Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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    La Riunione segreta

    Resa dei conti - parte 1





    L'esodo verso la Villa durò di più di quanto ci si sarebbe aspettati. Persino considerando che il trio era composto da shinobi di una certa caratura, il corpo e la mente del Fedaikin di Oto erano stati scossi dagli ultimi avvenimenti, tanto nel profondo da sconvolgerlo. Aveva affrontato un avversario capace, che gli aveva dato sufficiente filo da torcere riducendo il suo corpo al pari di uno straccio. Aveva fronteggiato la sua stessa arroganza, faccia a faccia con il lato più oscuro della sua personalità, ed aveva rifiutato le cure del Colosso, ancora in preda alle condizioni dell'illusione del Peccato. Ora stava arrancando, affaticato, per tenere il passo dei due compagni.

    Non fu tanto la velocità del Colosso a sorprenderlo, piuttosto fu il notare come stava facendo fatica a stare dietro persino a Kato Yotsuki. Una sorta di rabbia mista a rimprovero stava montando sempre più nel suo animo: ogni passo che compieva si sentiva debole, incapace, distratto da quei pensieri. Si stava lentamente rendendo conto che non aveva affatto sconfitto il suo peccato, ma anzi lo aveva semplicemente assecondato, lasciandolo vivo ed integro dentro se stesso. La schiena del giovane Kato era proprio davanti a lui e gli sarebbe rimasta impressa chissà quanto tempo a venire, tanto da costringerlo, in un futuro non troppo lontano, a tornare a torturarsi, eseguendo addestramenti estenuanti fino a portarsi allo svenimento, se non addirittura alla morte. Ma lui era fatto così, tanto arrogante da risultare quasi stupido. Sperò in cuor suo che gli altri non notassero (o quantomeno scusassero) quella sua poca prestanza fisica, ma non era soddisfatto di se stesso. Non quel giorno.

    [...]


    Arrivarono alla Villa e furono subito intercettati da Anteras, il maggiordomo che Shinken aveva già avuto modo di conoscere anni addietro. Fu forse per le condizioni in cui versava, o forse per semplice ospitalità, che vennero indirizzati verso alcune delle tante stanze della Villa, per rifocillarsi e ripulirsi dai segni del precedente scontro. Il Fedaikin accolse la proposta di buon grado, ringraziando con un gesto del capo il maggiordomo. Aveva bisogno di un bagno, di fasciarsi le ferite e riprendere fiato. Silenzioso come il suo solito si avviò verso la stanza, portandosi dietro una scia di fango, sangue e fragilità.

    L'armatura dei Fedaikin...

    Vedere quell'artefatto fu un altro colpo, incassato a fatica dal suo spirito. Si mostrava sempre sicuro di sè davanti ai sottoposti, ma la verità è che spesso le sue certezze vacillavano, fortunatamente solo quando si ritrovava solo, faccia a faccia con se stesso. Quella tuta risvegliò ancora di più quella sua malinconica propensione a rimproverarsi, a non sentirsi all'altezza, tanto che rimase a fissarla per un pò prima di togliersi i vestiti ed infilarsi nel bagno caldo. La avrebbe presa, questo era certo, ma non era sicuro di sentirsi ancora all'altezza per indossarla di nuovo. A differenza di quanto era stato un giovane ninja, ora passava molto più tempo a riflettere su se stesso, una pratica a tratti malsana ma che di certo lo avrebbe portato lontano. Si immerse tanto nell'acqua, quanto nei pensieri e sprofondò in entrambi...



    La Riunione Segreta

    Arrivò nella stanza per ultimo, con indosso un leggero kimono ed il suo rinnovato sguardo poco rassicurante[Recitazione]. Aveva entrambe le braccia completamente fasciate, ma aveva quantomeno ripreso l'atteggiamento sicuro. Notò immediatamente il Colosso, subito alle prese con il cibo offerto dal banchetto, Kato Yotsuki, il Jonin Eiatsu ed una fanciulla. Com'era ovvio che fosse, il suo sguardo venne completamente catturato dalla ragazza che fluttuava sul tavolo, al centro della stanza. Ancor prima che Aloysius svelò l'identità della quinta presente, Shinken si era già fatto un idea di che cosa si potesse parlare, ma due?! in così poco tempo? Rimase in silenzio, incrociando lo sguardo solo con il compagno eliminatore a mo’ di salutarlo, e si appoggiò spalle al muro vicino al Mikawa. Non toccò cibo, non si concesse il lusso di sedersi, la punizione non era finita.

    Lì ascoltò tutti, uno per uno. A partire da Diogenes, per poi passare al Jonin, alla ragazza, al Genin Yotsuki ed al rumore delle olive mangiate dal Garth. Shinken fu l'ultimo a parlare, fermo sulla sua parete. Forse perchè troppo incerto per alimentare la discussione su Hebiko, lasciò al silenzio qualche istante. Non aveva ancora capito come collegare le informazioni della jinkuurichi, quale che fosse l'argomento di cui il Garth voleva parlare, una chiave apre sempre qualcosa, ma cosa c'era dentro?

    Fu Kato a raccontare quanto successo durante il recupero dei Sigilli Maledetti e rinnovò la sua posizione sulle possibili azioni della donna serpente. Quella storia sembrava fosse un pallino fisso del Genin, assai più del Jonin, tanto che persino in quell'occasione il ragazzo espresse il suo giudizio. Evidentemente credeva anche lui che qualcosa non andasse in Hebiko, ma da cosa era preoccupato? Il Fedaikin le aveva promesso morte, per motivi diversi dalla sola insubordinazione, ma non aveva intenzione di spaccare Oto per ucciderla, sin dalla storia in Amministazione. Ma ora l'argomento era tornato a galla, che dovesse cominciare a prenderlo più seriamente?

    Capisco il tuo punto di vista Kato... Si concesse alla fine Shinken. Era ancora più certo di avere un un rampollo davanti. E ti prego di chiamarmi per nome, tu come tutti voi altri. Il mio nome è Shinken Takatsui... Avrebbe voluto aggiungere Capo dei Fedaikin, ma non lo fece. Invece guardò la ragazza, con uno sguardo compiacente, palpebre poco aperte, a nascodere la forma dei suoi occhi a croce [Recitazione]
    Qual'è il tuo nome, ragazzina?


    Avrebbe mostrato un momento di rara compassione, per poi tornare rigido a riprendere la discussione. Non volevo aprire ora questo discorso, per non tirare troppa carne al fuoco. Siamo qui per parlare di una chiave, di Hebiko e - di cosa altro? Apprezzo la posizione di Kato, perchè effettivamente condivido con lui un problema. Un problema capriccioso, e se tu mi dici così - oggi - è perchè potrebbe diventare più grande. Possiede una parte dei progetti iniziali di Oto, na gestisce l'amministrazione, e ci tiene nascosto qualcosa, così come Febh. Di lei ho già deciso che me ne occuperò io, da oggi in avanti con più dedizione.

    Poi lo sguardo si spostò di nuovo sull'energumeno e le olive. La palla tornava a colui che li aveva convocati; non per parlare delle mura, ma per affrontare qualcosa di sicuramente più di larghe vedute. Che cos'è di tanto importante che Febh ti tiene nascosto e che tu vuoi andare a recuperare?



    Edited by Shinken Takatsui - 17/6/2017, 21:34
     
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    " Lo Yonbi, Shinken. Circa sette mesi fa, da Oto è partita una spedizione per catturare il Quattro Code libero di vagare nel deserto dell'Aunaroch. Quei buoni a nulla di Suna, insieme ad una manciata di accademici, erano riusciti a farselo scappare e liberarlo nella sua forma primordiale...una volta scoperta la sua posizione precisa, non ho perso un istante per organizzare il tutto: un demone codato in più è lo stesso che sancisce la disparità tra i quattro accademici, no?
    Tuttavia mai avrei pensato di trovare l'inferno che era pronto ad attenderci. Il Cercotero era diventato il padrone del deserto e lo aveva plasmato in una distesa di lava, dal cielo piovevano asteroidi come grandine e ogni suo colpo era più pesante di qualsiasi cosa avessi mai affrontato...Omoi capì subito che il Gorilla aveva ritrovato una forza straordinaria, riuscendo ad assimilare l'energia del deserto, superando di gran lunga il Nibi stesso, che affrontai nelle paludi del Suono. Saremmo stati sconfitti, senza mezzi termini, ed Omoi dall'alto della sua esperienza nel settore capì di dover mettere una pezza: si sacrificò per riuscire a sigillare lo Yonbi e garantire a me, Feb, Eiatsu, Feng Gu ed Hoshi di avere salva la vita. "


    Le sue parole erano cariche di rabbia; non era ancora così forte da poter piegare la realtà a sua piacimento e questo lo faceva tornare uno studente alle prime armi che necessitava dell'aiuto dei più grandi per andare avanti. Il Jonin delle squadre speciali li aveva salvati tutti e il minimo che poteva fare ora era farlo tornare indietro...ma per farlo serviva l'urna.

    " Al termine di quell'avventura Suna rifiutò di tenere il demone, conscia di non avere la forza per gestirlo, e Febh promise di vegliare sul Quattro Code fin quando Hoshi non lo avesse rivoluto. Avrebbe forgiato una chiave, l'unica in grado di aprire la serratura del posto impenetrabile in cui avrebbe custodito il demone, e glie l'avrebbe consegnata come gesto di buona fede di Oto nei confronti di Suna secondo il sentimento Accademico. Omoi, in pratica, aveva dato la vita per nulla, o meglio per gente che nemmeno conosceva, troppo debole per essere lontanamente degna di meritare quel suo prezioso dono. "

    Il volto del Colosso rivelava quello che non stava dicendo a parole e, sebbene Shinken fosse ben a conoscenza del sentimento anti accademico ormai consolidato nel credo ninja di Aloysius, per Kato e Harumi quella era la prima volta che probabilmente sentivano un jonin del Suono, quindi Accademico, esternare quei sentimenti. Dalle loro espressioni, il Garth avrebbe capito molto e soprattutto se poteva fidarsi di loro per la costruzione di una Oto migliore e del suo impero. La giovane Jinkurichi, tuttavia, avrebbe sentito qualcosa dentro di lei; il Nibi l'aveva avvertita sull'uomo che lei avrebbe dovuto trovare il modo di superare e uccidere per vendicarsi dell'affronto subito...Era da quando aveva aperto gli occhi che provava questa strana sensazione di rancore ed odio ma ora che il Mikawa stesso si era rivelato, confessando anche di aver sigillato altri demoni, quel sentimento si stava incanalando in un'unica direzione, la stessa che puntava dritto al cuore del Jonin! Contenere la furia cieca del Gatto, pronto ad avventarsi sul suo carceriere, non sarebbe stato affatto facile per Harumi la quale avrebbe potuto trovare conforto solo nello sguardo attento di Eiatsu, pronto ad intervenire nel caso in cui avesse perso il controllo...Nessuno più di lui poteva immaginare quanto fosse complicato vincere la volontà di un essere del genere confinato nel proprio corpo, lo aveva sentito da Anteras, da Keita, da Sayaka e da Yami quando aveva ancora il potere di rievocarli.
    Ma intanto il guardiano riprese la parola, continuando il suo discorso:

    " Tuttavia apprendiamo oggi che il nostro caro amministratore Yakushi non sia così sprovveduto quanto voglia dare a vedere. Ha tenuto una copia, nascosta in qualche meandro dei cunicoli sotterranei dell'Amministrazione e questo ci lascia un grosso spazio di manovra...Abbiamo due alternative: la prima è trovare la chiave e la serratura che è in grado di aprire per riprendere l'urna che spetta di diritto ai ninja di Oto; un'impresa ardua per svariati motivi, dalla difficoltà delle trappole che immagino Febh abbia sparso a difesa del bottino, all'incertezza dell'ubicazione dei due elementi...ciò che c'è al di sotto dell'Amministrazione è qualcosa noto a pochi e alcuni parlano di antiche leggende riselenti alla fondazione del villaggio e alla nascita dei sigilli maledetti stessi. La seconda, invece, è qualcosa di forse meno complicato ma molto, molto più rischioso: se pensare di affrontare draghi millenari è qualcosa di folle, allora la possibilità di doversela vedere con Febh quando è concentrato sulla battaglia è molto, molto peggio. Ma se reciteremo bene le nostre parti, forse nessuno si accorgerà di un piccolo scambio di identità...chi di voi conosce almeno un po Hoshikuzu Chikuma?

    A quel punto sarebbe stato chiaro ciò che Aloysius aveva in mente: un teatrino, per così dire, un modo astuto per riuscire ad aggirare gli ostacoli imposti dall'amministratore e riuscire nell'impresa senza l'uso della forza. Ovviamente serviva una programmazione meticolosa e un'attenzione ai dettagli maniacale: c'erano almeno una ventina di elementi da dover ponderare con attenzione ed ognuno di essi nascondeva insidie non banali, prima tra tutte far credere a Febh di avere davvero difronte il portentoso ragazzino di Suna! Al contempo, però, era altresì ovvio che Diogenes aveva avuto tempo e modo per far girare gli ingranaggi del suo intelletto fuori dalla norma per trovare adeguate soluzioni [Senjutsu 775].
    Inoltre, in tutto quel discorso mancava forse la spiegazione alla domanda principale che motivava il perchè di quell'impresa: a cosa serviva lo Yonbi? Possibile che il Garth stesse facendo tutto questo solo per recuperare il suo amato gregario? E anche se fosse così, quel ninja aveva davvero il potere di sovvertire la morte stessa? Domande a cui il Mikawa non avrebbe mancato di rispondere qualcosa i presenti le avessero esternate: il tempo gli aveva insegnato che era sempre meglio lasciare che le persone arrivassero da sole alla soluzione, invece che dare subito la risposta. Certo che Shinken stesse già pensando a come escogitare il tutto, il Colosso guardò in direzione di Kato cercando di spronarlo a tirare fuori qualche idea interessante, così come aveva fatto per le mura:

    jpg

    " Allora, Kato, come freghiamo Febh e la serpentella da voi stessi etichettata come un problema per il villaggio? Tu...sei alto circa uno e ottanta, vero?"



    CITAZIONE
    OT/ Guarda un po Hoshi è 1.77 guru: Iniziate a tirare fuori idee su come inscenare tutto ;) Historia anche tu, dopo che provi ad ammazzarmi magari ahahah / OT
     
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    Il Fiore Lupo

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    Rimasi impassibile. Ma dentro di me, nel mio animo, ero profondamente… turbato. O forse no, forse stavo provando qualcosa di ben diverso. Non era turbamento, infondo.

    Le parole di quel Jonin stavano rivelando un mondo che a molto conosciuto e familiare. Un mondo ricco di intrighi. Di tensioni e di obbiettivi. Ma tra il mondo che avevo lasciato alle spalle prima di diventare Ninja e il mondo che mi stava aprendo in quel momento, nonostante le iniziali similitudini, vi era un abisso di intenzioni e di volontà.

    Già, perché quel Mikawa stava parlando di ordine Ninja. Di potenti e di deboli. Di giusto e di sbagliato. Di sacrifici e di rischi.

    Era esattamente quello a cui anelavo.


    Era esattamente il motivo per il quale fuggii dalla mia vita. Da quel insensato miscuglio di pazzia, odio, potere e sete di sangue. Scappavo sì, ma dirigendomi verso una nuova meta: un traguardo chiamato Ordine. E lo vedevo in quell’uomo.

    Sia chiaro, era ancora tutto da dimostrare. Le parole necessitavano dei fatti ma allo stesso tempo era indiscutibilmente vero che se tra l’Amministratore Febh Yakushi e il Capoclan Mikawa il secondo ricalcava perfettamente quello a cui stavo puntando di diventare, come Ninja e persona. Quello che avrei presto trasmesso ai bastardi cocciuti degli Yotsuki.

    Certo, agli occhi di un esterno la nostra presenza in quel posto poteva dare benissimo agli estremi di una accusa di tradimento. Stavamo infatti, in qualche modo, agendo contro Oto. Ma era chiaramente evidente che lo stavamo facendo anche per Oto. Hebiko si era macchiata anche lei di insubordinazione ma la sua era stata fine a se stessa, priva di un senso e di un scopo come invece non lo era, apparentemente, la nostra.

    A stento faticai di trattenere un sorriso. Mi ero trovato in una vera e propria situazione critica e nel bene o nel male non aveva alcun più senso anche solo pensare di ritirarsi. Ora, in quel tavolo, noi tutti avremmo scritto il destino futuro del Villaggio del Suono. Le parole del Mikawa mi scosserò, riportandomi alla realtà.

    Rimasi in silenzio per un secondo e successivamente sposando il mio sguardo verso il Jonin Takatsui proferii: - Come ho detto precedentemente Hebiko gestisce gli affari e le carte del Jonin Yakushi. Tutta la parte amministrativa e quanto sembra, a detta del racconto di Harumi, anche di parti molto più delicate… come la chiave dello Yonbi. Però a mio avviso abbiamo una carta che possiamo sfruttare. Mi spiego bene… se la Segretaria ha spostato la chiave scoprire dove ora l’ha posizionata potrebbe essere più facile di quanto previsto. – attesi un attimo – Durante gli eventi dei Sigilli, in seguito ai fatti di insubordinazione della Serpe, Febh Yakushi ha esplicitamente promesso, a tutti i presenti, che Hebiko avrebbe dovuto affrontare un addestramento con il Jonin Shinken per rimediare al torto. La mia idea è la seguente, ovviamente se per i Jonin può andar bene: Shinken andrà da Febh a reclamare l’addestramento dovuto, con la presenza di Hebiko. A quel punto lo Yakushi di certo non verrà a meno alla sua parola, e così avremmo diviso la testa dal corpo della Serpe. Con Hebiko distante e il Jonin da solo le possibilità successive sono diverse: potremmo interrogare Hebiko. Oppure agire direttamente su Febh e farci aprire la cassaforte, in qualche modo. Ma prima mi assicurerei di capire dove si trova effettivamente la chiave. Infondo agire direttamente sull’Amministratore senza la minima certezza potrebbe essere fin troppo rischioso. – di nuovo lasciai passare qualche secondo – Aggiungo che sì Jonin Mikawa sono più o meno alto uguale all’altezza che mi ha chiesto e se me lo chiedete: sì, sono anche disposto a rischiare. Per me, per la mia visione del mondo e dell’ordine che esso merita, è inconcepibile punire un Jonin per un misfatto diretto prodotto da un Genin. E’ qualcosa di gravissimo ai miei occhi. Come allo stesso tempo la volontà di mantenere questo status quo. E’ necessario potenziarsi, diventare più forti e temuti. Solo così ci si può... imporre. –

    Febh Yakushi stesso aveva dato prova di non essere all’altezza del suo compito. Almeno secondo la visione delle mie cose. Permettere l’insorgere di una minaccia come Lord Goemon e lasciare addirittura che un gruppo di banditi come le Asce riuscisse ad irrompere nelle segrete dell’Amministrazione… erano una prova inconfutabile di imperizia. Erano pensieri che stavo poco a poco stavamo maturando con il tempo ma comunque che trattenni per me, non aveva senso aggiungere discorsi del genere in quel tavolo. Lì, in quel luogo si stava discutendo dell’azione.
     
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    Magistra Vitae

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    Il mondo che verrà

    Parte ii ~ obiettivi



    Kato rivolse poco più di un cenno di saluto alla kunoichi, mentre il jonin fu più cordiale, presentandosi come Shinken Takatsui. Lei ricambiò la gentilezza chinando appena il capo, in segno di rispetto. Harumi, mi chiamo Harumi La tonalità della voce era delicata, appropriata a chi riusciva appena a coprire la propria timidezza. Quegli uomini così imponenti che trasudavano potere la intimorivano, quindi si fece più vicina a Eiatsu, che era intervenuto nel sostenerla quando aveva vacillato poco prima. Stringendo una manica del suo vestito, come un bambino che si aggrappa al kimono del genitore, ascoltò il resoconto del padrone di casa. Yonbi. Quel nome le diceva qualcosa. Chiuse gli occhi, facendo mente locale. D'improvviso apparve nella sua mente l'immagine del demone a cui il signore dei Mikawa si riferiva. Solo che tale ricordo non apparteneva a lei. Era una delle immagini che il nekomata aveva proiettato nella sua testa mentre lottavano, o meglio patteggiavano, per il futuro di entrambi. Il mostruoso gorilla dal manto rosso doveva avere una forza spropositata, tale da piegare la realtà stessa, stando al racconto di Diogene. La giovane si domandò se anche il due code che ospitava dentro di lei fosse capace di tanto. Le parole che aveva udito sembravano smentire tale ipotesi: il colosso aveva già affrontato e soggiogato il bakemono in passato. Fu quando realizzò il reale significato di quella frase che la ragazza, tuttavia, capì.

    Non erano i postumi del rituale a lasciarle la mente così annebbiata, non solo almeno. Il nibi dentro di lei fremeva fin da quando aveva aperto gli occhi, poteva percepirlo chiaramente. Il fastidio, simile alla nausea, che aveva trattenuto mentre esponeva quanto le era stato richiesto, non aveva smesso di crescere, prendendole il capo e la bocca dello stomaco. Non si era lamentata a voce alta, anzi non si era lamentata per nulla. Era abituata a tenersi per sé quando stava male, per non creare disturbo. In fin dei conti, pensava, era solo un problema suo se era debole. I presenti però, se si fossero soffermati almeno qualche istante ad osservarla, avrebbero notato le occhiaie appena accennate intorno agli occhi, il pallore della sua pelle e le piccole gocce di sudore che le imperlavano la fronte, come se fosse stata colta dalla febbre. Il suo corpo stava reagendo, producendo uno squilibrio di ormoni, ad un sentimento che non era suo. Rabbia, furia cieca, rossa come il sangue, nera come la notte, sorda, graffiante, che sembrava strapparle la pelle dal di dentro. Aveva già provato una sensazione simile negli inferi di Oto, ma non così intensa, così crudele. Nonostante il dolore le annebbiasse il cervello, la ragazza comprese: il loro obiettivo era proprio di fronte a lei. E rispondeva al nome di Aloysius Diogene Mikawa. Prendendo rapidi respiri, cercò di trattenere i conati, mentre con una mano si afferrava lo stomaco. Ancora una volta, Eiatsu avrebbe dovuto sostenerla, ma avrebbe immediatamente notato che c'era qualcosa che non andava nel suo chakra.



    Harumi si sarebbe ritrovata in difficoltà. Non aveva certo dimenticato la sua promessa, fatta solo pochi giorni prima, né intendeva rimangiarsela, tuttavia di una cosa era certa: affrontare il Mikawa in quel frangente era un suicidio. Punto. La parte difficile era farlo capire al demone dentro di lei. Ti prego, pazienta... Non è ancora il momento... La morsa nelle visceri si fece più forte, come se il mostro in lei le stesse torcendo realmente le budella. Strinse più forte le vesti dell'eliminatore che le era a fianco in uno spasmo involontario. Doveva trovare un modo per placarlo, altrimenti sarebbe riuscito a prendere il sopravvento, ed allora solo il cielo avrebbe saputo cosa sarebbe accaduto loro. Una lacrima le scese solitaria lungo la guancia, fuggendo alle palpebre chiuse. Nessuna voce rispondeva al suo appello, ma Harumi aveva intenzione di rimanere lucida: non si sarebbe inoltrata nuovamente in quel luogo oscuro nel suo animo, non in quelle condizioni. Era certa al contempo che i suoi pensieri raggiungessero il due code, e che la creatura potesse discernere verità e menzogne. Conscia di ciò, non fece altro che esporsi completamente, palesandogli i suoi sentimenti. Io...non voglio che tu soffra ancora...ti prego aspetta, aspetta finché non sarò, finché non saremo diventati più forti. Ti prego Matatabi... Anche se appena appena, la giovane sentì la presa sul suo stomaco farsi più lieve. La rabbia non scemava, ma il corpo della kunoichi fu attraversata da brividi, come se quel sentimento stesse mutando dal caldo al freddo. Non una furia incontrollata, ma una lucida pianificazione. Esattamente come Diogene e gli altri congiurati stavano progettando come raggiungere i loro obiettivi, così il nekomata e la ragazza trattenevano il colpo, per sferrarlo nel momento più opportuno. Ecco, così, da bravo... ci troveremo una posizione da cui osservare il nostro bersarglio, ce lo faremo amico e nel frattempo diventeremo più forti... Senza rendersene conto, la piccola genin stava accarezzando con la voce uno dei demoni codati come se si trattasse di un gattino trovato per strada. Era quella però l'essenza del loro rapporto, il motivo per cui non era stata ancora divorata da quell'essere dalla forza straordinaria. La sua preoccupazione per il bakemono era reale, palpabile. Era il primo ad aver dimostrato un minimo di interesse sincero per lei, e Harumi si era aggrappata a quel sentimento con tutte le sue forze, votando la sua stessa vita ad adempiere alla loro promessa.

    La carnagione della giovane si era fatta più rosea e si deterse la fronte con un fazzoletto ripiegato portole da Eiatsu. Lei lo ringraziò con un sorriso imbarazzato. Mi dispiace darvi pensieri, Eiatsu-san, ora sto meglio. Prego, può proseguire Mikawa-sama. Incredibilmente, dopo essersi ripresa, le era venuta fame. Forse era l'adrenalina che scemando le lasciava quella sensazione di debolezza, ma doveva comunque aver realmente consumato un sacco di energie. Solo in quel momento realizzò che in effetti era diversi giorni che non mangiava. Mentre la voce possente del padrone di casa riempiva nuovamente le loro orecchie, la giovane fece scorrere lo sguardo sulla tavola imbandita. Tirando con discrezione la manica dell'uomo che ancora stringeva, cercò di attirare la sua attenzione. Quando l'ebbe ottenuta si alzò in punta di piedi avvicinandosi al suo orecchio, portando una mano a coprire la conversazione tenuta sotto voce. Eiatsu-san, pensa che sarebbe un problema se prendessi qualcosa dal tavolo? Un brontolio sordo provenne dal suo stomaco, quasi a perorare la sua richiesta. Se avesse avuto il permesso si sarebbe avvicinata al banchetto, allungando la mano timorosa verso tutto quel ben di dio. Con un movimento contenuto, come si addice ad una ragazza ben educata, portò alla bocca un bocconcino dall'aria invitante, afferrandolo dallo spiedo che vi era infisso. Il morso le si sciolse in bocca, facendole spalancare gli occhi per il piacere. E' squisito! Complimenti al cuoco! Resasi conto di averlo esclamato a voce alta, chinò lo sguardo mortificata. Per-perdonatemi, sono...sono giorni che digiuno e... Mi dispiace! Chinò il capo profondamente, sperando che gli shinobi presenti non fossero troppo duri con lei. Pensò rapidamente a qualcosa da dire, per dimostrare che stava seguendo, ma non le veniva in mente nulla di utile da aggiungere al piano, ancora per la maggior parte dentro la testa del Mikawa. In fin dei conti lei era poco più di una novellina, neppure originaria del Villaggio del Suono, e non ne conosceva nulla al di fuori di ciò che aveva tastato con mano. Proprio per questo, però, non avrebbe avuto problemi a partecipare a quel complotto. Era stato l'amministratore in persona a chiarirle quel punto: ad Oto non importavano i mezzi, importava l'obiettivo. Ed il suo era proprio di fronte a lei. Non avrebbe permesso che Diogene fosse fermato da qualcuno che non fosse il nibi. Glielo doveva.

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    Scusate se ho ammazzato il pathos con l'immagine finale, ma punto primo faccio post troppo seri se no con Harumi, punto secondo ho sempre sognato di usare questa immagine xD
     
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    La Riunione segreta

    Piani tremendi - parte II



    Lo Yonbi. Un altro demone ad Oto...

    Diogenes fu finalmente chiaro. Da quanto affermò, era riuscito a mettere mano su un altra forza portante, ma a cui altri avevano impedito di averne libero accesso. Il Fedaikin fece mente locale: ora ne contava tre, inclusa Kamine, su nove jinchuuriki totali; un numero elevato, soprattutto considerato la totalità dei demoni conosciuti dai ninja del continente. Ben tre di questi erano dentro al territorio del Suono. Non una cosa da poco, effettivamente. Ora che era chiaro che cosa volesse recuperare Aloysious, al Jonin sfuggiva ancora perchè volesse imporsi su gli altri villaggi accademici attraverso i demoni delle legende. Che avesse lasciato perdere la creazione di eserciti, di macchine da guerra e di attentati? No. Non era possibile, aveva solo trovato un altro modo per far pressione all'esterno. La faccenda era più complicata del previsto - pensò Shinken - per un unico, problematico, inconveniente: Febh Dannato Yakushi.

    Alla corposa zuppa di informazioni vennero aggiunti altri ingredienti, uno dopo l'altro. Il Jonin del Suono non si fece prendere dalla palese, ma repressa, eccitazione e si soffermò sulle sole informazioni appena espresse da Diogenes e rafforzate dalle idee di Kato. Avevano tirato in ballo piani importanti, sofisticati, continuando comunque a tralasciare l'argomento dei Gate, caro al Fedaikin. Solo la spontaneità (?) della giovane jinchuuriki riuscì a smorzare tutta quella serietà. Paradossalmente, la presenza di Harumi stava fungendo da valvola di sfogo, dando a quell'incontro un pizzico di genuinità in più, che finì per attirare totalmente lo sguardo del Fedaikin. La questione va presa con le pinze. Non affrettiamo il corso degli eventi più del dovuto, fermiamoci un momento. Si staccò dal muro, avvicinandosi al tavolo, appoggiando entrambe le braccia alla spalliera di una sedia. Guardò dritto negli occhi il Harumi.

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    Possiamo pensare di raggirare l'amministratore, ma questo ci mette tutti in una situazione molto pericolosa. Possiamo organizzare una trappola per la donna-serpente, ma rischieremmo di peggiorare la situazione. Dobbiamo però recuperare lo Yonbi, rafforzare Oto, eliminare taka-oonna e schiacciare chiunque abbia il coraggio di fronteggiarci. Ma ci dimentichiamo di una cosa, forse la più importante: non è un nostro nemico... non dovrebbe esserlo. Si ritrovò a guardare Harumi, dolcemente, proprio mentre pensava a quello che stava per dire.

    Febh si trattiene. Non è vero Diogenes?


    Guardava la ragazza, ma si stava rivolgendo al Mikawa. Quello che vide negli occhi della bambina fu un suggerimento, puerile, spontaneo, forte quanto l'ultima espressione che aveva involontariamente assunto. Trattiene una parte di se e la nasconde a tutti... Non come la qui presente Harumi. Le sorrise deciso, socchiudendo gli occhi prima di spostarli sul Garth Mikawa. Io l'ho vista, così come Kato, durante il siparietto con Hebiko. Trattiene un mostro, una forza impareggiabile. Se Febh dovesse indirizzare questa energia contro di noi, non riusciremo a fermarlo, se non con grandi perdite per Oto e tutti noi. Credo di aver capito che non lo si può convincere, ma se non possiamo averlo dalla nostra parte, allora nessun'altro dovrebbe. Soprattutto non la donna-serpente.

    Shinken aveva un'idea, malsana, tremenda, ma che poteva effettivamente funzionare. Anche se non aveva mai avuto modo di stringere un rapporto diretto con lo Yakushi, forse comunque attirato dal demone che reprimeva, non riusciva a vederlo come un nemico. Lo Yonbi, i Gate del Suono, Hebiko. Questi sono tutti problemi che potremmo risolvere indirizzando un'unica - importante - variabile. Non dobbiamo controllarla, dobbiamo solo rendere probabile che qualcosa di improbabile si verifichi...

    Il sorriso che prima aveva rivolto alla bambina era ora diretto ad Aloysius. Non era più lo stesso di prima, gli occhi di Shinken erano ricolmi di godimento, il riso era tirato oltre l'immaginabile.

    Lui

    deve

    LIBERARSI



     
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    Kato aveva sollevato diversi spunti di riflessione interessanti per il Colosso: il primo era il più immediato forse da arguire, ovvero perché non pensare di poter rubare la chiave? Dopotutto Hebiko non era Febh ed estrarre informazioni da lei sarebbe potuto essere un'operazione abbordabile...il secondo rappresentava una soluzione interessante al problema dell'allontanamento della segretaria dall'amministratore, sfruttando un accordo non noto ad Aloysius, che coinvolgeva Shinken e la serpentella. Il terzo, infine, era proprio la dichiarazione di partecipazione incondizionata da parte del genin ai piano del Colosso e ad ogni iniziativa pro Oto, una speranza basata su una giocata d'azzardo da parte del Mikawa, il quale non conosceva minimamente il credo di quel ninja.

    Harumi invece aveva una battaglia interiore in pieno svolgimento da dover sedare: il Gatto reclamava la sua vendetta nei confronti dell'uomo che lo aveva confinato e quell'istinto omicida non sarebbe passato inosservato da Diogenes, il quale non avrebbe ricambiato lo sguardo indemoniato della ragazza...di fatti, un osservatore attento avrebbe notato che Aloysius non aveva guardato negli occhi la kunoichi sin dal primo momento. La motivazione era semplice, facendo così il Colosso credeva di aiutarla a controllare la fame insaziabile del Nibi, un rivale che aveva segnato non poco il suo modo di concepire la vita.

    " E' lì apposta per essere mangiato, vai pure. "

    Eiatsu si comportava in modo strano, il Garth lo poteva vedere con chiarezza dopo anni di stretto contatto con l'eliminatore: lui non trattava i vivi con questa gentilezza, non lo aveva mai fatto. In genere non avrebbe sprecato parole per rispondere ad una tale banalità oppure lo avrebbe fatto trovando il modo per denigrare il suo interlocutore! Anche quell'accadimento sarebbe stato immortalato e schedato nella mente del Boss che l'avrebbe immediatamente catalogata e inserita nella coda di probità dei suoi pensieri....era così che funzionava, quell'uomo era una vera e propria macchina.
    Gli apprezzamenti sul cibo passarono in secondo piano quando Shinken, l'altro Jonin nella stanza, espresse il suo punto di vista sulla questione riuscendo al contempo a carpire il focus del problema, il vero elemento che metteva non solo quella missione ma anche il destino di Oto (nell'accezione del Garth, ovvero di dominio e strapotere) in serio pericolo. Un guaio che indossava occhiali finti e aveva una morbosa passione per le lucertole.

    " Si, Febh non è in realtà il ninja imbranato che il mondo intero conosce e, sinceramente, mi meraviglia il fatto che abbia fatto trapelare questa duplice natura anche in vostra presenza. Forse inizia ad avere difficoltà a trattenersi..."

    8thGzV7

    Poi continuò ed enunciò la frase che più e più volte era frullata nelle mente di Diogenes...una possibilità già vagliata e che portava ad un epilogo terrificante, soprattutto per il fatto che in realtà Aloysius aveva legato con quel pazzo squilibrato.

    " Poco prima che arrivasse Kumo alle nostre porte, ho avuto una discussione anche accesa con Febh. Volevo risvegliare in lui quell'essere che alberga al suo interno, spingendolo ad uscire anche a rischio di doverlo affrontare...Pensavo fosse l'unico modo per riuscire ad averlo dalla mia parte: magari l'Oni, si perché così lui lo chiama (o per meglio dire si chiama), potesse essere interessato alla mia proposta, all'idea di un impero del Suono che potesse riportare l'ordine in un continente disordinato e sconquassato da attriti che l'accademia ha creato nel corso dei decenni! Ma sai cosa ho capito? "

    Fece una pausa. Era forse scontato quello che stava per dire ma era doveroso metterlo in chiaro prima che l'idea di poter avere un'altra scelta oltre a quella pensata dal Mikawa attecchisse nella mente del Fedaikin e degli altri presenti:

    " Liberare l'Oni e perdere lo shinobi è un rischio che non possiamo permetterci di correre. L'Oni non scende a compromessi, non distingue il nero dal bianco e non può essere indirizzato. Non parlo di controllo ma proprio di starci entro un chilometro. L'unica sua utilità sarebbe sprigionarlo al centro di qualche villaggio nemico e sperare che se la prenda con loro invece che con noi...ma poi? Te lo dico io poi cosa andrebbe fatto: andrebbe abbattuto perché, qualora uscisse vivo dall'inferno più atroce in cui possiamo pensare di gettarlo per avvantaggiare Oto, ci ritroveremo con una gatta da pelare più imponente della minaccia di Kumo stessa. "


    Era serio, lo era sempre quando parlava di Febh da un po di tempo a questa parte; capire come gestire il Jonin era il tormento che non lo faceva dormire la notte e che forniva il quesito irrisolvibile al suo intelletto.

    " Ripeto, quel Febh non deve essere istigato ad emergere...mi sbagliavo, cercavo la soluzione ad un problema che in realtà non c'è! Quello che dobbiamo fare è continuare a fregare il nostro amministratore, giocando sulla sua imbranataggine, e al tempo stesso usarlo come l'abilissimo ninja che è quando riesce a concentrarsi senza perdere completamente il controllo. Se ci pensate è esattamente quello che può funzionare per Oto ora come ora: avere un burattino i cui fili sono facili da manipolare e che può tramutarsi in un'arma invincibile per proteggere il suo villaggio. Dovrà solo credere che costantemente qualcuno stia minacciando il Suono e lui agirà, come ha sempre fatto. Quanto hai suoi colpi di genio nel creare zizzagna, vedesi i suoi arrivi trionfali sul dorso di lucertole giganti alle mura di villaggi alleati, ben vengano! Se è la guerra a cui ci stiamo preparando, questi atteggiamenti vanno alimentati più che frenati!

    E con questo rispondo alle tue domande, Kato...sarebbe facile estrapolare le informazioni sulla chiave da Hebiko? Certo. Ma è Febh che ha ideato le difese sull'urna; se dovessimo incappare in qualche sua trappola, venendo scoperti, allora si che l'Oni verrebbe a farci visita...e affrontarlo dentro Oto e non adeguatamente preparati sarebbe l'errore più grande che potremmo compiere. Allontanando Hebiko, senza danneggiarla o darle modo di insospettirsi, avremo invece difronte il nostro Febh, quello che indossa degli occhiali finti, che può essere raggirato mettendo in piedi un impeccabile teatrino. "


    Sperando di aver convinto soprattutto Shinken che la soluzione teatrale fosse la più valida delle loro alternative, avrebbe afferrato il pacchetto di sigarette lasciato appositamente sul tavolo e ne avrebbe accesa una...e pensare che non aveva mai fumato prima di allora. Avrebbe quindi compiuto i sigilli, gli stessi che per una vita intera aveva eseguito nelle più disparate situazioni, della tecnica base del repertorio ninja per tramutarsi [Tecnica della Trasformazione], in un istante, nella copia spiccicata di un altro celebre ninja del palcoscenico mondiale.


    - Allora, sfigati, sono o no uno splendore?! Ragazze, sto arrivando! Ehehehe -

    044141d4da9531b523a505b365d4bc4f

    Stava usando le sue doti interpretative [Interpretazione] e soprattutto il grande bagaglio di informazioni e scene di vita che aveva raccolto dalle avventure intraprese con Hoshikuzu e non solo. Avrebbe poi aggiunto qualche altro effetto scenico, in modo da rafforzare la credibilità della sua performance: senza alcun gesto particolare, si staccò da terra [Attivazione Khorne no Keshin -> Controllo Sanguigno] e prese a levitare in tondo per tutta la stanza senza frenare la parlantina spiccata che contraddistingueva il suo vecchio "alleato":

    - SUPERMEGALEVITAZIONEDELL'AVATARDIVENTO! Figa eh?! -

    " Aloysius conosce molte cose di Hoshi, ma non tutto. Io posso instillare in ognuno di voi proprio i ricordi veri di Hoshi, sovrascrivendo i vostri. In pratica, dopo una notte sotto i ferri, non solo posso farvi credere di essere Hoshikuzu Chikuma, prossimo Kazekage di Suna, non solo posso cambiarvi completamente l'aspetto fisico per diventare un suo alter ego di carne ed essa ma posso anche farvi apprendere alcune tecniche di Suna precedentemente appartenute al Rosso (ma chiaramente non legate alle sua rinomata manipolazione del vento). "

    E aveva ragione, l'eliminatore aveva in pratica tutti i mezzi per creare un vero e proprio alter ego senza l'ausilio di tecniche basilari di inganno. Quindi il Garth riprese l'attenzione del gruppo, passando al contro principale del suo impiego come "falso-Hoshi":

    " Problema: con un piccolo taglio il gioco finisce...ma questo lo sapete sin dalla prima lezione delle basi sul combattimento, no?"

    Afferrò un kunai e si ferì un braccio, spezzando il jutsu e riguadagnando i centimetri di differenza che gli avevano valso il nomignolo di Colosso.

    " Potremmo cercare di ricreare anche il suo boomerang o trovare una di quelle mezze volpi che ha come evocazioni. Ho anche degli abiti di Suna, forse un po datati, ma possono aiutare ad ingannare i sensi sviluppati di Febh.
    Allora, Kato, cosa dici? Pensi di poter fare di meglio? "

     
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    ~Post III
    Pianificazione



    Il piccolo siparetto di Harumi, sul cibo, per quanto spontaneo sembro quasi pensato per l'occasione. Fu quell'istante che mi diede il tempo di pensare. Di ragionare su quello che stava succedendo in quella tavola. Le parole di Diogene del resto erano chiare.

    L'obbiettivo era Febh, ma non la sconfitta dell'Amministratore. Quello forse era impossibile da ottenere, pure per i Jonin presenti in quella Villa. Infondo le parole del capoclan Mikawa confermarono le mie ipotesi iniziali: la forza di quel Jonin Yakushi andava oltre il comprensibile. E sfidarlo apertamente sarebbe stato non un gesto di coraggio ma pura e insensata follia.

    Ecco perché Diogene in quei frangenti si prodigò nel chiedere a noi tutti di sforzarci. Nel pensare a strade alternative. Ad evitare di risvegliare questo “famigerato” Oni, una sorta di seconda personalità nascosta sotto la facciata del tranquillo Febh. Un secondo Amministratore questa volta privo di scrupili e dall'assoluta imprevedibilità... esattamente l'opposto del normale Yakushi.

    Non solo, ad aggiungersi a quella complicatissima scacchiera un certo Hoshi di Suna e il suo accordo con Febh. Sostanzialmente l'idea era basilare: presentarsi da Febh, senza la Serpe, fingersi Hoshi e chiedere la copia della chiave. Il problema era ovviamente concretizzare il tutto: mascherarsi sunesi, convincere Febh, uscire vivi e non farsi scoprire... davanti ad uno dei Ninja più potenti del Continente.

    Sorrisi.

    - ... Sempre meglio che affrontare pericoli ignoti nei Sottorranei di Oto. -
    fu la mia prima reazione alle parole del Capoclan – Sono d'accordo con lei Jonin. Tentare la truffa all'Amministratore è la scelta più logica di tutte. Possiamo tranquillamente liberarci di Hebiko, sfruttando lo stratagemma dell'addestramento con il Jonin Shinken, quindi isolando l'unica persona in grado di crearci dei seri problemi nel fingerci sunesi. Tuttavia richiedo una conferma... siamo veramente sicuri che sarà così semplice fregare l'Amministratore? Io non lo conosco così bene... ma davvero secondo voi basterà comportarsi come questo famigerato Hoshi per farsi consegmare beatamente le chiavi dallo Yakushi? Se è così allora dobbiamo considerare comunque ogni dettaglio. Per prima cosa escludere a priori la tecnica della Trasformazione, basterebbe appunto un piccolo taglio o ferita per far saltare tutto. Serve un metodo di camuffamento alternativo, più incisivo e sicuro. Secondo, per quanto potrebbe essere imbranato Febh dovremmo interpretare più fedelmente possibile questo Hoshi e purtroppo non ho abilità così avanzate di recitazione, forse innestando i ricordi e le conoscenze del Ninja qualcosa potrebbe migliorare... ma prima bisogna provare. Tuttavia non per questo mi escludo nel prendermi questa responsabilità. Terzo, se ho capito bene questo Hoshi utilizza come evocazioni una sorta di volpi... ebbene io so dove recuperale. Anzi so a chi chiedere. Un certo ninja di Konoha, Shin Kinryu, ha stretto un contratto con le Kitsune, le volpi della Foglia. So dove si nascondono e so che a patti chiari e con i giusti modi sia il Ninja di Konoha che le Kitsune possono risultare collaborative. Inoltre Shin mi ascolterà sicuramente di me, io mi fido di lui e viceversa. -

    Chissà, avevo coinvolto seppur in maniera in maniera indiretta forse il mio unico amico Shinobi del contimente. Eppure sapevo, anzi sentivo, che stavo facendo la cosa giusta.
     
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    Il mondo che verrà

    Parte iii ~ inganni



    La giovane sobbalzò leggermente quando il jonin, che si era presentato con il nome di Shinken, si mise a riflettere ad alta voce fissandola dritto negli occhi. F-febh-sama? L'amministratore, colui che reggeva le sorti del Villaggio del Suono in vece del vacante kokage, era uno dei pochi shinobi che la neo genin aveva avuto il piacere, se così si poteva definire, di conoscere. Di lui sapeva poco o nulla, per quanto le sue parole si fossero insinuate in profondità nella sua anima. A distrarla dai pensieri che iniziava a macinare fu nuovamente il Fedaikin quando la tirò in ballo. Eh? La spontaneità con cui si stava comportando non era per nulla naturale, ma il ninja questo non poteva saperlo. Certo, la stanchezza e la fame le avevano fatto calare la guardia, ma la ragazza manteneva una alta consapevolezza di sé. Semplicemente riteneva che quella maschera di semplicità potesse evitarle un sacco di problemi in quel momento, in primo luogo verso se stessa. Non aveva le forze per affrontare un nuovo scontro contro il demone che albergava ormai dentro di lei, quindi cercava di distrarsi restando sulla superficie delle cose, al costo di apparire stupida. Quanto poi il tema della riunione, non si era ancora fatta un'idea precisa. A lei la cosa non tangeva più di tanto, non doveva fedeltà a nessuna delle due parti, né ne avrebbe avuto alcun diretto beneficio. L'unica cosa che in effetti le dava da pensare, era il coinvolgimento del demone a quattro code. Il gatto sarebbe stato felice se il suo compagno avesse ritrovato la libertà, o piuttosto ne avrebbe sofferto per l'impossibilità di emularlo? Nessuna voce si levò nella sua testa per rispondere alla sua domanda, eppure era certa che il nibi fosse sempre all'erta e sapesse perfino ciò che stava pensando in quel frangente.

    Harumi spostò lo sguardo da Shinken, che sembrava in preda ad un fervore diabolico, a Eiatsu. Con lui scambiò un sorriso tenue. Nonostante il viso truce dell'eliminatore, in lui trovava sempre un pizzico di serenità. Tuttavia, non poté fare a meno che esser turbata dalla discussione tra Diogene e gli altri presenti. Risvegliare l'oni? Qualsiasi cosa significasse, non suonava per niente bene. Più il signore dei Mikawa ne tratteggiava le incredibili capacità, più la giovane si sentiva turbata. Cingendosi le braccia con le mani, si mordicchiò il labbro inferiore sovrappensiero. Inclinò la testa, ascoltando la seconda alternativa proposta dal colosso, finché lo stesso non si tramutò in un giovane uomo dalla parlata strana. Oooh! Il verso di ammirazione sommesso sfuggì al suo controllo, ma riuscì a trattenersi dal battere le mani. Sapeva già che si trovava in presenza di uomini straordinari, ma quando vide lo sconosciuto, in realtà Aloysius, levitare come se nulla fosse, spalancò ulteriormente gli occhi, sorpresa. Ancora una volta, la sua attenzione fu attratta da Eiatsu che, con tono monocorde, diede un senso a ciò che stava osservando. Dunque quella era la faccia del fantomatico Hoshi, il futuro kazekage a quanto pareva. Perfino il caposquadra che l'aveva accompagnata nei sotterranei solo pochi giorni prima, anche se le sembrava passata una vita, sembrava di possedere poteri fuori dall'ordinario. Ammirata, fece per aprir bocca, ma si interruppe quando venne interpellato Kato. Konoha? Sebbene fosse attenta, era stata la menzione al Villaggio della Foglia ad attirare il suo interesse. Mormorando tra sé, ma abbastanza forte perché gli shinobi la udissero, in particolare Eiatsu che le era a fianco, si ricordò di una cosa. Le kunoichi che mi hanno salvato venivano da Konoha. Kairi e Ayuuki, erano questi i loro nomi. Mi piacerebbe rivederle per ringraziarle un giorno... A quel punto assunse un'aria pensierosa, appoggiando una mano alla guancia. Poi accennò un sorriso dispiaciuto, rivolta ai presenti. Vi prego di scusarmi se non vi sono molto d'aiuto, ma parlate di cose talmente grandi per me. Si può dire che io abbia appena iniziato ad affacciarmi sul vasto mondo che voi calcate come dominatori... Era vero, per l'ennesima volta in quei pochi mesi la vita di Harumi era stata stravolta, rivoluzionata, e doveva ancora comprendere fino in fondo i cambiamenti che stavano accadendo in lei. La sua stessa concezione del cosmo ne usciva mutata, tutt'ora da ridefinire. Era completamente nelle mani delle persone presenti in quella stanza, questo le era chiaro. Potevano fare di lei ciò che volevano. Per questo, ripensando alle due giovani cui doveva la vita, aveva provato una fitta di nostalgia. Per quanto erano diverse rispetto a loro. Voleva saperne di più, sul mondo, sui ninja, sull'animo umano, su tutto ciò che componeva l'esistenza, fino ad afferrarne i segreti più intimi. Perché erano lì, quale era il loro scopo, cosa rendeva una vita degna di essere vissuta. Di nuovo, si era persa nei suoi pensieri, seguendo il filo nebuloso interno alla sua mente si era isolata per qualche istante. Scosse lievemente la testa, riprendendosi. Qualunque sia il vostro piano, spero di potervi essere utile. Chinò appena il capo. Sì, almeno quello glielo doveva.

    UkTUeeX



     
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    La Riunione segreta

    Piani tremendi - parte III



    Non credo che l'Oni - se così vogliamo chiamarlo - vada liberato totalmente. Sto solamente vagliando l'ipotesi di trovare un modo per indirizzarlo, per quanto possibile, nella direzione corretta, esattamente come dice Diogenes. Fino a che potremmo gestire la cosa, dovremmo fare in modo che sia lo stesso Febh a lasciarlo emergere ove necessario, oppure - e solo come ultima ratio - renderlo ingestibile per tutti, non solo per noi. Qualsiasi azione che possa portarci ad un confronto diretto con l'Oni, soprattutto dentro Oto, va esclusa a priori. Ammetto però che l'idea di liberarlo da questo suo peso mi allettava...

    Era riuscito a trovare un briciolo di equilibrio dopo la sua risposta, rinsavendo da quell'aspetto sadico e poco rassicurante. Continuava a credere - però - che liberare quel mostro dentro l'amministratore fosse una cosa sana e giusta. Dopotutto lui si sentiva ancora legato alle vecchie tradizioni del Suono, il più forte sopravvive e schiaccia il più debole, e Febh incarnava - quasi al pari di Diogenes - il potere, quello vero, anche se articolato in diverso modo. Il Fedaikin continuò nell'esprimere i suoi giudizi, anche dopo le risposte del giovane Kato.

    Possiamo allontanare Hebiko dall'Amministratore, sempre che Febh mantenga parola. Potrebbe aver ripensato a quello che aveva promesso, per questo preferirei pensare ad un'alternativa altrettanto valida per costringerlo a rimanere solo; inoltre dovremmo far i conti anche con le stesse evocazioni dello Yakushi, le sue lucertole. Se queste ultime hanno avuto contatti con il ninja di Suna, potrebbero far insospettire l'Amministratore e far fallire tutto. Sia io che il mio collega Eiatsu potremmo mettere a disposizioni le nostra abilità per camuffare il volto di Kato, mi sembra possa essere una soluzione più sicuro rispetto alla semplice Trasformazione.

    Potevano, a tutti gli effetti, riprodurre un volto assai simile a quello del Chikuma, e tutto andava pianificato con una precisione maniacale. Dovevano - pensò il Jonin - applicarsi per preparare al meglio il palcoscenico, tanto da escludere al massimo la possibilità di essere scoperti per errori banali. Non sapeva come (e se) Diogenes aveva in mente un modo per far sì che Kato potesse interpretare al meglio il Rosso, ma potevano avere una soluzione a quel problema. Tempo prima aveva preso in prestito un braccio appartenente ad un esponente di uno dei clan del Vento ed ora era pronto per restituirlo al suo proprietario.

    Per vari motivi ho rimandato un mio importante viaggio a Suna. Dovrei riconsegnare qualcosa che appartiene a qualcuno di loro, magari in cambio di qualche favore da parte dei ninja di Suna. Potremmo, se fosse necessario, organizzare un incontro con questo Hoshi, tanto da avvicinarlo e permettere a Kato di studiare il suo modo di fare. Altrimenti? Ne abbiamo di alternative?

    Disse guardando Eiatsu. Aveva volontariamente distolto le attenzioni dalla giovane kunoichi, era stata fonte di ispirazione ma il Fedaikin non credeva che potesse veramente aiutarli in quello che stavano pianificando, anzi, nutriva dei dubbi sul fatto che dovesse essere ancora lì, ad ascoltare tutto quello. Continuò a guardarla con la coda dell'occhio, anche quando si espresse sulle due kunoichi di Konoha che aveva conosciuto. Riuscì a trattenersi quando sentì che la ragazza voleva ringraziarle. Anche quella, nella mente contorta del Fedaikin, era una debolezza. Non era necessario ringraziare nessuno, solamente guardare a se stessi, applicarsi, allenarsi e combattere, fino a diventare sempre più forte. Poi, persino Kato propose qualcosa di simile.

    E' un rischio includere in tutto questo uno shinobi di un altro villaggio. Soprattutto se di Konoha. Questi sono affari interni ad Oto, non dovremmo includere altre risorse al difuori di quelle di cui disponiamo direttamente. Con quale motivazione vorresti proporre a questo "compagno" di prestarci le sue Kitsune? E che cosa succederebbe se fossero proprio loro a tradirci? Non inseriamo troppe variabili, troppi accordi che potrebbero poi rivoltarcisi contro. Direi di riaprire questo argomento SOLO se sarai in grado di assicurarti la buona riuscita della cosa.

    Sentenziò, immobile. Capiva che forse era troppo scettico sulla riuscita di tutta quella recita; non si trattava di fare brutta figura davanti ad un pubblico pagante, ma di rischiare di inimicarsi Febh e l'Oni, scatenando una catastrofe. Vedeva ancora troppi buchi in quel piano, troppi rischi e poche certezze. Per questo non riusciva ad abbandonarsi totalmente all'idea che quella fosse la scelta giusta da fare per recuperare il Demone. Guardò Diogenes, trasformato, cercando qualche certezza nel suo sguardo, ma - forse proprio perchè aveva cambiato aspetto - non ci riuscì.

    Ammetto di essere scettico. Il gioco potrebbe non valere la candela, almeno fino a che non saremo abbastanza certi di non farci uccidere e distruggere il Suono... Sembrava quasi voler abbandonare l'idea di proseguire e si rese conto che poteva sembrare proprio così, per questo riprese immediatamente la frase lasciata a metà ...ma sono pronto a ricredermi. Per Oto sono disposto a tutto. Allora... quali sono i prossimi step?

     
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    << I prossimi step potrebbero essere quelli di non aggiungere un ulteriore problema ad una lista già difficile da alleggerire di per sè. >>

    Una voce roca risuonò da dietro il jonin, mentre da un angolo impolverato e pieno di ombre, fuoriusciva una creatura che forse sarebbe stata scambiata per uno spettro, prima di essere illuminata dalle luci della stanza. Forse ad eccezione delle nuove leve, tutti lì dentro lo avrebbero subito riconosciuto. Aveva delle appendici con sè, o si trattava di una allucinazione dettata dal gioco di ombre? Davanti ai ninja comparve un altro shinobi dalla lunga chioma scura, sgusciato fuori dall'oscurità.



    L'uomo, con un grande sorriso e un fare bonario, si sedette tra i cospiratori, facendo l'occhiolino a Diogene, giusto prima di voltarsi verso di loro. Chi era? Un ninja del suono? Un membro di qualche gruppo segreto? Un fido alleato di Febh magari? Erano stati scoperti?

    << Dunque dunque dunque, chi trama alle spalle dei grandi in queste sale? Ma cosa abbiamo qui, dei giovani arruffatori di folle? Sarebbe un problema se il caro amministratore sapesse cosa succede qui dentro....Non credete? >> [Recitazione] Voleva solo spaventare i ragazzi, in realtà non aveva udito praticamente niente della discussione, essendo appena arrivato, ma il poco che aveva udito gli era bastato. Si rivolse nuovamente a Shinken.

    << Perdonatemi se piombo qui all'improvviso, ma ero nei paraggi e ormai vado e vengo da questa dimora da così tanto tempo, che a volte dimentico di poter creare situazioni imbarazzanti. Non so, se hai notato fratello, ma Kiri è stata rasa al suolo pochi mesi fa, da un esercito del sud con chissà quali assi nella manica. Ad Ame c'è attività, a Kumo c'è attività, ovunque ci sono individui pronti a metterci sui pali, e da quello che si dice in giro, un solo uomo è riuscito a demolirvi un intero gate in un battito di ciglia per poi andarsene indisturbato....E ora pensate di "controllare" un cane pazzo di cui ignorate il vero potenziale, giusto..per sport? >>

    Jotaro si sbattè le dita sullo zigomo destro, come chiedendosi se il tempo avesse reso tutti più idioti, o semplicemente lui meno reattivo.

    << Prego continuate pure, una volta messo nel sacco uno dei ninja più scaltri del continente, aver avuto accesso a uno dei posti più sicuri e inquietanti del mondo, e aver preso possesso di un demone, intendete portarvelo appresso per il Bosco dei Sussurri mentre chi di dovere guarderà dall'altra parte? Dovete avere del sakè molto buono nascosto qui da qualche parte, non siate tirchi e condividete. >>

    OT
    Salve, Gene mi ha permessato per fare un salutino.....e chissà...
     
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    " Shinken ha ragione. Dobbiamo fare in modo di aumentare le nostre probabilità di successo perché così come stanno le cose il rischio è troppo alto. Per ora, l'unica cosa certa è sfruttare il tuo appuntamento con Hebiko, Shinken, per allontanarla. Kato, il tuo contatto con le Volpi di Konoha può essere utile ma dovrai accertarti di non correre nessun rischio...sonda prima il territorio e, se lo ritieni opportuno, porta da me il foglioso: l'unico modo sicuro che abbiamo per includerlo nel piano è quello di portarlo prima dalla nostra parte. Ovviamente nessuno dovrà sapere di questo vostro incontro.
    Riguardo Hoshi, invece, credo che al momento sia in terre lontane e molto indaffarato con il cercare di tenere fede ad un vecchio patto che avevamo stretto, quindi avvicinarlo per farlo studiare da Kato è fuori discussione. "


    E il Fedaikin sapeva bene a quale tremenda tecnica il Mikawa si stava riferendo.

    " Tuttavia, è indubbio che la semplice trasformazione non da le garanzie sufficienti...sopratutto conoscendo lo stile di Febh, dove ogni cosa può andare storta da un momento all'altro. Posso farmi instillare i ricordi di Hoshi, posso interpretarlo con coerenza o addirittura arrivare a credere di essere lui ma lo scoglio è il limite della basilare tecnica...un limite che credo possa essere superato. "

    Nulla cadeva più a fagiolo di una vecchia conoscenza del Suono, recentemente riportata alla vita; un ninja che di cose pericolose nella sua vita ne aveva viste e fatte molte e il cui punto di vista era sempre tenuto in grande considerazione da parte di Diogenes. Probabilmente per Kato e la piccola Jinkurichi l'apparizione di Jotaro avrebbe destato qualche preoccupazione ma, in quanto ninja del Suono, avrebbero dovuto iniziare a prendere confidenza con le stranezze dei suoi abitanti...sopratutto di quelli legati ancora alle vecchie usanze!

    " Jotaro che piacere; e porti buone nuove vedo! Un attacco a Kiri dici? E perché mai la Nebbia non avrebbe comunicato il tutto all'Accademia? Itai deve avere in mente qualcosa per pensare di gestire da solo questa faccenda...vanno mandate delle spie a sondare il villaggio e delle navi a monitorare i mari dell'est, immediatamente. Anteras, pensa tu a tutto. "

    Ci mancava solo che una nuova emergente potenza stesse escogitando di espandersi nel continente, come se Iwa e Kumo non fossero sufficienti! Il maggiordomo, sempre pronto ad ottemperare alle richieste del suo padrone, avrebbe fatto un accenno di inchino verso tutti i presenti e sarebbe uscito dalla stanza per organizzare i preparativi: bisognava organizzare un team di gregari e rendere una nave pronta a salpare.

    " Lo scontro con il Fulmine è proprio il motivo per il quale questa operazione nasce. Un demone può fare cessare un conflitto che sembra ormai inevitabile...o meglio può essere la giusta carta da giocare per cogliere Kumo impreparata! Ho offerto al Raikage un Cercotero per appianare le divergenze con il Suono; ovviamente un pacco bomba che spero possa esplodergli in mano all'improvviso: pensate se lo Yonbi si liberasse al centro della loro capitale militare che grande scacco matto sarebbe! "

    bQJ4Ax8

    Peccato che Aloysius ancora non sapeva che a breve gli indesiderati confinanti avrebbero mandato un gruppo di elite a prendersi ciò che credevano gli spettasse di diritto. Ma il piano del Garth non sembrava fare una piega a quel tempo; ovviamente era rischioso ma cosa poteva non definirsi tale quando di mezzo c'era una guerra? E poi in quel modo avrebbe recuperato Omoi, uno dei pochi sensitivi ed esperti di Demoni che il villaggio possedeva!

    " Quanto a Jeral, l'errore è stato quello di un Otese ancora non pronto che ha fatto il passo più lungo della gamba. Io ero allettato, lo sai bene Jotaro, e Shinken non ancora tornato...Non appena questa storia sarà finita ci occuperemo anche di sfacciati nukenin con manie di protagonismo; Doveraux sentirà la mancanza di Oto dopo tutto questo tempo "

    Lo Jaku usava il suo caratteristico tono sarcastico ma in quella circostanze servivano idee più che semplici costatazioni dei tanti problemi ancora irrisolti in cui Oto era immischiata. Ma il Colosso avrebbe raddrizzato subito il tiro:

    " Invece che fare lo spiritoso e pretendere sakè, forse il tuo gusto per il macabro può tornarmi utile al momento.
    Kato su sai cosa fare ed Eiatsu potrà venire con te per accertarsi della solidità del tuo contatto a Konoha e della somiglianza effettiva tra le Kitsune e i Fennec; partite non appena possibile.
    Shinken, devi trovare Feng Gu ad Ame. Lì è noto come Ru-Wai ed è un mastro armaiolo...ci serve una copia del boomerang di Hoshi, qualcosa che possa passare il vaglio di Febh e che dia credito al nostro sosia. Porta anche Harumi con te, ho paura che si possa annoiare qui nella Villa...magari qualche esperienza forte potrà aiutarla a crescere e conoscere meglio il Nibi. Qualora sia impossibile realizzarlo dovremmo trovare qualcuno che sappia ricrearlo con delle tecniche, mi affido completamente al tuo buon senso. Ci rivediamo qui esattamente tra una settimana e vedremo cosa saremo riusciti a ricreare.
    In questo periodo rimarrò io a guardia del villaggio e penserò anche a mettere in pratica le idee che abbiamo tirato fuori per le mura.

    Jotaro, tu e io ora andiamo di sotto...abbiamo una tecnica da reinventare. "


    I compiti erano stati impartiti: un ultimo confronto prima di partire ognuno per la propria missione e la riunione sarebbe terminata.

    ::: Villa, Passaggio segreto :::

    " Non puoi sbucare dalle tende in quel modo, spaventi i nuovi arrivati Jotaro ahahha "

    Ora che erano soli, Aloysius avrebbe potuto parlare più apertamente con il risorto. Avrebbe quindi azionato la leva-candelabro che sbloccava il passaggio segreto ai piani inferiori, nascosto dietro il gigantesco arazzo sulla Prima Guerra del Sangue nei territori della Rosa d'Acciaio.

    " Allora, come procede il tuo inserimento in accademia? Il chakra ti manca? "

    Il prezzo da pagare per slegarli dall'Edo e da Yashin era stato altissimo ma Diogene era sicuro che il Jaku aveva trovato il giusto modo per far tornare a suo vantaggio questa insolita condizione per un ninja: la carriera politica, dopotutto, necessitava più di gomiti appuntiti e di una buona dialettica per fare successo.
    Scendendo le ripide e irregolari scalette del cunicolo, i due sarebbero arrivati al piano interrato dove vi era la palestra e tutte le altre stanze importanti della residenza. Con lo stesso passo cadenzato, il Colosso avrebbe tagliato quell'enorme spazio in diagonale per arrivare nella parte più intima e cruenta.

    " Bene, ormai dovresti aver capito cosa dobbiamo fare. Modificare una tecnica basilare del sapere ninja non è mai una cosa facile, per la Moltiplicazione del Corpo ci è voluto il genio di un Kage per ottenere un risultato degno di nota. Superare i limiti della trasformazione, però, credo sia possibile anche a distanza di secoli dalla sua ideazione...la gente è sempre restia ad abusare del sangue, quando necessario. "

    Avrebbe quindi afferrato un vecchio diario e lo avrebbe lanciato tra le mani del compagno. Le pagine erano ingiallite e consumate ma la calligrafia era inconfondibile per chi come Jotaro si era addentrato nei segreti dei jutsu più potenti e pericolosi di Oto.

    " Quando abbiamo uccido il Nidaime Febh ha fatto crollare mezzo Palazzo della Vipera...i suoi soliti modi delicati, sebbene efficaci devo ammettere. Ad ogni modo, tra le poche cose che sono riuscito a recuperare c'è questo vecchio diario di Kabuto; vai a pagina 23."

    In alto c'era scritto: Tecnica Superiore della Trasformazione e in basso, prima delle scritte, una immagine esplicativa chiariva il tipo di strada da dover intraprendere.

    avgYZvq_700b



    CITAZIONE
    OT / Direi che con l'ultimo post possiamo chiudere la prima fase. Spero che le varie missioni stuzzichino il vostro interesse ;)
    Jotty hai mai pensato alla carriera da torturatore? XD/OT
     
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    La Riunione segreta (?)

    Piani tremendi - parte IV



    Il Jonin del Suono sapeva a quale trementa tecnica il Mikawa si riferisse. Sottoposto anche lui a quel tipo di patto, Shinken non si sorprese nel sapere che anche un altro ninja fosse finito per stringere la mano al Garth, legandosi con un accordo di sangue. In tutto il tempo che lui aveva passato fuori il villaggio, Diogenes doveva averne stretti di accordi del genere, con molte persone. Non era strano perchè non ne valesse la pena - sia ben chiaro - ma piuttosto perchè pensava che solamente i ninja di Oto fossero disposti a stringere quel tipo di patto simile. Evidentemente il colosso aveva trovato alleari anche dentro Suna. Stava giusto per riprendere parola quando una voce dietro di lui lo interruppe. Qualcuno era arrivato con leggero ritardo.

    E quella voce era sempre la stessa. Tra le tante che il fedele si sarebbe potuto aspettare quella del fratellastro Jotaro era forse la meno quotata e contemporaneamente la più probabile. E' una cosa strana - è vero - ma dove improvvisamente avanza il disordine, l'equilibrio ritrova sempre la strada per emergere, e come se quello che stava avvenendo nella sala fosse una violazione di quest'ultimo, Jotaro era emerso dalle ombre. Il ritorno del fratellastro era sia un segno di buon auspicio, ma anche di futura sconfitta. L'ordine ed il disordine viaggiavano con lui, con i quali lui ci gicava, muovendo l'impetuoso mare degli eventi.

    Inamovibile non reagì alle sue parole, così come non si girò per guardarlo negli occhi mentre quest'ultimo aggirava il tavolo. Socchiuse gli occhi e nello stesso istante fece comparire un leggero ghigno sul volto, proprio mentre Jotaro trovava posizione e si sedeva. Lo ascoltò con rispetto, ma non riaprì mai gli occhi per guardarlo direttamente. Sapeva quanto il risorto eccellesse nel reperire informazioni e, quando iniziò a parlare, prestò attenzione ad ogni singola parole che si degnò di pronunciare.

    Bhè, benvenuto al tavolo dei cospiratori. Koukenwa.

    Lo spogliò del nome, forse con tutta l'intenzione di provocarlo, consapevole che non vi sarebbe però riuscito [Recitazione]. Per quanto quella riunione potesse essere additata come una cospirazione, Shinken credeva fermamente che tutti i presenti in quella sala stessero perseguendo il bene per Oto e non lo stavano facendo per arrivare a togliere Febh di mezzo, o metterlo nel sacco, piuttosto per indirizzare anche quel potente shinobi verso la giusta via.



    Devo ammetterlo, non pensavo di rivederti così presto. Sono stato così impegnato a colmare il vuoto lasciato dalla mia assenza, che sono felice che sia arrivato tu a portare ad Oto notizie da tutto il continente.

    Il mare non si sfida, si naviga. Ma mi chiedo per quale motivo tu ti sia soffermato su queste domande. Non riesci forse a vedere lo schema dietro tutto questo? A cosa stiamo aspirando? Eppure sei stato anche tu uno shinobi di Oto. Anche tu hai superato il Jingai Makyou e ne hai capito l'essenza. Lasciare Oto è il destino di tutti quelli che non la condividono, come tuo padre, eppure tu, proprio tu, come fai a non capirla? Vuoi convincerci ad abbandonare una via, eppure non ne stai nemmeno propronendo un altra. Forse perchè sai che infondo gli shinobi di Oto non la abbandoneranno mai?

    Non importava come, ma Shinken continuava ad essere convinto che quell'operazione avrebbe potuto cambiare il destino del continente. Sia in bene che in male, ovviamente. E che Jotaro, se voleva giocare con lui, avrebbe dovuto mettere ben altro sul piatto per poterlo convincere. Anche perchè il Jaku sapeva benissimo a cosa anelava il Jonin del Suono, gli bastava solo usare la leva giusta. Comunque fosse andata, Shinken avrebbe finito per ascoltare le parole di Diogenes e memorizzare le informazioni ottenute: Feng -gu noto anche come Rui -wan. Un nome che si sarebbe giocato più avanti e che lo avrebbe presto portato ad Ame. Insieme alla ragazzina ed il Nibi, a quanto pareva.

    'Sta bene Diogenes. Partiremo al più presto verso la capitale della Pioggia e torneremo con quello che ci serve, in un modo od in un altro. Riaprì gli occhi solo per guardare Harumi, sfiorando solo ora con lo sguardo il fratellastro. Pensi di poter essere pronta per questo, Harumi?

    modded_HARUMI



     
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    Il mondo che verrà

    Parte iv ~ Incarico



    La giovane kunoichi saltò letteralmente a mezzo metro da terra quando il tetro individuo fece la sua comparsa, sbucando direttamente dalle ombre. Con una mano sul petto, come per trattenere il cuore che stava esplodendo per lo spavento, Harumi si ritirò lentamente senza distogliere lo sguardo dal nuovo venuto fino a ritrovarsi al riparo dietro le spalle possenti di Eiatsu. Avvicinando un poco il viso all'orecchio dell'eliminatore di cadaveri, la ragazza sussurrò confusa. Ehm...chi sarebbe? Nonostante lo spavento non gli era sfuggito infatti il suo modo di relazionarsi con il Mikawa e la sua affermazione di essere ormai di casa nella dimora. Essendo piuttosto nuova di quell'ambiente, e di Oto in generale, riteneva di essere lei in difetto nel non conoscere l'identità dell'uomo misterioso, il quale non aveva per altro perso tempo a presentarsi. A rispondere alla sua domanda fu invece Diogene stesso, il quale prese in mano la conversazione. Ad inquietare la giovane, più ancora dello sconosciuto, furono però le notizie da lui portate. Proprio per colmare le sue lacune aveva passato i propri pomeriggi a leggere i testi contenuti nella biblioteca riservata agli shinobi di Oto, mandando a memoria informazioni più o meno utili sul continente e sulle potenze che agivano dentro e fuori di esso. La neo genin sgranò quindi gli occhi, spostando lo sguardo dall'interlocutore al responsabile dell'obitorio. Kiri...rasa al suolo? Ancora una volta, la reazione del colosso fu completamente differente da quella della piccola ninja. Dove le vedeva pericolo, lui vedeva possibilità. Dove lei rimaneva inerme, lui prendeva decisioni. In quel frangente la kunoichi poté veramente misurare la differenza che intercorreva tra di loro, una distanza incolmabile di cui la forza fisica costituiva solo una frazione, l'esperienza un'altra fetta, ma il grosso era l'indole. Harumi si rese conto che se prima non avesse rafforzato la sua determinazione, ogni altro miglioramento sarebbe stato praticamente inutile. Assorta nelle sue riflessioni, quando sentì pronunciare il proprio nome ci mise un paio di secondi per afferrare il filo del discorso. Eh? Ah, sì, d'accordo. Fece un breve inchino in segno di obbedienza al capoclan che l'aveva accolta nella sua dimora. Quello era il suo primo incarico oltre il confine che delimitava i territori del Paese della Risaie. Anzi, ad essere precisi era la prima volta in assoluto che lasciava lo stato dove era nata. Inquadrò con lo sguardo lo shinobi che l'avrebbe accompagnata. Avrebbe preferito che fosse ancora affidata ad Eiatsu, con cui ormai aveva instaurato un rapporto, ma sembrava che la sua presenza fosse richiesta altrove. D'altronde anche Shinken era un jonin, ed era certamente in grado di guidarla a dovere. Annuendo brevemente, replicò al superiore con una convinzione maggiore del suo solito, mantenendosi però al contempo umile. Farò del mio meglio! Mi affido a lei, Shinken-san. Ame. A quanto aveva letto era la città più grande del Paese della Pioggia, nonché la capitale. A differenza degli stati confinanti il governo era guidato dalle organizzazioni criminali e ciò ne segnava ogni aspetto, dall'economia alla morale. Non era certo una scampagnata fuori porta ciò che li aspettava. Se tuttavia la ragazza avesse esitato, non avrebbe mai realizzato il suo desiderio di divenire una kunoichi forte e indipendente, né la promessa fatta al nekomata. Fissò per un istante il volto soddisfatto del padrone di casa, il suo bersaglio, abbassando subito dopo la testa. La distanza tra loro era troppa anche solo per osare alzare gli occhi su di lui. Doveva sfruttare ogni occasione, inclusa quella, per migliorarsi, liberandosi della sua parte più debole, o per lo meno relegandola in un angolo nascosto dentro di sé. Sfiorandosi il ventre con il palmo della mano, quasi a voler tranquillizzare l'irrequieto demone dentro di lei, tornò ad elargire ai presenti un tenue sorriso.

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    Il Fiore Lupo

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    ~Post IV
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    La mia attenzione fu richiamata da una voce, o meglio un'ombra che poco alla volta si fece sempre più consistente dietro a Diogene Mikawa. Per un attimo rimasi atterrito. Cosa dovevo fare? Si trattava di nuovo di uno dei quei mostri che avevamo affrontato poche ore prima? Tuttavia la mia preoccupazione andò via scemando quando udii le sue parole e al fatto che il Jonin stesso non reagì alla comparsa improvvisa.

    Chi era quella persona, o forse per meglio dire cosa>? Ben presto realizzai che doveva trattarsi di una persona amica, o quantomeno, affidabile al Capoclan. Altrimenti, per quanto poco conoscevo quel ninja, difficilmente la presenza di quell'ombra sarebbe stata tollerata all'interno della sala. Comunque prese a parlare, entrando nel merito dei nostri discorsi e piani che stavamo poco a poco progettando. Sostanzialmente, andando oltre alla marcata dose di ironia celata dietro alle sue parole, quella persona stava dicendo una cosa molto semplice: il nostro piano era una pazzia pura.

    Rimasi in silenzio, lasciando parlare il resto degli astanti. Tra i vari discorsi che uscirono molto interessante fu quello relativo a Kiri. Era stata attaccata? Il mio pensiero andò a Kitori ma venne ben presto sostituito dalla contingenza del momento. O meglio... dalle parole di Diogene. Un demone al Raikage per la pace? Per un attimo strinsi i pugni. Si stava parlando di manovre politiche, strategiche e di pianificazione che andavano ben oltre alla mia portata e, ovviamente, alle mie conoscenze.

    Dunque feci l'unica cosa possibile in quel momento. Rispondere alle affermazioni dirette di Diogene nei miei confronti. Prima di proferire parola annui in segno di assenso: - Sarà fatto. Contetterò il prima possibile il foglioso e farò di modo di sapere se potrà rivelarsi o meno un fidato collaboratore. Anche se non ho dubbi a riguardo, francamente. Per me comunque sarà un piacere venire affiancato da Eiatsu. -

    La verità. Immaginai che il sottoposto diretto di Diogene mi avrebbe accompagnato non solo per valutare la fattibilità del piano con le Kitsune, ma anche per valutare la mia di affidabilità. E, diavolo, glielo avrei di certo dimostrato. Mi alzai così dalla sedia, con cenno salutai Hiromi e il Jonin Shinken.

    Ero sicuro che ci saremmo rivisti a breve. E molto più vicini all'obbiettivo finale.
     
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    L'apparizione di Jotaro generò un po' di scompiglio per chi non era abituato alle sue entrate pittoresche, ma solo in loro, dato che Shinken, come suo solito, non si scompose, mentre Diogenes fu a metà strada da una grossa risata. Era la terza volta nel giro di qualche mese che il ronin metteva piede nella villa non invitato, e per un istante pensò che forse di lì a poco, il padrone di casa avrebbe iniziato a posizionare cani da guardia e mine anti-uomo unicamente per lui.
    Le informazioni riportate dal nonmorto invece, quelle attirarono l'attenzione anche dei ninja più navigati, generando un certo interesse nella mente del colosso di Oto, assieme una serie di domande, alcune retoriche, altre all'interesse del ronin. Nello stesso momento, Jotaro notò la ragazzina nascosta dietro a qualcuno più grande di lei, sussurrare parole spaventate sul chi fosse l'individuo appena entrato.

    << Sarei, un amico di Oto in caso di bisogno, e lei donzella chi sarebbe, nascosta lì dietro ? >> Concluse con un sorriso in mezzo ai lunghi capelli corvini.
    Quindi l'attenzione tornò all'amico.

    << Non saprei, non conosco di persona il Mizukage. L'unica volta che l'ho incontrato, ed eri presente anche tu, fu quando combattemmo contro di lui quando ancora era il pupillo del VECCHIO Mizukage. In quell'occasione mi ha quasi ucciso, prima che noi spengessimo lui. Non ho avuto altri contatti con lui da allora, e sono sempre stato bene. A quanto si dice, circolano voci in giro per i miei ambienti, di un Daimyo impalato a Kiri, e di parecchi morti, non so altro. >>

    Il che corrispondeva a verità, Jotaro non aveva lasciato nascosta alcuna informazione, dal momento che lui stesso non aveva messo piede a Kiri nè durante nè dopo l'attacco, tutto ciò che sapeva erano parole di rimando tra spie. Affidabili ad un 80%, al 90% se si sapeva come tirar fuori qualcosa in più, ma niente era sicuro, e dal momento che le informazioni non erano uscite da un canale ufficiale di Kiri, nessuno poteva sapere da dove provenissero.

    Shinken invece, scelse la via dello stoicismo e riprese il ronin per la sua entrata fuori misura, chiamandolo con un vecchio nome che non avrebbe risvegliato nulla in queste nuove generazioni, strappando un sorriso storto e carico di rimpianto al lato della bocca di Jotaro; lamentandosi per la cecità dietro all'impossibilità di vedere uno schema dietro le azioni di questi cospiratori.

    << Io non propongo altre vie perchè sogno la pace, spero solo che tutto questo non porti altro caos dove proprio non è necessario. Non conosco Febh Yakushi, ma da quello che ho sentito in chi ha avuto la sfortuna di restare vivo dopo averlo incontrato, non è un tipo che sta dietro a "schemi". >>
    Quindi scosse la testa. I loro nuovi nemici erano molto peggio delle vecchie scorribande di Yashimata, e alleati come l'amministratore di Oto andavano coltivati, non osteggiati, in quel tempo di difficoltà.

    Ma ecco che dal nulla, il colosso di Oto rivelò il vero motivo dietro all'insurrezione. Sfruttare lo Yonbi, in possesso di Febh per un attacco a Kumo, dopo che lo stesso Diogenes aveva giocato un tiro mancino al Raikage. In un primo momento a Jotaro si dislocarono le spalle, facendogli cadere le braccia, metaforicamente, sul pavimento, poi però, il ronin vide una possibilità. Kumo era uno dei principali avversari dell'Accademia, e dovevano pur iniziare da qualche parte gli Accademici, per sfoltire qualche minaccia.

    << Sfidare il Raikage? Pazzo sanguinario, non mi aspettavo una briciola di meno da te. Va bene, se è questo che hai in mente, puoi contarmi nella lista degli sconsiderati. >> Questo veniva dal fatto che Jotaro era completamente ignorante della situazione a Kumo. Tutte le principali apparizioni dei Cremisi e dei loro alleati erano avvenute mentre lui era morto, non aveva la minima idea di quanto forti fossero i suoi nemici, nè conosceva il Raikage in questione; nè tanto meno, aveva mai messo piede a Kumo, troppo ben difesa anche in passato, troppo lontana dai problemi del mondo.

    Quanto a questo cane sciolto, Jeral, che aveva sentito nominare anche troppe volte dal suo ritorno, Jotaro ebbe la sensazione che Diogenes stesse prendendo sotto gamba il suo avversario, leggerezza che non era solita al Colosso; ma Jotaro non riprese il tuo atteggiamento davanti ai presenti, si limitò a guardarlo in un modo che lui conosceva bene, per tutti gli anni in cui avevano combattuto assieme. Significava "sicuro di non stare prendendo la cosa con leggerezza ?"
    Alla fine questo tizio, per quanto non sembrasse così pericoloso, era stato abbastanza scaltro da attaccare Oto nell'unico momento in cui era indifesa, rapendo un ninja di un certo livello e lasciando una firma non da poco.

    [...]

    Alla fine dell'amabile conversazione, Diogene invitò tutti i presenti ai loro posti, mandando Shinken ad Ame a cercare l'individuo che aveva conosciuto proprio alla villa tempo prima, per creare una replica dell'arma di Hoshi, e gli altri in altri luoghi, per fare cose che non interessavano a Jotaro; quindi i due rimasero soli.

    << Hoshi, ho ricordi di Hoshi, non in prima persona, ma da uno dei miei cloni che ha combattuto con lui assieme al vecchio Mizukage, che tipo è ? >>

    Iniziò Jotaro, mentre i due attraversavano la villa verso la zona segreta. In quel frangente, l'aria divenne più familiare, con Diogenes che faceva domande a Jotaro sulla sua nuova situazione di non-ninja, invitandolo a non far spaventare le nuove leve di Oto. Il ronin rispose divertito, e con un certo stupore.

    << Proprio tu mi dici di non spaventarli, hai forse dimenticato come Oto ha allevato quelli come noi ? Mi stupisci! Se sei così forte lo devi anche ai modi che hanno generato Sayaka, e i vecchi tornei di Oto, lì i nuovi ninja morivano per davvero, e in modi piuttosto inquietanti. Altro che una tenda da cui esce un uomo" AHahahAHahahhahah >> Quindi Jotaro alzò le spalle, riguardo la sua nuova situazione. << BAh, devo essere sincero, sto vedendo il mondo con nuove prospettive, siamo sempre stati troppo dipendenti dal chakra, forse dovremo farci tutti meno affidamento. Al giorno d'oggi non si fanno nemmeno più i vecchi addestramenti massacranti di una volta. Comunque non mi lamento, sono stato morto, quindi questa è una vacanza. >>

    Quindi i due arrivarono nel passaggio segreto, che con un certo disgusto, Jotaro notò essere stato arredato da Fyodor, il tizio che lo aveva accompagnato di nuovo sul mondo assieme ad Eiatsu. Ruotando lentamente la testa di 45° con un ghigno piuttosto schifato e mostrando parte della dentatura, Jotaro fissò Diogenes, come per chiedergli cosa gli fosse passato per la testa per far arredare a quel tizio.
    Quindi il Colosso gli lanciò un vecchio libriccino, che Jotaro afferrò al volo senza fare troppo caso a cosa fosse, iniziando a leggerlo, restando allucinato.

    << Ma questa scrittura....dal Nidaime? A proposito ma...era davvero lui? Orochimaru? Sai che tornerà, vero? >> Poi tacque, essendo arrivato a leggere l'ultima parte, la nota alla pagina indicata dal Colosso.

    << Trasformazione Superiore? >> Qualcosa di oscuro vibrò nel Grande Mare dentro di lui.
     
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