperature ben più gelide.


    «Non preoccuparti per l'aspetto della casa, bado alle formalità solo quando non è possibile farne a meno.» Lo rassicurai in tono un po' criptico. La nobiltà esigeva certi comportamenti, ma alla fine erano solo delle facciate vuote, che spesso nascondevano comportamenti ipocriti. E per fortuna al momento a Konoha avevo incontrato solo una persona per la quale avevo rispolverato la mia educazione da hime. «Sasori san dove posso poggiare le mie cose senza dare fastidio?» Chiesi educatamente, terminando di levarmi i guanti.

    Ci accomodammo in salotto.
    L'ambiente era accogliente e Sasori era un perfetto padrone di casa.

    Quando mi chiese se volessi qualcosa da bere, mi ricordai del sacchetto che avevo ancora in mano.


    «Se per te non è un disturbo, gradirei del the. Intanto se hai un vassoio vorrei disporre come si deve i dolci che ho portato. Sono allo zenzero, spero ti piacciano. Scusa, ma non ho pensato a prendere una più ampia scelta. Temo che abbia ancora molto da imparare. Sono più abituata a combattere che a vivere una vita normale.» Ammisi arrossendo.
     
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