Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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    [OT. Tale giocata era prevista con l'utente Firsterd. Dato il suo abbandono mi vedo costretto a continuare da solo.OT]

    CRASH !

    Il vetro della capsula si ruppe. Il braccio teso del Mikawa era stato ferito dai vetri e sangue incominciò a colare a terra.
    Lo sportellone si aprì e un mare di fumo ricorì la figura di Aloysius.

    Tap Tap

    Il passo cadenzato e lento. Stanco Il colosso avanzava mentre il sangue tracciava una scia a terra.

    " Ed ora...divieni metallo!!!"

    Copioso il chakra andò ad irrorare il liquido color vermiglio che prese a volteggiare in aria. Fu un attimo, un secondo. Il sangue acquisì la durezza del metallo. Poi ricadde a terra sporcando il terreno libero dal contatto chakrico con il Mikawa.

    Aveva fallito. Pesanti le ginocchia caddero a terra. Accovacciato Diogenes piangeva e si disperava. Ma non era ancora finita...

    Fu solo quando il duro colpo fu parzialmente assorbito che il Mikawa potè ritrovare la piena ragione e notare l'inaspatteto. Era cambiato...L'azione dei raggi aveva aumentato a tal punto il potere delle cellule da spingerle a riprodursi più del normale. Pochi minuti furono per Aloysius anni. Era invecchiato e non di poco.

    Ansimante il colosso si diresse verso lo specchio.

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    Chiuse gli occhi impaurito. Passarono diversi minuti prima che ritrovò il coraggio per rivedersi. La mano andò a sfiorare il volto per testare la veridicità dell'immagine che i suoi occhi gli riferivano.

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    Cosa aveva fatto? A cosa lo aveva portato la sua avidità di potere?!
    Del vecchio Dioegene, del ragazzo diciannovenne, non c'era più nulla. La pelle era invecchiata e la fisionomia del volto si era indurita. Lo sguardo passò anche sul corpo. Il fisico era rimasto possente ed atletico. Era leggermente più alto e più appesantito.

    Prese un'ampolla sul tavolo e, una volta spaccata, iniziò a infliggersi pesanti ferite sul corpo. Il sangue prese ad uscire copioso per andare a formare una pozza di sangue attorno ai piedi del Mikawa. Stracciò anche le vesti in modo da poter vedere bene il suo corpo. Attivò poi i Geni del suo clan mediante il chakra e cercò di richiudere le ferite...il sangue prese a rientrare nei profondi squarci presenti su tutto il corpo. Per fortuna l'esperimento non aveva prodotto effetti negativi sul controllo sanguigno.

    Ma il danno era ingente. Aveva perso circa trent'anni di vita! E chissà quali effetti aveva avuto quell'esperimento sulla sua psiche...



    Edited by DioGeNe - 23/1/2011, 09:52
     
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  2. Amanimaru
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    Una figura annoiata apparìdalla finestra della stanza segreta. Che appunto non doveva essere raggiungibile grazie ad una illusione che la villa castava automaticamente ai non-Mikawa che si instroducevano nei confini del podere, facendo vedere muro al posto di tale entrata. E tale figura era accompagnata da un paletto nero infilato a forza in un quadricipite. Tale illusione era anche molto semplice da annullare, per chi aveva le giuste carte. Un quantomeno stanco Amanimaru stava sulla finestra, o almeno seduto, su di essa, guardando il risultato degli esperimenti del Mikawa, pressandosi il paletto nelle carni per godere più del dolore. Quindi si scostò dalla parete, e andò vicino ai banchi che sorreggevano provette e fogli.

    [...]

    Iniziai a rovistare tra le cose che Diogenes teneva lì. Non volevo essere maleducato, nè fare la figura della spia, ma ciò che avevo inuito quando avevo conosciuto il chunin, proprio non mi era piaciuto, il suo corpo era strano rispetto agli altri Mikawa che avevo incontrato, e volevo indagare, se il mio presentimento era giusto, continuare a fare ciò che stava portando avanti, lo avrebbe ucciso. Spostai le provette col sangue, lessi gli appunti. E un solo nome mi frullava in testa, Garth. Solo una volta lo avevo visto, quel apzzo Mikawa era tanto potente quanto idiota, metteva in testa ai suoi discepoli che era bene qualunque cosa, pur di raggiungere il potere. Ero ancora giovane quando Ayato mi portò con sè alla Rosa, e lìconobbi il Mikawa, l'ultimo dei tanti cloni con lo stesso nome, una sequela di ammassi idioti di carne e sangue. Ma questo Mikawa andava preservato a tutti i costi. Continuai a spulciare fino a che non sentii dei passi dietro di me, era entrato.


    << So cosa stai cercando di fare qui...>>

    Avrei cercato di zittire Diogenes, con una frase che gli avrebbe fatto capire quanto non doveva scherzare con la Rosa, nè con me, e di iniziare a prendermi sul serio. E soprattutto, fondare le basi per rivelargli chi ero.


    << Dimenticati Garth, sono io l'unico tuo biglietto di sola andata per il potere. >>
     
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    Un'altra noiosa giornata passata al Gate tra risate, schiamazzi e fumo.
    Mi accorgo che piano piano le guardie diventano sempre più simili a me e di questo me ne compiaccio.
    Percorro le vie abitate di Oto, così per vedere qualche volto nuovo o anche soltanto per perdere un po di tempo. Alla fine a casa mi aspettano soltanto i miei esperimenti e la mia palestra. Una di queste sere dovrei passare per il bordello, magari trovo nuovi stimoli, nuovi divertimenti...

    Dico così perchè è da un po che la ricerca non va avanti. La causa del mio invecchiamento l'ho afferrata ma il perchè dell'accaduto ancora sfugge alla mia mente. Inoltre devo decidermi ha comprare nuovi pesi per gli attrezzi, quelli che ho non bastano più...

    :::

    Sono ormai vicino alla Villa quando scorgo a terra delle chiazze di sangue...
    Merda, l'illusione!
    Isintivamente attivo l'innata e mi accorgo delle presenza di qualcuno nel laboratorio. La percezione non mente, eppure sono alquanto stupito dalla figura che mi si para davanti.
    L'immortale. Di certo da quanto l'ho conosciuto non posso negare di essere stato incuriosito dalla sua figura, dopotutto con quell'abilità di certo non passi inosservato. Usa parole forti da cui non posso essere che catturato.

    " Il potere è comparabile alla droga o al fumo, anzi è una dipendenza molto più vincolante la quale si alimenta mediante la sua stessa ricerca. E anche le conseguenze sono ben più devastanti...
    Tu sei un ninja particolare, dalla parlantina facile a quanto vedo, immortale. Hai detto che sai costa sto cercando di fare...se è vero, capirai che ciò che tento di raggiungere è un qualcosa da cui la stessa Oto starebbe alla larga. La domanda che ne segue è: perchè tu sei qui? "


     
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  4. Amanimaru
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    Il ninja parla, e io lo ascolto, ma lo correggo.

    << No la domanda è perchè dici simili sciocchezze. Il potere non è come droga o fumo. Nessuna delle due ti permette di divenire temibile e padrone di tutto ciò che ti circonda, anzi, ti allontana da questi propositi. In ogni caso, sono qui perchè mi serve il tuo aiuto, e in cambio, sono pronto a darti il mio. Come dici mi piace parlare, ma non mi piace farlo a sproposito, nè perdere e far perdere tempo. percui verremo subito a noi. >>

    Uno dei miei monologhi, purtroppo non era colpa di nessuno se vivendo nella menzogna, quando dovevo rivelare qualcosa, dovevo partire da molto lontano.

    << Mia madre, Diogenes, era una Mikawa, o comunque una donna affine al tuo clan. E mio padre, è l'uomo che siede sul rango più alto dei ninja in questo periodo. Il Sesto Hokage. E io sono l'uomo che tutti credevano morto, anni fa, ucciso dalla sua sensei, la donna che tu e l'altro tizio avete eliminato. La Volpe. >>

    Mi sarei allontanato dal luogo, cui ero, per avvicinarmi ad una sequela di provette, e ad un piccolo ratto da laboratorio. Carino. Potenti scariche convulsive avrebbero colpito il mio corpo faendomi tremare come un pazzo, fino a che con forza, mi fossi infilato l'ago di una grossa siringa, dritto nel collo, facendo terminare le scosse. Mi sarei voltato verso di lui.

    << Quanti anni mi dai, Diogenes? 45? O forse 50? Beh, non ne ho nemmeno 30. Sembro un vecchio, vero? E ci scommesso quello che vuoi, nemmeno tu hai l'età che dimostri, ti è andato male qualche strano giochino qui sotto, vero? Me ne sono accorto quando ti ho conosciuto, sei strano per essere un Mikawa, non ho visto nessuno di loro, con le capacità rigenerative che hanno, essere ridotto nel modo che sei tu. A guardarti, sembra che tu stia per cadere a pezzi. >>

    Avrei riposto la siringa, che fino a quel momento, avevo tenuto in mano. E gli avrei mostrato una cosa, che nessuno aveva ancora visto.


    << Il potere costa, ma la linea che divide un buon scienziato, da uno mediocre, è la quantità di guadagno rispetto alla quantità di danno che ne ricava. L'accademia e le sue leggi, stanno spostando verso il danno, con il loro sdolcinato e ridicolo buonismo, questa linea, ed è inaccettabile! >>

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    Due strani simboli sarebbero apparsi sulla mia schiena all'altezza dei reni, e da soli, lì sotto, lui solo avrebbe visto, chi era veramente il docile monaco tornato dal nulla. La massa muscolare raddoppiò improvvisamente. Il chunin con le sue capacità sanguigne avrebbe sentito come il mio sangue, per altro geneticamente molto simile al suo, raddoppiare la velocità di scorrimento, e il cuore aumentare le pulsazioni fino a tre volte tanto, il viso farsi scuro, come colto da lividi, gli occhi coprirsi di sangue, e i denti allungarsi di qualche millimetro, la tecnica che avevo creato, faceva reazione con l'antidoto che bloccava la mia morte cellulare, per la prima volta mostravo a qualcuno come il sangue Miwaka, unito al codice genetico dei Jaku, e il potere aggiunto, potesse dare potere. E tutto tornò normale. Tranne il sangue che usciva dalla mia bocca.


    << Scusami un attimo. Ho avuto un infarto. >>

    [...]

    Dopo essermi ripreso, avrei fatto capire a Diogenes come egli non potesse raggiungere il potere di Gart per il semplice fatto che il suo sangue era troppo denso, e troppo sporco, per filtrare alla giusta velocità. Tutte le prove che stava facendo, rendevano soltanto il suo sangue più schifoso della marmellata rappresa, ci voleva una struttura a modo, e il sapere cosa fare.

    << Ho appena comprato l'ospedale di Oto, così come il Barovia e il Bordello. Se vuoi il potere di Garth, ti insegnerò ad attingere potere dal tuo sangue, non hai idea di come esso sia fonte di potere. Se non mi fossi ammalato, avrei potuto vivere per secoli. >>

    Ma io sapevo quanto lui fosse sveglio. Per ora stavo solo offrendo, ma cosa volevo da lui?


    << Il tuo aiuto, dicevo, mi serve per una sola cosa. Voglio portare il caos. Una guerra perenne, in ogni angolo del mondo. Per dimostrare quale sia il vero valore degli uomini, voglio distruggere l'accademia. E giorni fa, ho incontrato un tizio, molto interessante, che tu forse conosci già. L'altro volpicida. Yashimata. >>

    << I Mikawa non sono servi di nessuno, nè schiavi di nessun altro, se è Garth che vuoi raggiungere, ficcati bene in mente queste cose. Cè solo una cosa alla quale devi puntare, il combattimento. Deve essere il tuo unico obiettivo. Se non sei disposto a lottare per tutta la vita, qui perdi solo tempo. >>
     
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    Ben più interessate della sua poco rilevante, quantomeno non condivisa, risposta alle mie affermazioni è la storiella che ne segue. Pare che nell'immortale sgorga sangue Mikawa, anche se non completamente puro. Imparentato con il clan e con l'attuale Hokage lo shinobi raccoglie nelle sua figura una posizione di rilevanza all'interno di quel gioco delle parti da troppo tempo in mano ai soliti pochi.

    Ciò che dice mi colpisce profondamente. Quanta verità c'è in quelle parole...
    Poi Amanimaru compie una tecnica. I miei occhi assistono a qualcosa di mostruoso e affascinante, per certi aspetti simile ad alcune delle capacità che il clan e lo stesso Luis mi avevano insegnato. La vicinanza tra me e quel tizio è palese.


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    :::

    Capisco che le mie ricerche sono limitate, il mio sapere sulla faccenda è limitato ai soli scritti del mio vecchio. Ecco perchè non riesco più a progredire...il sapere di quell'uomo mi interessa, molto. Ma come tutto ciò ha un prezzo e le informazioni che mi servono sono da pagare. Non si tratta di monete, daltronde per quanto grande fosse il patrimonio della mia famiglia, al figlio dell'Hokage poco possono interessare i soldi. Vuole il mio aiuto, per la realizzazione del suo sogno...un regno utopico in fondo non lontana da quella da me ipotizzato.

    " L'altro giorno ho visto un neo genin di Oto stringere amicizia con un altro di Konoha. E' raccapricciante il vedere come la storia passata sia calpestata senza ritegno. L'influenza dell'accademia tende a celare figure quali Orocimaru e avvenimenti come l'assalto a Konoha durante i corsi chunin quando ancora il quarto Hokage sedeva sul trono della Foglia...L'aria di neutralità e pace che si respira da ormai tropo tempio mi ha stancato. Sono stufo di vedere corsi e missioni dove tutti i ninja si vogliono bene e dove gli stessi traditori vengono accolti con indifferenza. Condivido in pieno il tuo pensiero; ma...

    Sappi che questo apparente vecchio non combatte solo per se stesso. Oto è la mia culla che ho giurato con convinzione di proteggere e il sigillo che porto sul collo ne è la dimostrazione. Hai davanti un Mikawa di Oto, non della Rosa, combatto per la mia terra a costo della vita. La mia ricerca di potere è finalizzata a questo scopo e ciò non ti deve interessare. Ecco perchè acconsentirò al tuo progetto solo se Oto non ne uscirà svantaggiata, anzi dovrà essere centro del nostro impero.
    Allora, che dici ?"

     
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  6. Amanimaru
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    Diogene si dimostra un ottimo ninja, e un grande alleato, capisce bene ciò gli dico, e come me, vede il marcio in questo mondo. Riconosco le sue ragioni come buone e attendibili, non posso dargli torto. Lo rassicuro.

    << Di questo non devi avere timore. Dopotutto ho scelto Oto per ricominciare, questo perchè è questa la culla di chi ha voluto la libertà, e la ricerca del potere, anche se con modi alquanto discutibili. Nell'impero che ho in mente, con Yashimata in cima ad esso, Oto è la grande capitale, centro di potere che incute timore a chiunque ne pronunci il nome, e non per sentito dire, o per la crudeltà dei suoi rituali, ma per la forza dei suoi ninja. >>

    Cerco un po di tranquillità, per poi sedermi per terra, lo faccio sempre per trovare un po di stabilità mentale, oltre che fisica. Non ho molto altro da dire, in effetti.

    << Mesi fa mi sono recato nelle terre dei fuggitivi per incontrare Yashimata. E superbia a parte, non mi è sembrato rifiutare quanto gli ho detto. E ho anche conosciuto un tipetto molto interessante al villaggio della sabbia. Le basi ci sono. Però, resto sempre schifato da quest'epoca. >>


    Davvero assurdo persino il dover ridursi a parlare in una cantina, tra ninja dello stesso villaggio, per timore che qualcuno di altri luoghi sia in Oto. Bisognava davvero ripulire questo mondo.


    Edited by Amanimaru - 20/3/2009, 15:35
     
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    Eccellente.

    " E' interessante vedere come i nostri punti di vista siano convergenti. Devi sapere che già io e Yashimata ci incontrammo tempo addietro...spinti dal nostro malcontento comune decidemmo di creare un qualcosa che smuovesse le acque. Da lì l'uccisione della forza portante della Volpe. Pensammo, infatti, che un' azione di forza del genere, compiuta davanti agli occhi delle più alte cariche di ogni villaggio, potesse generare il panico...inutile dire che la faccenda fu subito sotterrata e già adesso, a distanza di pochi mesi, tutto sembra essere stato dimenticato.
    Ci accorgemmo quindi che l'attacco ai singoli non avrebbe portato mai a nulla. Si doveva attaccare l'accademia, sabotando le sue missioni, accendendo focolari di scontro tra i villaggi per poi ultimare con la distruzione della stessa sede. La guerra sarebbe stata allora solo questione di tempo...Ma eravamo solo in due, ci serviva più gente, molta di più.

    Per avere successo dovremmo reclutare shinobi: spie, pedine sacrificabili, abili combattenti...magari gli stessi possessori dei demoni. Prima hai parlato di un giovane di Suna...di chi si tratta?"


    Lì nel piccolo laboratorio di villa Mikawa si è stretta un'alleanza.
    Il connubio di tre "particolari "menti può veramente cambiare il presente? Io penso di si.

     
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  8. Amanimaru
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    << Sinceramente non credevo che tu avessi avuto tutta questa intimità con quel tipo, credevo che l'attacco alla volpe fosse solo una casualità finita male, benedetta ingenuità. Pensa che questo progetto va avanti davvero da un bel pezzo, Oto non era ancora stata liberata dal signore delle serpi quando i primi di noi crearono questo progetto, ai tempi voleva vedere la fndazione di un nuovo villaggio. E i membri di quella squadra, purtroppo, sono tutti cadaveri, o troppo dispersi per essere vivi. Ma da buon reduce, ho viaggiato molto per trovare dei validi sostituti. A Suna ho mandato alcune spie per fare un furto, sicuro del fatto che avrebbero inviato tra i membri di una squadra di recupero, anche il tipo di cui ti parlavo. Si chiama Hohenheim, e a mio parere è il ninja più distruttivo e devastante che esista al momento, sarebbe in grado di polverizzare anche me, te, e Yashimata tutti assieme, per questo non sarà facile recuperarlo, perchè è ancora pco più di un bambino, e sembra abbastanza legato al suo villaggio. Ma da quello che ho capito, sembra essere debole alle tentazioni del potere. >>

    Indugiai per poi riprendere

    << Per quanto riguarda le forze portanti, ho sentito voci insistenti che parlano di un nuovo contenitore per la volpe, ma nel caso tali voci fossero veritiere, ho già un buon salvacondotto a riguardo. >>


    [Jotaro spiega a Diogene il funzionamento della sua tecnica]

    << Ho con me il sangue di alcuni tra i ninja più potenti che esistano, portatori compresi. Ah, dimenticavo, mi perdonerai, ma vorrei portarti con me. Andiamo alla Rosa. >>

    Edited by Amanimaru - 16/4/2009, 15:30
     
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    Cammino piano, mi avvicino all’immortale e mi ci siedo davanti.Lo guardo negli occhi.Mi racconta di un’organizzazione andata perduta, di sostituti che è riuscito a trovare.Quindi non siamo solo io e Yamashita...questa faccenda si fa estremamente interessante. Infine un nome: Hohenheim..

    “ Ho già sentito il suo nome...si! E’ quel marmocchio che ho visto combattere alla selezione dei Sand Scorpion...è indubbio che il suo potere ci farebbe molto comodo, ma hai ragione: un ninja che combatte per una competizione del genere deve sicuramente essere molto legato al suo villaggio..quanto sei fiducioso che si unisca a noi?”

    [...]

    “ Un salva condotto dici?Bene..comunque adesso non ha molto importanza visto che il nuovo contenitore ancora non si è rivelato .Quando lo sarà, saremo tra i primi a saperlo, allora agiremo..”

    [...]

    Infine l’immortale compie un gesto che nessun ninja farebbe: rivelare la sua tecnica...In un primo momento penso sia un bluff.Non tanto per la tecnica in se quanto per la rivelazione.In seguito capisco il gesto:questo era un modo, molto esplicativo, di garantire la propria fedeltà...ma non a me, alla causa...
    Per il resto son solo un pò stupito: già ho visto con i miei occhi di cosa questo ninja è capace...e i fatti son più incisivi delle parole...

    “ Bene bene ti sei dato da fare in questi tempi...chi sono questi ai quali hai rubato il sangue?Ovviamente una tale informazione dovrà rimanere il più possibile segreta...”

    Infine:

    “La Rosa? Che devi fare alla Rosa?...”

    Ci rifletto un attimo...Rosa per un Mikawa significa Casa..forse mi farà bene vedere la terra del mio clan...massì e poi non posso dare buca ad un alleato...ahaha

    “Ci sto..”

     
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  10. Amanimaru
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    Ascolto quanto ha da dire, e al momento delle sue domande, gli lascio delle risposte.

    << Ho recuperato il sangue di colui che rcedo abbia ereditato la volpe, Jin Uzumaki, ho quello del capo della squadra medica della foglia, e anche di Etsuko, l'illusionista più abile della nebbia. E se i miei piani vanno come devono, ho fatto qualche magheggio tra le carte dell'accademia, probabilmente molto presto avremo anche il sangue di un altro demone, oltre a quello, del mizukage in persona. >>

    Quindi gli dico della rosa, e il ninja prima indugioso, poi accetta, chiedendomi cosa devo fare alla rosa, replico.

    << Uhm? Io non più di tanto, te lo dirò sul posto, non mi piace parlare di queste cose a Oto, non fino a che sulla punta più alta del villaggio cè quel tipo. Sei tu che hai da fare alla rosa comunque, non io. >>


    Continua Qui: Link
     
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    [Scena precedente LINK]

    Ancora rimuginavo sugli strani incontri avvenuti in amministrazione scegliendo, questa volta, di abbandonare La Spada nei miei locali non fosse altro che per evitare una seconda reazione simile a quella ottenuta con l'uomo che - come ultima raccomandazione verso Shinodari - si preoccupò di chiederle di salutare lo stesso individuo che andavo ad incontrare.

    [...]


    Bussai con forza all'ingresso notando come, quella villa, mi apparisse così distante dall'immagine dell'unico Mikawa che avessi mai avuto il dispiacere di conoscere e forse per quello, pensando di dover incontrare un suo consanguineo, un brivido gelido mi percorse la schiena.
    Ero agitato e pochi avrebbero potuto deridermi per questo avendo anche solo incontrato colui che mi aveva addestrato al taijutsu, evidentemente un personaggio tenuto in alta considerazione non solamente per la sua forza non eccezionalmente sopra le righe, ma tutt'al più per il suo spirito indomabile. Oggi avrei avuto modo di comprendere se anche quello, oltre le straordinarie peculiarità del suo corpo, era un retaggio di famiglia.
    Avrei incontrato l'uomo che si faceva chiamare Colosso del Suono unicamente per porgergli i saluti di un cugino che, ancora, non capivo realmente fino in fondo. Sospirai, cercando di liberare la mente da inutili pensieri in attesa di una qualche risposta dall'interno della casa.
     
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    Ovviamente non ricevi alcuna rosposta anche insistendo ripetutamente. Ma la porta è aperta...
    Superato il grosso portone un forte odore di vecchio e di chiuso ti riempie le narici. Avanzando nella coltre grigiastra depositata sul pavimento ti trovi ai piedi di una enorme scalinata. Proprio lì il tuo udito ben allenato ti permette di percepire una flebile voce:

    " arrhh..."

    Proviene da dietro il muro, alla destra delle scale. In effetti osservando attentamente la superficie rivestita di carta da parati è possibile notare un incavo...preludio ad un passaggio segreto. Il candelabro antistante è già mezzo girato e un ulteriore scatto lo fa capolvolgere completamente e la prota si apre. Poi una lunga scalinata ti conduce molto in basso nel buoio più assoluto...


    :::


    " Arrhh !! Arhhh ! Arrrh "

    L'asta caricata di innumerevoli placche metalliche va su e giù spinta con foga. Questo è uno dei rari momenti in cui alloggio nella villa dei miei avi. Oramai da tempo ho rinunciato nel tentativo di ristrutturare e ripulire l'abitazione, sconfitto dalla polvere e dal poco tempo a mia disposizione. Altri trenta minuti e sarei andato alle mura per controllare che tutto fosse sotto controllo, quando...

    " Clik"

    In un attimo getto il bilanciate a terra e scompaio dietro la porta semi aperta. L'occhio buono punta l'ultimo gradino della scala a chiocciola, attraverso la fessura generata dai perni. I battiti rallentano, i muscoli si tendono e il fiato si arresta...calma.

    Tranne Amanimaru nessuno è entrato a villa Miakwa da anni...quindi o si tratta di assassini o di qualche stolto di passaggio. Spero sia proprio al prima ipotesi; il freddo metallo della panca non è di certo paragonabile al caldo sangue di un ninja in cerca di guai. AHAHAHAH

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    Edited by DioGeNe - 20/8/2009, 21:38
     
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    Dannato !!!Non manovrare il mio pg come se fosse uno studentello curioso, specialmente quando sta facendo qualcosa che non desidera affatto è.é.

    Quando la porta si aprì dopo uno degli innumerevoli tentativi di attirare l'attenzione di qualcuno all'interno non seppi resistere, entrai guardingo, ma la curiosità ebbe il sopravvento all'iniziale resistenza che la mia preoccupazione m'imponeva d'istinto.
    L'edificio, seppur di importanti proporzioni, appariva abbandonato a se stesso incurante del nome che portava e fu per me spiacevole, più che intrigante, scoprire un passaggio segreto con la stessa semplicità d'individuare una comune porta nella parete, mi ci avvicinai volendomi accertare che il mio orecchio non fosse stato ingannato dal troppo silenzio della dimora.

    -arrhh...-

    Eccolo di nuovo, quel verso strozzato tipico di uno sforzo eccessivo. Allungai una mano tirando con forza il meccanismo per azionare l'apertura della porta, percorrendo poi con passo cauto la buia scalinata.

    [...]


    L'ennesima porta mi dice che la discesa è finita ed in effetti al di là dell'uscio sento distintamente i versi di qualcuno, poi, quando con lentezza faccio scattare la serratura, un clangore metallico mi mette in allerta. La mano sempre stretta sulla maniglia s'arresta, i muscoli irrigiditi al fine di permanere nell'immobilità.
    Ogni dubbio scema, quella casa non era abbandonata ed ora ero convinto più che mai della presenza di almeno un individuo oltre la porta. Sostai pensieroso, probabilmente entrare senza annunciarmi avrebbe portato un kunai a piantarmisi dritto nel cuore e tanti saluti. Ristetti sul pensiero di ritornare sui miei passi, ma anche così sarei apparso come un ladro scovato e messo in fuga, i kunai erano due, nelle spalle. Una morte ancor meno gloriosa.

    "Signor Mikawa?! Mi scusi per l'intrusione, ma giungo per portarle i saluti di un suo parente..."

    La voce mansueta si trascinò sulle ultime parole, evidente segno di un'attesa curiosa di sapere come sarebbe terminata quella splendida giornata di merda.

     
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    CITAZIONE

    "Signor Mikawa?! Mi scusi per l'intrusione, ma giungo per portarle i saluti di un suo parente..."


    " Hai fegato ragazzo ad entrare nella tana dei Mikawa e a presentarti come portavoce di un appartenente allo stesso..."

    Seconda ipotesi ma ben più interessante del previsto. Un ragazzo snello dal fisici allenato seppure non particolarmente pronunciato. E' già abbastanza timoroso, ci vuole un ingresso soft oppure potrebbe dimenticarsi il motivo del suo stare qui. Abbandonando la mia posizione sicura, portandomi lentamente davanti la porta, dico con tono sicuro:

    " Identificati e fa sì che la luce mostri al mio occhio tutti i dettagli del tuo corpo..."

    Le sue parole sono veritiere [interpretazione], lo posso percepire con certezza; è per questo che mi mostro a lui con così tanta disinvoltura. Con un gesto di mano lo avrei invitato ad accomodarsi più in là, nella parte di stanza più confortevole, dove prendono posto divani e poltrone:

    " Mi attendono alle mura ma le guardie sapranno cavarsela anche da soli...allora, dimmi tutto. "

     
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    Anche se ormai ero certo della presenza di qualcuno, la voce così vcina alla mia persona mi fece trasalire per un istante, da quella distanza non era difficile colpire a morte un uomo oltre il fine profilo di una porta.

    -Identificati e fa sì che la luce mostri al mio occhio tutti i dettagli del tuo corpo...-

    Senza attendere altri comandi, ormai abituato ad essere accondiscendente nei confronti del cognome Mikawa, avanzai in silenzio portandomi all'interno della stanza. Come di consueto indossavo la giacca rossa, lunga ed abbondante tanto da nascondere mille insidie, ed un paio di pantaloni scuri non più lunghi della coscia.
    L'osservai, dal basso della mia buona statura, ed un attimo mi fece comprendere il perchè di quel soprannome eppure - per una qualche strana ragione - acquistai sicurezza. L'immagine così distante da quella dell'unico altro esponente conosciuto di quel clan mi disse che, con molta probabilità, l'uomo davanti a me era del tutto diverso - peggio forse - ma per il momento non mi era dato saperlo e quindi sarebbe stato il raffronto con un perfetto sconosciuto, senza esser prevenuto per il semplice cognome che portava.

    -Mi attendono alle mura ma le guardie sapranno cavarsela anche da soli...allora, dimmi tutto.-

    Sorrisi accondiscendente.

    "Non si preoccupi, non le farò perdere molto tempo. In effetti ho solo da porgerle i saluti di Luis-sama."

    Avevo concluso il mio compito e non vedevo l'ora di tornarmene a casa, ma non avevo certo la presunzione di poter concludere così semplicemente una simile sequenza d'eventi, specialmente dopo aver pronunciato quel nome per la prima volta dopo il nostro ultimo incontro nonostante, a causa sua, avevo dovuto girare l'intero villaggio.
     
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