Palazzo Yakushi

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    Jotty2Hotty

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    Durezza d'animo




    Ne stavano accadendo di cose peculiari, sebbene l'incontro fosse appena iniziato. Dopo la non troppo velata minaccia del Kage, per la quale Ieyasu si era spaventato non poco, l'altra tipa, la consigliera, tirò letteralmente fuori dalla bocca una spada decisamente lunga. Il ragazzo sentì la crostata restargli ferma in mezzo alla gola e per poco non soffocò, dopo essere diventato bluastro in volto. Qualche colpo allo sterno e con fatica riuscì a mandare giù il boccone. In compenso la nonna non aveva fatto a meno di umiliarlo davanti ai presenti quando lo aveva presentato.

    Gne gne gne non mi alleno nelle arti del clan, dannata vecchiarda lo sa benissimo che non sono capace. *linguaccia immaginata*

    Subito dopo quei pensieri, Ieyasu ricevette un'occhiataccia dalla vecchia Ogen, cosa che lo spaventò non poco; per un momento temette che la nonna potesse leggergli nella mente. Se così fosse stato, sarebbe morto! Nel frattempo il Kage aveva preso tra le mani la spada della ragazza e la stava analizzando. Doveva essere un'arma molto importante se tutte queste cerimonie venivano perpetrate al suo riguardo, eppure lui non aveva idea di cosa fosse. O meglio, diciamo che non aveva mai prestato troppa attenzione alle lezioni della vecchia Ogen a riguardo. Quindi il Kokage prese a parlare con la vecchia, che ovviamente intimò a Ieyasu di ascoltare, che magari avrebbe imparato qualcosa.

    CITAZIONE

    " Ci sarà sicuramente modo di parlare del secondo Garth, Ogen-dono. Mio padre non era solito parlare molto della storia del clan ma so per certo che i Mikawa sono arrivati nel Suono solo con la terza generazione, quindi se ha conosciuto Kodan per qualche motivo la sua storia l'ha portata nella Rosa d'Acciaio. Non che la cosa mi stupisca visto che fino a dieci anni fa l'Accademia era solita organizzare gli esami chunin con i ninja di quel villaggio. A dire il vero non ho trovato molto riguardo il III Rīdā, il ninja d'Acciaio...so solo che fosse un vero combattente, un uomo dal polso ferreo e dal cuore di pietra. Qualunque dettaglio possa aggiungere sulla sua persona sarà accolto con entusiasmo da parte mia. "


    A quel punto Ieyasu, distrattamente, molto distrattamente, dato che era impegnato a ficcare generosi cucchiai di torta in bocca, mentre aveva il viso ancora piegato sul piattino disse, a voce piuttosto bassa, come se parlasse tra sè e sè in realtà.

    Gnam gnam Uhm, mia nonna Yuria gnam gnam era una Mikawa.

    E riprese a conficcare dolce in bocca con grande abilità di polso, era evidente che era molto pratico nell'arte nell'ingozzarsi rapidamente per non farsi sgamare dalla vecchia. Poi raggelò. La nonna gli aveva ESPRESSAMENTE proibito di parlare dell'unico, piccolo dettaglio della sua discendenza di cui era a conoscenza, ovvero che sua nonna, quella vera, quando era ancora in vita, era effettivamente un membro del clan Mikawa, beh, non un membro a caso, era la scomparsa sorella maggiore di Ferrid. Ieyasu non aveva mai sentito il nome di questo tizio, nè sapeva se Diogene fosse a conoscenza dell'esistenza della sorella maggiore del padre, è una storia che i Mikawa non raccontano. Ovviamente lui questo non lo sapeva, sapeva però che la nonna lo aveva legato e buttato in un pozzo per aver raccontato a un tizio a caso, anni prima, delle generalità della nonna, quella vera. E il tizio a caso era un semplice fornaio che gli aveva ingenuamente chiesto chi fossero i suoi genitori. Figurarsi se qualcuno avesse capito a chi si riferiva realmente...
    Nulla però sembrò cambiare, probabilmente, presi dalla conversazione, i presenti nemmeno lo avevano sentito, quindi lui continuò a mangiare il dolce come se nulla fosse.

    CITAZIONE

    In ultimo, ho necessità di comprendere il legame che ha con Febh e l'influenza che ha su di lui."


    Pffffff Ieyasu riuscì a fatica a trattenere una risata. Per lui Febh-sama era un vero e proprio idolo, un combattente incredibile e un capo saggio, ma la verità, oltre a quello che aveva idealizzato, era che il 90% delle volte, lo vedeva assieme a Ogen, e di solito la vecchia gli tirava dietro qualcosa.


     
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    È colpa tua. Ratty

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    Palazzo Yakushi


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    [A Palazzo]
    Ogen non concesse elegantemente alla Kunoichi di estrarre la Kusanagi dal suo inusuale fodero, per così dire, senza dare alcun segno di disgusto o irritazione. Dopotutto era abituata a trattare con Orochimaru, che aveva le medesime capacità. Il discorso però tornò rapidamente al passato, con la vecchia Ogen che dopo uno sguardo di disapprovazione nel vedere il modo in cui Ieyasu mangiava, nemmeno fosse una bestia, tornò a dedicare la sua attenzione al Kokage. Oh, Kokage-sama, non credo sia il caso di andare a indagare gli ardori di gioventù di una povera vecchia. Ma diciamo che le attività collaterali del mio clan si estesero fino ai territori della Rosa, e questo piacque poco ai ninja di quella zona, per quanto noi operassimo assolutamente in ambito civile e non militare. Ci fu qualche tafferuglio. Poi alcune discussioni interessanti con delle contrattazioni che definirei appunto ferree. Il vostro predecessore teneva moltissimo all'onore e all'ordine...divertente quanto questo cozzasse con la sua fede religiosa verso il caos, altrettanto intensa. Bevve un pò. In ogni caso ci frequentammo per qualche tempo fino a trovare un terreno comune. Sorrise. Per inciso, non che abbia qualcosa a vedere con questa storia, ma poco dopo il mio ritorno nacque Touno, mio figlio da parte del mio terzo marito. Dovreste incontrarvi, un pò vi somigliate...alti, ben piazzati. Ammiccò con un sorriso di finta e teatrale depravazione. Una voce stentorea. Si, ci sono decisamente delle somiglianze. Dicevamo? Inutile sottolineare ciò che stava suggerendo, ma certo se uno Yakushi avesse ereditato parte delle capacità Mikawa lo si sarebbe saputo: verosimilmente il gene del controllo del sangue non aveva attecchito. Naturalmente se voleste sapere qualcosa di più su ciò che era in grado di fare, o su alcune sue imprese...beh, forse una richiesta cortese e formale sarebbe più adeguata. Naturalmente il riferimento a un pagamento o un accordo era sottinteso in quella frase. Hebiko avrebbe tenuto conto di quelle dimostrazioni? Quando poi Ieyasu disse qualcosa sul clan Mikawa lo sguardo della vecchia fu simile a una Katana puntata al collo. Una cara ragazza, Yuria-chan, peccato che non avesse alcun dono per l'arte ninja e il suo chakra fose infimo. Tagliò corto, passando oltre.

    A quel punto, esauriti i convenevoli, il Kokage optò per cambiare registro, portando delle richieste molto più dirette, senza che la donna si scomponesse nella benchè minima misura. Sorrise, invece, guardandolo. Mio giovane Kokage, siete impaziente. Avevo sentito dire che la pazienza fosse una vostra virtù, ma forse devo ricredermi. In sostanza annunciò che era lei a condurre quella conversazione, ed era sempre lei a sceglierne i ritmi. Non aveva paura di lui. Io sono stata molte cose nella mia vita, ma quando ancora partecipavo a missioni e a attività da shinobi, quando ancora non ero la capoclan, mi conoscevano come Regina dei Draghi, perchè tutte le mie tecniche si rifacevano a quelle creature. Ero un ninja medico portentoso...oltre al mio talento ho studiato con i più grandi. Tsunade-sama, Sakura-sama, persino con Karin-sama. Credo che pochi vantino capacità superiori alle mie. Ma esse sono qualcosa che ho ottenuto per me stessa, assai prima di unirmi a Oto, ed essendo capacità in mio possesso, è mia anche la scelta di usarle o meno, e soprattutto quando. Bevve fino a vuotare la tazza. Avete davanti Ogen Yakushi, capoclan. Avevo temporaneamente ceduto il posto a mio figlio Touno alcuni anni fa, e ora egli me lo ha riconsegnato. E come capo, ho il controllo assoluto su tutti e quaranta i membri della mia casata, anche se la maggior parte di loro è troppo anziana per partecipare attivamente alle attività del villaggio, sebbene più giovani di me. Poggiò la tazza sul grembo. Aiuterò Oto come ho sempre fatto, senza dare troppo nell'occhio, e ovviamente mi adopererò per difendere la mia patria.

    E poi il Kokage chiese di Febh Yakushi. Ogen sorrise, un caldo sorriso analogo a quello mostrato verso Yachiru. Poi guardò Ieyasu. Mio nipote Ieyasu saprebbe descrivere bene il rapporto che esiste tra me e Febh. Ho sempre trovato che il suo nome fosse assurdo, sapete? Anche se adottato nel clan, non avrei alcuna esitazione nel chiamarlo sangue del mio sangue. Siamo legati, io gli ho insegnato molto e sono la sua capoclan. E anche sua nonna, e come nonna amorevole ogni tanto è bene che io lo punisca o redarguisca quando combina qualche disastro...cosa che avviene quasi quotidianamente. Sospirò, posando la tazza a terra, tenendo le mani conserte in grembo. Come ho detto, io ho il controllo assoluto su tutto il clan. E come per ogni cosa assoluta, esiste una singola eccezione.

    Non mosse un muscolo. Febh accetta quel che gli dico se gli va, ma non ho alcuna influenza su di lui. Nessuno la ha. E' una nuvola, libera e senza controllo, capace di crearsi il vento da sè. Ha conquistato con fatica questa possibilità. E non credo che tramite me nè tramite nessun altro voi potrete mai controllarlo, Kokage-sama. Fece cenno a Ieyasu. Ieyasu, caro, se non vuoi che scaraventi due incudini sui piedi, gentilmente servi dell'altra torta al nostro beneamato capovillaggio. Temo che abbia una sensazione amara in bocca dopo questo the. Occhi limpidi e saggi tornarono a fissare il Mikawa. Finchè mio nipote avrà vita, non potrete mai controllarlo. Una delle massime che gli ho sentito citare, che certo derivano da Homura, suo maestro del quale è convinto che io non sappia nulla, è che "colui che può distruggere una cosa in qualunque momento è colui che controlla quella cosa". E nè io nè voi siamo in grado di distruggere Febh in qualunque momento.

    I toni erano gentili e pacati almeno quanto l'espressione, ma quelle parole parevano macigni e lame scagliati contro il Kokage. Come avrebbe preso quelle informazioni?

    [Nelle Prigioni del Palazzo]
    Ehi, non sai che è maleducazione frugare e piluccare il cibo che viene offerto? Sei veramente un bue ottuso! Gli disse arricciando un labbro in segno di disprezzo. Il pane era normale pane fatto coi cereali che crescevano al limitare del bosco dei sussurri...a parte una strana fosforescenza nelle feci per qualche giorno erano innocui, il prosciutto veniva dal maiale bicefalo che spesso pascolava non distante, e che per qualche misterioso motivo tendeva a prendere fuoco alla morte e diventare automaticamente commestibile (uno dei pochi esperimenti di orochimaru effettivamente utile), mentre il formaggio proveniva da una peculiare scimmia, assolutamente indistinguibile dal formaggio vaccino, solo che l'animale emetteva il latte dalle mammelle come arma incandescente. Raccoglierlo era oltremodo difficile, ma il sapore era delizioso. La lattuga è dell'orto della Vecchia Ogen, vedi di apprezzarla!

    Quello finì il tutto in due morsi, ottenendo una lunga occhiata di disapprovazione: Febh era uno che preferiva almeno sentire i sapori prima di aspirare il tutto come una fogna. Gioco sessuale un corno! Replicò poi, con una punta di imbarazzo. Ma che razza di robe strane fate a Konoha? Povero candido Febh Yakushi. Anche se poco dopo venne il momento delle vere domande, quelle che probabilmente richiedevano una risposta più completa. Aspetta un secondo. Ehiii..Soryo-san? Si alzò dalla lastra che faceva da appoggio e si diresse alla cella vicina, dove si trovava il padre adottivo. Ci fu un suono come di un grosso martello che crepa un cranio, quindi lo Yakushi tornò da Raizen, con qualche schizzo di sangue addosso. Oh, niente che non vada via con la mia formula speciale...non volevo ci fossero orecchie indiscrete e poi si riprenderà in qualche minuto.

    Tornato a sedersi si fece pensieroso per qualche istante. Beh, tecnicamente Febh è un soprannome, puoi chiamarmi come ti pare. Ma quando sono nato, al Villaggio della Zanna, i miei genitori mi chiamarono Kaji...non so se col significato di "pompiere" o "incendio". Forse entrambi. Fece spallucce. Kaji, del clan Hakai. Mia madre era Uta Hakai ed era una bellissima donna, anche se un pò sbadata. Mio padre si sposò con lei adottando il cognome della famiglia, e si chiamava Shijin. Ed è stato la prima delle cinque Zanne, quando giurarono vendetta contro l'Accademia, quarant'anni fa.

    Lasciò qualche istante a Raizen per metabolizzare la cosa. In realtà queste cose le ho scoperte relativamente da poco grazie a una macchina infernale di Hoshi che legge la memoria genetica o qualcosa del genere. Ho provveduto a distruggere quell'arnese in maniera irreparabile prima che gli venisse in mente di usarlo ancora. E francamente non so se ho voglia o interesse ad avere contatti con la Zanna. Io in ogni caso sono un Accademico e un ninja di Oto. Nemmeno sapevo di essere uno di loro fino a un anno fa, ma non per questo sposerei la loro causa. La mia casa è il Suono...ma come ho detto a quella stupida riunione non intendo prendere parte ad azioni contro la Zanna.

    Non tornò troppo indietro nè spiegò del primo Hakai o del suo rapporto con quel mondo così alieno da cui proveniva Kaguya, la principessa Ootsutsuki. Si limitò a Shijin, Uta, e a come entrambi vennero coinvolti nella terribile guerra contro i Cremisi, includendo il tradimento da parte dell'Accademia ed escludendo le parti sul clan Hakai e sulle loro peculiarità. Tuttavia...i miei ricordi sono un pò frammentari, ma credo di avere un fratello da qualche parte: Daichi. Non mi dispiacerebbe incontrarlo. E c'è un tempio sacro al clan Hakai nei territori della Zanna dove ho un mezzo impegno di andare assieme a quel tizio capellone, Zong Wu o Feng Bu o come cavolo si fa chiamare. Magari potresti aggregarti.

    Il potere del mio clan si chiama Fine Inevitabile...sono quelle specie di fulmini neri. Per dirla in soldoni diciamo che amplificano ogni possibile distruzione, sotto ogni punto di vista. E che a volte agiscono anche senza che io lo voglia.
    E a quel punto non aggiunse altro. Forse era il momento di Raizen di dire qualcosa su quelle rivelazioni?
     
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    Vedendo il Mikawa godersi soddisfatto quella spada non la preparò alla tremenda freccia sul collo che le lanciò un attimo dopo. Completamente rossa in viso, riprese la spada con arroganza, esitando sulla risposta. Sarebbe stato più difficile del previsto nascondere la paura che aveva nel dover possedere ed usare un oggetto tanto raro. Raddrizzò la schiena, tenendo la spada in verticale di fronte a se, come avrebbe fatto un cavaliere. Se mai avrò l'onore di vederla in Amministrazione, potremmo conoscerci meglio, addestrandoci tra una pausa e l'altra. Non poteva certo dargliela completamente vinta. Vogliate scusarmi... Ripose la spada nel suo insolito fodero, tornando al suo posto sul tavolino, con fare altezzoso, nonostante le guance ancora arrossate fossero un chiaro segno della sua sconfitta. Una giornata sfortunata.

    La ragazzina si mostrò fin troppo entusiasta nella Vipera stessa, incuriosita dai suoi peculiari poteri. Accennando un sorrisetto sarcastico, annuì alle sue domande, correggendola solo sulle orecchie. Solo se le tiri abbastanza. Avrebbe bloccato qualsiasi manina si fosse avvicinata troppo ad esse, reagendo con un secco No. spostando la sua attenzione sul braccio. Tieni, allunga questo. Fai attenzione a non disturbare gli altri. L'avrebbe accontentata, allungando di poco il suo braccio ad ogni leggero strattone di Yachiru. Non aveva di certo idea delle sue capacità da kunoichi, immaginandola solamente una bambina qualsiasi, seppur sotto il controllo del Mikawa. Non che conoscesse chissà quante altre persone che lo circondavano, ad eccezione di Harumi ed Eiatsu. Sapeva bene quanto poteva essere manipolatore, e sospettava che la bambina gli stesse molto vicino in casa. Un ghigno allegro comparve sul suo volto, mentre la bimba era distratta nel giocare con le abilità di Hebiko. Dimmi tesorino... Come ti diverti solitamente alla villa? Cosa fai tutto il giorno per non annoiarti? Innocenti domande per studiare al meglio quel grande Colosso che si ritrovava di fianco.

    Yachiru non era una distrazione sufficiente per impedire di seguire ogni singolo discorso tra Ogen ed il Mikawa, l'una per imparare al meglio come sfruttare il campo di battaglia mentale, soprattutto vista la sua posizione in Amministrazione, l'altro per capire quali fossero le sue reali intenzioni, ed ottenere una buona infarinatura del passato Yakushi. La vecchia capoclan si mostrava sempre più astuta, rispondendo alle domande del Colosso con vaghe insinuazioni su dettagli che forse l'altro non si aspettava lei conoscesse, vantando una rete di informazioni creata nei suoi due secoli di vita. Quella donna era una preziosissima fonte di informazioni, ma sapeva bene quanto esse fossero preziose, non le avrebbe cedute facilmente. Per quel motivo, fu Hebiko che sembrò raggelarsi quando il nipote rilasciò informazioni forse fin troppo riservate. Si stupì con quanta freddezza la vecchia rispose a quelle informazioni sfuggite, limitandosi ad una mortale occhiataccia ma riuscendo ancora a mantenere la calma. Doveva imparare ad avere un tale autocontrollo, a tutti i costi.

    Vedere Ogen tenere il ritmo della conversazione fece inconsapevolmente sorridere la Vipera, che li ascoltava intrigata. Ormai era chiaro, lei era la donna di cui aveva bisogno per poter maturare e confermare con onore il suo potere in quel villaggio. Aveva l'ambizione, le mancava la tecnica. Ma presto avrebbe corretto anche quella sua mancanza. Doveva solo capire come ripagarla, senza che la cosa la rendesse un burattino di quel clan.

    Diogene osò rivelare i suoi piani senza troppi giri di parole. Era chiaro come il sole che il suo scopo fosse quello di controllare Febh. Hebiko si sorprese nel vedere con quanta calma Ogen gli rispose, con un velo di sospetto. Probabilmente lei stessa aveva cercato di controllarlo in passato, che si fosse davvero arresa? Dopotutto, da come ne parlava sembrava che lo Yakushi si fosse guadagnato la libertà degnamente, forse la vecchia rispettava la sua vittoria. Si irrigidì quando sentì la citazione di Homura. Due delle figure più potenti di Oto erano chiuse in quella stanza con Hebiko, la giovane Consigliera del villaggio sbucata dalle fogne. Quella figura così piccola, arrogante ma innocua... lei sapeva come controllare Febh. Lei conosceva il suo punto debole. E le era stato rivelato da Febh stesso. Un'informazione che il Mikawa avrebbe pagato a peso d'oro, o peggio, che avrebbe cercato di ottenere sacrificando ogni cosa fosse necessaria. Era nelle sue mani. Nessuno lo sapeva. Nessuno doveva saperlo. Mantenne la calma. Kokage. Si voltò verso di lui, con sguardo severo. Febh è un suo Consigliere. Sentirla parlare di "controllo" mi da il voltastomaco. Niente mezze parole, un po' di sincerità non guastava. Orochimaru cercava il controllo. E sappiamo tutti qual è stata la sua fine. Dal nuovo Kokage, il primo eletto dal popolo stesso, mi aspetto che si guadagni il rispetto dei suoi sottoposti. Non le abbiamo dato il potere per renderla il burattinaio di Oto. Il suo ruolo non rappresenta il potere, ma la responsabilità che ha di questo villaggio. Avrebbe accarezzato con dolcezza i capelli di Yachiru, distraendosi con un sospiro. Certo, se le cose dovessero andar male, sarà il villaggio stesso a riprendere il controllo... Oto è desiderio, no? quella semplice frase avrebbe dovuto ricordare al Mikawa come proprio lui e Febh avessero deciso di uccidere il Nidaime, per riprendere il controllo del villaggio e per permettere al Colosso di divenirne capo. Hebiko era pronta a ricordargli che non tutto il villaggio era pronto a chinare la testa come la sua famiglia aveva fatto durante la sua elezione. E sicuramente Diogene si sarebbe ricordato delle voci contrastanti di quel giorno. Il mero potere fisico poteva davvero sottomettere la volontà?

    Hebiko non poteva sfruttare un momento migliore per una simile affermazione. Era in un ambiente sicuro, con un potente testimone di fronte a se. Una sparizione o un sospetto cambio di carattere avrebbero immediatamente portato i sospetti su Diogene, e difficilmente Febh non avrebbe fatto nulla a riguardo. La Vipera voleva ricordargli che non si sarebbe tolto quella spina dal fianco così facilmente. Doveva cambiare, o venir logorato da essa. Bastava un piccolo sassolino fuori posto per riaprire una diga, causando una reazione a catena impossibile da fermare.
     
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    Annuì distrattamente quando Febh lo rimproverò per via della sua scarsa fiducia nel cibo otese.

    No no, non a Oto.
    Cioè, se sei di fuori e vieni ad Oto puoi farlo, è proprio scritto su un cartello all’entrata del villaggio.


    Lo disse con tono così serio e naturale che a non crederci avrebbe fatto fatica.
    Ma di fatto non trovò nulla di sospetto se non nel formaggio, particolarmente magro e sospetto, ma fino a che non notava note troppo particolari ed era certo che fosse latte poteva andare, magari si sarebbe pentito dopo, ma non troppo.
    Conosceva solo sommariamente la fauna otese ma bene o male era simile a quella del resto del mondo seppur con qualche curiosa ed a volte comoda variante, per cui identificare il resto degli ingredienti fu facile.

    E non fare quella faccia, pensi che sto palazzo stia in piedi da solo?

    Disse mentre si indicava.

    Devo mangiare almeno il doppio di te!
    Ciò vuol dire che ho il doppio della fame!
    E questo è uno dei momenti in cui si mangia per sopravvivere...o quasi.
    Però tranquillo, mica sono un buzzurro che si cala le robe per la gola tipo oca, il prosciutto era buono, però gli mancava della stagionatura, un rinforzino tipo pesto di noci avrebbe completato il tutto.
    La lattuga però fa dimenticare tutto, non è facile trovare verdure degne di questo nome oggi.


    Nonostante tutto era riuscito a valutare il panino e da come ne parlava ne pareva pure entusiasta, anche se il dolce di quel modesto spuntino era decisamente l’espressione imbarazzata di Febh.

    Credo di aver sottovalutato varie volte le abilità del vostro clan, sai?

    Ammise quando dopo quel suono terribile l’otese tornò a sedersi davanti a lui, iniziando, finalmente, a fargli capire chi fosse.

    Beh, io alla fin fine sono di Kumo, anche se la cosa non mi ha mai causato troppe grane, mi sono spostato in tempi relativamente tranquilli.
    Non capisco però come tu sia arrivato dalla zanna all’accademia, insomma, hanno fondato il villaggio sull’astio che avevano verso l’accademia, perdersi un loro ninja e farlo approdare ad Oto non penso rientrasse nei loro piani.
    Mica eri un selvaggio senza regole qualsiasi come lo ero io!
    Che, diciamocela tutta, ero proprio un signor nessuno.


    Quella domanda però non fu l’unica cosa che ebbe da dire, prima che Febh avesse potuto rispondere avrebbe incalzato.

    Hakai, comunque… all’Abete la Muuga mi aveva parlato proprio lui, ma non mi disse poi molto, anche se adesso che so il tuo vero cognome, si può dire?
    O sei affezionato a quello Yakushi?
    Comunque, ora che so della tua parte Hakai immaginare un consanguineo che ha iniziato tutto quel casino è decisamente più semplice.
    Si inizia a spiegare anche come mai alla Zanna siano così strani, se tu sei venuto così e i geni sono smezzati immaginati quanto era… “originale” lui.


    Dopo il commento per alleggerire un discorso che sicuramente non era facile avrebbe nuovamente affondato su quello che era un punto difficile da affrontare.

    Quel macchinario strano di Hoshi non ti ha aiutato con la memoria?
    Cioè, ha scavato tra i tuoi geni e ha saltato la parte che ti interessava, non sai nemmeno come mai hai questi vuoti?


    Lo guardò qualche secondo.

    Si che tra tuo padre e tua madre magari sei caduto qualche volta dal seggiolone.
    Ma non cercare di montare su scuse, lo so che anche se hai avuto danni gravi da bambino le arti Yakushi ti avrebbero rattoppato.


    Inspirò.

    Per me non c’è problema comunque, la Zanna mi incuriosisce e il modo di pensare della Muuga ancor di più, inoltre credo che dovremmo andare volenti o nolenti temo.
    Nei territori della Zanna è nascosta un’altra delle armi, se la Muuga si sente gentile tra me e te potremmo avere un po' di libertà di movimento per mettere assieme i pezzi.
    E magari evitare che un altro di quei cataclismi ambulanti si attivi, è stato Soryo tra l’altro, involontariamente, a trovare le ultime informazioni a riguardo sulla chiave dell’arma.


    Il ruolo di Kaji, più che di Febh in tutta quella situazione tuttavia non era affatto semplice.

    Hai la sfortuna di essere una specie di mezzosangue Febh.
    Per quanto tu voglia tirarti fuori dalla questione tra accademia e la Zanna ad un certo punto dovrai agire, se saremmo fortunati forse no, sospetto infatti che i cremisi abbiano giocato un ruolo pesante nel generare l’odio tra la zanna e l’accademia e che tutt’ora abbiano spie al suo interno, ma io sono un accademico e quello che mi esce di bocca vale sempre poco.


    Però Febh forse non era ai loro occhi corrotto quanto lui.

    Se fossi tu a riportarglielo però potrebbero nutrire meno sospetti, certo dovremmo portargli qualcosa di nuovo.
    Ed anche li la tua posizione ti rende un ottimo ambasciatore.
    Ma visto che ne hai così tanto bisogno non mi tirerò indietro.


    Sorrise, beffardo.
    Intanto da Konoha due ali nere si dispiegavano.
     
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    " Si, mi hanno detto che hai fatto un buon lavoro nella direzione dei lavori di ricostruzione. Almeno hai avuto la lungimiranza di non far prendere a Febh decisioni riguardo l'edilizia...spero che però tu l'abbia "usato" per testare la solidità delle difese sotterranee! Dopodomani, in mattinata. Verrò a fare un sopralluogo. "

    L'Erede finalmente aveva un appuntamento con il Colosso, il primo vero confronto con quel leader che tanto disprezzava ma che era costretta a servire. Era meglio godersi quel momento di tranquillità, ora che poteva, e nel passare allegramente il tempo Yachiru era un'esperta! Ovviamente assecondare i capricci della bimba avevamesso nei guai la consigliera, la quale si sarebbe ritrovata con tre metri di arto srotolato...quando si dice concedere il dito e prendersi il braccio! Ma la piccolina si divertiva e forse questo sarebbe bastato ad abborbidire la ragazza in cerca di informazioni sul dispotico Mikawa:

    " Cosa faccio in villa?! Tutto! C'è taaaanto spazio! Aiuto il giardiniere, do da mangiare ai cavalli e ai corvi, faccio lezione con Ukitake, imparo il galateo...e poi le cose divertenti, ovviamente, come portare i cadaveri di Fyodor fino in obitorio da Eiatsu oppure fare scommesse mortali con gli ex detenuti degli Inferi! ahahaha Mi diverto un BOTTO! hihihi "

    Probabilmente, con un po di astuzia, Hebiko sarebbe riuscita ad ottenere anche qualche informazione di rilievo se avesse fatto le domande giuste; Yachiru non sembrava affatto guardinga nei suoi confronti e del tutto incapace di mentire. Molto strano per un sottoposto del Colosso...no? La genin non poteva saperlo ma tutti i gregari di Aloysius erano sottoposti ad uno spietato programma che li rendeva fedeli spie, la cui mente era modellata da sofisticati jutsu di sangue e non al fine di essere inviolabile, addestrate a sopportare la tortura e raccogliere informazioni...Tutti eccetto la figlioccia di papà.

    Dall'altra parte del tavolo, i due capoclan stavano continuando ad intrattenersi nella loro discussione sui Mikawa e gli Yakushi. Ogen sapeva cose che il Garth aveva cercato per anni, nei suoi viaggi alla Rosa d'Acciaio ripercorrendo le orme dei suoi familiari e predecessori, e come uno stolto non aveva mai pensato di avere le risposte alle sue domande a portata di mano...Certo, fino a qualche settimana prima non poteva immaginare che quel maledetto clan avesse accesso ai segreti del chakra che conducevano alla "lunga vita" come anche, fino a quel momento, che Konan avesse avuto una storia con la Regina dei Draghi! Chiaramente, da brava donna di mondo, la jonin medica non avrebbe vuotato il sacco senza riuscire a trarne un buon accordo, una mossa che non sorprese il Kage ma che lo fece indispettire ugualmente, viste le ostantate galanterie mostrate durante le presentazioni.

    " Oh suvvia! Sarebbe oltremodo indecoroso iniziare una relazione di amicizia con un pagamento. Questo si addice più ad un pappone con la sua sgualdrina, non trova? Direi che la cosa migliore possa essere una scommessa, piuttosto. Non sono un grande amante del gioco d'azzardo, almeno nell'accezione canonica del termine, ma quando mi capita di puntare lo faccio forte! Vedremo alla fine della nostra chiacchierata quale sarà l'argomento del nostro diletto, continui pure Ogen-dono. "

    Una proposta che, se aveva carpito anche solo in minima parte il tipo di donna che aveva difronte, sarebbe stata da lei accolta con entusiasmo.
    Diogene, per quanto legato ai Mikawa, era giunto in quella dimora nelle vesti del Kage e non del Garth e quindi era maggiormente interessato alla seconda parte del discorso; la padrona di casa si concentrò dunque sul narrare della sua formazione ninja e sulla struttura del clan che governava. Rivelò di essere un ninja medico, di levatura massima, informazioni che per qualche ragione aveva fatto sparire dalle carte ufficiali. Sembrava essere ancora in grande forma eppure rimaneva rintanata nel suo sfarzoso palazzo, quando l'ospedale di Oto era privo di un primario...erano anni che Aloysius provava a convincere Fyodor di lasciare il Pozzo e gestire la struttura medica ma ogni suo sforzo era stato intuile. Dannato lui e le sue fisse! Ora però vedeva una possibilità di rinascita per il luogo che per anni era stato il fiore all'occhiello del Suono e di questo avrebbe preso nota nel formulare la proposta per la sua interlocutrice.
    Infine si passò all'argomento quattrocchi e, con disappunto palese (ed infatti Ogen non mancò di notarlo), Aloysius scoprì che nemmeno la capoclan aveva influenza sull'operato di quella molla impazzita che prendeva il nome di Febh Yakushi. Alzò la mano verso Ieyasu e declinò seccamente l'offerta del dolce, rivaldo un dettaglio riguardo ciò che il suo corpo era divenuto:

    " Non un altro pezzo per me...sono anni che non riesco ad assaporare più nulla, sarebbe solo uno spreco. Tua nonna era dunque una Mikawa...mai sentita nominare ma l'inattivazione del Chikotsumiaku non preclude la possibilità che fosse portatrice del gene. Certo, non parliamo di linea diretta ma...avvicinati."

    Gli serviva tempo per riflettere sulla pessina notizia delle vecchia e, quando c'era da pensare, giocare con il sangue lo aiutava. Afferrò dunque la mano del ragazzo e, creando un piccolo artiglio di sangue, con l'indice andò a prelevare una piccola quantità di sangue utile alla sua indagine [Ferita Lieve]. Attivò la percezione e si passò quella linfa vitale tra i polpastrelli indagandone le propietà [Percezione Sanguigna (Vederci Rosso + Guardare Oltre le Apparenze)]...attese qualche istante per poi dire in direzione dell'esperta Yakushi:



    " Il ragazzo ha mai mostrato abilità nell'arte della Rigenerazione? Questo è...atipico, direi. "

    Qualunque cosa avesse scoperto se la sarebbe tenute per sé ma non mancò di rivolgere al giovane uno sguardo di curiosità che lo avrebbe fatto sentire nudo difronte all'approfondita analisi del jonin.
    Quel breve siparietto non impedì ad Hebiko di sbottare: udendo le parole del Kage riguardo l'altro consigliere non seppe mordersi la lingua e vomitò nuovamente il suo disprezzo verso il Colosso, blaterando qualcosa riguardo la fiducia e il rispetto che in qualche maniera credeva l'uomo non avesse per il suo collega ed amico. Ebbene, mai sequenza di parole fu più sbagliata; la kunoichi non aveva la minima idea di quanto Febh fosse vicino ad Aloysius e quanto quest'ultimo ne avesse considerazione...e l'intera faccenda dello Yonbi ne era un esempio lampante. Continuò dunque a parlare con la padrona di casa, sebbene rispondendo indirettamente alle fandonie della ragazza, la quale stava davvero scherzando con il fuoco:

    " Un capoclan che si rispetti deve avere il controllo di qualsiasi individuo che faccia capo alla sua cerchia, nonchè di eventuali sedi distaccate. Deve spendersi nella formazione di nuove leve e accertarsi che le conoscenze proprie della famiglia vengano tramandate senza perdita di informazioni. Deve monitorare ogni disertore custode dei segreti del clan ed operarsi per la sua cattura. Deve impegnarsi a stringere rapporti con gli altri clan, mediante accordi commerciali e sposalizi, garantendo pace e prosperità per la sua gente e per l'intero villaggio. Deve infine contribuire personalmente al miglioramento del jutsu del quale è, o dovrebbe essere, il più esperto conosciture.

    Questa è la nuova definizione di capoclan che ho fatto mandare su pergamena ad ogni esponente delle grandi famiglie di Oto. Non sono qui per dirle che non sa ricoprire il suo ruolo, Ogen-dono, nè tantomento per criticarla...tuttavia un'incoglita della portata di Febh non è ammissibile per il futuro del Suono, per quanto io conosca la bontà del suo cuore e l'ideale di fondo che regola le sue azioni. Come leader di questo villaggio devo far quadrare l'equazione che lo terrà in equilibrio anche in un periodi di guerra e per farlo devo poter avere controllo di tutte le variabili. Per ottemperare questo compito devo perseguire ogni strada e con ogni mezzo a mia disposizione. "


    Si avvicinò alla vecchia con aria seria, forse anche minacciosa vista l'enorme mole e la faccia non proprio piacevole; eeguì dei sigilli e poi la invitò toccargli la fronte con una mano per poi sfiorarle a sua volta la pelle...non era ancora padrone di quell'arte ma ben presto avrebbe sviluppato una qualche abilità simile ai filatteri del Mizukage per quel genere di pratiche [Dono del Seguace-> Interrogazione Mentale]. Un'auto-interrogazione finalizzata ad estrarre un ricordo in particolare dalla mente del Colosso e condividerlo con l'esperta di arti mediche.
    In un istante si ritrovarono da qualche parte nell'oscurità del Mikawa, in una situazione alquanto spiacevole per lui, ovvero durante la possessione di Khorne. La scena in questione era però caratterizzata anche dalla presenza dello Yakushi, il quale, attraverso il chakra della sua Hijutsu, era riuscito ad entrare nel corpo del malcapitato e combattere contro il Demone di origini Kenkichi. Ma dire che quello fosse Febh sarebbe stata impresa ardua: spingersi ai limiti del suo potere aveva come scombussolato la sua personalità, insinuando il dubbio dentro di lui di appartenere a tutt'altra natura, una più oscura e temibile.

    Distruggilo.
    Distruggi.
    Distruggi senza alcuna misericordia. Distruggi perchè questa è la tua natura. Distruggi perchè questo è il tuo destino. Distruggi perchè questo è il nostro dono. Distruggi perchè è inevitabile. La Fine è Inevitabile. Distruggi. Nient'alto conta.

    Tu. Noi. Insieme.
    Araldo della Distruzione.
    Il Destino degli Hakai


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    Sprigionando quel potere Febh era riuscito a vincere la prima battaglia contro il Dio del Caos e il motivo era semplice, celato dietro quella frase non detta dal nemico sconfitto: il Caos che albergava in lui era superiore a quello della stessa aberrazione di sangue!
    La scena terminò a favore di una flebile luce che gradualmente fece tornare i due nella stanaza da the, attorno al tavolo di palazzo Yakushi. Diogene non sapeva cosa Ogen sapesse a riguardo e, in caso affermativo, quanto seriamente avesse preso la faccenda ma quella avrebbe potuto leggere nello sguardo del Kage una preoccupazione reale, tangibile, diversa dal mero terrore che era solito seminare per mantenere l'ordine e farsi rispettare. Quindi Aloysius disse, con voce cavernosa:

    " Mi dica degli Hakai. "



    Edited by DioGeNe - 16/4/2020, 09:20
     
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    Quando Ieyasu provò ad allungare un altro piatto di dolce al kage, questo lo rifiutò, adducendo ad una spiegazione che il ragazzo non capì troppo bene. Era forse malato? Ci pensò un po', poi si rese conto che in questo modo ne avrebbe avuto di più per sè, quindi fece spallucce, e tirò indietro la mano con il piattino. Poco dopo, la vecchia Ogen provò a far schivolare via la conversazione dall'albero genealogico di Ieyasu, sebbene lui avesse sperato di non essere udito; ma questo non fu sufficiente, dato che Diogene colse l'occasione per fare altre domande. Ieyasu a quel punto ebbe la sicurezza che la nonna lo avrebbe ucciso. L'altra cosa curiosa era che la donna in questione di cui si stava parlando e di cui Diogene non sapeva nulla, era proprio sua zia. L'uomo gigante parò di Chikotsumiaku, ma ovviamente il giovane non aveva la minima idea di che cosa fosse, nè aveva mai sentito nominare una cosa così complicata e impronunciabile. In tutta onestà Ogen gli aveva spiegato di cosa si trattasse, ma lui era sempre troppo distratto per ricordarsi le lezioni della vecchia. Quando però il kage chiese la mano di Ieyasu, lui non fece complimenti, e allungò il braccio, senza avere la minima idea di cosa stesse per succede. Forse aveva cambiato idea e voleva ancora dolce? Un vero peccato.
    L'uomo però afferrò la mano del ragazzo con una forza fuori dal comune, nonostante la stesse solamente arreggendo, e dal proprio arto, uscì quello che sembrava proprio un artiglio di sangue.

    Eccoci. Mi uccide lui invece della nonna.

    E del sangue venne versato, ma in maniera decisamente inferiore a quanto Ieyasu pensasse. Appena un taglietto, che fece uscire una goccia di liquido rossastro. Ahia. Il ragazzo era alquanto indispettito per quanto successo. Per quale ragione il Kage gli aveva tagliato la mano? Il giovane guardò la nonna mentre si asciugava il sangue con un pezzo di carta che aveva usato per la stessa ragione poco prima, che si era tolto dal naso. Non sapeva se la consigliera e l'altra ragazzina avessero seguito la scena, che fu comunque breve, ma sicuramente la nonna non lo avrebbe perdonato. Ovviamente lui non aveva il minimo senso del pudore, quindi si sarebbe rivolto direttamente al Kage.

    Mi scusi eccellenza, che cosa....mi...ha fatto ? L'esitazione finale era dovuta al fatto che Diogene aveva preso a fissarlo in po' come Ieyas fissava i manicaretti di Ogen. La nonna aveva molte doti, ma la sua cucina era terrificante, specialmente se prima di cucinare aveva avuto a che fare con Febh. Sembrava che riversasse tutto il suo fastidio nel cibo che preparava, e che ovviamente Ieyasu era obbligato a consumare.

    Quanto a Diogene, il sangue che aveva raccolto era sicuramente del ragazzo, gruppo sanguigno AB Negativo, non aveva alcuna eredità particolare di alcun clan, nè capacità nascoste. Anzi, a dirla tutta era di infima qualità, i geni Mikawa erano così sporadici che forse veder Orochimaru correre nudo in quella stanza sarebbe stato più probabile di un'attivazione della tecnica di clan nel giovane Ieyasu. Non aveva nemmeno i tratti rigenerativi che gli Yakushi hanno passivamente nel loro corpo. I globuli bianchi erano quasi assenti, era più vicino a essere in pericolo di ammalarsi che a risvegliare qualche capacità; la sua struttura era certamente quella di un ragazzo fisicamente deboluccio.

    Eppure.

    Eppure qualcosa gli avrebbe dato da pensare. Il sangue di quel ragazzo era fin troppo generico. Così privo di dettagli particolari da dare come l'idea di essere stato trattato in modo tale da essere volutamente uno scarto. Nessuno dei nemici che aveva incontrato prima di allora aveva quello stesso sangue, ma allo stesso tempo, era come se lo conoscesse bene come il suo. Se la sua capacità di capoclan gli avesse permesso di analizzare più a fondo quella traccia di sangue, avrebbe avuto un rapido flash di un giovane ragazzo pallido marchiato col sigillo maledetto del cielo, chiunque fosse, non lo aveva mai visto. Nulla di più.



    E non potè fare a meno di percepire un leggero brivido lungo la schiena, come se fosse il sangue ad osservare la sua mente.

    Non...Uhm, Ogen-dono, chi sono gli Hakai?

    Ieyasu era tornato in sè e si era perso tutta la conversazione, riprendendo lucidità dopo il colpo di terrore dato da Diogene, proprio mentre lui chiedeva questo a Ogen.


     
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    Palazzo Yakushi


    Un Nome Terrificante
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    [A Palazzo]
    Ohohohohoh! Rise Ogen alla "battuta" su meretrici e protettori. Mio caro Kokage, un terzo dell'economia Otese si basa su papponi e sgualdrine, opportunamente tassati. Forse sarebbe meglio verificare chi ci riempie il piatto a tavola prima di giudicarli negativamente. Semplice occasione di rispondere a quell'affondo con un sottile suggerimento sul non considerare Oto nella sua interezza sul lato economico, o magari era solo un modo per riprendersi dalla frecciata. E tuttavia una buona fetta è data anche dal gioco d'azzardo. E questa povera vecchia ama sentire ancora qualche brivido sulla pelle, quindi si, potremmo scommettere, Kokage-sama. Aveva segnato un piccolo punto ma poi concesso. Una chiusura totale era sconveniente per tutte le parti, non esistono assoluti in diplomazia.

    Osservò con occhi attenti il piccolo scambio tra il Mikawa e Ieyasu, ma senza interferire: forse era in realtà qualcosa che voleva, testare le potenzialità di quel giovane? Era un rischio però: il Kokage avrebbe potuto reclutarlo a forza...anche se questo significava mettere uno Yakushi legato a Ogen stessa nella cerchia del Colosso. Questione di equilibri e interessi, alla fin fine. Per quanto la famiglia fosse qualcosa di assolutamente importante per lei, uno dei pochi capisaldi a cui puntare. Ha appena iniziato il suo addestramento di base per riuscire a diffondere correttamente il chakra in tutto il corpo. La base della Rigenerazione stava infatti nel mantenere un minuscolo impasto di chakra, infinitesimale ma costante, in ogni singola cellula del corpo. Tuttavia essendo uno zuccone non ha ancora fatto grandi progressi, questo è vero. Contavo appunto di metterlo in una Vergine di Ferro a partire dal prossimo mese come incentivo. Aggiunse seccamente, guardando di sbieco il ragazzo. La famiglia era importante, ma non necessariamente i gesti d'affetto e cura erano normali in quel clan. Poi però si fece interessata. Atipico? C'era saggezza e conoscenza in quegli occhi curiosi. Una mutazione, forse? Erano rare, spesso inutili o scenografiche, ma in rari casi potevano diventare una grande risorsa o una terribile sciagura, specie perchè qualche volta si legavano anche alle Hijutsu.

    Quando poi giunse la filippica sul ruolo del capoclan la donna attese cortesemente che lui finisse, quindi si esibì in un sorriso triste e affettuoso al contempo, con le mani congiunte nel grembo, come se stesse cercando di spiegare un concetto difficile a un bambino che ancora non ha compreso appieno. Ho letto la lettera. Carica di ardore giovanile e rigore. La ho apprezzata e ne faccio tesoro, è raro trovare tanta chiarezza nel pensiero di una persona che ha preso in mano il potere da così poco. Avrebbe fatto un piccolo inchino col capo. Tuttavia quelle belle parole dimenticano una verità fondamentale, sia a Oto che nel mondo: il potere. Guardò Hebiko, quindi Gene, quindi Ieyasu. Quando dico che Febh si è guadagnato la sua libertà uso un eufemismo. Quello che intendo veramente è che mi ha sconfitta. Completamente, su tutta la linea. Se sono viva è perchè lui non mi ha uccisa. Fisicamente mi era pari da tempo, e di recente ha raggiunto la mia stessa abilità nell'arte della Rigenerazione...è in grado di rinnovare completamente sé stesso se lo desidera, anche cambiando radicalmente ciò che è. Sollevò una mano per una precisazione. Badate, è molto raro che un membro della mia stirpe lo faccia. Ma il concetto è che Febh mi è pari nell'arte e superiore nel combattimento...era completamente sottomesso a me per un qualche blocco psicologico ma è riuscito a superarlo quando gli ho ordinato di diventare Kokage, assai prima che sapessi del vostro colpo di stato. E quando è stato libero...è stato anche implacabile, con una concentrazione e una determinazione che non credevo possibili. Gli ho offerto il ruolo di capoclan, perchè sono convinta che nessuno del clan possa batterlo, nemmeno se agissimo tutti assieme. Ma ha rifiutato, ritenendo che io fossi la persona più adatta a gestire le faccende degli Yakushi.

    In realtà, per forza, abilità e potenziale, il capoclan dovrebbe essere lui. Ultimamente faccio in modo che sia presente ogni volta che devo prendere una decisione importante, anche se dubito se ne sia reso conto.
    Si ricompose, facendo un lungo sospiro dopo aver ammesso quella sua grande debolezza e sconfitta. Questa è la verità, Kokage-sama. Non posso distruggere Febh in qualunque momento, quindi non lo controllo. Ma al contrario, lui controlla me e tutto il clan, anche se inconsapevolmente, e solo come potenziale. Nonostante questo, e Ieyasu lo sapeva, Febh continuava a essere la colf del Palazzo, facendo bucato, pulizie, piccole riparazioni e quant'altro, praticamente vessato e sottomesso a ogni singolo capriccio dei vegliardi della famiglia. Ma appunto, era famiglia. Non era mai capitata una vera crisi o un vero problema.

    Fu quello il momento in cui il Kokage stupì tutti i presenti, prima tra tutti Ogen, avvicinandosi per condividere un ricordo, un'informazione. Conosco l'arte dell'Interrogazione mentale, ma ammetto di non averla mai vista usare al contrario. Siete una sorpresa anche voi, Kokage. Ammise l'anziana capoclan posando una mano sulla fronte di lui, mentre parte dello scontro interiore avvenuto parecchio tempo prima fluiva in lei. Quando il collegamento si interruppe Ogen era sbiancata con occhi sgranati. Anche per una con il suo autocontrollo quel nome e quelle immagini erano difficili da digerire e vedere reale preoccupazione negli occhi del Kokage acuiva quella sensazione...era evidente che lei sapesse qualcosa. Deglutì alla domanda mentre il Kokage tornava al suo posto e poneva la domanda che forse avrebbe fatto trasalire anche Hebiko (e qui sarebbe stato da vedere cosa ne sapeva lei, in quel caso). Hakai. Rispose la vecchia Ogen con la bocca asciutta per la sorpresa, portando entrambe le mani congiunte davanti alla bocca. Non sentivo questo nome da più di quarant'anni. Da quel briefing sciagurato durante la guerra e da quando conobbi Toriru Hakai.

    Gli Hakai...sono un clan antico. Un clan che incarna il potere della distruzione indiscriminata. Gli Araldi della Fine Inevitabile. Ci fu un tempo in cui governarono un territorio anche più grande del Paese del Fuoco, molto prima che io nascessi, ma si autodistrussero incapaci di governare i loro istinti. Pensavamo fossero scomparsi, ma un piccolo numero, una singola famiglia, sopravvisse e tramandò la loro arte segreta, ma tenendosi alla larga da guerra e potere.
    Sollevò lo sguardo su entrambi. Sono una delle famiglie che vivevano alla Zanna, prima che l'Accademia li obbligasse a partecipare alla Guerra contro l'Onda Rossa e li sacrificasse poi per una vittoria strategica. Pensare che Febh sia un Hakai...mi pare impossibile. Deglutì. Eppure...anche Toriru, al cui fianco combattei durante la guerra...anche Toriru se non era in battaglia tendeva a rompere le cose e farle cadere ed era piuttosto goffo, ma un ottimo fabbro, l'unica cosa in cui non combinava guai. Non avrei mai pensato che fossero caratteristiche genetiche, pensavo che Febh fosse semplicemente un idiota con talento...

    La domanda le si leggeva in fronte: "Perchè Febh non me lo ha detto?", ma non la pronunciò mai, cercando invece di razionalizzare. Toriru era un uomo massiccio e potente, ed era in grado di...di rendere fragile il mondo e le cose. Intorno a lui distruggere era semplicissimo, e anche le ferite guarivano molto più lentamente. Che io sappia sia lui che sua figlia Uta morirono nella battaglia finale contro l'Onda Rossa, quando acconsentimmo per disperazione al piano sanguinario di quell'Uzumaki. Scosse appena il capo. Povera gente...non laveremo mai questo peccato... Si riferiva alle stesse informazioni fornite da Febh alla Riunione dei Kage, verosimilmente.

    [Nelle Prigioni del Palazzo]
    Tutti sottovalutano le capacità del mio Clan. Per questo noi siamo ancora qui e abbiamo radici ovunque. Rispose al commento dell'Hokage poco dopo aver tramortito il padre adottivo, facendo spallucce, prima di raccontare degli Hakai. Guardò Raizen per qualche secondo mentre questi, ricordando la sua origine nella Nuvola (anche se il padre era di ben altra adozione) e chiedendo lumi su come fosse finito ad Oto. Sembrava che lo Yakushi stesse soppesando quanto dire e quanto no del suo passato. A Hebiko aveva detto tutto...all'Hokage, anche se perdonato (e punito) ancora non sentiva di poter dire ogni cosa: era una debolezza troppo grande da confessare, quindi diede la prima versione, la stessa registrata negli archivi di Oto e dell'Accademia. Un'imboscata. I miei genitori erano travestiti da mercanti per una missione di infiltrazione, mi avevano portato per accentuare l'aria da civili. La missione era stata un successo e stavano tornando verso il Paese del Riso per consegnare non so cosa e tornare poi alla Zanna. Dei ninja di Oto scortavano la carovana dei mercanti, lo scopo era fargliela sotto il naso. Poi qualcuno attaccò, una strana creatura animale, obbligando coi suoi capelli i ninja ad attaccarsi tra loro. Riaggiustò gli occhiali finti, come a volersi dare un tono o fingere una qualche commozione che tuttavia non era presente. Mio padre lo combattè ma perse. Mia madre andò in suo aiuto, ma prima di farlo mi trasmise la Fine Inevitabile...non posso spiegarti come. Era praticamente l'unico segreto di clan di sua conoscenza.

    Entrambi stavano per essere sconfitti quando Homura, uno dei sottoposti di Orochimaru in quel periodo, appena al di sotto di Kabuto, passò da quelle parti. Lui stesso non saprebbe dire se è caduto vittima del jutsu che rendeva aggressivi di quel mostro o meno...sa solo che lo combattè e ricevette terribili ferite. E io in qualche modo uscii dal mio nascondiglio, forse per abbracciare mia madre o non so..e mi beccai anche io un taglio che per poco non fece saltare l'occhio. Disse indicandolo, là dove minuscole cicatrici ancora ornavano lo zigomo e la tempia destra. Alla fine io e lui eravamo gli unici sopravvissuti e quella cosa era sparita. Lui tornava da una missione per uccidere un traditore di Oto chiamato Omoi, suo pari, ma finì per essere accusato dell'intero sterminio e scappò portandomi con sè, credendomi un civile rimasto orfano.

    Lasciò passare qualche secondo, sbuffando. Mi ha addestrato, e io avevo quattro o cinque anni quindi non è che sapessi dire o fare granchè, nè mi ricordo nulla. Con gli anni il veleno che aveva ricevuto da quel mostro lo indebolì sempre di più fino a costringerlo su una sedia a rotelle, e anche io avevo dolori terribili a volte là dove mi aveva graffiato e vedevo male. Mi trovò per caso un ninja di Oto mentre mi allenavo, riconobbe le tecniche del Suono che usavo e chiese spiegazioni. Lo portai dal Sensei che acconsentì a farmi portare a Oto per studiare il veleno e arruolarmi tra le fila di Orochimaru, lui si sarebbe invece costituito, ma in realtà non si fece poi trovare dal team inviato a prenderlo. Fece spallucce. E curare il mio occhio è ciò che mi ha portato dagli Yakushi, almeno all'inizio.

    Spiegato in che modo un ninja della Zanna fosse finito, assolutamente per caso, al Villaggio del Suono, Febh ascoltò quanto Raizen aveva da dire riguardo alla Muuga, recentemente incontrata durante la missione all'Abete. Quindi c'è un Hakai ancora vivo alla Zanna. Lo Yakushi si fece scuro in volto: non molto tempo prima aveva appunto preso un mezzo accordo con Feng Gu al riguardo. Eviterei di dirlo in giro, dopotutto anche se sono nato Kaji Hakai, di fatto sono un orgoglioso membro del clan Yakushi, e lo sarò finchè campo. Sul nome non so...non riesco ancora ad abituarmi che qualcuno mi chiami Kaji. Fece una smorfia: si era anche ricordato da dove venisse il nome Febh e la cosa iniziava a irritarlo. Quanto al macchinario, quell'affare infernale è meglio non nominarlo mai più. Tagliò corto, convinto di aver distrutto tutto ciò che lo riguardava. E io NON sono caduto da nessun seggiolone! In realtà era più probabile che quei due lo avessero fatto cadere da un tetto o magari lo avessero coinvolto in una frana, ma questo non lo avrebbe ammesso mai, nemmeno sotto tortura.

    Dici la ragnona di cui ci aveva accennato quel mezzo barbone di tuo padre? Rispetto per gli altri a go-go. Ma in realtà durante la retro-memoria aveva pensato e detto ben di peggio del suo stesso genitore. Vero...un attimo. Hai detto alla Zanna dell'Arma? Sgranò gli occhi allargando le braccia. Io ho detto che non voglio averci a che fare e non voglio combatterli, ma tu sei andato a versare benzina sul fuoco con questa storia! Altro che curiosità, è come picchiarsi da soli! Poggiò entrambe le mani sul capo. Tu sei completamente sciroccato! Quelli l'Accademia la odiano, e non sono Hayate che vuole distruggere le Armi! Contro di noi ne userebbero volentieri qualcuna! Altro che mettermi a fare da ambasciatore, con una cosa del genere finirei per dover alzare le mani, e ho già detto che non voglio farlo!
     
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    Il peso della conoscenza


    XII




    Yachiru era fin troppo arzilla per i suoi gusti, srotolandole il braccio a suo piacimento forse per scoprirne il funzionamento. Arrivata al limite, Hebiko si sentì strattonare la spalla, ricomponendosi subito dopo con un vago sorrisetto sul volto. Non è mica infinito, sai? Ma posso farlo tornare normale quando voglio. Riassorbì la lunghezza in eccesso, mostrandole il risultato finale. Pazienza, Hebiko, pazienza. Era sicura che guadagnarsi il suo affetto, anche se temporaneo, avrebbe portato a qualcosa di buono.

    E quel qualcosa non tardò ad arrivare. La ragazzina si mostrò fin troppo aperta nei suoi confronti, e alla Vipera fu facile ricambiare quell'entusiasmo con un sorriso sincero. Il sorriso di chi aveva capito di aver tra le mani una gallina dalle uova d'oro. Tutto?! E' un sacco di roba! Annuì convinta mentre l'altra elencava la sua giornata tipo, limitandosi a qualche occhiataccia verso il padre quando questa parlò dei cadaveri, commentando sarcasticamente ad alta voce: Oooh, cadaveri e detenuti! Di sicuro non ti annoi mai, eh? Era sicura di sapere che razza di uomo fosse Diogene, ma di certo si aspettava che una bimbetta cresciuta nell'alta borgesia venisse protetta dal lato più marcio di Oto. Forse era chiedere troppo. Ma poco importava, non era un suo problema. Era il momento di incalzarla con domande di suo interesse, mentre il Mikawa era distratto con Ogen. E dimmi, il tuo papà ci gioca con te? Attese paziente una risposta, già pronta alla replica: Pensa, io gli chiedo sempre di venirmi a trovare in Amministrazione, ma alla fine mi lascia sempre da sola! Non era difficile fingere della rabbia, non dovendo realmente fingere. Sono proprio offesa, sai? Pensa che l'ultima volta non si è fatto vedere per mesi! Borbottò, teatrale, mostrando il suo disappunto per la presunta mancanza di attenzioni. Dopo la sua reazione, sarebbe arrivato il momento della domanda importante, detta con tono spazientito, quasi fosse una domanda retorica. Vorrei tanto sapere cosa aveva di così tanto importante da fare per non passare nemmeno a salutarmi cinque minuti! Yachiru forse poteva sapere, tramite le voci alla Villa o vedendolo lei stessa, cosa aveva tenuto impegnato Diogene durante la sua assenza dopo l'importante riunione dei Kage. Hebiko non sospettava ancora che la bimba fosse uno dei motivi per cui il Mikawa era riuscito a tornare. C'era da sperare che si lasciasse scappare qualcosa.

    Non poteva chiedere qualcosa di troppo esplicito, non con il Mikawa a pochi passi da lei. Per come aveva posto le sue domande, poteva giustificarle semplicemente come un dialogo qualsiasi, si era sforzata per renderle meno sospette possibili, senza considerare che probabilmente il Colosso le stava dando ben poche attenzioni in quel momento. Più riusciva a guadagnarsi la fiducia della ragazzina, più facilmente avrebbe ottenuto importantissime informazioni nei confronti del Colosso. Aveva abbastanza tempo residuo per ascoltare la questione Ieyasu, e la successiva "sgridata" sul cosa volesse dire essere un capoclan, e quali risultati il colosso pretendeva da loro. Ogen confessò che il vero, inconsapevole, padrone della baracca era Febh stesso, e per ottimi motivi a suo dire. Come al solito, l'ostinazione che aveva nel non voler salire al potere aveva impedito qualsiasi cosa ufficiale, ma di fatto era lui ad avere il vero controllo. La cosa dava speranza ad Hebiko. L'Amministratore aveva più potere politico di quello che credeva, e riteneva onorevole che Ogen onorasse la sconfitta costringendolo ad essere capoclan, invece di insistere nel manipolarlo come un membro inferiore. Un'atto che dubitava il Mikawa, al posto suo, avrebbe imitato.

    I due capoclan si erano presi un momento per discutere "in privato", in un modo piuttosto peculiare: Diogene stava trasmettendo qualcosa mentalmente alla donna. Hebiko apparve leggermente stizzita, consapevole di non essere in grado di metter orecchio su quelle misteriose informazioni. Ma poi un nome pericoloso venne fuori. Hebiko sussultò,
    sudando freddo. Dalla domanda di Diogene non sembrava saperne molto, ma solo il nome le era sufficiente per metterla in allerta. Cercò di giustificare la sua reazione meglio che poteva. O-Oserei dire che un simile scambio di informazioni è a dir poco maleducato di fronte ad altri ospiti! Da dove saltano fuori questi Hakai?? Era tesa, ma forse poteva giustificare la cosa come una naturale reazione a nuovi nomi scambiati in gran segreto.

    Ogen rivelò ulteriori informazioni nei riguardi di quel clan. Sembrava saperne parecchio, la sua rete di informazioni era davvero invidiabile. E, a quanto parte, Febh non le aveva confessato la sua vera natura. Hebiko percepiva che la sua presenza lì iniziava a diventare pericolosa. Troppo. Con le informazioni ricevute solo qualche ora prima, non poteva permettersi il rischio di lasciarsi scappare qualcosa. Evidentemente tesa, per quanto volesse ascoltare il più possibile per capire di piani del Mikawa, si era resa conto che quella situazione avrebbe messo a rischio i segreti di Febh. Non poteva permetterlo. Si alzò in piedi, tenendo Yachiru in braccio. Non riesco a credere che... Esitò, visibilmente tesa. Doveva trovare la giusta sequenza di parole per giustificare la tensione che percepiva. ...Vi chiedo perdono per questo sfogo. Credevo di conoscere Febh, ma evidentemente mi sbagliavo. Immagino vogliate un po' di tempo per discutere da soli. Con permesso. Si abbandonò ad un piccolo inchino, rivolgendosi poi alla marmocchia. Noi andiamo a giocare fuori, mh? Lasciamo che i grandi parlino delle loro cose.

    Se fosse riuscita ad uscire dalla stanza, si sarebbe lasciata andare ad un sospiro liberatorio. Più della metà delle informazioni che aveva ricevuto in gran segreto sembravano ora sulla bocca di tutti. Se le fosse scappato il terribile punto debole di Febh, di fronte al Mikawa stesso, sarebbe stata la fine. Non poteva cedergli un controllo simile su di lui. Lo avrebbe protetto. A costo della sua stessa vita. ...Maledizione. Iniziava a rendersi conto del peso di certe informazioni. Doveva imparare al più presto le tattiche di Ogen, come nascondere al meglio le emozioni, e magari come imbottigliare nella sua stessa mente importanti informazioni. Andiamo zuccherino, ci divertiamo un po' in giardino, mh? Per quanta fretta avesse, e per quanto credesse Yachiru stupida, non poteva ancora permettersi di cercare Febh. Gli avrebbe vomitato addosso troppe informazioni, e non era buona cosa di fianco ad un'abitante di villa Mikawa. Doveva pazientare, calmarsi, e solo successivamente trovare Febh e rivelargli cosa i due capoclan sapessero nei suoi confronti.
     
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    Storie di Vendette


    -XI-






    Raizen ascoltava il racconto di Febh a braccia conserte, non si era minimamente preoccupato dell’esitazione dell’otese che valutava cosa dire e cosa no, gli importava davvero poco, certo fino a quando non avesse scoperto che qualcun altro sapeva di più, a quel punto si sarebbe offeso. Annuiva di quando in quando, ma non era il solo a prestare orecchio al piccolo racconto.

    Una creatura animale che li obbligava ad attaccare?


    La coscienza della volpe si avvicinò all’immagine mentale di Raizen, come se maggiormente attenta.
    Ma non si pronunciò ulteriormente, continuando ad ascoltare, lui era stato solo per tutta la vita e cosa quelle esperienze potessero causare in un bambino di quell’età lo aveva dinnanzi agli occhi.

    Non ti chiederò della Fine, ci mancherebbe.
    Però mi sorge un dubbio, anzi, una curiosità, come ha fatto tuo padre a scalare la vetta?
    A volte riesci pure a non sembrare un totale inetto, ma insomma, trascinarsi dietro un intero villaggio è un’ altra questione… e la mela non cade mai troppo lontano dall’albero.


    La piccola insinuazione slegò ulteriormente la lingua di Febh che gli spiegò come la Zanna era diventata la Zanna, e come il contributo di suo padre fu fondamentale per plasmare la società del villaggio, facendolo vivere di vendetta.
    Si pentì d’averlo chiesto, rivangare cose simili non era mai semplice.

    Mi hai già detto a chi appartieni, passami l’orrendo termine… ma la cosa non ti ha mai fatto riflettere?
    Sapendo queste cose, sai, il sangue del tuo sangue ha preso una decisione anche condivisibile giurando vendetta all’accademia, non ti ha mai sfiorato il pensiero di guardare cosa succede dall’altra parte?
    Non tanto per onore, non intendo quelle minchiate da coglionazzi incartapecoriti nelle loro vill...


    Si ricordò di essere proprio all'interno di Una di quelle ville.

    Insomma, ci siamo intesi, non ti sto chiedendo se non ti faccia venire voglia di dare fuoco ai villaggi, ma semplicemente se tu non abbia pensato di mollare tutto ed andartene lontano da tutto questo.

    Una domanda del tutto disinteressata, una delle poche volte che, da amico quale si era definito, cercava di capire quanto chiare fossero le idee di Febh sulla sua stessa vita e se lui stesso fosse consapevole di cosa avesse deciso di fare con essa.

    Una cosa però non mi torna…

    Una pausa abbastanza lunga mise l’accento su quel dubbio.

    Gli Uzumaki.
    Chi diavolo era quel Hagemono?
    Aveva un cognome fin troppo pesante, ma soprattutto… gli Uzumaki non sono a Konoha da… non so, il settimo Hokage penso che fosse l’ultimo!
    Dissi alla Muuga che la storia della Zanna mi era sempre sembrata TROPPO, per quanto uno potesse spingersi oltre per il bene comune quello non lo era.
    Un intero popolo non è una questione di poco per tanto… è inconcepibile…


    Scosse la testa mentre mentalmente confermava i suoi pensieri.

    Più ci penso più è impossibile, stiamo parlando di una quarantina di anni fa, cioè, un Uzumaki passa a Konoha e non lascia tracce?
    È assurdo, non ti pare?
    Inoltre qualche tempo fa sono riuscito ad accedere ai locali di… tuo padre è sempre KO vero?
    Queste cose sono leggermente delicate, quindi mi raccomando…


    Lo guardò con aria seria.

    Davvero.
    Devi tenertele per te per un bel po' di tempo, e non sto dicendo che potresti vendertele, ma che devi proprio stare attento a non aprire bocca.


    Quando avesse avuto conferme riguardo all’attenzione che Febh avrebbe impiegato per tenersi stretta l’informazione avrebbe proceduto.

    Dicevo.
    A Konoha nel tentativo di ridare una spolverata a dei corpi speciali particolari ho scoperto dei rapporti delle stesse che mi erano sfuggiti, e capirai che la cosa è strana, ma senza approfondire ulteriormente, tra le varie missioni c’era la ricerca degli Uzumaki, ma non per sport o per stampare un bell’arazzo dell’albero genealogico del settimo, ma per capire dove fosse uno dei clan della foglia, uno dei clan che sarebbe dovuto Essere alla foglia.
    Hanno ricostruito parecchi dei loro spostamenti, ma la traccia si fermava a Kumo.
    Non a Konoha.
    E stiamo parlando dello stesso periodo.
    Non so perché quel tipo parlasse a nome dell’alleanza ne che ruolo avesse in essa, ma che un cane sciolto simile fosse nell’accademia mentre il resto del clan era nei territori controllati dai cremisi… non mi torna per niente.


    Che Febh dubitasse o meno della cosa in realtà non era di eccessiva importanza, qualcosa non tornava, e per quanto l’azione accademica pareva essere crudelmente orchestrata per avere proprio quei risvolti trovava che più di un dettaglio fosse rimasto assai fumoso.

    Inoltre l’accademia non era in svantaggio al momento della frana…

    Continuava a scuotere la testa e stava per mettere sul piatto qualche altro dubbio quando la volpe subentrò a gamba tesa.

    Ragazzo io penso che a Febh di queste cose importi quasi zero.
    Però quella cosa che ha attaccato i suoi genitori… ricordo qualcosa, chiedigli di descriverteli.



    Ma il tipo bestiale che vi attaccò?
    In tutta questa storia di sicuro l’aggettivo che meglio si confà alla Zanna è quella di vittime, possibile che possiano ancora avere dei carnefici?
    Inoltre ha attaccato i tuoi genitori dopo la sconfitta dei Cremisi, quindi una vendetta da parte loro non mi sembra plausibile.


    La descrizione successiva tolse ogni dubbio alla volpe.

    Scambiamoci, facciamo prima, usarti tipo altoparlante è scomodo e stupido.


    I tratti di Raizen si fecero improvvisamente più ferini, tre solchi gli comparvero sulle guance mentre i canini si facevano spazio sulla dentatura umana, le iridi già imprestate al demone fin da quando gli venne sigillato dentro si caricarono di potere appesantendo l’aria.

    Tu non vuoi avere a che fare con quelli.

    La voce di Raizen vibrava di un potere che Febh gli aveva visto utilizzare raramente.

    È il clan degli sciamani.
    Sono antichi, molto più di qualsiasi clan che col tempo ha imbrattato tonnellate di carta col suo albero genealogico per stabilire chi era più vicino a mio padre o a suo fratello.
    Non sono come voi, non sono come loro, non ne hanno mai avuto bisogno.
    Non hanno mai avuto bisogno di affinare la loro conoscenza, di maturare.
    Pochi, pochissimi, ma la loro connessione con la natura li posiziona al pinnacolo dell’evoluzione.


    Quasi anticipando eventuali domande continuò con la sua rapida spiegazione.

    Non sono realmente bestie, ma quando usano le loro capacità sono in grado di attingere al nostro potere, e sembrano trasformarsi, ma è solo momentaneo.
    Sono molto diversi, il sentimento che li fa ascendere è quello che stabilisce la connessione con uno di noi.
    Generalmente i superbi arrivano a me.


    Persino la volpe sapeva quando doveva misurare le parole.

    Tu è un Superbo che hai incontrato, quelli generalmente si legano a me, e sono i peggiori.
    E le lance non sono un caso.
    Così come loro non hanno mai avuto ragione di evolversi nemmeno le loro armi lo hanno mai dovuto fare.


    Nelle memorie di Febh, quelle acquisite incluse, era presente anche una seconda lancia usata con una furia ed una bestialità eguagliate solamente dalla forza del suo portatore: La Valanga.

    Si.
    Anche la Valanga era uno di loro, saprete che il destino vi odia a sufficienza quando vi mette uno Sciamano con un demone al suo interno.
    Raizen è bravo, tra i più bravi… ma loro Nascono connessi a noi.
    Non occorre mediazione, non occorrono allineamenti, uno di noi dentro uno di loro è sempre libero.
    Ma non so cosa gli permetta di essere così.


    Non c’era forse una contraddizione nelle sue parole?
    Aveva affermato che nascessero con quel potere, perché porsi dei dubbi riguardo ciò che li rendeva così perfetti?
     
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    " Ho visto questa composizione sanguigna solo nei neonati di famiglie non portatrici di geni...il chakra trasportato dalle sue cellule è assolutamente neutro, come una pergamena immacolata. "

    Un fatto rarissimo, praticamente impossibile per un ragazzo già avvezzo alle pratiche ninja di base. Che la sua formazione fosse da indirizzare su tutt'altri canali questo ancora non era chiaro ma una predisposizione del genere trovava ampi sbocchi in alcune pratiche di cui Oto era fautrice...L'anomalia di Ieyasu tuttavia passò i secondo piano quando il topic degli Hakai venen svelato da parte del Colosso; la vecchia capoclan aveva espresso con più chiarezza il suo rapporto con Febh, rivelando la sua inferiorità combattiva e la scelta di guidare il clan il suo vece per gli evidenti limiti "manageriali" del ragazzo. Questo fu solo una conferma da parte del Mikawa il quale aveva sin dal principio sperato solo in una qualche sorta di rituale o tecnica di clan in grado di vincolare i suoi esponenti (come il suo Patto di Sangue, il sigillo di costrizione deglu Hyuga e così via...). Tuttavia l'atteggiamento della donna mutò dopo il ricordo condiviso dal Kage, il quale sperava proprio di riuscire finalmente ad andare in vantaggio in quella partica a scacchi che aveva iniziato non appena vacrato la soglia del Palazzo; un'informazione che nemmeno la ultracentenaria kunoichi possedeva e che legava il consigliere combinaguai ad un passato nefasto.

    La storia degli "Gli Araldi della Fine Inevitabile" fu rivelata al Mikawa, il quale apprese delle loro origini nella Zanna e di come l'Accademia li avesse sacrificati durante la Guerra contro l'Onda Rossa, di cui aveva iniziatato a raccogliere frammenti di informazioni tra gli antichi Tomi di Ukitake. Toriru Hakai doveva essere il nonno, o forse il bisnonno, di Febh e, da come aveva capito, ne era una specie di copia fatta con lo stampo: imbranato e portatore di distruzione, esattamente come il finto quattrocchi.

    Intanto Yachiru era finita nelle grinfie di Hebiko, la quale da buon serpentello cercò subito di infiltrarsi in quella frttura nelle difese del Colosso! La bambina era ingenua e credulona, una pessima combo se si vive ad Oto ed in possesso di informazioni segretissime sulla vita controversa del Kokage. La domanda sull'assenza di Aloysius fu accolta con il solito spirito giocoso ed allegro che apriva il rubinetto della sua voce senza freni:

    " UUUU Eh non gioca più tanto con me...da quando è andato alla Rosa d'Acciaio! Odio quel posto, lo ha cambiato! Ma sotto sotto è sempre papino, no? E' stato molto male, tanta gente è venuto a trovarlo; Febh, J..J...J...uffi! Perchè non riesco a dirlo!? Vabè, prima ancora anche l'Hokage un giorno! Ci abbiamo messo mesi per riparare i fori causati da quelle cose luminose ahahha Poi, quando tutto sembrava tornato alla noralità è risuccesso e Gene è stato taaaanto male. Si è rin...rin....ooooo vabè hai capito! Ora però sta bene, vedi???"

    Era evidente che qualcosa era stato fatto alla ragazzina e, qualora lo avesse già visto nella sua carriera ninja, Hebiko avrebbe potuto notare di sfuggita quello che doveva essere un sigillo sulla lingua della sua interlocutrice [Simbolo del Silenzio]. Un siparietto che sfuggì al controllo del Garth, il quale tuttavia non mancò di notare il comportamento sospetto della congigliera sulla faccenda degli Hakai...la voce tremante, l'improvvisa voglia di una boccata d'aria, i movimenti del corpo irregolari dovuti a duna tensione tutto sommato immotivata. Dettagli che non sarebbero sfuggiti ad un semplice occhio attento, figuriamoci ad un esperto dell'arte recitativa al Boss [Menti?]. Il costrutto di sangue la sfiorò di qualche millimetro a velocità assurda e andò ad ostruire la via di fuga lasciata aperta dalla porta a scorrimento, impedendole all'ultimo di abbandonare la stanza [Vel 850, Pot 60, 6 SD di sangue]. Un muro che per qualche centimetro opportunamente calibrato non aveva spappolato il cranio della kunoichi ma che le avrebbe solo scompigliato i capelli e fatto prender eun grande spavento.

    " Non vorrai andartene proprio sul più bello..."

    Non la invitò a risedersi ma l'ordine era implicito dal tono di voce; un messaggio che fu recepito persino da Yachiru, la quale si accorse che in quel momento Aloysius era molto serio. La ragazzina dunque lasciò la mano della sua "tata" e prese posto in maniera composta affianco al jonin che intanto aveva trovato una più comoda posizione.

    7PNQGK2

    " Noi, si anche tu CONSIGLIERA Dokujita, risolveremo oggi questo problema. Metteremo sul tavolo le informazioni che abbiamo riguardo questa faccenda e capiremo come agire. Io ho visto la vera distruzione negli occhi di Febh, Ogen-dono sono sicuro l'abbia notata anche tu, e dato che hai ammesso di non avere il controllo sono necessarie misure drastiche. Non possiamo permettere che la situazione ci sfugga di mano o che il villaggio venga messo a rischio dalla verità fino ad oggi ignorata o rimasta nascosta. Siamo le tre persone più indicate per prendere un decisione in merito, no?
    Quindi parla, prima che ti apra il cranio per vedere cosa c'è dentro. "


    Una minaccia, nemmeno troppo velata, in classico stile Mikawa e, qualora l'Erede non si fosse mostrata disposta a sedere a quel tavolo, Aloysius avrebbe dato un ultimo avvertimento prima di perdere la pazienza:

    " Senza informazioni e il vostro aiuto non ho altra scelta che bandirlo dal Villaggio. "

     
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    Scappare di casa?




    Il Kokage sembrò estremamente stupito da quello che aveva compreso riguardo Ieyasu, nonostante lui non avesse minimamente capito un bel nulla a riguardo, nemmeno se l'argomento era proprio lui stesso. Subito dopo, mentre la consigliera e il demonietto uscito dalla casacca del kage parlavano tra loro, quest'ultimo cominciò a chiedere a Ogen di Febh, e i due si scambiarono informazioni riguardo un antico clan di cui il ragazzo non aveva mai sentito parlare, ma tra un boccone di dolce e un fazzoletto nel naso per bloccare il sangue causato dal lancio della vecchia, Ieyasu riuscì a comprendere qualcosa, e quello che capì non gli piacque affatto.
    Febh era un discendente di un clan quasi estinto di persone molto poco piacevoli? Impossibile. Conosceva il suo idolo meglio di chiunque altro, era una persona nobile e affidabile, goffa certo, e magari poteva combinare qualche pasticcio, ma chi non lo era in quel villaggio di vagabondi e privi di senno. L'idea che Febh fosse una minaccia era assolutamente priva di fondamento. E a nulla servì il parere di Ogen che sembrò quasi dare ragione al Kokage, per Ieyasu non c'era il minimo dubbio, doveva essere un malinteso, non avrebbe mai accettato che Febh fosse un malvagio. Quando poi Hebiko cercò di lasciare la stanza e venne bloccata da un enorme muro di sangue, a Ieyasu quasi rimase l'ultimo boccone di dolce di traverso. Quel brutto fustacchione stava minacciando tutti a destra e a manca perchè voleva appoggio e accondiscendenza, ma per cosa poi? Era solo un arrogante.


    CITAZIONE

    " Senza informazioni e il vostro aiuto non ho altra scelta che bandirlo dal Villaggio. "


    A quel punto al ragazzo andò completamente il sangue al cervello, le pupille gli si dilatarono dalla rabbia, strinse il cucchiaino che aveva in mano abbastanza da piegarlo, e senza pensarci due volte si alzò dalla sedia, si lanciò verso il Kokage e cercò di pugnalarlo al petto con il cucchiaio. [Stat Bianca (100)][Slot Azione I] Ovviamente non si rese conto di quello che stava facendo, nel senso che sebbene fosse cosciente della sua azione, gli si era tappata la vena, ed essendo completamente incapace di lungimiranza, aveva appena caricato a testa bassa una montagna e probabilmente di lì a poco sarebbe morto. Questo ovviamente non lo aveva considerato. Quindi a denti stretti proseguì il suo micidiale assalto col cucchiaio. Ovviamente urlandogli contro.

    6YYSe5T



    HEY. HEY TU. SE CACCI FEBH ALLORA ME NE VADO PURE IO.

    Difficile dire da dove gli venisse quel coraggio. Mai si era rivolto così a qualcuno, figurarsi a un individuo in grado di incenerirlo senza muovere un solo dito. Eppure qualcosa dentro di lui, a metà strada tra la sicurezza e la completa follia lo aveva smosso.
    Non era un ricatto, il Kage non aveva nemmeno idea della sua presenza sulla terra, era una sorta di rifiuto adolescenziale rivolto a Ogen, più che a Diogene. Avrebbe seguito Febh pure in capo al mondo, era la sua ombra, figuriamoci se questo veniva buttato fuori da Oto. Nel caso in cui la morte non fosse immediatamente sopraggiunta, insomma, se fosse stato in grado di emettere dei suoni, pure con fatica, a seguito del suo micidiale assalto, avrebbe aggiunto:


    Febh è una brava persona, non farebbe del male a una mosca, quello che dite non ha senso!


    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Micidiale assalto con cucchiaio da dolce
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 5
    • Shuriken × 5
    • Dadao × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Accendino × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Specchietto in Metallo × 1

    Note
    Ringrazia che non abbia usato armi Gene. Pensa a quanto sono generoso.



     
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    È colpa tua. Ratty

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    Palazzo Yakushi


    Consigli di Volpe e Punizioni di Nonna
    12


    [Nelle Prigioni del Palazzo]

    Pur con un'occhiata oltraggiata per le accuse alle sue capacità, Febh tagliò corto, riportando quanto appreso sugli eventi che avevano portato alla fondazione della Zanna, fino allo scontro brutale contro Enja dopo il tradimento accademico. E poi alla fine quel mezzo fesso di mio padre è riuscito finalmente a fare un discorso senza balbettare e qualcuno lo ha ascoltato. Il racconto non era stato scevro da colorite descrizione del giovane Shijin e della sua assoluta imbranataggine (che divenne ancora più intensa non appena ottenuto il potere della Fine Inevitabile, ma questo Febh non lo disse), oltre al suo essere in linea di massima un mezzo perdente, per quanto avesse poi conquistato Uta. C'era un vaghissimo accenno di calore nelle parole dello Yakushi mentre, pur insultandolo, parlava di quel padre mai conosciuto e certo perduto per sempre, mentre un sorriso appena accennato accompagnava le descrizioni della madre. Finito il racconto sembrava che la cosa che più turbava Raizen fosse il fatto che Febh non avesse poi preso le distanze dall'Accademia e da Oto una volta scoperto tutto. Lo Yakushi guardò per qualche istante il Kage portando una mao al mento, pensieroso. Beh...sul momento ero abbastanza su di giri, tipo indignato, no? Appena spaccata la macchina sono andato a farmi un giro per Suna mollando tutto e tutti. Ho anche pensato per un secondo di radere al suolo mezzo Villaggio, ma sarebbe stato come buttare giù un castello di sabbia e in fondo quei due tappi di Hohe e Hoshi non mi han fatto nulla. Sospirò. Ed è stato pensando a quei due che mi sono calmato per un pò. A loro, a Gene, a te, a Itai, alla vecchia Ogen e al mio clan, a tutta la gente che al momento E' l'Accademia. Fece spallucce. E di fatto nè loro nè io abbiamo fatto niente. I nostri predecessori erano aridi bastardi ma ormai sono morti tutti, quindi che possiamo fare? Posso capire il desiderio della Zanna ma non farlo mio, non dopo che IO stesso sono l'attuale Accademia. Quello che posso fare è impegnarmi perchè non succeda mai più nulla del genere.

    Alzò gli occhi al cielo.E in effetti FORSE hai ragione sul fatto che dovrei cercare di fare da intermediario con la Zanna, ma diciamocelo, io sono bravo a strappare accordi e creare opportunità diplomatiche strane, non certo a metter pace tra contendenti. Però, ormai lo aveva ammesso, di fatto il suo intervento in quel senso diventava importante. Ovviamente non era mancato un sopracciglio ben inarcato quando Raizen aveva cercato di etichettare i clan più vecchi e le loro ville come coglionazzi incartapecoriti. Almeno si era frenato per tempo. Diede poi voce ai suoi dubbi sugli Uzumaki e su come qualcosa non tornasse. Io ho visto solo quei ricordi e non so, ma di sicuro tutti consideravano quell'Uzumaki un tipo a posto. Che mi risulti però sono un clan del Vortice, non di Konoha, c'erano solo dei rapporti amichevoli perchè la moglie del vostro Shodaime era una Uzumaki, no? A quanto sembrava, pur con la sua aria da fesso, lo Yakushi aveva fatto i compiti. Però non rimane assolutamente nulla del Vortice, solo rovine per quanto ne so. E non ho idea di come la tua pista porti a Kumo. Poco dopo Raizen cercò di aggiungere qualcosa che riteneva talmente segreto da doversi assicurare a più riprese che la bocca dell'otese restasse cucita, con sua estrema frustrazione. Ehi! Sbottò. Punto primo: quello di mio padre è un pisolino corroborante. Punto secondo...ho ucciso Orochimaru e nessuno lo ha saputo per due anni. Secondo te non so tenere un segreto? Sbuffò, sprezzante. A proposito di segreti, sapevi che forse l'anno prossimo Kato ed Hebiko si sposano? Mi chiedo se mi vogliano come testimone o come officiante...cioè, non lo hanno detto esplicitamente ma io i segni li ho visti tutti!

    Pettegolezzi a parte, l'attenzione dello Yakushi fu tutta per le indiscrezioni di Raizen riguardo gli antichi, che si concluse con un sonoro sbadiglio. Yaaaawn...tutto qui? Pensavo volessi dirmi qualcosa di piccante sulla Foglia! Tks! Senti, io non so perchè siano successe le cose o come mai, ma per saperne di più bisognerebbe trovare qualcuno che fosse vivo a quel tempo e chiedere, no? Sbuffò. E non è che la gente longeva cresca sugli alberi. Magari qualcuno che segue il culto di Jashin o non so bene. In quel momento, considerando che erano a palazzo Yakushi e che il padre di Febh stramazzato poco distante aveva più di cento anno, evidentemente la furbizia non la faceva da padrone. Ma a proposito del mangiare pane e volpe, il peloso compagno di corpo di Raizen sembrava avere qualche altra cosa da dire, tornando indietro al racconto di Febh, mettendo da parte tutti quei discorsi per un secondo. Posso fare di più che descriverlo. Spiegò, facendo comparire come dal nulla una carta ninja tra le dita con le sue capacità da prestigiatore, caricandovi abbastanza chakra per delineare uno schizzo assai più raffinato di quanto lo Yakushi avrebbe mai potuto ottenere con una matita [Immagine]

    guren-ushio-and-tora-tv-2016-104000

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    La reazione fu decisamente inaspettata, con Raizen che dopo un secondo di irrigidimento cambiò completamente atteggiamento, oltre a qualche piccolo dettaglio del volto, ottenendo uno sguardo di circospetta irritazione da parte del padrone di casa. Ciao anche a te, batteria pelosa. Non sarebbe ora di cambiare aria, magari assieme a quegli altri come te? Nulla di personale, sia chiaro, ma vi preferirei belli tranquilli su qualche isola molto lontano dalla gente. Febh non aveva mai fatto mistero di come ritenesse i Bijuu una dannosa e inutile aggiunta al mondo umano, pur non avendo niente contro di loro in quanto tali, ma solo per gli effetti che avevano sulle persone, specie per la loro brama di potere "facile". Clan degli Sciamani? Era la prima volta che sentiva di qualcosa del genere...individui naturalmente in grado di sviluppare capacità simili a i Bijuu e capaci di amplificarle a dismisura come Enja della Valanga se riuscivano a entrarvi in contatto. Sono davvero pochi perchè non ne ho mai sentito parlare...ma francamente possono anche essere divinità: se me lo ritrovassi di nuovo davanti ti assicuro che le cose andrebbero diversamente. Disse con un tono che non lasciava presagire niente di buono, con l'aria che si faceva pesante e gli occhi sempre più scuri, colmi della Fine Inevitabile. Sciamani o meno, anche per loro non vi sarebbe possibilità di fuga. Io sono ciò che conclude quello che è stato iniziato. Il punto sulla lunga e miserabile frase della loro esistenza. Scosse il capo mentre lasciava forzatamente andare quel chakra così aggressivo...evidentemente non ne aveva ancora il pieno controllo. Uhmm...non so da dove arrivino o come mai quello avesse attaccato una carovana di mercanti scortata da Otesi...forse la Zanna non centra nulla ma almeno ora so cosa cercare. Aveva grosso modo saltato a piè pari il concetto che quelle creature erano da evitare. Sai mica come riconoscerne uno? O qualcosa di grosso che possono aver fatto da usare come pista?

    Ma ora che ci penso...la vecchia Ogen mi aveva detto di dover comunicare qualcosa oggi. Si sollevò dal seggiolino improvvisato che rientrò nel muro, dando uno sguardo al Kage dagli abiti sporchi e rovinati per la "tortura". La vecchia Ogen! LEI era viva ai tempi della guerra ed era già un pezzo grosso! Magari sa qualcosa di quell'Uzumaki! Poi schioccò le dita. Messi da parte gli Sciamani per un momento, avevano improvvisamente una traccia per la questione apparentemente più semplice da affrontare. Raizen avrebbe accettato?


    [A Palazzo]
    Ogen rimase in silenzio alcuni istanti, prima di portare lo sguardo su Ieyasu. Una mutazione era qualcosa di potenzialmente pericoloso ma potente, un chakra neutro implicava la possibilità di apprendere facilmente ogni tecnica, ma un chakra TOTALMENTE neutro significava anche la totale assenza di talento e la necessità di impegnarsi maggiormente per ottenere dei risultati, pur potendo procedere in ogni direzione. Capisco. Un Incontaminato. Con ogni possibile strada aperta, ma anche senza talenti specifici. Guardo verso Ieyasu. Questo spiega le tue difficoltà. Sei troppo pigro, puoi diventare bravo in molti campi ma devi impegnarti dieci volte più di chiunque altro. Sbuffò...era vero che a Oto esistevano alcune tecniche e metodiche di addestramento specifiche per gli Incontaminati, ma il duro lavoro era sempre richiesto e il giovanotto non brillava in quel campo.

    Il discorso passò rapidamente oltre, con la terribile rivelazione del Kokage e le risposte di Ogen sugli eventi della Guerra. Hebiko tentò invano di andarsene, ottenendo la sarcastica (e violenta) reazione del Kokage e uno sguardo a metà tra il deluso e l'indispettito da parte della vecchia capoclan. Concordo con il Kokage. Una kunoichi che si rispetti deve imparare a restare salda al suo posto anche quando qualcosa la sconvolge. Aveva le mani in grembo, ma a ben guardare ogni tanto le dita avevano minimi spasmi, come se stesse trattenendosi dal gridare e lanciare qualcosa. Il tempo del correre via come adolescenti in preda al panico è finito. Crescere è l'unica opzione possibile. Poi però si voltò verso il Kage che parlava delle sue prospettive ben coricato nella stanza. Tuttavia, Kokage-sama, sarebbe bene ricordare che in casa d'altri anche un Re deve sapersi comportare. Minacciare i miei ospiti di spaccar loro la testa non è affatto qualcosa di gradito in questa casa. Alla proposta di bandire Febh poi la vecchia sgranò gli occhi. Bandire la persona che ritengo essere il mio capoclan? Certamente scherzate. Inoltre vorrei proprio vedere con quale esercito riuscireste a farlo. Ma se proprio volete che lui scappi da Oto è sufficiente cedergli la vostra carica, me lo ha detto molto chiaramente. Rispose ricomponendosi in breve tempo. Inoltre di tutto questo non avete affatto parlato con lui, immagino. A mia conoscenza è stato addestrato da Oto sin da quando aveva cinque anni, anche se in modo poco ortodosso. Per quanto ne sappiamo lui stesso potrebbe non sapere nulla degli Hakai.

    In quel preciso momento Ieyasu diede di matto partendo alla carica contro il Kokage. Nella tensione della situazione persino Ogen no agì abbastanza in fretta da fermarlo, ma immediatamente dopo l'attacco la capoclan, ammantata da chakra guaritore (che Hebiko aveva già visto all'opera, con quelle scintille azzurre e dorate durante la guarigione dell'Hokage) fu accanto al giovane cercando di serrargli la mano in una stretta micidiale. Ma non era la vecchia e irascibile capoclan ad aver apparentemente attaccato suo nipote fermandogli la mano forse fino a romperla, anche se nel farlo si era piazzata proprio tra lui e il Mikawa di fatto facendo da scudo al consanguineo, ma piuttosto una giovane fanciulla che non poteva avere più di vent'anni, al pieno delle forze e con un chakra di tutto rispetto che permeava la stanza [Immagine]

    39genkai



    Statistiche: Forza Viola tacche, Velocità Nera +8 tacche

    Corpo Perfetto, Tecnica del Biofeedback, Impasti
    . Quando la capoclan, come altri Yakushi esperti nell'arte, usavano le loro doti potevano ringiovanire istantaneamente, in effetti in qualunque momento, ma più passava il tempo e più diventava difficile farlo efficacemente, e per un tempo sempre minore. Presto sarebbe venuto il momento di rinnovare TUTTE le cellule del corpo con la Rigenerazione, così da eliminare la stanchezza e gli errori accumulati, ma solo i più abili potevano farlo ed era sempre un terno al lotto perchè rinnovando le cellule del cervello c'era sempre il rischio di cambi di personalità anche drastici o di perdite di memoria, senza contare la possibilità di cambiare completamente aspetto. Inoltre al momento solo Ogen e Febh potevano raggiungere quel livello di abilità da ridurre significativamente i rischi...anche per questo il clan era in decadenza. IEYASU COME OSI ATTACCARE IL KOKAGE! Avrebbe accentuato la stretta fino a rompergli il braccio se necessario. Kokage-sama, perdonatelo, è giovane e irascibile. Vi assicuro una punizione esemplare! In tutto questo sarebbe comunque rimasta tra i due, apparentemente per fermare il giovane, ma in realtà per difenderlo.

    Se permettete io credo che gli animi si siano scaldati troppo. Oto non fugge e Febh nemmeno. Se siete daccordo io rimanderei a domani questa conversazione, con la consigliera Dokujita e anche Febh stesso. Prima di decidere serve sempre un quadro completo, altrimenti invece che saggi si è sciocchi. E nè voi nè io lo siamo. Chiederemo a lui, e in base alle sue risposte saprò cosa dirvi. Poi verso Hebiko. Penso sia il caso che tu dorma qui oggi, cara. Ti vedo stanca e non vorrei facessi brutti incontri sulla via del ritorno. In un certo senso Ieyasu aveva salvato Hebiko dalle risposte, ma quanto avrebbe dovuto offrire Ogen per tenere il suo consanguineo al sicuro? Per uno Yakushi sembrava che la famiglia fosse estremamente importante.

    [Il giorno successivo]

    Era da poco passato mezzogiorno e davanti a un tavolino basso stavano Ogen, Hebiko e il Mikawa come il giorno precedente, entrambi invitati a pranzo. Febh era stato convocato ma era temporaneamente con l'Hokage, eppure sarebbe giunto a minuti. Ieyasu era stato incaricato di servire, a meno che il Mikawa non lo volesse estromettere dalla sua vista, e ovviamente c'era posto anche per Yachiru. Penso che possiamo iniziare anche senza Febh. Quel cretino è sempre in ritardo, ma arriverà. Guardò il Mikawa, quindi Hebiko. Possiamo iniziare da dove abbiamo lasciato ieri. Hebiko, cara. Il Kokage aveva una domanda per te. Hai forse una risposta? Evidentemente anche a lei interessava saperlo. Le interessava sapere OGNI cosa. Ma prima di dare un suo parere avrebbe sicuramente voluto sentire suo nipote, il sedicente Hakai.

    Il tempo di poche chiacchiere e poi Febh sarebbe arrivato, e forse l'Hokage con lui.


    Edited by Febh - 9/5/2020, 08:11
     
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    Clan Perduti


    -XII-







    Aveva segnato un punto, era incredibilmente riuscito a mettere Febh nella condizione di fare qualcosa di responsabile con l’intenzione di farlo, ma non l’avrebbe mai detto, sorrise e basta.

    Beh, avrai un ottimo supporto.

    Gonfiò il petto e lo puntò col pollice.

    Quell’Uzumaki continua a non quadrarmi.
    Ti sfugge qualche particolare comunque.
    Hai mai notato che la foglia di Konoha è leggermente strana?
    Nel senso, voi avete una notina, ad Iwa un paio di sassetti… ma Konoha non ha solo una foglia, che razza di foglia sarebbe con quella stupida spirale in mezzo?
    Quella è la spirale degli Uzumaki.
    Quello tra il Primo e Mito non fu solo un matrimonio, il vortice fece confluire verso la foglia ben più che la sua principessa.
    Il loro villaggio segreto venne distrutto e mai più ricostruito perché le loro forze erano passate a noi, sia in termini di segreti che di portatori.
    Ma il sangue Uzumaki… beh, è complesso.
    Il settimo era un ninja che aveva raggiunto livelli difficilmente immaginabili eppure il sangue Uzumaki in lui era debole, non riusciva a sfruttarlo.
    E sono informazioni di prima mano.


    Si indicò la pancia dove era apposto il sigillo del demone.

    Per quanto infatti possano avere uno spiccato talento con i fuinjutsu non tutti tra loro sono in grado di materializzare le catene dell’anima, pare si chiami così il loro potere.
    Penso che l’ultima Uzumaki al villaggio della foglia fu la moglie del quarto, ed era grazie alle sue capacità che arrivò alla foglia, ma nonostante tutto fu Mito ad aiutarla.
    Capisci cosa intendo?
    Quelli realmente forti erano così pochi che il villaggio sapeva anche se mancavano l’appuntamento col cesso.
    E purtroppo ho pochi dubbi sull’operato di chi ha condotto le indagini.


    Scosse la testa.

    Per il resto ho dei dubbi anche io, se era generale comunque non era di certo uno qualsiasi, ma aveva un nome importante da poter sfruttare e se davvero era un infiltrato e il suo dovere era arrivare così in alto… pensi davvero che avrebbero sfruttato qualcuno in grado di fare passi falsi?
    Ma ti ripeto, ciò che mi spinge a sospettare è l’assurdità della situazione, magari erano davvero dei gran bastardi, ma mi sembra sempre troppo.


    Certo non poteva sapere che Febh con un leggero sforzo mentale poteva confermare i rapporti della Radice essendo stato testimone in prima persona di un Uzumaki alleato ai cremisi di Kumo.
    Soltanto chiuso quell'argomento Febh avrebbe tirato nuovamente in ballo Orochimaru, ricordandogli che l'aveva ucciso lui, cosa che chissà perchè tendeva sempre a bypassare, probabilmente perchè sapeva che il Sannin più che un serpente era uno scarafaggio, ed era celebre più che per la sua forza per la sua capacità di rispuntare nella storia come un fungo.

    Già.
    E hai fatto un errore gigantesco.
    Dovevi metterlo in un barattolo e sfruttarlo, era un pozzo senza fondo, penso che conoscesse a menadito perfino i segreti della foglia.


    Ma gli ci volle poco per tornare a sorridere, domandandosi sbuffo divertito quale film si fosse fatto Febh per immaginare Kato ed Hebiko assieme, oltre l'incompatibilità generale era evidente che lo Yakushi fosse una frana in materia.

    Febh.
    Sono IO che sto insieme ad Hebiko.
    E non penso mi tradirebbe mai.
    Come diavolo hai fatto a sbattere addirittura sul Matrimonio?!?


    Impossibile sapere come l'animo da pettegolo di Febh potesse reagire ad un simile triangolo amoroso, certo Raizen aveva una fiducia incrollabile verso la sua Vipera, e di certo non poteva credere alle parole del più impreparato dell'accademia su questi temi, era perfino riuscito a credere che lui potesse stare insieme a Kiyomi.
    Rabbrividì di rabbia al solo pensiero.

    E poi, se gli piacciono i tipi come me... cioè, ma l'hai visto Kato?
    Non so a chi possa piacere, non avresti soddisfazione neanche a dominarlo, immaginalo mentre soffre


    Montò quindi la più inespressiva delle facce.

    Aia. Mi ferisci.

    Rise, e poco gli importava se da solo o in compagnia.

    No no, del tutto impossibile! Ahahahah!

    Avrebbe quindi lasciato parola alla volpe per concludere il piccolo rapporto sul clan di sciamani.

    Lasciare in pace la gente?
    Raizen non è certo la peggior compagnia e soprattutto è divertente, ma credi davvero che possa essere meglio della libertà?
    Posso dormire un po' dove mi pare certo, ma mi piacerebbe farlo di più col vento tra le code.
    Se sono qui è perché i tuoi simili cercano me.
    Ma credo tu sia un po' troppo imparziale in merito per capire cosa si muove dietro a tutto questo.


    E non era un insulto, Febh aveva una vita che l’aveva costretto a formulare quel pensiero, le sue esperienze l’avevano portato lì, e per quanto la sua idea fosse di imprigionare i demoni in un gigantesco parco a tema poteva avere un senso nella sua drasticità.
    Ma questo non voleva dire che il Kyuubi lo condividesse, ragione per la quale lasciò cadere il discorso, limitandosi a sorridere quando Febh affermò che avrebbe ucciso i Ga anche se fossero state delle divinità.

    Mh!
    Qualche bonzo ti direbbe che la tua è una vita piena.
    Ma ti consiglio di esercitarti… Tuo padre non era uno sciocco, ti ho spiegato che il loro potere è particolare, per questo non si è evoluto.
    Potremmo definirlo… stabile.


    E cosa era la Fine Inevitabile se non la massima espressione dell’instabilità e dei terribili effetti che mediante la stessa si poteva causare?

    Il loro aspetto è singolare, generalmente portano capelli lunghi i fisici possono variare in base al demone a cui si legano ma portano sempre, sempre con se la loro arma rituale.
    Possono cambiarne leggermente la forma per nasconderla ma non se ne separano mai, e no, non la trasformerebbero in un ombrello, sarebbe un insulto.
    Per loro la Lancia è come un estensione del corpo, la migliore.
    Non conosco però alcun loro movimento, posso percepire molto indistintamente, soprattutto quando sono dentro un jinchuriki, se stabiliscono una connessione col mio potere, ma niente di più, solo una volta la connessione è stata così intensa da farmi capire che qualcosa di grosso stesse accadendo, credo nelle terre natale dei Kijin, ma non saprei dirti di più.
    Raizen non si tirerà indietro, ma se ne becchi uno io ci sto, non puoi prendermi qualcosa da sotto il naso e sperare di cavartela.


    E con quell’ultima minaccia si ritirò nuovamente.

    Spero sia stato utile.
    Questa cosa è strana, fortunatamente non accade spesso.


    Si alzò insieme a Febh sciogliendo i muscoli.

    Oh… la vecchia Ogen.

    Era abbastanza elettrizzato dall’opportunità costituita da Ogen, ma del tutto demoralizzato dalla situazione in cui si trovava.

    No senti, non c’è modo che mi presento davanti a lei in queste condizioni, come minimo mi sputa dentro il thè mentre me lo serve e farà un commento così pungente che per non offenderla ulteriormente o riceverne altri mi toccherà berlo.
    Posso farmi una doccia e nel mentre stendere i vestiti all’aria, per il resto con una trasformazione sarò presentabile, purtroppo qui dentro non ho visto nessuno a cui poter fregare dei vestiti.


    Avrebbe quindi strappato definitivamente le maniche al suo abito.

    Ormai sono più di impiccio che altro.
    Dimmi dove sta sto bagno e NON farmi passare davanti a lei.
    Verrà di sicuro a saperlo, ma almeno la coscienza l'avrò pulita!


    Era ovvio che accettasse, ma di certo non poteva presentarsi in quelle condizioni, Ogen non glielo avrebbe mai perdonato.
     
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    Il piccolo Yakushi "attaccò" mirando al petto e il cucchiaio semplicemente si piegò come carta a contatto con i muscoli del Mikawa; prima Tasaki, ora lui e ben presto Hebiko che, se avesse ritrovato un po di spina dorsale, avrebbe fatto esattamente la stessa cosa dello studentello pur di proteggere Febh...Diogene lo degnò solo di un compasisonevole sguardo mentre Ogen interveniva per punire il suo sottoposto, dimostrando l'abilità che probabilmente era alla base del suo segreto di lunga vita.

    " Ecco la Regina del Draghi! E tu, marmocchio, voglio che passi un po di tempo con Fyodor, lui saprà trovare per te la strada giusta; almeno ha dimostrato di essere disposto a lottare per i propri ideali. La forza per farlo, tuttavia, è una cosa che si acquisisce con il tempo.. "

    Guardava l'Erede mentre lo diceva, come per invogliarla a far uscire il mostro dentro di lei ad attaccare, rimpendo finalmente quell'immagine di facciata che ad ogni loro incontro stava sempre più sbiadendo, permettendo al Mikawa di scrutarle nell'animo.

    La proposta di Ogen di aspettare l'indomani per continuare la loro chiacchierata non fu però molto gradita; i giorni del Colosso erano scanditi da una rigida schedulazione e procastinare una decisione non era proprio nel suo stile. Tuttavia la Yakushi era la padrona di casa e la donna che avrebbe potuto aiutarlo in quella faccenda delicata; Hebiko era intanto diventata viola e avrebbe preferito mordersi la biforcuta lingua pur di evitare quella discussione...Il Kage poteva aspettare ma avrebbe dovuto prendere delle precuzioni: la faccia di Ieyasu, ancora furente di rabbia, la diceva lunga su quanto tempo avrebbe impiegato ad avvertire Febh del "pericolo" e lo stesso avrebbero potuto farlo le altre due, di cui Aloysius non si fidava affatto.

    " Coinvolgere Febh in questa scelta non era nei miei piani...so bene cosa significa perdere il controllo e se dovesse accadere a lui , una volta posto di fronte alla verità, bhè, il villaggio sarebbe in pericolo. Se sei convinta che sia la scelta migliore, mi aspetto che il Palazzo sia messo in sicurezza; per farlo, le squadre speciali del villaggio saranno a tua disposizione. "

    Quindi si alzò dalla sua posizione allungata, invitando Yachiru ad arrampicarsi su di lui fino ad appendersi al collo. Attivò il tentien e si avvicinò ad ognuno dei tre presenti per appore il suo sigillo dietro la loro nuca [Dono del Seguace -> Simbolo del Pensiero]] ed ignettare nelle loro menti il semplice pensiero che sarebbe stato oltremodo pericoloso ed insensato spifferare tutto a chiunque, soprattutto a Febh. Ovviamente non acconstentire a quella misursa precuazionale non sarebbe stata una scelta possibile per loro.

    " Una semplice misura di scurezza...sappiate che qualora dovessi accorgermi di una manomissione o di incongruenze nel vostro comportamento di domani verrete considerati traditori del villaggio e trattati al pari di nukenin. "



    Avrebbe lasciato la capoclan per ultima per dirle:

    " Abbiamo una scommessa pendente e ancora molto di cui parlare; oltre la storia del mio clan mi interessa conoscere anche quella dei Draghi, di Masamune e dell'Esuvia in particolare, e dei Colossi, qualora ne abbia incontrato qualcuno nel suo lungo passato. Spero che terrà a mente la mia apertura di oggi e che questo sia l'inizio di una proficua collaborazione.

    :::

    L'indomani, qualora l'editto fosse stato rispettato, avrebbe sciolto il suo sigillo e atteso finalmente che Hebiko vuotasse il sacco riguardo gli Hakai. Yachiru questa volta era rimasta a casa e il motivo era semplice: Aloysius non era così certo di poterla proteggere da quello che sarebbe potuto accadere di lì a poco in quella stanza.

     
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    Scambio di informazioni


    XIII




    Hebiko annuì solenne mentre ascoltava Yachiru, con una tristissima espressione accondiscendente. Non aveva dovuto sforzarsi troppo per farla partire in quarta. Tanto per cominciare, aveva un luogo presumibilmente importante per Diogene, al punto da lasciargli una cicatrice tale da farlo cambiare, a detta della bimbetta. Mentalmente, appuntò quel nome, pronta a cercare ogni singola informazione negli archivi otesi. L'idea che Gene fosse stato assente per quella che sembrava una malattia la sorprese, non aveva idea che un simile Colosso potesse essere sconfitto da qualcosa di così... comune. Sbattà gli occhi un paio di volte, cercando di giustificare la sua sorpresa con una domanda: Oh no! Povero, povero papino. Che gli è successo, aveva la febbre? Un'informazione superflua, dato che vista la lista degli ospiti, poteva farsi dare simili informazioni sia da Febh che da Raizen. Tuttavia c'era qualcun altro nella lista degli ospiti, qualcuno di apparentemente impronunciabile. La frustrazione della bambina era per lei la prova che qualcosa non andava. E, nonostante non fosse in grado di capire appieno che la cosa fosse data da un sigillo, per lei era chiaro che la colpa fosse del Mikawa, che si era spinto ad infettare persino la sua presunta figlia per evitare che uscissero alcuni segreti. Avrebbe sfruttato quel punto debole fino in fondo.

    Hebiko ridacchio, tremendamente curiosa. Il suono da lei prodotto non era l'inizia di nessuno dei Kage presenti, o del precedente. Doveva essere qualcun altro. E doveva essere qualcuno di grosso, se si era sforzato tanto per tenerlo segreto. Oh, Yachiru, alcuni nomi sono molto difficili da pronunciare. Puoi sempre descrivermelo, hm? E' famoso questo signore? Cos'ha fatto di importante? Non aveva idea di cosa aspettarsi, ma voleva sapere. Altri confusi blateramenti nei riguardi dell'Hokage, dove Raizen avrebbe sicuramente potuto darle delle risposte, ed un'ulteriore malessere del Kokage, che però sembrava essersi... ripreso? No, non era la parola giusta. Rinsavito? Forse. Ma perchè impedirle di parlare riguardo la sua salute? Oh sì, certo, si è rincitrullito! E' per quello che è cambiato? Ridacchiò, dimostrandole che la stava prendendo in giro. Beh, sono contenta che stia bene. Ma vorrei tanto sapere quale fosse il suo problema, se un giorno avesse bisogno di aiuto, come faccio se non conosco nemmeno la sua malattia? Premere sul lato psicologico forse poteva costringere la bimba a cercare un'alternativa. Non aveva dettagli per sapere cosa poteva essergli successo.

    Presto però Hebiko fece la sua goffa uscita di scena. Uscita fallimentare, vista la pronta reazione del Kokage, che fece sfuggire alla Vipera un brevissimo grido. La rossa si voltò verso di lui, irrigidita per lo spavento, ma furiosa per il tipo di intervento. Lo osservava con puro odio. Per quanto l'errore fosse stato suo, mai si sarebbe immaginata di vederlo spingersi a tanto. Non bastasse, Ogen stessa la rimproverò, dimostrando tuttavia come anche lei fosse al suo limite, da dei piccoli tic che cercava di sopprimere al meglio. Hebiko aveva agito con troppa foga, colta di sprovvista, era ancora inesperta dopotutto. La situazione però sembrava volerla forzare ad evolversi immediatamente, o perire nel tentarlo. Con un lamento stizzito, si voltò lentamente verso il tavolo, iniziando a camminare per tornare al suo posto. Tuttavia, forse per fortuna, il Mikawa osò provocare tutti i presenti nella sala, causando un discreto stupore e scompiglio. La Vipera ebbe una reazione simile ad Ogen ma meno trattenuta, con un accenno di rabbia crescente. Da che pulpito! Ne hai di coraggio per blaterare qualcosa di così stupido! Nonostante la sua stessa affermazione non fosse tra le migliori da rivolgere al proprio capovillaggio, Ieyasu sorprese tutti: nel suo (pessimo) tentativo di ribellione, attaccò, in un certo senso il Kokage, costringendo Ogen ad agire. Era chiaro a tutti che la sua dimostrazione di potere, che l'aveva incredibilmente ringiovanita di parecchio, era atta unicamente a difendere il suo pupillo da una possibile reazione del Mikawa. La rossa osservò la scena impietrita, sorpresa dall'azione di quel giovane Yakushi. Ed invidiosa, anche se sarebbe stato difficile notarlo, dell'unione di quella famiglia. Aveva più volte dimostrato come la famiglia venisse prima di tutto, solamente durante quella serata. Invidiava quel tipo di relazione. Un lusso che anche il Kokage aveva, e che lei poteva forse vantare di avere con Febh e Raizen. Tuttavia il loro non era un legame di sangue, ed un rapporto di fiducia poteva spezzarsi dopo un passo falso.

    Diogene non mancò di provocare ulteriormente la Vipera. Sibilando, senza paura di mostrare la sua lingua da rettile, lo fissò dritto negli occhi con aria cupa. Lottare per un ideale è ben diverso dal suicidarsi buttandosi contro un obiettivo irraggiungibile. Il suo messaggio era chiaro: Hebiko non avrebbe mai colpito senza la certezza di andare a segno, invece di farsi offuscare da un colpo di testa. Aveva fatto i suoi errori, non poteva negarlo. Ma mai si sarebbe permessa di attaccare qualcuno così apertamente, se non aveva la certezza di rendere quel colpo fatale. Era una questione di tempo. E sentiva che forse, sadicamente, il Kokage volesse qualcuno a tenergli testa. Hebiko si sarebbe allenata duramente per accontentarlo. Ciò che forse non sapeva, era che la rossa non condivideva l'idea che il Mikawa fosse "un male necessario". Non appena ne avesse avuto la possibilità, lo avrebbe eliminato senza rimorsi. Sapeva essere paziente, quando serviva.

    Ogen fece la scelta migliore, forse anche a difesa della Vipera, che avrebbe avuto tutta la notte per pensare alla sua risposta. Ah... Sì, naturalmente, la ringrazio Ogen-san. Sbuffò, stizzita, quando Diogene portò l'attenzione sulla perdita di controllo. Si era lasciato scappare qualche informazione di troppo. Immagino che qualsiasi perdita di controllo del nostro onorevole Kokage sia giustificabile e perfettamente sotto controllo. Domani potrebbe raccontarci una delle sue esperienze... Per preparaci contro Febh, naturalmente. Sorrise, sarcastica. Indietreggiò, con un velo di terrore a ricoprirle il volto, quando il Colosso si mosse verso di lei, arrivando persino a bloccargli la mano che, con strana lentezza, mirava a raggiungerle il collo. N-Non ti avvicinare in questa maniera senza una spiegazione! Ringhiò. Non apprezzava il contatto fisico, figurarsi quello di un gigante che aveva vagamente minacciato. Una breve spiegazione sul sigillo, e fortemente controvoglia si sarebbe sottomessa al suo volere, pur mantenendo nei suoi confronti un'espressione di disprezzo. Come desidera, Kokage. Si sarebbe finalmente congedata, lasciandosi accompagnare nella sua stanza per quella notte. E, una volta sola, avrebbe sfogato la sua ira: un violento pugno avrebbe probabilmente rotto la parete sulla quale impattò. Dalla fessura, la faccia del suo compagno di stanza sarebbe probabilmente apparsa da lì a poco, ottenendo una reazione stavolta verbalmente violenta, ma con il pugno, sanguinante e tremante, che sembrava pronto al bis: Beh!? Cos'hai da guardare?? Sarebbe bastato spostare il mobilio nella stanza per evitare sguardi indiscreti. Spiegare la situazione sarebbe stato leggermente diverso.

    Nella solitudine della camera, aveva modo di pensare a cosa dire il giorno dopo. L'istinto era naturalmente quello di informare Febh, ma il misto del sigillo e il pesante avvertimento del Mikawa rendevano vana quell'idea. Stupido ammasso di sangue senziente! Che la sua malattia possa portarselo via nel sonno! Fortunatamente o meno, la Vipera non era così vendicativa da desiderare che il suo obiettivo venisse eliminato da lei stessa, era pronta ad accettare metodi alternativi pur di ottenere il risultato desiderato. Ma non aveva tempo di pensarci. Si spostò di fronte allo specchio che la osservava dal comò, schiarendosi la voce. Per un'ora intera, non avrebbe fatto altro che preparare il suo discorso per la mattina successiva. Avrebbe controllato il tono di voce, il rivelare dettagli a sufficienza per apparire onesta, ed evitare di far credere che nascondesse qualcosa. Si sentiva comunque sconfitta da quella faccenda, ma la sua delusione poteva aiutarla ad apparire più sincera. Non sarebbe riuscita a godersi un sonno tranquillo.


    Hebiko sarebbe apparsa, puntuale come al suo solito, nel luogo prestabilito. Li aspettava un delizioso pranzetto insieme, nonostante si sentisse così nervosa dal nausearsi al solo odore del cibo. Salutò i presenti con un inchino, rivolgendo una severa occhiata al Kokage poco prima di sedersi, composta, schiarendosi la voce. Ogen la invitò a parlare, e la rossa rispose annuendo: Posso darvi qualche risposta. Non ritengo corretto nei confronti di Febh voltargli le spalle in questo modo, ma mi vedo costretta ad ubbidire al nostro Kokage. Sospirò, sconfitta. Non so esattamente cosa siano gli Hakai, suppongo un clan, ma dubito si tratti di un clan come siamo abituati ad averne nei villaggi. So che il potere è altamente distruttivo, soprattutto mentre è "dormiente", diciamo. I bizzarri incidenti di Febh sono provocati da quel potere. Con la schiena ben dritta, solenne, si preparò a dare l'ultima informazione: Ho visto Febh sfruttare questi Hakai, anche se ai tempi non avevo idea si trattasse di loro. Ma posso garantire che sa controllare perfettamente il suo potere. La sua non è una perdita di controllo, Kokage. Anzi, la sua è un'acquisizione totale del controllo. Una fredda concentrazione che gli permette di valutare ed effettuare la migliore delle strategie possibili. Ritengo assurdo pensare che un potere simile possa essere considerato pericoloso. Si versò un bicchiere d'acqua, avvicinandolo alla bocca. E questo è tutto. Li avrebbe costretti ad una lunga pausa, mentre terminava il suo bicchiere. Dopo averlo posato sul tavolo, avrebbe ricominciato a parlare, pacata ed inespressiva. Spero di aver accontentato la vostra sete. Se posso, sarei ora curiosa di sapere cosa DIogene si aspettava di sentire, quale perdita di controllo immaginasse. Sembrava parlasse per esperienza diretta, dopotutto. Naturalmente non aveva rivelato tutto, non poteva. Se necessario, avrebbe combattuto con tutte le sue forze per negare che i segreti sulla Zanna e il più importante punto debole di Febh non finissero mai nelle mani sbagliate. Confidava nel suo arrivo imminente, ma temeva un'improvvisa e folle reazione del Kokage. Sentiva che era pronto a tutto per avere le sue informazioni, l'assenza di Yachiru poteva esserne una prova.
     
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