Esequor

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  1. ~Drakonis
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    » Esequor

    In ricordo di tua madre, trova la verità.
    Cerca dei compagni e recati in mezzo alla foresta, appena fuori Konoha.
    Accanto ad un albero secolare troverai una risposta.



    Una delle tante. Da quando era morta quella donna nessuno sembrava aver preso di sua iniziativa una sorta di ricerca. I membri superiori del clan sembravano indifferenti, e presto quasi tutti dimenticarono. Tutti tranne uno. Questo giovane Uchiha mi sembra il tipo giusto. D'altronde, chi meglio di un figlio può lottare per la verità?

    Chissà se quel cartiglio smuoverà in lui qualche cosa. Chissà se inizierà davvero a cercare. Spero solo che tutto vada bene. Per il suo bene, per quello dei suoi compagni, ma soprattutto per il Clan.



    ۞



    Nuvole. Coprivano gran parte del cielo, nascondendo il sole. Nere. Preannunciavano una tempesta. Il gruppo di studenti, una volta giunti al chiosco del ramen, avrebbero trovato qualcosa di strano. Una persona attenta infatti avrebbe potuto notare un leggero cambiamento di arredamento. Una sedia era diversa dalle altre, e il vecchio che gestiva il chiosco sembrava essere turbato per qualcosa avvenuto di recente.

    Una volta riunito, ill gruppo di studenti avrebbe dovuto seguire le indicazioni sul cartiglio ricevuto da Sasori. Dovevano riuscire a trovare qualche inidizio. Questo era il loro primo obiettivo.



     
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  2. Elendil '91
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    post 01
    Team Uchiha!



    SPOILER (click to view)
    narrato
    - parlato - (Edo)
    - parlato - (altrui)
    § pensato §

    ||flashback||


    Seduto sulla mia sedia attendevo. Il tempo scorreva lentamente, intorno a me la gente entrava, mangiava, si divertiva, se ne andava.
    Ci misi un po', ma alla fine notai di non essere l'unico ad attendere qualcosa. Altri due shinobi stavano attenti agli eventi, guardandosi intorno impazienti. Altri due Uchiha.
    § Mmm... le probabilità che siano qui per il mio stesso motivo sono molte... non sembrano molto di più che studenti... §
    Mentre ero perso nelle mie congetture l'aria cambiò. Sentivo distintamente l'odore tipico dei temporali. Dal cielo scuro presto sarebbe giunta la pioggia.
    Ma prima di essa giunse Sasori. Mi chiamò, e fece lo stesso con gli altri shinobi che avevo già adocchiato. § Il mio intuito non si smentisce mai. §
    Dopo che fummo tutti riunitì iniziarono le presentazioni:
    - Vi ringrazio per aver accettato. Sono Sasori piacere di conoscervi -
    Fui il primo a rispondere e mentre lo facevo tenni gli occhi fissi su di lui. Era molto più calmo di prima, a tratti sul suo viso traspariva una scintilla di felicità. Soprattutto mentre ci parlava.
    - Per quanto mi riguarda non devi ringraziarmi - feci una piccola pausa, gli sorrisi e continuai - ti dò volentieri una mano. Per chi non mi conoscesse sono Edo Uchiha, membro quanto voi, vedo, del clan. Anche per me è un piacere fare la vostra conoscenza. - queste parole sarebbero state rivolte principalmente agli altri compagni.
    § Ci sarà da divertirsi, nonostante tutto... § La mia mente era al tragico fatto che ci aveva riuniti lì. § Scopriremo qualcosa? §
    Appena conclusesi le presentazioni, Sasori ci comunicò una stranezza alla quale non avevo fatto caso.
    - Non so se anche voi ci avete fatto caso quando siete arrivati... Il vecchio che di solito quando ci sono venuto si intrattiene di frequente con i suoi clienti oggi è strano. Ha un'espressione assente non parla con nessuno...non vi sembra un pò strano?
    Inoltre l'arredamento è stato cambiato, è comparsa ad un tavolo insieme dalle altre. Prima erano tutte uguali. Ora ce ne è una diversa. -

    - Sai, io non vengo qui spesso quindi è naturale che non mi sia accorto di nulla - guardai il tavolino e le sedie indicatemi, in particolare quella diversa - comunque hai ragione... tutto ciò è strano. -
    § Cosa sarà successo? § Sasori chiese se fossimo d'accordo per andare a chiedere informazioni al vecchio, e gli espressi la mia adesione. Sarebbe stato un buon punto d'inizio.
    Se ci fossimo recati dal vecchio lo avremmo interrogato con domande discrete circa il suo strano comportamento e la strana sedia.
    Nel caso qualcuno si fosse opposto Sasori ci avrebbe informato della prima tappa del nostro viaggio: il bosco poco fuori da Konoha.
    Nuovamente avrebbe poi proposto di chiedere informazioni al vecchio sul tragitto migliore da seguire, ed io nuovamente avrei accettato.
    Infine ci saremmo messi in marcia.
    Quando infine avremmo lasciato quel luogo avrei proposto un nome per la squadra.
    - Visto che siamo tutti Uchiha, che ne dite di Team Uchiha? -
    Sarei rimasto in attesa di risposte, sotto il cielo oscuro.

     
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  3. Squall Uchiha
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    Riunione al chiosco



    Stava ancora camminando, quel giorno il suo progredire era incredibilmente lento, sembrava quasi che la pesantezza dei pensieri che attraversavano la sua mente gravasse anche sulle sue gambe e lo costringesse ad un'andatura rallentata.
    Nella sua mente si susseguivano le immagini di quella dannatissima sera, ormai molto lontana, nel passato del giovane Uchiha, nel quale provò forse il dolore più grande che un bambino possa provare, la perdita della madre, era riuscito a buttarsi il passato alle spalle, a non pensarci più, ma ora con il racconto di Sasori tutto era inesorabilmente riaffiorato e il carattere di Satori era inevitabilmente incappato in una involuzione, per tutto quello che era riuscito ad ottenere fino ad ora.
    Mentre ritornava al chiosco del ramen qualche goccia lambì il suo viso, Satori alzò lo sguardo verso il cielo fermandosi per qualche istante, minacciava di piovere da un momento all'altro, avrebbe fatto megio a sbrigarsi o sarebbe stato in pessime condizioni una volta arrivato.
    Per sua fortuna non macava molto al chiosco, lo raggiunse un attimo prima che iniziasse a scendere la pioggia.
    Entrato nel locale si guardò rapidamente intorno, cercando di individuare i suoi punti di riferimento in quel luogo che conosceva abbastanza da quando aveva iniziato a frequentarlo dopo gli allenamenti, vide i tavoli messi al solito posto e andò a sedersi nel suo posto abituale accanto al bancone, non amava chiacchierare con l'oste, ma gli piaceva sentire le sue chiacchiere allegre con i clienti che lo tiravano su di morale, la sua allegria era in qualche modo contagiosa.
    Appena si sedette qualcosa lo turbò, era molto sensibile ai cambiamenti e l'atmosfera era strana in quel luogo, l'oste non era allegro come sempre, i suoi movimenti sembravano incerti, quasi come se fosse molto nervoso, come se avesse paura che qualcosa di strano dovesse accadere da un momento all'altro, inoltre poco accanto al suo tavolo c'era una sedia diversa dalle altre che l'Uchiha non aveva mai visto.
    Dettagli che potevano essere irrilevanti per quella che era la loro missione, ma decise di parlarne comunque con i suoi compagni e rimase al suo tavolo in attesa di Sasori.
    Arrivò di lì a poco e chiamò i membri del gruppo che riconobbe con un gesti della mano, Satori non sapeva con chi avrebbe avuto a che fare oltre Sasori, ma vide che anche un altro ragazzo, visibilmente appartenente al suo clan, si alzò e si diresse al tavolo di Sasori, anche lui dunque sarebbe stato il suo compagno.
    Si sedettero al tavolo e Sasori prese la parola iniziando dalle presentazioni, dopo fu il turno dell'altro ninja che disse di chiamarsi Edo.


    Io sono Satori piacere di conoscervi.

    Saranno dunque loro i miei compagni in questa missione? Bene sembrano tipi affidabili.

    Poi Sasori passò subito al òpunto della situazione, anche lui sembrava essersi accorto dei cambiamenti che erano avvenuti in quel posto, e era deciso a fare luce sulla questione chiedendo al vecchio.

    Ottima idea, anch'io mi sono accorto che qualcosa non andava quando sono entrato e chiedere al vecchio sarà un buon punto di partenza, siamo tutti d'accordo?

    Se tutti sarebbero stati d'accordo allora:

    Bene, allora Sasori andrai tu a chiedere?
    Noi intanto potremmo cercare di osservare la sedia senza dare troppo nell'occhio, magari sedendoci al tavolo.


    Satori espose la sua idea aspettando un'affermazione da parte di Sasori e gli altri, avrebbe poi agito con i trestanti emmbri del gurppo per scoprire cosa avesse di strano quella sedia.

    Se c'è qualche obiezione allora:
    Satori sarebbe stato pazientemente ad ascoltare l'obiezione del suo compagno decidendo poi con gli altri la soluzione migliore da adottare.

    In ogni caso:
    Alla fine delle indagini sarebbero usciti dal chiosco, Sasori gli indicò la direzione che dovevano prendere secondo ciò che aveva scritto nel foglio, quindi iniziarono a camminare verso la meta.
    All'improvviso, Edo venne fuori con un nome per il gruppo, Satori lo guardò con un'espressione mista di sorpresa e disgusto.


    Perdonami ma non mi piace molto come nome, inoltre non ne vedo la necessità.
     
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  4. Uchiha Hiroshi
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    SPOILER (click to view)
    Narrazione/Azioni
    Narrazione 1° Pers
    ''Parlato''
    §Pensato§


    Decisione?_


    Missione_1°post

    La missione che Konoha aveva affidato al piccolo gruppo stava per iniziare. Il fato, o forse era stato solamente il caso, volle che il giovane Hiroshi, appartenente al clan degli Uchiha, partecipasse alla missione. Una missione che egli sperava potesse aiutare il suo coetaneo, ma che forse più che aiutare l’amico, egli sperava di trovare qualcosa che gli potesse far capire come poter ritrovare i suoi genitori.
    Correva l’Uchiha, in direzione del chiosco del ramen, cercava Sasori, cercava i suoi compagni. In cuor suo sperava che la missione non avesse dato troppi pericoli ai ragazzi. Passo dopo passo la paura aumentava, naturale per una persona che compie per la prima volta una cosa importante. Le gambe tremavano per l’agitazione. Finalmente arrivò. Un gruppetto di ragazzi era già presente e sembrava che non avessero ancora cominciato a parlare. Con disinvoltura s’avvicino al tavolo dove costoro stavano. Non appena fu abbastanza vicino da riconoscere il volto di Sasori, si mise seduto su una sedia e si presentò.


    ''Salve, io sono Hiroshi. Scusate per il ritardo, spero non abbiate ancora cominciato a parlare della missione.''


    Una volta fatto ciò, rimase in silenzio ad ascoltare ciò che i compagni e Sasori avessero da dire. Poi, una volta che loro ebbero finito di esporre le loro idee, Hiroshi cominciò a dire la sua.

    ''Beh, veramente il fatto che in un locale ci sia una sedia differente alle altre, credo non abbia molta importanza per la missione che dobbiamo svolgere. Riguardo al vecchio, si credo abbiate ragione, è strano, infatti ho notato anch’io che appena ci siamo riuniti ha cominciato a comportarsi in modo molto analogo. Però non credo sia importante anche questo fatto. Io dico di andare subito nel bosco e a cercare qualche indizio. Poi fate voi.''

    Una volta detto ciò, rimase in silenzio ad aspettare le risposte dei suoi compagni.

     
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  5. --N4rU7O--
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    SPOILER (click to view)
    Narrato
    -Parlato-
    /pensato/
    Titolo


    *Meeting and search*



    Il primo incontro con il gruppo. A caccia di indizi

    Sasori, dopo aver terminato il suo lavoro per formare una squadra, decise di recarsi al chiosco di ramen. Lì avrebbe incontrato i suoi compagni per quell’avventura; si chiedeva, in cuor suo, se fossero le persone giuste, adatte, a svolgere quel ruolo. Aveva dentro di sé una rabbia, per non poter svolgere quello che lui, sentiva come personale, privato. Al contempo, era, invece,contento che, per la prima volta, potesse legare con qualcuno del suo clan. Si era sempre allenato da solo, era andato avanti con le sue forze, grazie anche all’aiuto di suo padre, guida e modello importante nel suo modo di essere ninja.
    Mentre pensava questo, percorreva a passi lenti la strada che, dal quartiere degli Uchiha, portava al ramen. Aveva un’espressione assente, la mente era persa nei suoi pensieri più nascosti. La gente che incontrava durante la camminata erano come invisibili, inesistenti , per quanto era assorto nelle sue riflessioni. Venne richiamato alla realtà, dalle grida del centro del villaggio, così caotico, con il suo ritmo frenetico.
    La sua espressione era cambiata. I suoi occhi ora erano pieni di volontà, determinazione ma anche impazienza. Pensava che i suoi compagni sarebbero stata quella possibilità in più di trovare indizi. Era convinto che chiunque avesse incontrato al ramen, avesse comunque le carte in regola per la “sua” missione. Era immerso in quei pensieri, quando, una folata di vento accarezzò i capelli scuri del giovane, per poi, investire delicamente, come una carezza, i suoi caratteristici lineamenti, per poi, passare, oltre la sua figura.
    L’aveva risvegliato come da una profonda meditazione, riflessione. Si accorse solo ora che il sole aveva lasciato posto all’oscurità causata da delle nuvole, scure , che non promettevano nulla di buono. Decise di affrettarsi, anche se oramai era, pressocchè, arrivato alla sua destinazione.

    Una volta arrivato al chiosco del ramen, luogo di incontro, decise di entrare, per conoscere i suoi compagni di missione. Non appena varcò la soglia, i suoi sensi erano allerta, il suo sguardo era preciso e attento. Non gli sarebbe sfuggito nessun dettaglio o particolare. Era determinato a cogliere il più piccolo messaggio, che gli si sarebbe presentato, di qualsiasi natura fosse.
    Si guardò intorno, il locale aveva sempre l’aspetto caldo ed accogliente di sempre.Era tutto al suo solito posto, però, notò ad un tavolo vuoto un particolare: una sedia con colore differente dalle altre. Si ricordava che ,le sedie erano tutte di un arancione salmone, mentre i tavolini di un rosso fuoco, era arredato con dei colori caldi; ogni tavolino era contornato da quattro sedie. Invece, stranamente,al tavolino osservato, c’era una sedia blu che, ovviamente, spiccava tra quei colori così accesi e vivaci.
    Pensò che non fosse una coincidenza, così decise che, non appena avrebbe incontrato i suoi compagni, gliel’avrebbe fatto notare. Oltre a questo, notò che nel locale il suo anziano gestore non si tratteneva con i suoi clienti. Questo era davvero strano, quando andava dopo gli allenamenti per l’Accademia a consumare il tanto sudato pasto,entrando, c’era un clima allegro e familiare. Ora invece c’era solo il vociare della gente ai tavoli.Il locale sembrava praticamente vuoto senza le grida e le risate che il vecchio, esprimeva, mentre intratteneva la clientela.
    Inoltre la sua espressione, la diceva lunga sul suo stato d’animo: occhi sbarrati nel vuoto, una goccia di sudore che, leggiadra, scendeva sul suo volto che aveva un’espressione tesa, quasi come fosse successo qualcosa di grave in precedenza, magari temendo una ritorsione nei suoi riguardi. Era da un po’ di tempo che non passava al locale,era ignaro di cosa fosse accaduto. Così pensò di andare a parlare col vecchio, per informarsi sulle ultime novità, cercando magari di scoprire qualcosa, su quell’insolita coincidenza della sedia differente.
    Pensò che non appena avesse trovato i suoi compagni, li avrebbe messi al corrente dei suoi pensieri e delle sue intuizioni.
    Mentre pensava questo, osservò gli avventori seduti ai tavoli e notò, ad un tavolino, tre ragazzi che dai lineamenti e dai capelli, oltre che dall’abbigliamento, erano senz’altro appartenenti al suo stesso clan.
    Finalmente li aveva trovati. Si mise seduto con loro e si sarebbe presentato.

    - Vi ringrazio per aver accettato. Sono Sasori piacere di conoscervi-

    Una volta presentatosi, avrebbe aspettato che, anche gli altri ragazzi, facessero altrettanto; in seguito avrebbe preso parola, facendo in modo che, solo il gruppo, sentisse quello che aveva da riferire,far notare.


    - Non so se anche voi ci avete fatto caso quando siete arrivati... Il vecchio che di solito, quando vengo qui, si intrattiene di frequente con i suoi clienti, oggi è strano. Ha un'espressione assente non parla con nessuno...non vi sembra un pò strano?
    Inoltre l'arredamento è stato cambiato, è comparsa ad un tavolo insieme dalle altre. Prima erano tutte uguali. Ora ce ne è una diversa.-


    Mentre li informava indicò, con discrezione, il tavolino “incriminato”. Una volta detto ciò, aspettò qualche commento da parte del gruppo; quindi propose di andare a parlare con l’esperto ristoratore.
    Anche in questo caso, avrebbe aspettato commenti e considerazioni a riguardo.

    -Progongo di parlare con il vecchio, domandando,cautamente, per estorcergli degli indizi per il suo strano comportamento e su questo singolare, quanto strano, cambio di arredamento. Andremo tutti. Ovviamente non costringo nessuno, chi vuole venire è ben accetto.-

    Inoltre, dopo aver scambiato quattro chiacchiere con l’anziano commensale, avrebbe chiesto a lui la strada per il bosco di Konoha dove quel cartiglio indicava il primo indizio. Quelle parole risuonavano imperiose e sicure nelle sua mente:

    / In ricordo di tua madre, trova la verità.
    Cerca dei compagni e recati in mezzo alla foresta, appena fuori Konoha.
    Accanto ad un albero secolare troverai una risposta./



    Non vedeva l’ora di conoscere qualcosa, di sapere la verità. Era contento dei compagni scelti per questa missione rispondessero alle sue aspettative, almeno così sentiva.


    *Talking to old man*



    Dunque, si erano presentati,si erano conosciuti; ognuno espresse il suo giudizio sul da farsi. Regnava un clima sereno,di tranquillità,sembrava che, i quattro, si conoscessero da una vita. Sasori rimase soddisfatto di aver trovato degli ottimi compagni.
    Rispose a Edo senza mortificarlo, o comunque senza fargli notare, minimamente, l'inutilità della sua proposta, con molto garbo e con una espressione rilassata, ma comunque naturale, si rivolse al giovane:

    -Non credo che sia necessario, non sentirti offeso o comunque inutile. Prima o poi, ognuno metterà in luce le proprie qualità. Ora il lavoro di squadra è un'esigenza primaria.-

    Detto questo,assunse la sua solita espressione di indifferenza. Era soddisfatto di come aveva risposto al compagno; sperava che avesse compreso appieno il significato delle sue parole.

    /Spero che non se la sia presa, non avevo intensione di ferirlo. Ho solo espresso una mia opinione./

    Mentre stava pensando questo, Satori prese parola, aveva notato un grande entusiasmo, una grande energia che gli trasmetteva, stava bene in sua compagnia, non sapeva di preciso cosa lo attirasse di lui, ma sembrava apprezzare la sua proposta, nascondendola, con ingegno, per non nuocere a Edo.
    Rispose con tranquillità e con chiarezza, stando attento a parlare in modo tale che solo i quattro studenti fogliosi avrebbero sentito le sue parole....

    -Secondo me sarebbe meglio andare tutti, in modo tale da avere maggiori probabilità di ottenere informazioni. Si potrebbe fare in modo di attaccar bottone con il brutto tempo, dicendogli magari di apprezzare il locale per la sua cucina; insomma dobbiamo cercare di parlare con lui, dimostrandoci disinteressati, ma comunque discreti. Non dobbiamo essere troppo invadenti.
    Comunque visto che sono cliente affezionato del locale, gli farò presente la novità nell'arredamento. -


    Sapeva che stava andando sulla pista giusta. Inoltre il tempo non avrebbe facilitato la loro escursione nel bosco. Sentiva che non poteva deludere i suoi compagni, suo padre ed infine il clan. Per questo avrebbe dedicato tutto sè stesso in questa missione. Non avrebbe mancato l'obiettivo era determinato, motivato più che mai, di andare fino in fondo.
    Il suo sguardo era pieno di desiderio, rivincita, volontà. Sembrava brillare per la sua determinazione, ora ardente e piena mai come ora.Guardava intensamente l'anziano mensale dietro il bancone in modo indiretto. Decise che era il momento di agire. Anche se, Hiroshi pensava che fosse una perdita di tempo,Sasori si sarebbe comunque alzato con i suoi compagni e sarebbe andato lì dall'esperto ristoratore. Se l'avesse seguito non gliel'avrebbe di certo impedito...

    Una volta arrivato al bancone, con molta naturalezza, avrebbe chiesto con un'espressione indifferente, celando qualsiasi emozione o indizio che avrebbe portato l'anziano a capire che la sua era una domanda mirata, quella che stava per fare:

    -Salve, sono un abituale avventore di questo posto; il cibo è ottimo l'ho degustato molte volte, l'ambiente è molto caldo ed accogliente. Ultimamente non ho potuto avere il piacere di consumare il pasto,di questo mi rammarico, però, oggi, entrando nuovamente nel suo delizioso locale, ho notato un particolare,che mi ha incuriosito, come mai una sedia è diversa dalle altre?
    All'inizio pensavo fosse una coincidenza,poi guardando le altre sedie, ho notato che erano tutte dello stesso colore, mi è sembrato strano. Gliel'ho chiesto per curiosità-


    Dopo aver detto quelle parole avrebbe fatto una pausa e dopo aver sentito la domanda dell'anziano ristoratore avrebbe nuovamente preso parola.

    -Sfortunatamente non sono passato, di frequente, qui visto che avevo di faccende da sbrigare, così sono passato a vedere se era il solito locale tranquillo di sempre oppure è successo qualcosa di particolare in questi giorni? Sa,mi piace essere aggiornato sugli ultimi avvenimenti che accadono, qui, nel villaggio. -

    Aveva terminato, sperava di ricevere un indizio, da parte dell'anziano mensale, ma non si faceva troppe illusioni.
    Almeno sperava che i suoi compagni, avrebbero portato avanti la conversazione con lui, cercando di fargli scappare qualche informazione che non voleva rivelare. Confidava nelle loro singole capacità.
     
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  6. Elendil '91
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    post 02
    Domande discrete.



    SPOILER (click to view)
    narrato
    - parlato - (Edo)
    - parlato - (altrui)
    § pensato §

    ||flashback||


    - Non credo che sia necessario, non sentirti offeso o comunque inutile. Prima o poi, ognuno metterà in luce le proprie qualità. Ora il lavoro di squadra è un'esigenza primaria. -
    - Non preoccuparti. - gli sorrisi gentilmente, per fargli capire che non me la ero presa per il suo rifiuto. In fin dei conti non era granchè come idea.
    - In quanto alle proprie qualità ed al lavoro di squadra sono più che d'accordo con te. Dobbiamo stare uniti e sostenerci a vicenda. -
    § Squadra... § ricapitolai mentalmente i compagni appena conosciuti. Senz'altro tutti elementi validi, un po' inesperti forse.
    - Secondo me sarebbe meglio andare tutti, in modo tale da avere maggiori probabilità di ottenere informazioni. Si potrebbe fare in modo di attaccar bottone con il brutto tempo, dicendogli magari di apprezzare il locale per la sua cucina; insomma dobbiamo cercare di parlare con lui, dimostrandoci disinteressati, ma comunque discreti. Non dobbiamo essere troppo invadenti.
    Comunque visto che sono cliente affezionato del locale, gli farò presente la novità nell'arredamento. -

    Ero in piedi, di fianco a chi aveva pronunciato il discorso, con le braccia conserte. Annuii vigorosamente, era l'approccio ideale.
    Un tuono poco distante mi fece sobbalzare, e mi guardai intorno, guardingo.
    Il locale era affollato, nessuno degli avventori desiderava avventurarsi all'aperto, sotto la piogga scrosciante, ed io neppure. § Accidenti che tempaccio... §
    Con questo pensiero mi ero mosso per seguire il resto del gruppo, ci recammo infatti al bancone, dal negoziante. Il primo ad attacar bottone con lui fu come stabilito Sasori, frequentatore assiduo del chiosco.
    - Salve, sono un abituale avventore di questo posto; il cibo è ottimo l'ho degustato molte volte, l'ambiente è molto caldo ed accogliente. Ultimamente non ho potuto avere il piacere di consumare il pasto,di questo mi rammarico, però, oggi, entrando nuovamente nel suo delizioso locale, ho notato un particolare,che mi ha incuriosito, come mai una sedia è diversa dalle altre?
    All'inizio pensavo fosse una coincidenza,poi guardando le altre sedie, ho notato che erano tutte dello stesso colore, mi è sembrato strano. Gliel'ho chiesto per curiosità -

    Forse il fatto che fossimo in quattro ad interrogarlo, o forse qualcosa o noi oscuro lo mise in agitazione, nonostante il tono cordiale e l'aria naturale di Sasori. Attesi con ansia la sua risposta, come tutti, ma celai abbastanza bene la mia bramosia di informazioni. Per confonderlo se mai mi stesse guardando feci finta di leggere un listino che si trovava sul bamco, ma in realtà stavo prestando la massima attenzione alle sue parole.
    Non appena avesse risposto Sasori, sempre con calma, gli pose un'altra domanda ben camuffata.
    - Sfortunatamente non sono passato, di frequente, qui visto che avevo di faccende da sbrigare, così sono passato a vedere se era il solito locale tranquillo di sempre oppure è successo qualcosa di particolare in questi giorni? Sa,mi piace essere aggiornato sugli ultimi avvenimenti che accadono, qui, nel villaggio. - § Speriamo che ci caschi... §
    Dovevo dargli una mano, ma non mi veniva in mente niente di adatto. § Ci sarà un modo per porgli una domanda insospettata... di solito quando non si sa che dire si parla del tempo... beh, proviamo. §
    Con voce tranquilla e misurata, in modo da non farmi udire troppo distante, provai ad attaccare mia volta bottone.
    - Salve, bel temporale eh? - indicai fuori, dove l'acqua scendeva senza posa - la gente non se ne andrà molto presto... è sempre così pieno? - questa volta gli sorrisi, dovevo rilassarlo, farlo sentire sicuro - certo che con il suo lavoro ne dovrà vedre passare di persone... qui c'è sempre un gran via vai da quanto so. - Ci avevo girato intorno abbastanza, era il momento di affondare il colpo - ultimamente è pasato qualcuno di particolare, magari un cliente diverso dal solito, o anche più d'uno... dei personaggi singolari insoma - il tempo che recepisse bene la domanda, poi conclusi - ce ne potrebbe parlare? Sono curioso di sapere se c'è gente particolare o strana che gira per la zona... - Il tocco finale fu l'appoggiarmi al bancone coi gomiti, accarezzarmi il mento ed assumere un'aria spensierata. § Dirà qualcosa di utile? §
    Avevo fatto la mia parte. I miei compagni mi avrebbero sicuramente sostenuto, continuando la discussione con l'anziano mensale.
    Se alla fina nullla di utile fosse emerso avrei sussurrato poche parole all'orecchio di Sasori cercando di non dare nell'occhio. - Posso fare un ultimo tentativo? - Se avesse accettato mi sarei rivolto nuovamente al vecchio dietro al banco, con un tono premuroso e preoccupato.
    - Se è successo qualcosa di grave o ha qualche problema da risolvere si confidi... noi cercheremo d'aiutarla, nel limite del possibile. - Cercai l'approvazione dei compagni voltandomi verso di loro. - Ci dica ciò che la fa pensare... si vede che qualcosa non va... quella sedia.. centra con questo, vero? - § Se non si confida neppure ora non possiamo fare altro, speriamo che dica qualcosa di utile... § Ero preoccupato per quell'uomo, chissà cosa gli era successo. Sicuramente niente di piacevole, ed era per questo che dentro di me sentivo la volontà d'aiutarlo, così come stavo aiutando Sasori.
    Speravo che avesse capito il mio stato d'animo, che si confidasse.
    Intanto fuori continuava a piovere.

     
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  7. Squall Uchiha
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    Domande a raffica



    Erano ancora seduti al tavolo, con le braccia incrociate ed il peso spostato all'indietro, tenendosi solamente sulel gambe posteriori dela sedia Satori stava ascoltando ciò che i suoi compagni avevano da dire sull'idea di Sasori, alla fine, chi più chi meno, furono tutti d'accordi con la proposta fatta dal ninja e quindi si prepararono per andare dal vecchio.
    Satori si alzò dalla sedia con un movimento lento, sembrava quasi che il minimo movimento lo affaticasse, ma in realtà era solamente annoiato, la parte delle investigazioni non lo affascinava molto, certo era curioso di sapere come si sarebbe svolta la vicenda, ma la curiosità non riusciva a battere la noia che albergava dalla mattina dentro di lui, aveva bisogno di muoversi e il miglior modo per scacciare la noia che conosceva era un combattimento.
    Purtroppo per lui la cosa sembrava destinata a durare a lungo, avevano a malapena deciso di parlare col vecchio e ora a passi lenti, rimanendo in coda al gruppo raggiungeva anche lui il bancone.
    Mentre si sedeva il suo sguardo cadde nuovamente sulla sedia anomala presente nel locale, ancora nonm riusciva a spiegarsi il perchè di quel cambio improvviso di arredamento, chissà, magari alla fine si sarebbe rivelato una cosa inutile ai fini della loro missione, ma Satori era comunque deciso a soddisfare la sua curiosità.


    Vediamo come inizierà Sasori, chissà se riuscirà a farlo parlare, oggi il vecchio non sembra molto propenso al dialogo amichevole.

    Effettivamente, non poteva solo essere causato dal brutto tempo, anche se stava peggiorando sempre di più, da quando erano entrati quella persona sembrava strana, che fossero proprio loro a causargli quel nervosismo, forse lo avrebbero scoperto a breve.
    Sasori si rivolse al vecchio, il suo volto non tradiva nessuna seconda intenzione, all'apparenza sembrava veramente in procinto di iniziare una conversazione amichevole, dalla sua posizione defilata sulla sinistra Satori si preparò ad osservare la scena senza farsi notare, non voleva che il vecchio si sentisse assediato e voleva apparire disinteressato.
    I pensieri dell'Uchiha cambiarono rapidamente non appena Sasori iniziò a parlare, forse non aveva scelto la via migliore per rivolgersi ad una persona visibilmente nervosa, domande troppo fitte e discorso molto, troppo lungo, forse avrebbe iniziato a sospettare qualcosa, e come se non bastasse si aggiunse poi anche Edo a rincarare la dose delle domande che piombarono su quel pover'uomo che appariva totalmente indifeso di fronte alle loro richieste.


    Accidenti, credo che il vecchio inizierà a preoccuparsi con tutte queste domande, ormai non posso fare più nulla per modificare le cose, speriamo solo che la sua risposta ci dia qualche indizio utile.

    Ormai a suo avviso il danno era fatto, forse si erano giocati completamente l'aiuto del vecchio, Satori sarebbe comunque rimasto lì ad ascoltare l'evoluzione del discorso senza mai prenderne parte, anzi agli occhi di tutti sarebbe sembrato un cliente comune con nessuna appartenenza al gruppo, almeno sperava.
     
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  8. Uchiha Hiroshi
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    Indizi_



    Missione_ 2° post


    Il gruppo decideva silenziosamente il da farsi. Esposta la sua teoria su ciò che secondo lui era più logico fare, rimase in silenzio per sentire le risposte degli altri. Purtroppo la sua teoria non trovò accoglimento. Tutto il resto del gruppo aveva preferito andare dal vecchio, al quanto sospetto per il suo comportamento, e provare a tirargli fuori qualche informazione in modo molto pacifico. I tre ragazzi si alzarono lentamente, e si avvicinarono al vecchio. Hiroshi rimase seduto. Vide i tre ragazzi avvicinarsi all’anziano.
    E se avessero ragione loro? Cominciò a pensare il giovane. In fondo siamo una squadra, non mi sembra giusto rimanere qui in disparte. Però, c’è lo stesso una piccola percentuale che dice che ciò che stanno facendo sia del tutto inutile. Così, anche se colpito da un conflitto interiore, decise di alzarsi e raggiungere i ragazzi. In mente gli si era fissata l’idea che erano una squadra e dovevano agire insieme. Sentì ciò che i ragazzi dissero al vecchietto. Ogni volta che uno di loro gli poneva un quesito, sembra che l’anziano cominciava ad agitarsi sempre di più. Forse, era meglio consolarlo, dirgli che lo avremmo protetto a qualunque costo, che non avrebbe corso nessun pericolo. Così, una volta che i compagni finirono di parlare, cominciò lui.


    ‘’ Signore, stia tranquillo. Lo so che sono ancora molto piccolo, ma le prometto, e credo che anche i miei compagni la pensano così, che la proteggeremo, non le faremo correre nessun rischio, però lei ci deve aiutare, se non ci aiuta, non potremmo mai aiutare questo ragazzo, al quale gli è stato sottratto una delle poche cose più belle e preziose della vita, sua madre. ‘’

    Non aveva nient’altro da dire. Le domande necessarie le avevano già fatte gli altri, doveva solo trovare un qualche pretesto per convincerlo a parlare.

     
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  9. ~Drakonis
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    » 2



    Intento a lavare qualche ciotola vuota, il vecchio Teuchi sembrava aver perso, almeno per quel giorno, il suo sorriso rigenerante che da sempre, a Konoha, aveva accompagnato i clienti. In quel giorno di pioggia qualcosa aveva turbato quell'uomo.

    Il gruppo di studenti, osservata l'aria grigia del gestore, cominciò a fare strane domande. Diciamo che se l'Accademia avesse dovuto mandare dei ninja ad estorcere informazioni a qualche persona senza usare le maniere forti di certo non avrebbe scelto i ragazzi. La reazione di Teuchi fu alquanto bizzarra. Cominciò a squadrare i ragazzi con disappunto, per poi far uscire una fragorosa risata.

    Ah ragazzi miei...siete strani forti voi eh?

    Continuò a ridacchiare per qualche secondo prima di continuare a parlare.

    Potevate subito chiedermi perchè ero giù di umore...

    Un'altra risata. Quei ragazzi gli stavano rallegrando la giornata. Dei piccoli che giocano a fare i grandi. Questo pensò il vecchio prima di tornare serio. Decise di raccontare ai ragazzi cos'era successo.

    Se proprio volete saperlo, vi accontenterò. Circa 2 ore fa un ragazzo, poco più grande di voi è entrato nel locale. Non lo avevo mai visto, eppure portava il coprifronte della foglia. Beh, aveva un aria minacciosa. La sua presenza mi metteva a disagio. Si, insomma, avevo paura. Mi chiese se sapevo niente di un certo Kay. La mia risposta negativa lo mandò su tutte le furie. Cominciò ad urlare, e con rabbia distrusse una sedia del locale sfiorandola appena. Poi uscì balbettando qualcosa sulla foresta e su un tizio di nome Sasori, ma non riuscii a sentire più nulla. Ancora mi ricordo il suo sguardo. E' il ricordo di quest'ultimo a turbarmi. Ma ora è tutto finito. E voi che dite, gradite una ciotola di ramen?

    Concluse quindi il vecchio gestore Teuchi.

    ۞



    La pioggia sembrava non voler cessare. Il tragitto per la foresta si sarebbe rilevato più difficile del previsto. Infatti all'uscita di Konoha i giovani avrebbero trovato un membro anziano del clan Uchiha intento in una sorta di passeggiata. L'uomo li avrebbe prima squadrati con diffidenza, per poi domandar loro il motivo della loro uscita dal villaggio.

    Giovani Uchiha, dove andate con questo tempo? Non sarebbe meglio tornare a casa a ripararsi? Potreste prendervi un accidente...

    Li avrebbe poi fissati aspettando una risposta. I ragazzi dovevano stare attenti. In base alle loro risposte il vecchio li avrebbe lasciati passare o no. Dovevano essere prudenti e non destare sospetti. Stavolta avrebbero dovuto far meglio che al chiosco.

     
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  10. --N4rU7O--
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    Narrato
    -Parlato-
    /pensato/
    Titolo


    <<post Attivo - 3 >>
    *A new info*




    Uno strano incontro prima del bosco.

    Sasori, mentre l'anziano signore gli parlava, lo scrutò a fondo per cercare di capire se effettivamente stava dicendo la verità sui fatti realmente accaduti quel giorno. Arrivò alla conclusione che le informazioni da lui fornite, dovevano essere veritiere.
    Appena aveva finito il suo discorso, decise di chiedergli una curiosità, avrebbe parlato facendo in modo che soltanto il gruppo e il vecchio l'avrebbe udita:

    -Per il ramen la ringrazio ma non ho fame; Se invece per favore può descrivermi l'individuo che ha rotto la sedia...ha notato in lui dei caratteri particolari che lo possano distinguere ? -

    Avrebbe aspettato una sua risposta. Inoltre sperava che i suoi compagni chiedessero anche loro qualcosa sull'aspetto del tizio entrato nel locale del vecchio.
    Una volta risposto avrebbe detto, facendo in modo soltanto che il gruppo ascoltasse il suo discorso:

    -Dovremmo recarci nella foresta...stando attenti a non fare passi falsi...quindi se incontriamo degli sconosciuti dobbiamo mantenere vaghi il nostro vero motivo per andare alla foresta. Non possiamo sapere se coloro che incontriamo sono degli alleati o dei nemici. Per questo occorre dare delle risposte intelligenti, ok?-

    Detto questo, avrebbe proposto ai suoi compagni di chiedere la strada migliore per la foresta, al vecchio Teuchi. Dopo averglielo chiesto, lo avrebbero salutato con simpatia e ringraziato per l'informazione.

    Prima di uscire, dal locale Sasori aveva un'espressione dipinta sul volto di indifferenza. In cuor suo, sapeva che, forse, i problemi ma anche le soddisfazioni stavano per arrivare. Così avrebbe proposto al gruppo di uscire per recarsi nella foresta, prima tappa che l'indizio della missiva recava.

    Il gruppo uscì quindi dal locale, pioveva ancora. La pioggia e l'oscurità delle nubi nere, limitava notevolmente la visuale. Il viaggio per la foresta non sarebbe stata una cosa di certo facile per loro. Avrebbero seguito le indicazioni che il vecchio aveva fornito loro. Arrivarono quindi, dopo cinque minuti di cammino, nei quali, Sasori non espresse alcun pensiero o parola, fremeva solamente dalla voglia di conoscere e di scoprire la fredda mano dell'assassino, all'uscita di Konoha.

    Sasori vide che si avvicinava una figura indefinita, vista la scarsa visuale, successivamente riconobbe dal coprifronte che era un membro di Konoha e dall'aspetto fisico apparteneva al suo clan, era un membro anziano del suo clan e si rivolse al gruppo

    CITAZIONE
    Giovani Uchiha, dove andate con questo tempo? Non sarebbe meglio tornare a casa a ripararsi? Potreste prendervi un accidente...

    Sasori, mantenne la calma, era teso ma non voleva esprimere sul suo volto il suo stato d'animo. Pensava anche che una risposta sbagliata e sarebbe stata la fine. Quindi con aria tranquilla ed indifferente a ciò che aveva chiesto l'anziano membro rispose con prudenza e sicurezza:

    -Dobbiamo allenarci in una prova di sopravvivenza nel bosco...appena fuori Konoha, all'inizio il tempo non era dei migliori, nonostante questo dobbiamo comunque andarci. Personalmente sono determinato a svolgere l'addestramento, non amo rinunciare ai miei doveri. -

    Sul suo volto si affacciò un sorriso e uno sguardo amichevole,avendolo riconosciuto come appartenente al suo clan e al suo villaggio. Sperava che i suoi compagni gli reggessero il gioco, rafforzassero quella motivazione che, secondo lui, era quella più plausibile.
     
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  11. Elendil '91
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    narrato
    - parlato - (Edo)
    - parlato - (altrui)
    § pensato §

    ||flashback||

    post 03
    Un misterioso avventore.



    Il vecchio si dimostrò disponibile a darci una spiegazione della sua tristezza, e si mise anche a ridere. Forse gli ispiravamo tenerezza per la nostra età, chissà.
    - Se proprio volete saperlo, vi accontenterò. Circa 2 ore fa un ragazzo, poco più grande di voi è entrato nel locale. Non lo avevo mai visto, eppure portava il coprifronte della foglia. Beh, aveva un aria minacciosa. La sua presenza mi metteva a disagio. Si, insomma, avevo paura. Mi chiese se sapevo niente di un certo Kay. La mia risposta negativa lo mandò su tutte le furie. Cominciò ad urlare, e con rabbia distrusse una sedia del locale sfiorandola appena. Poi uscì balbettando qualcosa sulla foresta e su un tizio di nome Sasori, ma non riuscii a sentire più nulla. Ancora mi ricordo il suo sguardo. E' il ricordo di quest'ultimo a turbarmi. Ma ora è tutto finito. E voi che dite, gradite una ciotola di ramen? -
    Appena sentii nominare il nome di Sasori il sorriso lasciò le mie labbra e dovetti sforzarmi per non girarmi verso di lui. Quello strano figuro aveva sicuramente qualcosa a che fare con il giovane shinobi che aiutavo. § Forse è pure implicato con questa faccenda... §
    Fissai il nome Kay nella mente mentre Sasori reclinava l'offerta del gestore del chiosco e chiedeva altre delucidazioni sull'aspetto del ragazzo misterioso. Ci pensai un attimo e non appena ebbi sentito la risposta chiesi a mia volta:
    - Sa per caso dirci in che direzione è andato? - L'informazione poteva esserci utile, anche se ormai avevamo due ore di svantaggio su di lui.
    Infine Sasori, facendo in modo che solo noi potessimo udirlo, disse:
    - Dovremmo recarci nella foresta...stando attenti a non fare passi falsi...quindi se incontriamo degli sconosciuti dobbiamo mantenere vaghi il nostro vero motivo per andare alla foresta. Non possiamo sapere se coloro che incontriamo sono degli alleati o dei nemici. Per questo occorre dare delle risposte intelligenti, ok? -
    - Per le risposte intelligenti conta su di me... però forse è meglio che sia tu a parlare per primo, poi noi ti supportiamo. Cerchiamo di essere coerenti, mi raccomando! -
    Ascoltai i diversi pareri e, una volta conosciuta la via per la foresta salutai il vecchio con un sorriso. § Sono contento che ora sia più sereno, lui non è certo in pericolo... e noi? §
    Con questo pensiero uscii insieme agli altri ed affrontai la tempesta.



    Incontri sulla strada per il bosco!



    Le nubi nere oscuravano il sole e sembrava già notte nonostante fossimo nel primo pomeriggio, alcuni fulmini solcavano il cielo ad intermittenza. § Il tempo giusto per un pic-nic... §
    Il tragitto era difficoltoso a causa dell'acqua, più volte rischiai di scivolare. Dopo qualche minuto ero già fradicio. § Domani mattina raffreddore assicurato §
    Nessuno dei miei compagni proferì parola. Tutti erano concentrati su ciò che ci aspettava, io stesso fremevo d'inpazienza. Non ero spaventato, anzi.
    Per strada non incontrammo nessuno, com'era comprensibile. Dalla cortina di pioggia comparve una figura, e ciò mi sorprese e mi insospetti. § Chi sarà costui? §
    Non appena fummo vicini scorsi in lui i tratti caratteristici dei membri del clan Uchiha. Era un anziano intento in una passeggiata e li squadrò con diffidenza; doveva averci riconosciuti come membri del suo clan, ed infatti ci apostrofò così:
    - Giovani Uchiha, dove andate con questo tempo? Non sarebbe meglio tornare a casa a ripararsi? Potreste prendervi un accidente... -
    Il primo a reagire ed a prendere la parola fu, come deciso, Sasori.
    - Dobbiamo allenarci in una prova di sopravvivenza nel bosco...appena fuori Konoha, all'inizio il tempo non era dei migliori, nonostante questo dobbiamo comunque andarci. Personalmente sono determinato a svolgere l'addestramento, non amo rinunciare ai miei doveri. - § Ottimo... Diamogli una mano comunque... §
    Feci un rispettoso saluto all'anziano e poi parlai a mia volta.
    - Già, siamo tutti suoi compagni e oggi era uno dei pochi giorni che avevamo a disposizione... fra corsi, altri allenamenti ed impegni vari prima di ritrovarci di nuovo tutti insieme passerà troppo tempo, e poi un po' d'acqua non ha mai ucciso nessuno... anzi, sarà una simulazione più realistica. - Avevo dato il meglio di me. La voce era calma e tranquilla, in teoria non avrebbe dovuto accorgersi di nulla. O almeno lo speravo. Sorrisi come Sasori. In fin dei conti anche l'anziano era un Uchiha.

     
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  12. Uchiha Hiroshi
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    Curiosità_




    Missione_ 3° post



    Poste le domande, il vecchio taverniere ci rispose con molta tranquillità. Ci disse senza preoccupazioni perché avesse cambiato una sedia del locale, e perché fosse un po’ sconvolto. Un ragazzo poco fa era entrato nel suo locale. Aveva un’aria minacciosa, cattiva. Chiese informazioni riguardo un ragazzo, forse, di nome Kay. Il vecchio non sapeva nulla di costui, e gli diede una risposta negativa. Cominciò a sbraitare, si scatenò nel locale, prese una sedia e la ruppe. Ansante dalla rabbia uscì dal locale, pronunciando il nome di un nostro compagno. I nome di Sasori. Hiroshi rimase perplesso, confuso da ciò che il vecchio aveva appena detto. Chi era Kay? Forse centrava qualcosa con l’omicidio dei genitori di Sasori?... La risposta era ovvia, si, e dovevano scoprire a tutti i costi dove fosse andato. Mentre pensava a ciò, il resto del gruppo chiese al locandiere quale strada fosse la migliore per raggiungere la foresta, luogo dove si stava avviando quel ragazzo. Uscirono dal locale ringraziando il vecchietto.

    Grigio era il cielo, e delle gocce d’acqua cadeva incessantemente addosso a loro. Tutto ciò non tirò indietro Sasori. Voleva arrivare alla foresta a tutti i costi, come tutto il resto del gruppo. Ci disse di fare prudenza e che se avessimo incontrato qualche sconosciuto, avremmo dovuto tenere nascosti i nostri obbiettivi. Dovevamo mentire.
    Passarono pochi minuti da quando Sasori ci disse ciò, che un vecchio ci rivolse parola. Era un Uchiha dopo tutto, appartenente al loro stesso clan.

    Giovani Uchiha, dove andate con questo tempo? Non sarebbe meglio tornare a casa a ripararsi? Potreste prendervi un accidente...


    Silenzio. Tutti erano concentrati a dire una bugia qualsiasi, anche se era un anziano del nostro clan, non valeva la pena rischiare di rovinare tutto. Il silenzio parve durare ore, mentre invece durò solamente pochissimi secondi. Il primo a rompere la calma fu Sasori. Se ne uscì con una brillante idea. Di sicuro non si sarebbe insospettito...

    -Dobbiamo allenarci in una prova di sopravvivenza nel bosco...appena fuori Konoha, all'inizio il tempo non era dei migliori, nonostante questo dobbiamo comunque andarci. Personalmente sono determinato a svolgere l'addestramento, non amo rinunciare ai miei doveri. –


    Un sorriso “sincero” si mostro nel volto del giovane Hiroshi, pronto a reggere il gioco del suo compagno. Poi parlò Edo, cercando di rafforzare la bigia detta de Sasori.

    Già, siamo tutti suoi compagni e oggi era uno dei pochi giorni che avevamo a disposizione... fra corsi, altri allenamenti ed impegni vari prima di ritrovarci di nuovo tutti insieme passerà troppo tempo, e poi un po' d'acqua non ha mai ucciso nessuno... anzi, sarà una simulazione più realistica. –


    Il gioco era fatto. Hiroshi non disse nulla per non rischiare. Forse spingersi troppo oltre sarebbe stato pericoloso, così rimase in silenzio. Ora toccava vedere se il vecchio li avrebbe lasciati passare. Se li avesse fatti andare alla foresta...





     
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  13. "Kon"
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    Primo Post
    Supporto inaspettato



    SPOILER (click to view)
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Parlato di altri
    [...]= breve intervallo di tempo




    Era un giorno particolarmente nefasto, la pioggia continuava a battere sulle tegole, sulle finestre e sulle strade. Tutto ciò creava un rumore che odiavo e non riuscivo ad ascoltare, permaneva un senso di claustrofobia. Le gente correva a riparasi nelle proprie case o a scaldarsi all'interno di qualche locale, proprio all'incontrario di quello che volevo fare io. Ma non potevo uscire, dovevo per forza rimanere stipato nell'appartamento.
    § Tsk, che giornata di merda §
    Così, per passare il tempo, andai a riempirmi un bicchierino di vino accompagnandolo da un piccolo panino con il salame. Mentre degustavo il sapore squisitamente sublime della carne di maiale qualcuno bussò alla porta.
    Smisi subito di mangiare e prendendo repentinamente la wakizashi appoggiata alla sedia mi diressi verso la porta, guardando prima dal buco della serratura chi mai poteva essere.
    Era un sconosciuto, non l'avevo mai visto e non avevo la minima idea del perché attendeva dinnanzi alla porta. Con cautela aprii la porta dicendo al contempo:
    “ Cosa vuoi ? “
    Adesso lo vedevo con più chiarezza e notai che si trattava di un adolescente, piuttosto alto con gli occhi scuri e capelli scuri; era molto probabilmente un Uchiha.
    Lui mi rispose:
    “ Sasori Uchiha mi manda a riferirti il seguente messaggio, vuole che lo raggiungi nella foresta passando per il quartiere Uchiha il più presto possibile “
    Ero rimasto basito, mi chiesi in quei momenti il perché voleva che mi aggregassi a lui. Ultimamenti si erano sentite storie sulla sua famiglia, la morte di sua madre, forse una vendetta ma per sicurezza chiesi al ragazzo:
    “ Sei ha conoscenza del motivo per il quale Sasori mi ha chiesto di raggiungerlo ? “
    Ma sfortunatamente il ragazzo rispose:
    “ Mi dispiace, mi a chiesto solo di portarti questo messaggio. Se permetti adesso vado via “
    Chiusi la porta e rimasi fermo con la mano appoggiata alla maniglia.
    § Potrebbe avere bisogno di una mano e non posso negarla. E' meglio che mi prepari velocemente l'equipaggiamento. Prima lo raggiungo meglio è §
    Così preparai con cura l'intero equipaggiamento: i vestiti militari, le armi e gli oggetti vari. Poi quando fui pronto uscii di casa correndo velocemente verso l'uscita del quartiere Uchiha.
    L'acqua sbatteva violentemente sui miei vestiti impermeabili dandomi qualche impedimento alla corsa.
    In poco tempo raggiunsi l'uscita e notai con fatica a causa della pioggia un gruppetto di ragazzi attorno ad una figura ancora indefinita. Smisi di correre e mi avvicinai. Una volta raggiunto il gruppo riconobbi Sasori ed anche il mio amico Edo insieme ad un'altra persona, evidentemente Sasori aveva richiesto il supporto di altre persone; davanti a noi c'era un vecchio Uchiha. In quei momenti Edo stava probabilmente rispondendo all'anziano.

    - Già, siamo tutti suoi compagni e oggi era uno dei pochi giorni che avevamo a disposizione... fra corsi, altri allenamenti ed impegni vari prima di ritrovarci di nuovo tutti insieme passerà troppo tempo, e poi un po' d'acqua non ha mai ucciso nessuno... anzi, sarà una simulazione più realistica. -

    Evidentemente stavano mentendo al vecchio, perciò dovevo stare anche io al gioco e risposi di conseguenza:
    “ Come può vedere, signore, io sono appena giunto correndo come un forsennato perché quando sono venuto a conoscenza che i miei amici stavano per iniziare un addestramento senza avermi chiamato mi sono arrabbiato come un bestia e ho corso velocemente per raggiungerli in fretta e dirgliene quattro. “
    Speravo di avere reso la situazione più realistica possibile.


    Se il gruppo avrebbe continuato a camminare senza impedimenti, al di fuori della portata visiva del vecchio avrei iniziato a parlare:
    “ Salve a tutti, il mio nome è Sarnek ed alcuni di voi mi conoscono già. Sasori perché mi hai chiamato e dato che ci siamo potete riassumermi cortesemente la situazione attuale ? “


    Se invece si sarebbero generati dei problemi sarei rimasto fermo aspettando una evoluzione del caso.


    Tabella riassuntiva
    SPOILER (click to view)
    Stato fisico: normale.
    Stato psicologico: contento
    Equipaggiamento: intero
    Chakra rimanente: 10 su 10 bassi
     
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  14. ~Drakonis
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    » 3



    Il vecchio Teuchi sembrava essere stato rincuorato, seppur in minima parte, dalla presenza dei giovani shinobi. Così curiosi e piene di domande. Sasori non esitò infatti a porre altre domande, chiedendo una sommaria descrizione del tizio sconosciuto. Il gestore rimase qualche attimo immboile, con lo sguardo rivolto verso l'alto, come se stesse rimembrando tutti i momenti passati in compagnia del losco figuro.

    Dunque vediamo...come vi ho detto portava il coprifronte di Konoha...aveva dei capelli mori non troppo corti...e gli occhi...aveva degli occhi di un giallo tenebroso, da mettere i brividi al solo sguardo...


    Concluse così mentre abbassava lo sguardo, riprendendo a lavare qualche altro bicchiere. Alla seguente domanda di Edo, Teuchi non seppe rispondere, poichè al momento dell'uscita del ragazzo era troppo intento a pensare all'imminente sostituzione della sedia.

    Il gruppo in seguito uscì dal piccolo chiosco, tutti eccetto Satori, che sembrava non volesse più continuare l'insolita avventura. Nonostante la pioggia sembrasse incessante, un anziano membro del clan Uchiha stazionava casualmente all'uscita del villaggio. Interrogò i ragazzi che risposero prontamente. Sasori giustificò l'uscita dalle mura nonostante le brutte condizioni meteorologiche con l'imminente inizio di un corso di addestramento. Tutti i compagni lo sostenerono. Persino un nuovo arrivato, giunto forse su invito di Sasori. Resse il gioco dei compagni senza conoscerne il principale motivo. Forse fu proprio quest'ultimo a convincere maggiormente l'anziano, che sorrise quasi beffardamente.

    Se questo addestramento è così importante per voi, lasciate che vi accompagni così da evitare rischi inutili durante il tragitto...Dunque, chi è il vostro sensei?

    image
    Chiese l'anziano rivolto ai tre ragazzi. Sembrava proprio che questa volta per il gruppo di giovani shinobi l'avventura fosse terminata, quando inaspettatamente, successivamente alle parole del vecchio Uchiha, un giovane ragazzo, poco più grande degli studenti della foglia, uscì da dietro ad un albero, avvicinandosi al gruppo. Sembrava un ragazzo di bell'aspetto. Capelli castani, occhi azzurri e uno sguardo rassicurante.

    Sono io il loro sensei, non preoccuparti Masato, ci penso io a loro...

    Quasi sorpreso, il vecchio squadrò il giovane, per poi parlare con voce quasi tremante.

    Ah...sei tu...Kay...d'accordo allora, io vado...

    Detto questo l'anziano si voltò rapidamente per poi andarsene a testa bassa, con passo svelto.
    A quel punto il ragazzo focalizzò la sua attenzione sul gruppetto di matricole. Sorrise leggermente, restando in silenzio. Forse aspettava qualche domanda da parte dei ragazzi, forse aspettava una sorta di reazione. O forse era solamente divertito. Fatto sta che alla prima distrazione degli shinobi, quel tizio di nome Kay sarebbe svanito ai loro occhi, lasciando dietro di se un bigliettino. Se qualcuno lo avesse raccolto avrebbe trovato impresso un simbolo strano sul bigliettino. Forse quel simbolo poteva ricordare a qualcuno qualcosa.

    image




    Sul retro del piccolo foglio vi era una mappa. Sembrava portare ad una albero centenario. Stava al gruppo di ninja utilizzarlo al meglio.



    ۞



    Intanto vicino ad un albero secolare, in mezzo alla foresta sembrava in corso una discussione. Sembrava che due persone stessero litigando per qualcosa, ma cosa?

    Si fa a modo mio, vediamo quanto resistono questi mocciosi...

    image
    Se il gruppo avesse raggiunto l'albero in questione, non avrebbero trovato nulla ad attenderli. Almeno in apparenza. Pochi attimi dopo l'arrivo dei giovani studenti delle strane creature sarebbero sbucate dalla foresta. Creature nere come la notte, basse ma agili. Avevano degli strani occhi gialli. Erano cinque. E avrebbero circondati i giovani shinobi, intimando un attacco.


    CITAZIONE
    Caratteristiche psicofisiche ~

    • Velocità 150

    • Resistenza 125

    • Forza 100


     
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  15. --N4rU7O--
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    -Parlato-
    /pensato/
    Titolo


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    *A new friend*




    Il famoso Kay

    Teuchi sembrava rallegrato dalla loro compagnia, aveva ripreso a dialogare come era solito fare. Alla sua curiosità che aveva esposto poco prima, il vecchio descrisse l'individuo irruento:

    ".....portava il coprifronte di Konoha...aveva dei capelli mori non troppo corti...e gli occhi...aveva degli occhi di un giallo tenebroso, da mettere i brividi al solo sguardo..."

    /Interessante, lo terrò a mente/

    Mentre valutava le informazione acquisite, stava comunque attento a seguire il discorso che i suoi compagni stavano intrattenendo con lui. Non uscì nessun'altra informazione di rilievo.
    Quindi Sasori salutò il vecchio con un cenno della mano appena accennato e il piccolo gruppo uscì. Nella fretta per recarsi nella foresta dove portava il primo indizio, la prima traccia, Satori rimase nel chiosco del ramen. Non se ne curò più del dovuto della sua assenza. Aveva già chiamato una sua vecchia conoscenza di quando era appena arrivato all'Accademia. Aveva visto che Satori non mostrava più la stessa carica, voglia che aveva dimostrato negli attimi precedenti. Riferì semplicemente che aveva alcuni affari da sbrigare e che purtroppo non potevano essere rimandati. A Sasori non fece nè caldo nè freddo, aveva già mandato una lettera a Sarnek, così si chiamava; ormai doveva quasi averli raggiunto nel cammino verso la foresta secolare.

    Nel frattempo il gruppo aveva incontrato questo anziano membro del clan che impediva loro di uscire da Konoha per le pessime condizioni meteorologiche. Ma il gruppo rispose dicendo di avere un addestramento di sopravvivenza inalienabile per la loro formazione di shinobi. Era stata una sua idea, utile ed ingegnosa allo stesso tempo, resa credibile grazie ai suoi compagni e all'intervento del suo vecchio amico, il quale "resse il gioco" ignaro della situazione che si era venuta a creare.

    L'anziano membro rispose ai ragazzi in questo modo "Se questo addestramento è così importante per voi, lasciate che vi accompagni così da evitare rischi inutili durante il tragitto...Dunque, chi è il vostro sensei?"

    Mentre pronunciò queste parole Sasori rimase calmo e indifferente a ciò che aveva sentito. In cuor suo pensò che ovviamente un membro anziano ed esperto difficilmente avrebbe creduto a dei ragazzini come loro. Era da prevedere. Sasori rimase indifferente e stava riflettendo sulla migliore risposta che potesse esporre....

    /Questo sì che è un bel problema, uff, non gli bastava sapere il motivo? Che nonme posso dirgli...se non gliene dico nessuno rimarrà ad aspettare che il sensei arrivi nel posto dove ci fermeremmo. Però se glie ne dico uno a caso, sarà informato sicuramente su che corsi terranno. Ma tu guarda che cavolo di situazione si è creata./

    ... Sasori stava pensando che probabilmente fossero arrivati al capolinea, senza che fosse neanche iniziata la loro avventura. Sembrava tutto finito. Quando inaspettatamente un giovane ragazzo, poco più grande di loro , uscì da dietro ad un albero, avvicinandosi al gruppo. Sasori l'osservo bene senza destare troppo l'attenzione del giovane. Aveva capelli castani occhi azzurri e uno sguardo sicuro. Di prima impressione non era lo stesso che aveva descritto Teuchi. Di questo rimase comunque in guardia a quello che poteva dirsi con l'altro.
    Pensava probabilmente che quel giovane sarebbe stata la loro salvezza, ma poteva rivelarsi anche il loro incubo peggiore. Se li avesse smascherati sarebbero stati guai seri per tutti. Sasori in quel momento non pensò al peggio che poteva verificarsi realizzarsi. Stava osservando la scena che si era venuta a creare.

    Questo ragazzo esordì dicendo: <<sono io il loro sensei, non preoccuparti Masato, ci penso io a loro...>>

    Rimase sorpreso, li aveva coperti, rimase molto perplesso. Perchè aveva fatto un gesto simile? In fondo non lo conosceva, non l'aveva mai visto prima d'ora. Non aveva la minima idea di chi fosse. Comunque osservò bene la reazione del suo interlocutore. All'inizio rimase in silenzio con espressione evidentemente sorpresa. Questo comportamento fece scattare un ragionamento nella mente del giovane Uchiha...

    /Che fossero d'accordo per non farci passare? Oppure ci ha coperto perchè era a conoscenza della missione? O peggio ancora ci volevano rendere inoffensivi subito ? senza avere la capacità di capire cosa fosse successo in realtà...../

    Poi con voce insicura gli rispose che li avrebbe lasciati nelle sue mani, nelle mani di Kay. Kay, questo nome risuonò nella mente del giovane, gli ricordava qualcosa, sapeva di averlo già sentito ma non ricordava dove. Poi mentre era distratto a pensare a tutto questo, il giovane sparì e al suo posto rimase un foglio.

    Poi quando stava per rinunciare a ricordare, l'immagine del vecchio su un cartello nelle vicinanze, fece ricordare che era stato il vecchio a pronunciare quel nome.

    */ Un ragazzo poco più grande di voi è entrato nel locale. Non lo avevo mai visto, eppure portava il coprifronte della foglia. Beh, aveva un aria minacciosa. La sua presenza mi metteva a disagio. Si, insomma, avevo paura. Mi chiese se sapevo niente di un certo Kay./*

    /Quindi era lui, il famoso Kay/

    Così andò a raccogliere il famoso foglietto. Era una mappa almeno, questo vide da un lato della cartina. Però mentre lo prendeva, piegò un lato del foglietto per raccoglierlo da terra e vide che era scuro dall'altro lato. Così prima di osservare la mappa girò il foglio.
    Rimase stupito. Quel simbolo, ancora una volta nella sua vita l'aveva rivisto. Allora non ebbe il dubbio, il gruppo era sulla pista giusta. Infatti quello stesso simbolo si trovava,ancora, sul pavimento di casa inciso. L'avrebbe riconosciuto a distanza di anni.

    Comunque alla vista del marchio, non modificò la sua espressione che era sempre di indifferenza. Si rivolse al gruppo

    -Intanto direi di presentarvi Sarnek, ci siamo conosciuti al corso sulle basi del combattimento condotto dal sensei Akashi Mikawa. Ne è passato di tempo vero? -

    Poi fece una pausa, diede il tempo ai suoi compagni di fare conoscenza. Poi subito dopo terminati i convenevoli avrebbe aggiunto mostrando quel disegno al gruppo

    -Vedete questo simbolo? Non so che significa, ma è lo stesso che l'assassino ha lasciato inciso sul pavimento di casa mia. Quindi siamo sulla strada giusta. Almeno spero.-

    image



    Poi successivamente girò il foglio ed osservò quella che aveva l'aspetto di una mappa. Sembrava portare ad un albero secolare. Ripensò all'indizio che aveva ricevuto:

    */In ricordo di tua madre, trova la verità.
    Cerca dei compagni e recati in mezzo alla foresta, appena fuori Konoha.
    Accanto ad un albero secolare troverai una risposta./*


    /L'albero secolare....che sia quello indicato sulla mappa?/

    Quindi decise in ogni caso di mettere al corrente il gruppo sulla situazione:

    -Allora insieme a questo biglietto c'è anche una mappa. Sta sul retro. C'è segnato un albero secolare del bosco. Inoltre nell'indizio che mi era stato recapitato parlava di un certo albero secolare accanto al quale troverò una risposta. Almeno questo c'era scritto nel biglietto. Quindi vorrei andare a questo albero segnato sulla mappa.-

    Pensò che avrebbe trovato chi più chi meno tutti d'accordo. Così si incamminarono verso il famoso bosco.
    Durante il viaggio Sasori fu molto silenzioso. Stava pensando chi fosse in realtà Kay e se fosse un alleato oppure un nemico. In ogni caso non si sarebbe fidato assolutamente di lui.
    Su quello era certo. A giudicare dai racconti del vecchio al ramen il tizio molto pericoloso, stava cercando proprio lui. Quindi sicuramente non ci sarà da fiidarsi.
    Mentre stava riflettendo non avrebbe risposto a nessuno, era troppo concentrato in queste considerazioni.

    Così dopo circa 15 minuti arrivarono al luogo indicato sulla mappa e sul cartiglio che aveva ricevuto a casa.
    All'inizio non si accorse di nulla di anomalo, comunque in ogni caso decise di rimanere allerta.
    Così decise di avanzare lentamente in direzione dell'albero. Però si fermò molto prima di arrivare ad esso. Poi disse al gruppo con la voce necessaria

    -Stiamo attenti, potrebbe essere una trappola. Per cui non appena vede qualsiasi cosa che vi sembra pericoloso, colpite più forte che potete.-

    Ad un certo punto si sentì osservato, era una strana sensazione, però intorno a sè non notò nessuno.

    /Strano....Ma che cavolo?!??!/

    Poi quando posò di nuovo lo sguardo davanti a sè si trovò delle creature bizzarre. Erano nere scure, avevano degli strani occhi giallognoli. Erano abbastanza inquietanti. Si era resoconto del loro progressivo avvicinamento ma non pensava facessero la prima mossa: circondarli. Ora toccava reagire.

    Parlò nuovamente col gruppo nelle stesse modalità precedenti.

    -Forza, qualche kunai o qualunque altro oggetto e poi sotto con qualche pugno calcio basta che li colpite.-

    Quindi prese rapidamente due shuriken uno per mano e li lanciò contro la creatura davanti a sè.
    Non appena sferrò il suo attacco, partì con un incremento di un mezzo di basso di chakra nelle gambe.
    Arrivato praticamente a pochissimi centimetri sferrò un calcio frontale mirato a far letteralmente far volare per terra l'esserino che aveva di fronte a sè.
    Nel caso in cui non fosse riuscito a colpirlo, sarebbe rimasto comunque vigile per evitare che qualche possibile colpo potesse andare a segno.

    Sperava inoltre che i suoi compagni facessero gioco di squadra e proteggessero Hiroshi, il più giovane.


     
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