L'Arena

[Ambientazione]

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  1. Ledah
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    Ledah venne riscosso nelle sue meditazioni dall'atterraggio di un'altro shinobi del suono, Febh Yakushi, Chunin fresco di promozione, un ninja che nonostante il suo aspetto, celava una grande forza ed abilità, Ledah si chiese per quale motivo fosse di servizio assieme ad un abile ninja come lo Yakushi, Ledah era un semplice genin e nemmeno tra i più forti, forse la strana espressione di Febh svelò in parte quel mistero.
    Lo Yakushi perse rapidamente la propria serietà permettendosi un sogghigno, Ledah non si curò della causa, se anche fosse stato riferito al suo vestiario, non sarebbe stato per una sua scelta e comunque, non avrebbe potuto prendesela per una semplice risata, come non riusciva a prendersela per nulla, la Maschera gl'impediva di provare ed esprimere emozioni ed anche mentre salutava Febh, sapeva di essere semplicemente uno spettatore delle proprie azioni, una persona tanto inespressiva poteva essere utile in occasioni formali, non v'era dubbio.

    Dopo non molto, giunse la prima delle alte cariche dell'Accademia, l'amministratrice di Suna, Shaina Otori, seguita da Ookami, Ledah rimase per un momento fermo a guardarle, Shaina era molto elegante, ma quello che colpì l'attenzione di Ledah fu' la sua espressione, decisamente diversa da quella disperata che aveva mentre Ookami versava in condizioni critiche e la donna lupo si era decisamente ripresa, sul suo comportamento, Ledah aveva riflettuto a lungo.
    Ookami lo aveva graffiato solo per essersi avvicinato a Shaina, non lo vedeva di buon occhio, di tutte le personalità, lui non ne conosceva una soltanto, la dormiente, ora più sveglia che mai e per fortuna, in buone condizioni fisiche, pertanto, Ledah restò in disparte, rivolgendo un'occhiata seguita da un lieve inchino verso le nuove arrivate, chiedendosi persino se Shaina lo avrebbe riconosciuto e si rialzò udendo una voce sconosciuta, una ragazzina stando alla tonalità.

    Alzando lo sguardò notò l'apparizione di una ragazzina bionda, la quale indossava una divisa sconosciuta a Ledah, ma di sicuro non una divisa da combattimento e che si rivolse con familiarità all'amministratrice di Suna ansimando per la corsa, Ledah prese tre ricevitori, per poi fare cenno con la mano alla ragazzina di avvicinarsi a lui.
    Con l'espressione assente, Ledah le avrebbe consegnato i tre ricevitori, dicendole con tono altrettanto assente mentre il suo sguardo vacuo si piantava in quello di Deidara:

    "Salve giovane sunsese.
    Questi servono per poter seguire il torneo, passali pure a Shaina ed ad Ookami, non credo che quest'ultima gradisca la mia presenza ed in effetti, non penso che voglia il ricevitore, ma ne abbiamo un numero elevato ed in caso lo terrà Shaina."


    Nessun'emozione avrebbe potuto attraversare il volto di Ledah o trasparire dalla sua voce, mentre lo sguardo vacuo appariva fin troppo penetrante, come se Ledah stesse cercando di guardare oltre la retina della ragazza, tutto qusto unito al colorito pallido ed al fisico ossuto di Ledah, contribuiva a dargli un'aria affatto rassicurante.

    Successivamente fece la sua comparsa anche l'amministratore kiriano, Shiltar Kaguya, Ledah lo aveva visto una vlta di sfuggita a Castlevania, durante lo scontro tra Sayaka ed Iron, ma il volto gli era rimasto in mente, senza contare che era uno degli esponenti più illustri del clan di provenienza di Kayle, subito porse i suoi saluti alle due amministratrici ed in seguito, anche al resto dei presenti, Ledah notò il sorriso rivolto a Febh, evidentemente si conoscevano e tutto sommato, l'amminsitratore di Kiri gli sembrava una persona riflessiva, ma la sua fama di guerriero era ben nota nell'Accademia, com'era nota la sua falce d'osso, anche se Ledah non immaginava come potesse apparire all'opera, l'otese gli disse assente mentre gli porgeva il ricevitore:

    "Benvenuto amministratore di Kiri, questo ricevitore le permetterà di seguire lo svolgersi delle prove."

    Per poi tornare al proprio posto, c'era qualcosa che non gli quadrava in quella formalità, nonostante tutto, le occasioni formali creavano una certa resistenza in lui, preferì concentrarsi sull'arma del Kaguya.
    Quella falce era fin troppo vistosa, ma se si fossero messi a togliere le armi agli ospiti non solo avrebbero avuto storie, ma avrebbero dimostrato un'eccessiva mancanza di fiducia nei loro ospiti, se gli amministratori ed il loro seguito si sentivano sicuri nel possedere le loro armi potevano tenerle, se avessero provato ad utilizzarle, non sarebbero usciti vivi da Oto e di certo, una voluminosa falce poteva rivelarsi meno insidiosa di un'aikuchi occultato nella manica.
    Ledah fissò il suo sguardo su Ookami chiedendosi se avrebbe mai potuto tornare ad avvicinarla ed a parlarle senza rischiare di venir attaccato.
     
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