Riunione di Oto II - II otO id enoinuiR

[Amministrativo]

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  1. P y r o m a n c e r
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    Lungi dal pensare al ninjutsu, agiato sulle rosse tegole del tetto dalla vuota abitazione stava adagiato il poderoso gigante, al quale nulla interessava, fuorchè il proprio relax, il distaccamento da quella che era diventata una vita troppo movimentata, una vita che fino ad appena un anno prima era piena solo di dolori e di pianti, la vita del povero Akashi, fuggiasco di Suna alla ricerca del proprio Io, della propria identità, della propria origine e provenienza.

    Fin troppe cose erano accadute nel corso un solo anno, sulle carte del villaggio il gigante aveva cambiato grado, ed acquisito un cognome non indifferente, un cognome che a oto vuol dire parecchio, il cognome di coloro che rappresentano la Rosa, il cognome della casata dei Mikawa.

    Fredde, precise e salde, le sue mani uccidevano anche senza ricorrere a forza bruta, il suo livello di combattimento si era innalzato, con il controllo del prezioso fluido abbattere nemici persino al di fuori della sua portata diveniva uno scherzo, tanto che ormai sconfiggere qualcuno gli sembrava far parte del naturale ordine delle cose. Il suono delle fibre muscolari strappate e il rumore delle ossa fracassate erano suoni ormai all'ordine del giorno, e per le sue orecchie, risultava ormai un suono piuttosto piacevole, orecchiabile appunto.

    Ormai, rispetto ad un anno prima pensava meno al motivo per cui aveva tradito suna, pensava che forse era giunto il momento di dimenticare i genitori scomparsi. Era forse il momento di dimenticare ingiurie e parole di chi ormai nulla contava, di falliti abilitati soltanto all'emissione di parole vuote.

    Chiuse gli occhi, e portando le braccia dietro al capo, per crearsi un punto di appoggio morbido, iniziò a pensare al futuro, cercare di dimenticare il passato era il suo nuovo obiettivo, Costruire qulcosa sulla base di quanto ottenuto fino ad ora sarebbe stato il suo motto.

    Pensò a come avrebbe potuto trovarsi ad occupare ruoli gerarchici quali quello di Guardiano di uno dei Gate di Oto...Di sicuro, era un passo in più verso il cugino, ed un passo in più verso il suo grande sogno...Sgranò gli occhi, e tese la mano sinistra verso il sole, che filtrava attraverso le dita ben distanziate l'una dall'altra...

    °Diventerò famoso in tutto il mondo, Tutti conosceranno il nome di Akashi Mikawa, Il Clone del Nonno Garth e prossimo capocasata del clan Mikawa, e possibilmente Kokage del Villaggio di Oto!°

    Mormorò con gaudio, mentre socchiudeva gli occhi, per il sole che recava fastidio a questi ultimi. Rimase in quella posizione per parecchi secondi, fino a quando non venne disturbato: La luce che filtrava attraverso le dita venne a mancare suscitando l'attenzione del mikawa.

    Riuscì ad intravedere una sagoma ben distinta coprire il sole: una donna informe stava scagliandogli un oggetto affusolato. Trovandosi con la mano già in posizione, non dovette fare altro che Richiamare a se gli esercizi del controllo del chakra, e facendo convergere nel taiten energia fisica ed energia psichica. Poi, colmò di chakra il tubo sito nel braccio sinistro, per poi rilasciarlo, nello stesso momento in cui la donna informe aveva scagliato un oggetto.

    Le conseguenze furono più disastrose di quelle previste: L'agressiione era si stata sventata, l'oggetto infatti non aveva colpito akashi, poichè era stato rispedito al mittente, anch'esso sbalzato a metri di distanza. Ma allo stesso tempo, la potenza del colpo aveva fatto si che le tegole del tetto dell'ormai decadente catapecchia si sfondassero, spedendo Akashi sul controsoffitto della casa, che cedette sotto il peso del Mikawa, che si ritrovò bocconi al pavimento.

    Iracono più che mai, raccolse la Wakizashi, ed uscì di casa, deciso a smembrare la donna una volta per tutte.

    Ella era li giacente al suolo. Lui, vi si avvicinò con freddezza, e la strinse per il collo. Avvicinandola al viso, le disse mormorando:

    °Fanculo a te! Luis si Incazzerà molto a sapere che gl i ho rovinato casa, e Sayaka dovrà pagarmi la riparazione, dato che le sue creazioni non hanno imparato ad essere gentili...°

    Detto ciò, passò a stringere la donna informe dalle tempie, tenendola stretta con una sola mano, mentre la Wakizashi entrava nel collo per uscire dalla nuca dell'abominio deforme che si Acasciava ai piedi di Akashi.

    Il ragazzo fece per fare ritorno a casa sua, quando sentì che lo stivale infrangeva un qualche oggetto vitreo sotto i piedi. Abassò lo sguardo per notare l'oggetto dal quale si era difeso, ed un messaggio. Lesse il messaggio a bassa voce, ed assimilato in concetto di base, corse a prepararsi per la riunione.

    Indossò un pantalone largo in cotone, completamente scarlatto, con sopra disegnata l'effige dei Mikawa; una produzione propria, un abito riservato ad occasioni particolari. Indossò dei sandali di legno, e si coprì il capo con un ampissimo cappello di paglia conico, che permetteva a lui di osservare dove andava, ma difficilmente lasciava intravedere il volto del gigante.

    A torso nudo, uscì di casa intascando soltanto un tonico ed una coppia di tirapugni, e si diresse verso il palazzo del suono...

     
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