Palazzo Yakushi

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    Ledah aveva appreso con un certo ritardo d'essere diventato chunin, il fatto che te lo mandassero a dire gli veniva sicuramente in svantaggio, in quanto essendo crollata la sua casa, non avevano più avuto punti di riferimento e quasi lo avevano creduto disperso.
    Ma con la costruzione della nuova casa, grazie alle sovvenzioni stanziate da Oto, era stato possibile per Ledah riuscire finalmente a ricevere la notizia.

    A quel punto, Dopo essersi accomiatato da Nikaido, nelle vesti di Chunin, quest'ultima lo aveva ufficialmente sollevato dall'incarico e come ultima consegna, gli aveva chiesto d'avvisare Febh del fatto che Ora ci fosse un alvoratore in meno all'Hungry Bug.

    Ledah, come al solito assente, si recò sino al Palazzo Yakushi, ben poche volte c'era passato davanti, una sola vi era entrato, ma era stata memorabile, aveva persino intravisto la Vecchia Ogen, Sensei di Nikaido in più occasioni.
    Per entrare, aveva dovuto gabbare il guardiano, un tipo sicuramente poco sveglio, Ledah si chiese se avrebbe dovuto sfruttare nuovamente lo stesso trucco.

    Pareva di no, in quanto lo Yakushi si trovava fuori dalle mura e con lui c'era...Shinodari?

    Ledah li raggiunse accelerando il passo, con l'espressione assente e la voce atona disse ad entrambi:

    "Buongiorno."

    image


    Ledah indossava la tipica divisa Chunin di Oto, giubotto e coprifronte neri, tenuta viola e sopratutto, una katana nel fodero.

    Si rivolse dapprima a Shinodari, dicendole:

    "Shinodari, devo ringraziarti per il sostegno economico per la costruzione della mia nuova casa, senza, non sarei riuscito a completarla..."

    Poi, rivolgendosi a Febh con lo sguardo vacuo:

    "Ed avrei dovuto continuare ad abusare dell'ospitalità di Nikaido, oltre che lavorare per lei come invece continuerà a fare Febh."

    Consegna completata, Shinodari ringraziata, anche se non in modo caloroso, purtroppo, Ledah aveva ancora problemi in questo senso, forse, al momento giusto si sarebbero fatti sentire i frutti del suo addestramento con lei.
     
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    Beh, no cer.. stava subito replicando quando lei gli levò la lista di mano. Più importante? Per un attimo rabbrividì all'idea di riferire una cosa del genere alla vecchia Ogen. Per esempio? chiese, piuttosto dubbioso, mentre lei lo prendeva a braccetto. Luoghi deser...Suna??? Ma io...cioè.. La guardò bene in viso..nessuna traccia di scappatoie o affini Ok, ok...ehm...poi la avvisa l'amministrazione la mia famiglia, si? Meglio delegare quel che ci spaventa.

    Chiaramente Yasu si prese in pieno la botta, ancora in stato semicatatonico. Ma ecco che mentre si allontanavano, una figura si frappose al loro cammino, salutandoli. Un vampiro militare? Fu il primo pensiero, ma bastò un'occhiata per riconoscere Ledah Ah, no, sei Ledah! Che ci fai qui?

    Poi l'accenno a Nikaido. Beh, tanto prima o poi scaricherò su altri Annuì, più che convinto di riuscire a liberarsi di quella donna, prima o poi.
     
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    Era una bella notizia quella che le aveva dato Ledah.

    La ragazza rivolse un inchino al giovane shinobi, sempre restando sottobraccio a Febh.


    -Sono felice della tua promozione...-

    Esordì, per poi proseguire con un tono di voce strano

    -... Perdonami se ancora non sono venuta a farti vista nella tua nuova dimora...-

    Mormorò.

    In quell’istante sciolse l’henge, rivelando ai due shinobi il volto di una ragazza priva di emozioni.
    Lunghi capelli blu scuro incorniciavano un volto dalla carnagione chiara e due iridi di un viola spento, inespressive.

    Non spiegò il motivo di quel travestimento, limitandosi a rivolgersi a Ledah.


    -Che ne diresti di venire con noi due a Suna? Anzi, no... il tuo primo incarico da chunin sarà di scortarmi a Suna assieme a Febh. Perfetto, due guardie del corpo, non potevo desiderare di meglio.-

    Considerò afferrando sottobraccio anche Ledah.

    Riprese a camminare a assieme a loro, ma dopo pochi metri si bloccò di scatto.


    -Dunque, si va a dorso di evocazioni o ce la facciamo a piedi?-

    Domandò senza rivolgersi a nessuno di loro in particolare.
     
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    Ledah ricambiò goffamente l'inchino di Shinodari, non sarebbe mai riuscito a farne uno decente, lo sapeva.

    Shinodari poi si lasciò andare alle felicitazioni per il grado raggiunto ed un lieve rammarico per la non essere ancora venuta a fargli visita.
    Ledah le disse assente:

    "Non c'è problema."

    A quel punto, la kunoichi sciolse la henge.
    Espressione assente, incorniciata dai capelli blu, non erano quelli la grande differenza, gli occhi viola erano spenti, non vacui, ma come privi di luce, quasi non vedessero.
    Ledah non capì cosa le fosse successo e lei non disse nulla, si limitò a prenderlo sotto braccio, quel contatto improvviso, fece arrossire il chunin, non abituato a quel tipo di contatti, non credeva che fosse qualcosa di male, ma era pur sempre una persona che superava una barriera invisibile.

    Si limitò a dire:

    "Agli ordini."

    Assente, ma nervoso nella testa, in quella situazione, era abbastanza difficile epr lui meditare sul cambiamento di Shinodari, sapeva solo che in quel momento, non gli era difficile pensare di esserle più vicino, ma non era stato lui ad andare verso di lei, ma lei ad andare verso di lui, in quegli occhi viola, leggeva solo gli effetti di un male simile a quello che aveva generato la Maschera, qualunque esso fosse.

    Riguardo al viaggio, rispose:

    "Io non sono in grado di richiamare una creatura del genere."

    In effetti, non era in grado di richiamare creature in generale.
     
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    L'improvviso cambiamento di shinodari lo colse impreparato. Una strana idea usare la henge per nascondersi dietro un sè stesso più solare. Ora sembrava proprio che qualcuno le avesse levato le batterie.

    Ehm...va tutto bene Shinodari? Chiese, mentre lei prendeva anche Ledah a braccetto. E quello lì arrossì! Era proprio la giornata delle stranezze, se persino Ledah trasmetteva un briciolo di emozioni! Ti han promosso chunin? Non lo sapevo... complimenti! Per la prima volta Febh si sentì vecchio, anche se non erano passati nemmeno sei mesi dalla sua promozione.

    Quindi Shinodari si fermò di scatto dopo appena qualche passo. Evocazioni..in effetti lui aveva le sue lucertole, ma l'ultima volta il viaggio assieme a Shinodari non era andato poi benissimo...perlomeno il finale. Certo, poteva essere una occasione per rifarsi!

    Beh..se Ledah non soffre di Mal di Lucertola io ho sempre Ssalslow a disposizione..ci si viaggia comodi anche in tre..o male che vada chiamo anche suo fratello...Sempre che tu non preferisca andare in volo... Concluse, accennando a quell'essere d'ombra che pareva associato all'amministratrice.
     
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    Shinodari non rispose alla domanda di Febh.
    Il vuoto non si può spiegare...
    Ne' sembrò accorgersi del rossore di Ledah.

    Viaggiare ancora una volta a dorso di lucertola.
    La ragazza si volse verso lo Yakushi.


    -Mi va bene viaggiare via terra... possiamo andare con le tue lucertole.-


    disse semplicemente.
     
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    Raggelante. Era l'unico modo in cui si sarebbe potuta definire quella conversazione. Febh si sarebbe fermato un attimo, guardando la donna, per poi dire dubbioso

    Ma sei proprio Shinodari o un alieno travestito? Che ti è preso? Portò la mano alla tempia, massaggiandola lentamente con un dito. Non c'entrerà mica quel Kiriano, spero... Lui pensava a Yashimata, ovviamente.
     
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    Ledah non capiva che cosa stesse succedendo, ma a quel punto, sembrava che ci fosse una qualche possibilità di capire che cosa avesse frito Shinodari facendole ergere quella difesa.
    Si limitò a passare lo sguardo da Febh a Shinodari, aria vacua, ma sguardo inquisitore, nella sua assenza, avido di risposte.
     
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    Shinodari incrociò lo sguardo di Febh.

    -Davvero ti sembro così cambiata? Si, probabilmente lo sono... C'entra un kiriano? Si, in un certo senso... ma non è come tu credi...-

    commento sibillina.

    Come avrebbe potuto rievocare ancora una volta quel giorno?
    Spiegare che si, si trattava di un kiriano, ma allo stesso tempo di un ricordo del passato e di una promessa del presente infranta.


    Per qualche istante si perse nei ricordi...

    CITAZIONE
    ...ogni luogo in cui ci sei tu, sarà sempre la mia casa...

    Il vuoto...
    Si aggrappò al nulla...
    Poteva ancora udire quelle parole come sussurrate all'orecchio...


    CITAZIONE
    Quindi, sul simbolo di ciò che hai perso, ti prometto che non ti lascerò mai. Se tu sparirai, io verrò a cercarti. Se tu andrai da qualche parte, io ti seguirò. Se dovrò scegliere fra la tua felicità e la mia, io sceglierò quella di entrambi. Perchè se mai ci sarà una scelta simile, la mia felicità non esiste, se le lacrime solcano il tuo volto.

    Impallidì così tanto che credette di perdere i sensi.
    Vacillò.
    No, non poteva colmare il vuoto con quel profondo dolore o ne sarebbe stata distrutta.


    Si voltò verso Febh.

    -Se siamo amici, non chiedermelo... per favore...-


    mormorò.
     
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    A quanto pare aveva colto sul vivo. Dannato Yashi-Kun...fu il suo commento a mezza voce, certo udibile dai presenti. Ma Shinodari non sembrava proprio in vena..proprio per nulla. Ok, ok.. Aggiunse, scuotendo il capo. Però quello là è un bastardo..voglio dire..glielo si legge in faccia...mi spiace... Fu l'ultima sua parola.
     
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    Yashimata?
    Cosa aveva a che fare con Shinodari?
    Ledah non capiva, queste cose non le capiva mai e quindi, come richiesto da Shinodari, non approfondì la vicenda, ma durante il viaggio, sarebbe stato motivo di dibattito tra le sue celluline grigie.
     
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    La mia prima intenzione era stata quella di inviare anche a Febh un messaggero.
    Sapevo che quel giorno era di turno nella sua abitazione per qualche compito affidatogli da uno dei parenti più anziani.
    Poi rammentando le peculiarità del suo clan, avevo deciso di fare una deviazione a casa sua prima di partire alla volta di Konoha.
    Raggiunsi il portone d'ingresso questa volta senza celarmi sotto una falsa identità, ma presentendomi come l'amministratrice di Oto.
    Non appena avessi trovati una qualche forma di vita senziente mi sarei rivolta a lei, facendomi accompagnare da Febh immediatamente.
    Se avessero fatto storie, avrei cercato la strada da sola.
    Avevo una certa urgenza e non mi andava di perdere tempo.
    Una volta che mi fossi trovata faccia a faccia con Febh gli avrei consegnato la missiva, attendendo che la leggesse davanti a me.


    Contenuto della missiva:

    CITAZIONE
    All'attenzione dell'amministrazione di Villaggio,

    Konoha richiede una riunione straordinaria in sede accademica per discutere della situazione d'attrito venutasi a verificare tra Konoha e Kiri negli ultimi tempi, che potrebbe sfociare in guerra. Per prevenire questa eventualità, si richiede la presenza nella riunione.
    Sono ammessi al massimo due rappresentanti per ciascuno villaggio, scelti tra il Kage e gli amministratori. Si terrà a porte chiuse, un'eventuale scorta dovrà aspettare all'esterno.

    Shika Nara,
    Amministratore di Konoha


    Come puoi vedere, Febh, non si è mai tranquilli.
    Il Kokage ha lasciato a noi la libertà di organizzarci per questo evento ufficiale.
    Lui non parteciperà.
    Il prezzo del nostro libero arbitrio suppongo.
    Io ti precederò perché ho una questione da risolvere prima di arrivare nel luogo della riunione.
    Il mio attendente Sato, come al solito, si occuperà dell'amministrazione durante la mia assenza.
    Ti lascio campo libero per decidere chi portare come scorta, ma non sguarnire il villaggio; vorrei evitare sorprese non gradite in nostra assenza.
    Naturalmente tu e Yari verrete. Non accetto un no come risposta.
    Uhm... so che non ne abbiamo mai parlato per bene, e che la burocrazia non è esattamente nei tuoi interessi, però vorrei averti al mio fianco in quella riunione.
    Che ne dici di accettare un incarico temporaneo come secondo amministratore di Oto?
    Hai tempo per pensarci.
    Mi darai la tua risposta quando ci incontreremo all'Accademia.

    Shinny

     
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  13. Nikaido the Bloody
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    Prosegue da QUI

    Nikaido stava correndo verso il palazzo degli Yakushi, l'unico luogo dove quel maledetto avrebbe potuto trovare rifugio, tuttavia non era né dell'umore né nella condizione adattaper farsi una corsa come quella tutta d'un fiato e considerando il vantaggio di Febh su di lei, temeva che sarebbe giunta lì solo quando fosse stato troppo tardi e così si fermò un attimo a riprendere fiato ed a riflettere ad alta voce:

    ""Anf...anf...dannazione...anf...non dovrei essere costretta a correre a questo modo, sono praticamente la regina di questi boschi...anf...anf...

    E così prese a guardarsi intorno, sia per poter localizzare uno dei suoi rifugi che per qualcos'altro di più utile, ciò che trovò fu un gigantesco essere dalle spesse scaglie verdi tendente al blu che dall'alto dei suoi venti metri di lunghezza la fissava minaccioso, simile ad un grosso stegosauro, il colossale rettile emise un ruggito rivolto alla donna che vide chiaramente dei lampi elettrici brillare attraverso i grossi denti a cesoia.
    Sorridendo tra sé e sé, Nikaido si rimise in piedi e si disse:

    "Proprio quello di cui avevo bisogno..."

    [...]



    Nei pressi del palazzo degli Yakushi, si sarebbe distintamente avvertito un tremito, simile a quello di tanti piccoli terremoti il cui epicentro si avvicinava sempre più alle mura dell'imponente palazzo sino a quando, dal limitare del bosco non emerse una creatura immensa lanciata al galoppo.
    Un comportamento insolitamente aggressivo per una lucertola di tuono che sembrava tuttavia non voler frenare la sua corsa.
    Ad un'occhiata più attenta, sarebbe stato possibile distinguere la figura di una bellissima amazzone che seduta sul collo del bestione, gli rivolgeva comandi ed incitamenti coi lunghi capelli neri al vento, la gigantesca spada che portava in spalla non lasciava adito a dubbi sulla sua identità e come quasi tutti gli Yakushi del palazzo, anche le guardie non la temevano meno di Febh; un timore condiviso anche dalle lucertole di tuono, le quali al momento avevano stretto un patto proprio con Febh Yakushi, manco a farlo apposta.

    In dirittura d'arrivo, la donna provò a dire alla sua cavalcatura improvvisata di fermarsi, ma tanta era la foga di questa nel correre che la donna fù costretta a dare un sonoro colpo in testa al rettile che finì per scivolare a terra e fermarsi a pochi centimetri da una delle guardie, la quale presto dovette distogliere lo sguardo dal muso del bestione svenuto per fare caso alla donna che una volta scesa e con indosso un succintissimo top ricavato da un lembo di stoffa che conteneva con difficoltà le sue generose forme, chiese con tono imperativo:

    "Dimmi dove si trova Febh Yakushi e poi fila a parcheggiare questo bestione da qualche parte qui vicino, chiaro?"

    Nikaido in realtà non chiedeva, ordinava e basta, almeno con coloro i quali sapevano di non poterle rifiutare niente.
     
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    Yasu Yakushi non era un granchè come Shinobi nè come uomo. Apparentemente un trentenne, aveva quasi raggiunto il secolo di vita grazie alle incredibili doti rigenerative del clan, ma mentalmente andava poco oltre il QI di un broccolo bollito...complici forse i molteplici e ripetuti pestaggi che riceveva giornalmente un pò da chiunque incontrasse. Inutile come pochi, aveva inizialmente una grande rivalità con il nuovo acquisto del clan: Febh Yakushi, ma in breve tempo era stato superato sotto ogni aspetto. Per questi motivi, oltre che per un paio di disastrose missioni in cui aveva partecipato, era stato praticamente interdetto alla professione e relegato al semplice ruolo di guardia di palazzo, restando all'ingresso davanti al portone che faceva da varco in quelle ampie mura che circondavano la residenza del clan Yakushi (recentemente restaurate da un anonimo ninja ora amministratore del villaggio).

    Da quel momento aveva visto di tutto: zombie, giganti di colore, primari impazziti, amministratori folli, ragazze che lo fregavano e svariati altri episodi. Ma ancora non gli era capitato di vedere una valchiria su una gigantesca lucertola del tuono, e ancora meno si sarebbe aspettato di vedere l'espressione furiosa sul volto della donna con l'immensa mannaia. Atterrito, per quanto immortale, Yasu si sarebbe appicciato al muro, tremante di terrore e lasciando cadere a terra la sua lancia, mentre sollevava un acuto urlo per nulla virile mentre la creatura, abbattuta a testate dal suo stesso cavaliere, scivolava sul selciato fin quasi a travolgerlo.

    Il suo urlo morì quando l'alito della lucertola tramortita lo raggiunse, e dal calore che sentiva, poteva ben dire che la distanza del muso col suo corpo era ben al di sootto di quella di sicurezza. Nonostante questo non potè trattenersi dallo scoccare una lunga ed eloquente occhiata alle curve della donna, prima di essere riportato all'ordine dalle sue sferzanti parole. Non lo so, giuro non lo so! O-oggi era di turno in amministrazione. Quello che si suol dire "forte volontà" e "non tradirò mai i membri del clan". Eppure lo Yakushi non poteva che essere diretto al palazzo per parlare con Ogen. Se interrogato sulla posizione del capoclan, lui avrebbe subito snocciolato ogni possibile informazione. Sta, sta preparando del liquore nelle cucine, ma sono sicuro che sarà più che disponibile a parlare se..

    Sono qui. una voce in cima al cancello. Mi disturba un poco vedere una creatura del genere di fronte a casa mia. Pensavo Hiro che tornava a farci visita, ma noto che non si tratta di una creatura del contratto. Come mai sei qui su una lucertola selvatica, bambina mia? Quasi sicuramente Febh non era ancora arrivato.


    [Circa un'ora dopo]

    Ho fatto un giro largo, ma dovrei essere sicuro di averla seminata. Mormorava lo Yakushi voltando infine l'angolo che dava alla via dove stava il cancello, con estrema circospezione. Che strani segni a terra...mi ricordano qualcosa... Li vedeva spesso quando evocava le sue lucertole, ma non ci badò più di tanto, per quanto ne sapeva avrebbe potuto anche lasciarle lui tempo addietro senza accorgersene, anche se l'ultima volta che era arrivato con una lucertola più grande di Ssalswift a casa era stato torturato per alcune ore dalla vecchia "capoclan". Yasu ha di nuovo bigiato la guardia...che idiota.

    Con relativa sicurezza, una volta di fronte alla porta, avrebbe fatto un profondo respiro. Era sfuggito a Nikaido, ma ora lo aspettava il confronto con Ogen, e non sarebbe stato affatto facile.

    Lo sciocco non aveva idea di cosa lo aspettasse.
     
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  15. Nikaido the Bloody
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    Nikaido era troppo arrabbiata per fare caso allo sguardo dell'imbecille che aveva di fronte e d'altronde, la sua ira era tutta riservata a Febh in quel momento, ciò costò allo spaventato Yakushi una risposta decisamente volgare:

    "Ed avrebbe fatto bene a rimanerci quel pezzo di stronzo!"

    Scendendo dalla cavalcatura, la donna poi chiese alla guardia con un tono solo in parte meno collerico, diciamo che forse, non sarebbe rimasto incenerito dall'ostilità presente nella sua richiesta:

    "Senti un pò, la vecchia è qui?"

    Non voleva saperlo per poter andare a chiedere il suo aiuto, Nikaido aveva pur sempre un certo orgoglio e non le andava che il pervertito pensasse che lei fosse corsa lì per ricevere l'aiuto della donna, lei ci teneva invece a sapere dove fosse proprio per poterla evitare.
    Se la guardia era sincera, e conveniva che lo fosse nel caso in cui non desiderasse subire un destino peggiore della morte, Febh non era ancora arrivato e di conseguenza, la donna avrebbe avuto del tempo per riposarsi un attimo e recuperare delle energie, quel vigliacco non era male come shinobi e lei doveva essere preparata ad affrontarlo.
    Tuttavia, una voce familiare le fece immediatamente comprendere che il suo piano se ne fosse garbatamente andato a pallino.

    Sollevando lo sguardo, Nikaido disse con un indecifrabile sorriso:

    "Salve vecchia, sono qui per far visita ad una nostra comune conoscenza ed andavo di una certa fretta, non è che hai qualcosa da offrirmi mentre lo attendo, vero?"

    Nikaido non aveva voglia d'entrare nei dettagli con Ogen, non voleva coinvongerla in quella che era una faccenda tra lei e Febh, ma sapeva anche quanto quella donna vedesse come propri gli affari di tutti quelli a lei legati, era lo stesso pure quando le faceva da sensei.
     
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