Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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    Ad aprire la porta non è la mostruosa figura del Mikawa ma una giovane ed attraente ragazza.

    " Wow, finalmente una visita. Mai nessuno viene a trovare Aloysius! Salve signore, io sono Tsubui. Prego si accomodi..."

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    Una ragazzina per modi di fare e tono di voce. Palesemente eccitata la giovane spalanca l'anta del portone e, dandoti le spalle, ti conduce nel grosso salone che dall'ingresso potevi intravedere attraverso le porte aperte. A dispetto dell'esterno, l'interno è molto ben tenuto: i mobili sono tirati a lucido, l'atmosfera è calda e vi è un buon profumino di cucinato.

    " Yachiru!? Yachiru!? Allora, signor? Posso offrirle qualcosa? Un thè freddo? E' fatto in casa...Yachiru!?"

    " Si mamma sono qui"


    Da dove era comparsa? Prima nella stanza non c'era nessuno e adesso una bambina è lì presente. Non ne hai percepito distintamente il passo, solo qualche lieve cigolio del parquet.

    " Amore vai a chiamare tuo padre..? La sua presenza è desiderata"

    " Ma si sta allenano, lo sai che si arrabbia se qualcuno lo disturba."

    " Si, ma questa volta è diverso. Guarda il coprifronte, vedi che è un ninja?"

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    Lei ti squadra per qualche istante con aria concentrata. Poi afferma con un largo sorriso:

    " Shinken Jaku Takatsui, neo Jonin di Oto, ex guardiano del portone occidentale. Sei stata la prima persona che Diogenes ha incontrato qui ad Oto...penso che questo sia sufficiente per interrompere l'addestramento. Seguimi."

    Uscite dalla stanza, sinistra, destra, destra e ancora sinistra. Dopo diversi metri percorsi vi fermate ai piedi di una imponente scalinata lignea. La zona l'ala Ovest, è completamente impolverata e maltenuta al contrario dell'ingresso ma, se rimani vigile, puoi notare come a terra non ci sia alcuna impronta se non le vostre.

    " Sei un ninja di Oto, non penso di doverti nascondere dove si allena Aloysius. Passeremo dalla porta principale."

    Salite la scalinata e percorrete il lungo corridoio fino a giungere di fronte una grossa tela raffigurante un orso grizzly dagli ogni iniettati di sangue. Un giro a destra di 30 gradi, uno a sinistra di 50 e il meccanismo segreto fa staccare la cornice mostrando la porta segreta. Scendente una stretta scalinata a chiocciola per poi arrivare difronte una gigantesca sala completamente immersa dall'oscurità. Silenzio.

    " E' necessario accendere le luci?"

    TAP TAP

    Due battiti di mano e più di 200 fiaccole rendono l'intero stanzone illuminato come se alla luce del sole.

    " Le buone maniere cara. Non prendere anche questo mio brutto vizio. Ottimo comunque - alludendo chissà a cosa -Shinken, la tua visita è inaspettata. L'ultima volta, se non sbaglio, è stato durante la quest nelle Isole a sud di Kiri. Qual buon vento ti porta nella mia dimora?"

     
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  2. Shinken Takatsui
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    La sorpresa che provocò l'ingresso in scena di una donna non trasparì dal volto di Shinken ma, collegate insieme le parole e l'apparizione di quella piccola bambina, il Jonin di oto forse fece notare alle due figure femminili una punta di curiosità; Diogene aveva messo su famiglia? Come poteva uno shinobi di tale portata compiere un tale errore? Legarsi a beni materiali ed affettivi così rischiosi come poteva essere una famiglia?

    Tuttavia, in una situazione simile, era meglio non porre alcuna domanda e, silenzioso come il suo solito, si fece scortare dalla bambina sino al luogo in cui Diogene era solito allenarsi. Le informazioni che quella piccola bambina possedeva sul suo conto erano precise quanto inquietanti; una bambina così piccola già conosceva come funzionava il mondo degli shinobi, che lo stesso Mikawa avesse svelato i segreti da lui conosciuti a tutta la famiglia? Shinken era certo che non avesse compiuto questo errore ma ammise a se stesso che quella situazione gli aveva fatto venire qualche dubbio in proposito.

    - Yachiru giusto? Ho notato che tuo padre ti ha raccontato molte cose, già ti interessi al mondo degli shinobi? -

    La sua domanda, tanto innocua quanto sufficientemente significativa, mirava a capire meglio fino a dove il Mikawa si era spinto; i segreti degli shinobi potevano valere assai di più della vita di molte persone e, per quanto Shinken non desiderava in nessun modo ledere ne Diogene ne la sua famiglia, era certo che di gente pronta a tutto, persino ad uccidere una bambina così piccola, di certo non ne mancava la presenza in un mondo come quello degli shinobi.

    Mentre avanzavano nella tenuta, passando per nuove stanze, nuovi corridoio e ingressi segreti, Shinken stava cercando ancora di comprendere come il colosso avesse potuto legarsi a delle persone tanto fragili. Quando infine arrivarono nel luogo dove il Mikawa si stava allenando, venne accolto dalla voce di Diogene.

    - Non sbagli Diogene, fu proprio quello il nostro ultimo incontro. - Mise una mano sulla spalla della piccola, con l'accuratezza con cui si accarezza un piccolo orso davanti al padre. - Devo parlarti di una faccenda piuttosto seria e, per quanto sia tua figlia, preferirei farlo in totale riservatezza. -

    Così attese di rimanere da solo con il Mikawa e poi prese parola: - Bene. E' una situazione complicata e per questo ti chiedo la tua assoluta attenzione. - Riprese dopo una piccola pausa. - Io sto per lasciare Oto. Non ho intenzione di tradire il villaggio che per tanto mi ha protetto ma, di certo, ho compreso che non c'è più spazio per me fra queste mura. Ho finalmente deciso di lasciare il villaggio entro la prossima luna piena, senza dare nell'occhio o provocare inseguimenti notturni. Come? ho chiesto un permesso per recarmi fuori dalle mura ma non ritornerò... - Cercò una reazione negli occhi del suo interlocutore. - Ho deciso così perchè sono malato; i cambiamenti che forse hai visto in me non sono solamente positivi e, per questo, ho deciso di intraprendere un viaggio per comprendere meglio cosa mi sta accadendo a me ed al mio corpo e, alla fine, curarmi. - Si spostò vicino ad una parete, poggiando la mano sopra alla fredda roccia. - La mia fedeltà verso Oto, che in maniera più concreta sarebbe verso i miei compagni, te compreso, non è affatto eguale a quella verso l'accademia, o quello che ormai ne rimane. Per gli studi che ho fatto in questo periodo ho capito quale potrebbe essere un modo per risolvere il mio problema... ma dovrò uccidere e alzare un pò di polvere qui e lì. - Guardò il Mikawa. - Tutto questo non è possibile se rimango ancora legato al villaggio... non mi scopriranno facilmente, quindi non verrò ricercato, ma non posso far correre un tale rischio a tutti voi. Capisci? -




     
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    " Sei tu la padrona di casa ora..."

    Con queste poche parole la piccola si allontana compiendo prima un piccolo inchino verso di te.

    " Non mi aspetto che tu comprenda questa mia scelta...e si, le sto insegnando tutto..."

    Palese dunque appare il fatto che sapessi sin dal principio della presenza di Shinken. Yachiru ha addosso una ricetrasmittente mediante la quale ho sentito tutta la conversazione.
    Mi dirigo dunque verso i divanetti posti in fondo allo stanzone, sorpassando a passo lento ma impercettibile sia la zona degli attrezzi che il "quadrato delle catene". Una volta comodi ascolto le parole del jonin.

    "Incredibile. Sia Jotty, che tu che il sottoscritto siamo tutti affetti da una malattia potenzialmente fatale....e di questo certo Oto non ne può giovare. Il primo l'ho già perso, forse per sempre e adesso tu mi vieni a dire di voler lasciare il Suono. Shinken sai bene che le acque sono oramai agitate, che la politica dei blocchi sta già avendo piede e che i villaggi si stanno armando...devo essere sicuro di poter contare su di te. E per questo ho anche un modo sicuro..."

    Ti appare evidente come dalle mie parole si possa intuire quella responsabilità caratteristica di un condottiero nei confronti del proprio villaggio.

    " Sto attuando un progetto, qualcosa di grosso, e voglio che tu ne faccia parte. In primis perchè sei uno dei pochi Jonin dei villaggio, in secondo luogo perchè so che sei anche un abile eliminatore di cadaveri. Ti sei mai fatto un giro, recentemente, per le terre dove prima sorgeva l'accademia? Bene, proprio in questi giorni un imponente gruppo di lavoro sta ultimando, per me, la costruzione di un imponente edificio; un obitorio per l'esattezza. E’ da tempo che ti ho designato come suo gestore.
    Al contempo è mia intenzione depredare di ogni informazione, abilità innata, cadaveri e abili eliminatori e medici i maggiori villaggi ninja, compresa la remota Ame, per inglobarli tutti nel mio progetto. Pensa: un unico obitorio per ogni terra conosciuta. Apparentemente esso avrà caratteri completamente autonomi, un ente privato, ma in realtà lavorerà per Oto, arricchendola del potere degli altri villaggi. Una fonte di informazioni inesauribile, tale da impiegare i nostri medici per anni nell'elaborazione dei dati acquisiti...Otesi con gli occhi più potenti di questa terra, in grado di manipolare le ombre, le ossa, di avere il controllo su elementi quali il legno, il ghiaccio...gli altri villaggi non potranno mai colmare questo gap!"

    Una pausa.

    “ Questo farà comodo anche alla tua ricerca per liberarti dal male che ti affligge. Di corpi ne avrai a bizzeffe. Inoltre avrai l'esclusiva sui cadaveri e le informazioni, potendone beneficiare anche in prima persona. Per la fuga dal villaggio vedrò io come fare per tenerti fuori dall’elenco dei ricercati per più tempo possibile.”

    Shinken è un ninja estreme mante intelligente, sa perfettamente che non accettare la mia proposta, essendo adesso lui a conoscenza di qualcosa di estremamente segreto, avrebbe significato venire alle mani. Tale considerazione, in aggiunta alla sua poco prima affermata fedeltà al Suono (reputata dalle mie doti interpretative veritiera) mi hanno spinto a parlare. In altre parole, una strappola senza scampo ma servita con il cucchiaino.

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  4. Shinken Takatsui
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    - E' vero, non la comprendo. Ma unicamente perchè li hai costretti ad una vita che io, personalmente, non riserverei per le persone che amo... -


    Disse Shinken dopo l'osservazione del compagno Mikawa. Non metteva in dubbio il fatto che poter avere una famiglia dovesse essere una cosa fantastica ma, per come conducevano la vita gli shinobi, li aveva esposti ad un rischio forse più alto di quanto pensasse. Come per ogni uomo, l'affetto per una persona aveva colpito anche il gelido cuore di Shinken, cambiandolo nel profondo, ma lasciandolo solamente con un pugno di polvere ed un vuoto incolmabile, alla fine di tutto, facendogli perdere in tal senso ogni tipo di speranza. Sorrise, comunque, in maniera assolutamente insolita, ed inclinando il capo aggiunse.

    - Se ti senti in grado di proteggere le persone che ami, spero tu riesca a raggiungere con loro un qualche tipo di felicità. -



    Chiuso il discorso vennero finalmente al succo di quell'incontro, le decisioni esposte da Shinken erano pericolose ma, sopratutto dopo quello scambio di confidenze più o meno inerenti, si tornò a parlare di "lavoro". Le parole del colosso, successive a quel'intramezzo, allarmarono non poco il Takatsui; sapeva che Diogene avrebbe cercato di comprendere bene le motivazioni prima di passare alle mani, se avesse ritenuto inconcludente la storia di Shinken, ma le prime frasi che uscirono dalla bocca del compagno di villaggio lo fecero preoccupare.

    CITAZIONE
    "Incredibile. Sia Jotty, che tu che il sottoscritto siamo tutti affetti da una malattia potenzialmente fatale....e di questo certo Oto non ne può giovare. Il primo l'ho già perso, forse per sempre e adesso tu mi vieni a dire di voler lasciare il Suono. Shinken sai bene che le acque sono oramai agitate, che la politica dei blocchi sta già avendo piede e che i villaggi si stanno armando...devo essere sicuro di poter contare su di te. E per questo ho anche un modo sicuro..."

    Senza muovere un muscolo Shinken rimase in ascolto, da quelle frasi dipendeva tutto il suo futuro e ogni incomprensione poteva risultare fatale; proprio per questo motivo lasciò che il suo interlocutore finisse di esporre il suo punto di vista. La curiosità invase lo shinobi che, udendo l'ultima frase, aggrottò la fronte visibilmente attratto da quel probabile risvolto.

    CITAZIONE
    " Sto attuando un progetto, qualcosa di grosso, e voglio che tu ne faccia parte. In primis perchè sei uno dei pochi Jonin dei villaggio, in secondo luogo perchè so che sei anche un abile eliminatore di cadaveri. Ti sei mai fatto un giro, recentemente, per le terre dove prima sorgeva l'accademia? Bene, proprio in questi giorni un imponente gruppo di lavoro sta ultimando, per me, la costruzione di un imponente edificio; un obitorio per l'esattezza. E’ da tempo che ti ho designato come suo gestore.
    Al contempo è mia intenzione depredare di ogni informazione, abilità innata, cadaveri e abili eliminatori e medici i maggiori villaggi ninja, compresa la remota Ame, per inglobarli tutti nel mio progetto. Pensa: un unico obitorio per ogni terra conosciuta. Apparentemente esso avrà caratteri completamente autonomi, un ente privato, ma in realtà lavorerà per Oto, arricchendola del potere degli altri villaggi. Una fonte di informazioni inesauribile, tale da impiegare i nostri medici per anni nell'elaborazione dei dati acquisiti...Otesi con gli occhi più potenti di questa terra, in grado di manipolare le ombre, le ossa, di avere il controllo su elementi quali il legno, il ghiaccio...gli altri villaggi non potranno mai colmare questo gap!"

    “ Questo farà comodo anche alla tua ricerca per liberarti dal male che ti affligge. Di corpi ne avrai a bizzeffe. Inoltre avrai l'esclusiva sui cadaveri e le informazioni, potendone beneficiare anche in prima persona. Per la fuga dal villaggio vedrò io come fare per tenerti fuori dall’elenco dei ricercati per più tempo possibile.”

    Per qualche secondo Shinken non rispose, rimase in totale silenzio, senza distogliere lo sguardo dagli occhi del Mikawa. Tutti i suoi piani dovevano essere cambiati ed alla svelta; quella rivelazione aveva cambiato troppe cose ma, infondo, quello che gli era stato proposto era un piano che nessun altro avrebbe potuto eguagliare. Fu tanto allettante la proposta che il Takatsui nemmeno si rese conto di non avere possibilità di scelta, non gli interessava, in quel momento nella sua testa un migliardi di pensieri vorticavano senza sosta.
    Era una proposta geniale.

    Quando si riscosse non aspettò per parlare. - Un'ottima base operativa, per altro. L'unico inconveniente che mi hai fatto venire in mente è: accetteranno mai gli altri villaggi che al capo di questa struttura ci sia uno shinobi di oto? Si, è vero, fra poco tempo non sarò più considerato come tale, ma dubito riescano a far passare questa cosa. Come hai detto tu i villaggi sono tutti sul piede di guerra... non permetteranno che Shinken Takatsui, ex Jonin di Oto, si occupi di una risorsa tanto potente, proprio perchè molto probabile che io tenga con voi rapporti "amichevoli"... ma sopratutto se la struttura è possibile ricondurla a te, amico mio. - Cercò una risposta negli occhi del compagno. - E' vero che io posso mantenere altre sembianze assai più a lungo e senza utilizzare chakra, ma hai pensato a questo "inconveniente"? -

    - Sicuramente mi hai colpito, non ero riuscito a sapere nulla di questo progetto e, anche se ammetto che la rete dei miei informatori ultimamente pecca di qualche svista, il piano è affascinante. Accetterò, molto probabilmente, ma prima è logico che io ti faccia qualche domanda. - Guardò la reazione del colosso. - In Primis come hai ottenuto il permesso di fare una cosa simile? E' una svolta nel mondo degli shinobi che non sono sicuro molti villaggi vedranno di buon occhio. Ognugno vuole tenere i propri segreti ben protetti, la struttura è, effettivamente, assai meno sicura di un villaggio, perchè meno sotto il controllo diretto dei villaggi stessi e più sogetta a fughe di informazioni. In secondo luogo, come pensi di portare e prelevare dai villaggi tutti i cadaveri? Per non parlare degli assalti che potrebbero ricevere le carovane che li trasportano; come hai detto tu prima, stiamo parlando delle armi più potenti dell'intero continente, tutti ambiranno ad acquisirle. -

    - Diogene, mi stai offrendo una possibilità che molti shinobi invidierebbero. Rapporto di lavoro a parte, realmente ti fidi così tanto della mia persona? O anche per questo hai in mente qualcosa? -
     
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    " HAHAHAHA permesso? La scelta già è stata presa; l'adozione dell'obitorio unico sarà si proposta al prossimo consiglio dei Kage, se farò in tempo a prendervi parte, ma conto sul fatto che ognuno di essi rifiuti questa mia offerta. Nonostante essi si discosteranno dall'adottare una iniziativa così audacemente fraterna, chiaramente troppo spinta visti i nascenti focolari di conflitto tra i villaggi, non avranno reale alternativa. Prenderò il controllo dei loro ninja medici mentre crederanno di tutelare i propri segreti nelle mura del villaggio. Gli obitori interni sulle mappe dei villaggi non scompariranno; saranno i rettori di ognuno di essi a non lavorare più per il proprio villaggio. Come? Ebbene il clan Mikawa ha più potere di quanto il mondo ninja possa pensare; i capoclan passati non si sono mai esibiti in plateali dimostrazioni di forza come ad esempio è accaduto per gli Uchiha di Konoha. Ti posso dire solamente che i cadaveri e le informazioni non saremo costretti a strapparli dalle mani degli eliminatori dei vari villaggi ma ci verranno consegnati "spontaneamente", in completa sicurezza. Le persone che lavoreranno per me in questo progetto saranno da considerarsi letteralmente vincolate all'impegno preso..."

    Pochi secondi di pausa.

    "...e da qui giungiamo anche all'ultimo problema, ovvero quello della tua figura e della tua fedeltà. Se accetti dovrai cambiare identità, indossare per sempre una maschera, magari cambiarti volto in maniera permanente mediante le abilità note a voi eliminatori di cadaveri. Per quanto riguarda la fedeltà invece..."

    Il braccio si protrae in avanti e le dita della mano destra si allontanano dal palmo nel classico gesto della "stretta di mano".

    " Nell'antichità bastava una stretta di mano tra valorosi combattenti a vincolare i patti stipulati con le catene dell'onore. La parola forse era più importante della stessa firma su di un pezzo di carta. Ovviamente questi tempo sono oramai ignoti ai più...ed è per questo che ora ti chiedo di stringermi la mano."

    Se la stretta di mano ha luogo.


    CITAZIONE
    ~ Patto di Sangue - "Chi Kyoutei"
    Villaggio: Nessuno (Personale di Kaiso Mikawa)
    Posizioni magiche: Nessuno
    Richiede: Controllo del sangue III, discendenza diretta, Stringere la mano al bersaglio della tecnica
    Ubicazione della tavola: Dojo di Kaiso
    Incisione sulla tavola: Troppe volte ho visto promesse infrante.
    Prevo sacrificio di una quantità di sangue pari a Medio-Grave il Mikawa può dar vita al ninjutsu.
    Istantaneamente una morsa terrificante aggancia i polsi di entrambi i ninja e in quel momento il partener deve decidere se andare avanti nel rituale (la morsa rimarrà attiva finchè il Mikawa lo vorrà, insieme alle potenzialità della tecnica).
    In caso affermativo patti, alleanze, promesse e quant'altro imposti precedentemente la stretta o al momento dell'esecuzione della tecnica saranno sugellati da un vincolo dal potere terrificante quanto affascinante. Da quel momento il bersaglio è marchiato a vita e manterrà una traccia sanguigna addosso che il Mikawa potrà percepire a miglia di distanza. Se il bersaglio dovesse tirarsi indietro il forte collegamento a distanza di flussi vitali non avverrà.
    Trasgredire un "patto di sangue" comporta il tempestivo ed automatico controllo del flusso sanguigno del bersaglio da parte del Mikawa. Su di esso il Mikawa esecutore della tecnica avrà capacità di distruzione, creazione, manipolazione della forma e della consistenza sfruttando lo stesso chakra del malcapitato. Tale controllo della linfa vitale non risente di limiti spaziali.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 2 / Costo Attivazione: Quasi Elevato)

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    La mistica stretta aggancia le nostre mani senza possibilità di distacco. Il sangue, insieme alla copiosa componente chakrica, è stato speso; la tecnica di Kaiso attivata.

    " Shinken Takatsui, prometti di impegnarti fino al sacrificio estremo per la causa di Oto e per il mio progetto? Di mettere a mia disposizione le tue abilità da Jonin e da eliminatore? Di cambiare identità al fine di non far ricondurre ad una figura Otese il controllo dell'obitorio? Di sottostare ai miei voleri riguardo tutto ciò che interessi lo stesso? Di non parlare mai con nessuno, se non da me concesso, di quanto raccontatoci oggi e dei futuri movimenti?

    D'altro canto io, Diogenes dei Mikawa mi impegno a farti fuggire dal villaggio, a proteggere la tua persona, non rendendoti un ricercato di Oto, ed aiutarti, per quanto fattibile e nei limiti del tuo volere, nelle tue ricerche al fine di liberarti dal male che ti opprime."

     
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  6. Shinken Takatsui
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    - A quanto pare voi Mikawa non vi fate sfuggire proprio nulla eh? Adoro questo tuo prevedere i possibili problemi, o forse sono io stesso che me ne faccio troppi. -


    Sorrise visibilmente davanti al colosso, ora pensava realmente che le scelte del Mikawa fossero più che ponderate; se realmente riteneva che il tutto non avrebbe avuto grandi intoppi, allora doveva essere così. Il ruolo che stava assegnando a Shinken era comunque troppo importante per provare a ingannarlo, avrebbe rischiato così tanto? Non secondo il Takatsui.

    Le parole successive fecero emergere ancora di più il senso di onore che contrastingueva lo shinobi dai capelli blu; un patto come un tempo, legato dall'onore, era affascinante ma non più possibile in un mondo di guerrieri come i ninja ma, richiamando quegli antichi valori, Shinken si sentì mosso da una forza proveniente dall'interno. Il suo senso dell'onore si face avanti, più forte che mai.

    - E va bene Diogene. -


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    Strinse la mano dello shinobi, certo che qualcosa sarebbe accaduto. Un patto, sopratutto se fatto con i piu grandi manipolatori di sangue del continente, non poteva essere solamente una stretta di mano; Shinken era fomentato da questo patto, ma di certo lucido. La stretta di mano divenne ancora più pesante, confermando la teoria che ci fosse una tecnica di qualche genere sotto, ma il Takatsui non accennò minimamente ad un qualche sforzo, l'onore lo sorreggeva.
    CITAZIONE


    " Shinken Takatsui, prometti di impegnarti fino al sacrificio estremo per la causa di Oto e per il mio progetto? Di mettere a mia disposizione le tue abilità da Jonin e da eliminatore? Di cambiare identità al fine di non far ricondurre ad una figura Otese il controllo dell'obitorio? Di sottostare ai miei voleri riguardo tutto ciò che interessi lo stesso? Di non parlare mai con nessuno, se non da me concesso, di quanto raccontatoci oggi e dei futuri movimenti?

    D'altro canto io, Diogenes dei Mikawa mi impegno a farti fuggire dal villaggio, a proteggere la tua persona, non rendendoti un ricercato di Oto, ed aiutarti, per quanto fattibile e nei limiti del tuo volere, nelle tue ricerche al fine di liberarti dal male che ti opprime."


    - Io lo prometto. -




     
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    Mentre Raizen si allontanava dal suo villaggio adottivo Drake snocciolò qualche domanda, un po’ spinose a dire il vero, domande a cui solitamente rispondeva con i fatti.

    Beh, più che un mezzo ho un luogo, ci farà risparmiare parecchio tempo, più di un giorno, magari potremmo pure fare una sorpresa a Diogene.

    Poggiò una mano sulla spalla di Drake, quello che sarebbe successo dopo sarebbe potuto apparire minaccioso, ma non lo era, stava solo abbreviando i tempi. Una sostanza nera come la pece si riversò dalla manica di Raizen inglobando i due e portandoli a Castlevania, il viaggio sarebbe durato qualche istante, ma per chi non era abituato sarebbe stato spiacevole, era come muoversi dentro un budello troppo stretto.

    Perdona, i comfort non sono dei migliori ma almeno si abbrevia il tutto.

    Continuò poi a rispondere a Drake.

    Effettivamente non sono spesso al villaggio, viaggio parecchio e le poche volte che ci sono non mi faccio vedere in giro, dopotutto sono un ninja, meno si sa, meglio è.
    Quindi, per essere coerente con le mie parole ti dico solo che me la cavo nel corpo a corpo, il resto, se sarai fortunato, o sfortunato, dipende dai punti di vista, lo vedrai nella pratica.


    Non era in viaggio da troppo tempo, ma giungere nei territori di Oto era sempre un po’ spiacevole, era sicuro che avrebbe potuto avere al suo seguito la più pazza ciurma di clown del mondo che quella traversata non avrebbe mai smesso di apparire lugubre, quindi la presenza di drake cambiava di poco le cose. Quelle lande scure e talvolta desolate parevano risucchiarti tutta l’energia vitale, senza nemmeno chiederti il permesso, la pretendevano, come un lasciapassare.
    L’ultima volta che si presentò a quel cancello ottenne la sua fidata compagnia di battaglia, ora era li sotto richiesta dello stesso Diogene e visto che c’era avrebbe anche indagato sperando di ottenere qualche piccolo incentivo per le sue malefatte. Come promesso da Diogene il passaggio alle mura fu garantito e del tutto ignorato, i due passarono seguiti dallo sguardo delle guardie che però non aprirono bocca. Da li a villa Mikawa la d istanza era breve.

    Lascia a me il primo saluto, Drake.

    Levò il possente pugno e picchiò tre volte sull’enorme portone, non era abbastanza per farlo vibrare, ma certamente i tre colpi si sarebbero sentiti a villa Mikawa.
    Probabilmente Diogene avrebbe subito riconosciuto a chi apparteneva l’enorme corpo. Anche se era probabile che i capelli argentati, e il mantello alquanto particolare avrebbero dato più che una certezza sull’identità dell’individuo.

    Apri, nonna, sono Cappuccetto Rosso, ti porto la focaccia!

    Sorrise, in maniera alquanto sinistra, mentre levava la testa cercando di individuare il punto in cui sarebbe sbucato Diogene.
    Appena fosse giunto al cospetto del corpulento Mikawa si sarebbe tolto il sorriso dalla faccia per poi prendere a parlare con un tono serio.

    Salve mmmm...sensei?

    Non ironizzava, non c’era nella sua voce nemmeno il più sottile tono di ironia.

    Porta delle serie se non ti disturba, Oto con tutta la sua “allegria” ti succhia le energie vitali, e, purtroppo, il tono della lettera non mi rende incline ad avventurarmi nella tua dimora, troppo, troppo serio, e poi anche misterioso.

    Attese che la sua richiesta, non troppo onerosa, venisse soddisfatta.

    Non ti chiedo come va, so già che stai bene, i tuoi capelli sono abbastanza dritti.
    Ma veniamo a cose serie.
    Saprai per certo che da un po’ di tempo cerco informazioni su Jotaro, e dall’ultima volta che ci siamo incontrati son venuto ad apprendere più notizie che mi hanno portato a qualche passo da lui.


    Tutto vero, non mentiva, tuttavia, era curioso di sapere come Diogene si poneva verso i suoi confronti, se fosse ostile o meno, una piccola bugia sarebbe bastata. [interpretazione]
    Era il modo migliore di mentire, mescolare insieme realtà e menzogna in un impasto omogeneo da cui è difficile estrapolare la realtà.

    Sapevo che aveva degli agganci a Kiri, qualche scartoffia trovata nel suo laboratorio mi ha permesso di dedurlo, e mi chiedevo se tu sapessi qualcosa su un suo eventuale piano per introdursi nel villaggio.
    Visti gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto l’umidiccio paese pensavo che si fosse nuovamente mosso.


    Certo, se poi si conoscevano gli ingredienti a volte era facile tradirsi, come se la sarebbe cavata il cuoco di Oto davanti a quel piatto dal sapore così incerto?

    Oh ma perdonami, troppa impazienza, meglio che parli prima tu, penserai dopo a rispondermi.
    Come mai questa convocazione così inattesa?


    Questa volta non ebbe bisogno di recitare, era veramente curioso di sapere perché mai Diogene li avesse convocati.
     
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  8. The_Drake
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    Come già successo mesi prima con Alexander Hima, il ragazzo rimise piede dentro a Castelvania: sebrava però che Raizen possedesse una capacità molto più alta di manipolazione in quel posto.
    Tranquillo, si sistemò il mantello, il quale celava tutte le sue armi e le sue mani, cosa sicuramente più pericolosa: dentro la mantello, vicino al colletto c'era appostata la ranetta Gamachibi.
    Non serviva arlare con lei, dato che grazie alle sue doti ninja poteva conversare senza che nessuno sentisse: avrebe tenuto d'occhio la situazione per Jo, dandogli informazioni in base a ciò che percepiva.
    Ci vollero circa 6 ore, come si ricordava dall'ultima volta, per spostarsi direttamente a Villa Mikawa.
    Oto era davvero un posto cupo e strano, sicuramente meno dell'ultimo posto, ma comunque inquietante; Diogene sembrava abitare in un villone.
    Le guardie non fecero nessun tipo di ostruzione vedendo arrivare la coppia di ninja, proprio come annunciato nel messaggio; Era la prima volta che Ryouji mettav piedi nel centro del Suono, ed era la prima vota a casa del suo Sensei.
    Non era intimorito, oramai quella sensazioni era passata, ma eccitato.


    Tranquillo...parla pure tu: io sono qui per ascoltare.
    Diciamo che oltre ai formalismi del caso non ho nulla da dire al Mikawa...sarà lui penso che chiederà di me...


    Ed ecco che bussava alla porta e l'attesa di entrare si faceva, sempre più forte: a momenti il gigante o qualcuno avrebbe fatto accomodare i ninja in casa e sarebbe iniziata la trattativa.
    Qualsiasi persona, diversa, dal gigante di sangue avesse aperto quella porta si sarebbe meritata soloun cenno di testa o un saluto formale; se fosse stato direttamente il mittente del biglietto, allora sarebbe andata diversamente.


    Salve Diogene...è dai corsi chunin che non ci si vede...


    Avrebbe mostrato una faccia decisa e pronta a tutto: diciamo una mezza euforia mista a sana ilarità; l'egocentrismo stava man mano diminuendo anche se sarebbe comunque potuto esplodere...


     
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    " La forchetta va riposta sopra il coltello, con le punte verso il basso alla sinistra del piatto. La lama del coltello è esterna e con la forchetta forma un angolo di 60 gradi. Ricorda si fa sempre una sola azione alla volta quindi se vuoi bere dapprima finisci il boccone, dopo aver riposto le posate, poi ti pulisci la bocca con il fazzoletto e una volta riposato anche questo fai un sorsetto d'acqua. Non dimenticare che dopo bisogna riasciugarsi le labbra…sempre con discrezione ed eleganza."

    " Ma tu sei matta! Così ci metti ore per mangiare!"

    " Mi hai chiesto tu di insegnarti il galateo! Queste sono nozioni basilari."

    " Solo perchè tu stavi pulendo il servizio e papà mi ha cacciato dalla sala. Vorrà dire che se in missione di dovesse capitare di interpretare un nobile durante un pranzo importante, guarderò come fanno gli altri e improvviserò sul momento...cioè, dai è impossibile!"

    " HAHAHA sei come Aloysius! "

    TOC TOC TOC

    " Sono arrivati! Sono arrivati! I capelli come stanno? Sono in ordine? E'?E'? E tu aggiustati il kimono che è tutto sgualcito!"

    " Non ti daranno retta, come sempre. Sono ninja di una certa levatura, non possono perdere tempo a mangiare biscotti o sorseggiare tazze di te!"

    " E' comunque mio compito offrire loro la massima ospitalità. Se fosse per tuo padre nessuno lo verrebbe più a trovare."

    " Ma non sono visite di cortesia!"

    " Ahhh zitta tu, vado ad aprire. E cerca di comportarti più da ragazzina della tua età..."

    "Apri, nonna, sono Cappuccetto Rosso, ti porto la focaccia!"

    " Che rozzi! Ora vado a dirgliene due!"

    " Ferma lì, tu, sono amici di Aloysius e vanno trattai con rispetto."

    " Ma non sono amici! Ti pare che papà fa amicizia con gente di Konoha?! E' solo lavoro!"

    Ma ignorandola del tutto la prosperosa donna ad ampi passi raggiunge il portone d'ingresso. Dandosi un ultimo sguardo al decoltè e sistematasi la cintura apre la porte esordendo così:

    image

    " Dovete essere i due ninja di Konoha. Certo non ho più l'età di una giovincella ma spero di apparire ben lontana da una vecchia nonnina ahahah. Diogenes vi aspetta nel salone principale; da qui non può sentirvi quindi vi guiderò da lui in modo che possa soddisfare ogni vostra richiesta. Prego seguitemi."

    Il tono è amichevole, gioioso e cordiale. Anche alle doti interpretative di Raizen l'attraente giovane donna sarebbe apparsa per il pezzo di pane che in realtà è. Una volta entrati l'altra donna di casa, la giovanissima kunoichi del Suono dai capelli rosati si sarebbe presentata ai due chunin, proprio ai piedi dell'imponente scalinata in legno massiccio.

    image

    " Drake Jo Ryouji, chunin di Konoha ex appartenete del clan Senju. Attualmente ti occupi delle difese della Foglia. Sei stato l'unico ninja al quale Diogenes ha concesso il grado di Chunin, oramai più di un anno fa. Piacere, il mio nome è Yakhiru Kusajishi.

    Raizen Ikigami, chunin di Konoha. Senza clan. In effetti non mi è chiaro se sia il rettore di Castelvania o solo uno schiavo di Ayato; certo è che sei uno dei pochi ninja più grossi di Aloysius. Sei anche il possessore della Sekai no Kou, arma forgiata da mastro Livon in persona. Ben venuto, mi chiamo Yakhiru Kusajishi.”


    La conversazione sarebbe continuata solo se i due della foglia avessero voluto; per la bimba le presentazioni sono concluse. Salita la scalinata un lungo corridoio porta il gruppetto difronte una grossa porta lignea a due ante.

    “ Questa è la sala. Per qualunque cosa chiamatemi pure, sono di sotto. Il mio nome è Matsumoto Ranjiku.”


    ::: Una volta dentro :::


    La stanza è per metà illuminata da sporadici raggi luminosi uscenti dalle fessure delle pesanti tende e per metà completamente oscurata. Anche il grosso tavolo, attorniato da comode poltroncine, si vede per metà ma nonostante mi trovi seduto dalla parte in ombra non sarebbe stato difficile per i due chunin scorgere la mia figura.

    “ Avete fatto subito; ciò vuol dire che sono riuscito a catturare la vostra attenzione o, in alternativa, che eravate ansiosi di rivedere il vostro vecchio sensei. In ambo i casi, comunque, ne sono compiaciuto. State comodi…possiamo prenderci il tempo che vogliamo. E Raizen far partecipe l’”aria do Oto” della nostra conversazione non sarebbe saggio per nessuno; ti assicuro che questo è l’unico posto in cui abbiamo almeno una chance di far credere al mondo che questo incontro non sia mai avvenuto. Per il momento poche sono le persone che vi hanno visto qui e di queste i soldati al Gate sono obbligati a non parlarne con nessuno, né tantomeno a scambiarsi pareri a riguardo, e gli stanti in questa casa non rappresentano una alcuna minaccia.
    Per quanto riguarda l’amico Jotaro posso affermare con certezza che al momento non è in circolazione e con questo intendo dire che non è materialmente tra di noi. Ma sai com’è fatto lui, è probabile che fra qualche mesi o magari anno risbuchi da qualche tana di topo o magari, da sotto un vecchio tappeto. In effetti potrei dire che al momento non sia vivo o che sia morto, fai un po tu. So anche con certezza che aveva dei progetti anche per Kiri. Sì, diciamo anche più di un aggancio in territorio nemico ma, come ti ho detto, al momento è tutto fermo.”


    L’occhio libero si muove dunque verso il volto di Drake.

    “ Si effettivamente non ci vediamo da un po. Ma questo non è importante, non pensate che non ho seguito parte dei vostri sviluppi in questo lasso di tempo trascorso; non mi sono dimenticato di voi…tantè che oggi siete qui. Bene, adesso che ci siamo liberati di questi convenevoli iniziali, passiamo agli affari, anche se in realtà ancora un membro manca all’appello. Spero abbiate letto molto attentamente la lettera perché la faccenda è molto seria. “


    image


    Al battere delle mani le luci si accendono e la stanza si colora di un giallo tenue tale solo da far diventare penombra le zone precedentemente oscure. Sul tavolo è aperta una grossa mappa rettangolare intitolata “Da-Ku Morugu”.

    “ Sul campo di battaglia c’eravate entrambi quindi sapete perfettamente che fine ha fatto il palazzo dell’accademia, dopo l’attacco dei Kurotempi. Ebbene, sfruttando le fondamenta intatte, ho rialzato un nuovo, gigantesco edificio parimenti imponente il primo. I lavori sono stati ultimati una settimana fa e la struttura realizzata in nemmeno sei mesi di tempo. Questo è la bozza del progetto, senza i dettagli o le ultime modifiche.”

    Trascorrono diversi secondi di silenzio. Più serio che mai continuo a parlare:

    "La guerra è già iniziata; silenziosamente mi sto inserendo nei maggiori villaggi accademici e non, agendo dall’interno e ricavando informazioni. A breve riuscirò a derubarli lentamente del loro stesso potere, portare dalla mia parte importanti funzionari, politici e uomini di guerra. Agendo con estrema discrezione ogni villaggio si accorgerà troppo tardi di essere caduto nella trappola Otese. Suna probabilmente sarà il primo. Capite cosa sto cercando di dirvi? Questo che vedete sarà il luogo di raduno di un gruppo di ninja scelti, un’associazione di abili shinobi anche non Otesi ma che lavoreranno tutti per me spinti dal comune desiderio di liberarsi dal velo accademico, stanchi del diffuso buonismo generale, del soffocante clima di pace che spegne i cuori dei giovani shinobi e stronca le gambe dei veterani. Io vi sto offrendo di salvarvi da questo sterminio ed unirvi a me. Vi sto chiedendo di tradire Konoha per una causa più importante. Con il vostro aiuto si aprirebbe un nuovo importante capitolo, si getterebbero le basi per un’infiltrazione massiccia nel territorio del fuoco.”

    Così come un fulmine a ciel sereno la scelta cade sulle teste dei due chunin. Do loro poche ed incomplete informazioni. Spingo le loro menti alla ricerca della difficile(?) risposta alla mia chiara offerta di morte o salvezza. Unirsi a me avrebbe significato un drastico cambiamento di vita all’insegna della menzogna, dell’avventura, dell’ignoto e quant’altro. Ma ho optato per la più rischiosa delle strategie; il dado è tratto e se l’attaccamento a Konoha fosse stato troppo forte, la presenza lì di Eiatsu sarebbe stata motivata.



    Edited by DioGeNe - 26/8/2010, 00:58
     
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    Eiatsu stava seduto su una delle comode poltrone di casa Mikawa. Diogenes, anch’egli presente nella medesima stanza in cui adesso l’eliminatore si riposava, lo aveva convocato solo poche ore prima, con il solito minimo preavviso che si confaceva ad una testa calda come la sua.Come ogni volta la risposta del chunin era stata : “No”.
    Secco, atono , un “no” di quelli che non ammettono repliche sebbene, di fatti, Aloysius avesse specificato soltanto che bisognava che Eiatsu assistesse ad un incontro.Nulla di impegnativo, al più anche interessante:ma il no era per principio.Perchè stava lavorando, il preavviso troppo misero ed, in definitiva, aveva altro da fare.
    Tuttavia bastarono tre parole da parte di quella testa calda per convincerlo che non solo gli andava di partecipare a quell’incontro e che ogni altro lavoro poteva aspettare, ma che lui desiderava ardentemente incontrare quelle persone. Disse:

    “Sono in lista”

    [...]


    Così Eiatsu stava aspettando che gli ospiti di casa Mikawa si presentassero all’appuntamento.Non sapeva chi fossero, del resto nella lista c’erano tanti nomi, ma una cosa era certa: dovevano essere ninja molto potenti.Del resto era raro che il Mikawa si intrattenesse con gente di basso livello o senza prospettive di crescita...
    Aloysius non gli aveva detto nemmeno l’argomento dell’incontro anche se poteva immaginarlo.Eiatsu era uno dei pochi a conoscere tutti i piani del Mikawa; un privilegio ed un onere che si scontravano un pò con la sua filosofia del restare in disparte.Tuttavia doveva ammettere che ,eccetto un ninja( che non era Aloysius) ,nessuno conosceva appieno tutte le sue capacità e del resto, anche seguendo la guida di quello che, secondo l’eliminatore, sarebbe diventato il successivo Kokage, non si era imbattuto in situazioni che mettessero in pericolo il suo anonimato.
    Fondamentale era però una domanda.Tutte le informazioni che Eiatsu aveva gli erano state dette direttamente da Aloysius.Persino l’incontro con Shinken era avvenuto senza la sua presenza.Invece questa volta il Mikawa lo aveva voluto al suo fianco...ed Eiatsu non si spiegava il perché. Che il colosso temesse un possibile no dei suoi invitati ed il conseguente combattivo negoziato? Oppure l’eliminatore era stato portato lì affinchè si comportasse non solo come semplice osservatore? Del resto l’arte di manipolare le persone doveva essere qualcosa che il Miakwa conosceva affondo...
    Ad ogni modo ormai Eiatsu era lì. Completamente ammantato nelle sue vesti, con la maschera che gli copriva il volto come il suo solito. Era lì immobile, innaturalmente immobile.
    Anche quando fossero arrivati gli ospiti, avrebbe solo accennato un saluto inclinando lievemente la testa.Un gesto talmente lieve che sarebbe stato difficilmente percepibile anche se la figura del chunin non fosse stata quasi completamente immersa nelle ombre.
    Troppo, troppo fermo…talmente immobile che quella sagoma poteva essere facilmente scambiata per un pezzo di arredamento se non per le fattezze umane.Una cosa: ecco quello che sembrava, priva com’era di quell’impercettibile tremore che comporta avere del sangue che scorre nelle vene e pulsa al ritmo che il cuore detta.
    Del resto sarebbe stato sciocco stupirsi del contrario, perché quella cosa non era Eiatsu.

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    Vennero accolti da una visione che, in un’altra occasione, Raizen avrebbe definito celestiale, ma in quel momento doveva riuscire a guardare l’interlocutrice negli occhi, Diogene era in grado di mettere un genjutsu pure sul seno della donna. Il colosso la salutò con un rapido gesto della mano per poi farsi condurre da lei per i corridoi della villa.
    L’aria puzzava, e mano a mano che si inoltrava nella villa, convinto dal viso sorridente della bambina, che avrebbe successivamente conosciuto, l’odore aumentava.
    Eppure la donna prosperosa e la bambina parevano abbastanza tranquille da non tradire alcun affare non troppo convenzionale.

    Oh, piccolina, vedo che non sai troppo del sottoscritto eh? Sinceramente ne sono compiaciuto, vuol dire che dopotutto faccio per bene il mio lavoro.
    Aggiungerò qualche piccolo particolare: Ayato non è nient’altro che un’ombra ormai e Castlevania ha un unico padrone e signore, libero, ora e sempre. Quanto al clan...prova a riflettere sul mio cognome.


    Avrebbe concluso così ascoltando un eventuale risposta della bimbetta per poi entrare nella sala mostratagli da Matsumoto.
    Si sarebbe seduto sulla poltroncina, quasi lasciandovisi cadere sopra, lievemente stanco per poi prestare attenzione alle parole di Diogene. Nessuna menzogna, ma una volta escluso Jotaro e racimolate le poche cose che sapeva avrebbe potuto azzardare un ipotesi, non l’avrebbe fatto ora, ma più tardi. Salutò l’oscura figura presente nella stanza con una smorfia e un gesto rapido della mano.
    Ora avrebbe dato del filo da torcere a Diogene che, come suo solito cercava di prendere in pugno la situazione. Certamente un gran manipolatore, un eccellente manipolatore, forse anche per questo motivo Raizen le portava quel rispetto di cui degnava pochi. Ma era decisamente ora di porsi sullo stesso piano, soprattutto in quel momento.

    Si, Diogene, i toni della lettera erano abbastanza chiari, come lo sono quelli con cui parli in questo momento, vedo che vai subito al sodo, interessante strategia, ma forse non sempre buona.

    Si protese verso il tavolo poggiandovi i gomiti, intrecciando le dita per poi sfiorarle col naso in modo da guardare l’otese sott’occhi. Parlava con tono tranquillo e pacato, come se desse un consiglio ad un amico che ha appena compiuto uno sbaglio già superato da lui. Tacque per guardare Diogene dritto nel viso, negli occhi, sin nel profondo delle pupille. Uno sguardo penetrante, affilato, di sicuro in grado di sostenere egregiamente il violento taglio del Mikawa.
    Gli unici due colossi a combattere con lo sguardo.

    Purtroppo però...

    Si interruppe qualche istante volendo imprimere alle due parole un sincero tono di dispiacere misto ad un tocco di suspance.

    ...Dimentichi qualcosa di importante talentuoso negoziatore. Quando si parla di affari si mette sempre qualcosa sul piatto, e l’offerente mette sempre per primo qualcosa sul piatto. Almeno prova ad ingannarmi facendo finta di pormi sul tuo stesso piano no?

    Abbandonò il sostegno del tavolo abbandonandosi nuovamente alla poltroncina per poi incrociare le gambe.

    Siamo sinceri, per ora hai messo soltanto qualche spicciolo e tutti gli spiccioli hanno la testa sfregiata.

    Forse il colosso di Oto avrebbe capito a cosa Raizen si riferiva. Tuttavia lo spettacolo aveva appena aperto il sipario e il primo grande attore aveva fatto la sua entrata in scena.

    No.
    Non tradirò il mio villaggio.
    Mi ha adottato e gli sarò fedele a vita.


    Concluse così il suo intervento.[interpretazione]
    Tre periodi ben scanditi in ognuno l’abile shinobi otese avrebbe potuto leggere un diverso modo di mentire, ogni singolo indizio era stato lasciato per lui che in quella stanza era l’unico a conoscerlo minimamente.
    Il primo “no” portò con se un piccolo movimento del labbro, quasi impercettibile, compiuto dal lato del viso opposto a quello in cui stava Drake, nessuna inflessione della voce, era forse impossibile da individuare la bugia senza fissarlo nel volto per via del tono secco e baritono, del tutto conscio della parola pronunciata.
    Nelle altre due frasi solo Diogene avrebbe saputo scovare una crepa, non di certo Drake che lo conosceva da poco e sino a quel momento come fedele figlio della foglia, un figlio che confermava l’amore per la sua patria. Il Mikawa infatti sapeva che il konohaniano non avrebbe mai rifiutato un offerta senza prima sviscerarne totalmente i pro e i contro, e inoltre seppur minimamente, era a conoscenza del carattere impulsivo di Raizen, certamente incline all’azione più che alla statica e ipocrita pace offerta dall’accademia. Il tutto rafforzato da quello spirito materialista che lo spinse a cercare il suo boia solamente per ottenere due oggetti di cui aveva saputo riconoscere il vero valore.
    Certo era che il discorso fatto poco prima era del tutto veritiero, il colosso di Konoha non si accontentava dei buoni propositi dell’otese per stringere un alleanza, avrebbero dovuto mercanteggiare.
    Attese una reazione, conscio del fatto che si sarebbe dovuto tenere pronto ad ogni evenienza.
     
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  12. The_Drake
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    Ad aprire la porta fù una donna che all'apparenza era molto giovane e bella, insieme ad una bambinetta: sembrava sapere realmente tante o troppe cose dei due arrivati; Diogene si era informato per bene.
    Fece un'inchino alla signora, ringraziando per l'ospitalità per poi guardare la rosa di capelli e rispondergli tranquillamente.


    Vedo che il gigante ti ha proprio detto tutto di me...tutto esatto, signorina!


    Entrando nella stanza oltre al colosso c'era pure uno strano ninja con una maschera sul volto: assomigliava molto alle squadre speciali della Foglia; Drake comunque accennò un saluto con la testa in risposta, continuando a fianco del colosso della Foglia.
    Infondo al loco c'era l'altro gigante di Oto: a stare dentro quel posto a Jo sembrava di essere così piccolo rispetto a tutti.
    Silenzioso ascoltò ciò che aveva da dire il Mikawa prima di replicare e poi ascoltare.


    Difatti ho visto che Yakhiru sapeva parecchie cose di me e di Raizen...vedo che ti dai sempre da fare come al solito...


    Poi arrivarono le proposte, anzi una mega proposta abbastanza scioccante per il ragazzo: cosa cavolo stava succedendo?
    Sapeva che l'organizzazione Kurotempi aveva colpito l'Accademia proprio per le sue protezioni o leggi che garantivao la pace tra i 4 villaggi principali; Se avesse accettato quella proposta si sarebbe abbassato allo stesso livello di quei Nukenin che con fatica avevano sconfitto.
    Capiva che per l'Otese la guerra e le battaglie erano una cosa molto importante, forse una base, ma scatenare dei conflitti solo per andare contro un'Accademia così tanto indebolita e tradire lo stesso villaggio di provenienza, non era una cosa da mettere in considerazione.
    Raizen buttò nel piatto altre proposte, dimostrando una non curanza del pericolo abbastanza sconcertante: era peggio perfino dell'egocentrismo di Drake.
    Jo, si limitò a fissare i due parlare e pensare a ciò che gli veniva offerto: alleanza o sterminio? le cose stavano degenerando.
    Quando qualcosa ruppe il silenzio nelle orecchie di Ryouji: ne riconobbe la voce della sua ranetta che ancora nascosta aveva ascoltato fino a quel momento tutta la conversazione.


    Drake, ti avverto:oltre a Diogene cè un secondo ninja abbastanza forte in questa stanza...è quel tizio con la maschera.
    Da quello che rilevo non mi sembra di averlo mai incontrato, ma sembra possedere un chakra pari o superiore al tuo: occhio.


    Ovviamente le capacità della ranetta permettevano di parlae con gli alleati senza fare rumore, quindi non correva nessun pericolo, in parte.
    Poi ritornò ad ascoltare ciò che stava dicendo il colosso della Foglia e trovandosi d'accordo con lui, ribatte subito dopo rimarcando il concetto.


    Diogene, non ho nulla contro di te...il tuo piano è interessante...ma davvero troppo oltre: perchè minare l'Accademia che fino ad ora ci ha sempre salvaguardato?
    Che cosa otterrete dalla realizzazione del tuo piano apparte una possibile mega guerra tra paesi?
    Poi come Raizen, stai proprio sbagliando a chiederci di tradire la Foglia...


    Poi qualcosa interruppe le parole del ragazzo:Gamachibi intervenì nelle orecchie del giovane parlando e dando una sua opinione: ma non del Diogene, ma del compagno al suo lato.
    Jo sentì la rana essersi spostata vicino ad un parte del mantello che penzolava di lato, ovviamete completamente camuffata, date le piccole dimensioni.


    Non sono riuscito a vedere in faccia il tuo amico della Foglia, ma non mi sconfinfera nulla di positivo in ciò che ha detto...potrei sbagliarmi però..


    Drake non sapeva più di chi fidarsi in quella stanza: l'unica cosa era continuare ad ascoltare ciò che avevano da dirsi e capirci sicuramente qualcosa di più...


     
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    La situazione mi è già completamente chiara. Il dichiarare loro i miei intenti sin da subito ha dato i frutti sperati; sapevo che non avrei mai ricevuto una netta riposta affermativa ma di sicuro avrei subito capito con chi sarebbe stato possibile scendere a patti. In effetti non mi stupisce il modo in cui si è evoluta la situazione; già prima di questo incontro avevo il sospetto che Drake non avrebbe mai potuto accettare un'offerta del genere. Eppure il desiderio di averlo tra le mie fila mi aveva spinto a provarci lo stesso.

    " Bene Drake...se non comprendi nemmeno il perchè delle mie azioni è chiaro che non sono riuscito a capire a fondo la tua personalità. Pensavo che comunque dentro di te ci fosse il disgusto per questa età di assurda pace, la giusta maturità per ribellarsi a tutto ciò. Immagino che nessun dono che io potrei farti sarebbe sufficiente per farti cambiare idea, tantomeno il potere di queste terre...dunque mi costringi a scegliere forzatamente tra due strade distinte. Capisci che la mia scelta di rivelarvi qualcosa del mio piano vi pone nella terribile condizione di non permettervi il lusso di tirarvi indietro...tuttavia, in virtù del passato che ci lega, prima di arrivare alle armi, il che ti assicuro non ti lascerebbe scampo, ti offro una ulteriore via di fuga."


    Alzandomi dalla poltrona mi sarei avvicinato al chunin mio interlocutore, a passi lenti e con lo sguardo serio.

    " Promettimi che agirai come se questo incontro, sin dall'arrivo della missiva alle mura di Konoha, non fosse mai avvenuto; giura che farai in modo che nessuno sappia o riveli quanto dettoci questa sera e garantiscimi che non mi sarai mai d'intralcio nelle mie azioni. In cambio di questo avrai vita salva. "

    La destra si sarebbe alzata per accogliere la mano di Drake e stringerla nella morsa inaresstabile della mia tecnica.


    ~ Patto di Sangue - "Chi Kyoutei"
    Villaggio: Nessuno (Personale di Kaiso Mikawa)
    Posizioni magiche: Nessuno
    Richiede: Controllo del sangue III, discendenza diretta, Stringere la mano al bersaglio della tecnica
    Ubicazione della tavola: Dojo di Kaiso
    Incisione sulla tavola: Troppe volte ho visto promesse infrante.
    Prevo sacrificio di una quantità di sangue pari a Medio-Grave il Mikawa può dar vita al ninjutsu.
    Istantaneamente una morsa terrificante aggancia i polsi di entrambi i ninja e in quel momento il partener deve decidere se andare avanti nel rituale (la morsa rimarrà attiva finchè il Mikawa lo vorrà, insieme alle potenzialità della tecnica). In caso affermativo patti, alleanze, promesse e quant'altro imposti precedentemente la stretta o al momento dell'esecuzione della tecnica saranno sugellati da un vincolo dal potere terrificante quanto affascinante. Da quel momento il bersaglio è marchiato a vita e manterrà una traccia sanguigna addosso che il Mikawa potrà percepire a miglia di distanza. Se il bersaglio dovesse tirarsi indietro il forte collegamento a distanza di flussi vitali non avverrà.
    Trasgredire un "patto di sangue" comporta il tempestivo ed automatico controllo del flusso sanguigno del bersaglio da parte del Mikawa. Su di esso il Mikawa esecutore della tecnica avrà capacità di distruzione, creazione, manipolazione della forma e della consistenza sfruttando lo stesso chakra del malcapitato. Tale controllo della linfa vitale non risente di limiti spaziali.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 2 / Costo Attivazione: Quasi Elevato)


    L'aggiancciante presa avrebbe fatto ben intendere il peso e l'importanza dell'impegno preso. Il guardiano di Konoha ora è macchiato a vita da un segno indelebile...avrebbe potuto scegliere se vivere o morire.

    "Ed ora va via."

    Non avrei mai permesso che andasse via se non fossi tanto certo dell'efficacia della mia tecnica...ma per quanto avrebbe resistito senza il mio aiuto? La sentenza per lui è solo rimandata; il ragazzo è sulla lista ed il suo creatore non avrebbe avuto alcun occhio di riguardo.

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    Il Mikawa si era adirato verso il ragazzo: sembra cruciato di ciò che aveva sentito dala bocca del ragazzo della Foglia; stava per avvenire qualcosa che forse avrebbe cambiato il giovane per sempre.
    La forma della grande montagna si innalzò e si avvicinò a Jo, dopo avergli dato un'avvertimento che sembrava alquanto un giuramento.
    La mano destra si innalzò dal corpo dell'Otese, sembrava come se volesse stringermi la mano: ero avanti una scelta; morire in quell'istante o starmene zitto, lasciando fare ciò che voleva il Mikawa.
    Non avrei mai tradito la forza della Foglia, mai.
    Non avevo abbastanza forza per combattere contro Diogene, era ancora troppo debole e lui troppo esperto e forte per poterlo impensierire: era sempre stato quello il problema principale.
    Il cuore gli pulsava sangue e i ricordi lo ributtarono indietro nel tempo, quando Alexander Hima l'aveva intimato di tagliare i raorti con Oto.


    Diogene, fai quello che devi...giuro!


    Gli diede la mano, fidandosi del suo Sensei ancora una volta.
    Senti che una qualche ninjutsu o Fuuinjutsu l'aveva preso nello stesso punto della presa; capì di essere stato tratto in trappola definitivamente: un'errore e sarebbe morto, forse.
    Si alzò, abbassò lo sguardo dal gigante di Oto e colmo di rabbia per non aver potuto fare nulla si diresse verso la porta che dava all'uscita del salone, lasciando che Raizen rimanesse lì; a lui non era toccata la stessa fine, quindi forse la rana aveva ragione.
    Senza volerlo incanalava l'energia dentro al suo corpo, preso dallo stesso istinto omicida e di panico che mai lo colpiva.
    Vicino alla porta, vicino alla posizione del mascherato, vicino al muro.
    Un solo ed unico pugno diretto alla parete poco prima di aprire la porta [Forza 800]: segno forse della rabbia che se ne andava; il muro sarebbe esploso sotto il colpo del ragazzo, che osservò, dopo aver disattivato la sua Kinjutsu, mantenuta attiva solo per qualche secondo.


    Non intralcierò i tuoi piani...scatena pure le guerre che ti esaltano tanto...penso di saper resistere e rimanere in vita, senza problemi, per quel momento.
    Un'avvertimento: se mi troverò qualcuno dei tuoi "alleati" in giro tra le palle o che provano a fare cagate contro la mia persona...posso garantirti che verranno ridotte peggiò di questo muro!


    Detto questo, con occhi ricolmi di odio e rabbia verso colui che l'aveva marchiato, rapido si girò verso la porta aprendola di colpo.
    Senza salutare si sarebbe diretto fuori dalla villa Mikawa, diretto a pied verso la Foglia: aveva due giorni di cammino per pensare a qualcuno che sapesse togliere quella cosa che aveva nel braccio o comunque qualcuno che avrebbe potuto toglierla in un futuro; ora come ora si sentiva forse protetto, considerando che essendo marchiato questo gli garantiva una sorta di lascia passare in caso ci ripensasse.
    Era ora di diventare più forti...


     
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    " E' fuori la villa. Che faccio, lo seguo?"

    " Si, accertati che varchi il gate e che si incammini verso Konoha. Non interagire in alcun modo con il bersaglio."

    Avrei detto all'auricolare senza preoccuparmi della presenza di Raizen che se avesse avuto un udito tanto sviluppato avrebbe potuto riconoscere la squillante voce di Yakhiru, attraverso la minuscola cuffietta. Poi sarei tornato sull'altro mio ospite cambiando totalmente espressione del volto, aprendo le labbra e serrando i denti nel mio consueto ghigno.

    " Vedo che sei diventato bravo nell'utilizzo delle parole e nel controllo delle espressioni. Quasi mi fregavi se non fosse stato per l'irrefrenabile voglia di capire cosa in realtà io ti sto proponendo che percepisco, a tratti, nei tuoi atteggiamenti."

    Cambiando apparentemente discorso avrei continuato cambiando nuovamente tono di voce e facendo segno al colosso della Foglia di seguirmi. Usciamo dal salone e ci incamminiamo verso l'ala Sud della villa. Raizen aveva parlato di "mettere qualcosa sul piatto"...bisogna accontentarlo.

    " Recentemente sono tornato da Livon, mi serviva un parere circa alcune spade che casualmente ho incontrato lungo la strada che porta a Kiri. Inoltre sono andato a ritirare i vari ordini per l'obitorio. Ma di questo parleremo dopo, di certo l' imprecisa ed incompleta spiegazione di prima non ti è stata sufficiente per comprendere come stanno realmente le cose...Eccoci arrivati."

    :::

    La stanza è buia, lunga e stretta. Ai lati prendono posto grosse teche di vetro distanti quattro metri le une dalle altre e all'interno di ognuna di esse le armi della leggenda, di fattura kiriana, sono stipate gelosamente. Un fascio di luce colpisce l'elsa di ogni katana che riflettendo il raggio luminoso sembrano brillare di luce propria. Il piedistallo su cui poggiano è ricoperto da una tela scelta appositamente per riprendere i colori e i motivi della decorazione realizzata sull'impugnatura e sul fodero.



    KATANE DELLA NEBBIA
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    WAKIZASHI DELLA NEBBIA
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    " Raizen mi sto muovendo rapidamente. Kiri è già stata privata di parte della loro tradizione e ho informazioni anche per recuperare altri pezzi della collezione. Inoltre sono in segreti accordi con Itai della Nebbia per qualcosa di veramente grosso, tanto da poter cambiare la storia dei tempi che saranno. L'obitorio di Suna è sotto il mio controllo e potrò agire dall'interno per prelevare cadaveri ed importanti informazioni sulle difese del villaggio, sulle abilità dei suoi ninja e quant'altro. La spedizione per Ame è già stata programmata e a breve partiremo per colpire anche loro...mi serve il tuo aiuto per fare una breccia nelle difese del Fuoco."

    Una pausa per far assimilare le nuove nozioni al chunin.

    " Il primo passo dell'organizzazione è il controllo di tutti gli obitori dei maggiori villaggi ninja in modo da possedere il monopolio sulle tecniche, anche le più segrete dei vari villaggi. La costruzione di cui prima vi ho mostrato il vecchio progetto è stata realizzata appositamente per conservare tutto ciò che arriverà dai vari villaggi. A controllare il corretto funzionamento della struttura ed amministrarla in toto sarà Shinken Takatsui, di Oto, nelle vesti di un facoltoso privato intenzionato solo a far soldi. In seconda battuta il controllo del potere amministrativo dei Paesi, corrompendo le più alte cariche che siedono nei vari consigli. Avere una spia nel più alto organo decisionale sarà indispensabile. Inoltre è in fase di elaborazione un progetto riguardante tutti i contenitori dei demoni; la forza dei Jinkurichi può spostare gli esiti di un conflitto armato dunque è necessario tenerli sotto controllo..a quel punto, quando avremo acquisito abbastanza potere e informazioni, non sarà difficile far crollare la già precaria situazione di pace tra i villaggi e vincere la guerra. Separati non ci sarà scampo per nessuno."


     
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