Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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    " E cosa me ne faccio di un moccioso qualunque?"

    Disse una voce provenire da uno degli angoli bui della stanza.

    " Padrone non doveva scomodarsi per questa faccenda. "

    " Non prendevo sonno è ho deciso di venire a curiosare. Dopotutto ho uno stretto legame con Suna e i miei interessi lì sono più vivi che mai, soprattutto ora che il villaggio è senza una guida. "

    Avanzò dalle ombre e, rimanendo celato, si andò a sedersi su una delle poltrone poco distanti. Un fasciò di luce illuminava parte delle gambe e un pezzo del volto con la vistosa capigliatura...era un gigante e, da quel poco che si poteva scorgere, dall'aspetto tutt'altro che rassicurante. la sua voce era profonda e perentoria, di quelle abituate a dare ordini e a non essere contraddetto.

    " Dunque è questo ragazzo il motivo di tutto. Sono passati quasi due anni da quando hai iniziato a lavorare per me, spia B4, ma questa è la prima volta che mi incontri. Ne intuisci il motivo? "

    Diede il tempo per rispondere al padre di famiglia ma poi riprese come se la sua risposta gli interessasse poco:

    " Una spia è per definizione un'ombra, fa quello che deve fare e sa quello che deve sapere. E' una piccola pedina in un sistema più ampio che non è tenuta a comprendere...tuttavia se solo una spia non fa il suo lavoro al meglio allora tutta l'organizzazione è a rischio. E io questo non posso permetterlo. "

    Poi soffermò la sua attenzione sul ragazzo, evidentemente troppo acerbo per poter comprendere la situazione nel quale si era cacciato; e non per suo volere ma per come madre natura lo aveva fatto.

    " Hai fatto spendere un mucchio di soldi ai tuoi genitori per farti curare. Tuttavia tua madre e tua padre sostengono che tu possa ripagare il debito che loro hanno con me..."

    " Signore non sta davvero considerando l'idea...questo signore ha coscientemente infranto il patto che stringemmo, non adempiendo al suo compito e mettendo a rischio tutti noi. "

    " Grazie Anteras per avermelo ricordato ma forse la risposta a questo dilemma può darla solo lui. Anche perchè uccidendoli e basta non riavremo indietro i nostri soldi nè tantomeno la soluzione al danno recato. La loro abitazione vale ben poco e non possiedono altri beni di valore..."

    Il kunai volò dritto sulle gambe del ragazzo e il verdetto finale venne pronunciato:

    " Ammazzali. Ammazzali tutti e due. Sono dei vili codardi che ti avrebbero venduto pur di aver salva la vita. Solo così potrai avere salva la vita!"


    Zaraki_Kenpachi_Stencil_by_BlackNoise06

     
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    Può esserci per un bambino di una decina d'anni situazione più difficile da comprendere ?
    Dubito.

    L'ultimo arrivato si era seduto poco distante da noi, ma la luce ne illuminava solo parte delle gambe e del volto. Bastava perchè si potesse intuire la sua mole, era un gigante rispetto ad una persona normale, era incredibilmente grande rispetto alla mia piccola persona. Sin da quando si era unito a noi avevo sentito delle strane sensazioni dentro di me, i miei genitori nel vedere quella persona avevano iniziato a tremare e singhiozzare peggio di prima, ed io, anche senza essere famoso per la mia empatia capivo che provavano sensazioni devastanti. La paura, indubbiamente prima delle altre. Prese il monopolio del discorso, lasciando ben intendere il suo ruolo preminente rispetto al giovane ed elegante ragazzo che ci aveva intrattenuto sino a quel momento.
    Non che avesse poi parlato molto, era stato molto rapido ed allo stesso tempo intenso.
    Sulle mie povere spalle piovevano adesso non solo emozioni contrastanti, ma vere e proprie responsabilità. Un genere di cosa che non avevo mai provato prima. Nella mia esistenza infelice nessuno mi aveva mai affidato un compito, nè semplice nè difficile. Nemmeno apparecchiare il tavolo era cosa per me adatta.
    Nella semplicita delle sue parole e nel suo rivelare la situazione era riuscito a far comprendere anche a me il genere di pericolo che incombeva sulla mia testa, ma non solo, si riversavano su di me verità che mi erano state nascoste da tempo.


    Mai avrei pensato mio papa una spia...

    Guardai più volte i miei genitori, spostando ripetutamente lo sguardo dall'uno all'altro. Che dire, penso sia impossibile per la natura umana provare dell'odio sincero verso i propri familiari, ma era la sensazione che sentivo dentro di me adesso. La spiegazione può essere di per sè semplice, l'amore verso la propria mamma ed il proprio papà è grandissimo, ma come ormai si sa, l'amore può trasformarsi in odio, ma senza diminuire nell'intensità. Si tratta solo di cambiare il verso ad un vettore, non se nè modica l'intensità. In questo momento ero riuscito a capire che molte delle cose che mi erano state dette non erano altro che menzogne.


    Non sono stato lasciato in quella casa con le strane persone per una vacanza, ma era per curarmi. E poi mi hanno abbandonato da solo. E papa è una spia.

    I pensieri non erano poi così chiari. Non si può cambiare l'intera esistenza di una persona con così poche parole; soprattutto non si può sperare che una persona possa cambiare radicalmente in un niente. Il cambiamento dev'essere coltivato, ed io ero certo e sentivo dentro di me che oggi, in quelle parole pronunciate dal gigante ci fosse nascosto il seme della mia ricrescita. Una crescita che sarebbe stata lenta e difficile, della quale non potevo certo prevedere i risultati, ma che indubbiamente mi avrebbero reso una persona diversa.


    Ryoshi tu devi capire...

    Provò a dire mia mamma, prima che il proprio pianto le smorzasse le parole in gola. Era evidentemente non in grado di continuare il discorso, ed allo stesso modo lo era mio papà. Da quando era entrato nella stanza il gigante non aveva smesso per un secondo di guardarlo, con le guancie rigate dalle lacrime e gli occhi rossi. Aveva mosso in capo in avanti annuendo alle sue parole, ed aveva strabuzzato per un'attimo gli occhi quando il gigante mi aveva lanciato il kunai dicendo di ucciderli. Da quel momento aveva spostato su di me il suo sguardo. Difficile dire se avesse paura, i miei genitori mi pensavano un'idiota, presumibilmente erano già certi che saremmo morti tutti in quella stanza.
    Io, non ne ero della stessa idea. Mi alzai lentamente dal divano e presi il kunai con la mano destra. Ne avevo già maneggiati diversi, non era la prima volta che usavo un'arma, non sarebbe stata nemmeno la prima volta che ferivo qualcuno, ma se fossi riuscito nel compito ordinatomi, sarebbe stata la prima volta in cui avrei tolto la vita da un corpo.


    Come ?

    La domanda era semplice, la risposta assai meno. Per quanto le emozioni fossero contrastanti mi ritrovavo a dover superare un muro molto alto, ed io non ero abituato nemmeno a superare i gradini. Un'intera esistenza senza una vera e propria educazione rendeva difficile per una persona renderla preparata alla vita. Ma la vita generalmente prima ti chiede i risultati, e poi ti spiega come ottenerli. Sta a te, appunto, vivere e sopravvivere.
    Mi voltai, guardando sia il ragazzo elegante che il gigante. Chissà quali erano i compiti che mio padre doveva svolgere nei loro confronti, e chissà in quale modo aveva fallito...


    Fallito...

    Pronuncia quella parola mentre guardavo mio papà. Non era propriamente voluta, ma si sa che l'inconscio tira dei brutti scherzi. Il suo sguardo cambiò, per un'attimo mi guardò con aria di rimprovero, ma quell'emozione si trasformò in stupore quando la lama del kunai passò rapida sotto il suo mento, tranciando di netto la gola e facendo zampillare del sangue sulle mie vesti.
    Non mi ero nemmeno accorto di averlo fatto, il tutto era successo troppo velocemente, mi portai la mano sinistra alla bocca, che nel frattempo avevo spalancato per l'incredulità del mio gesto. Rimasi qualche attimo a guardare gli occhi di mio papà, il cambio d'espressione era stato rapido, rapidissimo, ma mentre passava dal rimprovero allo stupore ero certo di aver visto un lampo di trionfo nei suoi occhi. Essere padre dev'essere difficile, ed io certo non gli avevo mai dato nulla di cui vantarsi, ma forse oggi mio papà avrebbe potuto gioire del suo figliolo. Io certo dovevo rimediare alla terribile reputazione che quell'uomo mi aveva lasciato.


    Ryoshiiiiiii!!! Sei il solito scemo!!!! Odd

    A me era sembrato che dal momento in cui avevo sgozzato mio padre al momento in cui mia madre si era alzata per inveire contro di me fossero passati dei secoli, nei quali ero rimasto fermo impietrito ad osservare il corpo di mio padre afflosciarsi. Ma probabilmente nella realtà si era trattato di pochi secondi, istanti per meglio dire. Mia madre era schizzata in piedi, mentre il suo corpo veniva pervaso dai brividi, probabilmente paura e dolore allo stesso tempo. Verso di lei provavo le stesse sensazioni che provavo verso mio padre. Lei però, aveva detto quella terribile parola. Tutta Suna sapeva bene come le mie emozioni diventassero incontrollabili quando venivo appellato con quella parola : " scemo " . Era una cosa che non potevo sopportare, e lei lo sapeva. Non avrei mai potuto perdonarla per quell'affronto. Non dopo che era stata lei a provare a vendermi. A vendere il suo unico figlio.

    Se l'azione che aveva portato alla morte di mio padre era stata imprevedibile, questa volta le mia condotta venne segnata dal seme della ricrescita ch'era stato piantato. Fu proprio un'ondata di crudeltà ed odio ad invadermi, sostituendosi alla solita stupidità che mi accompagnava. Saltai addosso a mia madre, facendola cadere a terra e rimanendo a cavalcioni sopra di essa. A differenza di mio padre l'unica emozione che mi comunicarono i suoi occhi fu lo schifo. Lei mi aveva sempre detestato, da sempre provava rancore verso quel figlio demente che tanto la faceva vergognare.
    Non riuscì a controllare lo stato di stress e disperazione che mi aveva inculcato in tutto questo tempo. Una pioggia di coltellate cadde sopra il suo corpo, andando a colpire indistintamente ogni dove, sia il petto che il collo che il volto.
    Non potevo certo comprendere la devastazione che tutto quel sangue stava portando ai tappeti ed ai divani. Pezzi si pregiati avrebbero meritato un trattamento migliore, ma come già detto, la crescita ha bisogno di tempo.
    Forse avrei dovuto alzarmi e consegnare il kunai ai piedi del gigante, mostrando come avevo adempiuto al mio compito, per segnalare la differenza rispetto al mio genitore inadempiente, ma non era questo ciò che mi premeva. Non mi premeva sapere se avrei avuto la grazia, ora coma ora, mi premeva sfogarmi.
    In tutto questo lasso di tempo non avrei pronunciato altra parola, sarei rimasto con lo sguardo fisso verso mia madre, continuando a riempirla di coltellate finchè qualcuno, o qualcosa non mi ci avesse diviso.
     
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    La belva era stata rilasciata ed il gigante guardava la scena con gli occhi spalancati, eccitato alla vista del sangue. La goffaggine mista alla furia del movimenti del ragazzo erano uno spettacolo impagabile, di quelli che si potevano vedere sempre più di rado ormai. L'istinto che domina la ragione, frutto di una latenza troppo duratura all'interno di un corpo fragile e una mente ancora più acerba.

    L'aveva uccisa già alla quarta coltellata ma il giovane continuò, il preda ad uno stato di trance che per il momento non poteva comprendere (e forse non lo avrebbe fatto mai, visto lo stato mentale precario cui era soggetto). Tuttavia quell'esubero di eccitazione non gli permise minimamente di notare che il padre, ferito quasi mortalmente alla gola, con le ultime forze rimaste, gli si era portato alle spalle e gli cinse la gola più forte che potè. Una morsa micidiale che non avrebbe rilasciato fin quando il sanguinamento copioso non avrebbe sottratto anche l'ultima scintilla vitale nel suo corpo.

    " Ti attende una vita all'ombra di tutto e tutti; un'esistenza da doppiogiochista per uno scopo che ancora non puoi comprendere e che forse non ti apparterrà mai. Fingerai sempre e non avrai mai veri amici. Sarai fedele solo e soltanto a me e non mi tradirai mai, sacrificandoti pur di adempiere ai tuoi compiti e servire la causa maggiore. Se non sei disposto a vivere in questo modo smetti di resistere e lascia che il fiato ti venga meno; in caso contrario decreta la parole fine suo tuo passato ultimando ciò che hai iniziato."

    In quella situazione critica, tra sentimenti contrastanti, una psiche completamente devastata e, per giunta, a rischio di morte il ragazzo avrebbe dovuto prendere la decisione più importante della sua vita. Lì, su quel tappeto di quella villa sconosciuta si stava scrivendo indelebilmente il suo destino: mettersi al servizio di quel gigante senza nome oppure porre fine alla sua inutile esistenza.

     
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  4. Skylineeez
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    La pianta di pomodori richiede tantissima pazienza e cura. Beve tantissima acqua, e quindi il contadino deve costantemente controllarne la riserva, e richiede tantissimo sole, così da ricercare il posto migliore dell'orto. Dopodichè, pazienza e ancora pazienza. Dapprima si vedrà crescere il centro della pianta, e dividersi lentamente in tante ramificazioni. Poi inizieranno a spuntare dei piccoli fiorellini gialli, i quali non daranno alcuna soddisfazione, e poi con la dovuta calma della natura, arriveranno dei piccoli pomodorini. Inizialmente verdi, e verdi rimarrano finchè non avranno raggiunto la giusta dimensione, dopodichè pian piano le sfumature verdi diverranno rosse, e solo a quel punto ci sarà la maturazione.
    Questo discorso poteva essere molto lontano dalla mia attuale condizione. Cavalcioni sopra il corpo martoriato di mia madre, afflitto da decine di pugnalate con le quali avevo lacerato tutto il suo corpo. Immersi in un lago di sangue, mi ritrovavo con le possenti braccia di mio padre attorno al collo. Il motivo di quel gesto era ignoto. Aveva fallito come persona, aveva fallito come padre ed evidentemente come marito vista l'attuale situazione. Eppure cercava di seminare altri fallimenti in quel poco che rimaneva della sua vita. I miei occhi erano ancora puntati verso quelli di mia madre, o di quello che ne rimaneva vista la mole di coltellate che avevano colpito la testa ed il viso. Si sgranarono in fretta quando sentì la stretta al collo, e contestualmente l'aria iniziare a mancare. Generalmente si ha un po' d'aria nei polmoni, ma io non ero in una situazione di quiete. Il mio corpo era pervaso dai brividi e dalle scosse. Avevo appenna sterminato la mia famiglia, o perlomeno, avevo iniziato l'opera di sterminio visto le forze residue di mio papà, e questo genere di squilibrio mentale e fisico mi aveva devastato, era faticosissimo.
    Per un attimo pensai al peggio. Poi, così come la pianta di pomodori ritrova la vita quando viene bagnata, io ritrovai la speranza nelle parole del gigante davanti a me. Per un attimo il mio piccolo cervellino aveva pensato che il proprietario di casa si sarebbe incazzato per il pandemonio che avevo scatenato. Migliaia di Ryo sarebbero stati spesi per ripulire le mura di casa, e non è detto che i preziosi tappeti che il sangue della mia stirpe aveva imbrattato sarebbero stati recuperati. Invece si era gustato la scena, non mi avevano nemmeno fermato dopo la quarta coltellata, quella che effettivamente aveva ucciso mia madre. Erano li, fermi ad osservarmi.
    In tutto questo c'era qualcosa di assurdo ed incredibile, la situazione era evidentemente ai limiti del paradossale, ma questo era esattamente lo specchia della mia stessa esistenza. Questo, inoltre era l'ultimo ramo cui potevo aggrapparmi prima di spirare. La frase del gigante era carica di emozioni, da un lato per la prima volta mi veniva data la possibilità di essere destinatario di alcuni doveri. Dall'altra la sensazione di dover rispettare degli obblighi e di dover conseguire obbiettivi mi era nuova. Un'intera esistenza senza aver mai provato nulla di simile. Era fantastico. E non mi interessava se non avevo mai visto prima quelle persone, esse mi stavano dando una sorta di possibilità.
    Il patto non era equo.
    Il patto non era facile.
    I rischi erano tutti miei.

    Ma, d'altro canto, cosa potevo ottenere ?
    Sorrisi. Non avevo fiato per ridere, ma ci provai. Aprì la bocca per ridere, riuscendo solamente in una simulazione. La mia bocca si mosse contraendosi, ma non riuscì ad emettere alcun suono. Poteva apparire agghiacciante in effetti, da fuori non so se un esterno sarebbe riuscito a distinguere quel movimento, poteva anche essere un terribile urlo di dolore. A distinguerlo da ciò c'era solamente lo scintillio dei miei occhi, in un certo senso pieni di gioia e redenzione.
    Questa casa mi aveva finalmente fatto provare una sensazione nuova, seppur minima ed iniqua, la fiducia.

    Sudato com'ero riuscì a voltarmi, mentre la dita di mio padre erano bianche dallo sforzo. Nonostante l'odio che provassi verso di lui in questo momento dovevo riconoscere l'enorme sforzo di volontà che stava facendo, non solo stava incredibilmente resistendo alla morte, ma stava anche cercando di disseminarne altra.
    Con la pacatezza di chi è su un'amaca, e non a rischio di morire concentrai il chakra nel mio pugno sinistro, quello senza il kunai. Razionalmente sapevo che le mie energie stavano per finire,e che da li a poco sarei svenuto, ma volevo godermi questi ultimi momenti. D'altronde avevo sempre vissuto al limite della totale follia, e coerentemente con il resto della mia vita stavo adesso danzando sul bilico della morte.
    Il mio sguardo e quello di mio padre si incrociarono, difficilmente lui nella situazione poteva immaginare cosa stessi facendo, ma ciò che a me importava era ben vedere quella scena. Avrei voluto ricordarla per tutta la vita, dovevo essere concentrato per gustarla appieno.

    Veloce e letale il mio pugno sinistro partì dal basso, trasformandosi in un montante foriero di morte. Spaccamontagne

    Il pugno avrebbe impattato poco sotto il naso, rompendo di netto il setto nasale, che per la forza con cui veniva colpito avrebbe tranquillamente potuto uscire dalla nuca del malcapitato, e spostando la mandibola deformando totalmente il viso del mio procreatore. Inutile parlare del fiume di sangue che sarebbe uscito dai resti di quel cranio, tanto ce n'era già abbastanza per terra per sfamare popoli di vampiri.
    Nemmeno a dirlo la stretta attorno al mio collo scomparve, il corpo di mio padre si spostò seccamente di almeno un metro, lasciandomi finalmente la possibilità di respirare di nuovo.
    Avrei voluto prendermi il mio tempo, e rimanere a fissare la scena attorno a me come una fotografia prima di inspirare, ma non ci riuscì. L'istinto di sopravvivenza si può controllare fino ad un certo punto, dopodichè prevale. Respirai affannosamente per circa un minuto.
    Nel lasciar cadere il kunai che avevo stretto nella mano destra notai una piccola ferita sul palmo, dovuta all'eccessiva forza con cui avevo tenuto salda l'impugnatura dell'arma. Non me ne curai.
    Stremato e affaticato rimasi fermo, con la gambe ancora cavalcioni su mia madre, lasciando andare gli addominali e quasi afflosciandomi su me stesso, nel mentre fissavo attentamente il soffitto.

    Passati i famosi sessanta secondi un quattro o cinque volte, una parvenza di energie parve tornare, anche il cuore sembrò raggiungere nuovamente dei battiti cardiaci accettabili. Si trattava di una finzione, un mero inganno del mio stesso corpo. Ci sarebbero volute ore per rimettermi in sesto fisicamente, secoli per l'aspetto mentale oramai compromesso.
    Detto ciò, mi alzai. Si rivelò uno sforzo sovrumano, le gambe mi facevano male, e così anche la testa. Una sorta di fitta continua pervadeva la mia mente, costringendomi a strizzare gli occhi.
    Cercai di rimanere composto, nei limiti che la mia attuale situazione mi permetteva.
    Sporco di sangue, dato che ne avevo le vesti zuppe, stanco e con gli occhi ancora indiavolati per ciò che avevo vissuto fissai il gigante.
    Non volevo parlare, ma lui avrebbe capito. Quello del silenzio non era un voto che stavo facendo, ma da questo momento avrei misurato attentamente le mie parole, poche persone avrebbero udito la mia voce nella mia vita futura.
    Non badai al ragazzo elegante, sempre seduto alla sua posizione. Lo svolgimento dei fatti aveva reso ovvio anche a me come il comando della casa non fosse nelle sue mani.

     
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    " Magnifico...puro istinto da plasmare. Seguimi, hai preso la tua decisione. "

    Il colosso si era alzato dalla poltrona, tornando nella penombra. Si era già incamminato quando il terzo uomo della stanza osò interrompere le azioni del padrone.

    " Padrone, la prego. Impiegherei ore per pulire questo scempio e non ritornerebbe comunque come prima."

    Attimi di silenzio prima che qualcosa di impensabile per il giovane si verificasse. Il sangue iniziò a staccarsi da ogni oggetto precedentemente macchiato; era ancora fresco per fortuna. Il divano e i mobili antistanti diventarono come nuovi mentre il maggiordomo si preoccupava di caricarsi sulle spalle i due cadaveri e permettere al vortice di particelle di sangue che si era generato di andare a ripulire anche il tappeto. Quello che il ragazzo pensava sarebbe risultato un danno di migliaia di ryo si tradusse in poco tempo nell'assoluta banalità.

    " Contento? Avanti, seguimi. "

    Disse il gigante, con il sangue catturato racchiuso in una sfera perfetta che gli girava attorno. I due abbandonarono Anteras e, attraverso una scala stretta e oscura, giunsero in un'altra ala della villa, completamente diversa per aspetto dalla precedente. Il giovane era provato, distrutto ma quel ninja gli stava chiedendo un ulteriore sforzo: era bene capire fin da subito qual'era il livello di sacrificio richiesto dal Colosso ai suoi sottoposti. Lo fece sedere su di una sedia attorniata da macchinari di ogni genere e forma di tortura ma non era quello il destino del sunese.

    " Io ti farò diventare una spia: indagherò, plasmerò e rafforzerò la tua mente per assolvere a tale compito, ti insegnerò abilità e procedure specifiche e, non meno importante, renderò il tuo corpo adatto a sostenere missioni e fatiche inumane...ma prima, devo vedere se le motivazioni sono quelle giuste! "

    Tese dunque la mano verso il ragazzo e continuò dicendo:

    " La tua scelta di poco fa verrà suggellata ora, in un vincolo di sangue il cui raggiro comporta la morte. Sei disposto ad essere la causa della rovina del tuo villaggio? "

    Assecondando la stretta di mano, il jutsu di Sangue si sarebbe attivato inarrestabile: il sangue dei genitori del ragazzo avrebbe formato una catena che con forza inumana avrebbe serrato le mani dei due ninja mentre un'aura fredda e malinconica avrebbe investito l'aria attorno ai due. Per un semplice studente, per giunta nello stato psicofisico precario nel quale si trovava il ragazzo, resistere a quella pressione chakrica sarebbe stato tremendamente difficile. Tuttavia venire meno ora che il Patto di Sangue era attivo avrebbe comportato non pochi rischi per un corpo palesemente fuori contesto, a contatto con situazioni e forze molto più grandi e complesse di lui. Quella sarebbe stata una vera e propria prova di sopravvivenza e l'alternativa vincente avrebbe fatto fare al ninja un balzo in avanti enorme nella sua crescita.

    Chissà cosa frullava nella mente di Aloysius...a cosa gli serviva un ninja di quel livello? Che non fosse un semplice studentello di Suna?

     
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    Le giornate difficili sono sempre lunghe. Indicare quando questa avesse avuto inizio per me sarebbe stato molto difficile. Ricordo di aver visto i miei genitori venirmi incontro, ma non saprei dire quante ore prima fosse successo. A quello era seguito l'essere legato, il viaggio verso Oto, poi l'attesa davanti alle mure, ed infine le vicende recenti. Sicuramente erano molte ore che non chiudevo occhio, che non mangiavo e che la mia mente viveva emozioni contrastanti. Le ultime in maniera imprevedibile.
    Il tutto però non sembrava voler avere fine. Anzi, sembrava che quella giornata avesse ancora troppe prove per le mie poche risorse rimanenti.
    Guardai tutto il sangue che avevo versato formare una strana bolla di sangue. Avevo creduto di aver fatto danni infiniti nei confronti di tutti quei benni lussuosi, ed invece sembrava essersi tutto sistemato, il sangue sembrava sparito da ogni dove, ed ora era totalmente concentrato in quella sfera. Sfera che sembrava essere sotto il controllo del gigante.
    Lo seguì. Anche in questo caso non avrei saputo stabilire che strada avessi fatto, ero troppo stanco per stare attento ai luoghi che stavo varcando. Seguivo quella figura davanti a me in maniera stoica, era quello che mi rimaneva da fare al momento. Attingendo le ultime forze nel portare i piedi l'uno davanti all'altro. Dopo qualche tempo per me misurabile solo in eternità, arrivai a sedermi su di una strana ed inquietante poltrona, attorniata da diversi strumenti di tortura. Li guardai per un attimo con grave sconforto. Non era la paura di essere torturato a preoccuparmi, era l'idea di essere torturato oggi, dopo tutti gli avvenimenti recenti a creare grande disagio. Il mio sguardo si soffermò su quei dannati strumenti per poco, realizzai in fretta che per oggi non era quello il mio destino. Se avessi dovuto morire oggi, sarei morto dopo aver varcato la porta. Mi trovavo in quella stanza per un altro motivo, che non tardò a rivelarsi.


    Rovina del villaggio...

    Di tutte le parole dette dal gigante davanti a me solo quelle mi rimasero impresse. Tutto il discorso sulle sofferenze, la fedeltà, l'essere una spia mi passò in un certo senso liscio come l'acqua. La mia intera esistenza per il momento era stata vana, priva di alcuna utilità. Anzi, in ogni dove mi ero recato avevo avuto problemi di sorta, un'esistenza torbida e costosa per l'intera società. Ma da oggi avevo la possibilità di ribaltare le cose. Non solo qualcuno mi stava dando fiducia, ma il compito a cui avrei contribuito era maestoso. Avrei potuto aiutare qualcuno a distruggere o perlomeno compromettere la salute di Suna. Vero, si trattava del mio villaggio originario, dove ero nato e vissuto. Ma pensando a quell'esistenza, che dopo le infinite coltellate a mia madre sembrava così distante non ricordavo momenti validi. Non c'era nulla di rilevante in quell'intero periodo, di tutti questi collegamenti che legano il mio nome al villaggio della sabbia non v'è niente che possa davvero contare qualcosa.
    Possono forse tutte le notti fredde passate a dormire sotto una panchina convincere un giovane a rimanere fedele ? Può l'odio degli abitanti, che al posto di porgere una mano o panino ad un bambino smarrito lo hanno sempre rincorso con il forcone in mano permettere a questo di crescere sano ?
    Come può un paese che lascia un suo concittadino essere torturato da un bastardo Kiriano pensare che questi cresca con spirito patriottico ?
    Non può.
    Ryoshi Okura era merda per il villaggio in questo momento. Valeva poco meno di un credito non saldato, nemmeno lo spreco di carta d'una missiva al Mizukage per chiederne notizie od il rientro immediato. Nulla.
    Suna faceva parte del villaggio della sabbia, e sabbia sarebbe dovuta tornare prima di poter in un certo senso risorgere, figlia di un destino diverso. Piu tetro, ma meno infame.

    Vidi il gigante pormi la mano. Era ben evidente anche ai miei occhi stanchi che non si trattava di una mera stretta di mano, ciò che stavo per firmare era un patto di sangue. Avrebbe segnato la mia intera esistenza. Avrei vissuto e dedicato la mia vita ad un obbiettivo che probabilmente non avrei mai nemmeno capito appieno. Chissà qual genere di torto avrei dovuto recare alle persone che conoscevo, ed al prossimo in generale.
    Allo stesso tempo era altrettanto chiaro come non solo non avessi scelta, ma come desiderassi finalmente vivere questa nuova vita. La crescita, come detto, era iniziata, e stava progredendo ben più veloce di quella dei pomodori.

    Seduto su quella sedia delle torture allungai il mio braccio, il movimento risultò lento ed impacciato, ma ciò che importava veramente era solo il risultato. Guadando ben dritto negli occhi la figura davanti a me toccai la mano dell'altro, stringendola e sigillando il patto. Il dolore non tardò, come previsto. Una sorta di catena di chakra si strinse attorno alla nostra presa, probabilmente era un mero rituale per suggellare il patto, che avrebbe avuto vigore eternamente.
    Strinsi i denti e chiusi gli occhi. Il dolore era forte, l'ennesima prova di quella giornata. Io però volevo resistere dignitosamente, non stringendomi alla sedia, non lasciando che le lacrime rigassero il viso, non emettendo alcun suono. Per gestire tutto questo servivano grandi motivazioni, ed ad una prima occhiata si poteva pensare ch'io non ne avessi. Effettivamente anche l'idea di abbandonarsi al dolore, e lasciare che la morte prendesse il sopravvento aveva il suo fascino. Ma l'avevo già scartata quando mi ero ritrovato con la morsa di mio padre stretta al collo, e l'avevo cacciata mandando al creatore mio padre stesso. Dopo tutto il sangue versato non potevo mollare adesso. Inoltre avevo finalmente una meta, l'idea di avere un'obbiettivo da compiere a dare linfa alla mia esistenza. Dovevo distruggere Suna, o perlomeno portarla alla distruzione. Quel villaggio bastardo avrebbe conosciuto una nuova era. Non sapevo come, non sapevo quando, ma sapevo o potevo sperare che sarebbe accaduto. E se fosse accaduto, avrei voluto essere fondamentale nella riuscita. Rimasi nella stessa posizione per non so quale unità di tempo, nuovamente non ero riuscito a tenerne conto, troppo occupato a non lasciar prevalere il dolore sulle mie forze.
    Non fu facile, ma anche questa volta riuscì a resistere, anche questa prova era stata superata.
    Come prima, non dissi niente. Terminato il dolore e superata la prova riaprì semplicemente gli occhi, guardando fisso il gigante. Avrei voluto emanare sicurezza e fiducia, ma date le precarie condizioni potevo emanare solamente molta stanchezza. Ciò che l'altra persona avrebbe capito, o perlomeno speravo che avrebbe inteso, e ch'io ero pronto. Per cosa, a me non interessava.
     
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    " Essia...Da domani inizia il vero inferno."

    Disse il gigante senza riuscire a mascherare del tutto l'improvviso affaticamento che lo aveva colpito. Che fosse stato quel jutsu tanto spietato quanto particolare a ridurlo in quello stato? Si allontanò dalla zona lasciando che al suo posto Anteras si avvicinasse al ragazzo, ridotto praticamente allo stremo,
    ed esplicitasse cosa intendesse dire il Mikawa.

    " Quello che hai incontrato è Aloysius Diogenes Mikawa. Il tuo addestramento inizierà domani; avrai diversi insegnanti, ognuno padrone di un'abilità che ti sarà utile per la tua futura missione. Sei debole ma il tuo compito non necessita di tutta questa forza...Per il momento puoi rilassarti. Ho fatto preparare un bagno caldo e la tua stanza è stata già allestita: sarai ospite della villa fin quando Diogenes non ti riterrà pronto per assolvere al tuo compito. Benvenuto in questa nuova vita! "

    La stanza sarebbe stata quella di Seiniji, opportunamente pulita ed ispezionata, sperando che portasse maggiore fortuna a lui che al precedente ospite.

    :::

    " Era davvero necessario mettere quel ragazzo sin da subito sotto patto? Utilizzi con troppa leggerezza quella tecnica Aloysius. "

    " Come con l'Akuma...anf, vero? Sono settimane che non si fa più sentire e io temo già il peggio. No...anf...non correrò più rischi, non ora che i preparativi sono quasi ultimati. "

    " Come vuoi tu ma almeno bevi la tisana, dovrebbe aiutare il tuo recupero. Cosa hai intenzione di fare di lui? "

    " Voglio delle orecchie all'interno di Suna, voglio sapere cosa sta accadendo in quel villaggio apparentemente morente..anf. Bisogna trovare una falla per attaccare e conquistare il primo dei Villaggi Accademici. Il ragazzo potrà fornisci informazioni sui sistema di difesa, l'arsenale bellico a disposizione della Sabbia...anf... e molto altro ancora. Girano voci che nell'Anauroch sia accaduto qualcosa di grosso, voglio, devo saperne di più! "

    png

    " Basterà dunque un'infarinatura di base? "

    " Si, istruitelo sui corvi, le missive di sangue e gli accorgimenti per non dare dell'occhio. Migliorate anche...anf, fin quanto possibile, la sua preparazione fisica: sebbene non dovrà trovarsi in mezzo ai guai, un braccio più forte può essere sempre utile. Bisognerà anche schermare la sua mente, più di ogni altro necessita di barriere solide: anf...scomodate Omoi per tale compito. Riorganizzate anche le nostre spie minori a Suna, a breve avremo una pedina con maggiore mobilità nel villaggio."

    " Bene, penso sia tutto. Ti lascio riposare....ah, un'ultima cosa, come procede con il "documento"? "

    " Ci sto lavorando: le interazioni tra l'arte della scrittura e il chakra sono curiose ma insieme ad Eiatsu pare abbiamo trovato una pista su cui lavorare. Anf...Ovviamente la tua esperienza in tale campo mi sarà molto utile, soprattutto per validare il modello. Quando la Riunione avrà inizio...anf...dovrà essere tutto perfetto! "

    " Certo, Diogene"



    Edited by DioGeNe - 11/8/2015, 19:26
     
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    ::: Riguardo le due ritrovati :::

    " Direi che vi siete riscaldati abbastanza. Ora è tempo di finirla; dopotutto vi abbiamo rimesso in sesto...sarebbe uno spreco buttare al vento tutto il lavoro fatto no? Tu, Sakon, non sei ancora al 100% è evidente. Qualunque diavoleria ti abbiano fatto ti ci vorrà tempo per riacquisire il tuo vecchio potere. Vatti a sdraiare e non pensare a combattere fino a quando non avremmo capito cosa sta accadendo nel tuo corpo"

    Lo sguardo di Ukitake era serio; Oto non poteva permettersi di perdere un jonin del livello di Sakon...servivano le conoscenze mediche di Eiatsu e i suoi cadaveri e se avesse saputo che lo aveva fatto stancare inutilmente glie lo avrebbe rinfacciato per l'eternità. Facendo finta di leggere il suo libro aveva infatti analizzato bene quelle prime fasi di scontro: le sue azioni e il suo corpo non era di certo quello del pericoloso guardiano del Suono descritto nei libri di storia...era regretico e al momento non si sapeva il perchè!
    Riguardo invece l'altro ninja, Ukitake sapeva benissimo cosa fare di lui:

    " Tu invece, vienei con me. Non posso darti le risposte che cerchi ma sicuramente possiamo impiegare in maniera più intelligente il tempo che ci è stato concesso...magari per capire cosa sai fare e quali sono le tue attitudini principali! "

    Sembrava come divertito, come quando un accanito lettore brama di leggere l'ultimo romanzo della sua serie preferita. Ed infatti era proprio così che il ninja vedeva il nuovo arrivato in quel momento; dopo un primo momento di studio "della copertina" era giunto il momento di addentrarsi nella lettura!
    Condusse dunque il ragazzo nella sala delle torture, tra tutte quei maccinari per l'estorsione dolorosa di informazioni.

    " Iniziamo da qui, visto che non potete lasciare il piano interrato. Shinken era un abilissimo ninja, affatto avvezzo a questo genere di cose. Per anni ha difeso le mura di Oto spargendo terrore e panico nel cuore e nella mente di chiunque ossasse entrare al villaggio...si dice che lo stesso Diogenes, al suo arrivo al villaggio, ne fosse rimasto pietrificato! Vediamo, magari ti ha lasciato qualche insegnamento in eredità..."

    Posò quindi il suo tomo su un tavolinetto, si svestì del suo kimono e si legò i capelli argentei con una fascetta che portava al polso. Si sedette dunque sul primo di quella serie di terribili macchinari, dicendo:

    jpg

    " Cosa faresti se ti dicessi che so cosa ti è capitato? Sapresti riuscire a cavarmi con la forza queste informazioni? "



    CITAZIONE
    OT / Vediamo se il pg è portato per queste genere di operazioni :ghu: /OT
     
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    Villa Mikawa pt. 2

    Villaggio del Suono pt. 0




    Aveva avuto modo di riflettere sull'indovinello, su quelle brevi frasi da cui un abile ninja avrebbe dovuto carpire un luogo e una data d'incontro, tentativo in cui Deveraux e Daisuke si erano cimentati con buoni risultati.
    Era stato ideato e scritto dal Mikawa, lo aveva confessato egli stesso durante il loro incontro, nella vasta biblioteca del Garth in cui i due Genin avevano rivelato il loro piano per recarsi a Kumo e apprendere in segreto la vera arte del fulmine.
    Durante le indagini sull'attentato che aveva sconvolto Oto, si era scoperto che quell'indovinello era stato il messaggio con cui Yashimata, Nukenin di Kiri e ora Capo degli Alba, aveva radunato il piccolo team d'azione, Gouken e Hisagi.


    A distanza di mesi, Deveraux rifiutava di credere che l'unico sensei che lo aveva realmente reso più forte fosse l'artefice o un complice di quell'attacco. Non poteva essere, non solo perchè il Yotsuki si fidava ciecamente di lui, ma anche perchè il Colosso era uno dei Jonin su cui Oto faceva più affidamento.

    Si stava recando a Villa Mikawa, senza paura nè rabbia.
    Perchè avere paura? In qualità di suo ex-allievo, Deveraux cercava solo risposte. Non muoveva nessuna accusa, anzi, era convinto che tutta quella storia fosse una semplice e pura coincidenza: un traditore di Kiri aveva rubato l'indovinello ideato dal Mikawa per compiere i suoi loschi affari.
    Se così fosse stato, si sarebbe aperto un altro problema: la sicurezza del villaggio.

    A spingerlo tra le possenti braccia del Mikawa vi era una terza questione, personale. Era diventato Guardiano e necessitava per il bene del villaggio di maggior potere o esperienza. Forse il Garth aveva qualcosa in serbo per lui, una missione di infiltrazione o qualcos'altro.


    jpg
    Se l'enorme cancello in ferro battuto fosse stato aperto, Deveraux avrebbe varcato la soglia della Villa. Alla vista dell'enorme giardino e del lungo viale, inevitabilmente la mente del Chunin sarebbe andata a pescare i ricordi del suo addestramento.

    Con un bel sorriso stampato in viso, Deveraux avrebbe salutato chiunque avesse incontrato, chiedendo di Aloysius.
    Sotto al suo lungo abito nero, il bastone di Sun Wukong risplendeva di luce dorata.
     
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    " Entra pure Doveraux, Diogenes è alquanto provato in questi giorni e non può evitare sforzi eccessivi. Attendi qui un attimo in sala."

    Il guardiano si sarebbe potuto accomodare in una delle sfarzose sale della villa che aveva già avuto modo di visitare. Dovette attendere dieci minuti prima che il maggiordomo riscendesse dal piano superiore, la zona notte, per aggiornare il ragazzo sul da farsi.

    " Ok, ora possiamo salire. "

    Lo condusse dunque attraverso l'imponente scalinata alla stanza del Colosso. Avrebbe potuto notare Maya e uno o due (era sempre difficile distinguerli) dei gemelli; inoltre forse aveva intravisto una chioma rosa attraverso la finestra che affacciava sul giardino esterno ma non sembrava esserci molta gente nella residenza: che fossero impegnati in missione?

    Asuka avrebbe aperto dunque la porta della stanza rivelando la condizione precaria del Garth. Era allettato, con una flebo attaccata al suo braccio e uno strambo macchinario che c'entrava qualcosa col sangue visto l'aggroviglio di tubi colmi di liquido cremisi che lo componeva. Diverse bende coprivano tutto il corpo del jonin, anche se Doveraux avrebbe potuto vedere solo quelle che gli avvolgevano gran parte del volto, il torace e le braccia, sotto la vestaglia larga. I capillari negli occhi erano tutti rotti, conferendoli un aspetto truce e sofferente...i capelli dalla peculiare chioma erano stati sciolti mostrando una folta chioma che forse poco si addiceva all'aspetto del colosso.

    png

    Cosa lo aveva ridotto in quello stato? Sarebbe stato saggio chiederglielo?
    In ogni caso il Garth avrebbe accolto il giovane chunin con il suo solito tono deciso anche se lo sforzo nel mantenere la voce costante era evidente:

    " Il cucciolo ritorna alla tana. Dimmi, cosa ti conduce da me? Così a prima vista mi sembri molto cresciuto dall'ultima volta. "



    Edited by DioGeNe - 9/10/2015, 20:34
     
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    Villa Mikawa - Neko Senzai.

    Villaggio del Suono pt. I





    A ricevere il Chunin fu Anteras, lo strambo maggiordomo dallo sguardo inquietante.
    Gli rivolse un sorriso amichevole.

    CITAZIONE
    Entra pure Doveraux, Diogenes è alquanto provato in questi giorni e non può evitare sforzi eccessivi. Attendi qui un attimo in sala."

    Annuì.
    Approfittò dell'attesa per guardarsi attorno.
    Nulla era cambiato dalla prima volta che aveva messo piede nella Villa del Mikawa.

    Si avvicinò a passi lenti sul lato destro della sala.


    Le teche in vetro.

    Erano ancora lì, intatte. Al loro interno vi erano le stesse armature e quadri che Deveraux aveva ammirato qualche anno prima.
    Non era mai stato un amante dell'arte, così prese ad analizzare le protezioni in acciaio, percorrendo con lo sguardo ogni loro dettaglio, comprese le scanalature e i colori.

    Avranno del chakra all'interno?

    Curioso come un bambino, decise di scoprirlo. [Percezione del Chakra]
    Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva.

    Ricorrere alle sue doti da sensitivo fu un gioco da ragazzi.

    In mezzo a quei tesori dal valore inestimabile, il suo bastone non avrebbe sfigurato.

    Dove saranno Yachiru e Ashiro?
    Si guardò intorno.

    Proprio in quel momento, vide Anteras scendere le scale che conducevano al piano superiore.

    CITAZIONE
    " Ok, ora possiamo salire. "

    Perfetto. Lo seguì.
    Sgomberò la mente da ogni pensiero superfluo.
    La sua non era una visita di piacere, era lì per avere risposte su un attacco che aveva causato la morte di ben trenta otesi circa.
    Ignorò Maya e l'altro individuo, ma non la scia rosa che pensò di aver notato con la coda dell'occhio.

    Quando l'enorme portone venne aperto da Anteras, Deveraux varcò la soglia con passo deciso.

    E' giunto il momento.

    Ciò che vide davanti lo lasciò ... visibilmente spiazzato.
    Il Colosso del Mikawa era allettato, con una flebo nel suo enorme braccio e circondato da costosi macchinari in funzione.
    Erano mesi che non aveva avuto sue notizie.
    Dov'era stato?
    Chi o cosa aveva ridotto così il ninja più forte di Oto?

    Deglutì.
    I suoi occhi scivolarono sulle bende che coprivano il volto allungato del Garth, le sue enormi braccia e il torace.

    png



    C'era una nota di tristezza nel suo sguardo.
    La sofferenza del suo sensei era tangibile e ciò lo rattristò.

    CITAZIONE
    " Il cucciolo ritorna alla tana. Dimmi, cosa ti conduce da me? Così a prima vista mi sembri molto cresciuto dall'ultima volta. "

    Sorrise.
    Nessuno poteva scalfire il possente animo del Mikawa.


    Non sforzarti Aloysius-sama. Dò un occhiata al suo chakra. Socchiuse le palpebre, così da focalizzare il suo sguardo sul Mikawa. [Percezione del Chakra]
    Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva.

    In un attimo ebbe una visione colorata del suo chakra.

    Sei in ripresa. Ritornò serio.
    Ritornando alla sua domanda. Sono qui per l'attentato Aloysius... Eseguì un passo in avanti.
    Come forse tu sai, i due ninja Hisagi e Gouken sono stati interrogati.
    Hanno parlato di un indovinello, usato da Yashimata per radunarli.
    Il suo sguardo divenne tagliente come un rasoio.

    Bhè... io so che quelle frasi l'ha scritte lei Diogene. Fissò gli occhi completamente rossi del suo Sensei.
    Si tratta sicuramente di una semplice coincidenza, come già scritto, ma in quel preciso istante, ripensando a quei tragici momenti, Deveraux ricordò un particolare.

    Nella stessa notte in cui Oto è stata attaccata...Eiatsu disse a Febh che quella filastrocca circolava per il villaggio da poco tempo, ma in realtà erano mesi e mesi che quell'appello girava tra le strade del Suono. inclinò il capo di lato.

    La mia fiducia in lei è totale e una bugia non può trasformare un ninja di Oto in un sospetto, ci mancherebbe, per questo motivo non ho rivelato nulla a Febh... ma ora con tutto il rispetto devo domandarglielo... l'enigma, lei, la bugia di eiatsu, yashimata...si tratta solo di coincidenze vero? Domandò.
    Dal tono di voce calmo e tranquillo, la sua suonò come una domanda retorica, dalla risposta ovvia.

    Aloysius era il vero Guardiano di Oto, mai avrebbe permesso o eseguito un attacco contro il suo villaggio.


     
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    Era solo questione di tempo prima che il ragazzo si facesse le giuste domande...da questo punto di vista il Garth sperava fosse più sveglio di Febh. Eiatsu lo aveva informato di tutto; sapeva che c'era il rischio che il guardiano potesse collegare l'attacco al Colosso e ora che il fatto si era compiuto non rimaneva che calcare la mano, sperando che il chunin fosse pronto.

    " Bene, non sei più la nullità che si presentò al mio cancello tempo fa. Se vuoi queste risposte, le avrai ma sappi che possederle significherà portare un enorme peso sulle spalle. In caso contrario esci dalla Villa e torna a sorvegliare le mura dei Oto al mio posto. Si può convivere con un dubbio, anzi a volte è meglio che sapere la verità. "

    Diede dunque il tempo di rispondere al ragazzo e, in caso affermativo, avrebbe continuato:

    " Anteras, porta una sedia a Doveraux e chiudi la porta. Abbiamo molto di cui parlare..."

    Raccolse dunque le giuste parole e, una volta soli, iniziò a raccontare di una storia alla quale il giovane otese avrebbe potuto credere sin da subito, sarebbe potuto rimanere scettico o avrebbe potuto anche ribellarsi...il colosso era pronto a correre il rischio, ma la vera domanda era se l'allievo fosse disposto a correrlo!

    " Oto sta cambiando, ormai io posso sentirlo semplicemente annusando l'aria. Internamente stiamo vivendo un periodo di crescita, i giovani ninja che abbiamo coltivato nel tempo sono sbocciati, nuove leve promettenti si sono aggiunte e vecchie glorie sono rientrate al villagio...non siamo mai stati forti come ora dai tempi di Kabuto. All'sterno delle mura invece il male si annida in ogni sua forma: Kumo ci ha dichiarato guerra, grandi sconvolgimenti stanno accadendo ad Iwa, la Zanna rimane in vigile agguato, pronta a sbranare il più debole, e ora pare che anche Taki si sia svegliata dalla sonnolenza. I nukenin ad Ame stanno ritrovano il coraggio e temo che anche i gate di Oto potrebbero avere problemi a resistere a tutto ciò. Io sogno in grande Doveraux...
    Io sogno un impero più grande di qualsiasi villaggio, un dominio di Oto che vada oltre ciò che l'Accademia ha miseramente cercato di unire per tutti questi anni. Pensa, un'unica nazione di diversi popoli, dalle terre più ad occidente della Vento e della Roccia fino alle isole più sperdute del Paese dell'Acqua...tutti riuniti sotto il vessillo del Suono, tutti forzati a mantenere la pace.

    png

    Serve una guida a questa gente altrimenti sarà come in passato: diverse guerre, ognuna per le proprie ragioni, scoppieranno rendendo sempre più povera questa parte di mondo. Gli accademici che non vogliono perdere il potere, i potenti popoli del passato che invece rivogliono quanto sottratto loro, i giochi di potere, gli accordi segreti tra Daimyo. Per non parlare poi delle varie bande criminali e/o mercenari, come i Kurotempi, che potrebbero pensare di arricchirsi in tutto questo. Perchè permettere al mondo di farsi questo? Perchè rimanere inglobati dal vortice che si sta pian piano generando aspettando la nostra sorte senza far nulla per avvantaggiarci? Dimmi Doveraux, ti sembra tanto folle mia visione? La mia soluzione ai problemi dei ninja?
    Saresti disposto a fare tu stessi il male per evitarne uno ancora peggiore?


    Parole pronunciate con uno spirito vivo e con un tono che più imperioso e serio non si poteva immaginare. Ma cosa ci entrava tutto quello con l'attentato? Cosa voleva realmente dire il Colosso e voleva fosse lo stesso chunin ad arrivarci? Le giuste osservazioni e domande avrebbero sbloccato il resto del discorso che da lì in poi si sarebbe fatto più oscuro di quanto il guardiano avesse mai potuto immaginare.



    Edited by DioGeNe - 9/10/2015, 21:00
     
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    Idee Pericolose

    Villaggio del Suono pt. II





    La reazione del Garth non lo sorprese.
    Un Jonin del suo calibro e della sua fama aveva canali ben diversi rispetto a quelli del piccolo Chunin.
    Era probabile che sapesse molti più dettagli, intrecci segreti e altro.

    CITAZIONE
    Se vuoi queste risposte, le avrai ma sappi che possederle significherà portare un enorme peso sulle spalle. In caso contrario esci dalla Villa e torna a sorvegliare le mura dei Oto al mio posto. Si può convivere con un dubbio, anzi a volte è meglio che sapere la verità.

    Non si era recato al cospetto del Mikawa per porre solo la domanda, senza conoscerne la risposta. Considerato l'argomento delicato della discussione - l'attentato al Neko Senzai per mano di un Nukenin di Kiri - le informazioni sarebbero state scottanti e avrebbero richiesto un grado di riservatezza elevato.
    Era pronto a sottostare ai doveri del suo rango e del ruolo che occupava all'interno del villaggio.


    Non voglio vivere con questo dubbio. Più che volere, lui proprio non riusciva a ignorare quei punti interrogativi, sopratutto se riguardavano il suo amato villaggio.
    Non riuscì a capire se Aloysius fosse felice della sua risposta.
    Ordinò ad Anteras di chiudere la porta e di offrire una sedia al ninja.

    Una volta soli, egli prese parola.

    jpg


    Seduto al centro della stanza, il Guardiano ascoltò con interesse ogni parola pronunciata da Aloysius.
    I suoi occhi divennero freddi come il ghiaccio.
    Non provava rabbia nè disprezzo.
    Prese consapevolezza di essere entrato in faccende molto...molto pericolose.
    Tra tutti gli argomenti toccati, Diogene aveva ignorato quello sull'attentato, motivo principale della sua visita.

    Ironia del destino, ora che era a conoscenza delle idee del Jonin, il collegamento tra Yashimata e l'indovinello passò in secondo piano.

    Appoggiò le mani sulle gambe.
    I suoi occhi si posarono su quelli del Garth.
    Ora che era entrato in un tunnel con pochissime vie di uscita, il Guardiano decise di spingersi oltre.

    Sono un ninja di Oto, ho consacrato la mia vita a questo villaggio.
    Essere qui a parlare con lei di idee che possiamo definire anti accademiche, ma orientate al bene del Suono, non mi sconvolge. Non le nascondo che di primo acchito mi fa uno strano effetto tramare contro il Mizukage, con cui ho combattuto insieme.
    Per il resto, Konoha e Suna potrebbero scomparire dalla mappa geografica domani stesso.
    Era sincero. Remare contro il Mizukage lo rattristava.
    Lo reputava una persona sincera e gentile, leale e potente.
    I due si assomigliavano, più di quanto chiunque avrebbe potuto credere, ma forse Deveraux aveva avuto la sfortuna, o fortuna, di nascere nel villaggio del Suono, con altri sensei e con altre correnti di pensiero.

    Sarò sincero Aloysius-sama. La sua visione è troppo utopistica, le guerre, i contrasti, le lotte interne, ogni cosa continuerà ad esistere anche quando tutti saranno sotto l'effige di Oto, sotto un unica guida. Fece una pausa. Lo sguardo del Mikawa aveva ripreso vigore.
    Da come parla, non penso che lei sia a favore di un azione militare atto a conquistare altre terre. Nessuno vorrà essere suddito di un villaggio che ha tradito l'alleanza accademica.
    E poi abbiamo un esercito così grande? Oto non l'ha mai avuto. E Kumo che prima o poi scenderà da noi, lo ha considerato?
    Un ninja perspicace avrebbe visto nelle domande di Deveraux il tentativo del Guardiano di capire maggiormente come Aloysius aveva intenzione di ottenere ciò che desiderava.
    Forse era chiedere troppo.
    Konoha e Kiri sono in buonissimi rapporti, Kumo ci ha dichiarato guerra... Portò la mano destra sotto il mento.
    Creare una forza militare segreta, separata dal villaggio di Oto ma a cui dovrà rispondere, capace di influire in ogni decisione, indipendentemente dal luogo in cui viene presa...Qualcosa di simile alla ex Radice della Foglia....Può essere un modo.
    Non scherzava, era serio.


    Forse ho parlato troppo, non sono così esperto come voi Jonin, ma concordo con lei, Oto non deve starsene con le mani in tasca. Le ossa delle collo scrocchiarono rumorosamente.
    ma... tornando all'attentato. Quale male peggiore abbiamo evitato buttando giù il Neko Senzai? Aveva beccato nel segno?
    Placò la rabbia che iniziò a prendere forma dentro di sè.

    Voleva udire la risposta del Garth, alla sua domanda e a quella successiva.

    ma sopratutto perchè... quel Nukenin di Kiri? Colui che aveva ucciso suo padre, per giunta, ma di questo non ne era a conoscenza. Per Deveraux, l'assassino di suo padre aveva il nome di Godsan della Nebbia.




     
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    I dubbi del ragazzo erano più che comprensibili ma il suo spirito piaceva al Colosso, non si era tirato indietro, anzi proponeva nuove soluzioni! Magnifico.

    " Mi credi un folle ahahah...e come darti torto, il sogno di avere un mondo senza guerre è alla base di molti romanzi e leggende sin dai tempi più antichi. Ma nonostante tu sia cresciuto molto, non hai ancora visto fin dove il sapere ninja si sia spinto, quanto oscure e possono essere le tecniche sepolte sotto la polvere del passato. In tempo non così lontani pare che un ninja ci sia andato anche vicino: l'Uchiha aveva trovato un modo per generare un genjutsu di inaudita potenza tale da condurre il mondo verso la pace perpetua. Un bel trucchetto, non trovi? Anche se non è affatto nel mio stile...no, io ci riuscirò a modo mio! "

    Il suo sguardo era perso nel vuoto e andava ben oltre la figura del chunin che aveva di fronte. Era stanco ma osservando attentamente le sue iridi si poteva scorgere un'energia impressionante.

    png

    Poi il Garth tornò alle osservazioni del guardiano, facendoli probabilmente notare che forse si era svegliato troppo tardi dal letargo nel quale aveva vissuto per tutto questo tempo!

    " L'esercito cresce ogni giorno di più. Macchine da assedio, navi da guerra, mercenari, ninja qualificati...le nostre file si rimpolpano velocemente. Non pensavi veramente che il mio controllo si limitasse ai residenti di Villa Mikawa, vero? Sono in contatto con alcuni Nukenin di classe elevata, subdoli soggetti senza patria ma molto utili se tenuti sotto controllo. Inoltre sono in corso trattative segrete con i villaggi per evitare inutili conflitti...la politica ha i suoi tempi ma ovviamente non sono uno stolto, so che molto sangue verrà versato inizialmente.

    Riguardo Kumo, ad esempio, evitare lo scontro penso sia impossibile. Un pano di azione è già stato delineato e anche tu ne fai parte. Ma per ora non voglio parlare di questo, ti basti sapere che di mezzo c'è un Cercotero e che le conoscenze che hai acquisito in questi anni ti saranno molto utili, probabilmente contro gli stessi ideatori dell'arte che hai imparato ad adoperare!"


    Ed infine l'attentato ad Oto.

    " Ancor prima dell'attacco dei Kurotempi avevo pensato ad un nemico da poter mettere di fronte all'Accademia, un rivale che volente o nolente avrebbe dovuto far riunire i quattro Kage. Tradotto nei miei piani uno specchio per le allodole, un modo per far focalizzare l'attenzione su di lui mentre io potevo muovermi tranquillamente nell'oscurità. Avevo attaccati Kiri, avevo depredato Suna e, dopo la ricostruzione di Konoha, l'unico villaggio da dover punire era Oto stessa. Lo capisci il motivo? Se non lo avessi fatto l'alleanza tra me e Yashimata (complici sin dai tempi di Sayaka) sarebbe risultata palese e a quel punto nessuno degli altri villaggi avrebbe creduto all'incolpevolezza del Suono! Dovevo rendere credibile la posizione del villaggio nei confronti del nuovo male e pilotare il loro sguardo oltre i territori del Riso! "Coff coff

    Fece una piccola pausa per recuperare il fiato e ritrovare un po di forze.

    " Sono morte diverse persone è vero ma i rapporti non segnano il vero. Molti dei corpi che tu stesso hai tirato fuori dalle macerie non erano di persone vive prima dell'esplosione. Ho fatto portare da Eiatsu decine e decini dei suoi cadaveri, accumulati in obitorio da diverso tempo, in modo da incrementare considerevolmente il numero di morti da poter comunicare agli altri paesi. Metà delle gatte del Neko erano presenti, è vero, (dopotutto qualcuno doveva rendere veritiera la copertura) ma le altre sono state nascoste e allontanate dal villaggio...Quella sera c'era il pienone perchè sono stati invitati ad un party privato molte figure importanti, tutti in qualche modo debitori rispetto o colpevoli di qualche crimine nei confronti del villaggio. Immondizia che ho fatto saltare in aria con estremo piacere! Ovviamente Febh non sa nulla di tutto questo...Eiatsu ha falsificato le autopsie e ha gestito tutta la faccenda facendola passare per un favore fatto all'amministratore!
    Non commettere l'errore di sottovalutarmi, Doveraux. Coff coff"

     
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    Guerra all'orizzonte.

    Villaggio del Suono pt. III




    Le parole di Aloysius lo toccarono nel profondo.
    Alle spalle di Oto e di Febh, che di sicuro non era a conoscenza dei piani del Mikawa, quest'ultimo aveva le idee chiare per dare inizio a una guerra.

    Un brivido percorse la sua schiena.
    Dai suoi occhi colmi di energia, fu chiaro che ciò di cui stava parlando era l'aspirazione della sua vita.
    Per raggiungere l' obiettivo, il suo sensei era sceso a patti con dei Nukenin.

    Provò disgusto e rabbia.
    Per anni aveva promesso torture e morte ai traditori di Oto e dell'Accademia in generale, come i due Akuma e Jeral, il potente ninja che aveva incontrato nel lontano Paese del Ferro.

    Se la guerra con Kumo fosse stata inevitabile, Deveraux non si sarebbe tirato indietro, anzi, l'idea di confrontarsi con i ninja del Fulmine lo allettava non poco.
    Negli anni era diventato un ninja realista e prudente, il ragazzo dai capelli bianchi sapeva che per sopravvivere a uno scontro con più shinobi di quel paese era necessario un intenso allenamento.
    Era pronto a migliorarsi, come lo sarebbero stati tutti i ninja del suo clan, desiderosi di porre fine a un astio che durava da generazioni. Non scorreva buon sangue tra gli shinobi di Kumo e il Clan Yotsuki di Oto.
    Diogene si sarebbe reso disponibile per allenarlo una seconda volta?

    Prima di rispondere a quella domanda, Aloysius avrebbe dovuto fornire altre spiegazioni.
    Rincuorato dalle azioni di Eiatsu, il quale aveva riempito il Neko Senzai di cadaveri, Deveraux prese parola.

    Okay, ora capisco il motivo per cui l'attentato andava fatto. Sospirò.

    Ma... perchè hai come alleato un Nukenin di Kiri? Perchè proprio quel Yashimata? Io i traditori non li sopporto.
    Anni fa siamo stati attaccati all'East Gate di Oto proprio da uno di loro.
    Una smorfia di disappunto prese forma sul suo volto.
    Se era rimasto seduto su quella sedia, era solo perchè Deveraux aveva visto nel piano di Diogene una speranza per il villaggio di Oto ma come forse il Jonin aveva intuito, il giovane Chunin non condivideva la necessità di attaccare subito gli altri villaggi - sopratutto in vista di una probabile guerra contro Taki, Kumo e Iwa - nè di avere Nukenin come alleati.


    Febh è un incognita, lo conosco ormai, ma il Kokage? Sa qualcosa? Esiste almeno? Non si è mai fatto vedere in giro. Fece spallucce, perplesso.

    Io non la sottovaluto Alysious-sama, ma con tutto il rispetto... spero solo che lei non sottovaluti gli altri villaggi accademici.
    Itai, il Kage della Foglia... sono ninja estremamente potenti.

    Congiunse nuovamente le mani sopra le sue gambe.


    Io voglio contribuire a rendere Oto più forte. Cosa posso fare per il villaggio? Sorrise.











     
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